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1.5/10
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Se siete qui, avrete già visto la valutazione numerica degli utenti di AnimeClick.it, quindi sapete cosa aspettarvi.

Nel 2014 Studio DEEN ci regala questa perla, questo capolavoro (vi prego, cogliete l’ironia) del mondo dei cartoni animati tutti: "Pupa", strutturato per qualche malsana ragione in dodici episodi da quattro minuti l’uno comprensivi di opening ed ending (quest’ultime sorprendentemente gradevoli, soprattutto la prima). Inutile dire che una simile struttura non favorisca certamente una trama particolarmente articolata, che tuttavia parte da delle premesse piuttosto interessanti, dalle quali si poteva tirare fuori qualcosa di degno: senza stare a trascrivere la sinossi, si sappia solo che i nostri protagonisti sono una coppia di fratelli (Yume e Utsutsu Hasegawa) che vivono una vita piuttosto turbolenta, tra genitori violenti ed eventi demoniaci di varia natura (che nell’economia della storia hanno la stessa funzione di un nudista a messa), fino all’infausto giorno in cui Yume viene trasformata da una farfalla rossa in un demone capace di saziare il proprio appetito solo cibandosi di carne umana. La trama prosegue in un crescendo sempre più imbarazzante di torture, violenze e abusi di vario genere, non disdegnando nemmeno momenti al limite dell’incesto o generosi e gustosi episodi di cannibalismo, il tutto presentato nella maniera più imbarazzante possibile sia sotto il profilo della nuda narrazione che su quello prettamente tecnico (posso assicurare che momenti di altissima animazione come l'episodio di esordio possono rientrare di diritto nel Pantheon dell'animazione comica cult, provare per credere). Come già scritto, l’intreccio di base ha del potenziale: "Pupa" è tratto da un manga che il sottoscritto non ha mai letto, ma, a detta dei più, merita. Tuttavia, appare evidente dopo i primi cinque minuti come il materiale originale sia stato probabilmente tagliato non con l’accetta, piuttosto con la motosega: i buchi di trama si sprecano, gli eventi si susseguono senza un filo logico e, a tutto questo ben di Dio, si aggiungono anche dialoghi forzati o semplicemente imbarazzanti (per esempio la lunga scena di cannibalismo che occupa l’episodio 6, che riuscirebbe anche a incutere un certo e ovvio timore e ribrezzo, se non fosse per i fastidiosissimi versetti moe che ammazzano quel poco di tensione creatasi).

Ma tutto questo non basta, perché a una trama vomitevole si aggiunge anche il pessimo (e, ormai, tristemente riconoscibile) comparto tecnico ad opera di DEEN, forte di animazioni ingessate, colori ad acquerello assolutamente e totalmente cozzanti con l’atmosfera generale, e un design dei personaggi che non poteva essere più generico (che questa sia colpa dello studio di animazione o del manga non mi è ancora dato saperlo).

E, già che ci siamo, perché non nominare brevemente i personaggi? Il regista Tomomi Mochizuki si permette, in un adattamento tanto stringato, di dare spazio anche a dei comprimari, e cerca con vano sforzo di caratterizzarne a dovere alcuni, con risultati che, senza fare anticipazioni, risultano assolutamente fallimentari: a risultare odiosi e privi di mordente non sono solamente i personaggi secondari alla fine della breve serie, ma anche i nostri due protagonisti (si salva solo la piccola Yume, il suo ruolo di bestia sofferente lo ricopre bene dall’inizio alla fine).

C’è qualcosa che si salva di questo terribile, terribile "Pupa"? Forse sì: in primis l’accompagnamento sonoro, che presenta delle tracce piuttosto gradevoli (spesso e volentieri usate a sproposito, ma non è il caso di fare i puntigliosi); in secondo luogo, un po’ alla stregua di "Another", fallisce su tutti i fronti come horror ma guadagna un inaspettato valore se visto come una commedia, in virtù del connubio quasi mistico di nonsense, animazioni zoppe, scene di violenze perpetrate su orsacchiotti inserite a forza per coprire scene particolarmente crude (come se ce ne fosse stato il bisogno) e, per finire, del sano gore che in alcuni casi (molto rari, sia chiaro) riesce anche a far venire qualche brivido.

Bocciatura totale quindi, per un titolo che avevo approcciato con le peggiori aspettative possibili e, con mio grande stupore, è riuscito a sorpassarle tutte, ha raschiato il fondo del barile ed è arrivato a grattare il pavimento: capolavoro assoluto della spazzatura, guardatelo a vostro rischio e pericolo.