Sword Art Online
"Sword Art Online" è un anime la cui opera originale, la light novel, è stata scritta da Reki Kawahara nel 2009 (mentre la web novel originale è stata iniziata nel 2002).
Il protagonista della storia è Kirito, un ragazzo esperto di gaming che gioca, insieme a circa 10.000 giocatori, a 'Sword Art Online', un videogioco full-dive (un tipo di realtà virtuale che attualmente non esiste ancora). Inizialmente, questo viene ritenuto un gioco normalissimo da tutti i giocatori, ma presto tutti quanti si devono ricredere, in quanto il creatore del gioco, Akihiko Kayaba, li intrappola all'interno di tale mondo virtuale, nessuno escluso. I giocatori potranno tornare nel mondo reale solo se viene completato il gioco.
Inizierei col dire che quest'opera non è per te, se preferisci le storie che procedono lentamente, perché, sfortunatamente, ci sono molti timeskip. I personaggi nell'anime non sono ben approfonditi (a differenza della light novel), ma ciò non toglie particolare qualità al prodotto. Per quanto riguarda i luoghi presentati, sono molto interessanti: troviamo dungeon, stanze di boss, boschi, un lago, città medievali, una casa in mezzo al bosco.
Dal punto di vista romantico, non è un'opera eccellente, ma rimane apprezzabile (questo vale anche per la light novel). Il concetto di "mistero" è creato dal fatto che non si sa in che stato sono i corpi dei protagonisti nel mondo reale e ciò, a mio parere, è ottimo.
In ogni caso, "Sword Art Online" è ideato per essere una light novel, e non un anime. È questo il motivo per cui l'opera originale ha molti meno difetti rispetto all'adattamento animato.
Per chi ama la lettura, consiglio di non vedere l'anime, ma di leggere la light novel, che si può comprare online in italiano. Ma per chi invece preferisce 'vedere', non è un problema se decide di vedere l'anime.
Come valutazione finale, gli darei un buon 8 su 10, proprio perché è bello da vedere nonostante i difetti.
Il protagonista della storia è Kirito, un ragazzo esperto di gaming che gioca, insieme a circa 10.000 giocatori, a 'Sword Art Online', un videogioco full-dive (un tipo di realtà virtuale che attualmente non esiste ancora). Inizialmente, questo viene ritenuto un gioco normalissimo da tutti i giocatori, ma presto tutti quanti si devono ricredere, in quanto il creatore del gioco, Akihiko Kayaba, li intrappola all'interno di tale mondo virtuale, nessuno escluso. I giocatori potranno tornare nel mondo reale solo se viene completato il gioco.
Inizierei col dire che quest'opera non è per te, se preferisci le storie che procedono lentamente, perché, sfortunatamente, ci sono molti timeskip. I personaggi nell'anime non sono ben approfonditi (a differenza della light novel), ma ciò non toglie particolare qualità al prodotto. Per quanto riguarda i luoghi presentati, sono molto interessanti: troviamo dungeon, stanze di boss, boschi, un lago, città medievali, una casa in mezzo al bosco.
Dal punto di vista romantico, non è un'opera eccellente, ma rimane apprezzabile (questo vale anche per la light novel). Il concetto di "mistero" è creato dal fatto che non si sa in che stato sono i corpi dei protagonisti nel mondo reale e ciò, a mio parere, è ottimo.
In ogni caso, "Sword Art Online" è ideato per essere una light novel, e non un anime. È questo il motivo per cui l'opera originale ha molti meno difetti rispetto all'adattamento animato.
Per chi ama la lettura, consiglio di non vedere l'anime, ma di leggere la light novel, che si può comprare online in italiano. Ma per chi invece preferisce 'vedere', non è un problema se decide di vedere l'anime.
Come valutazione finale, gli darei un buon 8 su 10, proprio perché è bello da vedere nonostante i difetti.
Partiamo dal presupposto che questo anime ha un'ottima partenza, con un incipit molto interessante che ti spinge a continuare la serie; i primi episodi sono belli e ben curati, la grafica e anche le ambientazioni sono molto belle. I personaggi sono però la cosa che lascia più a desiderare, infatti molti personaggi sono semplicemente carta e non hanno una vera scrittura, quindi sono di contorno, mentre il villain della prima parte dell'anime, ossia del primo arco narrativo, è molto interessante, ma vi farà poi perdere interesse sul più bello. Come già detto, i primi episodi sono molto validi e anche abbastanza forti, ma, man mano che si va avanti, si scade nel romanticismo e nel fanservice, con scene non molto attinenti all'intento primario dell'opera. Nulla di troppo grave, poiché alla fine l'azione c'è ed è ben fatta, e riesce a intrattenere comunque molto bene, perché ha una gestione di episodi comunque lodevole. Voto: 8,25.
Ora, parlando del secondo arco narrativo, c'è un po' da preoccuparsi, infatti questo arco narrativo riesce a divertire, ma non a restituire quelle emozioni del primo arco appieno; qualche emozione la strappa, sì, ma deve ricorrere a uno shock più artificiale e forzato. La storia non ha più un incipit interessante e tende ad essere una sorta di "salva la principessa in pericolo", che si rivela l'ennesimo arco narrativo dove ci viene presentato l'ennesimo personaggio vuoto femminile (sì, ci sono molte donne) che fa da contorno al protagonista e lo accompagna. Le animazioni sono altrettanto buone, ma perde molto di quel carisma e quella grinta della prima parte, e rende tutto più scontato e meno interessante, costringendo quindi ad aggiungere il fattore shock alla storia. Anche il villain è peggiore, ansi viscido e ridicolo, e per nulla interessante. Voto: 6,25.
Ora, parlando del secondo arco narrativo, c'è un po' da preoccuparsi, infatti questo arco narrativo riesce a divertire, ma non a restituire quelle emozioni del primo arco appieno; qualche emozione la strappa, sì, ma deve ricorrere a uno shock più artificiale e forzato. La storia non ha più un incipit interessante e tende ad essere una sorta di "salva la principessa in pericolo", che si rivela l'ennesimo arco narrativo dove ci viene presentato l'ennesimo personaggio vuoto femminile (sì, ci sono molte donne) che fa da contorno al protagonista e lo accompagna. Le animazioni sono altrettanto buone, ma perde molto di quel carisma e quella grinta della prima parte, e rende tutto più scontato e meno interessante, costringendo quindi ad aggiungere il fattore shock alla storia. Anche il villain è peggiore, ansi viscido e ridicolo, e per nulla interessante. Voto: 6,25.
“Sword Art Online” è un anime del 2012. La storia parla di un videogioco, “Sword Art Online”, un VRMMORPG, un gioco di ruolo in realtà virtuale nel quale i giocatori restano intrappolati: infatti è stata rimossa l’opzione per eseguire il log-out, e rimuovere forzosamente il “Nerve Gear”, il casco di realtà virtuale, porta i giocatori a cadere in un coma irreversibile. I giocatori sono quindi costretti a giocare ininterrottamente, e la loro morte nel gioco si tradurrà nella morte nella vita reale, questo fino a quando il gioco non verrà completato, dato che il suo creatore ha promesso di lasciare i giocatori liberi, qualora il gioco venisse concluso.
Il gioco è ambientato nel 2022, e io vivo nel 2022: non so voi, ma a me non risulta esistano tecnologie del genere; si può quindi dire che l’autore sia stato un po’ troppo ottimista nello stimare il progresso tecnologico, però, come vedremo, questo è il minore dei problemi.
Le ragioni che mi hanno spinto a dare a “Sword Art Online” un voto tanto basso sono molteplici, una delle principali è la caratterizzazione dei personaggi. Nella prima stagione di “Sword Art Online” i protagonisti sono sostanzialmente quattro, il protagonista, Kazuto Kirigaya, detto Kirito, Asuna Yuuki, Suguha Kirigaya, nickname Leafa, e Yui, nonostante vi siano venticinque episodi nella prima stagione; arrivati alla fine di questa, in realtà anche alla fine della seconda, con l’eccezione di Sinon, la situazione non cambia, la caratterizzazione dei personaggi principali è terribilmente insufficiente, non ci sono mai scene dove Kirito spiega cosa pensa, parla di quello che prova, scene dove si capisce qualcosa di lui. L’unica parvenza di caratterizzazione che gli viene data è quando nei primi episodi, dopo che diventa l’unico sopravvissuto della gilda di cui faceva parte, si capisce la sua solitudine, data dall’essere troppo forte per stare con gli altri, e il suo desiderio di stare da solo, perché gli altri non tengono il suo passo; questa caratterizzazione, oltre ad essere conveniente e arrogante, è anche contraddetta dal fatto che poco dopo Kirito si troverà dei compagni. Per gli altri personaggi è addirittura peggio, Asuna, Yui e Suguha non hanno ragione di esistere, se non quella di stare accanto a Kirito, sono delle marionette di cui non si conosce nulla e sembrano vivere in funzione del protagonista.
Perché il difetto della trama è questo, sembra tutto girare intorno a Kirito, sembra che tutto esista per far sembrare “figo” Kirito, i nemici vengono fatti fuori da lui con una semplicità disarmante, senza alcuna spiegazione, gli altri personaggi oltre ai protagonisti sono delle macchiette che sembrano esistere per far sembrare “figo” Kirito, gli altri maschi fanno figuracce laddove Kirito riesce senza problemi, i personaggi femminili si rivelano tutti attratti da Kirito senza particolare motivo. Potremmo dire che “Sword Art Online” è il peccato originale, perché credo sia stato tra i primi a presentare un’ambientazione isekai con protagonista “overpowered”, filone di anime che ha generato una moltitudine di esponenti di dubbia qualità, dei quali “Sword Art Online” non è migliore.
Il fatto che la trama giri tutta intorno a Kirito e tutto sembri un scusa per farlo apparire bello e forte causa numerosi buchi di trama che sono il secondo grosso difetto del titolo.
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Per esempio: ad un certo punto della trama ci viene detto che, per battere un boss di un piano, ci vuole un party da venti persone, poco dopo Kirito riesce a batterne uno da solo senza che venga fornita alcuna spiegazione; almeno nei battle shonen ci si inventa qualche deus ex machina, del tipo il mostro sigillato all’interno del protagonista o il potere dell’amicizia o i miei sentimenti mi hanno portato a una nuova trasformazione, qui invece assolutamente nulla. Un’altra cosa che non ha davvero senso è quando il protagonista scopre il cattivo: ad un certo punto Kirito pensa che il cattivo potrebbe essere un giocatore, allora pensa a chi potrebbe essere... conclusione: si tratta del capo della gilda più forte, perché? Perché Kirito pensa che, se lui fosse il gamemaster, vorrebbe essere in prima linea. Questa deduzione non ha alcun senso, non si può dare per scontato che le altre persone ragionino come noi, sono sicuro che ci sono persone che nella stessa situazione avrebbero voluto essere solo spettatori e altre che avrebbero voluto essere personaggi secondari.
I cattivi di questa serie sono imbarazzanti, sono davvero stereotipati e, quando arrivano davanti al protagonista, vanno in crisi e si sconfiggono da soli senza motivo, perché Kirito vince sempre facile, rendendo la storia davvero insulsa.
Fine parte contenente spoiler
Un’altra caratteristica che rovina la struttura della serie sono i salti temporali nei primi episodi, ma anche più avanti, tra un episodio e un altro trascorre sempre una quantità imprecisata di tempo; l’unica costante è che Kirito sarà sempre decine di livelli sopra agli altri, e il motivo di ciò non sarà in alcun modo spiegato. Gli episodi di “Sword Art Online” sembrano in gran parte degli episodi filler che raccontano delle giornate di Kirito, dove conoscerà qualcuno che inevitabilmente si “innamorerà” di lui e loderà la sua grande forza; il problema è che loro sono in pericolo, sono bloccati in un mondo virtuale dove rischiano di morire facilmente, dovrebbero impegnarsi per uscire da lì, ma Kirito sembra preferire giocare a fare la famiglia felice con Asuna e Yui. Ciò potrebbe anche avere senso, se non fosse che alla fine della prima parte nel giro di pochissimo tempo scopre chi è il cattivo e lo sconfigge liberando tutti... ma allora scappare gli interessa, perché non l’ha fatto prima? Ciò che lascia deluso lo spettatore è la poca importanza data alla trama orizzontale, che sarebbe dovuta essere il piatto principale, e invece viene liquidata in pochi episodi, dopo aver dato tanto spazio ai filler, e la stessa cosa accade nella seconda parte.
Un altro difetto di “Sword Art Online”, che però non ritengo essere il più grave, è il worldbuilding: il mondo di gioco aveva delle enormi potenzialità, eppure viene completamente sprecato, tante cose vengono introdotte in base alla necessità e poi non più mostrate, come gli informatori; non si ha un’idea precisa di come funzioni il gioco, di quali siano le leggi che lo governano di come funzionino la magia e i combattimenti, nulla.
In definitiva, ritengo “Sword Art Online” uno dei peggiori anime che abbia mai visto, ma, se le altre cose brutte che ho visto sono anime semisconosciuti dimenticati da tutti, “Sword Art Online” è l’unico che, pur essendo disastroso, ha una nutrita fanbase, e questo è semplice da spiegare: gli anime isekai con protagonista “overpowered” e magari harem sono molto popolari, e questo a prescindere dalla loro qualità. “Sword Art Online” è stato uno dei precursori del genere, e quindi si è ritagliato ben presto la sua fetta di popolarità. Un’altra cosa che mi lascia allibito è che “Sword Art Online” sia stato doppiato e trasmesso in televisione: Rai 4 ha trasmesso molti anime di qualità e mi ha permesso di conoscere capolavori come “Psycho-Pass2, “Ergo Proxy”, “Madoka Magica”, “Planetes”, “Mawaru Penguindrum”. Cosa non ha funzionato con “Sword Art Online”? Perché si è deciso di trasmetterlo, come ha fatto a sfuggire al loro controllo qualità?
Concludo assegnando a “Sword Art Online” un 2, il voto più basso che abbia mai assegnato, per quanto non sia un voto esclusivo di “Sword Art Online”.
Il gioco è ambientato nel 2022, e io vivo nel 2022: non so voi, ma a me non risulta esistano tecnologie del genere; si può quindi dire che l’autore sia stato un po’ troppo ottimista nello stimare il progresso tecnologico, però, come vedremo, questo è il minore dei problemi.
Le ragioni che mi hanno spinto a dare a “Sword Art Online” un voto tanto basso sono molteplici, una delle principali è la caratterizzazione dei personaggi. Nella prima stagione di “Sword Art Online” i protagonisti sono sostanzialmente quattro, il protagonista, Kazuto Kirigaya, detto Kirito, Asuna Yuuki, Suguha Kirigaya, nickname Leafa, e Yui, nonostante vi siano venticinque episodi nella prima stagione; arrivati alla fine di questa, in realtà anche alla fine della seconda, con l’eccezione di Sinon, la situazione non cambia, la caratterizzazione dei personaggi principali è terribilmente insufficiente, non ci sono mai scene dove Kirito spiega cosa pensa, parla di quello che prova, scene dove si capisce qualcosa di lui. L’unica parvenza di caratterizzazione che gli viene data è quando nei primi episodi, dopo che diventa l’unico sopravvissuto della gilda di cui faceva parte, si capisce la sua solitudine, data dall’essere troppo forte per stare con gli altri, e il suo desiderio di stare da solo, perché gli altri non tengono il suo passo; questa caratterizzazione, oltre ad essere conveniente e arrogante, è anche contraddetta dal fatto che poco dopo Kirito si troverà dei compagni. Per gli altri personaggi è addirittura peggio, Asuna, Yui e Suguha non hanno ragione di esistere, se non quella di stare accanto a Kirito, sono delle marionette di cui non si conosce nulla e sembrano vivere in funzione del protagonista.
Perché il difetto della trama è questo, sembra tutto girare intorno a Kirito, sembra che tutto esista per far sembrare “figo” Kirito, i nemici vengono fatti fuori da lui con una semplicità disarmante, senza alcuna spiegazione, gli altri personaggi oltre ai protagonisti sono delle macchiette che sembrano esistere per far sembrare “figo” Kirito, gli altri maschi fanno figuracce laddove Kirito riesce senza problemi, i personaggi femminili si rivelano tutti attratti da Kirito senza particolare motivo. Potremmo dire che “Sword Art Online” è il peccato originale, perché credo sia stato tra i primi a presentare un’ambientazione isekai con protagonista “overpowered”, filone di anime che ha generato una moltitudine di esponenti di dubbia qualità, dei quali “Sword Art Online” non è migliore.
Il fatto che la trama giri tutta intorno a Kirito e tutto sembri un scusa per farlo apparire bello e forte causa numerosi buchi di trama che sono il secondo grosso difetto del titolo.
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Per esempio: ad un certo punto della trama ci viene detto che, per battere un boss di un piano, ci vuole un party da venti persone, poco dopo Kirito riesce a batterne uno da solo senza che venga fornita alcuna spiegazione; almeno nei battle shonen ci si inventa qualche deus ex machina, del tipo il mostro sigillato all’interno del protagonista o il potere dell’amicizia o i miei sentimenti mi hanno portato a una nuova trasformazione, qui invece assolutamente nulla. Un’altra cosa che non ha davvero senso è quando il protagonista scopre il cattivo: ad un certo punto Kirito pensa che il cattivo potrebbe essere un giocatore, allora pensa a chi potrebbe essere... conclusione: si tratta del capo della gilda più forte, perché? Perché Kirito pensa che, se lui fosse il gamemaster, vorrebbe essere in prima linea. Questa deduzione non ha alcun senso, non si può dare per scontato che le altre persone ragionino come noi, sono sicuro che ci sono persone che nella stessa situazione avrebbero voluto essere solo spettatori e altre che avrebbero voluto essere personaggi secondari.
I cattivi di questa serie sono imbarazzanti, sono davvero stereotipati e, quando arrivano davanti al protagonista, vanno in crisi e si sconfiggono da soli senza motivo, perché Kirito vince sempre facile, rendendo la storia davvero insulsa.
Fine parte contenente spoiler
Un’altra caratteristica che rovina la struttura della serie sono i salti temporali nei primi episodi, ma anche più avanti, tra un episodio e un altro trascorre sempre una quantità imprecisata di tempo; l’unica costante è che Kirito sarà sempre decine di livelli sopra agli altri, e il motivo di ciò non sarà in alcun modo spiegato. Gli episodi di “Sword Art Online” sembrano in gran parte degli episodi filler che raccontano delle giornate di Kirito, dove conoscerà qualcuno che inevitabilmente si “innamorerà” di lui e loderà la sua grande forza; il problema è che loro sono in pericolo, sono bloccati in un mondo virtuale dove rischiano di morire facilmente, dovrebbero impegnarsi per uscire da lì, ma Kirito sembra preferire giocare a fare la famiglia felice con Asuna e Yui. Ciò potrebbe anche avere senso, se non fosse che alla fine della prima parte nel giro di pochissimo tempo scopre chi è il cattivo e lo sconfigge liberando tutti... ma allora scappare gli interessa, perché non l’ha fatto prima? Ciò che lascia deluso lo spettatore è la poca importanza data alla trama orizzontale, che sarebbe dovuta essere il piatto principale, e invece viene liquidata in pochi episodi, dopo aver dato tanto spazio ai filler, e la stessa cosa accade nella seconda parte.
Un altro difetto di “Sword Art Online”, che però non ritengo essere il più grave, è il worldbuilding: il mondo di gioco aveva delle enormi potenzialità, eppure viene completamente sprecato, tante cose vengono introdotte in base alla necessità e poi non più mostrate, come gli informatori; non si ha un’idea precisa di come funzioni il gioco, di quali siano le leggi che lo governano di come funzionino la magia e i combattimenti, nulla.
In definitiva, ritengo “Sword Art Online” uno dei peggiori anime che abbia mai visto, ma, se le altre cose brutte che ho visto sono anime semisconosciuti dimenticati da tutti, “Sword Art Online” è l’unico che, pur essendo disastroso, ha una nutrita fanbase, e questo è semplice da spiegare: gli anime isekai con protagonista “overpowered” e magari harem sono molto popolari, e questo a prescindere dalla loro qualità. “Sword Art Online” è stato uno dei precursori del genere, e quindi si è ritagliato ben presto la sua fetta di popolarità. Un’altra cosa che mi lascia allibito è che “Sword Art Online” sia stato doppiato e trasmesso in televisione: Rai 4 ha trasmesso molti anime di qualità e mi ha permesso di conoscere capolavori come “Psycho-Pass2, “Ergo Proxy”, “Madoka Magica”, “Planetes”, “Mawaru Penguindrum”. Cosa non ha funzionato con “Sword Art Online”? Perché si è deciso di trasmetterlo, come ha fatto a sfuggire al loro controllo qualità?
Concludo assegnando a “Sword Art Online” un 2, il voto più basso che abbia mai assegnato, per quanto non sia un voto esclusivo di “Sword Art Online”.
Lati positivi: protagonisti adorabili. Dai, diciamocelo, sono dannatamente adorabili. Il design, i doppiatori, la personalità... tirano fuori dal cilindro del romanticismo in una storia dalla quale mi aspettavo tutto tranne che i feel. Poi il lavoro tecnico che c'è dietro è tanta roba, soprattutto se si pensa che parliamo ormai di quasi dieci anni fa. Grafica molto bella, accompagnamento sonoro eccellente. Notevole. Inoltre, se c'è una cosa che lo distingue a mio parere da un'opera simile come "Log Horizon", è il fatto che qui in "Sword Art Online" c'è il fattore di tensione della vita stessa del giocatore in ballo, e anche per questo sono riuscito ad apprezzarlo molto di più dal punto di vista della "suspense".
Lati negativi: i cattivi. Madre mia, i cattivi... iniziavo a vedere lo schermo a pois per quanto riuscivano ad apparire macchiette. Roba del tipo: "Ah ah ah, come sono cattivo senza nessun motivo logico apparente! Ora, come da copione, invece di avere atteggiamenti più umani, leccherò le lacrime della mia vittima direttamente dai suoi occhi, in modo tale da azzerare in toto la credibilità del mio personaggio e di conseguenza l'immersione dello spettatore nella storia". Bleah. Davvero. Le non-motivazioni dei due principali antagonisti nel compiere le loro azioni sono penose, e danno alle loro figure un peso uguale e opposto a quello degli attributi di chi è riuscito a non 'skippare' le parti in cui comparivano sullo schermo.
E lasciatemi menzionare il solito maledetto power-up che capita all'eroe nel momento del bisogno. Contro qualsiasi logica. Per il puro scopo di mandare disperatamente avanti la trama. Irritante.
Ma ora viene il problema principale per me e per chiunque non sia un gamer sfegatato: non siamo gamer sfegatati. Quindi, tutte le cose che potrebbero far sentire coinvolti e che ci potrebbero far pensare robe del tipo "Ah, sì, anche a me una volta è successa una cosa simile in-game" a noi mortali non suscitano granché, perché le caratteristiche della serie vanno ben poco oltre quello che ho già citato.
La storia di per sé quindi è abbastanza blanda e, se non fosse stato per i due protagonisti e per i meme, avrei abbandonato subito tutto. Invece mi trovo qui a recensire la prima stagione dopo averla vista una seconda volta, anni dopo la prima, e mi appresto scioccamente a rivedermi pure la seconda, prima di approcciare la terza, che finalmente per me avrà qualcosa di nuovo da offrire. E lo so che, non essendo la prima volta che la vedo, ho qualche bias (per esempio, l'effetto sorpresa per me è ormai nullo), ma ho cercato di essere più obbiettivo che potevo nel mio personalissimo giudizio.
Lati negativi: i cattivi. Madre mia, i cattivi... iniziavo a vedere lo schermo a pois per quanto riuscivano ad apparire macchiette. Roba del tipo: "Ah ah ah, come sono cattivo senza nessun motivo logico apparente! Ora, come da copione, invece di avere atteggiamenti più umani, leccherò le lacrime della mia vittima direttamente dai suoi occhi, in modo tale da azzerare in toto la credibilità del mio personaggio e di conseguenza l'immersione dello spettatore nella storia". Bleah. Davvero. Le non-motivazioni dei due principali antagonisti nel compiere le loro azioni sono penose, e danno alle loro figure un peso uguale e opposto a quello degli attributi di chi è riuscito a non 'skippare' le parti in cui comparivano sullo schermo.
E lasciatemi menzionare il solito maledetto power-up che capita all'eroe nel momento del bisogno. Contro qualsiasi logica. Per il puro scopo di mandare disperatamente avanti la trama. Irritante.
Ma ora viene il problema principale per me e per chiunque non sia un gamer sfegatato: non siamo gamer sfegatati. Quindi, tutte le cose che potrebbero far sentire coinvolti e che ci potrebbero far pensare robe del tipo "Ah, sì, anche a me una volta è successa una cosa simile in-game" a noi mortali non suscitano granché, perché le caratteristiche della serie vanno ben poco oltre quello che ho già citato.
La storia di per sé quindi è abbastanza blanda e, se non fosse stato per i due protagonisti e per i meme, avrei abbandonato subito tutto. Invece mi trovo qui a recensire la prima stagione dopo averla vista una seconda volta, anni dopo la prima, e mi appresto scioccamente a rivedermi pure la seconda, prima di approcciare la terza, che finalmente per me avrà qualcosa di nuovo da offrire. E lo so che, non essendo la prima volta che la vedo, ho qualche bias (per esempio, l'effetto sorpresa per me è ormai nullo), ma ho cercato di essere più obbiettivo che potevo nel mio personalissimo giudizio.
Parliamo di "SAO" o "Sword Art Online", anime che dalla sua uscita nel 2012 non ha fatto altro che guadagnare fama, ma anche molta opposizione. Io di quest'opera ho apprezzato praticamente tutto.
La storia è molto bella, non particolarmente complessa, ma riesce comunque a far vivere diversi stati d'animo allo spettatore, dall'esaltazione durante le battaglie più dure alla tristezza per gli eventi più dolorosi. Le musiche aiutano tanto in questo, la colonna sonora è fantastica, e unita alla maestria con cui sono realizzati i fondali riesce a catapultarti in questi mondi fantastici che tutti vorremmo visitare almeno una volta. Menzione speciale per la fantastica opening "Crossing Field" cantata dalla bravissima LiSA, che riesce a darti quell'hype giusto già dall'inizio della puntata. Ma addentriamoci ora in quelli che sono gli ambiti più discussi della serie, cominciando dai personaggi.
Le critiche mosse di più al protagonista Kirito? "Eh, ma è troppo forte!" oppure "Eh, ma ha troppe donne!" Cominciamo dalla prima: bisogna tener conto che questa non è la storia di come lui sia diventato il più forte, ma del suo percorso nel completare il gioco e salvare le persone a cui vuole bene. Inoltre, nella prima parte della storia sono presenti diversi salti temporali, e anche se nella light novel viene spiegato meglio come lui si sia fatto il mazzo per arrivare dov’è, avendo un minimo di conoscenza di come funziona un qualsiasi gioco dove si deve accumulare esperienza per migliorare, riflettendo ci si può arrivare anche da soli a capire quali fatiche abbia dovuto affrontare. Per la seconda invece bisogna tener conto anche del tipo di anime e del target di riferimento, e alla fine non è che sia questa gran cosa fastidiosa, serve più che altro per offrire momenti più comici o più intimi. Anche la caratterizzazione del personaggio non è delle più approfondite, ma si può comunque capire il fatto che lui all'inizio sia un ragazzo timido, che ha difficolta se non paura nel relazionarsi con gli altri, che è entrato in questo gioco per poter sfuggire a quelle che sono le regole della vita reale, e di come nel corso del tempo, grazie alle interazioni con gli altri personaggi, riesca pian piano a cambiare.
Passiamo alla co-protagonista, Asuna (best waifu ever), accusata anche essa di essere poco caratterizzata e praticamente inutile nella seconda parte della stagione. Lei all'inizio non conosce quasi per niente le meccaniche di gioco, eppure alla battaglia contro il primo boss lei è lì per fare del suo meglio per uscire, cosa che continuerà a fare anche durante i salti temporali, infatti la ritroveremo ad avere un ruolo importante tra i giocatori della prima linea, disposta a fare tutto pur di uscire il più in fretta possibile dal gioco con la minor perdita di vite. Il motivo? Lo capiremo dalla sua chiacchierata con Kirito, dove lui le farà capire che, anche se quella che stanno vivendo lì dentro non è la vita del mondo reale, in quel momento lo è per loro, e come quindi non sia tempo sprecato e da far finire il prima possibile. Nella seconda parte, quando Asuna diventa la "principessa" da salvare, è sbagliato dire che lei non faccia niente, anzi nel corso delle puntate assistiamo anche a un suo tentativo di fuga, quindi anche lei cerca di fare del suo meglio per uscire da quella situazione.
Nella serie il loro rapporto sembra evolvere esageratamente in fretta, ma questo perché, come già detto, ci sono diversi salti temporali, e diversi accadimenti più o meno importanti. Alla fine comunque in questa serie non è data principale importanza alla caratterizzazione, perché lo scopo finale è intrattenere con spettacolari combattimenti e una bellissima storia d'amore a cui aggrapparsi.
Volevo spendere due parole anche per i cattivi di questa stagione. Il primo, Akihiko Kayaba, sul perché abbia voluto creare questo mondo inizialmente dice di non ricordare, per poi dire che per tutto il tempo ha continuato a inseguire il suo sogno di quel castello di metallo bellissimo e per lui irraggiungibile, e così si è prodigato per renderne possibile l'esistenza. La risposta del protagonista è di essere d'accordo che da qualche parte esista un mondo così bello, dove è possibile fuggire dal mondo reale, e non sul fatto che sia stato giusto far morire tutte quelle persone. Io non posso fare a meno di immedesimarmi nel protagonista e nell'essere d'accordo con lui, sicuramente non sarebbe giusto un gioco dove le persone muoiono realmente, eppure non posso fare a meno di desiderare che un mondo così esista davvero prima o poi.
Il secondo antagonista, Nobuyuki Sugō, viene detto sia un cattivo inutile o malfatto: io non credo, visto che purtroppo il mondo è pieno di persone viscide ed egoiste come lui, che non ci penserebbero due volte a fare del male al prossimo semplicemente per il loro tornaconto.
In conclusione, penso sia un anime fantastico e che bisognerebbe vedere almeno una volta, per poi magari decidere di fermarsi al finale della prima stagione, che come finale può essere molto buono, visto che non rimane in sospeso quasi niente. L'unico motivo per cui non do 10 ma 9,5 è che nella seconda parte della stagione non viene effettivamente spiegato bene perché lui sia così forte, anche in un gioco nuovo in cui è appena entrato, e di questo un po' mi dispiace, perché nella novel la spiegazione c'è, e non ci sarebbe voluto molto per metterla nella serie. Per il resto lo considero perfetto.
La storia è molto bella, non particolarmente complessa, ma riesce comunque a far vivere diversi stati d'animo allo spettatore, dall'esaltazione durante le battaglie più dure alla tristezza per gli eventi più dolorosi. Le musiche aiutano tanto in questo, la colonna sonora è fantastica, e unita alla maestria con cui sono realizzati i fondali riesce a catapultarti in questi mondi fantastici che tutti vorremmo visitare almeno una volta. Menzione speciale per la fantastica opening "Crossing Field" cantata dalla bravissima LiSA, che riesce a darti quell'hype giusto già dall'inizio della puntata. Ma addentriamoci ora in quelli che sono gli ambiti più discussi della serie, cominciando dai personaggi.
Le critiche mosse di più al protagonista Kirito? "Eh, ma è troppo forte!" oppure "Eh, ma ha troppe donne!" Cominciamo dalla prima: bisogna tener conto che questa non è la storia di come lui sia diventato il più forte, ma del suo percorso nel completare il gioco e salvare le persone a cui vuole bene. Inoltre, nella prima parte della storia sono presenti diversi salti temporali, e anche se nella light novel viene spiegato meglio come lui si sia fatto il mazzo per arrivare dov’è, avendo un minimo di conoscenza di come funziona un qualsiasi gioco dove si deve accumulare esperienza per migliorare, riflettendo ci si può arrivare anche da soli a capire quali fatiche abbia dovuto affrontare. Per la seconda invece bisogna tener conto anche del tipo di anime e del target di riferimento, e alla fine non è che sia questa gran cosa fastidiosa, serve più che altro per offrire momenti più comici o più intimi. Anche la caratterizzazione del personaggio non è delle più approfondite, ma si può comunque capire il fatto che lui all'inizio sia un ragazzo timido, che ha difficolta se non paura nel relazionarsi con gli altri, che è entrato in questo gioco per poter sfuggire a quelle che sono le regole della vita reale, e di come nel corso del tempo, grazie alle interazioni con gli altri personaggi, riesca pian piano a cambiare.
Passiamo alla co-protagonista, Asuna (best waifu ever), accusata anche essa di essere poco caratterizzata e praticamente inutile nella seconda parte della stagione. Lei all'inizio non conosce quasi per niente le meccaniche di gioco, eppure alla battaglia contro il primo boss lei è lì per fare del suo meglio per uscire, cosa che continuerà a fare anche durante i salti temporali, infatti la ritroveremo ad avere un ruolo importante tra i giocatori della prima linea, disposta a fare tutto pur di uscire il più in fretta possibile dal gioco con la minor perdita di vite. Il motivo? Lo capiremo dalla sua chiacchierata con Kirito, dove lui le farà capire che, anche se quella che stanno vivendo lì dentro non è la vita del mondo reale, in quel momento lo è per loro, e come quindi non sia tempo sprecato e da far finire il prima possibile. Nella seconda parte, quando Asuna diventa la "principessa" da salvare, è sbagliato dire che lei non faccia niente, anzi nel corso delle puntate assistiamo anche a un suo tentativo di fuga, quindi anche lei cerca di fare del suo meglio per uscire da quella situazione.
Nella serie il loro rapporto sembra evolvere esageratamente in fretta, ma questo perché, come già detto, ci sono diversi salti temporali, e diversi accadimenti più o meno importanti. Alla fine comunque in questa serie non è data principale importanza alla caratterizzazione, perché lo scopo finale è intrattenere con spettacolari combattimenti e una bellissima storia d'amore a cui aggrapparsi.
Volevo spendere due parole anche per i cattivi di questa stagione. Il primo, Akihiko Kayaba, sul perché abbia voluto creare questo mondo inizialmente dice di non ricordare, per poi dire che per tutto il tempo ha continuato a inseguire il suo sogno di quel castello di metallo bellissimo e per lui irraggiungibile, e così si è prodigato per renderne possibile l'esistenza. La risposta del protagonista è di essere d'accordo che da qualche parte esista un mondo così bello, dove è possibile fuggire dal mondo reale, e non sul fatto che sia stato giusto far morire tutte quelle persone. Io non posso fare a meno di immedesimarmi nel protagonista e nell'essere d'accordo con lui, sicuramente non sarebbe giusto un gioco dove le persone muoiono realmente, eppure non posso fare a meno di desiderare che un mondo così esista davvero prima o poi.
Il secondo antagonista, Nobuyuki Sugō, viene detto sia un cattivo inutile o malfatto: io non credo, visto che purtroppo il mondo è pieno di persone viscide ed egoiste come lui, che non ci penserebbero due volte a fare del male al prossimo semplicemente per il loro tornaconto.
In conclusione, penso sia un anime fantastico e che bisognerebbe vedere almeno una volta, per poi magari decidere di fermarsi al finale della prima stagione, che come finale può essere molto buono, visto che non rimane in sospeso quasi niente. L'unico motivo per cui non do 10 ma 9,5 è che nella seconda parte della stagione non viene effettivamente spiegato bene perché lui sia così forte, anche in un gioco nuovo in cui è appena entrato, e di questo un po' mi dispiace, perché nella novel la spiegazione c'è, e non ci sarebbe voluto molto per metterla nella serie. Per il resto lo considero perfetto.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Questo anime è spesso il primo anime che le persone vedono, o comunque uno dei primi. Una visione più superficiale lo può reputare un anime bello o godibile, ma, se uno scava più nel profondo, troverà tanti di quei buchi di sceneggiatura da fare i brividi. Partirei dicendo che il fatto che ci siano dei buchi di trama non rende per forza un anime brutto, può restare anche godibile, ma penso che dare 10 a questo sia parecchio sbagliato. Io partirei dicendo che la trama non è una delle più originali, ma comunque è carina, ricordo che questo anime non è un isekai, anche se lo ricorda.
Dei personaggi, tralasciando il fatto che i secondari non servono a nulla se non per creare stupide sotto-trame amorose e qualche episodio filler, la caratterizzazione di Kirito, il protagonista, non esiste, la sua unica caratterizzazione è essere fortissimo ed essere triste per il suo background; caratterizzare un personaggio per esempio con la morte di qualche suo caro non è una caratterizzazione, e lo stesso può valere con Asuna, la tsundere che è aggressiva ma anche premurosa e timida nel primo episodio - deciditi, capisco che passa del tempo, ma a un personaggio devi dargli un filo logico. Un personaggio invece che mi intrigava parecchio era Kayaba, il creatore del gioco, che ci porta però a uno dei problemi maggiori di questo anime - e ripeto anime, se voi difendete un anime prendendo in causa light novel o il manga, sbagliate, e non spiego nemmeno il motivo, perché mi sembra ovvio. Il punto è che questo gioco che ha portato a un vero massacro è stato creato da Kayaba, e ovviamente quello che ha fatto non è una cosa da tutti i giorni, servono motivazioni per giustificare la creazione di questo gioco, e alla fine dell'anime non sappiamo neanche perché lo ha fatto. Quando, finito il gioco, Asuna e Kirito parlano con Kayaba, lui gli dice che il motivo se lo è dimenticato, la creazione di questo gioco ha richiesto anni, ciò vuol dire che lui si alzava e si metteva a programmare 'sto gioco senza una motivazione, così a caso, e il bello è che Kirito poi sembra comprenderlo... ma cosa vuol dire? Ha appena sterminato più di cinquemila persone senza motivo e te Kirito annuisci?
Un secondo problema è la battaglia tra Kirito e Kayaba, in cui Kirito muore e torna in vita. Sì, avete capito bene, lui muore e grazie alla forza di volontà ritorna in vita ma con gli occhi gialli... io vi giuro che non ho ancora capito come fa, ricordo che questo è un mondo controllato da numeri, da codici, come fa a tornare in vita? L'unica cosa bella e imprescindibile di questo anime era "se muori nel gioco, muori anche nella vita reale", ma a quanto pare no, perché il protagonista ha gli occhi gialli.
Se poi parliamo anche della seconda parte, davvero quanto può essere inutile? Per me potevano continuare Aincrad per tutta la serie, sviluppando meglio le gilde, soprattutto quella degli assassini, o fare vedere meglio i combattimenti con i boss e la loro lore, o semplicemente arrivare al boss del centesimo piano che ero molto curioso di vedere, e sarebbe stato meglio vedere finito il gioco con quel combattimento epico, senza finire il gioco con una scommessa.
Un suo punto di forza sono le musiche, devo ammettere che sia le opening che le OST sono molto belle, ma non basta a scagionarlo da anime da 'normie'. Io comunque odio 'sto anime anche perché è diventato così famoso (magari togliendo visibilità ad anime parecchio migliori), e tutti lo acclamano solo perché non ne hanno mai visti altri, infatti non è raro vedere nelle recensioni persone che dicono che è il loro primo.
I problemi che affliggono questo anime sono comunque tantissimi altri, partendo dalla gestione dei sentimenti dei personaggi, fino ad arrivare a quando Kirito fa il 'figo' contro Jimmy il pedofilo (vi ricordo che quel combattimento lo vince perché Kayaba gli concede un grado maggiore di Oberon, consentendogli di vincere, ergo, invece di dare quei poteri a Kirito, poteva darli ad Asuna, oppure a una formica che passava lì vicino, e il risultato era lo stesso).
Possiamo poi stendere un velo pietoso sugli episodi noiosi e inutili all'interno dell'anime o su quella bimba computer chiamata Yui, la vostra prima figlia, come dice Asuna (avete diciassette anni!), e che trattano come se fosse reale e non al pari delle mogli 2D di Daru.
Questo anime è spesso il primo anime che le persone vedono, o comunque uno dei primi. Una visione più superficiale lo può reputare un anime bello o godibile, ma, se uno scava più nel profondo, troverà tanti di quei buchi di sceneggiatura da fare i brividi. Partirei dicendo che il fatto che ci siano dei buchi di trama non rende per forza un anime brutto, può restare anche godibile, ma penso che dare 10 a questo sia parecchio sbagliato. Io partirei dicendo che la trama non è una delle più originali, ma comunque è carina, ricordo che questo anime non è un isekai, anche se lo ricorda.
Dei personaggi, tralasciando il fatto che i secondari non servono a nulla se non per creare stupide sotto-trame amorose e qualche episodio filler, la caratterizzazione di Kirito, il protagonista, non esiste, la sua unica caratterizzazione è essere fortissimo ed essere triste per il suo background; caratterizzare un personaggio per esempio con la morte di qualche suo caro non è una caratterizzazione, e lo stesso può valere con Asuna, la tsundere che è aggressiva ma anche premurosa e timida nel primo episodio - deciditi, capisco che passa del tempo, ma a un personaggio devi dargli un filo logico. Un personaggio invece che mi intrigava parecchio era Kayaba, il creatore del gioco, che ci porta però a uno dei problemi maggiori di questo anime - e ripeto anime, se voi difendete un anime prendendo in causa light novel o il manga, sbagliate, e non spiego nemmeno il motivo, perché mi sembra ovvio. Il punto è che questo gioco che ha portato a un vero massacro è stato creato da Kayaba, e ovviamente quello che ha fatto non è una cosa da tutti i giorni, servono motivazioni per giustificare la creazione di questo gioco, e alla fine dell'anime non sappiamo neanche perché lo ha fatto. Quando, finito il gioco, Asuna e Kirito parlano con Kayaba, lui gli dice che il motivo se lo è dimenticato, la creazione di questo gioco ha richiesto anni, ciò vuol dire che lui si alzava e si metteva a programmare 'sto gioco senza una motivazione, così a caso, e il bello è che Kirito poi sembra comprenderlo... ma cosa vuol dire? Ha appena sterminato più di cinquemila persone senza motivo e te Kirito annuisci?
Un secondo problema è la battaglia tra Kirito e Kayaba, in cui Kirito muore e torna in vita. Sì, avete capito bene, lui muore e grazie alla forza di volontà ritorna in vita ma con gli occhi gialli... io vi giuro che non ho ancora capito come fa, ricordo che questo è un mondo controllato da numeri, da codici, come fa a tornare in vita? L'unica cosa bella e imprescindibile di questo anime era "se muori nel gioco, muori anche nella vita reale", ma a quanto pare no, perché il protagonista ha gli occhi gialli.
Se poi parliamo anche della seconda parte, davvero quanto può essere inutile? Per me potevano continuare Aincrad per tutta la serie, sviluppando meglio le gilde, soprattutto quella degli assassini, o fare vedere meglio i combattimenti con i boss e la loro lore, o semplicemente arrivare al boss del centesimo piano che ero molto curioso di vedere, e sarebbe stato meglio vedere finito il gioco con quel combattimento epico, senza finire il gioco con una scommessa.
Un suo punto di forza sono le musiche, devo ammettere che sia le opening che le OST sono molto belle, ma non basta a scagionarlo da anime da 'normie'. Io comunque odio 'sto anime anche perché è diventato così famoso (magari togliendo visibilità ad anime parecchio migliori), e tutti lo acclamano solo perché non ne hanno mai visti altri, infatti non è raro vedere nelle recensioni persone che dicono che è il loro primo.
I problemi che affliggono questo anime sono comunque tantissimi altri, partendo dalla gestione dei sentimenti dei personaggi, fino ad arrivare a quando Kirito fa il 'figo' contro Jimmy il pedofilo (vi ricordo che quel combattimento lo vince perché Kayaba gli concede un grado maggiore di Oberon, consentendogli di vincere, ergo, invece di dare quei poteri a Kirito, poteva darli ad Asuna, oppure a una formica che passava lì vicino, e il risultato era lo stesso).
Possiamo poi stendere un velo pietoso sugli episodi noiosi e inutili all'interno dell'anime o su quella bimba computer chiamata Yui, la vostra prima figlia, come dice Asuna (avete diciassette anni!), e che trattano come se fosse reale e non al pari delle mogli 2D di Daru.
Saga di Aincrad: parto con il dire che ho guardato alcuni episodi svariate volte, al fine di poter essere certo del mio giudizio; inoltre non parlerò della trama, siccome si può trovare dappertutto.
La storia inizialmente è godibile, infatti i primi due episodi non sono male e promettono un racconto carino. Purtroppo però, a partire dal terzo episodio, si vedono già i primi difetti che si susseguiranno durante tutto il resto delle vicende. Gli errori più grandi sono sicuramente il quasi assente sviluppo sia dei personaggi a livello caratteriale sia delle varie imprese che accompagnano il protagonista nei vari episodi. Come citato prima, qualsiasi personaggio, dal più importante al più inutile, non è caratterizzato, poiché la maggior parte di essi è priva di una backstory, inoltre ne viene introdotto uno in ogni episodio, impossibilitandone uno sviluppo adeguato. L'esempio più palese riguarda ciò che avviene proprio nel terzo episodio: possiamo vedere Kirito che si unisce a una gilda, e fin da subito una ragazza appartenente alla gilda, della quale si sa ovviamente poco o niente, è subito molto affezionata al protagonista, senza che ci venga spiegato il perché. Si possono fare molti altri esempi che non è necessario dire, e tutto questo, unito a una storia banale, scarna di contenuti belli e interessanti, incapaci di coinvolgere lo spettatore, rende questo anime un autentico fallimento su tutta la linea.
Voto: 5+
Saga di "ALfheim Online": se la prima parte poteva avere almeno un incipit decente, quest'altra è a mio parere un prodotto che meriterebbe solamente la sua cancellazione. È una saga terribile sotto ogni punto di vista, a partire dalle fatine e dall'obiettivo che deve conseguire Kirito durante questo arco narrativo, ovvero il salvataggio di Asuna, che è nelle mani di un personaggio stranamente inutile che ha l'intento di sposarla. Ritengo che non sia necessario proseguire oltre con questa tortura.
Voto: 4
Questo è ciò che penso dell'opera, ovviamente lascio a voi il giudizio finale, e che il BigfootLenebroso sia sempre con voi!
La storia inizialmente è godibile, infatti i primi due episodi non sono male e promettono un racconto carino. Purtroppo però, a partire dal terzo episodio, si vedono già i primi difetti che si susseguiranno durante tutto il resto delle vicende. Gli errori più grandi sono sicuramente il quasi assente sviluppo sia dei personaggi a livello caratteriale sia delle varie imprese che accompagnano il protagonista nei vari episodi. Come citato prima, qualsiasi personaggio, dal più importante al più inutile, non è caratterizzato, poiché la maggior parte di essi è priva di una backstory, inoltre ne viene introdotto uno in ogni episodio, impossibilitandone uno sviluppo adeguato. L'esempio più palese riguarda ciò che avviene proprio nel terzo episodio: possiamo vedere Kirito che si unisce a una gilda, e fin da subito una ragazza appartenente alla gilda, della quale si sa ovviamente poco o niente, è subito molto affezionata al protagonista, senza che ci venga spiegato il perché. Si possono fare molti altri esempi che non è necessario dire, e tutto questo, unito a una storia banale, scarna di contenuti belli e interessanti, incapaci di coinvolgere lo spettatore, rende questo anime un autentico fallimento su tutta la linea.
Voto: 5+
Saga di "ALfheim Online": se la prima parte poteva avere almeno un incipit decente, quest'altra è a mio parere un prodotto che meriterebbe solamente la sua cancellazione. È una saga terribile sotto ogni punto di vista, a partire dalle fatine e dall'obiettivo che deve conseguire Kirito durante questo arco narrativo, ovvero il salvataggio di Asuna, che è nelle mani di un personaggio stranamente inutile che ha l'intento di sposarla. Ritengo che non sia necessario proseguire oltre con questa tortura.
Voto: 4
Questo è ciò che penso dell'opera, ovviamente lascio a voi il giudizio finale, e che il BigfootLenebroso sia sempre con voi!
Una stagione che mi ha trasmesso grandi emozioni!
Kazuto, il protagonista, prova il nuovo gioco Sword Art Online (SAO) tramite il sistema di realtà aumentata MMO. Però, lui e tutti gli altri giocatori resteranno bloccati all'interno di questo gioco che prevede la morte nel mondo reale per coloro i quali muoiano all'interno del gioco. Qui il nostro protagonista incontrerà molti personaggi, tra i quali Asuna.
Si tratta di una stagione composta da venticinque episodi, per cui è inevitabile che ci siano episodi più monotoni ma non per questo meno belli: infatti, più o meno, durante tutti gli episodi si prosegue con la storia. In generale, bisogna dire che durante la stagione vi sono degli alti e bassi, con l'alternanza di episodi davvero belli a episodi che possono sembrare un po' forzati. Infine, la stagione può essere divisa in due parti, poiché da SAO si passa poi a ALfheim Online (ALO), un altro gioco che vedrà prevalentemente impegnati Kazuto e Suguha (la sorella).
Per quel che riguarda i personaggi, notiamo come tutti, sia quelli principali che quelli secondari, vadano incontro a una crescita personale; le maggiori differenze si possono notare sul protagonista, che all'inizio della stagione era arrogante e convinto di poter fare tutto completamente da solo, ma poi si dovrà ricredere, grazie, soprattutto, ad Asuna e Yui, una bambina che i due incontrano all'interno del gioco. Un personaggio che mi è particolarmente piaciuto è Asuna, che in un primo momento ricopre il ruolo di combattente intrepida pronta a schierarsi in prima linea per gli scontri contro i boss, mentre, durante la seconda parte della stagione, assume il ruolo di "principessa", attendendo che il suo "principe" la salvi; a parer mio hanno snaturato un personaggio forte e pronto a tutto quale era, in uno prevalentemente passivo, anche se bisogna dire che non aveva molte possibilità di azione.
Nella conclusione, ovviamente, tutto si risolve per il meglio, però il finale lascia aperte innumerevoli possibilità. La seconda stagione dovrebbe chiarire eventuali dubbi lasciati in sospeso nella prima, ma non so proprio cosa aspettarmi.
Si tratta di una serie davvero bella che non posso assolutamente ritenere scontata o noiosa, per cui la consiglio vivamente!
Voto: 8,5/10
Kazuto, il protagonista, prova il nuovo gioco Sword Art Online (SAO) tramite il sistema di realtà aumentata MMO. Però, lui e tutti gli altri giocatori resteranno bloccati all'interno di questo gioco che prevede la morte nel mondo reale per coloro i quali muoiano all'interno del gioco. Qui il nostro protagonista incontrerà molti personaggi, tra i quali Asuna.
Si tratta di una stagione composta da venticinque episodi, per cui è inevitabile che ci siano episodi più monotoni ma non per questo meno belli: infatti, più o meno, durante tutti gli episodi si prosegue con la storia. In generale, bisogna dire che durante la stagione vi sono degli alti e bassi, con l'alternanza di episodi davvero belli a episodi che possono sembrare un po' forzati. Infine, la stagione può essere divisa in due parti, poiché da SAO si passa poi a ALfheim Online (ALO), un altro gioco che vedrà prevalentemente impegnati Kazuto e Suguha (la sorella).
Per quel che riguarda i personaggi, notiamo come tutti, sia quelli principali che quelli secondari, vadano incontro a una crescita personale; le maggiori differenze si possono notare sul protagonista, che all'inizio della stagione era arrogante e convinto di poter fare tutto completamente da solo, ma poi si dovrà ricredere, grazie, soprattutto, ad Asuna e Yui, una bambina che i due incontrano all'interno del gioco. Un personaggio che mi è particolarmente piaciuto è Asuna, che in un primo momento ricopre il ruolo di combattente intrepida pronta a schierarsi in prima linea per gli scontri contro i boss, mentre, durante la seconda parte della stagione, assume il ruolo di "principessa", attendendo che il suo "principe" la salvi; a parer mio hanno snaturato un personaggio forte e pronto a tutto quale era, in uno prevalentemente passivo, anche se bisogna dire che non aveva molte possibilità di azione.
Nella conclusione, ovviamente, tutto si risolve per il meglio, però il finale lascia aperte innumerevoli possibilità. La seconda stagione dovrebbe chiarire eventuali dubbi lasciati in sospeso nella prima, ma non so proprio cosa aspettarmi.
Si tratta di una serie davvero bella che non posso assolutamente ritenere scontata o noiosa, per cui la consiglio vivamente!
Voto: 8,5/10
"Sword Art Online", o "SAO", è un anime diverso dagli altri sotto certi aspetti, e parla di un futuro in cui giovani e adulti, con l'evoluzione della tecnologia, possono incontrarsi attraverso videogiochi a realtà virtuale. È un bellissimo modo di vedere un'opera basata sui videogiochi, dato che ne sono appassionato!
Guardandolo, l'ho trovato ricco di emozioni, alcune tanto tristi, altre molto dolci, lasciando spazio pure a momenti di ironia, per poter far tirar fuori un sorriso in mezzo a quella tragedia che stavano vivendo bloccati ad Aincrad. I colpi di scena sono a volte prevedibili, ma sempre di un certo effetto, è un'opera che tratta di amicizia, amore, morte, combattimenti (a mio parere ben fatti), senza tralasciare i dettagli di gioco, come punti vita che si ripristinano con oggetti magici, punti forza e agilità, e quant'altro si possa vedere in un vero videogioco RPG.
La "seconda parte" in "ALfheim Online" (o "ALO") è molto eroica e fa capire il divario che c'è tra il protagonista e i normali player, vista l'esperienza in SAO; tratta anche parte della storia familiare di Kazuto (il protagonista), per concludere verso fine trama anche con un accenno di sadico e perverso, con momenti raccapriccianti in cui, se fossimo stati al posto del protagonista, probabilmente non tutti saremmo riusciti a superare.
Per finire, l'opera in sé è ben fatta, a volte forse i fatti accadono troppo velocemente e si tagliano pezzi: visto che devono superare cento piani, per completare il gioco, e uscire vivi da Aincrad, forse nella "prima parte" potevano regalare più combattimenti epici e momenti particolari in cui si legava meglio con alcuni personaggi, ma penso di aver capito i messaggi che l'autore ha trasmesso e mi è piaciuto davvero molto, nonostante le critiche che ha ricevuto.
Guardandolo, l'ho trovato ricco di emozioni, alcune tanto tristi, altre molto dolci, lasciando spazio pure a momenti di ironia, per poter far tirar fuori un sorriso in mezzo a quella tragedia che stavano vivendo bloccati ad Aincrad. I colpi di scena sono a volte prevedibili, ma sempre di un certo effetto, è un'opera che tratta di amicizia, amore, morte, combattimenti (a mio parere ben fatti), senza tralasciare i dettagli di gioco, come punti vita che si ripristinano con oggetti magici, punti forza e agilità, e quant'altro si possa vedere in un vero videogioco RPG.
La "seconda parte" in "ALfheim Online" (o "ALO") è molto eroica e fa capire il divario che c'è tra il protagonista e i normali player, vista l'esperienza in SAO; tratta anche parte della storia familiare di Kazuto (il protagonista), per concludere verso fine trama anche con un accenno di sadico e perverso, con momenti raccapriccianti in cui, se fossimo stati al posto del protagonista, probabilmente non tutti saremmo riusciti a superare.
Per finire, l'opera in sé è ben fatta, a volte forse i fatti accadono troppo velocemente e si tagliano pezzi: visto che devono superare cento piani, per completare il gioco, e uscire vivi da Aincrad, forse nella "prima parte" potevano regalare più combattimenti epici e momenti particolari in cui si legava meglio con alcuni personaggi, ma penso di aver capito i messaggi che l'autore ha trasmesso e mi è piaciuto davvero molto, nonostante le critiche che ha ricevuto.
Mi è piaciuto molto! È bellissimo immergersi nel mondo di "Sword Art Online", i personaggi sono unici, ognuno a modo suo, e le ambientazioni sono stupende. Le animazioni sono al top, le musiche idem. Un'altalena di emozioni che ti coinvolge inevitabilmente, e ti fa sognare, con certe tecnologie che chissà se un giorno avremo veramente... Sperando ovviamente che non saranno mortali come in "Sword Art Online".
Insomma, consiglio a tutti di guardarlo, perché è un anime unico che spicca per originalità e coinvolgimento emotivo. Complimenti all'autore e a A-1 Pictures!
Insomma, consiglio a tutti di guardarlo, perché è un anime unico che spicca per originalità e coinvolgimento emotivo. Complimenti all'autore e a A-1 Pictures!
È sicuramente la mia serie anime preferita, trattando generi che a me personalmente piacciono tanto (azione, avventura, drammatico e romantico).
I personaggi pure hanno il loro fascino: Kirito, essendo il protagonista, è molto forte, ma nonostante ciò rimane sempre umile e onesto, combattendo per la parte del bene; Asuna poteva essere sviluppata meglio, ma non si può dire che sia un brutto personaggio.
La seconda parte è stata fatta un po' peggio, perché in certe scene si entra nel ridicolo (soprattutto per l'antagonista), ma ciò non cambia la mia idea: "Sword Art Online" è il mio anime preferito, perché mi ci sono affezionato e mi ha dato emozioni uniche.
I personaggi pure hanno il loro fascino: Kirito, essendo il protagonista, è molto forte, ma nonostante ciò rimane sempre umile e onesto, combattendo per la parte del bene; Asuna poteva essere sviluppata meglio, ma non si può dire che sia un brutto personaggio.
La seconda parte è stata fatta un po' peggio, perché in certe scene si entra nel ridicolo (soprattutto per l'antagonista), ma ciò non cambia la mia idea: "Sword Art Online" è il mio anime preferito, perché mi ci sono affezionato e mi ha dato emozioni uniche.
“Sword Art (l’arte della spada) Online” è un anime del 2012, in venticinque episodi divisi in due archi narrativi; il primo arco narrativo inizia con un evento, il lancio di un nuovo videogioco dove diecimila fortunati potranno giocare. Sono fortunati perché è un gioco talmente innovativo, che molti di più vorrebbero partecipare sin da subito. Il problema è la tecnologia Neargear, che permette di entrare con un casco che si basa sulle onde cerebrali, e il casco non si può staccare se non facendo il logout... ma scopriamo che tale cosa non è permessa! Se lo stacchi, muori, l’unico modo per sopravvivere è che qualcuno completi il gioco.
L’ideatore della novel da cui è tratto l’anime, tal certo Reki Kawahara, non crea nulla di totalmente nuovo, e purtroppo la A-1 Pictures non si dimostra sempre all’altezza.
Questo anime è uno dei più famosi arrivati nell’ultimo decennio in Italia, però comprendo perché il pubblico si sia scisso in due, fra quelli che l’adorano e quelli che lo trovano brutto; io faccio parte della prima schiera, e devo dire che il mio voto è otto perché non ho sopportato l’addolcimento del cupo protagonista Kirito con Asuna. Tutto funzionava bene... combattimenti, harem, emozioni zero, e improvvisamente scoppia l’amore con una che agli inizi non sopportava il protagonista: ok, ci sono voluti due anni e poi il personaggio di Yui, una AI in cerca di genitori. Però credo che tutto ciò sia dovuto al fatto che serviva una base per la seconda parte, l’avventura nel mondo di ALfheim, il paese delle fate, dove finalmente incontriamo un cattivo degno di questo nome, il viscido Sugo, e dove i combattimenti migliorano parecchio. Anche qui il protagonista (che è proprio carino) fa strage di cuori femminili, ma niente, lui rimane fedele alla sua Asuna.
Come ho già preannunciato, per storia, disegni, musica ho deciso di dare un otto meno, e non escludo in futuro di avventurarmi nei successivi capitoli di quest’avventura... sì, perché questa storia ha generato vari sequel.
L’ideatore della novel da cui è tratto l’anime, tal certo Reki Kawahara, non crea nulla di totalmente nuovo, e purtroppo la A-1 Pictures non si dimostra sempre all’altezza.
Questo anime è uno dei più famosi arrivati nell’ultimo decennio in Italia, però comprendo perché il pubblico si sia scisso in due, fra quelli che l’adorano e quelli che lo trovano brutto; io faccio parte della prima schiera, e devo dire che il mio voto è otto perché non ho sopportato l’addolcimento del cupo protagonista Kirito con Asuna. Tutto funzionava bene... combattimenti, harem, emozioni zero, e improvvisamente scoppia l’amore con una che agli inizi non sopportava il protagonista: ok, ci sono voluti due anni e poi il personaggio di Yui, una AI in cerca di genitori. Però credo che tutto ciò sia dovuto al fatto che serviva una base per la seconda parte, l’avventura nel mondo di ALfheim, il paese delle fate, dove finalmente incontriamo un cattivo degno di questo nome, il viscido Sugo, e dove i combattimenti migliorano parecchio. Anche qui il protagonista (che è proprio carino) fa strage di cuori femminili, ma niente, lui rimane fedele alla sua Asuna.
Come ho già preannunciato, per storia, disegni, musica ho deciso di dare un otto meno, e non escludo in futuro di avventurarmi nei successivi capitoli di quest’avventura... sì, perché questa storia ha generato vari sequel.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Che dire? La mia serie preferita, nonché primo anime di sempre.
Una serie che, nonostante possa avere i suoi difetti, è sviluppata benissimo. Il protagonista subisce un cambiamento pazzesco, lo spettatore passa dal vedere il solo-player Kirito, distrutto emotivamente dalla morte di Sachi e da tutti gli avvenimenti precedenti a quello (aver visto persone morire in prima linea, l'addio al suo potenziale unico amico Klein - spiegato meglio nella light novel), al vedere un Kirito che ritrova la speranza nel fuggire da Aincrad e soprattutto la forza nel combattere, grazie ad Asuna, personaggio che ha avuto uno sviluppo non del tutto perfetto, ma che svolge un ruolo nella vita di Kirito non indifferente. Infatti, lo spadaccino nero riesce a ritrovare la voglia di vivere e concludere il death game grazie a lei (stupenda, tra l'altro).
Per quanto riguarda ALfheim, bello, ma non come Aincrad. Kirito rimane over-powered e i personaggi che lo circondano non sono degni di nota. Nonostante ciò, è bellissimo il modo in cui si sviluppa il rapporto fra Kirito e Suguha, evidenziando come sempre il contrasto mondo reale/realtà virtuale.
OST pazzesche in entrambi gli archi, più in Aincrad però. "A Tiny Love", "Gracefully", "A Tender Feeling" piazzate sempre al momento giusto, e mai overplayed, cullano le orecchie dello spettatore in un modo bellissimo. Serie fantastica!
Che dire? La mia serie preferita, nonché primo anime di sempre.
Una serie che, nonostante possa avere i suoi difetti, è sviluppata benissimo. Il protagonista subisce un cambiamento pazzesco, lo spettatore passa dal vedere il solo-player Kirito, distrutto emotivamente dalla morte di Sachi e da tutti gli avvenimenti precedenti a quello (aver visto persone morire in prima linea, l'addio al suo potenziale unico amico Klein - spiegato meglio nella light novel), al vedere un Kirito che ritrova la speranza nel fuggire da Aincrad e soprattutto la forza nel combattere, grazie ad Asuna, personaggio che ha avuto uno sviluppo non del tutto perfetto, ma che svolge un ruolo nella vita di Kirito non indifferente. Infatti, lo spadaccino nero riesce a ritrovare la voglia di vivere e concludere il death game grazie a lei (stupenda, tra l'altro).
Per quanto riguarda ALfheim, bello, ma non come Aincrad. Kirito rimane over-powered e i personaggi che lo circondano non sono degni di nota. Nonostante ciò, è bellissimo il modo in cui si sviluppa il rapporto fra Kirito e Suguha, evidenziando come sempre il contrasto mondo reale/realtà virtuale.
OST pazzesche in entrambi gli archi, più in Aincrad però. "A Tiny Love", "Gracefully", "A Tender Feeling" piazzate sempre al momento giusto, e mai overplayed, cullano le orecchie dello spettatore in un modo bellissimo. Serie fantastica!
“Sword Art Online” è un bel titolo, e quando è uscito era sicuramente qualcosa di nuovo, su questo non gli si può dire nulla. Ecco la mia opinione:
Personaggi: 4. Sono il problema di questo anime: eccezion fatta per il protagonista, tutti gli altri sono personaggi così poco caratterizzati, da rendere difficile anche stereotiparli. Esiste solo Kirito, è ‘figo’ solo lui e il mondo gira intorno a lui, peccato.
Trama: 8. Nulla da dire, grande genialata dell’autore, ben sviluppata e con un buon villain, peccato per la troppa centralità del protagonista e il suo harem. Un po’ di fanservice, ma mai fastidioso.
Animazioni: 7. Buone le animazioni, belli i disegni, niente di memorabile ma buono.
Colonne sonore: 7. Buone anche le colonne sonore, non dispiacciono.
A me è piaciuto, non è tra i miei preferiti, ma è un buon modo di passare il tempo: 6,5 meritato, peccato per i personaggi.
Personaggi: 4. Sono il problema di questo anime: eccezion fatta per il protagonista, tutti gli altri sono personaggi così poco caratterizzati, da rendere difficile anche stereotiparli. Esiste solo Kirito, è ‘figo’ solo lui e il mondo gira intorno a lui, peccato.
Trama: 8. Nulla da dire, grande genialata dell’autore, ben sviluppata e con un buon villain, peccato per la troppa centralità del protagonista e il suo harem. Un po’ di fanservice, ma mai fastidioso.
Animazioni: 7. Buone le animazioni, belli i disegni, niente di memorabile ma buono.
Colonne sonore: 7. Buone anche le colonne sonore, non dispiacciono.
A me è piaciuto, non è tra i miei preferiti, ma è un buon modo di passare il tempo: 6,5 meritato, peccato per i personaggi.
In questa prima stagione Kirito "Kazuto" (nome nella realtà), all'uscita di un gioco che prevede di entrare in una realtà virtuale, decide di connettersi e affrontare questa sfida. Presto scoprirà che il 'logout' non è possibile e tutti i giocatori sono rimasti intrappolati dentro questo gioco MMO. L'unico modo per uscire è finirlo, ma, se si perde, muori all'istante. Kirito affronterà gran parte del viaggio in solitaria, finché non ritroverà Asuna, ragazza molto forte, che diventerà compagna di Kirito nel gioco. Dopo una lunga corsa per i piani di questo game mortale, tra boss finali e player killer, Kirito affronta l'ultima sfida del piano 100, riuscendo a vincere e salvare tutti. Una volta uscito e affrontata la riabilitazione, conoscerà Asuna nel mondo reale.
È molto bella la storia, perde un po' nei dettagli, ma alla fine non è male. Scorre molto bene e i personaggi si sviluppano in modo progressivo. Bella l'idea semplice di far apprendere a Kirito l'abilità a due spade. La parte quando entra nella prima gilda e, per nascondere la sua vera forza, perde dei compagni, così da farlo diventare spadaccino solitario, è veramente bella. Parere tecnico: trama ottima, grafica buona ma poco dettagliata, accompagnata da canzoni non proprio il massimo. Dialoghi molto semplici, a parte il dover imparare le parole di questo gioco. Nel complesso abbastanza discreto.
È molto bella la storia, perde un po' nei dettagli, ma alla fine non è male. Scorre molto bene e i personaggi si sviluppano in modo progressivo. Bella l'idea semplice di far apprendere a Kirito l'abilità a due spade. La parte quando entra nella prima gilda e, per nascondere la sua vera forza, perde dei compagni, così da farlo diventare spadaccino solitario, è veramente bella. Parere tecnico: trama ottima, grafica buona ma poco dettagliata, accompagnata da canzoni non proprio il massimo. Dialoghi molto semplici, a parte il dover imparare le parole di questo gioco. Nel complesso abbastanza discreto.
“In questo mondo, basta avere una spada per andare ovunque vuoi. Sarà anche un ambiente virtuale, ma io riesco a sentirmi più vivo qui che nel mondo delle persone reali.”
“Sword Art Online” (“ソードアート・オンライン”), abbreviato molto spesso in SAO, è una serie anime andata in onda in Giappone dal 7 luglio al 22 dicembre 2012. La serie, composta da venticinque episodi per quanto riguarda la prima stagione, è tratta da una light novel (originariamente una web novel) scritta da Reki Kawahara. L’anime in questione fu realizzato dallo studio A-1 Pictures, il quale affidò la regia a Tomohiko Itō per la prima e la seconda stagione.
“Sword Art Online” ha riscontrato moltissimo successo sin dal suo debutto, divenendo una delle serie di light novel più vendute in Giappone nel 2012. Anche l’anime ha avuto molto successo, tanto da essere premiato come migliore serie televisiva del 2012 al festival Tokyo Anime Award 2013.
Inoltre sono state pubblicate alcune serie manga, edite anche in Italia grazie a J-Pop.
Con questa recensione però vorrei soffermarmi alla prima stagione di SAO e ai due archi narrativi, che contano in totale venticinque episodi, che la compongono.
Se si gira un po’ qua e là sul web, anche leggendo tra le recensioni di AnimeClick.it, troverete pareri molto diversi tra loro riguardo a questo titolo: c’è chi lo elogia, consigliandolo a tutti e riempiendolo di belle parole, e chi addirittura lo etichetta come un titolo pericoloso, non risparmiandosi ovviamente gli insulti.
Beh, come la penso io? A parer mio la verità, anche in questo caso, sta nel mezzo, anzi, forse un po’ più in là, come potrete vedere anche dal mio voto.
Spesso, quando si parla di opere con questo spessore e con questi numeri a livello di vendite e visibilità, si fa molta fatica a valutare il titolo in questione in modo oggettivo e rigoroso. La componente emotiva, come è ovvio che sia, emerge sempre, ma in questi casi emerge ancor di più e, lo ammetto, anche la mia recensione ne è ovviamente imbevuta.
Abbiamo già avuto a che fare in passato con titoli considerati da alcuni come dei capolavori e da altri come della spazzatura che ha avuto successo: “Dragon Ball”, “Naruto”, “Death Note”, “Saint Seiya”, “One Piece”, giusto per citarvene alcuni. Purtroppo, o per fortuna, questa è una conseguenza del successo, nonché una sua ovvietà.
In questa recensione non voglio ricapitolarvi la trama, è già abbastanza nota e facilmente trovabile in rete. Però, per quanto riguarda l’idea di base non posso che spendere parole positive per “Sword Art Online”.
Nell’anime infatti uno dei temi principali è il rapporto fra i sentimenti umani, come l’amicizia e l’amore, che si sviluppano all’interno di una realtà virtuale e fantascientifica di un futuro non troppo lontano dal nostro.
Questo tema si sviluppa in un contesto abbastanza comune e forse, potrei anche dire, un po’ già visto qua e là: la realtà virtuale di un videogioco online di ruolo multigiocatore, si tratta quindi dell'ambientazione di un gioco massively multiplayer online. Videogioco in cui, ovviamente, nascono nuove amicizie, si combatte, nascono nuovi amori, si sogna, ci si diverte e soprattutto ci si emoziona. Proprio questa parola, emozione, è una delle parole chiave di “Sword Art Online”.
Insomma, un’idea di base semplice, sviluppata in modo abbastanza complesso all’interno di una cornice facilmente intuibile e comprensibile dallo spettatore, entro cui trattare temi più importanti e complessi come quelli sopra citati.
Proprio qui però iniziano i problemi e, proprio qui, penso sia opportuno ragionare, considerando i due archi narrativi come un qualcosa di ben distinto. Ci tengo a precisare che cercherò di non entrare nello specifico, anche per evitare fastidiosi spoiler.
Il problema di “Sword Art Online”, secondo me, sta soprattutto nello sviluppo altalenante della storia. Ricordo di essermi praticamente quasi emozionato vedendo il primo episodio, poi però, già guardando il secondo, è arrivata la noia, per poi tornare ad essere sorpreso positivamente con il terzo. E così via, un’altalena di emozioni.
Insomma, SAO, sotto questo punto di vista, non riesce a mantenere la linearità e la continuità che solitamente contraddistinguono i capolavori, soprattutto se consideriamo il secondo arco narrativo che, in linea di massima, si presenta come un salto nel vuoto di testa, e a livello qualitativo è un peggioramento unico e continuo, o quasi.
Ci sono però alcuni aspetti estremamente positivi di questa serie, come il character design, le ambientazioni, i combattimenti, gli effetti scenici, gli aspetti psicologici dei personaggi, le musiche e le sensazioni che vengono trasmesse.
Bellissime, ma veramente molto, ma molto belle, sono le ambientazioni, talmente ben riuscite che catturano lo spettatore sino quasi a immergerlo emotivamente all’interno della storia; viene creato benissimo un piccolo grande mondo virtuale all’interno del quale si muovono i giocatori, gli edifici sono precisi e le città sono molto realistiche. Gli sfondi sono mozzafiato, sono curati e limpidi, sono sicuramente tra gli elementi forti di quest’opera.
Piccola considerazione sui personaggi, piccola ma negativa. Ecco, i personaggi sono pessimi sotto troppi punti vista.
Kirito, protagonista stereotipato, è silenzioso, talentuoso e apparentemente freddo, motivo per cui viene apprezzato spesso dalle ragazze che incontra lungo il suo percorso. Ecco, per quanto riguarda Kirito, potrei rimanere anche sulla sufficienza come livello di personaggio, ma per quanto riguarda Asuna no, personaggio con buone qualità ma sfruttate malissimo all’interno del racconto. Anche il personaggio di Asuna sa abbastanza di già visto, eroina forte e seria, con un cuore d’oro e una serietà da fare invidia a molti, che però, succube e innamorata di Kirito, passa sempre più in secondo piano sino alla disfatta totale nel secondo arco narrativo, quando assume il ruolo stile principessa da salvare quasi alla fiaba di Charles Perrault. Per questo, e per altri motivi che potrete facilmente intuire guardando questa serie, Adam Facey di “The Muse”, come riporta Wikipedia, ha criticato SAO per essere sessista e per aver reso Asuna e gli altri personaggi femminili troppo sessualizzati, critica che mi sento di condividere.
Riallacciandomi a questo discorso, vorrei muovere un’ulteriore critica nei confronti di un fanservice disgustoso e a tratti raccapricciante.
Insomma, in conclusione ci sono diversi aspetti positivi e diversi aspetti negativi all’interno di “Sword Art Online”; purtroppo quelli negativi hanno abbassato il mio voto, che rimane comunque più che sufficiente per svariati motivi.
Il successo raggiunto da SAO è comunque in parte meritato, non è un titolo destinato a tutti, ma può comunque appassionare senza problemi diverse fasce d’età.
Diciamo che è un discreto titolo con alcuni spunti interessanti e ottime caratteristiche che lo hanno reso un buon prodotto commerciale, bene a livello di intrattenimento. Il problema è che, a parer mio, “Sword Art Online” non ha molto più di ciò che ho descritto, è ricco di errori, pieno di ottimi spunti non sfruttati a dovere e uno sviluppo della storia decisamente scadente.
Insomma, consiglio di vederlo, come la maggior parte dei titoli di successo, però non aspettatevi troppo, perché potreste rimanerne delusi.
“Sword Art Online” (“ソードアート・オンライン”), abbreviato molto spesso in SAO, è una serie anime andata in onda in Giappone dal 7 luglio al 22 dicembre 2012. La serie, composta da venticinque episodi per quanto riguarda la prima stagione, è tratta da una light novel (originariamente una web novel) scritta da Reki Kawahara. L’anime in questione fu realizzato dallo studio A-1 Pictures, il quale affidò la regia a Tomohiko Itō per la prima e la seconda stagione.
“Sword Art Online” ha riscontrato moltissimo successo sin dal suo debutto, divenendo una delle serie di light novel più vendute in Giappone nel 2012. Anche l’anime ha avuto molto successo, tanto da essere premiato come migliore serie televisiva del 2012 al festival Tokyo Anime Award 2013.
Inoltre sono state pubblicate alcune serie manga, edite anche in Italia grazie a J-Pop.
Con questa recensione però vorrei soffermarmi alla prima stagione di SAO e ai due archi narrativi, che contano in totale venticinque episodi, che la compongono.
Se si gira un po’ qua e là sul web, anche leggendo tra le recensioni di AnimeClick.it, troverete pareri molto diversi tra loro riguardo a questo titolo: c’è chi lo elogia, consigliandolo a tutti e riempiendolo di belle parole, e chi addirittura lo etichetta come un titolo pericoloso, non risparmiandosi ovviamente gli insulti.
Beh, come la penso io? A parer mio la verità, anche in questo caso, sta nel mezzo, anzi, forse un po’ più in là, come potrete vedere anche dal mio voto.
Spesso, quando si parla di opere con questo spessore e con questi numeri a livello di vendite e visibilità, si fa molta fatica a valutare il titolo in questione in modo oggettivo e rigoroso. La componente emotiva, come è ovvio che sia, emerge sempre, ma in questi casi emerge ancor di più e, lo ammetto, anche la mia recensione ne è ovviamente imbevuta.
Abbiamo già avuto a che fare in passato con titoli considerati da alcuni come dei capolavori e da altri come della spazzatura che ha avuto successo: “Dragon Ball”, “Naruto”, “Death Note”, “Saint Seiya”, “One Piece”, giusto per citarvene alcuni. Purtroppo, o per fortuna, questa è una conseguenza del successo, nonché una sua ovvietà.
In questa recensione non voglio ricapitolarvi la trama, è già abbastanza nota e facilmente trovabile in rete. Però, per quanto riguarda l’idea di base non posso che spendere parole positive per “Sword Art Online”.
Nell’anime infatti uno dei temi principali è il rapporto fra i sentimenti umani, come l’amicizia e l’amore, che si sviluppano all’interno di una realtà virtuale e fantascientifica di un futuro non troppo lontano dal nostro.
Questo tema si sviluppa in un contesto abbastanza comune e forse, potrei anche dire, un po’ già visto qua e là: la realtà virtuale di un videogioco online di ruolo multigiocatore, si tratta quindi dell'ambientazione di un gioco massively multiplayer online. Videogioco in cui, ovviamente, nascono nuove amicizie, si combatte, nascono nuovi amori, si sogna, ci si diverte e soprattutto ci si emoziona. Proprio questa parola, emozione, è una delle parole chiave di “Sword Art Online”.
Insomma, un’idea di base semplice, sviluppata in modo abbastanza complesso all’interno di una cornice facilmente intuibile e comprensibile dallo spettatore, entro cui trattare temi più importanti e complessi come quelli sopra citati.
Proprio qui però iniziano i problemi e, proprio qui, penso sia opportuno ragionare, considerando i due archi narrativi come un qualcosa di ben distinto. Ci tengo a precisare che cercherò di non entrare nello specifico, anche per evitare fastidiosi spoiler.
Il problema di “Sword Art Online”, secondo me, sta soprattutto nello sviluppo altalenante della storia. Ricordo di essermi praticamente quasi emozionato vedendo il primo episodio, poi però, già guardando il secondo, è arrivata la noia, per poi tornare ad essere sorpreso positivamente con il terzo. E così via, un’altalena di emozioni.
Insomma, SAO, sotto questo punto di vista, non riesce a mantenere la linearità e la continuità che solitamente contraddistinguono i capolavori, soprattutto se consideriamo il secondo arco narrativo che, in linea di massima, si presenta come un salto nel vuoto di testa, e a livello qualitativo è un peggioramento unico e continuo, o quasi.
Ci sono però alcuni aspetti estremamente positivi di questa serie, come il character design, le ambientazioni, i combattimenti, gli effetti scenici, gli aspetti psicologici dei personaggi, le musiche e le sensazioni che vengono trasmesse.
Bellissime, ma veramente molto, ma molto belle, sono le ambientazioni, talmente ben riuscite che catturano lo spettatore sino quasi a immergerlo emotivamente all’interno della storia; viene creato benissimo un piccolo grande mondo virtuale all’interno del quale si muovono i giocatori, gli edifici sono precisi e le città sono molto realistiche. Gli sfondi sono mozzafiato, sono curati e limpidi, sono sicuramente tra gli elementi forti di quest’opera.
Piccola considerazione sui personaggi, piccola ma negativa. Ecco, i personaggi sono pessimi sotto troppi punti vista.
Kirito, protagonista stereotipato, è silenzioso, talentuoso e apparentemente freddo, motivo per cui viene apprezzato spesso dalle ragazze che incontra lungo il suo percorso. Ecco, per quanto riguarda Kirito, potrei rimanere anche sulla sufficienza come livello di personaggio, ma per quanto riguarda Asuna no, personaggio con buone qualità ma sfruttate malissimo all’interno del racconto. Anche il personaggio di Asuna sa abbastanza di già visto, eroina forte e seria, con un cuore d’oro e una serietà da fare invidia a molti, che però, succube e innamorata di Kirito, passa sempre più in secondo piano sino alla disfatta totale nel secondo arco narrativo, quando assume il ruolo stile principessa da salvare quasi alla fiaba di Charles Perrault. Per questo, e per altri motivi che potrete facilmente intuire guardando questa serie, Adam Facey di “The Muse”, come riporta Wikipedia, ha criticato SAO per essere sessista e per aver reso Asuna e gli altri personaggi femminili troppo sessualizzati, critica che mi sento di condividere.
Riallacciandomi a questo discorso, vorrei muovere un’ulteriore critica nei confronti di un fanservice disgustoso e a tratti raccapricciante.
Insomma, in conclusione ci sono diversi aspetti positivi e diversi aspetti negativi all’interno di “Sword Art Online”; purtroppo quelli negativi hanno abbassato il mio voto, che rimane comunque più che sufficiente per svariati motivi.
Il successo raggiunto da SAO è comunque in parte meritato, non è un titolo destinato a tutti, ma può comunque appassionare senza problemi diverse fasce d’età.
Diciamo che è un discreto titolo con alcuni spunti interessanti e ottime caratteristiche che lo hanno reso un buon prodotto commerciale, bene a livello di intrattenimento. Il problema è che, a parer mio, “Sword Art Online” non ha molto più di ciò che ho descritto, è ricco di errori, pieno di ottimi spunti non sfruttati a dovere e uno sviluppo della storia decisamente scadente.
Insomma, consiglio di vederlo, come la maggior parte dei titoli di successo, però non aspettatevi troppo, perché potreste rimanerne delusi.
Vorrei scrivere una recensione per quella che è la mia serie preferita dopo "Kingdom".
Sostanzialmente io valuto le serie in base ai seguenti fattori: divertimento/intrattenimento, grafica, coinvolgimento nella storia, personaggi, character design e comparto sonoro.
Per quanto riguarda l’intrattenimento, ho solo lodi, è una delle serie che ho guardato più volte in questi anni in cui ho coltivato questa mia passione. È una serie che ti accompagna alla visione in modo fluido, con sempre un ottimo ritmo. Non mi sono mai annoiato, neanche una volta durante i miei tanti rewatch.
Per quanto riguarda la grafica, penso di poter affermare che sia bellissima, soprattutto il modo in cui le skill sono rappresentate e i paesaggi. Quanto bello può essere il mondo di ALfheim, me ne sono innamorato. Allo stesso modo la grafica accompagna bene l’atmosfera cupa nel periodo su Aincrad.
Ora che si parla di grafica vorrei citare anche il character design, che io trovo realizzato in maniera impeccabile. Non solo nell’anime, anche il tratto di abec nelle illustrazioni delle novel le rende magnifiche. Il fatto che sia spettacolare sia nell’anime sia nelle novel a mio parere denota come i design siano stati pensati molto bene e risultino essere di grande impatto. E poi, se il design di Kirito è stato ripreso così tanto, ci deve essere un motivo.
Parlando del coinvolgimento nella storia, ovviamente ci sono dei difetti e delle mancanze, ma nulla che mi abbia reso la serie meno gradevole o che abbia minato il coinvolgimento emotivo con le vicende passate dai personaggi. Poche volte mi sono intristito, mi sono arrabbiato e gasato così tanto come con questa serie. Ho addirittura pianto, cosa molto rara per me.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, ho solo lodi, opening ed ending bellissime, OST pazzesche e ben piazzate nella serie, sempre al momento giusto. Davvero un ottimo lavoro.
Infine, l’affetto che provo verso Kirito e Asuna è qualcosa di difficile da descrivere: mi rendo conto siano i personaggi di un anime, però non riesco a non sentirmi legato a loro, e questo ha aumentato il mio coinvolgimento nella storia. Davvero un ottimo lavoro.
Beh, che dire? È una serie che ho sempre consigliato. Non può piacere a tutti, come ogni serie, ma io non posso farne a meno!
Sostanzialmente io valuto le serie in base ai seguenti fattori: divertimento/intrattenimento, grafica, coinvolgimento nella storia, personaggi, character design e comparto sonoro.
Per quanto riguarda l’intrattenimento, ho solo lodi, è una delle serie che ho guardato più volte in questi anni in cui ho coltivato questa mia passione. È una serie che ti accompagna alla visione in modo fluido, con sempre un ottimo ritmo. Non mi sono mai annoiato, neanche una volta durante i miei tanti rewatch.
Per quanto riguarda la grafica, penso di poter affermare che sia bellissima, soprattutto il modo in cui le skill sono rappresentate e i paesaggi. Quanto bello può essere il mondo di ALfheim, me ne sono innamorato. Allo stesso modo la grafica accompagna bene l’atmosfera cupa nel periodo su Aincrad.
Ora che si parla di grafica vorrei citare anche il character design, che io trovo realizzato in maniera impeccabile. Non solo nell’anime, anche il tratto di abec nelle illustrazioni delle novel le rende magnifiche. Il fatto che sia spettacolare sia nell’anime sia nelle novel a mio parere denota come i design siano stati pensati molto bene e risultino essere di grande impatto. E poi, se il design di Kirito è stato ripreso così tanto, ci deve essere un motivo.
Parlando del coinvolgimento nella storia, ovviamente ci sono dei difetti e delle mancanze, ma nulla che mi abbia reso la serie meno gradevole o che abbia minato il coinvolgimento emotivo con le vicende passate dai personaggi. Poche volte mi sono intristito, mi sono arrabbiato e gasato così tanto come con questa serie. Ho addirittura pianto, cosa molto rara per me.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, ho solo lodi, opening ed ending bellissime, OST pazzesche e ben piazzate nella serie, sempre al momento giusto. Davvero un ottimo lavoro.
Infine, l’affetto che provo verso Kirito e Asuna è qualcosa di difficile da descrivere: mi rendo conto siano i personaggi di un anime, però non riesco a non sentirmi legato a loro, e questo ha aumentato il mio coinvolgimento nella storia. Davvero un ottimo lavoro.
Beh, che dire? È una serie che ho sempre consigliato. Non può piacere a tutti, come ogni serie, ma io non posso farne a meno!
Ormai sono passati più di due anni da quando ho visto questo anime, e la mia valutazione, adesso come allora, è rimasta la stessa. Nonostante ciò vorrei fare una recensione che spero, forse non rispettando molto i canoni del suo genere, dia a qualcuno una visione diversa su quest’opera. Accennerò solo in parte gli aspetti negativi, che tanto oramai hanno ripetuto tutti un’infinità di volte, e mi concentrerò su quelli positivi, nella ferma convinzione che si possa tirar fuori qualcosa di buono anche dal peggiore dei lavori, e “Sword Art Online” è ben lontano dal fondo della lista.
Per tutti coloro che non l’hanno ancora visto, racconterò la trama a grandi linee, senza entrare nello specifico, sperando di poter far interessare delle persone alla serie, senza che si imbattano in spoiler di alcun genere. Non ne assicuro il successo
Cosa separa il mondo reale da quello virtuale? Una volta che si possono provare tutte le sensazioni che esistono nella realtà, manca un solo tassello per unire questi due mondi per noi così distanti. Citando “Ready Player One”: “La realtà rimane l’unico posto dove mangiare un pasto decente”.
Per quanto alcuni potrebbero discutere sull’effettiva profondità di questo pensiero, è chiaro che descriva con grande efficacia questo tassello mancante. La differenza infatti sta proprio nella dimensione fisica, infatti, per quanto la nostra mente possa esistere in altri luoghi, il nostro corpo è qui e dipende dalla realtà. Quando i giocatori di Sword Art Online vengono intrappolati nel gioco, subiscono un graduale processo che trasla la loro realtà verso quel mondo virtuale. Non tutti arriveranno alla comprensione di questo nuovo mondo, ma è proprio questa comprensione che porterà felicità ai protagonisti e a chi come loro ha trovato un posto in questo nuovo mondo, da chi governa a chi lavora. Questa metamorfosi non riuscirà però a completarsi sia per il legame, per quanto flebile, che li legava al loro corpo sia per la presenza di alcuni elementi ancora legati a una visione videoludica di quella realtà, di cui è principale rappresentante proprio colui che ha creato Sword Art Online e che ha dato il via a quel cambiamento che si è evoluto in una direzione che forse non aveva mai considerato. Queste instabilità portano a uno scontro e a un finale della prima stagione francamente discutibile.
La seconda stagione è definita da scelte di trama che personalmente trovo pessime e dal decisivo crollo del dualismo tra reale e virtuale per tutti i personaggi, ad eccezione della protagonista e di pochi altri. Ciò giustifica la mancanza di azioni sul piano reale da parte del protagonista, ma non da parte del nuovo villain, che potrebbe muoversi sul piano reale grazie alla sua influenza ma che non ne approfitta abbastanza, senza una vera ragione apparente.
Dopo un finale sul piano virtuale, realizzato in maniera sicuramente non eccelsa, la serie tira fuori la sua ultima cartuccia che le regala una conclusione dignitosa e concettualmente apprezzabile. Infatti la risoluzione della storia non avviene nel gioco, ma nella realtà, a simboleggiare che i crimini commessi nel piano virtuale, che poi si sono ripercossi, tramite i sopracitati punti di contatto, in quello reale, devono essere giudicati separatamente per le loro influenze nella realtà e nel gioco. Inoltre fa comprendere bene allo spettatore che oramai ciò che è virtuale non ha più a che fare con la realtà, il distacco è completo.
Concludo con una breve parentesi sul lato intrattenimento. Questo è l’anime che ho visto più velocemente di sempre, quindi potrete capire che la serie mi ha intrattenuto parecchio, forse anche perché avevo in parte abbandonato il mio spirito critico durante la visione. Pur essendo questo il caso, ho passato delle ottime otto ore di puro intrattenimento, e nei giorni successivi mi ha dato motivo di numerose riflessioni, anche se spesso più critiche di quelle che qui ho esposto. Quindi, spero che chi non ha avuto ancora il piacere di vedere quest’opera possa gustarsela, come sono riuscito a fare io e molti appassionati del franchise, senza troppi pregiudizi e senza troppe aspettative.
Perché, quando si va alla scoperta di nuovi luoghi, portarsi un grosso bagaglio può sembrare utile, ma vi accorgerete che rallenterà solo il vostro cammino.
Per tutti coloro che non l’hanno ancora visto, racconterò la trama a grandi linee, senza entrare nello specifico, sperando di poter far interessare delle persone alla serie, senza che si imbattano in spoiler di alcun genere. Non ne assicuro il successo
Cosa separa il mondo reale da quello virtuale? Una volta che si possono provare tutte le sensazioni che esistono nella realtà, manca un solo tassello per unire questi due mondi per noi così distanti. Citando “Ready Player One”: “La realtà rimane l’unico posto dove mangiare un pasto decente”.
Per quanto alcuni potrebbero discutere sull’effettiva profondità di questo pensiero, è chiaro che descriva con grande efficacia questo tassello mancante. La differenza infatti sta proprio nella dimensione fisica, infatti, per quanto la nostra mente possa esistere in altri luoghi, il nostro corpo è qui e dipende dalla realtà. Quando i giocatori di Sword Art Online vengono intrappolati nel gioco, subiscono un graduale processo che trasla la loro realtà verso quel mondo virtuale. Non tutti arriveranno alla comprensione di questo nuovo mondo, ma è proprio questa comprensione che porterà felicità ai protagonisti e a chi come loro ha trovato un posto in questo nuovo mondo, da chi governa a chi lavora. Questa metamorfosi non riuscirà però a completarsi sia per il legame, per quanto flebile, che li legava al loro corpo sia per la presenza di alcuni elementi ancora legati a una visione videoludica di quella realtà, di cui è principale rappresentante proprio colui che ha creato Sword Art Online e che ha dato il via a quel cambiamento che si è evoluto in una direzione che forse non aveva mai considerato. Queste instabilità portano a uno scontro e a un finale della prima stagione francamente discutibile.
La seconda stagione è definita da scelte di trama che personalmente trovo pessime e dal decisivo crollo del dualismo tra reale e virtuale per tutti i personaggi, ad eccezione della protagonista e di pochi altri. Ciò giustifica la mancanza di azioni sul piano reale da parte del protagonista, ma non da parte del nuovo villain, che potrebbe muoversi sul piano reale grazie alla sua influenza ma che non ne approfitta abbastanza, senza una vera ragione apparente.
Dopo un finale sul piano virtuale, realizzato in maniera sicuramente non eccelsa, la serie tira fuori la sua ultima cartuccia che le regala una conclusione dignitosa e concettualmente apprezzabile. Infatti la risoluzione della storia non avviene nel gioco, ma nella realtà, a simboleggiare che i crimini commessi nel piano virtuale, che poi si sono ripercossi, tramite i sopracitati punti di contatto, in quello reale, devono essere giudicati separatamente per le loro influenze nella realtà e nel gioco. Inoltre fa comprendere bene allo spettatore che oramai ciò che è virtuale non ha più a che fare con la realtà, il distacco è completo.
Concludo con una breve parentesi sul lato intrattenimento. Questo è l’anime che ho visto più velocemente di sempre, quindi potrete capire che la serie mi ha intrattenuto parecchio, forse anche perché avevo in parte abbandonato il mio spirito critico durante la visione. Pur essendo questo il caso, ho passato delle ottime otto ore di puro intrattenimento, e nei giorni successivi mi ha dato motivo di numerose riflessioni, anche se spesso più critiche di quelle che qui ho esposto. Quindi, spero che chi non ha avuto ancora il piacere di vedere quest’opera possa gustarsela, come sono riuscito a fare io e molti appassionati del franchise, senza troppi pregiudizi e senza troppe aspettative.
Perché, quando si va alla scoperta di nuovi luoghi, portarsi un grosso bagaglio può sembrare utile, ma vi accorgerete che rallenterà solo il vostro cammino.
Ho iniziato questa serie dopo tanto tempo che l’avevo in lista, questo perché il fantascientifico/azione non è troppo il mio genere. Devo dire però che la serie è stata una grandissima sorpresa: in giro si leggono pareri positivi, pareri meno positivi, tuttavia credo che il modo migliore per poter parlare di una serie sia quello di averla vista, ma purtroppo molte volte capita che si parli di qualcosa senza conoscerlo.
Ebbene, eccomi qua, a sentirmi uno stupido perché a causa di qualche parere slittavo la visione della serie, serie che ora, probabilmente, è tra le mie preferite. Sottolineo che questo è lontano dall’essere il mio tipo di serie, e molte serie di questo tipo non mi piacciono, ma devo dire che non è questo il caso, credo si sia capito. Perché ho apprezzato così tanto questa serie non è facile dirlo, criticare è facile in confronto a spiegare il perché si ami una serie, proverò comunque a spiegare in parte il perché di un voto così alto.
Ebbene, la serie inizia in grande stile, con un primo episodio fenomenale, un secondo episodio che lo è ancor di più e con un terzo episodio che per me è un capolavoro. Questo episodio è emblematico, perché grande merito della serie è senza dubbio la tensione, l’ansia che si respira, che si percepisce in ogni episodio. È vero, ci sono episodi tranquilli, ma il tutto è ben amalgamato e risulta estremamente fruibile e gradevole. La bellezza di questa serie è il vedere esplorato l’aspetto umano dei personaggi in un mondo virtuale, che è per lo più ostico. È così bello vedere la nascita dei rapporti tra questi personaggi e in particolare è bello veder nascere una coppia fantastica, quella di Asuna e Kirito. Io amo, letteralmente, le relazioni tra personaggi. Amo vedere i personaggi affrontare insieme diverse situazioni, e da nessuna parte avevo visto dei personaggi amarsi in una realtà del genere. In nessun episodio ho pensato di dire: “Questo l’ho già visto”. In questa serie c’è tanta originalità, si sente il marchio di fabbrica dell’autore, a cui va il merito di aver servito sul piatto dell’animazione giapponese una portata geniale, perché l’idea alla base di “Sword Art Online” è questa, semplicemente geniale.
Come ho già getto, punto fermo e forte della serie è la sua capacità di tenerti incollato allo schermo, di farti andare avanti, di non fartene avere mai abbastanza. Reputo l’episodio tre, l’ottavo e il quattordicesimo alcuni tra gli episodi più belli che io abbia mai visto, non li dimenticherò mai.
La seconda parte della serie non è per deboli di cuore, ti tiene in ansia in una maniera impressionante, con una suspense devastante.
Asuna e Kirito sono divenuti la mia coppia preferita, Tooru e Yuki di “Horimiya” devono lasciare il gradino più alto del podio. Asuna e Kirito se lo sono meritato a mani bassissime.
Il mio unico grande errore è stato ordinare solo i DVD della prima serie, mi tocca aspettare che arrivino quelli della seconda, ovviamente già comprati.
Grandissima, grandissima serie!
Ebbene, eccomi qua, a sentirmi uno stupido perché a causa di qualche parere slittavo la visione della serie, serie che ora, probabilmente, è tra le mie preferite. Sottolineo che questo è lontano dall’essere il mio tipo di serie, e molte serie di questo tipo non mi piacciono, ma devo dire che non è questo il caso, credo si sia capito. Perché ho apprezzato così tanto questa serie non è facile dirlo, criticare è facile in confronto a spiegare il perché si ami una serie, proverò comunque a spiegare in parte il perché di un voto così alto.
Ebbene, la serie inizia in grande stile, con un primo episodio fenomenale, un secondo episodio che lo è ancor di più e con un terzo episodio che per me è un capolavoro. Questo episodio è emblematico, perché grande merito della serie è senza dubbio la tensione, l’ansia che si respira, che si percepisce in ogni episodio. È vero, ci sono episodi tranquilli, ma il tutto è ben amalgamato e risulta estremamente fruibile e gradevole. La bellezza di questa serie è il vedere esplorato l’aspetto umano dei personaggi in un mondo virtuale, che è per lo più ostico. È così bello vedere la nascita dei rapporti tra questi personaggi e in particolare è bello veder nascere una coppia fantastica, quella di Asuna e Kirito. Io amo, letteralmente, le relazioni tra personaggi. Amo vedere i personaggi affrontare insieme diverse situazioni, e da nessuna parte avevo visto dei personaggi amarsi in una realtà del genere. In nessun episodio ho pensato di dire: “Questo l’ho già visto”. In questa serie c’è tanta originalità, si sente il marchio di fabbrica dell’autore, a cui va il merito di aver servito sul piatto dell’animazione giapponese una portata geniale, perché l’idea alla base di “Sword Art Online” è questa, semplicemente geniale.
Come ho già getto, punto fermo e forte della serie è la sua capacità di tenerti incollato allo schermo, di farti andare avanti, di non fartene avere mai abbastanza. Reputo l’episodio tre, l’ottavo e il quattordicesimo alcuni tra gli episodi più belli che io abbia mai visto, non li dimenticherò mai.
La seconda parte della serie non è per deboli di cuore, ti tiene in ansia in una maniera impressionante, con una suspense devastante.
Asuna e Kirito sono divenuti la mia coppia preferita, Tooru e Yuki di “Horimiya” devono lasciare il gradino più alto del podio. Asuna e Kirito se lo sono meritato a mani bassissime.
Il mio unico grande errore è stato ordinare solo i DVD della prima serie, mi tocca aspettare che arrivino quelli della seconda, ovviamente già comprati.
Grandissima, grandissima serie!
Per fare questa recensione c'è bisogno di una premessa: sono un appassionato di anime da circa quindici anni e spesso mi sento ripetere la frase "Sei un nostalgico", poiché molte delle serie moderne non mi entusiasmano e non ne parlo spesso bene, e capirete leggendo il perché ho detto ciò.
Parto col dire che ho conosciuto la serie grazie ai videogiochi, che mi sono piaciuti molto; allorché ho deciso di dare un'occhiata all'anime, ne ho letto pareri contrastanti, molti positivi, alcuni negativi (come molte serie, soprattutto quelle così tanto popolari). Tuttavia li ho messi da parte e ho fatto partire il primo episodio, e devo dire che il primo episodio di questa serie è uno dei più belli che io abbia mai visto, assolutamente tra i miei preferiti.
Vorrei soffermarmi su quello che reputo il punto di forza più grande della serie: l'atmosfera. In questa serie, in particolare in Aincrad, hanno creato un'atmosfera tale da farmi sentire l'ansia, la paura, la tristezza, il turbamento (ne parlerò in seguito) dei personaggi. I primi episodi, in particolare il terzo, trasmettono tutto quello che è il cuore della prima saga. La seconda parte invece ha il cuore nel turbamento che coinvolge Kirito e lo spettatore nel dover salvare Asuna, nell'ansia che si prova ad avviare ogni episodio con il timore che possa non finire bene, questo anche se in genere da uno shounen ti aspetti che finisca bene.
La trama di base mi piaceva molto, la partenza è stata ottima, ci sono stati dei problemi con il proseguire della serie, tuttavia mi ha coinvolto, ho avuto la sensazione di essere coinvolto io nella serie.
Il personaggio principale Kirito non è per niente male, tuttavia trovo Asuna la colonna portante della serie: nella seconda parte perde un po' il suo lato forte, duro, e ne rivela uno più tenero, più debole, come un po' tutti, tutti abbiamo punti di forza e punti deboli, e trovo che Asuna descriva al meglio ciò in questa serie, ed è per questo che mi ci sono affezionato, fin dai primi due episodi mi ha catturato, per poi farmi innamorare a metà della prima saga su Aincrad.
La seconda parte mi è piaciuta, meno della prima, e ho molto apprezzato il rapporto tra Kirito e Yui, mi ha davvero emozionato, e ancora una volta mi ha coinvolto vedere Kirito turbato per tutta la saga, coinvolto poiché mi ero affezionato ad Asuna durante Aincrad.
Importante complimento da fare all'autore è quello di aver creato due "nemici principali" che risultano completamente diversi: il primo (Kayaba) è carismatico, di impatto e anche ispirato, a mio parere, mentre il secondo (Sugo) è marcio, egoista, egocentrico e fanatico. Seppur entrambi criminali, risaltano di una presenza completamente differente: Sugo non può altro che essere odiato, non potrà mai essere appoggiato o giustificato, è un criminale e tale resterà, dall'altra parte Kayaba risulta facilmente apprezzabile, non mi è mai venuto in mente di odiarlo, seppur ciò che ha fatto lo renda un mostro, anche più di Sugo.
Per i restanti personaggi, chi caratterizzato un po' meglio, chi un po' meno, mi sono piaciuti tutti, in particolare Liz e Klein; l'unica che non mi è piaciuta è Silica.
Due parole sul ritmo della serie: è abbastanza veloce, nel senso che non si ha la lentezza, o pacatezza, dovuta a grandi spiegazioni, che a me piacciono, tuttavia l'ho trovato un ottimo ritmo soprattutto grazie alla magnifica colonna sonora che accompagna l'altrettanto magnifico comparto visivo.
Importante è parlare della grafica: la serie è graficamente stupenda, lo studio da questo punto di vista ha fatto un capolavoro. Quando ho scoperto che la serie fosse del 2012, quasi non ci credevo: non che una serie del 2012 sia vecchia, ma, quando penso a quegli anni, io penso a "Steins;Gate" o "HunterxHunter 2011", che graficamente non sono a questo livello, o a "L'attacco dei giganti", che neppure con le serie più recenti si avvicina a tali livelli. Non credo di sbagliare se, pensando al 2012, questa serie possa essere considerata graficamente una rivoluzione.
Per concludere, voglio dire che la serie ha un nuovo fan, e vorrei ricollegarmi all'inizio della recensione in cui ho esposto un concetto che appunto mi serve per spiegare cosa mi ha fatto amare questa serie, tanto da attribuirle un voto del genere: non mi sono sentito coinvolto e immerso in una serie da tempi lontani, penso a "Cowboy Bebop" uscito tantissimo tempo fa, e con "Sword Art Online" ho sentito quello che ho sentito al tempo. Forse è vero che sono un po' nostalgico, ma questa serie mi ha strappato dai vecchi tempi e mi ha catapultato in un'era dell'animazione più moderna, senza che mai avessi potuto immaginare che, dopo quindici anni che guardo anime, avrei trovato una serie che mi sarebbe piaciuta così tanto.
Parto col dire che ho conosciuto la serie grazie ai videogiochi, che mi sono piaciuti molto; allorché ho deciso di dare un'occhiata all'anime, ne ho letto pareri contrastanti, molti positivi, alcuni negativi (come molte serie, soprattutto quelle così tanto popolari). Tuttavia li ho messi da parte e ho fatto partire il primo episodio, e devo dire che il primo episodio di questa serie è uno dei più belli che io abbia mai visto, assolutamente tra i miei preferiti.
Vorrei soffermarmi su quello che reputo il punto di forza più grande della serie: l'atmosfera. In questa serie, in particolare in Aincrad, hanno creato un'atmosfera tale da farmi sentire l'ansia, la paura, la tristezza, il turbamento (ne parlerò in seguito) dei personaggi. I primi episodi, in particolare il terzo, trasmettono tutto quello che è il cuore della prima saga. La seconda parte invece ha il cuore nel turbamento che coinvolge Kirito e lo spettatore nel dover salvare Asuna, nell'ansia che si prova ad avviare ogni episodio con il timore che possa non finire bene, questo anche se in genere da uno shounen ti aspetti che finisca bene.
La trama di base mi piaceva molto, la partenza è stata ottima, ci sono stati dei problemi con il proseguire della serie, tuttavia mi ha coinvolto, ho avuto la sensazione di essere coinvolto io nella serie.
Il personaggio principale Kirito non è per niente male, tuttavia trovo Asuna la colonna portante della serie: nella seconda parte perde un po' il suo lato forte, duro, e ne rivela uno più tenero, più debole, come un po' tutti, tutti abbiamo punti di forza e punti deboli, e trovo che Asuna descriva al meglio ciò in questa serie, ed è per questo che mi ci sono affezionato, fin dai primi due episodi mi ha catturato, per poi farmi innamorare a metà della prima saga su Aincrad.
La seconda parte mi è piaciuta, meno della prima, e ho molto apprezzato il rapporto tra Kirito e Yui, mi ha davvero emozionato, e ancora una volta mi ha coinvolto vedere Kirito turbato per tutta la saga, coinvolto poiché mi ero affezionato ad Asuna durante Aincrad.
Importante complimento da fare all'autore è quello di aver creato due "nemici principali" che risultano completamente diversi: il primo (Kayaba) è carismatico, di impatto e anche ispirato, a mio parere, mentre il secondo (Sugo) è marcio, egoista, egocentrico e fanatico. Seppur entrambi criminali, risaltano di una presenza completamente differente: Sugo non può altro che essere odiato, non potrà mai essere appoggiato o giustificato, è un criminale e tale resterà, dall'altra parte Kayaba risulta facilmente apprezzabile, non mi è mai venuto in mente di odiarlo, seppur ciò che ha fatto lo renda un mostro, anche più di Sugo.
Per i restanti personaggi, chi caratterizzato un po' meglio, chi un po' meno, mi sono piaciuti tutti, in particolare Liz e Klein; l'unica che non mi è piaciuta è Silica.
Due parole sul ritmo della serie: è abbastanza veloce, nel senso che non si ha la lentezza, o pacatezza, dovuta a grandi spiegazioni, che a me piacciono, tuttavia l'ho trovato un ottimo ritmo soprattutto grazie alla magnifica colonna sonora che accompagna l'altrettanto magnifico comparto visivo.
Importante è parlare della grafica: la serie è graficamente stupenda, lo studio da questo punto di vista ha fatto un capolavoro. Quando ho scoperto che la serie fosse del 2012, quasi non ci credevo: non che una serie del 2012 sia vecchia, ma, quando penso a quegli anni, io penso a "Steins;Gate" o "HunterxHunter 2011", che graficamente non sono a questo livello, o a "L'attacco dei giganti", che neppure con le serie più recenti si avvicina a tali livelli. Non credo di sbagliare se, pensando al 2012, questa serie possa essere considerata graficamente una rivoluzione.
Per concludere, voglio dire che la serie ha un nuovo fan, e vorrei ricollegarmi all'inizio della recensione in cui ho esposto un concetto che appunto mi serve per spiegare cosa mi ha fatto amare questa serie, tanto da attribuirle un voto del genere: non mi sono sentito coinvolto e immerso in una serie da tempi lontani, penso a "Cowboy Bebop" uscito tantissimo tempo fa, e con "Sword Art Online" ho sentito quello che ho sentito al tempo. Forse è vero che sono un po' nostalgico, ma questa serie mi ha strappato dai vecchi tempi e mi ha catapultato in un'era dell'animazione più moderna, senza che mai avessi potuto immaginare che, dopo quindici anni che guardo anime, avrei trovato una serie che mi sarebbe piaciuta così tanto.
Come si sarà capito dalla moltitudine di recensioni contrastanti presenti, "Sword Art Online" è un titolo ambiguo: c'è chi lo ha amato follemente al punto di farsi delle maratone di cinquanta episodi in due/tre giorni (tipo me) e chi lo ha odiato, affibbiandogli valutazioni molto negative. Io sto dalla parte di chi lo ama, e ne vado fiero.
"Sword Art Online" si presenta con una trama non innovativa, incentrata sui videogiochi di ruolo in realtà virtuale (VRMMORPG), ma fa delle emozioni trasmesse dalla narrazione della storia il suo punto di forza.
In un futuro pochi anni prossimo al nostro è appena stato sviluppato Sword Art Online, il primo videogioco totalmente in realtà virtuale, e il nostro protagonista, Kazuto Kirigaya, alias Kirito, fa parte dei beta tester, ovvero quella ristretta cerchia di giocatori che ha avuto la possibilità di giocare in anteprima a una versione demo del gioco, garantendo loro notevoli vantaggi futuri nella versione definitiva. Al lancio ufficiale del gioco circa 10000 giocatori si connettono, ma c'è un problema: l'ideatore del gioco, tale Akihiko Kayaba, ha disattivato il tasto di log-out e munito i NerveGear (i caschetti tramite cui ci si immerge nel gioco) di un sistema a microonde che letteralmente "friggerebbe" il cervello dei giocatori a cui venisse rimosso a forza il device dalla testa, aggiungendo che tale arma entrerebbe in funzione anche con la perdita totale dei punti vita nel gioco. Ovvero, se si muore nel gioco, si muore anche nella realtà, questo finché qualche giocatore non riuscirà a completare i difficilissimi cento livelli di Sword Art Online. Con questa premessa Kirito inizia il gioco, cercando di approfittare delle sue notevoli capacità di giocatore, per potenziarsi e contribuire alla vittoria finale dei cento livelli. Con il passare dei mesi e degli anni, però, la convinzione che in realtà il mondo virtuale e quello reale si mischieranno trasformano Kirito da giocatore solitario che pensa solo a sé stesso a membro di un gruppo con cui condividere gioie e dolori. In particolare sarà Asuna, una giocatrice molto forte con cui Kirito stringerà un legame fortissimo, a dare la forza al protagonista di andare avanti.
La serie si divide in due archi narrativi: fantastico il primo, un po' più moscio il secondo, ma che torna su altissimi livelli nella parte finale.
Le animazioni sono davvero ben fatte, con combattimenti che si seguono molto volentieri e scene più soft molto piacevoli, il tutto accompagnato da delle OST di primo livello.
Sui personaggi c'è un discorso particolare da fare: i protagonisti Kirito e Asuna sono caratterizzati benissimo ed è molto facile affezionarsi, soprattutto grazie alla loro unione che li rende quasi una cosa sola, mentre tra i secondari, oltre ad alcuni davvero ben fatti, ce n'è una parte che sembrano quasi messi lì solo per rimpolpare le fila del gruppo di Kirito, ma che fondamentalmente fanno più salotto che rendersi utili alla causa.
Poco male, l'anime rimane davvero stupendo, raggiungendo alcuni picchi che fanno veramente emozionare.
"Sword Art Online" si presenta con una trama non innovativa, incentrata sui videogiochi di ruolo in realtà virtuale (VRMMORPG), ma fa delle emozioni trasmesse dalla narrazione della storia il suo punto di forza.
In un futuro pochi anni prossimo al nostro è appena stato sviluppato Sword Art Online, il primo videogioco totalmente in realtà virtuale, e il nostro protagonista, Kazuto Kirigaya, alias Kirito, fa parte dei beta tester, ovvero quella ristretta cerchia di giocatori che ha avuto la possibilità di giocare in anteprima a una versione demo del gioco, garantendo loro notevoli vantaggi futuri nella versione definitiva. Al lancio ufficiale del gioco circa 10000 giocatori si connettono, ma c'è un problema: l'ideatore del gioco, tale Akihiko Kayaba, ha disattivato il tasto di log-out e munito i NerveGear (i caschetti tramite cui ci si immerge nel gioco) di un sistema a microonde che letteralmente "friggerebbe" il cervello dei giocatori a cui venisse rimosso a forza il device dalla testa, aggiungendo che tale arma entrerebbe in funzione anche con la perdita totale dei punti vita nel gioco. Ovvero, se si muore nel gioco, si muore anche nella realtà, questo finché qualche giocatore non riuscirà a completare i difficilissimi cento livelli di Sword Art Online. Con questa premessa Kirito inizia il gioco, cercando di approfittare delle sue notevoli capacità di giocatore, per potenziarsi e contribuire alla vittoria finale dei cento livelli. Con il passare dei mesi e degli anni, però, la convinzione che in realtà il mondo virtuale e quello reale si mischieranno trasformano Kirito da giocatore solitario che pensa solo a sé stesso a membro di un gruppo con cui condividere gioie e dolori. In particolare sarà Asuna, una giocatrice molto forte con cui Kirito stringerà un legame fortissimo, a dare la forza al protagonista di andare avanti.
La serie si divide in due archi narrativi: fantastico il primo, un po' più moscio il secondo, ma che torna su altissimi livelli nella parte finale.
Le animazioni sono davvero ben fatte, con combattimenti che si seguono molto volentieri e scene più soft molto piacevoli, il tutto accompagnato da delle OST di primo livello.
Sui personaggi c'è un discorso particolare da fare: i protagonisti Kirito e Asuna sono caratterizzati benissimo ed è molto facile affezionarsi, soprattutto grazie alla loro unione che li rende quasi una cosa sola, mentre tra i secondari, oltre ad alcuni davvero ben fatti, ce n'è una parte che sembrano quasi messi lì solo per rimpolpare le fila del gruppo di Kirito, ma che fondamentalmente fanno più salotto che rendersi utili alla causa.
Poco male, l'anime rimane davvero stupendo, raggiungendo alcuni picchi che fanno veramente emozionare.
Secondo me era partito bene con l'idea, ma poi è stato sviluppato male.
Credo che l'anime sia un po' sopravvalutato, secondo me il manga è migliore dell'anime. Mi sono piaciuti molto come erano disegnati i menù di gioco in Sword Art Online, molto realistici e simili a quelli di un videogioco vero. Poi a me sembra che si sia cercato di rendere i personaggi migliori, più epici, ma senza successo. La mia preferita è Asuna, e ci rimane.
Un'occasione sprecata, con una bella idea di fondo, ma sviluppata male, poteva essere migliore.
Credo che l'anime sia un po' sopravvalutato, secondo me il manga è migliore dell'anime. Mi sono piaciuti molto come erano disegnati i menù di gioco in Sword Art Online, molto realistici e simili a quelli di un videogioco vero. Poi a me sembra che si sia cercato di rendere i personaggi migliori, più epici, ma senza successo. La mia preferita è Asuna, e ci rimane.
Un'occasione sprecata, con una bella idea di fondo, ma sviluppata male, poteva essere migliore.
E' una serie dotata di un ottimo comparto grafico, una fantastica colonna sonora e un'ottima base, stravolta da personaggi estremamente piatti, stereotipati e certe volte persino inutili ai fini della trama. Se l'opera si fosse conclusa con la prima parte, le avrei dato un 7,5 a mani basse, ma la seconda parte personalmente l'ho trovata veramente brutta, da meno di 4, poiché prende tutto il bello che ha creato nella prima serie e lo butta via. I combattimenti sono molto ben realizzati (sempre nella prima parte), nella seconda sono sempre a un ottimo livello tecnico, ma perdono tutta l'atmosfera che avevano prima.
Questa è una serie che consiglio a chi si è da poco avvicinato al mondo degli anime, così da poter vedere di cosa sono tecnicamente capaci gli Orientali.
Questa è una serie che consiglio a chi si è da poco avvicinato al mondo degli anime, così da poter vedere di cosa sono tecnicamente capaci gli Orientali.
Premessa: "Sword Art Online" è l'esempio per eccellenza di una credenza popolare approvata che si traduce in "Ognuno vede nell'arte (perdonatemi il termine nemmeno avvicinabile a questo anime) quel che vuole vedere". C'è chi lo ama, c'è chi lo odia, c'è addirittura chi lo condanna per essere strumento di trascinamento di masse verso convinzioni contro-natura estremamente dannose. Tutte queste idee al riguardo sono, al netto dei punti di vista, giuste e comprensibili. Ma andiamo con ordine.
Trama: Kazuto, meglio noto come Kirito, è un ragazzo NEET che svolge il ruolo di beta tester per il famosissimo MMORPG Sword Art Online. All'uscita del gioco, che grazie a una tecnologia di trasposizione della realtà permette ai giocatori di entrare in un mondo virtuale, ben diecimila persone, tra cui il nostro Kirito, vengono informate dell'impossibilità di far ritorno al mondo reale, senza prima aver portato a termine Sword Art Online. Vengono poi a conoscenza di un ulteriore problema: chi muore nel gioco muore anche nella realtà.
Analizziamo pezzo per pezzo come mai esistano persone che lo amano, persone che lo odiano, persone che lo condannano ecc. (sempre considerando che esistono le eccezioni).
Chi lo ama? Innanzitutto lo amano i ragazzini di oggi, ormai sempre più addestrati e posti al servizio del concetto di superficialità, che costituisce il vero problema della società odierna; loro lo amano perché vedono in Kirito il loro modello da seguire (cosa cattiva e ingiusta), ovvero un ragazzo che punta il dito contro il mondo reale a favore di un mondo virtuale ed è circondato da ragazze, con una caratterizzazione psicologica degna di un foglietto di carta, che al pari delle pecore seguono il loro pastore. Non per niente Klein, potenziale coprotagonista maschile, viene allontanato per lasciare il palcoscenico esclusivamente a Kirito. Lo amano gli inesperti, ovvero coloro che contano pochi anime nella loro lista di visioni, composta magari dai più noti, come "DragonBall", "One Piece" ecc. e vedono in "Sword Art Online" qualcosa di originale (cosa che assolutamente non è), a cui basta una buona grafica e qualche combattimento ben animato per innalzarlo a capolavoro. Lo amano gli appassionati di MMORPG e anime che trattino il genere, che, a differenza dei sopracitati, magari si rendono pure conto delle pecche che gravitano su questo anime, ma, molto semplicemente, non danno loro peso e si godono una visione semplice e priva di aspettative (cosa che "Sword Art Online" è, infatti).
Chi lo odia? Lo odiano gli appassionati di anime più esperti, coloro che contano parecchie opere viste e dotati quindi di una certa "cultura". Lo odiano perché vedono in "Sword Art Online" nient'altro che una scopiazzatura abbozzata alla bell'e meglio (o peggio) di altre opere, un qualcosa di visto e rivisto che non aggiunge niente al panorama dell'animazione (ed effettivamente è così). Il successo avuto (non inspiegabilmente, visti i precedenti) costituisce un'ulteriore aggravante. Lo odiano gli appassionati esigenti, ovvero quelle persone che non si accontentano della copertina, ma amano scavare a fondo e amano che l'opera e i suoi protagonisti lo facciano con loro. Sono quelli che non si accontentano di una visione semplice e passatempo, ma chiedono all'anime qualcosa di più. Lo odiano le persone che in "Sword Art Online" vedono la minaccia del messaggio che si porta appresso. "Sword Art Online" è un inno alla superficialità, soprattutto nel campo delle relazioni amorose (probabilmente quello peggiore), e il fatto che abbia avuto tanto successo costituisce una prova tangibile del problema delle società attuali (in particolar modo se pensiamo agli abitanti del Giappone, paese in cui il problema dei NEET e degli hikikomori è parecchio diffuso).
Tutto ciò fa sì che la critica si spezzi in due metà ben distinte.
Personalmente, conscio di quel che mi aspettava, l'ho guardato senza troppe pretese, nonostante normalmente abbia aspettative piuttosto alte, e questo mi ha permesso di apprezzarne alcuni punti (pochi, eh!) e di seguirlo senza annoiarmi troppo.
Sapendo che gli anime tratti da light novel presentano spesso numerosi buchi di trama e problemi legati alle caratterizzazioni (vedasi "Re:ZERO" o "No Game No Life", per dirne due a caso), venendo relegati al ruolo di "pubblicità per la light novel", non ci si può aspettare troppo. Da questo punto di vista "Sword Art Online" ha fatto centro, facendo parlare di sé per parecchio tempo.
Il problema è che questo anime ha dimostrato di voler dire la sua al netto della light novel, creando un doppio arco narrativo, una seconda stagione e pure un film. Ha cercato di avere delle pretese e di fare la voce grossa al tavolo delle grandi opere. In questo, purtroppo (forse meglio così), ha fallito miseramente.
Trama: Kazuto, meglio noto come Kirito, è un ragazzo NEET che svolge il ruolo di beta tester per il famosissimo MMORPG Sword Art Online. All'uscita del gioco, che grazie a una tecnologia di trasposizione della realtà permette ai giocatori di entrare in un mondo virtuale, ben diecimila persone, tra cui il nostro Kirito, vengono informate dell'impossibilità di far ritorno al mondo reale, senza prima aver portato a termine Sword Art Online. Vengono poi a conoscenza di un ulteriore problema: chi muore nel gioco muore anche nella realtà.
Analizziamo pezzo per pezzo come mai esistano persone che lo amano, persone che lo odiano, persone che lo condannano ecc. (sempre considerando che esistono le eccezioni).
Chi lo ama? Innanzitutto lo amano i ragazzini di oggi, ormai sempre più addestrati e posti al servizio del concetto di superficialità, che costituisce il vero problema della società odierna; loro lo amano perché vedono in Kirito il loro modello da seguire (cosa cattiva e ingiusta), ovvero un ragazzo che punta il dito contro il mondo reale a favore di un mondo virtuale ed è circondato da ragazze, con una caratterizzazione psicologica degna di un foglietto di carta, che al pari delle pecore seguono il loro pastore. Non per niente Klein, potenziale coprotagonista maschile, viene allontanato per lasciare il palcoscenico esclusivamente a Kirito. Lo amano gli inesperti, ovvero coloro che contano pochi anime nella loro lista di visioni, composta magari dai più noti, come "DragonBall", "One Piece" ecc. e vedono in "Sword Art Online" qualcosa di originale (cosa che assolutamente non è), a cui basta una buona grafica e qualche combattimento ben animato per innalzarlo a capolavoro. Lo amano gli appassionati di MMORPG e anime che trattino il genere, che, a differenza dei sopracitati, magari si rendono pure conto delle pecche che gravitano su questo anime, ma, molto semplicemente, non danno loro peso e si godono una visione semplice e priva di aspettative (cosa che "Sword Art Online" è, infatti).
Chi lo odia? Lo odiano gli appassionati di anime più esperti, coloro che contano parecchie opere viste e dotati quindi di una certa "cultura". Lo odiano perché vedono in "Sword Art Online" nient'altro che una scopiazzatura abbozzata alla bell'e meglio (o peggio) di altre opere, un qualcosa di visto e rivisto che non aggiunge niente al panorama dell'animazione (ed effettivamente è così). Il successo avuto (non inspiegabilmente, visti i precedenti) costituisce un'ulteriore aggravante. Lo odiano gli appassionati esigenti, ovvero quelle persone che non si accontentano della copertina, ma amano scavare a fondo e amano che l'opera e i suoi protagonisti lo facciano con loro. Sono quelli che non si accontentano di una visione semplice e passatempo, ma chiedono all'anime qualcosa di più. Lo odiano le persone che in "Sword Art Online" vedono la minaccia del messaggio che si porta appresso. "Sword Art Online" è un inno alla superficialità, soprattutto nel campo delle relazioni amorose (probabilmente quello peggiore), e il fatto che abbia avuto tanto successo costituisce una prova tangibile del problema delle società attuali (in particolar modo se pensiamo agli abitanti del Giappone, paese in cui il problema dei NEET e degli hikikomori è parecchio diffuso).
Tutto ciò fa sì che la critica si spezzi in due metà ben distinte.
Personalmente, conscio di quel che mi aspettava, l'ho guardato senza troppe pretese, nonostante normalmente abbia aspettative piuttosto alte, e questo mi ha permesso di apprezzarne alcuni punti (pochi, eh!) e di seguirlo senza annoiarmi troppo.
Sapendo che gli anime tratti da light novel presentano spesso numerosi buchi di trama e problemi legati alle caratterizzazioni (vedasi "Re:ZERO" o "No Game No Life", per dirne due a caso), venendo relegati al ruolo di "pubblicità per la light novel", non ci si può aspettare troppo. Da questo punto di vista "Sword Art Online" ha fatto centro, facendo parlare di sé per parecchio tempo.
Il problema è che questo anime ha dimostrato di voler dire la sua al netto della light novel, creando un doppio arco narrativo, una seconda stagione e pure un film. Ha cercato di avere delle pretese e di fare la voce grossa al tavolo delle grandi opere. In questo, purtroppo (forse meglio così), ha fallito miseramente.
Solitamente, quando parlo di questo anime, vi sono due fazioni, che pongono in netto contrasto opinioni di molto differenti tra loro, che per comodità di espressione racchiudo in: chi ha apprezzato e chi non ha apprezzato questa serie.
La trama è molto prevedibile, nulla di "non visto", basti pensare a ".hack/Sign" o "Log Horizon".
Ci troviamo in Giappone, in un futuro non troppo lontano dal nostro, dove la tecnologia (in tutti i settori) ha fatto - non pochi - passi da gigante. Il tutto ruota attorno a Kirigaya Kazuto alias Kirito, che, sfruttando la tecnologia del NerveGear, un hardware capace di trasformare l'esperienza videoludica in un'esperienza "reale", stimolando i sensi dei giocatori, rimane intrappolato - assieme agli altri player - dentro il mondo virtuale di Sword Art Online, "Aincrad", sviluppato da Akihiko Kayaba, dove l'unico modo per uscirne vivi è finire il gioco.
Da qui in avanti reputo d'obbligo dividere la serie in due archi narrativi per recensire al meglio quest'opera, cercando di mantenerla il quanto più sterile possibile da spoiler; il primo - l'arco narrativo di Aincrad - e il secondo, quello di ALfheim Online.
La serie si apre con Kirito, che, compreso il pericolo, si mette subito in marcia tra i territori di Aincrad per diventare sempre più forte, dato che perire in gioco comporta la morte nella vita reale. Durante i suoi viaggi si imbatterà in parecchi giocatori, stringendo amicizie - anche se con fatica e riluttanza - e combattendo contro player privi di morale. Tra le amicizie, troveremo Asuna Yuki, eccellente spadaccina, che darà vita a un rapporto che pian piano si trasformerà in amore - ricambiato - verso il protagonista della serie. Kirito e Asuna, seguiti dagli altri giocatori, cercheranno di finire il gioco, scalando i vari piani di Aincrad, finché un colpo di scena non cambierà l'andamento della storia...
E qui entriamo nel secondo arco narrativo, ALfheim Online.
Dopo aver concluso SAO (Sword Art Online), Kirito si troverà costretto a tornare nuovamente all'interno di un mondo virtuale, ALfheim appunto, per salvare una parte dei giocatori di SAO che sono rimasti intrappolati dentro il gioco. Catapultato in un mondo totalmente differente da Sword Art Online, Kirito dovrà dare il meglio di sé per affrontare le sfide che lo separano dalla meta.
Tornando alla premessa fatta all'inizio, mi pongo tra quelli che hanno apprezzato la serie. Anche se ci troviamo di fronte a qualcosa di già visto, "Sword Art Online" lascia un segno, capace di catturare lo spettatore e di catapultarlo in quel mondo fantastico che tutti, almeno una volta, abbiamo sognato esistesse.
Ottima ambientazione, dettaglio nei paesaggi, musiche scelte con cura in ogni sequenza e storia fanno di questo anime un piccolo tesoro da aggiungere alla propria collezione.
Mi soffermo ancora un attimo per spiegare il mio parere sulla scelta di costruire la serie in due archi narrativi. Personalmente, se la serie si fosse basata/concentrata esclusivamente su SAO lo avrei preferito. ALfheim risulta essere a tratti monotono, con puntate prive di pathos, che si salva giusto negli episodi finali dell'arco narrativo. Ma devo ammettere anche che la scelta di dividere la serie in due archi narrativi ha "salvato" l'intero anime da un possibile stallo. Lo stacco che vi è tra SAO e ALO (ALfheim Online) dà vita a quel "colpo di scena" che evita a SAO di concludersi in maniera scontata, che altrimenti avrebbe rischiato di far perdere il pathos che ci accompagna per quasi tutto l'arco narrativo (eccetto qualche episodio) di Aincrad.
Non posso far altro che consigliare la visione a tutti gli amanti del genere e augurar loro buona visione.
Voto: 7,5. Né troppo alto, in quanto comunque non ci troviamo di fronte a un'opera di spessore e/o innovativa, né troppo basso, in quanto parliamo di un anime che lascia parlare di sé, con una colonna sonora di tutto rispetto e scene davvero ben rappresentate.
La trama è molto prevedibile, nulla di "non visto", basti pensare a ".hack/Sign" o "Log Horizon".
Ci troviamo in Giappone, in un futuro non troppo lontano dal nostro, dove la tecnologia (in tutti i settori) ha fatto - non pochi - passi da gigante. Il tutto ruota attorno a Kirigaya Kazuto alias Kirito, che, sfruttando la tecnologia del NerveGear, un hardware capace di trasformare l'esperienza videoludica in un'esperienza "reale", stimolando i sensi dei giocatori, rimane intrappolato - assieme agli altri player - dentro il mondo virtuale di Sword Art Online, "Aincrad", sviluppato da Akihiko Kayaba, dove l'unico modo per uscirne vivi è finire il gioco.
Da qui in avanti reputo d'obbligo dividere la serie in due archi narrativi per recensire al meglio quest'opera, cercando di mantenerla il quanto più sterile possibile da spoiler; il primo - l'arco narrativo di Aincrad - e il secondo, quello di ALfheim Online.
La serie si apre con Kirito, che, compreso il pericolo, si mette subito in marcia tra i territori di Aincrad per diventare sempre più forte, dato che perire in gioco comporta la morte nella vita reale. Durante i suoi viaggi si imbatterà in parecchi giocatori, stringendo amicizie - anche se con fatica e riluttanza - e combattendo contro player privi di morale. Tra le amicizie, troveremo Asuna Yuki, eccellente spadaccina, che darà vita a un rapporto che pian piano si trasformerà in amore - ricambiato - verso il protagonista della serie. Kirito e Asuna, seguiti dagli altri giocatori, cercheranno di finire il gioco, scalando i vari piani di Aincrad, finché un colpo di scena non cambierà l'andamento della storia...
E qui entriamo nel secondo arco narrativo, ALfheim Online.
Dopo aver concluso SAO (Sword Art Online), Kirito si troverà costretto a tornare nuovamente all'interno di un mondo virtuale, ALfheim appunto, per salvare una parte dei giocatori di SAO che sono rimasti intrappolati dentro il gioco. Catapultato in un mondo totalmente differente da Sword Art Online, Kirito dovrà dare il meglio di sé per affrontare le sfide che lo separano dalla meta.
Tornando alla premessa fatta all'inizio, mi pongo tra quelli che hanno apprezzato la serie. Anche se ci troviamo di fronte a qualcosa di già visto, "Sword Art Online" lascia un segno, capace di catturare lo spettatore e di catapultarlo in quel mondo fantastico che tutti, almeno una volta, abbiamo sognato esistesse.
Ottima ambientazione, dettaglio nei paesaggi, musiche scelte con cura in ogni sequenza e storia fanno di questo anime un piccolo tesoro da aggiungere alla propria collezione.
Mi soffermo ancora un attimo per spiegare il mio parere sulla scelta di costruire la serie in due archi narrativi. Personalmente, se la serie si fosse basata/concentrata esclusivamente su SAO lo avrei preferito. ALfheim risulta essere a tratti monotono, con puntate prive di pathos, che si salva giusto negli episodi finali dell'arco narrativo. Ma devo ammettere anche che la scelta di dividere la serie in due archi narrativi ha "salvato" l'intero anime da un possibile stallo. Lo stacco che vi è tra SAO e ALO (ALfheim Online) dà vita a quel "colpo di scena" che evita a SAO di concludersi in maniera scontata, che altrimenti avrebbe rischiato di far perdere il pathos che ci accompagna per quasi tutto l'arco narrativo (eccetto qualche episodio) di Aincrad.
Non posso far altro che consigliare la visione a tutti gli amanti del genere e augurar loro buona visione.
Voto: 7,5. Né troppo alto, in quanto comunque non ci troviamo di fronte a un'opera di spessore e/o innovativa, né troppo basso, in quanto parliamo di un anime che lascia parlare di sé, con una colonna sonora di tutto rispetto e scene davvero ben rappresentate.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online" è un anime che mi ha colpito particolarmente, non solo per la trama, ma anche per alcuni messaggi e sensazioni che vuole trasmetterci.
La storia si apre ritrovandosi in un MMORPG che si rivelerà una "prigione", da cui è possibile uscirne completando il gioco senza morire. Ed è stato ben strutturato: le quest, gli item... Kirito vuole andare dritto alla vittoria, incontra una ragazza, Asuna, e si innamora, promettendole di uscire fuori dal gioco con lei. Un bel pensiero per un solo player. Fino a qui è stata davvero una bella storia, ricca di colpi di scena e un po' di romanticismo. Ti fa capire di non essere solo nella tempesta, di non abbatterti, che le persone che vanno via saranno sempre con te. Dopo aver completato il gioco, però, un maniaco sessuale porta Asuna in ALfheim Online (ALO), e ovviamente Kirito si precipiterà lì. Qui incontra sua sorella, Leafa (nella vita reale Suguha), ma non conoscono entrambi la loro identità nel mondo reale. Kirito riesce a salvare Asuna e diventa il game master del gioco (se non ricordo male). Non è stato come il primo arco, ma non siamo pessimisti, anche qui ho trovato qualcosa di buono: tutto questo ha portato al bacio del mondo reale tra Asuna e Kirito; ho apprezzato molto la scena dove Kirito ferisce quel maniaco di cui non voglio ricordare il nome, e anche la parte dove tutti su ALO festeggiano insieme. È stato bello vedere la determinazione di Kirito mentre cercava di salire su contro tutti quei mostri, per vedere Asuna. E poi ha detto: "Finché non arrivo lì su nulla sarà iniziato e nulla sarà finito". Inoltre, ha dato più informazioni su cosa è avvenuto dopo la fine di Sword Art Online e sulla vita di Kirito.
Insomma, davvero un bell'anime! Mi dispiace che abbia così tante critiche negative, provate a vedere il lato positivo anche voi.
"Sword Art Online" è un anime che mi ha colpito particolarmente, non solo per la trama, ma anche per alcuni messaggi e sensazioni che vuole trasmetterci.
La storia si apre ritrovandosi in un MMORPG che si rivelerà una "prigione", da cui è possibile uscirne completando il gioco senza morire. Ed è stato ben strutturato: le quest, gli item... Kirito vuole andare dritto alla vittoria, incontra una ragazza, Asuna, e si innamora, promettendole di uscire fuori dal gioco con lei. Un bel pensiero per un solo player. Fino a qui è stata davvero una bella storia, ricca di colpi di scena e un po' di romanticismo. Ti fa capire di non essere solo nella tempesta, di non abbatterti, che le persone che vanno via saranno sempre con te. Dopo aver completato il gioco, però, un maniaco sessuale porta Asuna in ALfheim Online (ALO), e ovviamente Kirito si precipiterà lì. Qui incontra sua sorella, Leafa (nella vita reale Suguha), ma non conoscono entrambi la loro identità nel mondo reale. Kirito riesce a salvare Asuna e diventa il game master del gioco (se non ricordo male). Non è stato come il primo arco, ma non siamo pessimisti, anche qui ho trovato qualcosa di buono: tutto questo ha portato al bacio del mondo reale tra Asuna e Kirito; ho apprezzato molto la scena dove Kirito ferisce quel maniaco di cui non voglio ricordare il nome, e anche la parte dove tutti su ALO festeggiano insieme. È stato bello vedere la determinazione di Kirito mentre cercava di salire su contro tutti quei mostri, per vedere Asuna. E poi ha detto: "Finché non arrivo lì su nulla sarà iniziato e nulla sarà finito". Inoltre, ha dato più informazioni su cosa è avvenuto dopo la fine di Sword Art Online e sulla vita di Kirito.
Insomma, davvero un bell'anime! Mi dispiace che abbia così tante critiche negative, provate a vedere il lato positivo anche voi.
"Sword Art Online" è un anime che ha diviso in due parti il pubblico: c'è chi lo adora e chi invece afferma che sia solo spazzatura. Di seguito riporterò la mia opinione, analizzando la trama e i personaggi.
Kazuto Kirigaya, protagonista dell'opera, entra in una realtà virtuale interattiva con una pluralità di giocatori (MMO) denominata "Sword Art Online" con il nickname di Kirito. I giochi MMO permettono ai giocatori di competere, interagire significativamente o combattere con altre persone in tutto il mondo virtuale esistente. Una volta entrato nel gioco, ben presto tutti i giocatori si accorgono che non possono più uscirne vivi, e c'è un'unica condizione: vincere il gioco, completandolo. Il mondo di gioco è studiato nei minimi dettagli: le quest, gli item che ogni giocatore ha a disposizione, le gilde e tutti gli elementi classici di un gioco di questo genere sono stati inseriti in modo impeccabile. Molti sono i giocatori che hanno perso ogni interesse a uscire da questo mondo, perché credono di aver trovato la loro pace e non vogliono affrontare la realtà. Kirito invece è determinato a vincere, e per farlo è consapevole di dover collaborare con gli altri, anche se preferirebbe affrontare quest'avventura da solo, ma si ricrederà quando incontrerà Asuna. Insieme cercheranno a tutti i costi di porre fine al gioco, per trascorrere insieme la loro vita nel mondo reale.
Questa prima parte dell'anime mi ha colpito notevolmente sia per la cura dei dettagli, essenziale per la buona riuscita dell'anime, sia per la spettacolarità di molti combattimenti, anche se non posso dire lo stesso per ciò che avverrà dopo la fine di questo primo arco narrativo. Credo che prolungare ulteriormente l'anime sia stato un grosso sbaglio: se si fosse concluso con il primo arco, sarebbe stato un capolavoro, purtroppo non è stato così, e il risultato è stato quello di deludere lo spettatore. Gli eventi che prolungheranno ulteriormente la storia non avrebbero mai dovuto inserirli, ed è per questo che do un voto nella media.
Kazuto Kirigaya, protagonista dell'opera, entra in una realtà virtuale interattiva con una pluralità di giocatori (MMO) denominata "Sword Art Online" con il nickname di Kirito. I giochi MMO permettono ai giocatori di competere, interagire significativamente o combattere con altre persone in tutto il mondo virtuale esistente. Una volta entrato nel gioco, ben presto tutti i giocatori si accorgono che non possono più uscirne vivi, e c'è un'unica condizione: vincere il gioco, completandolo. Il mondo di gioco è studiato nei minimi dettagli: le quest, gli item che ogni giocatore ha a disposizione, le gilde e tutti gli elementi classici di un gioco di questo genere sono stati inseriti in modo impeccabile. Molti sono i giocatori che hanno perso ogni interesse a uscire da questo mondo, perché credono di aver trovato la loro pace e non vogliono affrontare la realtà. Kirito invece è determinato a vincere, e per farlo è consapevole di dover collaborare con gli altri, anche se preferirebbe affrontare quest'avventura da solo, ma si ricrederà quando incontrerà Asuna. Insieme cercheranno a tutti i costi di porre fine al gioco, per trascorrere insieme la loro vita nel mondo reale.
Questa prima parte dell'anime mi ha colpito notevolmente sia per la cura dei dettagli, essenziale per la buona riuscita dell'anime, sia per la spettacolarità di molti combattimenti, anche se non posso dire lo stesso per ciò che avverrà dopo la fine di questo primo arco narrativo. Credo che prolungare ulteriormente l'anime sia stato un grosso sbaglio: se si fosse concluso con il primo arco, sarebbe stato un capolavoro, purtroppo non è stato così, e il risultato è stato quello di deludere lo spettatore. Gli eventi che prolungheranno ulteriormente la storia non avrebbero mai dovuto inserirli, ed è per questo che do un voto nella media.
Come tutti i titoli che spaccano in due la critica, "Sword Art Online" o lo si ama o lo si odia. Io l'ho odiato.
Il motivo che lo ha portato a raggiungere la popolarità di cui gode è la precisione chirurgica con la quale è stato spogliato di ogni caratteristica superflua, dove per superflua si intende ciò che non interessa al suo target di riferimento. Gli aspetti che vengono bellamente ignorati nel corso delle puntate però sono proprio quelli che rendono un anime interessante.
I personaggi sono piatti, talmente tanto da non potervi nemmeno individuare e classificare degli stereotipi. Di conseguenza anche le interazioni tra di loro risultano sciocche e innaturali, aggiungendo un'ulteriore croce allo spettatore nell'oceano di difetti di "Sword Art Online". Il dramma di vedere questi automi muoversi nel loro mondo virtuale risulta ancora più difficile da digerire nel caso di Kirito, presentatoci in teoria, come ogni buon protagonista, dotato di gran carisma. Nella pratica però appare come il personaggio letteralmente più blando dell'intera serie, seguito dalla sua controparte femminile Asuna, che inizialmente dimostra per miracolo di avere del carattere, soltanto per sfumare dopo aver aderito al suo compito di suggerircela come un intrigante interesse amoroso, e lasciando dietro di sé l'ombra di una mogliettina docile e priva di personalità. Il tutto aderisce a perfezione all'idea di relazione ideale dei ragazzini a cui è indirizzato, ovvero che fila liscia e banale, come il resto della serie.
"Liscia" si fa per dire, dal momento che "Sword Art Online" non è stato graziato nemmeno dalla capacità di intrattenere senza sfociare nella noia derivata dal dinamismo pressoché assente in ogni sua componente, dai dialoghi alla parte strutturale delle puntate. Il senso di stagnazione che si crea di conseguenza è accentuato dall'infantilismo che domina questo titolo, al punto da farlo risultare persino imbarazzante.
Nemmeno la trama è in grado di alzarne la qualità, data la mancanza di originalità e i risvolti prevedibili.
Quando sono stata spiazzata da alcuni rari avvenimenti, la cosa è ugualmente stata negativa, perché non si trattava di rivelazioni inaspettate o altro, bensì di tristi espedienti insensati, spesso per dare inutilmente un tono a Kirito e compagnia.
Ammetto tuttavia che le premesse, se mandate avanti in modo completamente diverso, avrebbero potuto dare vita a un qualcosa di molto differente, in senso positivo.
L'unica altra cosa che ho apprezzato sono i character design e le ambientazioni, in alcuni punti addirittura splendide.
Sostanzialmente, "Sword Art Online" è una vittima, sacrificata sull'altare delle basse aspettative di coloro verso cui è stato pensato per impressionare, con successo tra l'altro.
In favore di caratteristiche commerciali, esasperate fino a renderle insopportabili, è stato tralasciato il resto. E il resto gli costa un 3.
Il motivo che lo ha portato a raggiungere la popolarità di cui gode è la precisione chirurgica con la quale è stato spogliato di ogni caratteristica superflua, dove per superflua si intende ciò che non interessa al suo target di riferimento. Gli aspetti che vengono bellamente ignorati nel corso delle puntate però sono proprio quelli che rendono un anime interessante.
I personaggi sono piatti, talmente tanto da non potervi nemmeno individuare e classificare degli stereotipi. Di conseguenza anche le interazioni tra di loro risultano sciocche e innaturali, aggiungendo un'ulteriore croce allo spettatore nell'oceano di difetti di "Sword Art Online". Il dramma di vedere questi automi muoversi nel loro mondo virtuale risulta ancora più difficile da digerire nel caso di Kirito, presentatoci in teoria, come ogni buon protagonista, dotato di gran carisma. Nella pratica però appare come il personaggio letteralmente più blando dell'intera serie, seguito dalla sua controparte femminile Asuna, che inizialmente dimostra per miracolo di avere del carattere, soltanto per sfumare dopo aver aderito al suo compito di suggerircela come un intrigante interesse amoroso, e lasciando dietro di sé l'ombra di una mogliettina docile e priva di personalità. Il tutto aderisce a perfezione all'idea di relazione ideale dei ragazzini a cui è indirizzato, ovvero che fila liscia e banale, come il resto della serie.
"Liscia" si fa per dire, dal momento che "Sword Art Online" non è stato graziato nemmeno dalla capacità di intrattenere senza sfociare nella noia derivata dal dinamismo pressoché assente in ogni sua componente, dai dialoghi alla parte strutturale delle puntate. Il senso di stagnazione che si crea di conseguenza è accentuato dall'infantilismo che domina questo titolo, al punto da farlo risultare persino imbarazzante.
Nemmeno la trama è in grado di alzarne la qualità, data la mancanza di originalità e i risvolti prevedibili.
Quando sono stata spiazzata da alcuni rari avvenimenti, la cosa è ugualmente stata negativa, perché non si trattava di rivelazioni inaspettate o altro, bensì di tristi espedienti insensati, spesso per dare inutilmente un tono a Kirito e compagnia.
Ammetto tuttavia che le premesse, se mandate avanti in modo completamente diverso, avrebbero potuto dare vita a un qualcosa di molto differente, in senso positivo.
L'unica altra cosa che ho apprezzato sono i character design e le ambientazioni, in alcuni punti addirittura splendide.
Sostanzialmente, "Sword Art Online" è una vittima, sacrificata sull'altare delle basse aspettative di coloro verso cui è stato pensato per impressionare, con successo tra l'altro.
In favore di caratteristiche commerciali, esasperate fino a renderle insopportabili, è stato tralasciato il resto. E il resto gli costa un 3.
Sarò breve e concisa. La trama dell'anime è carina, il protagonista principale e altri ragazzi si trovano intrappolati in un videogioco in una realtà virtuale, e per sopravvivere devono completarlo.
L'idea di partenza è validissima e affascinante, andando avanti però si sviluppa in maniera infantile e un po' approssimativa... non ci sono tanti colpi di scena emozionanti, i personaggi non hanno una profonda caratterizzazione né riescono a fare riflessioni all'altezza delle tematiche iniziali e centrali. Si poteva approfondire il tema della solitudine adolescenziale che spinge tanti ragazzi a trovare conforto nelle realtà fittizie (unica conclusione del protagonista è che manterrà i suoi sentimenti una volta tornato nel mondo reale). Si poteva approfondire il tema dell'amicizia, della difesa dei compagni, dell'amore che nasce e cresce velocemente in modo estremamente superficiale e infantile. L'arrivo poi di Yui nella trama e del suo rapporto con i protagonisti mi ha fatto perdere fiducia. L'unico personaggio a me gradito è Asuna, indipendente, forte e decisa, che però poi si innamora e perde tutto il suo spessore. Kirito è il classico belloccio, forte, altruista e senza difetti.
Insomma, mi ripeto, un po' superficiale. Nel contesto però l'idea è buona, e la trama non è male, ma ormai questo genere poco riflessivo e ispirato non rispecchia più i miei gusti.
L'idea di partenza è validissima e affascinante, andando avanti però si sviluppa in maniera infantile e un po' approssimativa... non ci sono tanti colpi di scena emozionanti, i personaggi non hanno una profonda caratterizzazione né riescono a fare riflessioni all'altezza delle tematiche iniziali e centrali. Si poteva approfondire il tema della solitudine adolescenziale che spinge tanti ragazzi a trovare conforto nelle realtà fittizie (unica conclusione del protagonista è che manterrà i suoi sentimenti una volta tornato nel mondo reale). Si poteva approfondire il tema dell'amicizia, della difesa dei compagni, dell'amore che nasce e cresce velocemente in modo estremamente superficiale e infantile. L'arrivo poi di Yui nella trama e del suo rapporto con i protagonisti mi ha fatto perdere fiducia. L'unico personaggio a me gradito è Asuna, indipendente, forte e decisa, che però poi si innamora e perde tutto il suo spessore. Kirito è il classico belloccio, forte, altruista e senza difetti.
Insomma, mi ripeto, un po' superficiale. Nel contesto però l'idea è buona, e la trama non è male, ma ormai questo genere poco riflessivo e ispirato non rispecchia più i miei gusti.
L'anime "Sword Art Online", abbreviato in SAO, è una trasposizione del 2012 nata dalla serie di light novel di Reki Kawahara che ha avuto un immenso successo.
La trama è incentrata sul personaggio di Kirito, un nerd bravissimo nei videogiochi, che decide di partecipare al progetto Sword Art Online (SAO), una realtà virtuale di gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa che è possibile gestire tramite un casco che permette al giocatore di muoversi nel gioco direttamente con la mente, insieme a tanti suoi coetanei sparsi per il Paese.
Fin qui tutto normale, ma, quando il creatore del gioco si manifesta, dicendo loro che non è possibile effettuare il logout se non sconfiggendo il boss dell'ultimo livello, e che morire nel gioco equivale a morire anche nella vita reale, iniziano i problemi.
Le premesse sono molto buone, non originali, ma buone. Il problema di SAO viene dopo, con la caratterizzazione dei personaggi e l'avanzare della trama.
Infatti, i personaggi sono tutti un po' piatti e stereotipati. Il protagonista poi è la vera pecca della serie, perché lui è il centro di tutto, è il più forte, il più bello, il più desiderato da tutte le ragazze (compresa sua sorella-cugina!), metà degli episodi fa riferimento a lui nel titolo e lui naturalmente arriva alla fine del gioco. Niente di più scontato.
L'unico personaggio degno di nota all'inizio era Asuna, che è molto forte, al punto da tenere testa a Kirito. Ma, quando anche lei si innamora del protagonista (cosa abbastanza ovvia, non credo sia spoiler), perde ogni briciolo di capacità, risultando anch'essa un personaggio privo di spessore. Per non parlare della parentesi amorosa dei due con l'apparizione del personaggio di Yui. E su questo non mi dilungo per non fare spoiler, ma davvero questa parte è la rovina di tutta la prima stagione.
La trama è abbastanza veloce ma per nulla entusiasmante, e si arriva subito alla parte finale con tanto di sconcertante verità relativa al gioco di SAO. Ma le cose non finiscono qui, perché il gioco procede e ci troviamo nel mondo di ALO, seconda parte della prima stagione, in cui c'è il totale degrado della serie. Qui vengono introdotti personaggi assurdi e ridicoli come Sugua, la sorella-cugina di Kirito, che ha uno sviluppo veramente patetico. E' un personaggio inutile su cui però si incentra l'intera seconda parte, che risulta così molto più noiosa rispetto alla prima. Per non parlare della fine del personaggio di Asuna, che qui viene ridotto praticamente a brandelli, anche in scene e pose sexy molto più marcate che nella prima parte.
La prima parte non mi ha entusiasmato granché, ma la seconda parte è veramente da buttare. Noiosa, inutile, ridicola e assolutamente irrealistica.
Il tono della serie in generale è abbastanza leggero, nonostante la morte di qualche personaggio, e il messaggio controverso legato alla realtà virtuale che vuole lanciare e che, contrariamente a molti, mi sento di condividere non viene molto approfondito in tutti i suoi aspetti.
Visivamente nulla da dire: grafica ineccepibile, animazioni molto fluide e combattimenti (per quel poco che ci sta) ben realizzati; musiche meravigliose, tra le migliori di sempre.
In generale, mi sento di bocciare completamente questa serie, non è altro che una banale e pessima 'commercialata'.
La trama è incentrata sul personaggio di Kirito, un nerd bravissimo nei videogiochi, che decide di partecipare al progetto Sword Art Online (SAO), una realtà virtuale di gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa che è possibile gestire tramite un casco che permette al giocatore di muoversi nel gioco direttamente con la mente, insieme a tanti suoi coetanei sparsi per il Paese.
Fin qui tutto normale, ma, quando il creatore del gioco si manifesta, dicendo loro che non è possibile effettuare il logout se non sconfiggendo il boss dell'ultimo livello, e che morire nel gioco equivale a morire anche nella vita reale, iniziano i problemi.
Le premesse sono molto buone, non originali, ma buone. Il problema di SAO viene dopo, con la caratterizzazione dei personaggi e l'avanzare della trama.
Infatti, i personaggi sono tutti un po' piatti e stereotipati. Il protagonista poi è la vera pecca della serie, perché lui è il centro di tutto, è il più forte, il più bello, il più desiderato da tutte le ragazze (compresa sua sorella-cugina!), metà degli episodi fa riferimento a lui nel titolo e lui naturalmente arriva alla fine del gioco. Niente di più scontato.
L'unico personaggio degno di nota all'inizio era Asuna, che è molto forte, al punto da tenere testa a Kirito. Ma, quando anche lei si innamora del protagonista (cosa abbastanza ovvia, non credo sia spoiler), perde ogni briciolo di capacità, risultando anch'essa un personaggio privo di spessore. Per non parlare della parentesi amorosa dei due con l'apparizione del personaggio di Yui. E su questo non mi dilungo per non fare spoiler, ma davvero questa parte è la rovina di tutta la prima stagione.
La trama è abbastanza veloce ma per nulla entusiasmante, e si arriva subito alla parte finale con tanto di sconcertante verità relativa al gioco di SAO. Ma le cose non finiscono qui, perché il gioco procede e ci troviamo nel mondo di ALO, seconda parte della prima stagione, in cui c'è il totale degrado della serie. Qui vengono introdotti personaggi assurdi e ridicoli come Sugua, la sorella-cugina di Kirito, che ha uno sviluppo veramente patetico. E' un personaggio inutile su cui però si incentra l'intera seconda parte, che risulta così molto più noiosa rispetto alla prima. Per non parlare della fine del personaggio di Asuna, che qui viene ridotto praticamente a brandelli, anche in scene e pose sexy molto più marcate che nella prima parte.
La prima parte non mi ha entusiasmato granché, ma la seconda parte è veramente da buttare. Noiosa, inutile, ridicola e assolutamente irrealistica.
Il tono della serie in generale è abbastanza leggero, nonostante la morte di qualche personaggio, e il messaggio controverso legato alla realtà virtuale che vuole lanciare e che, contrariamente a molti, mi sento di condividere non viene molto approfondito in tutti i suoi aspetti.
Visivamente nulla da dire: grafica ineccepibile, animazioni molto fluide e combattimenti (per quel poco che ci sta) ben realizzati; musiche meravigliose, tra le migliori di sempre.
In generale, mi sento di bocciare completamente questa serie, non è altro che una banale e pessima 'commercialata'.
Un voto così ridicolmente basso potrebbe far pensare che la mia sia una valutazione emotiva (e in parte è così), ma ho delle ragioni molto chiare per dare a questo anime il più basso voto possibile. Ritengo infatti che questa serie animata non sia solo brutta nella maniera più becera ma pure, non esagero, pericolosa.
Otaku è una parola che definisce un ragazzo "dedito in maniera ossessiva a una particolare attività", e, generalizzando, si riferisce a quegli adolescenti giapponesi che si chiudono nelle loro camere, limitando al massimo le interazioni umane per proteggersi in una bolla di infantilismo dalle minacce del mondo esterno. In Giappone è un problema molto grave, che colpisce percentuali considerevoli di adolescenti, ma, visto che si tratta del Giappone (società ansiogena che si protegge da tempo dallo stress atipico della loro vita con un diffuso infantilismo), generalmente viene considerato un fenomeno relegato a quella società, e non ci si fa caso. Tuttavia non è solo del Sol Levante il problema. Se mai vi capitasse di avere amici dalle passioni "nerd" (perdonatemi questa semplificazione), potreste osservare come una certa convinzione, ovvero che il mondo reale, con le sue sfide e difficoltà, sia triste e punitivo, mentre nei giochi e nei mondi di fantasia si possa finalmente essere sé stessi, sia sempre più diffusa. Talmente è diffusa questa convinzione, che alcuni eventi "nerd" vengono ormai pubblicizzati facendo leva su questi sentimenti. "Escape Reality" recitava la pubblicità di un raduno per appassionati di giochi di ruolo.
In un panorama del genere, con un infantilismo che ormai comincia a permeare tutta la società occidentale, è preoccupante il successo di un anime che celebra in maniera tanto becera questo tipo di pensiero. Non a caso questo anime mi è stato consigliato da una persona che ritengo essere piuttosto rappresentativa di questa tendenza. "Il secondo arco perde un po', ma, fidati, il primo è bellissimo." Così mi è stata presentata questa oscenità, e, finito il primo arco, non mi sono nemmeno dato la pena di vedere il secondo. Kirito, il protagonista, sembra il feticcio creato apposta per chi si esalta alla vista di certe azioni. Tenebroso, recluso, timido ma in un qualche modo, e per qualche motivo, 'fighissimo'. Ovviamente, anche se ha il carisma di un ferma-libri, ogni ragazza che incontra, iper-sessualizzata anche se minorenne e dallo spessore caratteriale di un foglio di carta, si eccita e palpita per lui. Perché? Perché è ciò che un certo tipo di pubblico vuole vedere. Ovviamente è un tipo di romanticismo grottesco e irreale, ma ha veramente importanza? Quello di questi amori incontrati comodamente nel mondo irreale del videogioco (mondo che il protagonista non manca di sottolineare come sia più bello e vivo di quello vero) sono melensi e mal scritti, posti giusto per soddisfare le carenze sessuali e affettive di chi potrebbe realmente perdersi in un mondo del genere.
Mai, nel corso dell'anime, viene svolta una riflessione su quelli che possono essere i ruoli dei giocatori in questo mondo. Se esiste un motivo per cui si creano società e sub-società, se esiste chi vuole rimanere intrappolato in quel mondo, chi è indifferente e chi invece lotta per tornare alla realtà. Ogni tanto sembra che se ne stia per parlare, o se ne voglia parlare, ma alla fine ogni puntata e situazione è pensata per far vedere quanto è 'figo' Kirito, quanto è generoso Kirito, quanto è forte Kirito, quanto amoreggia Kirito. Come se non bastasse, vengono inseriti dei personaggi insulsi che muoiono convenientemente solo per creare qualche "feel" facile, ma che a una persona matura non possono far altro che far sbadigliare.
Si potrebbe controbattere facendo notare come l'anime sia pensato per un pubblico certamente adolescenziale, più suggestionabile, 'facilotto' e capace di esaltarsi davanti a certe semplicità. Al di là del fatto che non sarebbe comunque una giustificazione per una tale superficialità e immaturità nel trattare una storia, questo implica almeno due cose:
1) gli adolescenti sono dei rimbambiti indegni di emozioni e situazioni complesse, capaci di esaltarsi solo in virtù degli ormoni che hanno in corpo;
2) è giusto mostrare agli adolescenti una realtà dove è possibile vivere grandi avventure solo perché ossessionati da un qualche feticcio (sia esso videogioco, gioco di ruolo, anime o checchessia), e che, se si continua ad essere degli inetti socialmente e nella vita, si è ricompensati dalle ragazze, dall'amicizia e dalla 'figaggine' trascendentale.
Personalmente mi rifiuto di avere una stima così bassa di chi passa un periodo molto delicato e suggestionabile della propria vita, quale è l'adolescenza.
Infine, anche per quanto riguarda la struttura interna, ci sono problemi piuttosto gravi. Dilatazioni smisurate e contrazioni altrettanto forti dei tempi della trama caratterizzano tutta l'opera. A volte intere fasi sembrano essere saltate, a volte intere puntate sono dedicate a noiosissime vicende pseudo-sentimentali. Inoltre sembra che l'arco narrativo si interrompa di netto, come se a un certo punto l'autore si fosse rotto le scatole, o si fosse vergognato egli stesso della scemenza che stava disegnando, e avesse deciso di anticipare la fine a caso.
Guardare "Sword Art Online" è stata la più grossa perdita di tempo della mia vita, ma per chi se lo gode il pericolo potrebbe anche essere maggiore: potrebbe pensare che questo tipo di interazioni ed emozioni potrebbero capitargli veramente, se solo si comportasse come Kirito. Pardon, Kirito-san.
Otaku è una parola che definisce un ragazzo "dedito in maniera ossessiva a una particolare attività", e, generalizzando, si riferisce a quegli adolescenti giapponesi che si chiudono nelle loro camere, limitando al massimo le interazioni umane per proteggersi in una bolla di infantilismo dalle minacce del mondo esterno. In Giappone è un problema molto grave, che colpisce percentuali considerevoli di adolescenti, ma, visto che si tratta del Giappone (società ansiogena che si protegge da tempo dallo stress atipico della loro vita con un diffuso infantilismo), generalmente viene considerato un fenomeno relegato a quella società, e non ci si fa caso. Tuttavia non è solo del Sol Levante il problema. Se mai vi capitasse di avere amici dalle passioni "nerd" (perdonatemi questa semplificazione), potreste osservare come una certa convinzione, ovvero che il mondo reale, con le sue sfide e difficoltà, sia triste e punitivo, mentre nei giochi e nei mondi di fantasia si possa finalmente essere sé stessi, sia sempre più diffusa. Talmente è diffusa questa convinzione, che alcuni eventi "nerd" vengono ormai pubblicizzati facendo leva su questi sentimenti. "Escape Reality" recitava la pubblicità di un raduno per appassionati di giochi di ruolo.
In un panorama del genere, con un infantilismo che ormai comincia a permeare tutta la società occidentale, è preoccupante il successo di un anime che celebra in maniera tanto becera questo tipo di pensiero. Non a caso questo anime mi è stato consigliato da una persona che ritengo essere piuttosto rappresentativa di questa tendenza. "Il secondo arco perde un po', ma, fidati, il primo è bellissimo." Così mi è stata presentata questa oscenità, e, finito il primo arco, non mi sono nemmeno dato la pena di vedere il secondo. Kirito, il protagonista, sembra il feticcio creato apposta per chi si esalta alla vista di certe azioni. Tenebroso, recluso, timido ma in un qualche modo, e per qualche motivo, 'fighissimo'. Ovviamente, anche se ha il carisma di un ferma-libri, ogni ragazza che incontra, iper-sessualizzata anche se minorenne e dallo spessore caratteriale di un foglio di carta, si eccita e palpita per lui. Perché? Perché è ciò che un certo tipo di pubblico vuole vedere. Ovviamente è un tipo di romanticismo grottesco e irreale, ma ha veramente importanza? Quello di questi amori incontrati comodamente nel mondo irreale del videogioco (mondo che il protagonista non manca di sottolineare come sia più bello e vivo di quello vero) sono melensi e mal scritti, posti giusto per soddisfare le carenze sessuali e affettive di chi potrebbe realmente perdersi in un mondo del genere.
Mai, nel corso dell'anime, viene svolta una riflessione su quelli che possono essere i ruoli dei giocatori in questo mondo. Se esiste un motivo per cui si creano società e sub-società, se esiste chi vuole rimanere intrappolato in quel mondo, chi è indifferente e chi invece lotta per tornare alla realtà. Ogni tanto sembra che se ne stia per parlare, o se ne voglia parlare, ma alla fine ogni puntata e situazione è pensata per far vedere quanto è 'figo' Kirito, quanto è generoso Kirito, quanto è forte Kirito, quanto amoreggia Kirito. Come se non bastasse, vengono inseriti dei personaggi insulsi che muoiono convenientemente solo per creare qualche "feel" facile, ma che a una persona matura non possono far altro che far sbadigliare.
Si potrebbe controbattere facendo notare come l'anime sia pensato per un pubblico certamente adolescenziale, più suggestionabile, 'facilotto' e capace di esaltarsi davanti a certe semplicità. Al di là del fatto che non sarebbe comunque una giustificazione per una tale superficialità e immaturità nel trattare una storia, questo implica almeno due cose:
1) gli adolescenti sono dei rimbambiti indegni di emozioni e situazioni complesse, capaci di esaltarsi solo in virtù degli ormoni che hanno in corpo;
2) è giusto mostrare agli adolescenti una realtà dove è possibile vivere grandi avventure solo perché ossessionati da un qualche feticcio (sia esso videogioco, gioco di ruolo, anime o checchessia), e che, se si continua ad essere degli inetti socialmente e nella vita, si è ricompensati dalle ragazze, dall'amicizia e dalla 'figaggine' trascendentale.
Personalmente mi rifiuto di avere una stima così bassa di chi passa un periodo molto delicato e suggestionabile della propria vita, quale è l'adolescenza.
Infine, anche per quanto riguarda la struttura interna, ci sono problemi piuttosto gravi. Dilatazioni smisurate e contrazioni altrettanto forti dei tempi della trama caratterizzano tutta l'opera. A volte intere fasi sembrano essere saltate, a volte intere puntate sono dedicate a noiosissime vicende pseudo-sentimentali. Inoltre sembra che l'arco narrativo si interrompa di netto, come se a un certo punto l'autore si fosse rotto le scatole, o si fosse vergognato egli stesso della scemenza che stava disegnando, e avesse deciso di anticipare la fine a caso.
Guardare "Sword Art Online" è stata la più grossa perdita di tempo della mia vita, ma per chi se lo gode il pericolo potrebbe anche essere maggiore: potrebbe pensare che questo tipo di interazioni ed emozioni potrebbero capitargli veramente, se solo si comportasse come Kirito. Pardon, Kirito-san.
"Sword Art Online" è uno degli anime più famosi, da quanto ne so io.
La storia narra di un ragazzo, Kazuto (Kirito, nel gioco), che, dopo aver provato un gioco, rimane al suo interno senza poterne uscire, a causa dell'assenza del tasto log-out.
Il tema principale è la morte: infatti, se un giocatore viene ucciso, muore anche nella realtà. Una trama ricca di azione e suspense, ma povera di dettagli. Infatti, nel corso dell'anime possiamo trovare molti buchi che non sono colmati, causati dalla quasi assenza di dettagli. Il mondo di Sword Art Online è, come nella maggior parte dei giochi MMORPG, un mondo fantasy, e i luoghi richiamano perfettamente il genere. Quindi, i dettagli degli scenari non mancano, anzi. Il vero problema sono quelli della storia, che rendono i personaggi meccanici e inumani. Un esempio? Nella seconda parte dell'anime, ovvero quando il protagonista esce dal nervgear (dispositivo con il quale è possibile entrare nel mondo virtuale), la quasi indifferenza delle persone circostanti a Kazuto è quasi inquietante. Infatti, nessuno sembra sapere che il nostro protagonista era sempre in contatto ravvicinato con la morte. Il non-intervento delle autorità (che vengono nominate qua e là ma mai in modo chiaro e preciso) fa apparire il tutto un qualcosa di troppo meccanico. Certo, è un anime, ma questi ultimi devono saper immergere lo spettatore all'interno della trama e dei protagonisti.
Oltre la morte, il tema forse più affrontato è l'amore tra i due protagonisti, Kirito e Asuna. Troppo veloce, a mio parere, ma non sbagliato. Infatti il loro amore si sviluppa sì e no in tre-quattro episodi, per poi farli diventare una coppia affiatata e inseparabile. Come ho già detto, forse la velocità con cui è nata è un po' eccessiva, ma è davvero "ben strutturata". È l'elemento che più ti fa affezionare all'anime, se vogliamo proprio dirlo, perché sei interessato a vedere come continuerà fra i due e se si salveranno entrambi.
Quindi, nel complesso, è un bell'anime, gli unici problemi sono la scarsità di dettagli e i personaggi non troppo curati.
Trama: 8; opening 1: 7; opening 2: 7; ending 1: 7; ending 2: 7; personaggi: 7; animazioni: 7.
Voto totale: 7,5. Il voto matematico sarebbe 7, ma quel mezzo è dovuto al brivido che mi ha dato il finale.
La storia narra di un ragazzo, Kazuto (Kirito, nel gioco), che, dopo aver provato un gioco, rimane al suo interno senza poterne uscire, a causa dell'assenza del tasto log-out.
Il tema principale è la morte: infatti, se un giocatore viene ucciso, muore anche nella realtà. Una trama ricca di azione e suspense, ma povera di dettagli. Infatti, nel corso dell'anime possiamo trovare molti buchi che non sono colmati, causati dalla quasi assenza di dettagli. Il mondo di Sword Art Online è, come nella maggior parte dei giochi MMORPG, un mondo fantasy, e i luoghi richiamano perfettamente il genere. Quindi, i dettagli degli scenari non mancano, anzi. Il vero problema sono quelli della storia, che rendono i personaggi meccanici e inumani. Un esempio? Nella seconda parte dell'anime, ovvero quando il protagonista esce dal nervgear (dispositivo con il quale è possibile entrare nel mondo virtuale), la quasi indifferenza delle persone circostanti a Kazuto è quasi inquietante. Infatti, nessuno sembra sapere che il nostro protagonista era sempre in contatto ravvicinato con la morte. Il non-intervento delle autorità (che vengono nominate qua e là ma mai in modo chiaro e preciso) fa apparire il tutto un qualcosa di troppo meccanico. Certo, è un anime, ma questi ultimi devono saper immergere lo spettatore all'interno della trama e dei protagonisti.
Oltre la morte, il tema forse più affrontato è l'amore tra i due protagonisti, Kirito e Asuna. Troppo veloce, a mio parere, ma non sbagliato. Infatti il loro amore si sviluppa sì e no in tre-quattro episodi, per poi farli diventare una coppia affiatata e inseparabile. Come ho già detto, forse la velocità con cui è nata è un po' eccessiva, ma è davvero "ben strutturata". È l'elemento che più ti fa affezionare all'anime, se vogliamo proprio dirlo, perché sei interessato a vedere come continuerà fra i due e se si salveranno entrambi.
Quindi, nel complesso, è un bell'anime, gli unici problemi sono la scarsità di dettagli e i personaggi non troppo curati.
Trama: 8; opening 1: 7; opening 2: 7; ending 1: 7; ending 2: 7; personaggi: 7; animazioni: 7.
Voto totale: 7,5. Il voto matematico sarebbe 7, ma quel mezzo è dovuto al brivido che mi ha dato il finale.
Allora, ragazzi, cercherò di essere il più breve e coinciso possibile.
Questo anime vanta(va) delle potenzialità molto alte, ma trattare tematiche attuali mascherate in maniera da renderle quasi futuristiche non è semplice. Purtroppo non basta questo per elevare un’opera a un livello superiore, alla media inteso. La dimostrazione empirica di tale frase è l’esistenza di “Sword Art Online”, un’idea promettente sfruttata male. Stiamo parlando di tematiche complesse: la realtà virtuale, il suo impatto sulla vita, la creazione di un nostro alter-ego perennemente influenzato dall’online anche quando è offline, la percezione della realtà deviata e mutevole nel tempo ecc.
Con tutti questi assiomi da sviscerare e da (di)mostrare nelle varie sfaccettature possibili, grazie al medium dell’anime, cosa si è riuscito a tirare fuori? Veramente troppo poco: quello che ne esce è purtroppo deludente e insoddisfacente, seppur, in parte, gradevole.
Kazuto Kirigaya, alias Kirito all’interno della realtà virtuale, è il protagonista fortissimo e dotato di un innato sesto senso filantropico che lo spinge ad aiutare sempre gli altri a risolvere i loro problemi, nonostante lui sia un player “solitario”. Un personaggio contradditorio già dalla nascita: come Tomoya di “Clannad” anche lui probabilmente cerca di sfuggire dai suoi dilemmi personali, rifugiandosi in quelli degli altri. Un personaggio inizialmente avvolto da un fascino tenebroso oscuro che contraddistingue numerosi protagonisti di anime dello stesso genere, però del quale, purtroppo, non avremo mai un vero e proprio background del passato. Il nostro Kirito rimane così tanto affascinante quanto vuoto. Lasciare al caso un tassello così importante della trama, paragonabile quasi a una colonna portante di un edificio, è un vero e proprio azzardo, per me finito male. Possiamo solo immaginare il triste stato d’animo e la storia che contraddistinguevano Kirito in passato.
La trama ci mostra le sue gesta all’interno di questo mondo virtuale come se fosse effettivamente il perno su cui ruota tutta la vicenda, quando in realtà tale contesto non viene per nulla sviluppato in maniera intelligente. Si potrebbe asserire anche che tale ambiente sia solo un catalizzatore nel quale si svolgeranno le varie vicende che dovrebbero approfondire i vari personaggi, ma in realtà nemmeno ciò accade. Anche i meno disdicevoli verso tale affermazione potrebbero obiettare, dicendo che questa maniera di raccontare l’ambiente non sia altro che un meccanismo virtuale dell'intrigo, un qualcosa che per i personaggi ha un'importanza cruciale, attorno alla quale si crea enfasi e si svolge l'azione, ma che non possiede un vero significato per lo spettatore. Io sono del tutto convinto che con un contesto del genere si poteva fare molto di più di cosi: invece di sfruttare questi metodi (intelligenti), per sfuggire dalla responsabilità di mettersi in gioco mostrando il proprio pensiero su argomenti cosi intriganti e attuali, l’autore ha puntato tutto su stereotipi/cliché e spettacolarizzazione del medium che tutti ben conosciamo.
Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler
Dopo i primi quattro-cinque episodi ho pensato di interrompere la visione e attribuirgli un voto assolutamente insufficiente, ma amici mi hanno convinto a continuare. Non so se sia un bene o un male che io abbia proseguito nella visione, ma vediamo di ricavare anche qualche punto forte da questo prodotto (seppur poco forte). Innanzitutto, per riuscire ad esprimermi al meglio in merito, dovrò fare qualche spoiler da qui in poi. L’omaggio nella parte finale dell’anime in cui Asuna è prigioniera e vittima del cattivissimo Sigurd rimanda tantissimo a “Berserk”, e solo per questo si prende un voto in più da parte mia (sono imparziale quando si parla di “Berserk”, la mia opera preferita). Oltre ciò ho adorato il ritorno in real life finale e lo scontro tra il protagonista e l’antagonista nel parcheggio innevato dell’ospedale dove risiedeva Asuna; Sigurd sicuramente non spicca come antagonista, ma la pazzia che lo pervade è affascinante. Ultimo punto forte, ma non ultimo per importanza: la qualità grafica e dell’animazione è davvero ottima!
Fine parte contenente spoiler
Sono bastate queste piccole cose per togliere l’enorme zavorra che stava facendo inabissare questa opera nelle profondità; avendo io specificato di dover essere “breve” e “coinciso”, non mi dilungherò oltre con questo scritto, rischiando di divenire inutilmente prolisso. Voto: 6-
Sintesi: in un’opera dedita al fanservice, le potenzialità colossali quasi del tutto sprecate tediano moltissimo chi, come me, è nato e cresciuto a pane e anime, e ormai completamente anestetizzato dagli standard ‘clichéttosi’ (passatemi il termine) giapponesi che finiscono per abbassare qualsiasi standard del medium, regia, sceneggiatura ecc., finendo per creare una standardizzazione a livello industriale anche di questi anime, che potevano essere molto di più di semplici prodotti commerciali.
Per quanto riguarda grafica, audio, opening ed ending niente da dire, sono di ottima qualità.
Questo anime vanta(va) delle potenzialità molto alte, ma trattare tematiche attuali mascherate in maniera da renderle quasi futuristiche non è semplice. Purtroppo non basta questo per elevare un’opera a un livello superiore, alla media inteso. La dimostrazione empirica di tale frase è l’esistenza di “Sword Art Online”, un’idea promettente sfruttata male. Stiamo parlando di tematiche complesse: la realtà virtuale, il suo impatto sulla vita, la creazione di un nostro alter-ego perennemente influenzato dall’online anche quando è offline, la percezione della realtà deviata e mutevole nel tempo ecc.
Con tutti questi assiomi da sviscerare e da (di)mostrare nelle varie sfaccettature possibili, grazie al medium dell’anime, cosa si è riuscito a tirare fuori? Veramente troppo poco: quello che ne esce è purtroppo deludente e insoddisfacente, seppur, in parte, gradevole.
Kazuto Kirigaya, alias Kirito all’interno della realtà virtuale, è il protagonista fortissimo e dotato di un innato sesto senso filantropico che lo spinge ad aiutare sempre gli altri a risolvere i loro problemi, nonostante lui sia un player “solitario”. Un personaggio contradditorio già dalla nascita: come Tomoya di “Clannad” anche lui probabilmente cerca di sfuggire dai suoi dilemmi personali, rifugiandosi in quelli degli altri. Un personaggio inizialmente avvolto da un fascino tenebroso oscuro che contraddistingue numerosi protagonisti di anime dello stesso genere, però del quale, purtroppo, non avremo mai un vero e proprio background del passato. Il nostro Kirito rimane così tanto affascinante quanto vuoto. Lasciare al caso un tassello così importante della trama, paragonabile quasi a una colonna portante di un edificio, è un vero e proprio azzardo, per me finito male. Possiamo solo immaginare il triste stato d’animo e la storia che contraddistinguevano Kirito in passato.
La trama ci mostra le sue gesta all’interno di questo mondo virtuale come se fosse effettivamente il perno su cui ruota tutta la vicenda, quando in realtà tale contesto non viene per nulla sviluppato in maniera intelligente. Si potrebbe asserire anche che tale ambiente sia solo un catalizzatore nel quale si svolgeranno le varie vicende che dovrebbero approfondire i vari personaggi, ma in realtà nemmeno ciò accade. Anche i meno disdicevoli verso tale affermazione potrebbero obiettare, dicendo che questa maniera di raccontare l’ambiente non sia altro che un meccanismo virtuale dell'intrigo, un qualcosa che per i personaggi ha un'importanza cruciale, attorno alla quale si crea enfasi e si svolge l'azione, ma che non possiede un vero significato per lo spettatore. Io sono del tutto convinto che con un contesto del genere si poteva fare molto di più di cosi: invece di sfruttare questi metodi (intelligenti), per sfuggire dalla responsabilità di mettersi in gioco mostrando il proprio pensiero su argomenti cosi intriganti e attuali, l’autore ha puntato tutto su stereotipi/cliché e spettacolarizzazione del medium che tutti ben conosciamo.
Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler
Dopo i primi quattro-cinque episodi ho pensato di interrompere la visione e attribuirgli un voto assolutamente insufficiente, ma amici mi hanno convinto a continuare. Non so se sia un bene o un male che io abbia proseguito nella visione, ma vediamo di ricavare anche qualche punto forte da questo prodotto (seppur poco forte). Innanzitutto, per riuscire ad esprimermi al meglio in merito, dovrò fare qualche spoiler da qui in poi. L’omaggio nella parte finale dell’anime in cui Asuna è prigioniera e vittima del cattivissimo Sigurd rimanda tantissimo a “Berserk”, e solo per questo si prende un voto in più da parte mia (sono imparziale quando si parla di “Berserk”, la mia opera preferita). Oltre ciò ho adorato il ritorno in real life finale e lo scontro tra il protagonista e l’antagonista nel parcheggio innevato dell’ospedale dove risiedeva Asuna; Sigurd sicuramente non spicca come antagonista, ma la pazzia che lo pervade è affascinante. Ultimo punto forte, ma non ultimo per importanza: la qualità grafica e dell’animazione è davvero ottima!
Fine parte contenente spoiler
Sono bastate queste piccole cose per togliere l’enorme zavorra che stava facendo inabissare questa opera nelle profondità; avendo io specificato di dover essere “breve” e “coinciso”, non mi dilungherò oltre con questo scritto, rischiando di divenire inutilmente prolisso. Voto: 6-
Sintesi: in un’opera dedita al fanservice, le potenzialità colossali quasi del tutto sprecate tediano moltissimo chi, come me, è nato e cresciuto a pane e anime, e ormai completamente anestetizzato dagli standard ‘clichéttosi’ (passatemi il termine) giapponesi che finiscono per abbassare qualsiasi standard del medium, regia, sceneggiatura ecc., finendo per creare una standardizzazione a livello industriale anche di questi anime, che potevano essere molto di più di semplici prodotti commerciali.
Per quanto riguarda grafica, audio, opening ed ending niente da dire, sono di ottima qualità.
Storia: molti dicono che non è scritta bene, ma per me non è così: forse nei primi episodi della prima stagione si corre troppo, ma più si va avanti e più le cose diventeranno chiare. Ci sono alcune parti che mi rimarranno nel cuore, come la fine della seconda stagione.
Personaggi: Kirito, Asuna, Yuuki e tutti i personaggi principali probabilmente li amerete (chi più chi meno); al contrario, quelli secondari sono caratterizzati piuttosto male e appaiono sempre e solo quando sono "utili" ai protagonisti.
Sonoro: le opening e le ending di tutte e due le stagioni sono stupende. Le OST sono veramente belle e memorabili, soprattutto quelle della prima stagione.
Animazioni: davvero buone, i primi piani dei personaggi sono ottimi, solo quando la visuale si allarga talvolta i volti diventano fin troppo scarni. Questo difetto però non l'ho riscontrato nella seconda stagione.
Considerazioni generali: un anime famosissimo che consiglio di vedere a prescindere dai difetti (trascurabili) che ha.
Voto finale: 9/10
Personaggi: Kirito, Asuna, Yuuki e tutti i personaggi principali probabilmente li amerete (chi più chi meno); al contrario, quelli secondari sono caratterizzati piuttosto male e appaiono sempre e solo quando sono "utili" ai protagonisti.
Sonoro: le opening e le ending di tutte e due le stagioni sono stupende. Le OST sono veramente belle e memorabili, soprattutto quelle della prima stagione.
Animazioni: davvero buone, i primi piani dei personaggi sono ottimi, solo quando la visuale si allarga talvolta i volti diventano fin troppo scarni. Questo difetto però non l'ho riscontrato nella seconda stagione.
Considerazioni generali: un anime famosissimo che consiglio di vedere a prescindere dai difetti (trascurabili) che ha.
Voto finale: 9/10
Non è semplice cercare di esser brevi di fronte a quest'opera. I primi quattordici episodi probabilmente metteranno d'accordo parecchi appassionati, dai ricercatori di azione e combattimenti agli amanti di sentimento e psicologia, mentre chi si pone al centro di tali fazioni (come chi scrive) può ritrovarsi spremuto come un limone. I problemi arrivano dall'episodio 15 in avanti, dove, tolto un buon ritorno di azione nella parte conclusiva, chi ha amato alla follia il primo contesto difficilmente trarrà lo stesso interesse nel secondo, soprattutto per quel che concerne il ruolo di alcuni personaggi. Eppure son proprio essi, o meglio i protagonisti (alcuni secondari spariscono letteralmente nel secondo contesto per riapparire alla fine), che possono far gradire il titolo nel complesso. Alla fine sarà facile comprendere le ragioni delle tante critiche riservate alla trama da parte del pubblico sul web, mentre sarà molto più difficile capire quelle riservate ai personaggi (ovviamente se gradirete Kirito e Asuna, com'è capitato a chi vi sta scrivendo). È per questo che è forse l'anime più soggettivo che abbia mai incontrato: se i personaggi entrano nella sfera affettiva, i difetti saranno quasi invisibili, discorso inverso se ciò non accadesse. Peccato per le crepe nel proseguimento della storia, perché per il resto c'era poco per cui storcere il naso: eccellenti musiche, ottima realizzazione grafica, doppiaggio ben realizzato, sigle superbe (specialmente le ending).
Nell'attribuire il voto finale è obbligatorio fare la media tra il 10 dei primi quattordici episodi e il 6 dei rimanenti: quindi 8.
Nell'attribuire il voto finale è obbligatorio fare la media tra il 10 dei primi quattordici episodi e il 6 dei rimanenti: quindi 8.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Quando si gioca a un videogame, se esso ti appassiona, come non si può desiderare di essere lì a vivere fantastiche avventure? Ma, se il sogno alla fine diventasse un incubo e ti ritrovassi imprigionato all'interno di un videogioco in cui se muori non puoi più tornare a casa, che faresti?
All'inizio ero scettico se vedere questa opera, in quanto sono amante sì dei videogame, ma non di quelli online; dopo che molte persone di mia conoscenza ne hanno parlato in maniera entusiasta, alla fine ho deciso di buttarmici, e il risultato era che volevo giocare a questa avventura. Un'avventura affascinante e spettacolare ma anche drammatica e spietata quando serve, ma dove alla fine prevale il sentimento più umano del mondo: l'amore.
La serie è ambientata nel 2022 e tutto il mondo è in attesa di entrare nel nuovo e attesissimo videogioco a realtà virtuale online Sword Art Online (che abbrevierò da ora in poi SAO); tra i partecipanti troveremo il protagonista Kazuto Kirigaya, nickname Kirito, che nonostante la giovane età è un esperto d'informatica e che ha avuto modo di partecipare al gioco come beta-tester, rendendolo di fatto un esperto del gioco. Lì farà la conoscenza del nuovo arrivato Klein e gli insegnerà le basi del gioco. L'incubo comincia quando il creatore nonché game master di SAO Akihiko Kayaba disabilita il sistema di uscita dal gioco e provvede al fatto che, se un personaggio muore, anche il giocatore di esso morirà nel mondo reale per mano del dispositivo del gioco Nervegear. Quindi, l'unico modo per uscire è compiere la titanica impresa di scalare i cento piani della torre che compone il mondo di SAO, Aincrad, che è anche il nome dell'arco narrativo, e, una volta arrivati all'ultimo piano e sconfitto il boss finale, si potrà uscire dal gioco.
La storia ha così inizio.
SAO tratta quindi tematiche molto particolari, come la vita all'interno di un videogame e di persone che combattono da sole o in gruppo, formando quindi delle gilde, ma anche di persone che riescono bene o male a integrarsi nel mondo facendo mestieri come venditori o forgiatori di armi. Ci saranno, purtroppo, anche giocatori assetati di morte e sangue, che non si faranno scrupoli a uccidere giocatori per terribili deliri di onnipotenza.
In questo panorama Kirito affronterà molte esperienze, ma nelle vesti di un giocatore solitario, e conoscerà molte persone come un esperto Klein, ora diventato capo di una gilda, l'armaiolo Agil, ma anche molti personaggi femminili con i quali vivrà grandi avventure, come la piccola Silica, giovane ma esperta domatrice di creature come il piccolo draghetto Pina, la esuberante Lisbeth, bravissima nel mestiere di fabbro, che accompagnerà Kirito alla ricerca del materiale per una nuova spada. Ma nella sua esperienza vi sono pure pagine drammatiche, come la sua prima ma disastrosa esperienza in gilda, conclusasi nel più tragico dei modi.
Se già vi immaginate la parola harem, niente panico, perché nel corso della vicenda Kirito conoscerà la ragazza che diventerà l'amore della sua vita: Asuna. Anche Asuna è un personaggio molto approfondito, una ragazza affascinante ma dal carattere duro che sa mostrare una dolcezza molto forte, la quale ha conosciuto Kirito e ha fatto party con lui nella battaglia contro il primo boss, e in seguito è diventata vicecomandante di una gilda molto potente ed è conosciuta come "il fulmine". Dopo aver risolto un caso in-game e dopo alcuni momenti di antipatia, diventeranno buoni amici. Amicizia che nel corso del tempo diventerà qualcosa di più profondo, che culminerà infine in amore con tanto di matrimonio in-game. Conosceranno un personaggio molto importante della loro vita, la piccola Yui, che diventerà in qualche modo la loro figlia. Il tutto culminerà nella sorprendente conclusione del viaggio di SAO, quando si saprà la verità su quello che verrà ricordato come l' "incidente di SAO".
E siamo solo a metà serie.
L'amore che lega Asuna e Kirito porterà quest'ultimo, nella seconda parte della serie, l'arco di "Fairy Dance", ad affrontare un nuovo viaggio in un nuovo mondo virtuale, ALfheim Online (ALO), per poter salvare Asuna rimasta imprigionata, in tutti i sensi, all'interno del gioco, dove a farla da padrone sono il volo e la magia. Ad accompagnarlo vi saranno sua figlia Yui e la giocatrice Leafa, in realtà sua sorella minore Suguha Kirigaya, soprannominata Sugu.
Il viaggio, intervallato da momenti nel mondo reale, analizzerà il loro complesso rapporto, dal momento che, pur chiamandosi fratelli, sono cugini, e inoltre Kazuto (il vero nome di Kirito) dovrà cercare di capire il perché sua sorella tenga molto a lui, e ciò è dovuto al fatto che Suguha nutre per Kazuto dei sentimenti molto più profondi nei suoi confronti (affrontando la tematica dell'incesto, cosa di cui in Giappone non si tiene conto), cosa che li porterà alla fine a chiarirsi definitivamente e ri-cucire il loro rapporto in semplice ma profondo amore fraterno. Insieme combatteranno la più difficile sfida di ALO per permettere a Kirito di salvare l'amata Asuna dalle sudicie grinfie del game master di ALO. E l'ultima sfida si terrà nel mondo reale.
Da una parte la serie mostra ciò che un videogioco può offrire, ovvero panorami e mondi fantastici con il proprio regolamento che si apprende nel corso della storia, la loro geografia e i loro abitanti, e ovviamente frenetici scontri sia con le spade sia con le magie in terra e in aria, mentre l'altro elemento di questa serie è il rapporto dei personaggi che, pur essendo in un mondo virtuale, mostrano una forte sincerità sia in ambito di amicizia sia in ambito di amore.
E ovviamente i personaggi godono di una buona caratterizzazione, in particolare il protagonista Kirito, tenace e abilissimo nello stringere amicizie e legami, mostrando una gentilezza e una disponibilità nei confronti delle persone di buon cuore, in grado di aiutarle ad andare avanti nelle loro vite; se qualcuno di natura malevola osa sfiorare ai suoi cari anche un solo capello, dovrà fare i conti con la sua furia. Mostrerà un animo sconfortato nei suoi momenti di tristezza e un animo determinato a difendere i suoi cari, ma, se è veramente arrabbiato, la sua caparbietà è pari a una encomiabile furia omicida.
Graficamente è molto bello e in ambito sonoro siamo ai massimi storici, con bellissime musiche sia struggenti e tranquille ma anche epiche e coinvolgenti.
Ho visto la serie sia in italiano che in giapponese. Il doppiaggio italiano è niente male, ma quello giapponese va oltre l'eccellenza, in particolare per la voce di Kirito, il cui doppiatore è bravissimo nel giocarsi continuamente le corde vocali in performance a dir poco riuscitissime, in particolare nelle urla.
Non sarà una serie per tutti, dati i contenuti a volte controversi, ma, se si riesce a passare oltre essi, "Sword Art Online" è una serie che merita di essere vista, sia dagli appassionati dei mondi fantasy sia da quelli delle tematiche virtuali alla "Tron" e in generale dagli appassionati di videogame, tra cui il sottoscritto che ora scrive, dimostrando che, anche in un mondo virtuale, i legami e le emozioni che si provano sono autentici.
Link start!
Quando si gioca a un videogame, se esso ti appassiona, come non si può desiderare di essere lì a vivere fantastiche avventure? Ma, se il sogno alla fine diventasse un incubo e ti ritrovassi imprigionato all'interno di un videogioco in cui se muori non puoi più tornare a casa, che faresti?
All'inizio ero scettico se vedere questa opera, in quanto sono amante sì dei videogame, ma non di quelli online; dopo che molte persone di mia conoscenza ne hanno parlato in maniera entusiasta, alla fine ho deciso di buttarmici, e il risultato era che volevo giocare a questa avventura. Un'avventura affascinante e spettacolare ma anche drammatica e spietata quando serve, ma dove alla fine prevale il sentimento più umano del mondo: l'amore.
La serie è ambientata nel 2022 e tutto il mondo è in attesa di entrare nel nuovo e attesissimo videogioco a realtà virtuale online Sword Art Online (che abbrevierò da ora in poi SAO); tra i partecipanti troveremo il protagonista Kazuto Kirigaya, nickname Kirito, che nonostante la giovane età è un esperto d'informatica e che ha avuto modo di partecipare al gioco come beta-tester, rendendolo di fatto un esperto del gioco. Lì farà la conoscenza del nuovo arrivato Klein e gli insegnerà le basi del gioco. L'incubo comincia quando il creatore nonché game master di SAO Akihiko Kayaba disabilita il sistema di uscita dal gioco e provvede al fatto che, se un personaggio muore, anche il giocatore di esso morirà nel mondo reale per mano del dispositivo del gioco Nervegear. Quindi, l'unico modo per uscire è compiere la titanica impresa di scalare i cento piani della torre che compone il mondo di SAO, Aincrad, che è anche il nome dell'arco narrativo, e, una volta arrivati all'ultimo piano e sconfitto il boss finale, si potrà uscire dal gioco.
La storia ha così inizio.
SAO tratta quindi tematiche molto particolari, come la vita all'interno di un videogame e di persone che combattono da sole o in gruppo, formando quindi delle gilde, ma anche di persone che riescono bene o male a integrarsi nel mondo facendo mestieri come venditori o forgiatori di armi. Ci saranno, purtroppo, anche giocatori assetati di morte e sangue, che non si faranno scrupoli a uccidere giocatori per terribili deliri di onnipotenza.
In questo panorama Kirito affronterà molte esperienze, ma nelle vesti di un giocatore solitario, e conoscerà molte persone come un esperto Klein, ora diventato capo di una gilda, l'armaiolo Agil, ma anche molti personaggi femminili con i quali vivrà grandi avventure, come la piccola Silica, giovane ma esperta domatrice di creature come il piccolo draghetto Pina, la esuberante Lisbeth, bravissima nel mestiere di fabbro, che accompagnerà Kirito alla ricerca del materiale per una nuova spada. Ma nella sua esperienza vi sono pure pagine drammatiche, come la sua prima ma disastrosa esperienza in gilda, conclusasi nel più tragico dei modi.
Se già vi immaginate la parola harem, niente panico, perché nel corso della vicenda Kirito conoscerà la ragazza che diventerà l'amore della sua vita: Asuna. Anche Asuna è un personaggio molto approfondito, una ragazza affascinante ma dal carattere duro che sa mostrare una dolcezza molto forte, la quale ha conosciuto Kirito e ha fatto party con lui nella battaglia contro il primo boss, e in seguito è diventata vicecomandante di una gilda molto potente ed è conosciuta come "il fulmine". Dopo aver risolto un caso in-game e dopo alcuni momenti di antipatia, diventeranno buoni amici. Amicizia che nel corso del tempo diventerà qualcosa di più profondo, che culminerà infine in amore con tanto di matrimonio in-game. Conosceranno un personaggio molto importante della loro vita, la piccola Yui, che diventerà in qualche modo la loro figlia. Il tutto culminerà nella sorprendente conclusione del viaggio di SAO, quando si saprà la verità su quello che verrà ricordato come l' "incidente di SAO".
E siamo solo a metà serie.
L'amore che lega Asuna e Kirito porterà quest'ultimo, nella seconda parte della serie, l'arco di "Fairy Dance", ad affrontare un nuovo viaggio in un nuovo mondo virtuale, ALfheim Online (ALO), per poter salvare Asuna rimasta imprigionata, in tutti i sensi, all'interno del gioco, dove a farla da padrone sono il volo e la magia. Ad accompagnarlo vi saranno sua figlia Yui e la giocatrice Leafa, in realtà sua sorella minore Suguha Kirigaya, soprannominata Sugu.
Il viaggio, intervallato da momenti nel mondo reale, analizzerà il loro complesso rapporto, dal momento che, pur chiamandosi fratelli, sono cugini, e inoltre Kazuto (il vero nome di Kirito) dovrà cercare di capire il perché sua sorella tenga molto a lui, e ciò è dovuto al fatto che Suguha nutre per Kazuto dei sentimenti molto più profondi nei suoi confronti (affrontando la tematica dell'incesto, cosa di cui in Giappone non si tiene conto), cosa che li porterà alla fine a chiarirsi definitivamente e ri-cucire il loro rapporto in semplice ma profondo amore fraterno. Insieme combatteranno la più difficile sfida di ALO per permettere a Kirito di salvare l'amata Asuna dalle sudicie grinfie del game master di ALO. E l'ultima sfida si terrà nel mondo reale.
Da una parte la serie mostra ciò che un videogioco può offrire, ovvero panorami e mondi fantastici con il proprio regolamento che si apprende nel corso della storia, la loro geografia e i loro abitanti, e ovviamente frenetici scontri sia con le spade sia con le magie in terra e in aria, mentre l'altro elemento di questa serie è il rapporto dei personaggi che, pur essendo in un mondo virtuale, mostrano una forte sincerità sia in ambito di amicizia sia in ambito di amore.
E ovviamente i personaggi godono di una buona caratterizzazione, in particolare il protagonista Kirito, tenace e abilissimo nello stringere amicizie e legami, mostrando una gentilezza e una disponibilità nei confronti delle persone di buon cuore, in grado di aiutarle ad andare avanti nelle loro vite; se qualcuno di natura malevola osa sfiorare ai suoi cari anche un solo capello, dovrà fare i conti con la sua furia. Mostrerà un animo sconfortato nei suoi momenti di tristezza e un animo determinato a difendere i suoi cari, ma, se è veramente arrabbiato, la sua caparbietà è pari a una encomiabile furia omicida.
Graficamente è molto bello e in ambito sonoro siamo ai massimi storici, con bellissime musiche sia struggenti e tranquille ma anche epiche e coinvolgenti.
Ho visto la serie sia in italiano che in giapponese. Il doppiaggio italiano è niente male, ma quello giapponese va oltre l'eccellenza, in particolare per la voce di Kirito, il cui doppiatore è bravissimo nel giocarsi continuamente le corde vocali in performance a dir poco riuscitissime, in particolare nelle urla.
Non sarà una serie per tutti, dati i contenuti a volte controversi, ma, se si riesce a passare oltre essi, "Sword Art Online" è una serie che merita di essere vista, sia dagli appassionati dei mondi fantasy sia da quelli delle tematiche virtuali alla "Tron" e in generale dagli appassionati di videogame, tra cui il sottoscritto che ora scrive, dimostrando che, anche in un mondo virtuale, i legami e le emozioni che si provano sono autentici.
Link start!
“Sword Art Online” è il connubio perfetto tra il concetto di "anime" e lo sfruttare un argomento sulla carta interessante, ma gestirlo male. Trovo che la lavorazione dietro il progetto sia stata finalizzata al solo scopo di guadagnare, grazie al tema centrale dell'anime, quanta più massa possibile tra otaku, videogiocatori e tutte quelle persone che non guardano le sfaccettature in un anime, ma la consistente voglia di quest'ultimo di stupire con qualche effetto e basta.
Partiamo dai personaggi, su carta interessanti, a progetto finalizzato osceni.
Asuna è la ragazzina che non vuole essere salvata dall'eroe (primo cliché), Kirito il gamer più forte di tutti già prima che il gioco avesse inizio e che sicuramente in qualche circostanza si ritroverà a salvare Asuna (evviva, il secondo cliché). E basta. Ad anime terminato ricordo solo questi due, i personaggi secondari si ritrovano nel dimenticatoio dopo due/tre puntate al massimo
Altri punti deboli sono nella trama, che a un certo punto si spezza completamente per far posto a un'ambientazione ancora peggiore di quella precedente, con personaggi stereotipati, gravi lacune nella gestione caratteriale di alcuni personaggi, inefficiente voglia di dire qualcosa, di far fuoriuscire un significato, che alla fine resta fine a sé stesso, grandi errori, specie nelle scene ripetitive dove il protagonista, prima di sferrare qualsivoglia attacco, urla, urla, urla e ancora urla - capisco il grido di battaglia, ci sta, per i primi tre episodi però!
Riassumendo, ho trovato questo anime non solo inadatto a chi vuole vivere di emozioni tramite un messaggio, ma anche a chi vuole semplicemente vedere come funziona questa realtà virtuale tanto decantata dalla trama, perché anche un videogiocatore rimarrebbe malissimo dopo la visione di questa ennesima voglia di vendere un prodotto e commercializzarlo, sfruttando solo quei pochi elementi per cui è diventato famoso.
Partiamo dai personaggi, su carta interessanti, a progetto finalizzato osceni.
Asuna è la ragazzina che non vuole essere salvata dall'eroe (primo cliché), Kirito il gamer più forte di tutti già prima che il gioco avesse inizio e che sicuramente in qualche circostanza si ritroverà a salvare Asuna (evviva, il secondo cliché). E basta. Ad anime terminato ricordo solo questi due, i personaggi secondari si ritrovano nel dimenticatoio dopo due/tre puntate al massimo
Altri punti deboli sono nella trama, che a un certo punto si spezza completamente per far posto a un'ambientazione ancora peggiore di quella precedente, con personaggi stereotipati, gravi lacune nella gestione caratteriale di alcuni personaggi, inefficiente voglia di dire qualcosa, di far fuoriuscire un significato, che alla fine resta fine a sé stesso, grandi errori, specie nelle scene ripetitive dove il protagonista, prima di sferrare qualsivoglia attacco, urla, urla, urla e ancora urla - capisco il grido di battaglia, ci sta, per i primi tre episodi però!
Riassumendo, ho trovato questo anime non solo inadatto a chi vuole vivere di emozioni tramite un messaggio, ma anche a chi vuole semplicemente vedere come funziona questa realtà virtuale tanto decantata dalla trama, perché anche un videogiocatore rimarrebbe malissimo dopo la visione di questa ennesima voglia di vendere un prodotto e commercializzarlo, sfruttando solo quei pochi elementi per cui è diventato famoso.
La trama di Sword Art Online è molto carina (non la definirei originale solo perché anche altri anime e film affrontano la stessa tematica): diversi giocatori rimangono intrappolati in un videogioco online (da cui prende il titolo l'anime), che consiste in una vera e propria realtà virtuale, dove se si muore, si muore anche nella realtà. Ecco che quindi ci si ritrova con il protagonista nel mondo classico dei MMO, dove ogni personaggio deve migliorare le proprie abilità e sconfiggere boss via via sempre più difficili per poter finalmente finire il gioco e tornare alla realtà.
La trama potrebbe quindi dare spunti di maturità e drammaticità, ma purtroppo l'anime rimane su livelli infantili e banali. Alcune puntate annoiano e per di più tolgono allo spettatore qualunque voglia di finire la serie. I personaggi sono terribilmente banali e stereotipati: il protagonista che è il più figo, forte ecc. ma che si fa problemi inutili per allungare la trama; personaggi secondari inutili che si innamorano del protagonista in 5 minuti; co-protagonista che può essere interessante, ma che ben presto cade nella banalità insieme a tutto il resto.
Per quanto riguarda i disegni, ahimé, rappresentano un altro punto negativo dell'anime, troppo infantili e nelle scene di azione, calano troppo di qualità.
Infine le musiche son carine, nulla di più, e per quanto riguarda le sigle, già la seconda volta non le volevo più sentire.
Che dire: anime bocciato (di sicuro non vedrò il seguito e per fortuna l'anime ha un finale conclusivo). Purtroppo forse ormai sono io che ho cambiato target per gli anime, cerco qualcosa di più maturo e "vero", mentre in SAO ho visto un anime per ragazzi adolescenti (o anche meno), con sfumature della trama davvero banali (l'esempio lampante è la puntata della forgiatrice di spade che si innamora in un giorno del protagonista in maniera scontata e infantile). Lo consiglio quindi soltanto agli adolescenti, anche se vi posso assicurare che anche per quella fascia di età c'è di meglio!
La trama potrebbe quindi dare spunti di maturità e drammaticità, ma purtroppo l'anime rimane su livelli infantili e banali. Alcune puntate annoiano e per di più tolgono allo spettatore qualunque voglia di finire la serie. I personaggi sono terribilmente banali e stereotipati: il protagonista che è il più figo, forte ecc. ma che si fa problemi inutili per allungare la trama; personaggi secondari inutili che si innamorano del protagonista in 5 minuti; co-protagonista che può essere interessante, ma che ben presto cade nella banalità insieme a tutto il resto.
Per quanto riguarda i disegni, ahimé, rappresentano un altro punto negativo dell'anime, troppo infantili e nelle scene di azione, calano troppo di qualità.
Infine le musiche son carine, nulla di più, e per quanto riguarda le sigle, già la seconda volta non le volevo più sentire.
Che dire: anime bocciato (di sicuro non vedrò il seguito e per fortuna l'anime ha un finale conclusivo). Purtroppo forse ormai sono io che ho cambiato target per gli anime, cerco qualcosa di più maturo e "vero", mentre in SAO ho visto un anime per ragazzi adolescenti (o anche meno), con sfumature della trama davvero banali (l'esempio lampante è la puntata della forgiatrice di spade che si innamora in un giorno del protagonista in maniera scontata e infantile). Lo consiglio quindi soltanto agli adolescenti, anche se vi posso assicurare che anche per quella fascia di età c'è di meglio!
In questo mondo una sola spada può portarti ovunque... Anche se è un mondo virtuale, qui mi sento più vivo che nel mondo reale.
Giocare in un mondo virtuale è il sogno di ogni gamer sulla Terra e purtroppo non ne hanno ancora inventato uno, ma Reki Kawahara ci proporne Sword Art Online, abbreviato SAO, un anime ambientato in un futuro non molto lontano dove le persone passano la maggior parte del loro tempo a giocare nel mondo virtuale del gioco chiamato, appunto, SAO.
La trama quindi è ambientata nell'anno 2022, quando viene rilasciato il gioco SAO, creato da Akihiko Kayaba, che funziona attraverso un casco chiamato NeverGear, in grado di trasmettere i cinque sensi nel gioco attraverso il cervello, cosicché i giocatori possono controllare sé stessi nel gioco. Appena lanciato il gioco per la prima volta, i giocatori si accorgono che non vi è presente il solito comando per disconnettersi, infatti il creatore del gioco intrappola tutti all'interno di SAO, informandoli che, se vogliono uscire dal gioco, devono per forza finirlo superando i vari livelli; tuttavia, chi dovesse morire nel gioco, anche nella realtà smetterebbe di vivere. Il protagonista è Kirito, uno dei giocatori più bravi in circolazione, che insieme ad Asuna si impegnerà al massimo per sopravvivere in questo mondo virtuale.
La storia ha uno sviluppo impressionante e molto in crescendo, in grado di intrattenere in tutti i modi possibili, ma ciò che sorprende è che l'anime si divide quasi che fosse composto da due stagioni, cambiando l'ambientazione, così da non diventare troppo monotono e ripetitivo. La prima parte di SAO si concentra sulla sopravvivenza, e metterà a dura prova i giocatori, infatti l'ambientazione verrà proposta come una sorta di incubo dove i giocatori stessi dovranno far di tutto per completare il gioco, per aver salva la vita; la seconda parte dell'anime invece è più un salvataggio, ambientato sempre in un mondo virtuale simile a quello che vedremo inizialmente, con la differenza che qui alcune tematiche trattate in precedenza vengono omesse, rendendo il tutto meno coinvolgente, ma sempre bellissimo nel suo complesso. Un altro aspetto molto invitante di SAO è il romanticismo, tanto che chi lo ama amerà a sua volta i due protagonisti e le loro conversazioni che, pur essendo in un mondo finto, renderanno il tutto più vero ed emozionante. Il finale di stagione è anch'esso molto coinvolgente, forse un po' scontato, ma da apprezzare comunque nella sua integrità.
I personaggi sono tanti e ognuno di loro influenza la trama, anche se l'autore si concentra molto sui due protagonisti Kirito e Asuna, cercando di creare sempre un'atmosfera godibile e anche un po' comica a volte, senza però fuoriuscire dal tema principale. Personalmente ho amato questa coppia, e molti loro discorsi li ho trovati davvero fantastici, in grado di rispecchiare appieno i loro sentimenti, sia tra loro che verso il mondo virtuale, per loro una casa oltre che un incubo da cui scappare.
Kirito è quello forte, in grado di uscirsene da ogni pasticcio grazie alle sue abilità e determinazione, gentile e galante verso le ragazze, ma comunque solitario nel suo cammino; Asuna invece è una ragazza conosciuta da molti per la sua velocità e abilità con la spada, determinata nel finire il gioco, in quanto secondo lei ogni giorno passato nel gioco è uno perso nella vita reale.
Quando i due si innamoreranno, capiranno che in fondo questo mondo virtuale non è finto come sembra, anche se vogliono fuggire da quest'incubo; entrambi si godono un po' le meraviglie che un mondo virtuale può donarti, e da qui ne esce una bellissima conversazione:
Kirito: "Non mi importa più di tornare nel mondo reale, io voglio vivere in quella casa nel bosco con te per sempre!
Asuna: "Già, è quello che vorrei, insieme per sempre, ma non hai mai pensato a cosa sta accadendo ai nostri veri corpi? Io voglio vivere con te per il resto della mia vita! Voglio incontrarti per davvero! Sposarmi davvero e invecchiare con te. Ecco perché...
Kirito: "Dobbiamo combattere questa battaglia, giusto?"
Infine, il comparto visivo dell'anime è un altro lato positivo, grazie a dei bei disegni e animazioni fluide, senza omettere i paesaggi bellissimi riempiti con una buona paletta di colori, il tutto a completare un'ottima grafica; il comparto sonoro è anch'esso ben riuscito, con ottimi effetti sonori e una colonna sonora nella norma, contando anche un doppiaggio in italiano discreto.
Concludo col dire che forse per alcuni mancherà un po' di originalità in questa trama, ma già il fatto di aver proposto un mondo virtuale dove i giocatori devono sopravvivere per aver salva la vita è già un'originalità che personalmente ho amato tantissimo. Consiglio assolutamente questo anime a chi ama il mondo videoludico e, perché no, a chi ama il romanticismo.
Giocare in un mondo virtuale è il sogno di ogni gamer sulla Terra e purtroppo non ne hanno ancora inventato uno, ma Reki Kawahara ci proporne Sword Art Online, abbreviato SAO, un anime ambientato in un futuro non molto lontano dove le persone passano la maggior parte del loro tempo a giocare nel mondo virtuale del gioco chiamato, appunto, SAO.
La trama quindi è ambientata nell'anno 2022, quando viene rilasciato il gioco SAO, creato da Akihiko Kayaba, che funziona attraverso un casco chiamato NeverGear, in grado di trasmettere i cinque sensi nel gioco attraverso il cervello, cosicché i giocatori possono controllare sé stessi nel gioco. Appena lanciato il gioco per la prima volta, i giocatori si accorgono che non vi è presente il solito comando per disconnettersi, infatti il creatore del gioco intrappola tutti all'interno di SAO, informandoli che, se vogliono uscire dal gioco, devono per forza finirlo superando i vari livelli; tuttavia, chi dovesse morire nel gioco, anche nella realtà smetterebbe di vivere. Il protagonista è Kirito, uno dei giocatori più bravi in circolazione, che insieme ad Asuna si impegnerà al massimo per sopravvivere in questo mondo virtuale.
La storia ha uno sviluppo impressionante e molto in crescendo, in grado di intrattenere in tutti i modi possibili, ma ciò che sorprende è che l'anime si divide quasi che fosse composto da due stagioni, cambiando l'ambientazione, così da non diventare troppo monotono e ripetitivo. La prima parte di SAO si concentra sulla sopravvivenza, e metterà a dura prova i giocatori, infatti l'ambientazione verrà proposta come una sorta di incubo dove i giocatori stessi dovranno far di tutto per completare il gioco, per aver salva la vita; la seconda parte dell'anime invece è più un salvataggio, ambientato sempre in un mondo virtuale simile a quello che vedremo inizialmente, con la differenza che qui alcune tematiche trattate in precedenza vengono omesse, rendendo il tutto meno coinvolgente, ma sempre bellissimo nel suo complesso. Un altro aspetto molto invitante di SAO è il romanticismo, tanto che chi lo ama amerà a sua volta i due protagonisti e le loro conversazioni che, pur essendo in un mondo finto, renderanno il tutto più vero ed emozionante. Il finale di stagione è anch'esso molto coinvolgente, forse un po' scontato, ma da apprezzare comunque nella sua integrità.
I personaggi sono tanti e ognuno di loro influenza la trama, anche se l'autore si concentra molto sui due protagonisti Kirito e Asuna, cercando di creare sempre un'atmosfera godibile e anche un po' comica a volte, senza però fuoriuscire dal tema principale. Personalmente ho amato questa coppia, e molti loro discorsi li ho trovati davvero fantastici, in grado di rispecchiare appieno i loro sentimenti, sia tra loro che verso il mondo virtuale, per loro una casa oltre che un incubo da cui scappare.
Kirito è quello forte, in grado di uscirsene da ogni pasticcio grazie alle sue abilità e determinazione, gentile e galante verso le ragazze, ma comunque solitario nel suo cammino; Asuna invece è una ragazza conosciuta da molti per la sua velocità e abilità con la spada, determinata nel finire il gioco, in quanto secondo lei ogni giorno passato nel gioco è uno perso nella vita reale.
Quando i due si innamoreranno, capiranno che in fondo questo mondo virtuale non è finto come sembra, anche se vogliono fuggire da quest'incubo; entrambi si godono un po' le meraviglie che un mondo virtuale può donarti, e da qui ne esce una bellissima conversazione:
Kirito: "Non mi importa più di tornare nel mondo reale, io voglio vivere in quella casa nel bosco con te per sempre!
Asuna: "Già, è quello che vorrei, insieme per sempre, ma non hai mai pensato a cosa sta accadendo ai nostri veri corpi? Io voglio vivere con te per il resto della mia vita! Voglio incontrarti per davvero! Sposarmi davvero e invecchiare con te. Ecco perché...
Kirito: "Dobbiamo combattere questa battaglia, giusto?"
Infine, il comparto visivo dell'anime è un altro lato positivo, grazie a dei bei disegni e animazioni fluide, senza omettere i paesaggi bellissimi riempiti con una buona paletta di colori, il tutto a completare un'ottima grafica; il comparto sonoro è anch'esso ben riuscito, con ottimi effetti sonori e una colonna sonora nella norma, contando anche un doppiaggio in italiano discreto.
Concludo col dire che forse per alcuni mancherà un po' di originalità in questa trama, ma già il fatto di aver proposto un mondo virtuale dove i giocatori devono sopravvivere per aver salva la vita è già un'originalità che personalmente ho amato tantissimo. Consiglio assolutamente questo anime a chi ama il mondo videoludico e, perché no, a chi ama il romanticismo.
Sword Art Online è un gioco di ruolo multiplayer futuristico, dove i giocatori entrano in full immersion in un ambiente fantasy con pieno coinvolgimento di sensazioni, emozioni, percezioni. Non solo, l'autore di questo gioco di ruolo è un folle che ha fatto sì che in questo gioco si possa solo entrare: per uscirne occorre completare il videogame. Se si prova ad uscirne senza rispettare questa regola, si muore anche nella vita reale.
Il protagonista di questo anime è un ragazzino molto bravo nei giochi di ruolo, tanto è vero che avanza speditamente di livello e diventa un grande giocatore solitario. Nel corso del gioco finirà per innamorarsi e vivere grandi avventure.
Do a questo anime la sufficienza. Infatti non mi ha colpito particolarmente. Dopo una decina di episodi ho iniziato ad aver voglia di interrompere, sono giunto alla noia. La storia è costruita in maniera un po' troppo incredibile, i personaggi sono stereotipati e caricaturali, le storie d'amore hanno un che di patetico, puerile, non sensibile e maturo come si trova in anime decisamente superiori su questo tema (ad esempio "Chobits", "Kimagure Orange Road", "Maison Ikkoku", ecc.).
Certo, la grafica è buona, così come l'animazione è discreta, belli i colori e la fotografia, accettabili le sigle. Ma nel complesso non merita oltre la sufficienza. Può essere apprezzato solo dai grandi fanatici del genere giochi di ruolo online, ma per chiunque altro "entra ed esce" come un bicchiere di acqua.
E' originale la storia, questo entrare in pieno coinvolgimento in una realtà virtuale, ma occorreva dare alla storia un corpo più maturo, con una caratterizzazione dei personaggi più realistica e meno stereotipata. Sì, fa sognare questo anime, ma sogni che già per un sedicenne moderno sono puerili, figurarsi per me che l'ho visto a trentasette anni.
Voto: sufficiente nel complesso. Adatto solo agli appassionati del genere. Non guarderò i sequel.
Il protagonista di questo anime è un ragazzino molto bravo nei giochi di ruolo, tanto è vero che avanza speditamente di livello e diventa un grande giocatore solitario. Nel corso del gioco finirà per innamorarsi e vivere grandi avventure.
Do a questo anime la sufficienza. Infatti non mi ha colpito particolarmente. Dopo una decina di episodi ho iniziato ad aver voglia di interrompere, sono giunto alla noia. La storia è costruita in maniera un po' troppo incredibile, i personaggi sono stereotipati e caricaturali, le storie d'amore hanno un che di patetico, puerile, non sensibile e maturo come si trova in anime decisamente superiori su questo tema (ad esempio "Chobits", "Kimagure Orange Road", "Maison Ikkoku", ecc.).
Certo, la grafica è buona, così come l'animazione è discreta, belli i colori e la fotografia, accettabili le sigle. Ma nel complesso non merita oltre la sufficienza. Può essere apprezzato solo dai grandi fanatici del genere giochi di ruolo online, ma per chiunque altro "entra ed esce" come un bicchiere di acqua.
E' originale la storia, questo entrare in pieno coinvolgimento in una realtà virtuale, ma occorreva dare alla storia un corpo più maturo, con una caratterizzazione dei personaggi più realistica e meno stereotipata. Sì, fa sognare questo anime, ma sogni che già per un sedicenne moderno sono puerili, figurarsi per me che l'ho visto a trentasette anni.
Voto: sufficiente nel complesso. Adatto solo agli appassionati del genere. Non guarderò i sequel.
Purtroppo non mi è piaciuto. Ne avevo sentito parlare molto, ma quando l'ho visto sono rimasta molto delusa.
La trama mi intrigava e devo dire che poteva essere un bell'anime, se strutturato in maniera diversa.
Trama: Sword Art Online è una realtà virtuale. Il giorno del suo lancio, gli utenti connessi si rendono conto dopo poco che gli è impossibile disconnettersi. Così, il creatore del gioco li informa, dicendo loro che, se desiderano tornare nel mondo reale, devono prima raggiungere il centesimo piano del castello volante in cui si trovano, Aincrad, e sconfiggerne il boss finale. Per cominciare, i personaggi sono belli, ma ahimè non vengono sfruttati nella maniera adeguata. Pur essendo ben disegnati, vengono trascurati e non viene fatto risaltare il loro carattere.
Parlando della trama devo dire che è stata sviluppata in un modo davvero brutto, è piena di vuoti che anche a fine serie non riescono a sanarsi. Si passa dal piano primo della prima puntata, al piano 20 nella seconda. E tutti i piani intermedi con i rispettivi boss dove sono finiti? Invece di farci seguire passo passo la crescita del protagonista, fin dalle primissime puntate Kirito diventa in un lampo fortissimo, senza capire come. I personaggi incontrati da Kirito nelle prime puntate spariscono per l'intera serie, per poi rispuntare alla fine come fossero amici stretti dei personaggi principali. Per non parlare poi della fine inaspettata di Sword Art Online. Il gioco viene completato velocissimamente, per dare spazio ad ALfheim Online, dove l'anime prende una piega davvero bruttissima. Si trasforma da fantasy, avventura a ecchi-hentai.
Le uniche cose positive e gradevoli sono state i disegni e le musiche.
La trama mi intrigava e devo dire che poteva essere un bell'anime, se strutturato in maniera diversa.
Trama: Sword Art Online è una realtà virtuale. Il giorno del suo lancio, gli utenti connessi si rendono conto dopo poco che gli è impossibile disconnettersi. Così, il creatore del gioco li informa, dicendo loro che, se desiderano tornare nel mondo reale, devono prima raggiungere il centesimo piano del castello volante in cui si trovano, Aincrad, e sconfiggerne il boss finale. Per cominciare, i personaggi sono belli, ma ahimè non vengono sfruttati nella maniera adeguata. Pur essendo ben disegnati, vengono trascurati e non viene fatto risaltare il loro carattere.
Parlando della trama devo dire che è stata sviluppata in un modo davvero brutto, è piena di vuoti che anche a fine serie non riescono a sanarsi. Si passa dal piano primo della prima puntata, al piano 20 nella seconda. E tutti i piani intermedi con i rispettivi boss dove sono finiti? Invece di farci seguire passo passo la crescita del protagonista, fin dalle primissime puntate Kirito diventa in un lampo fortissimo, senza capire come. I personaggi incontrati da Kirito nelle prime puntate spariscono per l'intera serie, per poi rispuntare alla fine come fossero amici stretti dei personaggi principali. Per non parlare poi della fine inaspettata di Sword Art Online. Il gioco viene completato velocissimamente, per dare spazio ad ALfheim Online, dove l'anime prende una piega davvero bruttissima. Si trasforma da fantasy, avventura a ecchi-hentai.
Le uniche cose positive e gradevoli sono state i disegni e le musiche.
"Sword Art Online" è il sogno di ogni giocatore di ruolo che si rispetti, la possibilità di entrare fisicamente nel proprio gioco preferito, diventandone assolutamente il protagonista reale. Chi gioca a SAO finisce nel mondo di Aincrad, un mondo popolato da mostri, in cui l'abilità nella spada fa la differenza. Ogni giocatore è connesso al gioco tramite il Nervegear, un dispositivo che collega il cervello al gioco e fa sì che il giocatore possa impersonare e controllare realmente il proprio personaggio virtuale. Tutto molto bello, se non fosse che presto gli utenti connessi a SAO si rendono conto che non riescono a fare il logout dal gioco. Il creatore del gioco, Akihiko Kayaba, si presenta ai giocatori informandoli che, se vogliono tornare nel mondo reale, devono prima superare ogni piano del castello volante di Aincrad e sconfiggerne il boss finale. Solo che, se dovessero morire una sola volta durante l'impresa, essi morirebbero anche nel mondo reale.
Questo è il mondo di "Sword Art Online", il mondo in cui si trovano intrappolati anche Kirito e Asuna, i quali, dopo diverse avventure, si ritrovano a giocare insieme.
Il motivo per cui amo tanto "Sword Art Online" è che credo che quello di impersonare davvero un personaggio di un altro mondo sia il sogno di molti e il fatto che alla fine quel mondo virtuale sia diventato il vero mondo per i giocatori ha portato definitivamente a confondere le due realtà. Così Kirito si innamora di Asuna nel mondo virtuale, ma la amerebbe lo stesso anche se fosse nella realtà. La storia di Kirito e Asuna mi ha preso molto, ma sono tanti i personaggi di "Sword Art Online" che mi sono piaciuti, come Yui e Klein. La grafica è molto accattivante, gli scontri coi mostri spettacolari e la storia è davvero innovativa. Il finale poi è meraviglioso.
Uno dei miei anime preferiti.
Questo è il mondo di "Sword Art Online", il mondo in cui si trovano intrappolati anche Kirito e Asuna, i quali, dopo diverse avventure, si ritrovano a giocare insieme.
Il motivo per cui amo tanto "Sword Art Online" è che credo che quello di impersonare davvero un personaggio di un altro mondo sia il sogno di molti e il fatto che alla fine quel mondo virtuale sia diventato il vero mondo per i giocatori ha portato definitivamente a confondere le due realtà. Così Kirito si innamora di Asuna nel mondo virtuale, ma la amerebbe lo stesso anche se fosse nella realtà. La storia di Kirito e Asuna mi ha preso molto, ma sono tanti i personaggi di "Sword Art Online" che mi sono piaciuti, come Yui e Klein. La grafica è molto accattivante, gli scontri coi mostri spettacolari e la storia è davvero innovativa. Il finale poi è meraviglioso.
Uno dei miei anime preferiti.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Una serie fantastica. All'inizio ero un pochino scettica e, dato che sono un'amante degli shoujo, pensavo che potesse mancare la componente romantica o che si bazzicasse da un personaggio all'altro come in un harem. Invece la storia si fa sempre più avvincente, l'amore tra i protagonisti è davvero fantastico e, nonostante il finale dove non si sente cosa dica Kirito, lo trovo soddisfacente. Dopotutto è un lieto fine: tutti tornano nel loro mondo, non sono più in pericolo, Asuna e Kirito possono vivere insieme in pace e, allo stesso tempo, per gli spettatori che hanno lasciato il cuore negli MMO, fanno vedere che i mondi non sono distrutti e i loro personaggi esistono ancora.
Un anime profondo, trama intricata e avvincente, a tratti anche molto commovente, e, nonostante tratti in apparenza di combattimenti, è molto romantico e anche durante le battaglie si percepiscono i sentimenti dei personaggi. Non è il solito shonen di guerra splatter incentrato sul potere. Come ho già detto, il motore principale è la voglia di vivere e l'amore. Bellissimo! Consigliato a chiunque ami l'amore! (scusate il gioco di parole)
Una serie fantastica. All'inizio ero un pochino scettica e, dato che sono un'amante degli shoujo, pensavo che potesse mancare la componente romantica o che si bazzicasse da un personaggio all'altro come in un harem. Invece la storia si fa sempre più avvincente, l'amore tra i protagonisti è davvero fantastico e, nonostante il finale dove non si sente cosa dica Kirito, lo trovo soddisfacente. Dopotutto è un lieto fine: tutti tornano nel loro mondo, non sono più in pericolo, Asuna e Kirito possono vivere insieme in pace e, allo stesso tempo, per gli spettatori che hanno lasciato il cuore negli MMO, fanno vedere che i mondi non sono distrutti e i loro personaggi esistono ancora.
Un anime profondo, trama intricata e avvincente, a tratti anche molto commovente, e, nonostante tratti in apparenza di combattimenti, è molto romantico e anche durante le battaglie si percepiscono i sentimenti dei personaggi. Non è il solito shonen di guerra splatter incentrato sul potere. Come ho già detto, il motore principale è la voglia di vivere e l'amore. Bellissimo! Consigliato a chiunque ami l'amore! (scusate il gioco di parole)
"Sword Art Online", un anime davvero molto atteso e sopravvalutato, inizialmente anche dalla sottoscritta.
Questa serie parte bene, con una trama che non brilla di originalità, ma che però poteva portare sullo schermo qualcosa d'interessante. Il mito di essere originali è qualcosa da sfatare... non è l'originalità della trama a rendere un'opera intrigante, ma piuttosto tutto il resto che gli ruota attorno, come: personaggi, modo di raccontare e/o rappresentare la trama, senza dimenticare il lavoro tecnico dietro, quindi musiche, animazioni, ecc.
Qual'è il problema di "Sword Art Online"? Ce ne sono diversi.
L'anime è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui è possibile "vivere" il videogioco grazie a dei caschi che permettono al videogiocatore d'impersonare il proprio personaggio in game, sperimentando in prima persona emozioni fantasy, paesaggi mozzafiato e combattimenti epici. In occasione dell'apertura del server di gioco di Sword Art Online, nuovo e all'avanguardia MMORPG, tutti i giocatori vengono convocati in una piazza dove una figura misteriosa li avvisa che non è più possibile uscire dal gioco. Oltre ciò, chi morirà in game, perderà la vita anche nella realtà. Ogni tentativo di fuggire è vano, così come anche rimuovere manualmente il casco dall'esterno: questo non farà altro che provocare la prematura morte dell'individuo. L'unica soluzione è completare tutti i livelli del gioco e sconfiggere il boss finale.
La situazione è grave e moltissimi giocatori muoiono durante i primi giorni.
Ciò che ci viene presentato inizialmente è un anime dalla trama pesante e struggente, con risvolti che potrebbero rivelarsi interessanti: la voglia di proseguire nella visione si fa pungente.
Ma purtroppo è tutta apparenza: al di là delle belle musiche e animazioni, l'anime crolla bruscamente dopo manco cinque episodi, presentando personaggi piatti, stereotipati e che non evolvono minimamente. La storia si fa banale, trasformandosi in un harem travestito da qualcosa di molto più serio, cioè tutto fumo ma poca sostanza.
Nessun personaggio brillerà per la propria personalità, finendo presto nel dimenticatoio, e il tentativo di realizzare un MMORPG originale porterà a situazioni poco realistiche: come fa Kirito a raggiungere così velocemente i livelli più alti? Perché gioca sempre da solo se morire in game equivale a morire davvero? Perché c'è così poca differenziazione in game? Dove sono le classi, ecc.? Ok che è "Sword Art Online", ma con un po' d'inventiva sarebbe stato possibile creare delle classi con particolari tipo di armi da taglio. Queste sono solo alcune delle cose assurde a cui andremo ad assistere.
Io sono rimasta davvero delusa, in quanto mi aspettavo molto più: tutti parlavano di questo anime, l'inizio e la trama erano interessanti, le animazioni e la musica belle, ma dopo pochi episodi la situazione si è fatta sempre più deludente. Ho visto tutti gli episodi, nella speranza che qualcosa migliorasse, ma è stato vano: da circa metà serie l'anime cambia totalmente faccia, trasformandosi in qualcosa che in certe situazioni sfiora il ridicolo.
Questa serie parte bene, con una trama che non brilla di originalità, ma che però poteva portare sullo schermo qualcosa d'interessante. Il mito di essere originali è qualcosa da sfatare... non è l'originalità della trama a rendere un'opera intrigante, ma piuttosto tutto il resto che gli ruota attorno, come: personaggi, modo di raccontare e/o rappresentare la trama, senza dimenticare il lavoro tecnico dietro, quindi musiche, animazioni, ecc.
Qual'è il problema di "Sword Art Online"? Ce ne sono diversi.
L'anime è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui è possibile "vivere" il videogioco grazie a dei caschi che permettono al videogiocatore d'impersonare il proprio personaggio in game, sperimentando in prima persona emozioni fantasy, paesaggi mozzafiato e combattimenti epici. In occasione dell'apertura del server di gioco di Sword Art Online, nuovo e all'avanguardia MMORPG, tutti i giocatori vengono convocati in una piazza dove una figura misteriosa li avvisa che non è più possibile uscire dal gioco. Oltre ciò, chi morirà in game, perderà la vita anche nella realtà. Ogni tentativo di fuggire è vano, così come anche rimuovere manualmente il casco dall'esterno: questo non farà altro che provocare la prematura morte dell'individuo. L'unica soluzione è completare tutti i livelli del gioco e sconfiggere il boss finale.
La situazione è grave e moltissimi giocatori muoiono durante i primi giorni.
Ciò che ci viene presentato inizialmente è un anime dalla trama pesante e struggente, con risvolti che potrebbero rivelarsi interessanti: la voglia di proseguire nella visione si fa pungente.
Ma purtroppo è tutta apparenza: al di là delle belle musiche e animazioni, l'anime crolla bruscamente dopo manco cinque episodi, presentando personaggi piatti, stereotipati e che non evolvono minimamente. La storia si fa banale, trasformandosi in un harem travestito da qualcosa di molto più serio, cioè tutto fumo ma poca sostanza.
Nessun personaggio brillerà per la propria personalità, finendo presto nel dimenticatoio, e il tentativo di realizzare un MMORPG originale porterà a situazioni poco realistiche: come fa Kirito a raggiungere così velocemente i livelli più alti? Perché gioca sempre da solo se morire in game equivale a morire davvero? Perché c'è così poca differenziazione in game? Dove sono le classi, ecc.? Ok che è "Sword Art Online", ma con un po' d'inventiva sarebbe stato possibile creare delle classi con particolari tipo di armi da taglio. Queste sono solo alcune delle cose assurde a cui andremo ad assistere.
Io sono rimasta davvero delusa, in quanto mi aspettavo molto più: tutti parlavano di questo anime, l'inizio e la trama erano interessanti, le animazioni e la musica belle, ma dopo pochi episodi la situazione si è fatta sempre più deludente. Ho visto tutti gli episodi, nella speranza che qualcosa migliorasse, ma è stato vano: da circa metà serie l'anime cambia totalmente faccia, trasformandosi in qualcosa che in certe situazioni sfiora il ridicolo.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Mi sono avvicinato a "Sword Art Online" a causa dei numerosi articoli, discussioni e commenti relativi a questo anime, da alcuni apprezzato moltissimo, da altri odiato all'inverosimile. Così ho voluto tastare personalmente di che pasta fosse fatto questo anime che trae origine da un'idea interessante, pur non originalissima, ma comunque personalmente piacevole. Infatti il genere di giochi MMORPG, in voga attualmente tra i giovani e non solo, è il tipo di gioco che si presta perfettamente a un anime, essendo pieno di avventure, pericoli, discussioni e critiche varie da più parti. Non per niente il termine Sword Art Online è il gioco in cui il protagonista e altre migliaia di persone si ritroveranno intrappolate, senza possibilità di uscirne più, salvo terminare il difficile gioco. Tutto questo caos avviene per colpa del creatore di tale gioco, Akihiko Kayaba, che è il primo antagonista di questa serie...
Nella storia vi sono due archi, per alcuni aspetti differenti mentre per altri identici, anche troppo secondo me. Comunque la storia, come accennato, è intrigante nel primo episodio e anche nel secondo, peccato però che successivamente inizi a perdersi in troppe chiacchiere e momenti inopportuni, ad esempio incontri del protagonista Kirito con giovani fanciulle, oppure amoreggiamenti del protagonista con la co-protagonista Asuna che lasciano il tempo che trovano, specie in un contesto che dovrebbe essere serio come quello di Sword Art Online. Molti personaggi compaiono nel primo arco, però pochissimi risultano efficaci ai fini della trama, invece di altri che sono irritanti (Yui) o di scarsissima importanza. Un altro problema che ho riscontrato è sicuramente quello, da parte del protagonista, di conquistare ragazze, nel mondo virtuale, come se fosse un novello Di Caprio. Va bene attirare a sé alcune ragazze, ma il troppo stroppia. Avrà pure l'aria da figo e poteri fuori dal comune (un cheater in piena regola) questo ragazzo, però alla lunga i corteggiamenti continui stancano, soprattutto se fini a sé stessi e se vanno a interrompere il prosieguo di una storia. Inoltre alcuni episodi sono autoconclusivi, ed è chiaro comprendere che non sia logico farne più di due-tre in una serie di venticinque puntate, ma gli autori e gli sceneggiatori dell'anime chissà cosa avranno pensato.
Avrei quantomeno apprezzato il termine della serie al termine della quattordicesima puntata, ma si sa che, purtroppo, un prodotto di successo lo si allunga il più possibile, producendo, spesso, seguiti o archi successivi di dubbia qualità, per usare un eufemismo. Infatti il primo arco narrativo, quello di Sword Art Online, risulta godibile a tratti e nella parte finale dà il meglio, però il momento finale viene rovinato dal seguito più scontato che ci sia, visto che la seconda parte è degna di una favola Disney per bambini, in cui troviamo il cattivone che rapisce la fidanzata del protagonista, imprigionandola, mentre il protagonista è costretto a salvarla in un'impresa quasi disperata e impossibile. Inoltre la seconda parte, come accennato, nonostante un ritmo più veloce, è troppo simile alla prima parte, con l'unica eccezione delle ali utilizzate nel mondo virtuale di ALfheim Online, dannatamente piatto e privo di pathos. Inoltre la storia d'amore-incesto tra il protagonista e la sorella-cugina va a distruggere quel che di buono c'è in questa parte, trasformando l'opera in una soap opera argentina, a sfondo incestuoso. Il finale scontato non salva un anime dalle grandi potenzialità e dalle buone premesse, scaduto nel ridicolo a più riprese.
Prima di menzionare il protagonista e gli altri personaggi principali, mi concentro sui due antagonisti dei rispettivi archi: il primo tizio, Kayaba, e il "cattivone" Sugo... uno peggio dell'altro. Il primo non ha nessuna motivazione che lo porta a uccidere 7000 persone, e afferma di non ricordare il reale motivo per cui sia arrivato a tanto, provocando sconforto e indignazione nel sottoscritto. Il secondo invece è il classico cattivone Disney, ma è anche perverso e voglioso di violentare, quanto prima, la povera Asuna. Infatti le scene con lui e Asuna protagonista sono le più fuori luogo dell'intero anime. Sia chiaro che non condanno le scene ecchi o erotiche negli anime, anzi spesso le approvo, però semplicemente non ritengo rientrino nel target di Sword Art Online, oltre ad essere fatte male e di pessimo gusto. Due antagonisti che non lasciano nulla al telespettatore, tranne qualcosa di utile (da parte di Kayaba), anche se è poca cosa...
Il protagonista, Kirito, nel virtuale e spesso anche nel mondo reale, è un personaggio dai mille risvolti psicologici e che non sono riuscito a comprendere in pieno. Un bel personaggio, sia chiaro, però non ho concepito alcuni suoi comportamenti, ad esempio l'allontanamento menzionato dalla povera sorella, una volta appresa la verità su di lei, ossia l'essere sua cugina e non sorella. Oltre a ciò, è il classico personaggio figo che fa strage di cuori (troppi a mio parere), puntando quasi a un harem, sebbene lui ami soltanto la dolce Asuna, con la quale forma una bella coppia, dolce e affiatata. Su di lui c'è da aggiungere che è il classico giocatore incallito che non esita a restare online dalla mattina a notte inoltrata del giorno successivo, esponendo una velata denuncia sociale al meccanismo di questi giochi di ruolo online, i quali costringono i giocatori a maratone notturne, pur di superare livelli e diventare più forti, causando l'abbandono dalla realtà e da tutto ciò che circonda la vita reale.
La protagonista femminile è Asuna, personaggio interessante e piacevole per larghi tratti della serie, soprattutto nel primo arco, in quanto nel secondo arco diventa la classica damigella Disney da salvare e che motiva il fidanzato a terminare il giocatore. Questa scelta mi ha letteralmente sorpreso e d'altra parte deluso, perché mi sarei aspettato un trattamento diverso e dignitoso per Asuna, qui invece mercificata perfino a soggetto che subisce molestie sessuali dall'antagonista di turno. A parte ciò è lo specchio-modello positivo della donna moderna: carattere forte e determinato, indipendente, dolce, bella e brava a cucinare... cosa pretendere di più?
Tra gli altri personaggi degni di menzione abbiamo Suguha, sorella, anzi cugina del protagonista, la quale si innamora di lui perdutamente, ma sarà delusa ben due volte, sia nel mondo reale sia nel mondo virtuale, quando capirà che il compagno di giochi è lo stesso Kirito. Suguha è una ragazza determinata, sportiva e positiva, tanto da essere probabilmente il personaggio che di più ho apprezzato in questa serie. Non si arrende alle difficoltà che incontra e mostra grande generosità verso gli altri, oltre ad avermi fatto intristire per lei dopo il duro sfogo nei confronti di Kirito. Il vero problema di questa personaggio è l'amore che prova verso il cugino, impossibile sotto diversi punti di vista: legale, perché tra cugini di primo grado non è permesso sposarsi, e comunque strettamente sentimentale. Scelta inopportuna degli sceneggiatori e dell'autore, a mio parere.
Un elemento apprezzabile in questo anime è la realtà immessa nel virtuale, in entrambi gli archi narrativi, sebbene in maniera diversa tra loro. Tuttavia il risultato è buono perché si ragiona su metodi comuni in questi giochi, non così lontani da quelli usati dalla gente nella realtà, ad esempio l'uccidere per i propri interessi, l'ingiustizia sociale, i rapporti interpersonali, le alleanze spesso infrante e l'illegalità dilagante. Tutti elementi, questi, che si trovano in entrambi i mondi, proprio perché a crearli, aggiornarli e giocarli è l'uomo stesso, agente in modalità spesso poco consone alla giustizia.
Come ambientazioni abbiamo i mondi Sword Art Online e ALfheim Online, molto ben curati e pieni di varietà tra laghi, montagne, fiumi, foreste e città. Una ambientazione di grande livello (anche grafico) che rende giustizia al genere in cui sono ambientati questi tipi di giochi. Bello Yggdrasil, albero della leggenda nordica e mitologica che in ALfheim Online troviamo rappresentato in chiave moderna.
A livello grafico non c'è che da fare i complimenti agli animatori, perché non ho riscontrato alcun errore, anzi le scene d'azione e i combattimenti sono riprodotti e animati perfettamente, essendo una gioia per gli occhi. Spettacolari gli scontri contro i boss e contro gli antagonisti (vedi Kirito vs Heartcliff), che sono tra i migliori a livello di animazione mai visti. Tutto abbastanza realistico.
Anche il comparto sonoro è apprezzabile, grazie a due opening meravigliose e altrettante ending, in particolare la seconda. Inoltre, complimenti anche alle numerose OST di buon livello, tra le quali cito "Swordline" e "We Have Defeat You", due perle assolutamente orecchiabili.
In definitiva "Sword Art Online" è un prodotto puramente commerciale che piacerà a molti estimatori di questi giochi, anche agli estimatori delle coppie romantiche per eccellenza, vista la presenza perenne (spesso assordante e immotivata) di scene romantiche che coprono intere puntate, oltre a scene ecchi casuali e mal riprodotte, ma tutto sommato ha un contorno di qualità; perciò, pur essendo impossibilitato ad assegnare una sufficienza per i motivi descritti qui sopra (trama, ritmo banale, approccio di harem, nemici ridotti a macchiette e contraddizioni), un mediocre 5 può andare bene.
Mi sono avvicinato a "Sword Art Online" a causa dei numerosi articoli, discussioni e commenti relativi a questo anime, da alcuni apprezzato moltissimo, da altri odiato all'inverosimile. Così ho voluto tastare personalmente di che pasta fosse fatto questo anime che trae origine da un'idea interessante, pur non originalissima, ma comunque personalmente piacevole. Infatti il genere di giochi MMORPG, in voga attualmente tra i giovani e non solo, è il tipo di gioco che si presta perfettamente a un anime, essendo pieno di avventure, pericoli, discussioni e critiche varie da più parti. Non per niente il termine Sword Art Online è il gioco in cui il protagonista e altre migliaia di persone si ritroveranno intrappolate, senza possibilità di uscirne più, salvo terminare il difficile gioco. Tutto questo caos avviene per colpa del creatore di tale gioco, Akihiko Kayaba, che è il primo antagonista di questa serie...
Nella storia vi sono due archi, per alcuni aspetti differenti mentre per altri identici, anche troppo secondo me. Comunque la storia, come accennato, è intrigante nel primo episodio e anche nel secondo, peccato però che successivamente inizi a perdersi in troppe chiacchiere e momenti inopportuni, ad esempio incontri del protagonista Kirito con giovani fanciulle, oppure amoreggiamenti del protagonista con la co-protagonista Asuna che lasciano il tempo che trovano, specie in un contesto che dovrebbe essere serio come quello di Sword Art Online. Molti personaggi compaiono nel primo arco, però pochissimi risultano efficaci ai fini della trama, invece di altri che sono irritanti (Yui) o di scarsissima importanza. Un altro problema che ho riscontrato è sicuramente quello, da parte del protagonista, di conquistare ragazze, nel mondo virtuale, come se fosse un novello Di Caprio. Va bene attirare a sé alcune ragazze, ma il troppo stroppia. Avrà pure l'aria da figo e poteri fuori dal comune (un cheater in piena regola) questo ragazzo, però alla lunga i corteggiamenti continui stancano, soprattutto se fini a sé stessi e se vanno a interrompere il prosieguo di una storia. Inoltre alcuni episodi sono autoconclusivi, ed è chiaro comprendere che non sia logico farne più di due-tre in una serie di venticinque puntate, ma gli autori e gli sceneggiatori dell'anime chissà cosa avranno pensato.
Avrei quantomeno apprezzato il termine della serie al termine della quattordicesima puntata, ma si sa che, purtroppo, un prodotto di successo lo si allunga il più possibile, producendo, spesso, seguiti o archi successivi di dubbia qualità, per usare un eufemismo. Infatti il primo arco narrativo, quello di Sword Art Online, risulta godibile a tratti e nella parte finale dà il meglio, però il momento finale viene rovinato dal seguito più scontato che ci sia, visto che la seconda parte è degna di una favola Disney per bambini, in cui troviamo il cattivone che rapisce la fidanzata del protagonista, imprigionandola, mentre il protagonista è costretto a salvarla in un'impresa quasi disperata e impossibile. Inoltre la seconda parte, come accennato, nonostante un ritmo più veloce, è troppo simile alla prima parte, con l'unica eccezione delle ali utilizzate nel mondo virtuale di ALfheim Online, dannatamente piatto e privo di pathos. Inoltre la storia d'amore-incesto tra il protagonista e la sorella-cugina va a distruggere quel che di buono c'è in questa parte, trasformando l'opera in una soap opera argentina, a sfondo incestuoso. Il finale scontato non salva un anime dalle grandi potenzialità e dalle buone premesse, scaduto nel ridicolo a più riprese.
Prima di menzionare il protagonista e gli altri personaggi principali, mi concentro sui due antagonisti dei rispettivi archi: il primo tizio, Kayaba, e il "cattivone" Sugo... uno peggio dell'altro. Il primo non ha nessuna motivazione che lo porta a uccidere 7000 persone, e afferma di non ricordare il reale motivo per cui sia arrivato a tanto, provocando sconforto e indignazione nel sottoscritto. Il secondo invece è il classico cattivone Disney, ma è anche perverso e voglioso di violentare, quanto prima, la povera Asuna. Infatti le scene con lui e Asuna protagonista sono le più fuori luogo dell'intero anime. Sia chiaro che non condanno le scene ecchi o erotiche negli anime, anzi spesso le approvo, però semplicemente non ritengo rientrino nel target di Sword Art Online, oltre ad essere fatte male e di pessimo gusto. Due antagonisti che non lasciano nulla al telespettatore, tranne qualcosa di utile (da parte di Kayaba), anche se è poca cosa...
Il protagonista, Kirito, nel virtuale e spesso anche nel mondo reale, è un personaggio dai mille risvolti psicologici e che non sono riuscito a comprendere in pieno. Un bel personaggio, sia chiaro, però non ho concepito alcuni suoi comportamenti, ad esempio l'allontanamento menzionato dalla povera sorella, una volta appresa la verità su di lei, ossia l'essere sua cugina e non sorella. Oltre a ciò, è il classico personaggio figo che fa strage di cuori (troppi a mio parere), puntando quasi a un harem, sebbene lui ami soltanto la dolce Asuna, con la quale forma una bella coppia, dolce e affiatata. Su di lui c'è da aggiungere che è il classico giocatore incallito che non esita a restare online dalla mattina a notte inoltrata del giorno successivo, esponendo una velata denuncia sociale al meccanismo di questi giochi di ruolo online, i quali costringono i giocatori a maratone notturne, pur di superare livelli e diventare più forti, causando l'abbandono dalla realtà e da tutto ciò che circonda la vita reale.
La protagonista femminile è Asuna, personaggio interessante e piacevole per larghi tratti della serie, soprattutto nel primo arco, in quanto nel secondo arco diventa la classica damigella Disney da salvare e che motiva il fidanzato a terminare il giocatore. Questa scelta mi ha letteralmente sorpreso e d'altra parte deluso, perché mi sarei aspettato un trattamento diverso e dignitoso per Asuna, qui invece mercificata perfino a soggetto che subisce molestie sessuali dall'antagonista di turno. A parte ciò è lo specchio-modello positivo della donna moderna: carattere forte e determinato, indipendente, dolce, bella e brava a cucinare... cosa pretendere di più?
Tra gli altri personaggi degni di menzione abbiamo Suguha, sorella, anzi cugina del protagonista, la quale si innamora di lui perdutamente, ma sarà delusa ben due volte, sia nel mondo reale sia nel mondo virtuale, quando capirà che il compagno di giochi è lo stesso Kirito. Suguha è una ragazza determinata, sportiva e positiva, tanto da essere probabilmente il personaggio che di più ho apprezzato in questa serie. Non si arrende alle difficoltà che incontra e mostra grande generosità verso gli altri, oltre ad avermi fatto intristire per lei dopo il duro sfogo nei confronti di Kirito. Il vero problema di questa personaggio è l'amore che prova verso il cugino, impossibile sotto diversi punti di vista: legale, perché tra cugini di primo grado non è permesso sposarsi, e comunque strettamente sentimentale. Scelta inopportuna degli sceneggiatori e dell'autore, a mio parere.
Un elemento apprezzabile in questo anime è la realtà immessa nel virtuale, in entrambi gli archi narrativi, sebbene in maniera diversa tra loro. Tuttavia il risultato è buono perché si ragiona su metodi comuni in questi giochi, non così lontani da quelli usati dalla gente nella realtà, ad esempio l'uccidere per i propri interessi, l'ingiustizia sociale, i rapporti interpersonali, le alleanze spesso infrante e l'illegalità dilagante. Tutti elementi, questi, che si trovano in entrambi i mondi, proprio perché a crearli, aggiornarli e giocarli è l'uomo stesso, agente in modalità spesso poco consone alla giustizia.
Come ambientazioni abbiamo i mondi Sword Art Online e ALfheim Online, molto ben curati e pieni di varietà tra laghi, montagne, fiumi, foreste e città. Una ambientazione di grande livello (anche grafico) che rende giustizia al genere in cui sono ambientati questi tipi di giochi. Bello Yggdrasil, albero della leggenda nordica e mitologica che in ALfheim Online troviamo rappresentato in chiave moderna.
A livello grafico non c'è che da fare i complimenti agli animatori, perché non ho riscontrato alcun errore, anzi le scene d'azione e i combattimenti sono riprodotti e animati perfettamente, essendo una gioia per gli occhi. Spettacolari gli scontri contro i boss e contro gli antagonisti (vedi Kirito vs Heartcliff), che sono tra i migliori a livello di animazione mai visti. Tutto abbastanza realistico.
Anche il comparto sonoro è apprezzabile, grazie a due opening meravigliose e altrettante ending, in particolare la seconda. Inoltre, complimenti anche alle numerose OST di buon livello, tra le quali cito "Swordline" e "We Have Defeat You", due perle assolutamente orecchiabili.
In definitiva "Sword Art Online" è un prodotto puramente commerciale che piacerà a molti estimatori di questi giochi, anche agli estimatori delle coppie romantiche per eccellenza, vista la presenza perenne (spesso assordante e immotivata) di scene romantiche che coprono intere puntate, oltre a scene ecchi casuali e mal riprodotte, ma tutto sommato ha un contorno di qualità; perciò, pur essendo impossibilitato ad assegnare una sufficienza per i motivi descritti qui sopra (trama, ritmo banale, approccio di harem, nemici ridotti a macchiette e contraddizioni), un mediocre 5 può andare bene.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
Comincio col dire che "Sword Art Online" è un anime davvero interessante e molto affascinante, poiché possiede un'impostazione di partenza molto intrigante e che sa coinvolgere subito, e poi presenta una serie di colpi di scena che ti tiene incollato allo schermo per vedere gli episodi. La trama è molto bella e in poche parole tratta di diecimila persone che si ritrovano a giocare a un MMORPG per un nuovo sistema di gioco chiamato Full Dive, la cui funzione è permessa dal NerveGear, che dà la possibilità ai giocatori di entrare nel gioco e indossare il proprio avatar e combattere in prima persona. Ad attendere però i personaggi ci sarà una sorpresa, che è il primo grande colpo di scena dell'anime e che è quel qualcosa che ti spinge a seguire poi tutta la serie che si evolve sempre più. Visione molto soddisfacente e soprattutto piacevole sia dal punto di vista grafico che a livello di trama e personaggi.
I personaggi sono davvero belli sia come design che come sono stati impostati, perché abbiamo un protagonista Kirito che è forte fin dall'inizio, non dovremo aspettare che il protagonista scarso diventi forte come sempre accade negli anime, cosa che ormai stufa poiché è sempre la stessa storia; invece qui abbiamo un personaggio già di alto livello che permette di vedere azioni e combattimenti di alto livello, non combattimenti in cui il protagonista se non le prende non vince, ma un combattimento che tramite incroci di spade giunge alla fine, a volte in maniere che non ti aspetti. E' proprio ciò che ho appena elencato, oltre che il carattere in cui probabilmente molti si sono riconosciuti, che fa sì che questo personaggio sia tanto amato.
La protagonista femminile Asuna è una ragazza forte che in realtà nasconde un animo gentile e premuroso, e quindi quel suo atteggiamento aggressivo nasconde un lato molto dolce e femminile, inoltre è bella esteticamente. Un altro personaggio che ho notato che ha riscosso un discreto successo è Liz o Lisbeth: questo personaggio è il tipo di persona che è molto diretta e mostra come Asuna un carattere forte, infatti sono amiche, e che è comunque molto dolce (ma in modo diverso da come lo è Asuna) e ciò la rende comunque diversa dalla precedente; devo dire che anche io adoro questo personaggio. Poi abbiamo Yui, che sarebbe la figlia di Kirito e Asuna, però in game, ovvero non è sul serio la loro figlia ma un prodotto del sistema, un programma che può prendere le sembianze di una bambina e gode di intelligenza propria. Altro personaggio interessante è Klein, che è il personaggio che ha il ruolo di sdrammatizzare la situazione e che magari spesso serve a riportare sulla giusta via il protagonista; infatti lui sarà la prima delle poche persone con cui Kirito riuscirà a relazionarsi. Abbiamo poi Silica, che è la mascotte per così dire, la ragazzina carina e tenera che spesso colpisce molto. Agil invece è un mercante e amico di Kirito. Infine troviamo quello che a mio parere dopo Kirito è il personaggio migliore dell'anime, ovvero Akihiko Kayaba (a.k.a Heathcliff): costui è il creatore di SAO e crea quel mondo perché aveva sempre desiderato vivere in un mondo come quello, in un castello fluttuante, come lui stesso lo chiama, di cui inseguiva la figura da tempo che non rimembra. Questo personaggio mi ha stupito un sacco, non mi sarei mai aspettato che potesse essere così interessante, ma soprattutto ciò che lo rende così importante come personaggio è l'aura di mistero e potere che emana la sua figura nelle sue varie comparse all'interno dell'anime.
Questi erano quelli che riguardano la prima saga su Aincrad, invece nella seconda saga su Alfheim Online, o abbreviato ALO, abbiamo altri personaggi, tra cui possiamo presentare Sugu (a.k.a Leafa), che è la sorella di Kirito e colei che lo accompagnerà nel suo viaggio verso il raggiungimento dell'obbiettivo molto serio della seconda parte dell'anime, che mi ha messo un'ansia terribile visto ciò che era messo in gioco. Lei proverà dei sentimenti per Kirito, ma lui non li ricambierà mai, e quindi non si sfocia in un rapporto fratello-sorella che non c'è e che non ci sarebbe mai potuto essere, visto che i due in realtà non sono fratelli! Su questo punto vorrei aggiungere che secondo me quello che Sugu provava per Kirito in realtà non era amore vero e proprio, ma forse voleva solo avere un po' d'affetto da Kirito che l'aveva per molto tempo evitata.
Altro personaggio che possiamo trovare in questa saga è Eugene, comandante di una delle razze su ALO, che si scontrerà con Kirito regalandoci un combattimento favoloso! Poi abbiamo Recon: amico di Leafa, non è molto importante, ma cresce molto nel finale dimostrando di essere un valido personaggio. Infine abbiamo uno dei cattivi migliori che io abbia visto, migliore nel senso che svolge per davvero il ruolo del cattivo, facendosi letteralmente odiare per le sue azioni, ed è proprio questo un merito che va seriamente attribuito a Kawahara, perché riuscire a creare un cattivo del genere è davvero una grande cosa.
L'anime come già detto prima, si divide in due saghe: la prima su Aincrad in Sword Art Online e la seconda su ALO. La prima è un capolavoro assoluto, impossibile staccarsi dallo schermo per quanto è bella, intrigante e coinvolgente, invece la seconda cala un pochino rispetto alla prima saga, ma lo scopo che Kirito dovrà raggiungere mette comunque una paura molto forte e quindi si vuole subito scoprire la fine, ed è per questo che reputo che ALO per poter essere capito meglio e apprezzato appieno vada rivisto una seconda volta conoscendone già il finale: lì si capisce davvero quanto sia bella anche questa seconda saga dell'anime, che risulta comunque fantastica.
In particolare di "Sword Art Online" mi sono piaciuti molto i combattimenti fatti in modo fluido, a livello grafico superbo e che sono molto coinvolgenti nel modo in cui si svolgono, per ciò che mostrano e per i modi inaspettati tramite i quali spesso finiscono con colpi di scena che mai ti saresti aspettato. Mi sono piaciute molto le ambientazioni: sia quelle cupe, tenebrose di Aincrad, sia quelle fantasy e più colorate e serene di ALO. Ho adorato molto i personaggi e il modo in cui si svolge la trama.
La grafica è veramente eccezionale e ciò rende molto piacevole la visione dell'anime, perché una buona grafica e dei bei disegni, delle belle animazioni, oltre allo svolgimento dell'anime, sono ciò che chi guarda anime cerca. La musica in "Sword Art Online" è veramente molto bella, in particolare la prima opening e la seconda ending sono qualcosa di meraviglioso, oltre alle varie soundtrack che sono molto orecchiabili e si abbinano bene alle scene in cui le si ascolta.
Quindi "Sword Art Online" è un anime consigliatissimo che sicuramente vedrete con molto piacere, non resterete per niente delusi!
Comincio col dire che "Sword Art Online" è un anime davvero interessante e molto affascinante, poiché possiede un'impostazione di partenza molto intrigante e che sa coinvolgere subito, e poi presenta una serie di colpi di scena che ti tiene incollato allo schermo per vedere gli episodi. La trama è molto bella e in poche parole tratta di diecimila persone che si ritrovano a giocare a un MMORPG per un nuovo sistema di gioco chiamato Full Dive, la cui funzione è permessa dal NerveGear, che dà la possibilità ai giocatori di entrare nel gioco e indossare il proprio avatar e combattere in prima persona. Ad attendere però i personaggi ci sarà una sorpresa, che è il primo grande colpo di scena dell'anime e che è quel qualcosa che ti spinge a seguire poi tutta la serie che si evolve sempre più. Visione molto soddisfacente e soprattutto piacevole sia dal punto di vista grafico che a livello di trama e personaggi.
I personaggi sono davvero belli sia come design che come sono stati impostati, perché abbiamo un protagonista Kirito che è forte fin dall'inizio, non dovremo aspettare che il protagonista scarso diventi forte come sempre accade negli anime, cosa che ormai stufa poiché è sempre la stessa storia; invece qui abbiamo un personaggio già di alto livello che permette di vedere azioni e combattimenti di alto livello, non combattimenti in cui il protagonista se non le prende non vince, ma un combattimento che tramite incroci di spade giunge alla fine, a volte in maniere che non ti aspetti. E' proprio ciò che ho appena elencato, oltre che il carattere in cui probabilmente molti si sono riconosciuti, che fa sì che questo personaggio sia tanto amato.
La protagonista femminile Asuna è una ragazza forte che in realtà nasconde un animo gentile e premuroso, e quindi quel suo atteggiamento aggressivo nasconde un lato molto dolce e femminile, inoltre è bella esteticamente. Un altro personaggio che ho notato che ha riscosso un discreto successo è Liz o Lisbeth: questo personaggio è il tipo di persona che è molto diretta e mostra come Asuna un carattere forte, infatti sono amiche, e che è comunque molto dolce (ma in modo diverso da come lo è Asuna) e ciò la rende comunque diversa dalla precedente; devo dire che anche io adoro questo personaggio. Poi abbiamo Yui, che sarebbe la figlia di Kirito e Asuna, però in game, ovvero non è sul serio la loro figlia ma un prodotto del sistema, un programma che può prendere le sembianze di una bambina e gode di intelligenza propria. Altro personaggio interessante è Klein, che è il personaggio che ha il ruolo di sdrammatizzare la situazione e che magari spesso serve a riportare sulla giusta via il protagonista; infatti lui sarà la prima delle poche persone con cui Kirito riuscirà a relazionarsi. Abbiamo poi Silica, che è la mascotte per così dire, la ragazzina carina e tenera che spesso colpisce molto. Agil invece è un mercante e amico di Kirito. Infine troviamo quello che a mio parere dopo Kirito è il personaggio migliore dell'anime, ovvero Akihiko Kayaba (a.k.a Heathcliff): costui è il creatore di SAO e crea quel mondo perché aveva sempre desiderato vivere in un mondo come quello, in un castello fluttuante, come lui stesso lo chiama, di cui inseguiva la figura da tempo che non rimembra. Questo personaggio mi ha stupito un sacco, non mi sarei mai aspettato che potesse essere così interessante, ma soprattutto ciò che lo rende così importante come personaggio è l'aura di mistero e potere che emana la sua figura nelle sue varie comparse all'interno dell'anime.
Questi erano quelli che riguardano la prima saga su Aincrad, invece nella seconda saga su Alfheim Online, o abbreviato ALO, abbiamo altri personaggi, tra cui possiamo presentare Sugu (a.k.a Leafa), che è la sorella di Kirito e colei che lo accompagnerà nel suo viaggio verso il raggiungimento dell'obbiettivo molto serio della seconda parte dell'anime, che mi ha messo un'ansia terribile visto ciò che era messo in gioco. Lei proverà dei sentimenti per Kirito, ma lui non li ricambierà mai, e quindi non si sfocia in un rapporto fratello-sorella che non c'è e che non ci sarebbe mai potuto essere, visto che i due in realtà non sono fratelli! Su questo punto vorrei aggiungere che secondo me quello che Sugu provava per Kirito in realtà non era amore vero e proprio, ma forse voleva solo avere un po' d'affetto da Kirito che l'aveva per molto tempo evitata.
Altro personaggio che possiamo trovare in questa saga è Eugene, comandante di una delle razze su ALO, che si scontrerà con Kirito regalandoci un combattimento favoloso! Poi abbiamo Recon: amico di Leafa, non è molto importante, ma cresce molto nel finale dimostrando di essere un valido personaggio. Infine abbiamo uno dei cattivi migliori che io abbia visto, migliore nel senso che svolge per davvero il ruolo del cattivo, facendosi letteralmente odiare per le sue azioni, ed è proprio questo un merito che va seriamente attribuito a Kawahara, perché riuscire a creare un cattivo del genere è davvero una grande cosa.
L'anime come già detto prima, si divide in due saghe: la prima su Aincrad in Sword Art Online e la seconda su ALO. La prima è un capolavoro assoluto, impossibile staccarsi dallo schermo per quanto è bella, intrigante e coinvolgente, invece la seconda cala un pochino rispetto alla prima saga, ma lo scopo che Kirito dovrà raggiungere mette comunque una paura molto forte e quindi si vuole subito scoprire la fine, ed è per questo che reputo che ALO per poter essere capito meglio e apprezzato appieno vada rivisto una seconda volta conoscendone già il finale: lì si capisce davvero quanto sia bella anche questa seconda saga dell'anime, che risulta comunque fantastica.
In particolare di "Sword Art Online" mi sono piaciuti molto i combattimenti fatti in modo fluido, a livello grafico superbo e che sono molto coinvolgenti nel modo in cui si svolgono, per ciò che mostrano e per i modi inaspettati tramite i quali spesso finiscono con colpi di scena che mai ti saresti aspettato. Mi sono piaciute molto le ambientazioni: sia quelle cupe, tenebrose di Aincrad, sia quelle fantasy e più colorate e serene di ALO. Ho adorato molto i personaggi e il modo in cui si svolge la trama.
La grafica è veramente eccezionale e ciò rende molto piacevole la visione dell'anime, perché una buona grafica e dei bei disegni, delle belle animazioni, oltre allo svolgimento dell'anime, sono ciò che chi guarda anime cerca. La musica in "Sword Art Online" è veramente molto bella, in particolare la prima opening e la seconda ending sono qualcosa di meraviglioso, oltre alle varie soundtrack che sono molto orecchiabili e si abbinano bene alle scene in cui le si ascolta.
Quindi "Sword Art Online" è un anime consigliatissimo che sicuramente vedrete con molto piacere, non resterete per niente delusi!
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
"Sword Art Oonline" è un anime del 2012 che tratta un tema molto affascinante, gli MMORPG, soprattutto in un caso molto particolare, ovvero in una versione Full Dive: una versione in cui i giocatori stessi entrano nel gioco tramite un dispositivo chiamato NerveGear e tramite i loro avatar possono combattere in prima persona gustandosi il gioco al pieno delle sue sfaccettature.
Queste sono le premesse, però ad un certo punto, dopo poco dal lancio ufficiale del gioco, si ha la sconvolgente notizia che nessun giocatore può uscire dal gioco, perché il creatore Akihiko Kayaba ha voluto creare tale mondo per poterci vivere e quindi ha dato alla luce un mondo di spadaccini dove allo scendere a zero della barra degli HP la vita del giocatore termina all'istante, e l'unico modo per uscirne vivi è sopravvivere e conquistare tutti e cento i piani! Dopo poco più di due mesi muoiono però già 2000 persone ed è così che tutto ha inizio, è così che inizia un anime a dir poco spettacolare, degno di essere amato minuto per minuto, anzi secondo per secondo.
"Sword Art Online" presenta contenuti molto variegati che non lasciano mai che si parli di un'unica cosa e che tale cosa porti alla noia, quindi, di conseguenza, non annoia mai e dà allo spettatore quella sensazione di appagamento che tanto desidera chi guarda anime, crea quell'atmosfera adrenalinica che ti invoglia, ti spinge a vedere sempre il prossimo episodio senza riuscire a smettere.
I disegni sono magnifici e la grafica è spettacolare, con giochi di luce che renderanno insieme alle musiche di sottofondo i combattimenti un ripetersi di azioni mozzafiato che invoglieranno lo spettatore più di una volta ad andare a rivedere tale combattimento; la scelta di colori per avversari e personaggi rende bene il concetto dei caratteri e ciò che il loro animo nasconde, infatti quest'anime mostra dei personaggi che tramite le loro azioni mostrano il loro carattere e sfoggiano le loro qualità interiori oltre che l'Arte Della Spada, che è la base dell'anime e che intriga molto. Ritornando ai design, i design di vestiti, spade, armature, arene, stanze dei boss sono tutti magnifici e curati nei minimi dettagli, lasciando sempre chi guarda stupito da tanta meraviglia. "Sword Art Online" è un'armonia di disegni fantastici, colonne sonore epiche, personaggi fantastici, combattimenti epici che rendono quest'anime una poesia fra gli anime. Quest'anime lascia talmente tanto impresso il ricordo che è raro dimenticare ciò che accade negli episodi!
I personaggi non si dimenticano: come si può non amare Kirito, il suo coraggio, la sua forza, la sua abilità con la spada, il suo lato fragile, docile; come si può dimenticare la bellezza dell'abilità con lo stocco di Asuna, come si possono dimenticare le battute di Liz, le azioni di Klein che dà sempre quel tocco di serenità alle scene in cui compare, come si può dimenticare la dolcezza di Silica, la simpatia di Sugu e tutti gli altri lati fantastici che tali personaggi hanno? Semplice, non si può!
"Sword Art Online" presenta anche una figura che attira a sé tutto l'odio, ovvero Sugou o Oberon, che è il personaggio più infame che abbia mai ritrovato in un anime e che attira così tanto odio da creare nello spettatore il desiderio di essere al posto di Kirito e fargliela pagare, ma per fortuna ci penserà il nostro eroe oscuro; questo è un altro complimento che va fatto a Kawahara, ovvero quello di aver saputo creare un vero cattivo, un cattivo che si fa odiare e non ammirare, perché quello a mio parere è il vero "cattivo".
I colpi di scena che l'anime presenta sono molti, così come il finale del primo arco narrativo con il ritorno poi a un nuovo mondo e a tanti nuovi spiragli e combattimenti mozzafiato. Il finale resta impresso nel cuore, io non ho potuto resistere dal piangere innanzi all'incontro, al primo vero incontro di Kirito e Asuna nel mondo reale, e la frase "E' appena terminata la mia vera battaglia, adesso è davvero finita" è rimasta e rimarrà per sempre impressa nel mio cuore.
Ne ho visti tantissimi di anime in questi nove anni, ma mai nessuno mi ha dato ciò che "Sword Art Online" mi ha dato, ed è per questo che do all'anime un 10 pieno e ne consiglio a chiunque la visione.
"Sword Art Oonline" è un anime del 2012 che tratta un tema molto affascinante, gli MMORPG, soprattutto in un caso molto particolare, ovvero in una versione Full Dive: una versione in cui i giocatori stessi entrano nel gioco tramite un dispositivo chiamato NerveGear e tramite i loro avatar possono combattere in prima persona gustandosi il gioco al pieno delle sue sfaccettature.
Queste sono le premesse, però ad un certo punto, dopo poco dal lancio ufficiale del gioco, si ha la sconvolgente notizia che nessun giocatore può uscire dal gioco, perché il creatore Akihiko Kayaba ha voluto creare tale mondo per poterci vivere e quindi ha dato alla luce un mondo di spadaccini dove allo scendere a zero della barra degli HP la vita del giocatore termina all'istante, e l'unico modo per uscirne vivi è sopravvivere e conquistare tutti e cento i piani! Dopo poco più di due mesi muoiono però già 2000 persone ed è così che tutto ha inizio, è così che inizia un anime a dir poco spettacolare, degno di essere amato minuto per minuto, anzi secondo per secondo.
"Sword Art Online" presenta contenuti molto variegati che non lasciano mai che si parli di un'unica cosa e che tale cosa porti alla noia, quindi, di conseguenza, non annoia mai e dà allo spettatore quella sensazione di appagamento che tanto desidera chi guarda anime, crea quell'atmosfera adrenalinica che ti invoglia, ti spinge a vedere sempre il prossimo episodio senza riuscire a smettere.
I disegni sono magnifici e la grafica è spettacolare, con giochi di luce che renderanno insieme alle musiche di sottofondo i combattimenti un ripetersi di azioni mozzafiato che invoglieranno lo spettatore più di una volta ad andare a rivedere tale combattimento; la scelta di colori per avversari e personaggi rende bene il concetto dei caratteri e ciò che il loro animo nasconde, infatti quest'anime mostra dei personaggi che tramite le loro azioni mostrano il loro carattere e sfoggiano le loro qualità interiori oltre che l'Arte Della Spada, che è la base dell'anime e che intriga molto. Ritornando ai design, i design di vestiti, spade, armature, arene, stanze dei boss sono tutti magnifici e curati nei minimi dettagli, lasciando sempre chi guarda stupito da tanta meraviglia. "Sword Art Online" è un'armonia di disegni fantastici, colonne sonore epiche, personaggi fantastici, combattimenti epici che rendono quest'anime una poesia fra gli anime. Quest'anime lascia talmente tanto impresso il ricordo che è raro dimenticare ciò che accade negli episodi!
I personaggi non si dimenticano: come si può non amare Kirito, il suo coraggio, la sua forza, la sua abilità con la spada, il suo lato fragile, docile; come si può dimenticare la bellezza dell'abilità con lo stocco di Asuna, come si possono dimenticare le battute di Liz, le azioni di Klein che dà sempre quel tocco di serenità alle scene in cui compare, come si può dimenticare la dolcezza di Silica, la simpatia di Sugu e tutti gli altri lati fantastici che tali personaggi hanno? Semplice, non si può!
"Sword Art Online" presenta anche una figura che attira a sé tutto l'odio, ovvero Sugou o Oberon, che è il personaggio più infame che abbia mai ritrovato in un anime e che attira così tanto odio da creare nello spettatore il desiderio di essere al posto di Kirito e fargliela pagare, ma per fortuna ci penserà il nostro eroe oscuro; questo è un altro complimento che va fatto a Kawahara, ovvero quello di aver saputo creare un vero cattivo, un cattivo che si fa odiare e non ammirare, perché quello a mio parere è il vero "cattivo".
I colpi di scena che l'anime presenta sono molti, così come il finale del primo arco narrativo con il ritorno poi a un nuovo mondo e a tanti nuovi spiragli e combattimenti mozzafiato. Il finale resta impresso nel cuore, io non ho potuto resistere dal piangere innanzi all'incontro, al primo vero incontro di Kirito e Asuna nel mondo reale, e la frase "E' appena terminata la mia vera battaglia, adesso è davvero finita" è rimasta e rimarrà per sempre impressa nel mio cuore.
Ne ho visti tantissimi di anime in questi nove anni, ma mai nessuno mi ha dato ciò che "Sword Art Online" mi ha dato, ed è per questo che do all'anime un 10 pieno e ne consiglio a chiunque la visione.
"Sword Art Online" è un anime del 2012 tratto dalla light novel di Reki Kawahara.
L'anime presenta varie componenti molto interessanti quali: trama eccezionale, ottimi personaggi e animazioni fantastiche, proprio come ci si aspetta dallo studio A-1 Pictures; insomma, il comparto tecnico è veramente perfetto dalle animazioni, come già detto, fino ad arrivare al comparto musicale, ma ne parleremo dopo. Proseguiamo con ordine.
La trama in poche parole è questa: 10000 giocatori tramite il NerveGear potranno accedere a un gioco denominato "Sword Art Online"; una volta entrati in questo gioco ci sarà un colpo di scena ad aspettarli, ed è proprio questo colpo di scena che darà inizio a tutto.
I personaggi: in "Sword Art Online" ci viene presentato subito quello che sarà l'eroe della nostra avventura in questo mondo virtuale e il suo nome è Kirigaya Kazuto (a.k.a Kirito in game); in breve è un ragazzo di quattordici anni all'inizio del gioco, che nella sua avventura ad "Aincrad" (nome del mondo in cui è ambientato "Sword Art Online") maturerà: all'inizio viene presentato quasi come un bambino, ma poi il suo carattere muterà fino a incarnare proprio quella che è la figura dello spadaccino/guerriero. Tuttavia, come si potrà notare, non perderà quel suo lato fragile e questa è una ragione per la quale tale personaggio è molto interessante e colpisce gli spettatori, poiché non è il tipico protagonista forte e impassibile, né il tipico "mollaccione" - perdonatemi il termine poco corretto -, ma sarà un personaggio forte in game e semplice nel mondo reale, e ciò dà a molti la possibilità di rispecchiarsi in lui.
L'eroina principale della nostra storia sarà invece Asuna, una ragazza molto particolare e molto forte d'animo e dotata di grande coraggio; sarà molto spesso insieme al nostro eroe nelle sue avventure, battaglie e non solo.
Ad accompagnare il nostro protagonista Kirito non ci sarà solo Asuna, ma anche altri personaggi, anche se di minore importanza; costoro saranno: Klein, Silica, Liz, Agil e la piccola Yui. Questi personaggi, fatta eccezione per Yui, che nella seconda parte dell'anime avrà un ruolo molto importante, non compaiono molto, ma quando compaiono si fanno amare anche loro. Proprio questo è un altro punto a favore di "Sword Art Online", infatti i personaggi non hanno bisogno di una caratterizzazione voluta, ma tramite le loro azioni, i loro modi di fare, i loro discorsi si riesce a capire benissimo il loro tratto caratteriale; nonostante ciò mi sarebbe piaciuto che avessero dato un po' più spazio anche agli altri personaggi.
Il comparto tecnico: come già anticipato è davvero perfetto, le animazioni sono spettacolari e realizzate molto bene, lo studio A-1 Pictures svolge sempre un ottimo lavoro, ma in "Sword Art Online" si è proprio superato facendo veramente un ottimo lavoro. Il comparto musicale è veramente molto bello, le opening e le ending sono fantastiche e più e più volte mi sono ritrovata a canticchiarle, e questo è un buon segno, visto che raramente opening ed ending mi piacciono; le musiche di sottofondo sono sempre ben scelte e mirate, e soprattutto sono piacevoli e orecchiabili e mai fastidiose.
Opinioni e commenti: sicuramente questo è un anime che merita molto, davvero, lo consiglio a tutti, è uno spettacolo veramente molto piacevole e soprattutto colpisce e non annoia mai; voglio essere sincera, dopo aver visto "Log Horizon" mi ero apprestata a vedere quest'anime convinta che proprio come il precedentemente citato "Log Horizon" non mi sarebbe piaciuto e lo avrei trovato noioso, ma ho dovuto davvero ricredermi, mi ha coinvolta e stupita. Scusate per il confronto ma mi son sentita di dirlo.
Il successo che "Sword Art Online" ha avuto è più che meritato! Per questo motivo il mio voto è un 10 pieno, per un anime che sa coinvolgere e che sa emozionare lo spettatore.
L'anime presenta varie componenti molto interessanti quali: trama eccezionale, ottimi personaggi e animazioni fantastiche, proprio come ci si aspetta dallo studio A-1 Pictures; insomma, il comparto tecnico è veramente perfetto dalle animazioni, come già detto, fino ad arrivare al comparto musicale, ma ne parleremo dopo. Proseguiamo con ordine.
La trama in poche parole è questa: 10000 giocatori tramite il NerveGear potranno accedere a un gioco denominato "Sword Art Online"; una volta entrati in questo gioco ci sarà un colpo di scena ad aspettarli, ed è proprio questo colpo di scena che darà inizio a tutto.
I personaggi: in "Sword Art Online" ci viene presentato subito quello che sarà l'eroe della nostra avventura in questo mondo virtuale e il suo nome è Kirigaya Kazuto (a.k.a Kirito in game); in breve è un ragazzo di quattordici anni all'inizio del gioco, che nella sua avventura ad "Aincrad" (nome del mondo in cui è ambientato "Sword Art Online") maturerà: all'inizio viene presentato quasi come un bambino, ma poi il suo carattere muterà fino a incarnare proprio quella che è la figura dello spadaccino/guerriero. Tuttavia, come si potrà notare, non perderà quel suo lato fragile e questa è una ragione per la quale tale personaggio è molto interessante e colpisce gli spettatori, poiché non è il tipico protagonista forte e impassibile, né il tipico "mollaccione" - perdonatemi il termine poco corretto -, ma sarà un personaggio forte in game e semplice nel mondo reale, e ciò dà a molti la possibilità di rispecchiarsi in lui.
L'eroina principale della nostra storia sarà invece Asuna, una ragazza molto particolare e molto forte d'animo e dotata di grande coraggio; sarà molto spesso insieme al nostro eroe nelle sue avventure, battaglie e non solo.
Ad accompagnare il nostro protagonista Kirito non ci sarà solo Asuna, ma anche altri personaggi, anche se di minore importanza; costoro saranno: Klein, Silica, Liz, Agil e la piccola Yui. Questi personaggi, fatta eccezione per Yui, che nella seconda parte dell'anime avrà un ruolo molto importante, non compaiono molto, ma quando compaiono si fanno amare anche loro. Proprio questo è un altro punto a favore di "Sword Art Online", infatti i personaggi non hanno bisogno di una caratterizzazione voluta, ma tramite le loro azioni, i loro modi di fare, i loro discorsi si riesce a capire benissimo il loro tratto caratteriale; nonostante ciò mi sarebbe piaciuto che avessero dato un po' più spazio anche agli altri personaggi.
Il comparto tecnico: come già anticipato è davvero perfetto, le animazioni sono spettacolari e realizzate molto bene, lo studio A-1 Pictures svolge sempre un ottimo lavoro, ma in "Sword Art Online" si è proprio superato facendo veramente un ottimo lavoro. Il comparto musicale è veramente molto bello, le opening e le ending sono fantastiche e più e più volte mi sono ritrovata a canticchiarle, e questo è un buon segno, visto che raramente opening ed ending mi piacciono; le musiche di sottofondo sono sempre ben scelte e mirate, e soprattutto sono piacevoli e orecchiabili e mai fastidiose.
Opinioni e commenti: sicuramente questo è un anime che merita molto, davvero, lo consiglio a tutti, è uno spettacolo veramente molto piacevole e soprattutto colpisce e non annoia mai; voglio essere sincera, dopo aver visto "Log Horizon" mi ero apprestata a vedere quest'anime convinta che proprio come il precedentemente citato "Log Horizon" non mi sarebbe piaciuto e lo avrei trovato noioso, ma ho dovuto davvero ricredermi, mi ha coinvolta e stupita. Scusate per il confronto ma mi son sentita di dirlo.
Il successo che "Sword Art Online" ha avuto è più che meritato! Per questo motivo il mio voto è un 10 pieno, per un anime che sa coinvolgere e che sa emozionare lo spettatore.
"Sword Art Online" è uno degli anime più deludenti che abbia mai visto.
La trama è buona, l'idea che i personaggi fossero intrappolati in un videogioco e che la morte equivalesse realmente a morire nella realtà mi aveva incuriosito, ma purtroppo le idee e le speranze che avevo in questo cartone animato erano sbagliate. Sì, perché se all'inizio pensavo che "Sword Art Online" fosse un capolavoro, dopo neanche sei episodi cambiai opinione. Musiche e animazioni sono eccellenti, i combattimenti con i vari boss sono sceneggiati molto bene. Dopo questo? Cosa c'è di così bello in "Sword Art Online"? Beh, non saprei. Lo sviluppo della trama è banale, lo sviluppo dei personaggi è assente e la maggior parte delle puntate sono inutili ai fini della trama.
Le mie aspettative erano alte, ma purtroppo per i vari motivi elencati non sono riuscito ad apprezzare l'anime; ho provato a visionare le altre stagioni successive, ma purtroppo neanche quelle mi hanno entusiasmato.
La trama è buona, l'idea che i personaggi fossero intrappolati in un videogioco e che la morte equivalesse realmente a morire nella realtà mi aveva incuriosito, ma purtroppo le idee e le speranze che avevo in questo cartone animato erano sbagliate. Sì, perché se all'inizio pensavo che "Sword Art Online" fosse un capolavoro, dopo neanche sei episodi cambiai opinione. Musiche e animazioni sono eccellenti, i combattimenti con i vari boss sono sceneggiati molto bene. Dopo questo? Cosa c'è di così bello in "Sword Art Online"? Beh, non saprei. Lo sviluppo della trama è banale, lo sviluppo dei personaggi è assente e la maggior parte delle puntate sono inutili ai fini della trama.
Le mie aspettative erano alte, ma purtroppo per i vari motivi elencati non sono riuscito ad apprezzare l'anime; ho provato a visionare le altre stagioni successive, ma purtroppo neanche quelle mi hanno entusiasmato.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Partiamo dalla trama: l'anime si svolge nel 2022, quando l'umanità ha inventato una macchina, il Nervegear, che dà la possibilità di entrare in una realtà completamente virtuale, ed è proprio in questa realtà virtuale che si svolgeranno le avventure dei nostri personaggi.
Personaggi: Kirito, il protagonista, ragazzo dal carattere molto chiuso e abilissimo spadaccino che verrà chiamato The Black Swordsman; Asuna, coprotagonista, ha un carattere forte e molto sicuro di sé, è anch'essa una brava spadaccina e sarà la futura fidanzata di Kirito, con cui formerà una coppia mozzafiato; Yui, una piccola bambina che sarà la figlia per così dire di Kirito e Asuna (per così dire perché essa è prodotto di un ambiente virtuale e non veramente loro figlia); Klein, amico di Kirito, somigliante a un samurai; Liz, amica di Assuna e anche di Kirito, forgiatrice e personaggio dal carattere diretto e forte; Silica, ragazzina domabestie che ha con sé Pina, un piccolo "draghetto" a cui tiene molto; Sugu, cugina di Kirito e coprotagonista nel secondo arco narrativo, abile spadaccina e personaggio interessante.
Passiamo ora a qualche considerazione sull'anime: l'anime presenta molti colpi di scena e una trama molto interessante, che prende sempre più lo spettatore man mano che passano gli episodi, e che tiene incollati allo schermo. I combattimenti sono molto belli e lasciano il segno; non si dimenticano facilmente le sensazioni che questi lasciano e neanche lo stile di combattimento dei personaggi, per non parlare delle abilità di Kirito, che stupiranno sempre più e che faranno addirittura desiderare di praticare l'arte della spada, cosa che non è per tutti, ovviamente.
I caratteri dei personaggi sono tutti diversi e quindi ognuno può trovare quello che più lo rispecchia e immedesimarsi in esso; le scene "epiche" ci sono e lasciano come per i combattimenti il segno, basti pensare all'episodio 9 quando Kirito combatte con Gleam Eyes; le scene romantiche colpiscono dritto al cuore e lasciano un senso di dolcezza fuori dal comune, che a volte nemmeno gli anime romantici veri e propri riescono a dare (bisogna ricordarsi che "Sword Art Online" anime romantico lo è solo in parte, in quanto è un anime di combattimenti, azione, fantasy, avventura e, pur essendo un anime che mette il romantico in un posto non primario, lascia comunque le sensazioni sopra espresse, il che è soddisfacente e molto appagante).
I design dei personaggi, delle spade, degli ambienti sono ben fatti e lasciano di stucco, basti pensare all'Elucidator o alla Dark Repulsar, basti pensare all'arena del boss del settantacinquesimo piano; le colonne sonore sono magnifiche e restano impresse, l'opening è magnifica e la scelta dell'uso delle varie musiche di sottofondo è sempre ben mirata, e aumenta ancor di più il fattore epico dei combattimenti.
L'anime presenta due archi entrambi veramente fantastici e che si fanno amare e ricordare, restano nella mente e non scompaiono, basti pensare che ricordo cosa è successo in ogni singolo episodio di "Sword Art Online".
Conclusione: l'anime è stra-consigliato a tutti, da vedere assolutamente per non perdersi un'opera dal valore mastodontico, per non perdersi un'opera di un livello che raramente si trova sia per il comparto grafico che per la trama che per i personaggi. L'anime si merita un bel 10, quindi voto finale: 10.
Partiamo dalla trama: l'anime si svolge nel 2022, quando l'umanità ha inventato una macchina, il Nervegear, che dà la possibilità di entrare in una realtà completamente virtuale, ed è proprio in questa realtà virtuale che si svolgeranno le avventure dei nostri personaggi.
Personaggi: Kirito, il protagonista, ragazzo dal carattere molto chiuso e abilissimo spadaccino che verrà chiamato The Black Swordsman; Asuna, coprotagonista, ha un carattere forte e molto sicuro di sé, è anch'essa una brava spadaccina e sarà la futura fidanzata di Kirito, con cui formerà una coppia mozzafiato; Yui, una piccola bambina che sarà la figlia per così dire di Kirito e Asuna (per così dire perché essa è prodotto di un ambiente virtuale e non veramente loro figlia); Klein, amico di Kirito, somigliante a un samurai; Liz, amica di Assuna e anche di Kirito, forgiatrice e personaggio dal carattere diretto e forte; Silica, ragazzina domabestie che ha con sé Pina, un piccolo "draghetto" a cui tiene molto; Sugu, cugina di Kirito e coprotagonista nel secondo arco narrativo, abile spadaccina e personaggio interessante.
Passiamo ora a qualche considerazione sull'anime: l'anime presenta molti colpi di scena e una trama molto interessante, che prende sempre più lo spettatore man mano che passano gli episodi, e che tiene incollati allo schermo. I combattimenti sono molto belli e lasciano il segno; non si dimenticano facilmente le sensazioni che questi lasciano e neanche lo stile di combattimento dei personaggi, per non parlare delle abilità di Kirito, che stupiranno sempre più e che faranno addirittura desiderare di praticare l'arte della spada, cosa che non è per tutti, ovviamente.
I caratteri dei personaggi sono tutti diversi e quindi ognuno può trovare quello che più lo rispecchia e immedesimarsi in esso; le scene "epiche" ci sono e lasciano come per i combattimenti il segno, basti pensare all'episodio 9 quando Kirito combatte con Gleam Eyes; le scene romantiche colpiscono dritto al cuore e lasciano un senso di dolcezza fuori dal comune, che a volte nemmeno gli anime romantici veri e propri riescono a dare (bisogna ricordarsi che "Sword Art Online" anime romantico lo è solo in parte, in quanto è un anime di combattimenti, azione, fantasy, avventura e, pur essendo un anime che mette il romantico in un posto non primario, lascia comunque le sensazioni sopra espresse, il che è soddisfacente e molto appagante).
I design dei personaggi, delle spade, degli ambienti sono ben fatti e lasciano di stucco, basti pensare all'Elucidator o alla Dark Repulsar, basti pensare all'arena del boss del settantacinquesimo piano; le colonne sonore sono magnifiche e restano impresse, l'opening è magnifica e la scelta dell'uso delle varie musiche di sottofondo è sempre ben mirata, e aumenta ancor di più il fattore epico dei combattimenti.
L'anime presenta due archi entrambi veramente fantastici e che si fanno amare e ricordare, restano nella mente e non scompaiono, basti pensare che ricordo cosa è successo in ogni singolo episodio di "Sword Art Online".
Conclusione: l'anime è stra-consigliato a tutti, da vedere assolutamente per non perdersi un'opera dal valore mastodontico, per non perdersi un'opera di un livello che raramente si trova sia per il comparto grafico che per la trama che per i personaggi. L'anime si merita un bel 10, quindi voto finale: 10.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
"Sword Art Online" è un anime che ha una trama già di per sé fantastica. L'anime la rappresenta alla perfezione e aggiunge elementi che rafforzano ancor di più quello che è l'anime in sé e la trama di conseguenza.
Piccola analisi dei personaggi
- Kirito: il protagonista, inutile dire che è il personaggio migliore che io abbia mai trovato in un anime. Mi ha colpito fin da subito e son sicuro che non sono il primo e non sarò nemmeno l'ultimo, per il suo carattere cupo, forte, spavaldo, coraggioso; nasconde un lato fragile che tuttavia aiuta ad aumentare la forza di questo personaggio... inutile commentare le sue spettacolari doti da spadaccino.
- Asuna: ottimo personaggio, futura fidanzata di Kirito, ha un potere misterioso su di lui, riesce a tirar fuori il lato fragile di Kirito e a tenerlo al sicuro lasciando allo spadaccino ciò che di più forte può usare in battaglia, ma la sua importanza non finisce qui. Infatti è un'abile spadaccina e ha un carattere forte e deciso, che poi muta, ma questo è un altro lato molto bello di lei. Questi due insieme sono la coppia più bella che io abbia mai visto in un anime.
- Klein: amico di Kirito, la sua funzione è un po' quella di spalla morale in alcuni casi e di portatore di umorismo (non ho miglior termine per descriverlo al momento), gran bel personaggio anche lui. E' un samurai, usa una katana ed è interessante come personaggio.
- Agil: non compare molto, ma la sua presenza, quando c'è, si nota alla grande... un uomo forte caratterialmente senza turbamenti ed è probabilmente ciò che lo lega a Kirito.
- Liz: ragazza che si occupa di forgiare armi: forgiatrice, bel personaggio, migliore amica di Asuna, asso nell'uso della mazza, simpatica e schietta; sono proprio queste due cose a darle un fascino tutto suo.
- Silica: quella che tutto sommato ha meno importanza, ma bel personaggio, carina e fragile... come si può non adorarla?! Una mascotte.
- Sugu/Leafa: sorella di Kirito, rispecchia alcune parti del suo carattere. In realtà non è proprio la sorella di Kirito, perché è sua cugina, e infatti finirà per amare Kirito, ma ben presto si scontrerà con la presenza di Asuna, che per Kirito è una colonna portante, e di conseguenza capirà di non aver speranze. Abile spadaccina in ALO e molto interessante come personaggio.
Analisi dei combattimenti
I combattimenti sono tutti epici, le musiche di sottofondo sono bellissime e azzeccate per ogni situazione. Alcune fanno venire i brividi dall'atmosfera che creano e i combattimenti li si ama di più!
Il romanticismo in "Sword Art Online" è presente nella porzione giusta, quindi non guasta, ma anzi fortifica l'anime e lo rende più dolce e ancor più bello: Kirito e Asuna insieme si completano e danno il meglio di sé. Quindi, finito di vedere l'anime, posso affermare che questo è un capolavoro e vale assolutamente 10!
"Sword Art Online" è un anime che ha una trama già di per sé fantastica. L'anime la rappresenta alla perfezione e aggiunge elementi che rafforzano ancor di più quello che è l'anime in sé e la trama di conseguenza.
Piccola analisi dei personaggi
- Kirito: il protagonista, inutile dire che è il personaggio migliore che io abbia mai trovato in un anime. Mi ha colpito fin da subito e son sicuro che non sono il primo e non sarò nemmeno l'ultimo, per il suo carattere cupo, forte, spavaldo, coraggioso; nasconde un lato fragile che tuttavia aiuta ad aumentare la forza di questo personaggio... inutile commentare le sue spettacolari doti da spadaccino.
- Asuna: ottimo personaggio, futura fidanzata di Kirito, ha un potere misterioso su di lui, riesce a tirar fuori il lato fragile di Kirito e a tenerlo al sicuro lasciando allo spadaccino ciò che di più forte può usare in battaglia, ma la sua importanza non finisce qui. Infatti è un'abile spadaccina e ha un carattere forte e deciso, che poi muta, ma questo è un altro lato molto bello di lei. Questi due insieme sono la coppia più bella che io abbia mai visto in un anime.
- Klein: amico di Kirito, la sua funzione è un po' quella di spalla morale in alcuni casi e di portatore di umorismo (non ho miglior termine per descriverlo al momento), gran bel personaggio anche lui. E' un samurai, usa una katana ed è interessante come personaggio.
- Agil: non compare molto, ma la sua presenza, quando c'è, si nota alla grande... un uomo forte caratterialmente senza turbamenti ed è probabilmente ciò che lo lega a Kirito.
- Liz: ragazza che si occupa di forgiare armi: forgiatrice, bel personaggio, migliore amica di Asuna, asso nell'uso della mazza, simpatica e schietta; sono proprio queste due cose a darle un fascino tutto suo.
- Silica: quella che tutto sommato ha meno importanza, ma bel personaggio, carina e fragile... come si può non adorarla?! Una mascotte.
- Sugu/Leafa: sorella di Kirito, rispecchia alcune parti del suo carattere. In realtà non è proprio la sorella di Kirito, perché è sua cugina, e infatti finirà per amare Kirito, ma ben presto si scontrerà con la presenza di Asuna, che per Kirito è una colonna portante, e di conseguenza capirà di non aver speranze. Abile spadaccina in ALO e molto interessante come personaggio.
Analisi dei combattimenti
I combattimenti sono tutti epici, le musiche di sottofondo sono bellissime e azzeccate per ogni situazione. Alcune fanno venire i brividi dall'atmosfera che creano e i combattimenti li si ama di più!
Il romanticismo in "Sword Art Online" è presente nella porzione giusta, quindi non guasta, ma anzi fortifica l'anime e lo rende più dolce e ancor più bello: Kirito e Asuna insieme si completano e danno il meglio di sé. Quindi, finito di vedere l'anime, posso affermare che questo è un capolavoro e vale assolutamente 10!
Nonostante l'abbia visto due anni or sono, ho sempre avuto paura a farne una recensione. Per quale motivo? Semplice, "Sword Art Online" è il mio anime preferito, quello che, per certi versi, ha riacceso in me la fiamma del mondo anime che, per certi versi, si era leggermente appassita.
Ci ritroviamo di fronte a un caso mondiale, perché, a differenza di ogni pronostico, il successo di "Sword Art Online" è stato così ampio da dividere il mondo intero tra coloro che lo amano e quelli che lo reputano un normalissimo anime. Venticinque episodi di puro godimento, capaci di appassionare lo spettatore fino ad esserne completamente assuefatto. Azione, fantasy, avventura, combattimento, sentimentalismo, drammaticità... tutto insieme così da creare un'opera mai vista prima. Forse la mia convinzione non sarà condivisa da tutti. Ma credo che almeno la metà del mondo abbia un piccolo posticino per lui nel proprio cuore.
Kirito, questo è il nome del personaggio scelto da un ragazzo delle superiori, estremamente appassionato di videogiochi. Il mondo è in fermento per l'uscita di "Sword Art Online", un nuovo gioco che cambierà completamente il modo di interfacciarsi con la realtà virtuale, in quanto, grazie a un apposito caschetto (Nerve Gear) è possibile immergersi completamente in un'altra dimensione: quella cibernetica. Una realtà nuova, diversa, in cui ogni persona è in grado di mostrare un lato completamente nuovo di sé stessi. Kirito lo sa ed è per questo che ama Sword Art Online. Proprio perché gli permette di liberare i propri istinti e destreggiarsi come non mai, libero da quelle catene che lo opprimono nel mondo reale. Tuttavia qualcosa non quadra. Sword Art Online è un successone, ma, stranamente, i giocatori non riescono a operare il "logout", ovvero la disconnessione dal server di gioco. Un semplice errore di programmazione? Non proprio, visto che improvvisamente Akihiko Kayaba si presenta nella piazza principale, annunciando a tutti quanti che, da quel momento in poi, il loro vero mondo sarebbe stato quello di Aincrad (la torre che costituisce l'ambientazione di Sword Art Online). Non potevano scollegarsi e, se qualcuno dall'esterno ci avesse provato, una scarica elettrica avrebbe fulminato istantaneamente il cervello del pover malcapitato.
Dunque, che i giochi abbiano inizio, perché solo completando tutti e cento i piani di Aincrad è possibile uscire da lì. Ah... piccolo dettaglio, la morte in Sword Art Online equivale alla morte anche nel mondo reale. I vari personaggi assumono le sembianze che hanno realmente e, volenti o nolenti, sono costretti ad affrontare quella nuova situazione.
Non voglio dilungarmi troppo nella trama (anche se forse l'ho fatto), perché, in fin dei conti, è molto conosciuta. Il mio obiettivo è quello di analizzare i punti principali di "Sword Art Online", quelli maggiormente criticati, e mostrare a tutti quanti il loro effettivo valore. Innanzi tutto la questione Kirito-Asuna, ovvero la coppia principale dell'anime. I due si conoscono durante il primo boss, ma poi sono costretti a separarsi. Un divisione momentanea perché, qualche tempo dopo, si ritrovano al fronte. Un amore fulminante? Alcuni suppongono che tale relazione appare alquanto improbabile e poco reale. Insomma, si conoscono appena e qualche puntata dopo vanno già a vivere insieme. Teniamo però conto che l'anime è strutturato in modo tale che, da una puntata all'altra, si possono verificare salti temporali non da poco. Sul fatto che siano abbastanza smielati, do parzialmente ragione a questa supposizione. In effetti Kirito perde, almeno in parte, il fascino del "guerriero solitario" assumendo caratteristiche più umane. Eppure credo che l'autore l'abbia fatto di proposito, perché, anche se a malincuore, Kirito doveva crescere e in particolare doveva imparare ad affidarsi agli altri. La sua battaglia solitaria era destinata a fallire, ma grazie ad Asuna e compagni può effettivamente imparare qualcosa di nuovo.
Altro elemento fortemente criticato è l'apparente mancanza di colpi di scena validi e il continuo intervento di un "fattore salvataggio" che, in un modo o nell'altro, tira fuori il protagonista di turno dai guai. Allora, per quanto riguarda la prima parte, sono d'accordo con tale opinione, anche se, l'apparente mancanza di colpi di scena esemplari non pregiudica la qualità dell'opera. Invece non mi ritrovo d'accordo con la critica sui continui interventi all'ultimo secondo. È vero che, alle volte, appaiono leggermente forzati, ma sono proprio questi a rendere così interessante il personaggio di Kirito. A differenza dei classici protagonisti impacciati e goffi, lui mostra un'aura di sacralità, maestria e leggendaria possanza, che non può essere sfatata così leggermente. È ovvio che Kirito interviene... in fin dei conti è il migliore. Senza contare poi che tali apparizioni costituiscono un punto vitale per l'anime, così da mantenere sempre alta la tensione, in attesa dello sviluppo inatteso.
La grafica è molto bella, colori chiari, puliti, così come la realizzazione dei vari personaggi. Kirito è semplicemente magnifico, nei suoi abiti scuri con le due spade in pugno. Tuttavia neanche Asuna è da meno, una delle poche protagoniste donne che sono riuscito a trovare effettivamente simpatiche.
L'opening e l'ending sono altamente orecchiabili, ma, secondo me, il vero capolavoro è stato fatto nella colonna sonora, in grado di esaltare ancora di più i vari combattimenti. Il cuore s'infiamma e l'adrenalina risulta in continua ascesa.
Ottima anche la regia, che è stata in grado di creare un'opera completa, non disordinata e, soprattutto, priva di quelle accelerate finali che molto spesso si vedono nelle varie opere. In questo caso l'anime è stato diviso chiaramente in due parti: la prima all'interno di Sword Art Online, maggiormente adrenalinica e drammatica, la seconda invece più "soft" dal punto di vista dei combattimenti e del coinvolgimento psicologico, ma più invischiata nelle questioni sentimentali e nell'ardente desiderio di reintegrarsi in un mondo che, per certi versi, non sembra più così reale.
Alcuni affermano che la seconda parte sia chiaramente sottotono. Io invece voglio ribadire il contrario: non solo gli ultimi dieci episodi contribuiscono a valorizzare i primi quindici, ma introducono elementi diversi rispetto all'esordio. L'amore tra Kirito e Asuna, la difficoltà di reintegrarsi nella società e un incubo che non sembra ancora finito. Senza contare le rivelazioni finali di Akihiko Kayaba.
"Sword Art Online" è un capolavoro, ma allo stesso tempo deve essere apprezzato. Forse sarà il fatto che io stesso ho giocato a lungo a questo genere di videogiochi online, e quindi sia maggiormente coinvolto dal punto di vista emotivo; forse il fatto che mi sono semplicemente innamorato di questa storia. Sta di fatto che, in un modo o nell'altro, non posso che considerare "Sword Art Online" uno degli anime più belli mai visti prima. Solitamente non do mai il 10, perché non esiste la perfezione, ma questa volta devo ammettere che ci siamo avvicinati veramente tanto a quest'ultima.
Voto finale: 9/10
Ci ritroviamo di fronte a un caso mondiale, perché, a differenza di ogni pronostico, il successo di "Sword Art Online" è stato così ampio da dividere il mondo intero tra coloro che lo amano e quelli che lo reputano un normalissimo anime. Venticinque episodi di puro godimento, capaci di appassionare lo spettatore fino ad esserne completamente assuefatto. Azione, fantasy, avventura, combattimento, sentimentalismo, drammaticità... tutto insieme così da creare un'opera mai vista prima. Forse la mia convinzione non sarà condivisa da tutti. Ma credo che almeno la metà del mondo abbia un piccolo posticino per lui nel proprio cuore.
Kirito, questo è il nome del personaggio scelto da un ragazzo delle superiori, estremamente appassionato di videogiochi. Il mondo è in fermento per l'uscita di "Sword Art Online", un nuovo gioco che cambierà completamente il modo di interfacciarsi con la realtà virtuale, in quanto, grazie a un apposito caschetto (Nerve Gear) è possibile immergersi completamente in un'altra dimensione: quella cibernetica. Una realtà nuova, diversa, in cui ogni persona è in grado di mostrare un lato completamente nuovo di sé stessi. Kirito lo sa ed è per questo che ama Sword Art Online. Proprio perché gli permette di liberare i propri istinti e destreggiarsi come non mai, libero da quelle catene che lo opprimono nel mondo reale. Tuttavia qualcosa non quadra. Sword Art Online è un successone, ma, stranamente, i giocatori non riescono a operare il "logout", ovvero la disconnessione dal server di gioco. Un semplice errore di programmazione? Non proprio, visto che improvvisamente Akihiko Kayaba si presenta nella piazza principale, annunciando a tutti quanti che, da quel momento in poi, il loro vero mondo sarebbe stato quello di Aincrad (la torre che costituisce l'ambientazione di Sword Art Online). Non potevano scollegarsi e, se qualcuno dall'esterno ci avesse provato, una scarica elettrica avrebbe fulminato istantaneamente il cervello del pover malcapitato.
Dunque, che i giochi abbiano inizio, perché solo completando tutti e cento i piani di Aincrad è possibile uscire da lì. Ah... piccolo dettaglio, la morte in Sword Art Online equivale alla morte anche nel mondo reale. I vari personaggi assumono le sembianze che hanno realmente e, volenti o nolenti, sono costretti ad affrontare quella nuova situazione.
Non voglio dilungarmi troppo nella trama (anche se forse l'ho fatto), perché, in fin dei conti, è molto conosciuta. Il mio obiettivo è quello di analizzare i punti principali di "Sword Art Online", quelli maggiormente criticati, e mostrare a tutti quanti il loro effettivo valore. Innanzi tutto la questione Kirito-Asuna, ovvero la coppia principale dell'anime. I due si conoscono durante il primo boss, ma poi sono costretti a separarsi. Un divisione momentanea perché, qualche tempo dopo, si ritrovano al fronte. Un amore fulminante? Alcuni suppongono che tale relazione appare alquanto improbabile e poco reale. Insomma, si conoscono appena e qualche puntata dopo vanno già a vivere insieme. Teniamo però conto che l'anime è strutturato in modo tale che, da una puntata all'altra, si possono verificare salti temporali non da poco. Sul fatto che siano abbastanza smielati, do parzialmente ragione a questa supposizione. In effetti Kirito perde, almeno in parte, il fascino del "guerriero solitario" assumendo caratteristiche più umane. Eppure credo che l'autore l'abbia fatto di proposito, perché, anche se a malincuore, Kirito doveva crescere e in particolare doveva imparare ad affidarsi agli altri. La sua battaglia solitaria era destinata a fallire, ma grazie ad Asuna e compagni può effettivamente imparare qualcosa di nuovo.
Altro elemento fortemente criticato è l'apparente mancanza di colpi di scena validi e il continuo intervento di un "fattore salvataggio" che, in un modo o nell'altro, tira fuori il protagonista di turno dai guai. Allora, per quanto riguarda la prima parte, sono d'accordo con tale opinione, anche se, l'apparente mancanza di colpi di scena esemplari non pregiudica la qualità dell'opera. Invece non mi ritrovo d'accordo con la critica sui continui interventi all'ultimo secondo. È vero che, alle volte, appaiono leggermente forzati, ma sono proprio questi a rendere così interessante il personaggio di Kirito. A differenza dei classici protagonisti impacciati e goffi, lui mostra un'aura di sacralità, maestria e leggendaria possanza, che non può essere sfatata così leggermente. È ovvio che Kirito interviene... in fin dei conti è il migliore. Senza contare poi che tali apparizioni costituiscono un punto vitale per l'anime, così da mantenere sempre alta la tensione, in attesa dello sviluppo inatteso.
La grafica è molto bella, colori chiari, puliti, così come la realizzazione dei vari personaggi. Kirito è semplicemente magnifico, nei suoi abiti scuri con le due spade in pugno. Tuttavia neanche Asuna è da meno, una delle poche protagoniste donne che sono riuscito a trovare effettivamente simpatiche.
L'opening e l'ending sono altamente orecchiabili, ma, secondo me, il vero capolavoro è stato fatto nella colonna sonora, in grado di esaltare ancora di più i vari combattimenti. Il cuore s'infiamma e l'adrenalina risulta in continua ascesa.
Ottima anche la regia, che è stata in grado di creare un'opera completa, non disordinata e, soprattutto, priva di quelle accelerate finali che molto spesso si vedono nelle varie opere. In questo caso l'anime è stato diviso chiaramente in due parti: la prima all'interno di Sword Art Online, maggiormente adrenalinica e drammatica, la seconda invece più "soft" dal punto di vista dei combattimenti e del coinvolgimento psicologico, ma più invischiata nelle questioni sentimentali e nell'ardente desiderio di reintegrarsi in un mondo che, per certi versi, non sembra più così reale.
Alcuni affermano che la seconda parte sia chiaramente sottotono. Io invece voglio ribadire il contrario: non solo gli ultimi dieci episodi contribuiscono a valorizzare i primi quindici, ma introducono elementi diversi rispetto all'esordio. L'amore tra Kirito e Asuna, la difficoltà di reintegrarsi nella società e un incubo che non sembra ancora finito. Senza contare le rivelazioni finali di Akihiko Kayaba.
"Sword Art Online" è un capolavoro, ma allo stesso tempo deve essere apprezzato. Forse sarà il fatto che io stesso ho giocato a lungo a questo genere di videogiochi online, e quindi sia maggiormente coinvolto dal punto di vista emotivo; forse il fatto che mi sono semplicemente innamorato di questa storia. Sta di fatto che, in un modo o nell'altro, non posso che considerare "Sword Art Online" uno degli anime più belli mai visti prima. Solitamente non do mai il 10, perché non esiste la perfezione, ma questa volta devo ammettere che ci siamo avvicinati veramente tanto a quest'ultima.
Voto finale: 9/10
"Sword Art Online" è difficile da commentare. Se provi a guardare in rete trovi pareri totalmente discordanti. C'è chi lo ama alla follia (soprattutto chi si è appena avvicinato al mondo degli anime) e chi lo odia dal profondo del cuore. Io sono nel mezzo. Cominciamo.
Trama: La trama di "Sword Art Online" (almeno agli inizi) non è certamente originale, ma ti prende. Il problema di questa trama è che dopo pochi episodi viene totalmente dimenticata per far spazio ad episodi slice-of-life totalmente autoconclusivi, che a volte, specie nella seconda parte dell'anime, diventano inutili e noiosi. C'è da dire però che quei quattro-cinque episodi che sviluppano la trama sono davvero interessanti.
Grafica: La grafica di "Sword Art Online" è una delle migliori che abbia mai visto. Riflessi realistici, ombre ben posizionate, character design semplice ma apprezzabile, e battaglie realizzate come Dio comanda. Nulla da criticare qui.
Sonoro: Le OST di "Sword Art Online" non sono molte (anche perché riutilizzano il tema principale 454694 volte), ma sono apprezzabili e riescono a descrivere al meglio il momento specifico in cui vengono utilizzate.
Personaggi: ecco il tallone di Achille di questo anime... I personaggi. Cominciamo dal protagonista Kirito. Presentato all'inizio come "ehiiospaccoqualunquecosa" si rivelerà essere un personaggio mediocre senza alcuno sviluppo importante. La co-protagonista Asuna, invece, si rivelerà essere una persona seccante, con uno sviluppo grande quanto un cracker oltre l'essere "tsundere". Non parliamo poi della sorella/cugina/quelchecavoloè di Kirito, protagonista della seconda parte dell'anime, che non riesce a riconoscere suo fratello nel gioco anche se ha solo cambiato capigliatura. Per quanto riguarda i personaggi non c'è nessuno che spicca né tra gli amici di Kirito, che spesso avranno solo un ruolo terziario, né tra le "concubine dell'harem", che serviranno al solo scopo di fare impazzire le fangirl e i fanboy per aumentare il mercato di doujinshi. L'unico che forse si salva è il "nemico" della prima parte, il genio della lamp... del male Akihiko Kayaba.
Considerazioni finali: se siete arrivati fin qui a leggere vi chiederete: "Ma se lo critichi tanto perché lo voti 8?". Io vi risponderei che, anche se oggettivamente non è un prodotto di qualità, ho trovato molti passaggi divertenti, interessanti e inaspettati, soprattutto nella prima parte (nella seconda un po' meno).
Trama: La trama di "Sword Art Online" (almeno agli inizi) non è certamente originale, ma ti prende. Il problema di questa trama è che dopo pochi episodi viene totalmente dimenticata per far spazio ad episodi slice-of-life totalmente autoconclusivi, che a volte, specie nella seconda parte dell'anime, diventano inutili e noiosi. C'è da dire però che quei quattro-cinque episodi che sviluppano la trama sono davvero interessanti.
Grafica: La grafica di "Sword Art Online" è una delle migliori che abbia mai visto. Riflessi realistici, ombre ben posizionate, character design semplice ma apprezzabile, e battaglie realizzate come Dio comanda. Nulla da criticare qui.
Sonoro: Le OST di "Sword Art Online" non sono molte (anche perché riutilizzano il tema principale 454694 volte), ma sono apprezzabili e riescono a descrivere al meglio il momento specifico in cui vengono utilizzate.
Personaggi: ecco il tallone di Achille di questo anime... I personaggi. Cominciamo dal protagonista Kirito. Presentato all'inizio come "ehiiospaccoqualunquecosa" si rivelerà essere un personaggio mediocre senza alcuno sviluppo importante. La co-protagonista Asuna, invece, si rivelerà essere una persona seccante, con uno sviluppo grande quanto un cracker oltre l'essere "tsundere". Non parliamo poi della sorella/cugina/quelchecavoloè di Kirito, protagonista della seconda parte dell'anime, che non riesce a riconoscere suo fratello nel gioco anche se ha solo cambiato capigliatura. Per quanto riguarda i personaggi non c'è nessuno che spicca né tra gli amici di Kirito, che spesso avranno solo un ruolo terziario, né tra le "concubine dell'harem", che serviranno al solo scopo di fare impazzire le fangirl e i fanboy per aumentare il mercato di doujinshi. L'unico che forse si salva è il "nemico" della prima parte, il genio della lamp... del male Akihiko Kayaba.
Considerazioni finali: se siete arrivati fin qui a leggere vi chiederete: "Ma se lo critichi tanto perché lo voti 8?". Io vi risponderei che, anche se oggettivamente non è un prodotto di qualità, ho trovato molti passaggi divertenti, interessanti e inaspettati, soprattutto nella prima parte (nella seconda un po' meno).
E' inutile introdurre per filo e per segno "Sword Art Online" (da qui in poi SAO). Siamo in fondo dinnanzi a uno dei più recenti fenomeni mediatici che hanno saputo guadagnarsi una notorietà incredibile.
Le premesse sono alquanto allettanti: ci viene raccontata la storia di un ragazzo rimasto intrappolato in una realtà virtuale. I giocatori, senza possibilità di uscire dall'MMORPG Aincrad, dovranno riuscire a completare tutti i piani. Vige però una terribile regola: la morte nel gioco equivale alla fine anche della vita reale.
Sorge quindi spontanea una domanda: se la trama iniziale è allettante, se le musiche hanno venduto un bel po', se la grafica è curata dal rinomatissimo studio A-1 Pictures, come fa la media dei voti a non raggiunger nemmeno quota sette? La cosa che in realtà deve lasciare stupiti è che di questo sei rimarrebbero scandalizzati centinaia di fan sfegatati della serie. C'è una vera e propria folla di giovani adolescenti che idolatrano l'opera e la considerano modello da seguire e da imitare.
Ma cosa ha portato questa serie all'apice del successo? La risposta è una sola, purtroppo: sentimentalismo da fotoromanzo. Che si voglia tentare di negare o che lo si accolga come un'innovazione, l'elemento cardine di SAO questo è e questo rimane.
Il caro Kirito si avventurerà infatti tra i piani di Aincrad facendo strage di cuori. Ogni ragazza che lo incontrerà rimarrà affascinata dalla sua forza e dal suo lato dark. Ma il rubacuori vuole solo una cosa: riportare in vita una sua cara "amica" (e potrei mettere molte più virgolette). Il caso vuole però che d'improvviso il fanciullo cambierà life-style immergendosi nel rapporto con la vera e unica Kirito-girl. Dopo l'inizio della relazione tra i due saremo posti d'innanzi a una serie di episodi che rasentano il ridicolo. Purtroppo però le fanciulle che bramano romanticismo melenso e spicciolo sono rimaste ammaliate da questa love-story. Segue poi ad Aincrad una seconda saga, ma di questo ne riparliamo dopo.
La narrazione è, per i primi quattordici episodi, composta di cicli autoconclusivi da una a tre puntate. Ogni ciclo, come visto anche in "Bakemonogatari", introduce una fanciulla o ne evolve il rapporto. Schema classico da harem insomma.
La trama ha insomma uno svolgersi vuoto e si conclude con un espediente buttato lì proprio per tirare le somme il prima possibile. La grafica rimane per tutti gli episodi straordinaria e le musiche buone.
Ma allora che cos'è che porta SAO da un quattro a un sei che è quasi un sette? Semplice: il secondo arco narrativo. Infatti la seconda parte dell'opera, denominata Fairy Dance, si risparmia i tanti episodi autoconclusivi presentando una trama che si distende per il restante blocco di dieci episodi.
In questa seconda saga Kirito assumerà finalmente un comportamento del tutto coerente, mentre sarà affiancato da una nuova ragazza che, avendo molti più episodi per essere caratterizzata, sarà ben definita come Asuna. I combattimenti si faranno un po' meno fighi, ma in compenso saranno più contestualizzati e spesso più originali. Musiche e quant'altro restano quindi in linea con la prima season, fornendo una nuova narrazione abbastanza avvincente e eccelsamente animata.
Tirando le somme, come si può definire in poco SAO?
"Sword Art Online" è un anime dalla grafica ottima e dalle musiche piuttosto azzeccate. A una prima parte decisamente poco brillante segue un secondo tempo decisamente più degno del primo, che risolleva il voto da una grave insufficienza. Sarà dura per un navigato del settore riuscire a superare i primi quattordici episodi, mentre gli adolescenti in cerca di storie piene di pathos un po' spicciolo (ma non si può mica chiedere la luna ai tredicenni!) lo troveranno decisamente interessante.
Le premesse sono alquanto allettanti: ci viene raccontata la storia di un ragazzo rimasto intrappolato in una realtà virtuale. I giocatori, senza possibilità di uscire dall'MMORPG Aincrad, dovranno riuscire a completare tutti i piani. Vige però una terribile regola: la morte nel gioco equivale alla fine anche della vita reale.
Sorge quindi spontanea una domanda: se la trama iniziale è allettante, se le musiche hanno venduto un bel po', se la grafica è curata dal rinomatissimo studio A-1 Pictures, come fa la media dei voti a non raggiunger nemmeno quota sette? La cosa che in realtà deve lasciare stupiti è che di questo sei rimarrebbero scandalizzati centinaia di fan sfegatati della serie. C'è una vera e propria folla di giovani adolescenti che idolatrano l'opera e la considerano modello da seguire e da imitare.
Ma cosa ha portato questa serie all'apice del successo? La risposta è una sola, purtroppo: sentimentalismo da fotoromanzo. Che si voglia tentare di negare o che lo si accolga come un'innovazione, l'elemento cardine di SAO questo è e questo rimane.
Il caro Kirito si avventurerà infatti tra i piani di Aincrad facendo strage di cuori. Ogni ragazza che lo incontrerà rimarrà affascinata dalla sua forza e dal suo lato dark. Ma il rubacuori vuole solo una cosa: riportare in vita una sua cara "amica" (e potrei mettere molte più virgolette). Il caso vuole però che d'improvviso il fanciullo cambierà life-style immergendosi nel rapporto con la vera e unica Kirito-girl. Dopo l'inizio della relazione tra i due saremo posti d'innanzi a una serie di episodi che rasentano il ridicolo. Purtroppo però le fanciulle che bramano romanticismo melenso e spicciolo sono rimaste ammaliate da questa love-story. Segue poi ad Aincrad una seconda saga, ma di questo ne riparliamo dopo.
La narrazione è, per i primi quattordici episodi, composta di cicli autoconclusivi da una a tre puntate. Ogni ciclo, come visto anche in "Bakemonogatari", introduce una fanciulla o ne evolve il rapporto. Schema classico da harem insomma.
La trama ha insomma uno svolgersi vuoto e si conclude con un espediente buttato lì proprio per tirare le somme il prima possibile. La grafica rimane per tutti gli episodi straordinaria e le musiche buone.
Ma allora che cos'è che porta SAO da un quattro a un sei che è quasi un sette? Semplice: il secondo arco narrativo. Infatti la seconda parte dell'opera, denominata Fairy Dance, si risparmia i tanti episodi autoconclusivi presentando una trama che si distende per il restante blocco di dieci episodi.
In questa seconda saga Kirito assumerà finalmente un comportamento del tutto coerente, mentre sarà affiancato da una nuova ragazza che, avendo molti più episodi per essere caratterizzata, sarà ben definita come Asuna. I combattimenti si faranno un po' meno fighi, ma in compenso saranno più contestualizzati e spesso più originali. Musiche e quant'altro restano quindi in linea con la prima season, fornendo una nuova narrazione abbastanza avvincente e eccelsamente animata.
Tirando le somme, come si può definire in poco SAO?
"Sword Art Online" è un anime dalla grafica ottima e dalle musiche piuttosto azzeccate. A una prima parte decisamente poco brillante segue un secondo tempo decisamente più degno del primo, che risolleva il voto da una grave insufficienza. Sarà dura per un navigato del settore riuscire a superare i primi quattordici episodi, mentre gli adolescenti in cerca di storie piene di pathos un po' spicciolo (ma non si può mica chiedere la luna ai tredicenni!) lo troveranno decisamente interessante.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online" è un anime che ha deluso molte persone che si aspettavano un capolavoro o che lo hanno ritenuto spettacolare per l'incipit che ha avuto nei primi episodi.
Tutto ha inizio nel 2022, quando l'umanità riesce a creare un ambiente interamente virtuale sul quale viene ambientato questo MMORPG, "Sword Art Online". Kirito, il nostro protagonista, si ritrova all'interno del gioco insieme a tutti coloro che sono riusciti a ottenerne una copia. Durante questa prima sessione c'è però un problema: il tasto per il logout è scomparso. Il creatore del gioco li ha intrappolati tutti all'interno di questa realtà virtuale, e ha informato i giocatori sull'impossibilità di uscire dal gioco senza averlo completato, e che, in caso di morte all'interno di esso, i giocatori sarebbero morti anche nella vita reale.
Questa trama, sebbene non particolarmente originale, è comunque interessante, lascia delle aspettative all'utente che guarda l'anime. Una persona che comincia questo anime arriva alla seconda puntata, vede uno sviluppo interessante della trama ed è spinto a proseguire nella visione, ma successivamente vengono proposte scene stupide di vita quotidiana che allontanano parecchio l'anime da quella componente survival che aveva all'inizio. Vedremo infatti una serie di ragazze che si innamoreranno a caso del protagonista, e daranno vita al suo harem. La quantità di ragazze e le scene stupide che le coinvolgono sono solo uno dei tanti problemi che ha "Sword Art Online": ad esempio si hanno degli enormi salti temporali che lasciano lo spettatore senza parole, vengono fatti salti temporali di mesi, anni, per poi farci vedere vicende inutili che si potevano benissimo saltare.
Un gran punto di forza di questo anime sono i combattimenti, ben animati e interessanti; il problema è che sono una netta minoranza! Si dà stupidamente la precedenza ad altre vicende e alla fine vengono mostrate solo poche boss fight, nonostante ce ne siano state a decine.
Dopo aver completato il gioco ci si aspetta una spiegazione sul perché di tutta la vicenda, no? E ovviamente non viene data, il creatore del gioco dirà di essersene dimenticato la causa...
Nella seconda parte, quindi su ALfheim Online, sparisce totalmente la componente survival che era ancora in una minima parte rimasta, e diventa uno shojo con incesti, tentativi di salvataggio verso la ragazza di cui è innamorato Kirito e altre vicende per nulla avvincenti.
Insomma, un anime che pretende di offrire tante emozioni allo spettatore, parte col piede giusto, ma successivamente si riduce a una serie di vicende banali, con personaggi per nulla realistici e banali anch'essi.
"Sword Art Online" è un anime che ha deluso molte persone che si aspettavano un capolavoro o che lo hanno ritenuto spettacolare per l'incipit che ha avuto nei primi episodi.
Tutto ha inizio nel 2022, quando l'umanità riesce a creare un ambiente interamente virtuale sul quale viene ambientato questo MMORPG, "Sword Art Online". Kirito, il nostro protagonista, si ritrova all'interno del gioco insieme a tutti coloro che sono riusciti a ottenerne una copia. Durante questa prima sessione c'è però un problema: il tasto per il logout è scomparso. Il creatore del gioco li ha intrappolati tutti all'interno di questa realtà virtuale, e ha informato i giocatori sull'impossibilità di uscire dal gioco senza averlo completato, e che, in caso di morte all'interno di esso, i giocatori sarebbero morti anche nella vita reale.
Questa trama, sebbene non particolarmente originale, è comunque interessante, lascia delle aspettative all'utente che guarda l'anime. Una persona che comincia questo anime arriva alla seconda puntata, vede uno sviluppo interessante della trama ed è spinto a proseguire nella visione, ma successivamente vengono proposte scene stupide di vita quotidiana che allontanano parecchio l'anime da quella componente survival che aveva all'inizio. Vedremo infatti una serie di ragazze che si innamoreranno a caso del protagonista, e daranno vita al suo harem. La quantità di ragazze e le scene stupide che le coinvolgono sono solo uno dei tanti problemi che ha "Sword Art Online": ad esempio si hanno degli enormi salti temporali che lasciano lo spettatore senza parole, vengono fatti salti temporali di mesi, anni, per poi farci vedere vicende inutili che si potevano benissimo saltare.
Un gran punto di forza di questo anime sono i combattimenti, ben animati e interessanti; il problema è che sono una netta minoranza! Si dà stupidamente la precedenza ad altre vicende e alla fine vengono mostrate solo poche boss fight, nonostante ce ne siano state a decine.
Dopo aver completato il gioco ci si aspetta una spiegazione sul perché di tutta la vicenda, no? E ovviamente non viene data, il creatore del gioco dirà di essersene dimenticato la causa...
Nella seconda parte, quindi su ALfheim Online, sparisce totalmente la componente survival che era ancora in una minima parte rimasta, e diventa uno shojo con incesti, tentativi di salvataggio verso la ragazza di cui è innamorato Kirito e altre vicende per nulla avvincenti.
Insomma, un anime che pretende di offrire tante emozioni allo spettatore, parte col piede giusto, ma successivamente si riduce a una serie di vicende banali, con personaggi per nulla realistici e banali anch'essi.
E' un anime fantastico (anche se dire "fantastico" è davvero dire poco): dalla prima puntata non sono riuscito a staccarmi dal PC (non a caso l'ho finito in un giorno e mezzo). E' diventato di certo il mio anime preferito. Sono entrato da qualche mese nel "sistema" di quelli che sono gli anime e i manga, quindi la mia opinione potrebbe essere considerata superflua, ma credetemi: anche continuando a vedere altri anime con la possibilità di cambiare idea, "Sword Art Online" è rimasto il migliore.
L'ambientazione è resa molto bene riuscendo a farti catapultare in questo mondo fantastico grazie a un videogame VMMORPG. I personaggi principali potrebbero risultare "non tanto simpatici" all'inizio, ma penso proprio che cambierete idea. La trama è davvero originale. Ci sono così tante cose belle in SAO che è anche difficile fare una "lista".
Da guardare assolutamente (soprattutto se vi piacciono i videogiochi o, in particolare, gli MMORPG).
L'ambientazione è resa molto bene riuscendo a farti catapultare in questo mondo fantastico grazie a un videogame VMMORPG. I personaggi principali potrebbero risultare "non tanto simpatici" all'inizio, ma penso proprio che cambierete idea. La trama è davvero originale. Ci sono così tante cose belle in SAO che è anche difficile fare una "lista".
Da guardare assolutamente (soprattutto se vi piacciono i videogiochi o, in particolare, gli MMORPG).
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online" è un'opera nata come light novel da Reki Kawahara (stesso autore di "Accel World") e successivamente come manga e anime.
La trama narra le vicende di Kazuto Kirigaya (Kirito in gioco), un ragazzo che tende a perdere gran parte del suo tempo nei giochi online. Entra come beta tester nel gioco "Sword Art Online". Successivamente al rilascio ufficiale del gioco, si ritrova intrappolato in questo insieme agli altri giocatori, dove la morte del corpo virtuale equivale alla morte del corpo reale.
Innanzitutto "Sword Art Online" aveva espresso un gran potenziale nei primi due episodi, con tutte le premesse per diventare un capolavoro. Ma cosa lo ha rovinato? Principalmente gli enormi salti temporali presenti dopo i primi due episodi nella prima parte dell'anime (ovvero il primo gioco). Molti pezzi di trama vengono saltati senza andar a vedere le varie imprese che hanno reso il nostro protagonista sempre più forte (l'anime inizialmente sembrava essere un battle shonen e, in quanto tale, la componente allenamento anche accennata è essenziale). I balzi temporali inoltre fanno saltare troppe informazioni che potevano essere interessanti o perlomeno che davano un senso a quello che sarebbe successo nell'episodio successivo. Tra i cento boss illustrati nel gioco andremo a vederne solo tre/quattro; le coreografie dei combattimenti risultano nella media e queste vengono esaltate dalle inquadrature e da OST non male.
Il genere è impreciso: "Sword Art Online" è nato come anime battle shonen di genere survival, ma quando Kirito e Asuna cominciano a stare insieme, tutto si trasforma per poi degenerare nella seconda saga, diventando un sentimentale nonsense.
Passiamo adesso ai personaggi che compongono l'harem dell'anime:
- Kazuto Kirigaya (Kirito): protagonista principale del gioco, personaggio solitario. Ha i classici tratti dell'eroe che può compiere tutto grazie alla forza di volontà, anche l'impossibile (nella prima parte del gioco torna in vita... se non è impossibile questo!). E' l'unico a possedere delle abilità uniche (e ti pareva) che lo distingueranno dagli altri giocatori.
- Asuna Yuki (Asuna): co-protagonista che prima prova antipatia per Kirito ma poi finisce per amarlo. Nella seconda parte dell'anime diventa una donzella in pericolo da salvare.
- Sachi: semplice carne da cannone. Debole sia psicologicamente sia fisicamente, è un personaggio che forza lo spettatore al pianto (senza riuscirci). Infatti il nostro caro protagonista la dimenticherà dopo qualche episodio.
- Keiko Ayano (Silica): per il fatto di possedere un pet, tende a montarsi la testa. Sarà l'ennesima ragazza che prova una cotta per Kirito dopo aver visto la sua gentilezza.
- Suguha Kirigaya (Leafa): sorella minore di Kirito, anche se in realtà è sua cugina. Nutre sentimenti per Kirito senza sapere che questi prova a sua volta sentimenti per Asuna. Da qui si va a creare un triangolo amoroso Asuna-Kazuto-Suguha, dove ovviamente quella di troppo risulta Suguha stessa. Farà la sua comparsa in Alfheim Online.
L'harem a mio parere è stato organizzato abbastanza male, perché, a parte Asuna e Suguha (nella seconda parte dell'anime), le altre ragazze non si fanno più vedere, comparendo solo nelle puntate finali (tranne Sachi che è morta).
Il voto finale risulta 5.5, ma l'ho arrotondato a 6 perché dà comunque un intrattenimento per chi guarda anime senza molte pretese (sebbene ne esistano molti altri fatti meglio e leggeri).
"Sword Art Online" è un'opera nata come light novel da Reki Kawahara (stesso autore di "Accel World") e successivamente come manga e anime.
La trama narra le vicende di Kazuto Kirigaya (Kirito in gioco), un ragazzo che tende a perdere gran parte del suo tempo nei giochi online. Entra come beta tester nel gioco "Sword Art Online". Successivamente al rilascio ufficiale del gioco, si ritrova intrappolato in questo insieme agli altri giocatori, dove la morte del corpo virtuale equivale alla morte del corpo reale.
Innanzitutto "Sword Art Online" aveva espresso un gran potenziale nei primi due episodi, con tutte le premesse per diventare un capolavoro. Ma cosa lo ha rovinato? Principalmente gli enormi salti temporali presenti dopo i primi due episodi nella prima parte dell'anime (ovvero il primo gioco). Molti pezzi di trama vengono saltati senza andar a vedere le varie imprese che hanno reso il nostro protagonista sempre più forte (l'anime inizialmente sembrava essere un battle shonen e, in quanto tale, la componente allenamento anche accennata è essenziale). I balzi temporali inoltre fanno saltare troppe informazioni che potevano essere interessanti o perlomeno che davano un senso a quello che sarebbe successo nell'episodio successivo. Tra i cento boss illustrati nel gioco andremo a vederne solo tre/quattro; le coreografie dei combattimenti risultano nella media e queste vengono esaltate dalle inquadrature e da OST non male.
Il genere è impreciso: "Sword Art Online" è nato come anime battle shonen di genere survival, ma quando Kirito e Asuna cominciano a stare insieme, tutto si trasforma per poi degenerare nella seconda saga, diventando un sentimentale nonsense.
Passiamo adesso ai personaggi che compongono l'harem dell'anime:
- Kazuto Kirigaya (Kirito): protagonista principale del gioco, personaggio solitario. Ha i classici tratti dell'eroe che può compiere tutto grazie alla forza di volontà, anche l'impossibile (nella prima parte del gioco torna in vita... se non è impossibile questo!). E' l'unico a possedere delle abilità uniche (e ti pareva) che lo distingueranno dagli altri giocatori.
- Asuna Yuki (Asuna): co-protagonista che prima prova antipatia per Kirito ma poi finisce per amarlo. Nella seconda parte dell'anime diventa una donzella in pericolo da salvare.
- Sachi: semplice carne da cannone. Debole sia psicologicamente sia fisicamente, è un personaggio che forza lo spettatore al pianto (senza riuscirci). Infatti il nostro caro protagonista la dimenticherà dopo qualche episodio.
- Keiko Ayano (Silica): per il fatto di possedere un pet, tende a montarsi la testa. Sarà l'ennesima ragazza che prova una cotta per Kirito dopo aver visto la sua gentilezza.
- Suguha Kirigaya (Leafa): sorella minore di Kirito, anche se in realtà è sua cugina. Nutre sentimenti per Kirito senza sapere che questi prova a sua volta sentimenti per Asuna. Da qui si va a creare un triangolo amoroso Asuna-Kazuto-Suguha, dove ovviamente quella di troppo risulta Suguha stessa. Farà la sua comparsa in Alfheim Online.
L'harem a mio parere è stato organizzato abbastanza male, perché, a parte Asuna e Suguha (nella seconda parte dell'anime), le altre ragazze non si fanno più vedere, comparendo solo nelle puntate finali (tranne Sachi che è morta).
Il voto finale risulta 5.5, ma l'ho arrotondato a 6 perché dà comunque un intrattenimento per chi guarda anime senza molte pretese (sebbene ne esistano molti altri fatti meglio e leggeri).
Kazuto "Kirito" Kirigaya è un ragazzo appassionato di videogiochi e ha la fortuna di essere uno dei diecimila giocatori che sono riusciti a mettere le mani su Sword Art Online, un MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game). Una volta all'interno del videogioco, tuttavia, il creatore del gioco Kayaba Akihiko annuncia ai giocatori che il logout sarà loro impossibile fino a quando qualcuno non completerà il gioco scalando tutti i cento piani della fortezza di Aincard. Inoltre, la morte del giocatore all'interno del videogioco comporterà la morte del giocatore anche nella vita reale.
Questo anime l'ho trovato globalmente piacevole e mi ha intrattenuta in modo gradevole, con tutte le sue mancanze ma anche con i suoi pregi. Ma non capisco assolutamente chi urla al capolavoro, perché i difetti ci sono eccome.
Partiamo dai personaggi: Kirito è l'eroe senza macchia e senza paura, riesce in tutto ciò che fa, tutto virtù e nessun vizio, nemmeno uno. Non aspettiamoci un'evoluzione del personaggio o una qualche analisi interiore. Lo stesso vale per la coprotagonista Asuna. Se dovessi definire il carattere di questi personaggi sarebbe impossibile farlo, non per la molteplicità di sfaccettature ma, al contrario, per la totale mancanza di alcuna caratteristica. Tuttavia, alla fine dei giochi ci si trova a parteggiare per loro: pur essendo impeccabili non suscitano antipatie e ci si trova anzi a tifare per il coronamento della loro storia d'amore.
L'anime può essere diviso in due parti: una prima parte di tredici episodi (che coprono un arco di tempo di circa due anni) abbastanza anonimi e neutri, e una seconda parte di dodici episodi (che coprono gli avvenimenti di una sola settimana) più movimentati, avvincenti e sfaccettati.
La pecca più grave dei primi tredici episodi è che la trama grosso modo non esiste: sono episodi autoconclusivi che possono anche essere invertiti tra loro di ordine o visti a salto e il senso generale della trama non cambia, e hanno l'unico scopo di avvicinare sentimentalmente i due protagonisti. Con questo non si intende dire che questa parte della serie sia da buttare, ma è abbastanza limitata. Nella puntata 14 c'è invece il primo colpo di scena e tentativo di dare una trama e di sganciarsi dal solo mondo virtuale, per cominciare a ristabilire contatti con quello che accade anche fuori nel mondo reale. Inoltre, se lo scopo di Kayaba Akihito non lo scopriremo mai (o forse era solo il sadico desiderio di avere nelle sue mani un mondo virtuale in cui poter giocare con la vita delle persone), il nemico che Kirito dovrà affrontare nelle successive puntate (che è molto più presente nella serie di Kayaba) ha un piano ben preciso, più articolato e meno banale da sventare. In questi episodi migliorano anche i combattimenti: se prima avere un vero e proprio scontro tra i giocatori era impossibile per una questione morale (provocare la morte reale del soggetto), ora questo impedimento viene meno e le sfide tra i giocatori smettono di essere banali duelli al modo della scherma, ma diventano battaglie più furiose. Il mondo in cui si trova Kirito ha nuove regole, nuove fazioni e gruppi che combattono tra loro, insomma la realtà del videogioco si fa molto più articolata (anche se purtroppo non viene analizzata a fondo come speravo). Tuttavia la seconda parte della serie scade un po' nel fanservice (dovuto anche alla crescente presenza di figure femminili interessate più o meno intensamente a Kirito) o in scene dai riferimenti più o meno sessuali (sospetto più nel tentativo di strizzare l'occhio alle fantasie dello spettatore che per suscitare un po' di sano e crudo orrore).
Globalmente però, se dovessi dare un voto separato alle due parti dell'anime, attribuirei un 6 alle prime tredici puntate, mentre un 7 e mezzo alle restanti dodici.
Per quanto riguarda i disegni, hanno forse l'unica colpa di essere molto impersonali, ma sono ottimi.
Questo anime l'ho trovato globalmente piacevole e mi ha intrattenuta in modo gradevole, con tutte le sue mancanze ma anche con i suoi pregi. Ma non capisco assolutamente chi urla al capolavoro, perché i difetti ci sono eccome.
Partiamo dai personaggi: Kirito è l'eroe senza macchia e senza paura, riesce in tutto ciò che fa, tutto virtù e nessun vizio, nemmeno uno. Non aspettiamoci un'evoluzione del personaggio o una qualche analisi interiore. Lo stesso vale per la coprotagonista Asuna. Se dovessi definire il carattere di questi personaggi sarebbe impossibile farlo, non per la molteplicità di sfaccettature ma, al contrario, per la totale mancanza di alcuna caratteristica. Tuttavia, alla fine dei giochi ci si trova a parteggiare per loro: pur essendo impeccabili non suscitano antipatie e ci si trova anzi a tifare per il coronamento della loro storia d'amore.
L'anime può essere diviso in due parti: una prima parte di tredici episodi (che coprono un arco di tempo di circa due anni) abbastanza anonimi e neutri, e una seconda parte di dodici episodi (che coprono gli avvenimenti di una sola settimana) più movimentati, avvincenti e sfaccettati.
La pecca più grave dei primi tredici episodi è che la trama grosso modo non esiste: sono episodi autoconclusivi che possono anche essere invertiti tra loro di ordine o visti a salto e il senso generale della trama non cambia, e hanno l'unico scopo di avvicinare sentimentalmente i due protagonisti. Con questo non si intende dire che questa parte della serie sia da buttare, ma è abbastanza limitata. Nella puntata 14 c'è invece il primo colpo di scena e tentativo di dare una trama e di sganciarsi dal solo mondo virtuale, per cominciare a ristabilire contatti con quello che accade anche fuori nel mondo reale. Inoltre, se lo scopo di Kayaba Akihito non lo scopriremo mai (o forse era solo il sadico desiderio di avere nelle sue mani un mondo virtuale in cui poter giocare con la vita delle persone), il nemico che Kirito dovrà affrontare nelle successive puntate (che è molto più presente nella serie di Kayaba) ha un piano ben preciso, più articolato e meno banale da sventare. In questi episodi migliorano anche i combattimenti: se prima avere un vero e proprio scontro tra i giocatori era impossibile per una questione morale (provocare la morte reale del soggetto), ora questo impedimento viene meno e le sfide tra i giocatori smettono di essere banali duelli al modo della scherma, ma diventano battaglie più furiose. Il mondo in cui si trova Kirito ha nuove regole, nuove fazioni e gruppi che combattono tra loro, insomma la realtà del videogioco si fa molto più articolata (anche se purtroppo non viene analizzata a fondo come speravo). Tuttavia la seconda parte della serie scade un po' nel fanservice (dovuto anche alla crescente presenza di figure femminili interessate più o meno intensamente a Kirito) o in scene dai riferimenti più o meno sessuali (sospetto più nel tentativo di strizzare l'occhio alle fantasie dello spettatore che per suscitare un po' di sano e crudo orrore).
Globalmente però, se dovessi dare un voto separato alle due parti dell'anime, attribuirei un 6 alle prime tredici puntate, mentre un 7 e mezzo alle restanti dodici.
Per quanto riguarda i disegni, hanno forse l'unica colpa di essere molto impersonali, ma sono ottimi.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Non credo che questo anime abbia dei lati positivi, a parte i fondali e il comparto sonoro, per questo il mio voto è due.
La trama la conosciamo tutti: viene messo in vendita un videogioco che sfrutta la realtà virtuale, il primo del suo genere, ma i giocatori, dopo aver acquistato e avviato il gioco, si ritroveranno intrappolati al suo interno senza possibilità di log-out, e l'unico modo per scappare sarà completare il gioco sconfiggendo i cento boss dislocati in cento piani previsti dal gioco. Il nostro protagonista è Kirigaya Kazuto, in arte Kirito, giovane sfigato con zero vita sociale e la passione per tutto ciò che non somiglia nemmeno vagamente a un'attività sana. Dal primo episodio notiamo quanto è anonimo e scarno come personaggio, a cominciare dal suo chara: capelli corti, mediamente alto e con i capelli neri; se a tutto questo aggiungiamo il suo comportamento che varia nel modo più prevedibile possibile, possiamo dire di avere un personaggio poco originale e poco carismatico. Durante tutto l'anime si comporta nel modo più appropriato per piacere a tutte le ragazze che incontra, e infatti non ce n'è una che sfugge al suo "enorme" fascino da hikikomori che si rinchiude in casa per giocare da solo a un videogioco. Notate qualcosa di sbagliato? Non siete gli unici.
L'anime mostra dei fondali veramente degni di nota e un incipit molto interessante, presentando il tutto come un survival game. Certo, l'ambientazione videoludica non spicca per originalità, l'abbiamo già vista in ".hack//Sign" e in "Summer Wars", senza menzionare "Accel World" dello stesso autore, ma comunque interessante e attuale.
La narrazione poi distrugge quel poco filo logico presente, variando genere più volte, da survival game a slice of life/romance, per poi diventare un action. I pochi spunti carini della novel, scritta evidentemente da un principiante per lessico usato e sintassi, sono stati eliminati per rendere l'anime ancora più fruibile alle masse: basti notare che con i videogiochi ha veramente poco a che fare, escluso qualche termine qua e là.
Come dicevo, qualsiasi personaggio femminile presente nell'anime si innamorerà di Kirito; in ordine: una pettanko timidona, una loli, una fabbra (?), la tsun tsun di turno, skynet e sua cugina. Fantastico. I personaggi sono banali, scontati e fatti per essere apprezzati da chi ha poche conoscenze letterarie e cinematografiche.
La narrazione procede lenta, sconclusionata e salta tutti i combattimenti che potremo aspettarci da un anime con un incipit del genere. Sui combattimenti voglio fare un approfondimento, molte volte mi è capitato di sentirli definiti "pochi ma buoni". Falso. I combattimenti di "Sword Art Online" sono solo composti da frame grezzissimi ma con coreografie che rasentano il ridicolo, basati tutti su una scarica di colpi che per tecnica sono paragonabili a delle cinghiate, ma muniti di tanti, troppi effetti particellari volti sì a enfatizzare i colpi, ma soprattutto a nascondere i frame senza senso dei combattimenti.
Così, dopo il primo villain che dimentica il motivo per cui ha agito, ci ritroveremo contro un tipo che, nonostante sulla carta sia maschio, è probabilmente un utero-munito in continuo e infinito menarca. Urla istericamente e perde spesso la calma senza un motivo logico, ottenendo l'effetto desiderato dall'autore: quello di irritare e farsi odiare dallo spettatore che, però, nel caso sia una persona con un minimo di conoscenze e senso critico, si ritroverà a odiare meno di Kirito, che, nel frattempo, continua a fare il latin lover con tutte le ragazze che incontra, nonostante non abbia personalità né aspetto fisico gradevoli.
Molti, come difesa all'anime, dicono che bisogna soffermarsi sulla parte romance, sull'amore adolescenziale dei protagonisti che sboccia in un mondo di disperazione e ansia. Sono d'accordo, il problema è che non funziona, è una storia d'amore forzata. Innanzitutto, Asuna, la prescelta del protagonista, dopo un'entrata in scena misteriosa quanto Cluedo, si dimostra subito poco disposta verso il protagonista; nonostante tutto, cucina per lui e lo aiuta nei dungeon, si innamora senza nessun vero motivo logico (come tutte le altre) e gli offre di giacere con lei, ma il protagonista, pregno di testosterone adolescenziale, rifiuta, dall'alto della sua cavalleria - se non consideriamo il fantomatico capitolo 16.5 della novel, pubblicato sul sito dell'autore.
Ma, se mentre nella prima parte dell'anime si poteva arrivare tranquillamente a un quattro pieno, la seconda parte dimezza il voto raddoppiando fanservice e inutilità, eliminando quella traccia di psicologia pur spicciola ma gradevole presente in alcune scene della prima parte. Persone che hanno visto la morte in faccia affrontano con nessuna vera preoccupazione, in un grandioso exploit psicologico, la stessa situazione che li aveva messi in pericolo. Volete sapere cosa ne pensa della persistenza dei traumi un vero esperto? Chiedete a Sandor Clegane, per gli amici il Mastino, se ha voglia di frutta flambé.
La logica dell'anime continua il suo stravolgimento colpendo la medicina, dove le persone, a quanto pare, possono sopravvivere due anni interi con il cervello in piena attività e non riportare nessun vero danno psicologico come conseguenza, per non parlare del fisico: un po' di riabilitazione e passa tutto, Heidi consiglia anche del latte di capra e un po' d'aria di montagna.
Non contento, l'autore scomoda l'informatica, facendo mantenere, nel passaggio da un gioco all'altro, le statistiche, le abilità e gli oggetti a Kirito, nonostante egli abbia creato un nuovo account e un nuovo personaggio. Il pretesto del gioco che utilizza lo stesso server non regge minimamente da nessun punto di vista.
Abbiamo qui un anime al limite del trash, a un gradino più basso di "Twilight"; esso può far ridere per le sue incongruenze e per i suoi numerosissimi deus ex machina, ma comunque meno di un cinepanettone all'italiana.
Animazioni grezze, pochissimi combattimenti e con coreografie ridicole, trama svolta in modo ridicolo con vari cambiamenti di genere, contraddizioni logiche e buchi di sceneggiatura (a cominciare dalla creazione di SAO) e, appunto, deus ex machina clamorosi, come il lag di Kirito che gli permette di battere il boss, l'abilità unica data solo a lui (ovviamente), la console admin in una stanza sicura di un dungeon (?), eccetera.
I personaggi sono piatti e stereotipati, le tempistiche caotiche.
Io mi chiedo, esiste davvero un motivo per definire questo anime mediocre (ovvero sul 6)? Alla fine della fiera no.
Non credo che questo anime abbia dei lati positivi, a parte i fondali e il comparto sonoro, per questo il mio voto è due.
La trama la conosciamo tutti: viene messo in vendita un videogioco che sfrutta la realtà virtuale, il primo del suo genere, ma i giocatori, dopo aver acquistato e avviato il gioco, si ritroveranno intrappolati al suo interno senza possibilità di log-out, e l'unico modo per scappare sarà completare il gioco sconfiggendo i cento boss dislocati in cento piani previsti dal gioco. Il nostro protagonista è Kirigaya Kazuto, in arte Kirito, giovane sfigato con zero vita sociale e la passione per tutto ciò che non somiglia nemmeno vagamente a un'attività sana. Dal primo episodio notiamo quanto è anonimo e scarno come personaggio, a cominciare dal suo chara: capelli corti, mediamente alto e con i capelli neri; se a tutto questo aggiungiamo il suo comportamento che varia nel modo più prevedibile possibile, possiamo dire di avere un personaggio poco originale e poco carismatico. Durante tutto l'anime si comporta nel modo più appropriato per piacere a tutte le ragazze che incontra, e infatti non ce n'è una che sfugge al suo "enorme" fascino da hikikomori che si rinchiude in casa per giocare da solo a un videogioco. Notate qualcosa di sbagliato? Non siete gli unici.
L'anime mostra dei fondali veramente degni di nota e un incipit molto interessante, presentando il tutto come un survival game. Certo, l'ambientazione videoludica non spicca per originalità, l'abbiamo già vista in ".hack//Sign" e in "Summer Wars", senza menzionare "Accel World" dello stesso autore, ma comunque interessante e attuale.
La narrazione poi distrugge quel poco filo logico presente, variando genere più volte, da survival game a slice of life/romance, per poi diventare un action. I pochi spunti carini della novel, scritta evidentemente da un principiante per lessico usato e sintassi, sono stati eliminati per rendere l'anime ancora più fruibile alle masse: basti notare che con i videogiochi ha veramente poco a che fare, escluso qualche termine qua e là.
Come dicevo, qualsiasi personaggio femminile presente nell'anime si innamorerà di Kirito; in ordine: una pettanko timidona, una loli, una fabbra (?), la tsun tsun di turno, skynet e sua cugina. Fantastico. I personaggi sono banali, scontati e fatti per essere apprezzati da chi ha poche conoscenze letterarie e cinematografiche.
La narrazione procede lenta, sconclusionata e salta tutti i combattimenti che potremo aspettarci da un anime con un incipit del genere. Sui combattimenti voglio fare un approfondimento, molte volte mi è capitato di sentirli definiti "pochi ma buoni". Falso. I combattimenti di "Sword Art Online" sono solo composti da frame grezzissimi ma con coreografie che rasentano il ridicolo, basati tutti su una scarica di colpi che per tecnica sono paragonabili a delle cinghiate, ma muniti di tanti, troppi effetti particellari volti sì a enfatizzare i colpi, ma soprattutto a nascondere i frame senza senso dei combattimenti.
Così, dopo il primo villain che dimentica il motivo per cui ha agito, ci ritroveremo contro un tipo che, nonostante sulla carta sia maschio, è probabilmente un utero-munito in continuo e infinito menarca. Urla istericamente e perde spesso la calma senza un motivo logico, ottenendo l'effetto desiderato dall'autore: quello di irritare e farsi odiare dallo spettatore che, però, nel caso sia una persona con un minimo di conoscenze e senso critico, si ritroverà a odiare meno di Kirito, che, nel frattempo, continua a fare il latin lover con tutte le ragazze che incontra, nonostante non abbia personalità né aspetto fisico gradevoli.
Molti, come difesa all'anime, dicono che bisogna soffermarsi sulla parte romance, sull'amore adolescenziale dei protagonisti che sboccia in un mondo di disperazione e ansia. Sono d'accordo, il problema è che non funziona, è una storia d'amore forzata. Innanzitutto, Asuna, la prescelta del protagonista, dopo un'entrata in scena misteriosa quanto Cluedo, si dimostra subito poco disposta verso il protagonista; nonostante tutto, cucina per lui e lo aiuta nei dungeon, si innamora senza nessun vero motivo logico (come tutte le altre) e gli offre di giacere con lei, ma il protagonista, pregno di testosterone adolescenziale, rifiuta, dall'alto della sua cavalleria - se non consideriamo il fantomatico capitolo 16.5 della novel, pubblicato sul sito dell'autore.
Ma, se mentre nella prima parte dell'anime si poteva arrivare tranquillamente a un quattro pieno, la seconda parte dimezza il voto raddoppiando fanservice e inutilità, eliminando quella traccia di psicologia pur spicciola ma gradevole presente in alcune scene della prima parte. Persone che hanno visto la morte in faccia affrontano con nessuna vera preoccupazione, in un grandioso exploit psicologico, la stessa situazione che li aveva messi in pericolo. Volete sapere cosa ne pensa della persistenza dei traumi un vero esperto? Chiedete a Sandor Clegane, per gli amici il Mastino, se ha voglia di frutta flambé.
La logica dell'anime continua il suo stravolgimento colpendo la medicina, dove le persone, a quanto pare, possono sopravvivere due anni interi con il cervello in piena attività e non riportare nessun vero danno psicologico come conseguenza, per non parlare del fisico: un po' di riabilitazione e passa tutto, Heidi consiglia anche del latte di capra e un po' d'aria di montagna.
Non contento, l'autore scomoda l'informatica, facendo mantenere, nel passaggio da un gioco all'altro, le statistiche, le abilità e gli oggetti a Kirito, nonostante egli abbia creato un nuovo account e un nuovo personaggio. Il pretesto del gioco che utilizza lo stesso server non regge minimamente da nessun punto di vista.
Abbiamo qui un anime al limite del trash, a un gradino più basso di "Twilight"; esso può far ridere per le sue incongruenze e per i suoi numerosissimi deus ex machina, ma comunque meno di un cinepanettone all'italiana.
Animazioni grezze, pochissimi combattimenti e con coreografie ridicole, trama svolta in modo ridicolo con vari cambiamenti di genere, contraddizioni logiche e buchi di sceneggiatura (a cominciare dalla creazione di SAO) e, appunto, deus ex machina clamorosi, come il lag di Kirito che gli permette di battere il boss, l'abilità unica data solo a lui (ovviamente), la console admin in una stanza sicura di un dungeon (?), eccetera.
I personaggi sono piatti e stereotipati, le tempistiche caotiche.
Io mi chiedo, esiste davvero un motivo per definire questo anime mediocre (ovvero sul 6)? Alla fine della fiera no.
Eccoci davanti all'ennesimo caso di potenziale sprecato. "Sword Art Online", prodotto dalla A1 Pictures ("Blue Exorcist" e "Fairy Tail") e derivato dalla novel di Reki Kawahara, si propone come uno shonen survival all'interno di un videogame fantasy dove si combatte con spade e altre armi medievali... una storia epica pensereste, no? Purtroppo, le pessime scelte dell'autore e la scarsa caratterizzazione dei personaggi hanno portato molte persone a odiare quest'opera e a ritenerla penosa. Purtroppo, non posso contraddirli. In "Sword Art Online", dopo i primi due episodi a mio parere molto interessanti, la storia si perde in fanservice e filler, "proprio così, perché di filler si tratta". Infatti gli episodi dal 3 al 6/7 sono derivati dal secondo libro dell'autore, il quale racconta episodi accaduti a Kirito durante il corso del primo libro, ma che non sono stati spiegati per dare più fluidità alla trama. Altro punto dolente: i combattimenti. Sebbene all'inizio ci avevano fatto gustare un combattimento con animazioni eccezionali e completo, andando avanti nella storia ne vedremo sempre meno, e alcuni addirittura saltati "dalla scena iniziale del combattimento a quella finale". Ciò porta a far storcere il naso allo spettatore, che si aspettava una serie ricca di battaglie a suon di spade e mostri. Intorno all'episodio 10/11, dopo due combattimenti finalmente di tutto rispetto, si arriva a una parte nera e cupa dell'anime, sempre presente nel secondo libro dell'opera. A quel punto, la storia cambia totalmente di tonalità e, al posto di avere uno scenario cupo pieno di morte, abbiamo uno slice of life nella campagna, con i protagonisti che badano a una bambina, pescano mostri abnormi nel laghetto e si fanno le loro scampagnate.
La seconda parte della storia ha un ulteriore calo di qualità, con un'ambientazione mielosa e un'aria da shoujo fantasy, ben lontano dalle premesse dello shonen cupo iniziale. Nonostante abbia fatto letteralmente schifo a molte persone, "Sword Art Online" per me rimane un prodotto nella media, gustabile da chi non si è fatto molte aspettative e in grado di trasmettere qualche piccola emozione durante tutta la serie.
I personaggi di "Sword Art Online", nonostante il bel design, sono banali e stereotipati. Lo stesso protagonista non ha più personalità di un fantoccio. Le animazioni dello studio A1 Pictures sono eccellenti, raramente peccano di qualità, e ciò è un buon punto a favore di "Sword Art Online"; che eccelle anche nel comparto audio, con le opening di LISA e Eir Aoi e una soundtrack d'eccezione. I disegni sono buoni, in bello stile che si adatta al fanservice mostrato durante l'opera che, a parer mio, non dà noia e fa proseguire la narrazione con qualche risata.
Personalmente, avendo ricevuto un commento negativo su "Sword Art Online" prima di vederlo, sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'opera "nonostante i difetti già detti" e mi sono appassionato alla novel che ha già superato i dieci volumi, con materiale a sufficienza per altre tre o quattro serie animate. Molte sono le differenze fra anime e novel, soprattutto nelle scene tagliate che potevano rivelarsi interessanti animate.
Voto: 5.5
La seconda parte della storia ha un ulteriore calo di qualità, con un'ambientazione mielosa e un'aria da shoujo fantasy, ben lontano dalle premesse dello shonen cupo iniziale. Nonostante abbia fatto letteralmente schifo a molte persone, "Sword Art Online" per me rimane un prodotto nella media, gustabile da chi non si è fatto molte aspettative e in grado di trasmettere qualche piccola emozione durante tutta la serie.
I personaggi di "Sword Art Online", nonostante il bel design, sono banali e stereotipati. Lo stesso protagonista non ha più personalità di un fantoccio. Le animazioni dello studio A1 Pictures sono eccellenti, raramente peccano di qualità, e ciò è un buon punto a favore di "Sword Art Online"; che eccelle anche nel comparto audio, con le opening di LISA e Eir Aoi e una soundtrack d'eccezione. I disegni sono buoni, in bello stile che si adatta al fanservice mostrato durante l'opera che, a parer mio, non dà noia e fa proseguire la narrazione con qualche risata.
Personalmente, avendo ricevuto un commento negativo su "Sword Art Online" prima di vederlo, sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'opera "nonostante i difetti già detti" e mi sono appassionato alla novel che ha già superato i dieci volumi, con materiale a sufficienza per altre tre o quattro serie animate. Molte sono le differenze fra anime e novel, soprattutto nelle scene tagliate che potevano rivelarsi interessanti animate.
Voto: 5.5
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
Bene bene. Hem. Prova, prova. Se, se.
Allora diciamo che personalmente l'anime mi ha decisamente stupita. Molti ne sono passati sotto ai miei ponti e devo dire che ero partita lievemente prevenuta prima di guardarlo. Temevo che la storia risultasse noiosa, forse anche per il semplice fatto che i giochi online non mi hanno mai ispirata, e vederne uno diventare la base completa di un anime non mi allettava affatto.
Ma mi sono piacevolmente ricreduta.
Partiamo dal fatto che questo ragazzino tendente al nerd (citazione necessaria) si sia messo a giocare a questo gioco ultra sponsorizzato, che ti fa scappare dalla realtà, parlare con draghi e bambine digitali, e ti fa muovere spade da 600 kg come se fossero spaghetti. E allora, beh un giro su questo gioco me lo sarei fatto pure io, no? E' qui che ti sbagli, caro il mio amico, perché qui un "giretto" non te lo puoi fare quando ti tira a te, per il semplice fatto che quella mente geniale dell'inventore del gioco ha deciso di lasciarti morire lì dentro. Sì, hai letto bene. Si dice che in sua discolpa abbia detto: "Beh, scusate, ma che vi aspettavate? Non c'avevo un cacchio da fare!" (senza fonte)
Così il nostro amico Kirito si ripromette di finire il gioco da solo, in modo da salvare tutti i giocatori. Ripeto da solo, perché sì, lui è figo. Perché anche se il sistema ti dice che non puoi cucinare pollo fritto, lui può farlo. Se ti mette davanti millemila mostri immortali, beh lui li uccide. Vuoi la doppia spada? Ma sì, perché non dargliela? E così insomma avete capito perché lui può e voi no. E' per questo che vi consiglio di rimanere a casa a giocare a briscola con la nonna piuttosto che tentare la fortuna de "l'uccellino è vivo o morto?" in questo gioco non proprio divertente subito. Poi c'è Asuna. Sì, mi ero dimenticata di lei. A parte il fatto che sa cucinare il coniglio da ragù, correre, respirare, piangere e muovere la spada come se fosse una bandiera del Milan, beh, lei non ha una grandissima utilità. Ma visto che lei è la principessa da salvare e io sono una romanticona, va bene così.
Quando poi il nostro eroe finisce il gioco, si fa in quattro moltiplicato per otto per salvare tutti, e che succede? Niente di che. Insomma, l'amore della sua vita viene intrappolata in un altro gioco da un essere psicolabile, manipolatore e brutto (citazione più che necessaria) e lui non può che non andarla a salvare. Ovviamente. Con le sue abilità da fico di turno stile anti-gravità-apritore-di-porte-inapribili. Cose così insomma. Sventando lo stupro in diretta della sua dolce metà, 'calciorotando' via il malefico nemico, e consolando un minuto sì e l'altro pure la cugina composta per il 98,9% di lacrime che è innamorata di lui (eh?) la storia si conclude. Forse.
Ma alla fine l'amore trionfa sempre e la storia finisce che i due si vogliono tanto bene. Vero? Sì.
Una cosa che ho imparato da questo anime è che se cominci a inventare giochi online vuol dire che molto probabilmente saresti da rottamare in un ospedale psichiatrico. Amen.
In conclusione, affermo che l'anime è stato piacevole, non solo per la trama alquanto fresca, per alcuni versi un po' banale, ma perlopiù fresca, ma anche per la grafica davvero buona. Avrei dato un otto e mezzo, ma visto che sono buona arrotondo a un 9.
Mi ritiro. Aiò!
Bene bene. Hem. Prova, prova. Se, se.
Allora diciamo che personalmente l'anime mi ha decisamente stupita. Molti ne sono passati sotto ai miei ponti e devo dire che ero partita lievemente prevenuta prima di guardarlo. Temevo che la storia risultasse noiosa, forse anche per il semplice fatto che i giochi online non mi hanno mai ispirata, e vederne uno diventare la base completa di un anime non mi allettava affatto.
Ma mi sono piacevolmente ricreduta.
Partiamo dal fatto che questo ragazzino tendente al nerd (citazione necessaria) si sia messo a giocare a questo gioco ultra sponsorizzato, che ti fa scappare dalla realtà, parlare con draghi e bambine digitali, e ti fa muovere spade da 600 kg come se fossero spaghetti. E allora, beh un giro su questo gioco me lo sarei fatto pure io, no? E' qui che ti sbagli, caro il mio amico, perché qui un "giretto" non te lo puoi fare quando ti tira a te, per il semplice fatto che quella mente geniale dell'inventore del gioco ha deciso di lasciarti morire lì dentro. Sì, hai letto bene. Si dice che in sua discolpa abbia detto: "Beh, scusate, ma che vi aspettavate? Non c'avevo un cacchio da fare!" (senza fonte)
Così il nostro amico Kirito si ripromette di finire il gioco da solo, in modo da salvare tutti i giocatori. Ripeto da solo, perché sì, lui è figo. Perché anche se il sistema ti dice che non puoi cucinare pollo fritto, lui può farlo. Se ti mette davanti millemila mostri immortali, beh lui li uccide. Vuoi la doppia spada? Ma sì, perché non dargliela? E così insomma avete capito perché lui può e voi no. E' per questo che vi consiglio di rimanere a casa a giocare a briscola con la nonna piuttosto che tentare la fortuna de "l'uccellino è vivo o morto?" in questo gioco non proprio divertente subito. Poi c'è Asuna. Sì, mi ero dimenticata di lei. A parte il fatto che sa cucinare il coniglio da ragù, correre, respirare, piangere e muovere la spada come se fosse una bandiera del Milan, beh, lei non ha una grandissima utilità. Ma visto che lei è la principessa da salvare e io sono una romanticona, va bene così.
Quando poi il nostro eroe finisce il gioco, si fa in quattro moltiplicato per otto per salvare tutti, e che succede? Niente di che. Insomma, l'amore della sua vita viene intrappolata in un altro gioco da un essere psicolabile, manipolatore e brutto (citazione più che necessaria) e lui non può che non andarla a salvare. Ovviamente. Con le sue abilità da fico di turno stile anti-gravità-apritore-di-porte-inapribili. Cose così insomma. Sventando lo stupro in diretta della sua dolce metà, 'calciorotando' via il malefico nemico, e consolando un minuto sì e l'altro pure la cugina composta per il 98,9% di lacrime che è innamorata di lui (eh?) la storia si conclude. Forse.
Ma alla fine l'amore trionfa sempre e la storia finisce che i due si vogliono tanto bene. Vero? Sì.
Una cosa che ho imparato da questo anime è che se cominci a inventare giochi online vuol dire che molto probabilmente saresti da rottamare in un ospedale psichiatrico. Amen.
In conclusione, affermo che l'anime è stato piacevole, non solo per la trama alquanto fresca, per alcuni versi un po' banale, ma perlopiù fresca, ma anche per la grafica davvero buona. Avrei dato un otto e mezzo, ma visto che sono buona arrotondo a un 9.
Mi ritiro. Aiò!
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Diecimila concorrenti imprigionati in un castello di cento piani, pieno di mostri e di boss finali, e solo se uno di loro riuscirà a superare il centesimo piano tutti potranno recuperare la libertà. Se si muore nel gioco si muore anche nella realtà. Un protagonista dal carattere ombroso e dal grande talento che vive una storia d'amore con una bella e valorosa guerriera. Su questi principi si basa "Sword Art Online", un anime che dopo i primi due folgoranti episodi fatti di disperazione e di desiderio di tornare subito alla vita... beh, ci si aspetterebbe una cosa in stile Rumiko Takahashi con centomila puntate, triangoli, quadrati e pentagoni amorosi, invece niente. Ed è questo il bello o il brutto, di "Sword Art Online". L'unica cosa che resta in comune con la divina è il fatto che tutte le ragazze si innamorino del protagonista senza che lui debba fare nulla.
Date le molte polemiche e l'opera controversa, ho letto i primi due romanzi, e solo così ho potuto capire a fondo la situazione: gli autori hanno deciso di seguire pedissequamente i primi due volumi dell'omonima light novel, senza fillerare o forse fillerando troppo, perché hanno inserito le side story del secondo volume parallelamente alla storia principale, e non dopo come avviene nei romanzi, ove la storia vera si limita al primo volume. Ecco spiegati gli inutili episodi. Tutto ciò può piacere o non piacere, ma personalmente ho trovato tutto molto coinvolgente e con un suo perché, dato che una storia breve ha i suoi vantaggi rispetto a una interminabile. Nella seconda serie il tutto continua con il ritorno alla realtà e un ritmo più blando, con una storia che convince fino a un certo punto, ma in cui non trovo che Asuna sfiguri nel ruolo di principessa da salvare. Sfigura semmai il nuovo cattivo, un maledetto usurpatore che, invece di essere un genio del male come ci si aspetterebbe, si rivela essere molto ingenuo per la sua pazzia, tanto da non considerare minimamente Kirito una minaccia... davvero imperdonabile la sua sufficienza. Almeno nell'epico finale degli ultimi due episodi il tutto risale in modo degno. Quello che non mi ha convinto, poi, è l'assurdo legame tra Kirito e cugina, che nella seconda parte sarà il suo mentore, ma finirà con l'innamorarsi di lui. Ma come si può, dato che siete cresciuti fino ai dieci anni come fratelli e poi hai scoperto che siete solo primi cugini! Non per urlare all'incesto, ma davvero non va.
Non mi stupisce per niente che la serie abbia fatto tanto discutere, dato che molte cose, anzi troppe, possono piacere o non piacere e fanno lo sgambetto alla logica, come il fatto, per esempio, che si sopportino due anni di coma senza problemi, che il governo non possa fermare SAO o che questo tipo di giochi abbia un enorme successo, invece che suscitare il terrore di nuovi incidenti.
Il comparto grafico è l'unica cosa su cui siamo tutti d'accordo, davvero ottimo, e rilancia molto la serie, al contrario di ciò che capita in "Saint Seiya Omega", serie decisamente più profonda ma affossata dalla grafica.
La conclusione finale non può che essere del tutto personale e io giudico il tutto positivamente per le molte emozioni e il fascino che ha suscitato in me. In primis appunto la storia, così diversa dal canovaccio di Rumiko Takahashi, autrice che ho amato tantissimo. Poi per la splendida storia d'amore tra Asuna e Kirito, una storia veramente vissuta, una dichiarazione realmente fatta, all'opposto di certi anime ove si tira in lungo senza mai dichiarasi e infinite incomprensioni come in "Ranma ½", una storia che si apre alla creazione di una famiglia con la piccola Yui. Anche il tema di un mondo fittizio, invece che il solito mondo parallelo, un mondo che tra pochi lustri potrebbe diventare realtà, mi ha affascinato più di quanto credessi.
Una serie affascinante più che bella. Certo ho visto molti anime migliori, per cui più di sette non posso dare.
Diecimila concorrenti imprigionati in un castello di cento piani, pieno di mostri e di boss finali, e solo se uno di loro riuscirà a superare il centesimo piano tutti potranno recuperare la libertà. Se si muore nel gioco si muore anche nella realtà. Un protagonista dal carattere ombroso e dal grande talento che vive una storia d'amore con una bella e valorosa guerriera. Su questi principi si basa "Sword Art Online", un anime che dopo i primi due folgoranti episodi fatti di disperazione e di desiderio di tornare subito alla vita... beh, ci si aspetterebbe una cosa in stile Rumiko Takahashi con centomila puntate, triangoli, quadrati e pentagoni amorosi, invece niente. Ed è questo il bello o il brutto, di "Sword Art Online". L'unica cosa che resta in comune con la divina è il fatto che tutte le ragazze si innamorino del protagonista senza che lui debba fare nulla.
Date le molte polemiche e l'opera controversa, ho letto i primi due romanzi, e solo così ho potuto capire a fondo la situazione: gli autori hanno deciso di seguire pedissequamente i primi due volumi dell'omonima light novel, senza fillerare o forse fillerando troppo, perché hanno inserito le side story del secondo volume parallelamente alla storia principale, e non dopo come avviene nei romanzi, ove la storia vera si limita al primo volume. Ecco spiegati gli inutili episodi. Tutto ciò può piacere o non piacere, ma personalmente ho trovato tutto molto coinvolgente e con un suo perché, dato che una storia breve ha i suoi vantaggi rispetto a una interminabile. Nella seconda serie il tutto continua con il ritorno alla realtà e un ritmo più blando, con una storia che convince fino a un certo punto, ma in cui non trovo che Asuna sfiguri nel ruolo di principessa da salvare. Sfigura semmai il nuovo cattivo, un maledetto usurpatore che, invece di essere un genio del male come ci si aspetterebbe, si rivela essere molto ingenuo per la sua pazzia, tanto da non considerare minimamente Kirito una minaccia... davvero imperdonabile la sua sufficienza. Almeno nell'epico finale degli ultimi due episodi il tutto risale in modo degno. Quello che non mi ha convinto, poi, è l'assurdo legame tra Kirito e cugina, che nella seconda parte sarà il suo mentore, ma finirà con l'innamorarsi di lui. Ma come si può, dato che siete cresciuti fino ai dieci anni come fratelli e poi hai scoperto che siete solo primi cugini! Non per urlare all'incesto, ma davvero non va.
Non mi stupisce per niente che la serie abbia fatto tanto discutere, dato che molte cose, anzi troppe, possono piacere o non piacere e fanno lo sgambetto alla logica, come il fatto, per esempio, che si sopportino due anni di coma senza problemi, che il governo non possa fermare SAO o che questo tipo di giochi abbia un enorme successo, invece che suscitare il terrore di nuovi incidenti.
Il comparto grafico è l'unica cosa su cui siamo tutti d'accordo, davvero ottimo, e rilancia molto la serie, al contrario di ciò che capita in "Saint Seiya Omega", serie decisamente più profonda ma affossata dalla grafica.
La conclusione finale non può che essere del tutto personale e io giudico il tutto positivamente per le molte emozioni e il fascino che ha suscitato in me. In primis appunto la storia, così diversa dal canovaccio di Rumiko Takahashi, autrice che ho amato tantissimo. Poi per la splendida storia d'amore tra Asuna e Kirito, una storia veramente vissuta, una dichiarazione realmente fatta, all'opposto di certi anime ove si tira in lungo senza mai dichiarasi e infinite incomprensioni come in "Ranma ½", una storia che si apre alla creazione di una famiglia con la piccola Yui. Anche il tema di un mondo fittizio, invece che il solito mondo parallelo, un mondo che tra pochi lustri potrebbe diventare realtà, mi ha affascinato più di quanto credessi.
Una serie affascinante più che bella. Certo ho visto molti anime migliori, per cui più di sette non posso dare.
I MMORPG (giochi di ruolo online multigiocatore di massa) sono un bel modo per staccare dalle fatiche della vita quotidiana per qualche ora, immergendosi in un mondo fantastico dove si può essere prodi guerrieri, affrontare grandi sfide e conoscere gente da tutto il mondo. Il divertimento però si trasforma in incubo quando si viene a scoprire che non si può fare il log out, che se si muore nel gioco si muore anche nel mondo reale e che, se qualcuno nel mondo reale stacca a forza il giocatore, egli muore.
L'unica soluzione per uscire dall'incubo è finire il gioco.
Questi sono gli avvenimenti del primo episodio di "Sword Art Online", che si presenta come un interessante survival. Seguiamo quindi le avventure di Kazuto Kirigaya, nickname Kirito, beta-tester del MMORPG a realtà virtuale Sword Art Online, intrappolato come migliaia di altre persone nel gioco.
Date le premesse mi sarei aspettato un'atmosfera cupa, di disperazione, dato che la morte è sempre dietro l'angolo. Ciò accade solo nel terzo episodio, perché poi fino al settimo si assiste ad avvenimenti a sé stanti, con grandi salti temporali tra uno e l'altro che rendono difficile la comprensione di ciò che accade. Certo, si vengono pian piano a conoscere le dinamiche del gioco, ma non essendoci un unico filo conduttore la visione mi è risultata abbastanza pesante. Dall'ottavo episodio in poi la storia ingrana.
Il comportamento del protagonista è particolare, poiché a differenza di tutti, che si coalizzano in gilde (l'unione fa la forza, a maggior ragione se si rischia davvero la vita), sta da solo, ed è comunque molto più forte della media. Tale enorme squilibrio è giustificato all'inizio, poiché essendo lui un beta-tester è normale che sappia più cose degli altri, ma non lo è più col procedere degli episodi. È anche da notare che il suo atteggiamento nei confronti degli altri cambia in ogni episodio, rendendo così difficile inquadrare bene il personaggio. Kirito conoscerà col passare del tempo numerose ragazze, tutte molto carine e che si innamorano subito si lui. Si viene quindi a creare un harem. Oltre all'harem ci sarà anche una vera e propria storia d'amore, a mio avviso sviluppata male e troppo velocemente, perché anche la ragazza, come Kirito, cambia atteggiamento ad ogni episodio, passando da arrabbiata senza motivo a innamorata pazza nel giro di poco.
Numerose sono le forzature nella trama: oltre al già citato enorme squilibrio di forza tra il protagonista e gli altri, ci sono abilità che spuntano dal nulla (chiunque conosca i giochi di ruolo sa che non è possibile), software che possono provare sentimenti, personaggi che prima dicono che faranno una cosa e un attimo dopo fanno tutto l'opposto, altri che muoiono e risorgono... insomma, un insulto ai veri giochi di ruolo e alla logica per tutta la durata della serie.
Si potrebbe anche soprassedere sulle numerose forzature se i personaggi fossero ben delineati, e invece no, perché i due protagonisti come già detto cambiano atteggiamento in continuazione, e quasi tutti i comprimari sono appena abbozzati, quando non sono veri e propri stereotipi. Non che ci sia niente di male se c'è qualche stereotipo o elemento che strizza l'occhio a una certa fetta di pubblico, ma in "Sword Art Online" ce n'è una sovrabbondanza: harem, tsundere, moe, tettone, loli, sister complex, daughter complex, furry, tentacle rape, BDSM.
Altro elemento che ho trovato molto fastidioso è il piagnisteo facile e ingiustificato di alcuni personaggi, che invece di farmi commuovere mi faceva ridere, ottenendo così l'effetto opposto.
Ma la cosa peggiore è che invece di incentivare le persone a giocare di meno, il messaggio che viene lanciato è che nel mondo virtuale i sentimenti e le persone sono uguali a quelle del mondo reale. Lo trovo davvero ridicolo.
Non posso però nascondere che ci siano anche degli elementi molto pregevoli, come le sigle di apertura e chiusura, la colonna sonora, l'ambientazione dei mondi virtuali e il character design, in particolare dei personaggi femminili e dei loro abiti. Menzione speciale ai combattimenti, che purtroppo sono pochi e brevi, ma che mi hanno trasmesso una carica e un'adrenalina incredibile, anche grazie a delle animazioni eccellenti.
Dunque "Sword Art Online" eccelle nella forma ma è molto scarno nella sostanza, cosa che lo colloca ben lontano dalla sufficienza. Un vero peccato, perché le premesse erano ottime.
L'unica soluzione per uscire dall'incubo è finire il gioco.
Questi sono gli avvenimenti del primo episodio di "Sword Art Online", che si presenta come un interessante survival. Seguiamo quindi le avventure di Kazuto Kirigaya, nickname Kirito, beta-tester del MMORPG a realtà virtuale Sword Art Online, intrappolato come migliaia di altre persone nel gioco.
Date le premesse mi sarei aspettato un'atmosfera cupa, di disperazione, dato che la morte è sempre dietro l'angolo. Ciò accade solo nel terzo episodio, perché poi fino al settimo si assiste ad avvenimenti a sé stanti, con grandi salti temporali tra uno e l'altro che rendono difficile la comprensione di ciò che accade. Certo, si vengono pian piano a conoscere le dinamiche del gioco, ma non essendoci un unico filo conduttore la visione mi è risultata abbastanza pesante. Dall'ottavo episodio in poi la storia ingrana.
Il comportamento del protagonista è particolare, poiché a differenza di tutti, che si coalizzano in gilde (l'unione fa la forza, a maggior ragione se si rischia davvero la vita), sta da solo, ed è comunque molto più forte della media. Tale enorme squilibrio è giustificato all'inizio, poiché essendo lui un beta-tester è normale che sappia più cose degli altri, ma non lo è più col procedere degli episodi. È anche da notare che il suo atteggiamento nei confronti degli altri cambia in ogni episodio, rendendo così difficile inquadrare bene il personaggio. Kirito conoscerà col passare del tempo numerose ragazze, tutte molto carine e che si innamorano subito si lui. Si viene quindi a creare un harem. Oltre all'harem ci sarà anche una vera e propria storia d'amore, a mio avviso sviluppata male e troppo velocemente, perché anche la ragazza, come Kirito, cambia atteggiamento ad ogni episodio, passando da arrabbiata senza motivo a innamorata pazza nel giro di poco.
Numerose sono le forzature nella trama: oltre al già citato enorme squilibrio di forza tra il protagonista e gli altri, ci sono abilità che spuntano dal nulla (chiunque conosca i giochi di ruolo sa che non è possibile), software che possono provare sentimenti, personaggi che prima dicono che faranno una cosa e un attimo dopo fanno tutto l'opposto, altri che muoiono e risorgono... insomma, un insulto ai veri giochi di ruolo e alla logica per tutta la durata della serie.
Si potrebbe anche soprassedere sulle numerose forzature se i personaggi fossero ben delineati, e invece no, perché i due protagonisti come già detto cambiano atteggiamento in continuazione, e quasi tutti i comprimari sono appena abbozzati, quando non sono veri e propri stereotipi. Non che ci sia niente di male se c'è qualche stereotipo o elemento che strizza l'occhio a una certa fetta di pubblico, ma in "Sword Art Online" ce n'è una sovrabbondanza: harem, tsundere, moe, tettone, loli, sister complex, daughter complex, furry, tentacle rape, BDSM.
Altro elemento che ho trovato molto fastidioso è il piagnisteo facile e ingiustificato di alcuni personaggi, che invece di farmi commuovere mi faceva ridere, ottenendo così l'effetto opposto.
Ma la cosa peggiore è che invece di incentivare le persone a giocare di meno, il messaggio che viene lanciato è che nel mondo virtuale i sentimenti e le persone sono uguali a quelle del mondo reale. Lo trovo davvero ridicolo.
Non posso però nascondere che ci siano anche degli elementi molto pregevoli, come le sigle di apertura e chiusura, la colonna sonora, l'ambientazione dei mondi virtuali e il character design, in particolare dei personaggi femminili e dei loro abiti. Menzione speciale ai combattimenti, che purtroppo sono pochi e brevi, ma che mi hanno trasmesso una carica e un'adrenalina incredibile, anche grazie a delle animazioni eccellenti.
Dunque "Sword Art Online" eccelle nella forma ma è molto scarno nella sostanza, cosa che lo colloca ben lontano dalla sufficienza. Un vero peccato, perché le premesse erano ottime.
Il ragazzo è intelligente, ma non si applica. Si potrebbe riassumere in questo modo "Sword Art Online", o semplicemente SAO.
L'anime parte nel migliore nei modi: 10000 giocatori imprigionati, loro malgrado, in una realtà virtuale senza possibilità di log out, che, in caso di game over, morirebbero anche nel mondo reale.
Partendo da queste premesse, non proprio originalissime, si sarebbe potuta costruire una solida storia, ma purtroppo questo non accade. Si ritrovano infatti tutti i cliché tipici di una certa fascia di prodotti: il protagonista forte e distaccato per cui ogni ragazza perde la testa, poteri (skill) unici che guarda caso ha solo il protagonista, etc.
I personaggi crescono solo di livello, rimanendo sempre uguali dall'episodio 1 al 25, piatti come un disco. La delusione maggiore però la dà il creatore del gioco, Kayaba. Fin dalla fine del primo episodio ci si chiede cosa lo abbia spinto a imprigionare e indirettamente a uccidere tutte quelle persone, che cosa miri a ottenere, quale sia il suo fine ultimo... senza fare spoiler dico solo che sarebbe stato meglio non saperlo!
A un certo punto della storia sembra che ci sia un tentativo di un'analisi psicologica più approfondita, con la seguente domanda: "I sentimenti e le emozioni che si provano in un mondo virtuale possono considerarsi genuini come quelli della realtà?" Alcuni giocatori, ormai rassegnati alla loro prigionia, hanno preso moglie, hanno cominciato a lavorare e si godono la vita, seppur virtuale. Avevo davvero apprezzato questa svolta, che si sarebbe potuta rivelare molto interessante e poteva diventare un ottimo spunto di riflessione. Peccato che sia stata fatta morire, distrutta totalmente dal personaggio di Yui, che fa sprofondare l'opera in un mix ancora peggiore di banalità e buonismo da quattro soldi. Persa anche l'occasione di mostrare in modo più approfondito i cambiamenti fisici del corpo dei giocatori nel mondo reale.
La seconda parte prende i difetti della prima e li amplifica (da ricordare magia "illusoria" e tentacoli), e, soprattutto, fa venir meno quello che era stato il motore della prima parte, la sopravvivenza a un mondo ostile. Il "villain" di questa seconda parte non è niente di speciale, ma ha delle motivazioni sensate ed è sicuramente diverse spanne sopra Kayaba.
Sembrerebbe un anime che merita un basso voto, ma tutto sommato fa il suo dovere. Intrattiene, complici anche lo splendido comparto visivo e sonoro, e fa passare con leggerezza quei venti minuti di ogni episodio. Con quello che avevano a disposizione hanno fatto solo il minimo sindacale, perdendo l'occasione di fare un prodotto interessante e di qualità.
Voto: 7
L'anime parte nel migliore nei modi: 10000 giocatori imprigionati, loro malgrado, in una realtà virtuale senza possibilità di log out, che, in caso di game over, morirebbero anche nel mondo reale.
Partendo da queste premesse, non proprio originalissime, si sarebbe potuta costruire una solida storia, ma purtroppo questo non accade. Si ritrovano infatti tutti i cliché tipici di una certa fascia di prodotti: il protagonista forte e distaccato per cui ogni ragazza perde la testa, poteri (skill) unici che guarda caso ha solo il protagonista, etc.
I personaggi crescono solo di livello, rimanendo sempre uguali dall'episodio 1 al 25, piatti come un disco. La delusione maggiore però la dà il creatore del gioco, Kayaba. Fin dalla fine del primo episodio ci si chiede cosa lo abbia spinto a imprigionare e indirettamente a uccidere tutte quelle persone, che cosa miri a ottenere, quale sia il suo fine ultimo... senza fare spoiler dico solo che sarebbe stato meglio non saperlo!
A un certo punto della storia sembra che ci sia un tentativo di un'analisi psicologica più approfondita, con la seguente domanda: "I sentimenti e le emozioni che si provano in un mondo virtuale possono considerarsi genuini come quelli della realtà?" Alcuni giocatori, ormai rassegnati alla loro prigionia, hanno preso moglie, hanno cominciato a lavorare e si godono la vita, seppur virtuale. Avevo davvero apprezzato questa svolta, che si sarebbe potuta rivelare molto interessante e poteva diventare un ottimo spunto di riflessione. Peccato che sia stata fatta morire, distrutta totalmente dal personaggio di Yui, che fa sprofondare l'opera in un mix ancora peggiore di banalità e buonismo da quattro soldi. Persa anche l'occasione di mostrare in modo più approfondito i cambiamenti fisici del corpo dei giocatori nel mondo reale.
La seconda parte prende i difetti della prima e li amplifica (da ricordare magia "illusoria" e tentacoli), e, soprattutto, fa venir meno quello che era stato il motore della prima parte, la sopravvivenza a un mondo ostile. Il "villain" di questa seconda parte non è niente di speciale, ma ha delle motivazioni sensate ed è sicuramente diverse spanne sopra Kayaba.
Sembrerebbe un anime che merita un basso voto, ma tutto sommato fa il suo dovere. Intrattiene, complici anche lo splendido comparto visivo e sonoro, e fa passare con leggerezza quei venti minuti di ogni episodio. Con quello che avevano a disposizione hanno fatto solo il minimo sindacale, perdendo l'occasione di fare un prodotto interessante e di qualità.
Voto: 7
"Sword Art Online" è stato non osannato, di più, doveva essere la rivoluzione dell'universo delle serie, sconvolgere gli spettatori e cambiarne le vite per sempre, ma... non è successo. Tuttavia non fa nemmeno schifo in modo così abissale e ha un comparto tecnico così buono che il 6 abbondante se lo porta a casa nonostante la delusione dopo la prima metà.
La trama non brilla per originalità, è una cosa già vista quella della realtà virtuale prigione, tuttavia il come SAO è costruito e come il suo eccentrico creatore ha deciso di usare i 10000 utenti del suo glorioso RPG era sicuramente una nota di pregio.
Le vicende ruotano attorno a un piccolo genio dell'informatica, Kirigaya Kazuto (nome online: Kirito), profondamente nerd e dipendente dai giochi online, che dopo aver preso parte al beta testing di un RPG di nuova generazione con integrazione neuronale e digitalizzazione del personaggio in rete rientra nei 10000 "fortunati" che hanno sperimentato il gioco in forma definitiva. Dramma inatteso, il programmatore del RPG virtuale ha 'sbroccato' e ha deciso che per dare una botta di brivido alla faccenda se si muore nel videogioco si muore nel mondo reale, e l'unico modo per disconnettersi da SAO è finire tutti i cento livelli del gioco.
Ecco, fino qui era pregevole; si tratta di un anime, però, non di un RPG: lo spettatore vuole qualcosa di più dei livelli e dei mostri, vuole vedere come reagiscono i personaggi, la loro evoluzione emotiva e psicologica, e vuole vedere come si gestiscono gli eventi. Purtroppo però nel fondere l'accanimento disperato dei front liner di finire il gioco per tutti con il decadimento o l'adattamento degli altri utenti coinvolti, sommato al nucleo narrativo centrale di Kirito, che praticamente diventa il leggendario giocatore singolo che non ha party, e la storia pseudosentimentale con Azuna, ne esce un frullato grumoso.
Per essere onesti, fino a che si resta dentro SAO la storia si sforza di motivare ogni scelta, e francamente io l'ho trovato degno di nota; anche la criticatissima fuga dalla realtà di Kirito e Azuna ha il suo senso, sono due adolescenti infatuati che si credono forti dei loro principi e sono delusi dal sistema di gilde in cui si trovano. Anche se non è forse la soluzione narrativa più epica, è sicuramente umana e non contestabile; molto più ridicolo l'inserire il patetico personaggio di Yui, che fa tanto agente Smith taroccato di Matix in versione SAO.
Il vero disastro in "Sword Art Online" arriva con la seconda metà dell'anime, quando la lotta si sposta nel mondo reale e si introduce un nuovo RPG, nuove regole di comportamento, nuovi bug del sistema con cui si risolvono tutti i misteri, si butta in mezzo al plot la sorella/cugina di Kirito innamorata persa del suo onii-chan... insomma, una caduta senza paracadute che porta a un epilogo abbastanza noioso e, se vogliamo, piatto.
Durante la prima metà della serie si nota uno sforzo di analisi anche psicologica dei personaggi, molto lenta, molto stentata a volte, ma coerente con la situazione: Kirito che inneggiava a quanto si sentisse vivo giocando capisce il valore del mondo reale, perde tempo dai combattimenti da front liner per risolvere danni collaterali che questa forzata società si ritrova ad avere. Il suo attaccamento ad Azuna è più per una questione di onestà che di vera attrazione, a mio avviso, si sente molto fuori posto come persona e si mette in discussione, ma è chiaramente forzato da lei, e questo almeno hanno il buongusto di farlo notare. Kirito ha bisogno di Azuna per la sua sanità mentale e purtroppo nella sceneggiatura si sono dimenticati di porre analisi di evoluzione, lanciandolo in una seconda metà di serie come amante pronto a tutto.
Quello che manca in SAO è la vera evoluzione dell'intorno, sommata a Kirito e alle sue piccole conquiste; inoltre il modo quasi automatico con cui lui vince i cuori di chiunque, colpendo per nobiltà e animo, è fastidioso, soprattutto dopo le prime due volte è veramente una procedura che urta.
Scontato il personagio di Azuna, che poteva dare tanto alla trama, ma si perde nella sua stessa banalità di principi forti e saggezza da dolcetto della fortuna, e rovinatissimo il personaggio di Akihiko, il programmatore pazzo che era partito davvero come elemento controverso di tutta la faccenda. La seconda parte dell'anime è poco salvabile in generale, quindi evito persino di dilungarmi in commenti.
Il comparto tecnico è stupendo e questo non glielo può togliere nessuno, le animazioni sono davvero ottime, bellissimo l'effetto cristallo rotto per gli oggetti che spirano o per i personaggi che periscono, un modo elegante che ricorda costantemente che sono in un gioco; non ci sono litri di sangue, ma negli anni che passano l'angoscia di un litro di sangue lo dà la barretta degli HP che diventa rossa e il rumore di vetri in franti dell'effetto cristallo prima della scomparsa, davvero ottimo. Le musiche hanno davvero dell'epico, amalgamandosi perfettamente con l'ambientazione da RPG.
Non mi sento di dire non guardarlo, ma mi rendo conto che, arrivati al risveglio dal SAO, il continuo dell'anime è forzato, noioso e a volte persino irritante, e la nuova realtà virtuale completamente rimasterizzata che non ci prende manco di striscio con la prigione che è stata la precedente è veramente irritante. Insomma, consigliato solo se non si ha di meglio da vedere, ma bisogna prepararsi a un buon grado di delusione.
La trama non brilla per originalità, è una cosa già vista quella della realtà virtuale prigione, tuttavia il come SAO è costruito e come il suo eccentrico creatore ha deciso di usare i 10000 utenti del suo glorioso RPG era sicuramente una nota di pregio.
Le vicende ruotano attorno a un piccolo genio dell'informatica, Kirigaya Kazuto (nome online: Kirito), profondamente nerd e dipendente dai giochi online, che dopo aver preso parte al beta testing di un RPG di nuova generazione con integrazione neuronale e digitalizzazione del personaggio in rete rientra nei 10000 "fortunati" che hanno sperimentato il gioco in forma definitiva. Dramma inatteso, il programmatore del RPG virtuale ha 'sbroccato' e ha deciso che per dare una botta di brivido alla faccenda se si muore nel videogioco si muore nel mondo reale, e l'unico modo per disconnettersi da SAO è finire tutti i cento livelli del gioco.
Ecco, fino qui era pregevole; si tratta di un anime, però, non di un RPG: lo spettatore vuole qualcosa di più dei livelli e dei mostri, vuole vedere come reagiscono i personaggi, la loro evoluzione emotiva e psicologica, e vuole vedere come si gestiscono gli eventi. Purtroppo però nel fondere l'accanimento disperato dei front liner di finire il gioco per tutti con il decadimento o l'adattamento degli altri utenti coinvolti, sommato al nucleo narrativo centrale di Kirito, che praticamente diventa il leggendario giocatore singolo che non ha party, e la storia pseudosentimentale con Azuna, ne esce un frullato grumoso.
Per essere onesti, fino a che si resta dentro SAO la storia si sforza di motivare ogni scelta, e francamente io l'ho trovato degno di nota; anche la criticatissima fuga dalla realtà di Kirito e Azuna ha il suo senso, sono due adolescenti infatuati che si credono forti dei loro principi e sono delusi dal sistema di gilde in cui si trovano. Anche se non è forse la soluzione narrativa più epica, è sicuramente umana e non contestabile; molto più ridicolo l'inserire il patetico personaggio di Yui, che fa tanto agente Smith taroccato di Matix in versione SAO.
Il vero disastro in "Sword Art Online" arriva con la seconda metà dell'anime, quando la lotta si sposta nel mondo reale e si introduce un nuovo RPG, nuove regole di comportamento, nuovi bug del sistema con cui si risolvono tutti i misteri, si butta in mezzo al plot la sorella/cugina di Kirito innamorata persa del suo onii-chan... insomma, una caduta senza paracadute che porta a un epilogo abbastanza noioso e, se vogliamo, piatto.
Durante la prima metà della serie si nota uno sforzo di analisi anche psicologica dei personaggi, molto lenta, molto stentata a volte, ma coerente con la situazione: Kirito che inneggiava a quanto si sentisse vivo giocando capisce il valore del mondo reale, perde tempo dai combattimenti da front liner per risolvere danni collaterali che questa forzata società si ritrova ad avere. Il suo attaccamento ad Azuna è più per una questione di onestà che di vera attrazione, a mio avviso, si sente molto fuori posto come persona e si mette in discussione, ma è chiaramente forzato da lei, e questo almeno hanno il buongusto di farlo notare. Kirito ha bisogno di Azuna per la sua sanità mentale e purtroppo nella sceneggiatura si sono dimenticati di porre analisi di evoluzione, lanciandolo in una seconda metà di serie come amante pronto a tutto.
Quello che manca in SAO è la vera evoluzione dell'intorno, sommata a Kirito e alle sue piccole conquiste; inoltre il modo quasi automatico con cui lui vince i cuori di chiunque, colpendo per nobiltà e animo, è fastidioso, soprattutto dopo le prime due volte è veramente una procedura che urta.
Scontato il personagio di Azuna, che poteva dare tanto alla trama, ma si perde nella sua stessa banalità di principi forti e saggezza da dolcetto della fortuna, e rovinatissimo il personaggio di Akihiko, il programmatore pazzo che era partito davvero come elemento controverso di tutta la faccenda. La seconda parte dell'anime è poco salvabile in generale, quindi evito persino di dilungarmi in commenti.
Il comparto tecnico è stupendo e questo non glielo può togliere nessuno, le animazioni sono davvero ottime, bellissimo l'effetto cristallo rotto per gli oggetti che spirano o per i personaggi che periscono, un modo elegante che ricorda costantemente che sono in un gioco; non ci sono litri di sangue, ma negli anni che passano l'angoscia di un litro di sangue lo dà la barretta degli HP che diventa rossa e il rumore di vetri in franti dell'effetto cristallo prima della scomparsa, davvero ottimo. Le musiche hanno davvero dell'epico, amalgamandosi perfettamente con l'ambientazione da RPG.
Non mi sento di dire non guardarlo, ma mi rendo conto che, arrivati al risveglio dal SAO, il continuo dell'anime è forzato, noioso e a volte persino irritante, e la nuova realtà virtuale completamente rimasterizzata che non ci prende manco di striscio con la prigione che è stata la precedente è veramente irritante. Insomma, consigliato solo se non si ha di meglio da vedere, ma bisogna prepararsi a un buon grado di delusione.
"Sword Art Online" è una serie anime della stagione estiva 2012, tratta dall'omonima serie di light novel scritte da Reki Kawahara (già autore di "Accel World"), la quale adatta i primi due archi narrativi (ovvero Aincrad e Fairy Dance) corrispondenti ai primi quattro volumi delle light novel. La serie è stata prodotta dallo studio A-1 Pictures, sotto la regia di Tomohiko Ito, e composta da venticinque episodi. La serie ha ottenuto molto successo sia in patria che all'estero. Essa è stata poi acquistata da Dynit nel gennaio 2013, e trasmessa da Rai4 dal 30 gennaio al 5 giugno 2014.
Io non sono un gran appassionato di videogiochi e non ho mai giocato ad un MMO. Gli unici videogiochi a cui abbia mai giocato sono stati "Pokèmon" e "Kingdom Hearts" (escludendo tutti i giochi che trovi sul cellulare. In base a questo potrebbe venire la domanda: perché ti sei interessato a questa serie? La risposta è molto semplice: di "Sword Art Online" ho sempre sentito i pareri più disparati: da una parte c'è chi dice che è un capolavoro imperdibile, dall'altra c'è chi dice che è una serie orribile e bruttissima. Questo ha fatto accrescere la mia curiosità sulla serie, anche se non mi sono fatto chissà quali aspettative (non mi convinceva, anche perché mi ricordava Greed Island di "Hunter x Hunter"). E alla fine l'ho visto... che dire? Per esporre bene il mio parere, analizzerò tutti gli aspetti di questa serie.
Trama: nel 2022 l'umanità ha finalmente creato una realtà completamente virtuale, un massively multiplayer online chiamato Sword Art Online (abbreviato in SAO). Il creatore e sviluppatore del gioco, il genio della programmazione Akihiko Kayaba, al giorno di lancio del gioco ha tolto l'opzione di log-out dal menù dei giocatori, intrappolandone 2000 e più. Tra questi, anche il nostro protagonista, Kazuto "Kirito" Kirigaya, ex beta-tester del gioco. Per uscire dal gioco, i giocatori dovranno completare tutti i cento livelli.
La trama della serie parte molto bene, infatti questo primo arco narrativo si mantiene su buoni livelli, ma verso il finale dell'arco la serie comincia ad avere buchi di sceneggiatura grandi come una casa (causa i vari e irritanti time skip), tanto che uno si domanderà: "Macché, davvero?" oppure "Ma che cosa succede?", fino ad arrivare alla più completa incoerenza con quello che si era visto in precedenza. Nel secondo arco narrativo la serie si tira un po' su, ma nel finale vengono mostrati gli stessi difetti del primo arco.
Apparato tecnico: nell'apparato tecnico, invece, la serie brilla. La grafica risulta fin da subito molto curata, e i fondali riusciranno a dare l'atmosfera di un vero mondo virtuale fantasy.
Le musiche, a cura di Yuki Kajiura, le ho trovate buone, anche se forse non utilizzate a dovere, oppure utilizzate in troppi punti nello stesso episodio. Le opening e le ending sono tutte e quattro ottime, le mie preferite però sono "Innocence" e "Yume Sekai".
Personaggi: altra nota dolente della serie. Se all'inizio essi risultano convincenti, con l'andare avanti nella storia andranno scemando (complice una brutta caratterizzazione) al punto da diventare irritanti, in primis la co-protagonista Asuna e Yui. Kirito per la maggior parte della storia fa cose senza pensare, oppure senza usare il buonsenso. Gli unici personaggi veramente sopportabili sono quelli comprimari: ad esempio Lisbeth, Klein e specialmente Suguha risulteranno caratterizzati in maniera buona. Gli antagonisti sono, invece, ridicoli e senza senso.
In conclusione, "Sword Art Online" è una serie che parte benissimo, ma che purtroppo va scemando fino a un finale tiepido (ci sarà la seconda stagione). Per me è un 6. Sconsiglio la visione della serie soprattutto a chi è appassionato di videogiochi, mentre la consiglio a chi vuole vedersi una serie senza tante pretese o chissà quali temi maturi. Dal canto mio spero in un miglioramento, infatti guarderò la seconda stagione, dandogli un'altra chance, e la possibilità di farmi ricredere.
Io non sono un gran appassionato di videogiochi e non ho mai giocato ad un MMO. Gli unici videogiochi a cui abbia mai giocato sono stati "Pokèmon" e "Kingdom Hearts" (escludendo tutti i giochi che trovi sul cellulare. In base a questo potrebbe venire la domanda: perché ti sei interessato a questa serie? La risposta è molto semplice: di "Sword Art Online" ho sempre sentito i pareri più disparati: da una parte c'è chi dice che è un capolavoro imperdibile, dall'altra c'è chi dice che è una serie orribile e bruttissima. Questo ha fatto accrescere la mia curiosità sulla serie, anche se non mi sono fatto chissà quali aspettative (non mi convinceva, anche perché mi ricordava Greed Island di "Hunter x Hunter"). E alla fine l'ho visto... che dire? Per esporre bene il mio parere, analizzerò tutti gli aspetti di questa serie.
Trama: nel 2022 l'umanità ha finalmente creato una realtà completamente virtuale, un massively multiplayer online chiamato Sword Art Online (abbreviato in SAO). Il creatore e sviluppatore del gioco, il genio della programmazione Akihiko Kayaba, al giorno di lancio del gioco ha tolto l'opzione di log-out dal menù dei giocatori, intrappolandone 2000 e più. Tra questi, anche il nostro protagonista, Kazuto "Kirito" Kirigaya, ex beta-tester del gioco. Per uscire dal gioco, i giocatori dovranno completare tutti i cento livelli.
La trama della serie parte molto bene, infatti questo primo arco narrativo si mantiene su buoni livelli, ma verso il finale dell'arco la serie comincia ad avere buchi di sceneggiatura grandi come una casa (causa i vari e irritanti time skip), tanto che uno si domanderà: "Macché, davvero?" oppure "Ma che cosa succede?", fino ad arrivare alla più completa incoerenza con quello che si era visto in precedenza. Nel secondo arco narrativo la serie si tira un po' su, ma nel finale vengono mostrati gli stessi difetti del primo arco.
Apparato tecnico: nell'apparato tecnico, invece, la serie brilla. La grafica risulta fin da subito molto curata, e i fondali riusciranno a dare l'atmosfera di un vero mondo virtuale fantasy.
Le musiche, a cura di Yuki Kajiura, le ho trovate buone, anche se forse non utilizzate a dovere, oppure utilizzate in troppi punti nello stesso episodio. Le opening e le ending sono tutte e quattro ottime, le mie preferite però sono "Innocence" e "Yume Sekai".
Personaggi: altra nota dolente della serie. Se all'inizio essi risultano convincenti, con l'andare avanti nella storia andranno scemando (complice una brutta caratterizzazione) al punto da diventare irritanti, in primis la co-protagonista Asuna e Yui. Kirito per la maggior parte della storia fa cose senza pensare, oppure senza usare il buonsenso. Gli unici personaggi veramente sopportabili sono quelli comprimari: ad esempio Lisbeth, Klein e specialmente Suguha risulteranno caratterizzati in maniera buona. Gli antagonisti sono, invece, ridicoli e senza senso.
In conclusione, "Sword Art Online" è una serie che parte benissimo, ma che purtroppo va scemando fino a un finale tiepido (ci sarà la seconda stagione). Per me è un 6. Sconsiglio la visione della serie soprattutto a chi è appassionato di videogiochi, mentre la consiglio a chi vuole vedersi una serie senza tante pretese o chissà quali temi maturi. Dal canto mio spero in un miglioramento, infatti guarderò la seconda stagione, dandogli un'altra chance, e la possibilità di farmi ricredere.
"Sword Art Online" è un anime che parte benissimo, con tutti i presupposti per fare bene. Peccato che si perda in un bicchier d'acqua. Episodi fatti solo per fare, combattimenti con boss che durano cinque minuti, situazioni sentimentali che non hanno niente di sentimentale e lacrime buttate a caso. Mi sarei aspettato una storia più lunga con Kirito che ad ogni piano combatteva con un boss diverso e il livello del gioco diventava sempre più difficile man mano che si saliva. Non parliamo del cattivo finale che fa veramente pena. Ci sono scene senza senso e alcune volte noiose, però nel complesso non è da buttare via. I combattimenti anche se sono veramente pochi mi sono piaciuti e anche la grafica è molto bella; peccato, perché se non accorciavano l'anime il voto sarebbe stato più alto. Ripeto, un vero peccato.
Trama: Kirigaya Kazuto (alias Kirito) è uno dei primi a comprare il nuovo MMO virtuale chiamato "Sword Art Online", a cui si gioca tramite un dispositivo chiamato Nerve Gear. Durante il gioco però Kirito si accorge della mancanza dell'opzione "logout" per uscire dal gioco; successivamente il programmatore di Sword Art Online rivela le sue intenzioni, ovvero diventare una sorta di "Dio". L'unico modo per uscire dal gioco è finirlo completando tutti e cento i piani di Aincrad, solo con la difficoltà che alla morte del giocatore nel gioco il Nerve Gear distruggerà il cervello del giocatore nella vita reale, uccidendolo.
Ci sono varie cose di questo anime che fanno arrabbiare: è un anime che inizia benissimo con due primi episodi davvero epici; il problema è che poi va a perdersi quello stile (come anche il sistema delle skill). Un'altra cosa molto negativa è la presenza di episodi piuttosto inutili che presentano personaggi che non avranno un'utilità futura (basti pensare a Silica) e la presenza di questi, in un anime di soli venticinque episodi, pesa. Poi le ragazze che vengono conquistate da Kirito ogni due episodi circa sono una cosa po' esagerata a mio parere.
Tuttavia non ha solo aspetti negativi questo anime: la qualità grafica ad esempio è molto alta e accompagna dei combattimenti fatti altrettanto bene con una spettacolare colonna sonora che coinvolge molto; poi, se piace una storia romantica (a me personalmente no), questo anime molto probabilmente piacerà.
Nonostante gli aspetti negativi, lo consiglio comunque, non essendo un brutto anime. Solo, dico di non aspettarsi troppo (dato che considero questo anime un po' sopravvalutato).
Ci sono varie cose di questo anime che fanno arrabbiare: è un anime che inizia benissimo con due primi episodi davvero epici; il problema è che poi va a perdersi quello stile (come anche il sistema delle skill). Un'altra cosa molto negativa è la presenza di episodi piuttosto inutili che presentano personaggi che non avranno un'utilità futura (basti pensare a Silica) e la presenza di questi, in un anime di soli venticinque episodi, pesa. Poi le ragazze che vengono conquistate da Kirito ogni due episodi circa sono una cosa po' esagerata a mio parere.
Tuttavia non ha solo aspetti negativi questo anime: la qualità grafica ad esempio è molto alta e accompagna dei combattimenti fatti altrettanto bene con una spettacolare colonna sonora che coinvolge molto; poi, se piace una storia romantica (a me personalmente no), questo anime molto probabilmente piacerà.
Nonostante gli aspetti negativi, lo consiglio comunque, non essendo un brutto anime. Solo, dico di non aspettarsi troppo (dato che considero questo anime un po' sopravvalutato).
"Sword Art Online" è l'adattamento animato di una serie di light novel scritte da Reki Kawahara e illustrata da abec.
Siamo nell'anno 2022, dove la tecnologia oramai ha fatto passi da gigante, dando così modo di creare un ambiente interamente virtuale, lo Sword Art Online (SAO). Questo MMORPG prodotto dalla NerveGear e creato da Kayaba Akihiko era molto atteso da tutti gli appassionati, anche dal nostro protagonista Kazuto Kirigaya, ragazzo di quattordici anni che si avvicina agli MMO all'età di dieci anni, dopo aver scoperto un segreto famigliare che non gli permetteva più di rapportarsi con facilità alle persone del mondo reale. Kazuto, che in SAO si fa chiamare Kirito, è un beater (termine che indica i beta tester e i cheater), quindi ha già dimestichezza con questo nuovo mondo virtuale, ma il giorno tanto atteso del rilascio di SAO succede qualcosa di molto strano: infatti, dopo aver effettuato il login e aver insegnato qualche mossa a un nuovo giocatore, Kirito scopre che nel menù non è presente il tasto per il logout. Pensando a un bug del sistema i due vanno nella piazza centrale della città di arrivo di tutti i giocatori, e uno spirito tutt'altro che amichevole si manifesta a loro. Questi altri non è che il creatore di SAO Kayaba Akihiko, che dice a tutti i presenti che il mancato funzionamento del logout non è un bug ma la triste realtà del gioco! Infatti l'unico modo per poter uscire da questa realtà virtuale è quello di completare SAO; inoltre, la morte durante il gioco o la rimozione del casco provocheranno delle microonde cerebrali che causeranno la morte del giocatore anche nella vita reale. Dopo uno shock iniziale Kirito decide di usare tutte le sue forze per poter completare il gioco, salvare sé stesso, tutti coloro che fanno affidamento su di lui, ma soprattutto per vivere una vita vera con Asuna, una delle prime persone con cui Kirito instaurerà un rapporto di amicizia, e in seguito di amore.
A mio avviso questo è uno dei migliori anime visti in questi ultimi anni; il character design non ha nulla di nuovo ma è ben realizzato e fluido, le ambientazioni spettacolari e i personaggi ben assortiti non lo rendono noioso. La trama è particolare e dà un mix di sensazioni che ti legano allo schermo fino alla fine. La seconda parte narrativa e molto più blanda rispetto alla prima, ma molto ben realizzata.
Siamo nell'anno 2022, dove la tecnologia oramai ha fatto passi da gigante, dando così modo di creare un ambiente interamente virtuale, lo Sword Art Online (SAO). Questo MMORPG prodotto dalla NerveGear e creato da Kayaba Akihiko era molto atteso da tutti gli appassionati, anche dal nostro protagonista Kazuto Kirigaya, ragazzo di quattordici anni che si avvicina agli MMO all'età di dieci anni, dopo aver scoperto un segreto famigliare che non gli permetteva più di rapportarsi con facilità alle persone del mondo reale. Kazuto, che in SAO si fa chiamare Kirito, è un beater (termine che indica i beta tester e i cheater), quindi ha già dimestichezza con questo nuovo mondo virtuale, ma il giorno tanto atteso del rilascio di SAO succede qualcosa di molto strano: infatti, dopo aver effettuato il login e aver insegnato qualche mossa a un nuovo giocatore, Kirito scopre che nel menù non è presente il tasto per il logout. Pensando a un bug del sistema i due vanno nella piazza centrale della città di arrivo di tutti i giocatori, e uno spirito tutt'altro che amichevole si manifesta a loro. Questi altri non è che il creatore di SAO Kayaba Akihiko, che dice a tutti i presenti che il mancato funzionamento del logout non è un bug ma la triste realtà del gioco! Infatti l'unico modo per poter uscire da questa realtà virtuale è quello di completare SAO; inoltre, la morte durante il gioco o la rimozione del casco provocheranno delle microonde cerebrali che causeranno la morte del giocatore anche nella vita reale. Dopo uno shock iniziale Kirito decide di usare tutte le sue forze per poter completare il gioco, salvare sé stesso, tutti coloro che fanno affidamento su di lui, ma soprattutto per vivere una vita vera con Asuna, una delle prime persone con cui Kirito instaurerà un rapporto di amicizia, e in seguito di amore.
A mio avviso questo è uno dei migliori anime visti in questi ultimi anni; il character design non ha nulla di nuovo ma è ben realizzato e fluido, le ambientazioni spettacolari e i personaggi ben assortiti non lo rendono noioso. La trama è particolare e dà un mix di sensazioni che ti legano allo schermo fino alla fine. La seconda parte narrativa e molto più blanda rispetto alla prima, ma molto ben realizzata.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Ho aspettato parecchio tempo prima di vedere "Sword Art Online", perché, da come ne avevo sentito parlare, sapevo che non mi sarebbe piaciuto. In verità si è rivelata diversa la faccenda, nel senso che mi ha dato proprio il nervoso in più di un punto della serie, costringendomi in un paio di occasioni a interrompere la visione a metà episodio causa eccessivi nervi a fior di pelle.
"Sword Art Online", abbreviato spesso e volentieri SAO, è la storia di un ragazzo che entra in un videogioco basato sulla realtà virtuale e accessibile tramite un casco speciale collegato alla rete. Nickname del ragazzo: Kirito. Ben presto però i giocatori, dopo poche ore dal lancio del gioco, si accorgono che la funzione di uscita dal mondo virtuale è disabilitata e che quindi sono intrappolati all'interno di esso. Il creatore del gioco, a mo' di deus ex machina, cala sui personaggi spiegando loro che il suo sogno era intrappolare delle persone nella realtà virtuale e sentirsi il dio di un nuovo mondo - suona molto Light Yagami in effetti...
Particolarità del gioco è la seguente: se finisci i punti vita muori per davvero, perché il programma del gioco è studiato in modo tale che, una volta esauriti i PV, il casco col quale sei collegato ti frigge il cervello a suon di radiazioni. Di qui in poi Kirito, dopo una serie di traumi psicologici a inizio gioco, decide di giocare per sé e completare il gioco da solo, finché non incontra Asuna, altra giocatrice, la quale lo convince a collaborare con lei e della quale egli si innamora.
E fin qui non si direbbe una brutta trama, un'idea non originale - ricordiamo le saghe di ".hack//Sign" e l'arco di "Hunter x Hunter" di Greed Island: la costruzione è molto simile - ma che fa la sua figura; aggiungiamoci anche che animazioni e comparto sonoro sono ben studiati e i combattimenti sono resi bene; ci sono tutti i requisiti per un anime discreto. E invece no.
La grossa pecca di SAO è la mancanza di logica che governa la serie; mi spiego meglio, molte cose non hanno un loro perché, una motivazione plausibile. Per esempio, gli episodi pseudo-filler in cui Kirito fa colpo con la giocatrice di turno, il motivo per cui il game master ha creato il gioco e ci ha intrappolato tutti dentro, il motivo per cui Yui ha scelto di stare proprio con Kirito e Asuna - non me la bevo che in due anni di gioco nessuno, e dico nessuno, avesse mai provato un briciolo di felicità -, il motivo per cui Asuna sopravviva nonostante sia stata uccisa nel gioco, il motivo per cui Kirito sopravvive nonostante essere stato ammazzato. Aggiungiamo i classici salvataggi all'ultimo minuto, le frasi ad effetto - e che effetto non fanno -, le musiche 'epicheggianti' che poco c'entrano col contesto in cui vengono adoperate e capiamo perché SAO sia un anime appena sufficiente.
Il fondo viene toccato con la seconda parte, perché, come se non bastassero gli interrogativi senza risposta, SAO ci presenta un tentato stupro, un tentacle rape, fanservice a non finire, Kirito in versione "buonismo e perbenismo dei miei stivali" e tanti, troppi cliché visti e rivisti nei classici e ormai monotoni shonen.
Quindi, cos'è che mi ha fatto innervosire di SAO? Il fatto che, pur partendo da basi buone, riesca a scadere nella banalità e nel cattivo gusto più disarmanti, lasciando un sacco di interrogativi aperti e senza risposta. Il voto è 5, e gli sta pure un po' largo, perché la seconda parte è davvero da mani nei capelli. Sconsigliato (ai pochi su questa terra che non l'abbiano ancora visto).
Ho aspettato parecchio tempo prima di vedere "Sword Art Online", perché, da come ne avevo sentito parlare, sapevo che non mi sarebbe piaciuto. In verità si è rivelata diversa la faccenda, nel senso che mi ha dato proprio il nervoso in più di un punto della serie, costringendomi in un paio di occasioni a interrompere la visione a metà episodio causa eccessivi nervi a fior di pelle.
"Sword Art Online", abbreviato spesso e volentieri SAO, è la storia di un ragazzo che entra in un videogioco basato sulla realtà virtuale e accessibile tramite un casco speciale collegato alla rete. Nickname del ragazzo: Kirito. Ben presto però i giocatori, dopo poche ore dal lancio del gioco, si accorgono che la funzione di uscita dal mondo virtuale è disabilitata e che quindi sono intrappolati all'interno di esso. Il creatore del gioco, a mo' di deus ex machina, cala sui personaggi spiegando loro che il suo sogno era intrappolare delle persone nella realtà virtuale e sentirsi il dio di un nuovo mondo - suona molto Light Yagami in effetti...
Particolarità del gioco è la seguente: se finisci i punti vita muori per davvero, perché il programma del gioco è studiato in modo tale che, una volta esauriti i PV, il casco col quale sei collegato ti frigge il cervello a suon di radiazioni. Di qui in poi Kirito, dopo una serie di traumi psicologici a inizio gioco, decide di giocare per sé e completare il gioco da solo, finché non incontra Asuna, altra giocatrice, la quale lo convince a collaborare con lei e della quale egli si innamora.
E fin qui non si direbbe una brutta trama, un'idea non originale - ricordiamo le saghe di ".hack//Sign" e l'arco di "Hunter x Hunter" di Greed Island: la costruzione è molto simile - ma che fa la sua figura; aggiungiamoci anche che animazioni e comparto sonoro sono ben studiati e i combattimenti sono resi bene; ci sono tutti i requisiti per un anime discreto. E invece no.
La grossa pecca di SAO è la mancanza di logica che governa la serie; mi spiego meglio, molte cose non hanno un loro perché, una motivazione plausibile. Per esempio, gli episodi pseudo-filler in cui Kirito fa colpo con la giocatrice di turno, il motivo per cui il game master ha creato il gioco e ci ha intrappolato tutti dentro, il motivo per cui Yui ha scelto di stare proprio con Kirito e Asuna - non me la bevo che in due anni di gioco nessuno, e dico nessuno, avesse mai provato un briciolo di felicità -, il motivo per cui Asuna sopravviva nonostante sia stata uccisa nel gioco, il motivo per cui Kirito sopravvive nonostante essere stato ammazzato. Aggiungiamo i classici salvataggi all'ultimo minuto, le frasi ad effetto - e che effetto non fanno -, le musiche 'epicheggianti' che poco c'entrano col contesto in cui vengono adoperate e capiamo perché SAO sia un anime appena sufficiente.
Il fondo viene toccato con la seconda parte, perché, come se non bastassero gli interrogativi senza risposta, SAO ci presenta un tentato stupro, un tentacle rape, fanservice a non finire, Kirito in versione "buonismo e perbenismo dei miei stivali" e tanti, troppi cliché visti e rivisti nei classici e ormai monotoni shonen.
Quindi, cos'è che mi ha fatto innervosire di SAO? Il fatto che, pur partendo da basi buone, riesca a scadere nella banalità e nel cattivo gusto più disarmanti, lasciando un sacco di interrogativi aperti e senza risposta. Il voto è 5, e gli sta pure un po' largo, perché la seconda parte è davvero da mani nei capelli. Sconsigliato (ai pochi su questa terra che non l'abbiano ancora visto).
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online", o abbreviato SAO, è stato ed è tuttora uno degli anime più discussi da parecchio tempo da due "fazioni" di fan, gli amanti e gli hater, entrambi devo dire parecchio esagerati. Iniziata a scrivere nel 2002 da Reki Kawahara in contemporanea con "Accel World", la novel venne pubblicata nel 2009 divenne anime nel 2012.
L'anime è ambientato nel lontano 2022, dove la tecnologia è avanzata tanto da creare un dispositivo per la realtà virtuale e quindi ovviamente un videogame MMORPG per quella console. Il protagonista Kirigaya Kazuto (Kirito nel gioco) è un normale studente/nerd; amante degli RPG, dopo aver provato il beta server del gioco decide di entrare nella versione ufficiale. Ma qualcosa va storto, il pulsante del log-out non si trova e di sana pianta lui insieme a un altro player viene teletrasportato nella città iniziale. Appare quindi il Game Master, a loro e a tutti i player nella città, che rivela di aver tolto il log-out e che alla morte in-game sarebbero morti nella realtà tramite un dispositivo che gli avrebbe fritto letteralmente il cervello.
Basilarmente la trama potrebbe sembrare normale e accettabile, ma ciò che ha lasciato l'amaro in bocca di alcuni che l'hanno visto è stata l'aggiunta del sentimentale e dell'harem. Sinceramente basare tutta la trama sul videogioco sarebbe stata una cosa monotona e noiosa, e quindi accetto di buon gusto la parte sentimentale (e non ditemi che non avete mai visto una coppia in un game online), ma obbiettivamente l'idea dell'harem può essere parecchio eccessiva. A maggior ragione se il protagonista non si accorge di piacere a una singola ragazza se quella non fa dichiarazioni, inviti a cena, abbordaggi... beh, a quel punto pure io comincio a innervosirmi un po', finché non comincia tutta la scenata con Asuna che porterà la trama a una nuova svolta. Dunque la seconda parte: quando finiscono il gioco, Asuna non si sveglia, la ritrovano in un nuovo game e subentra la sorella/cugina di Kirito innamorata di lui (ma dai...). Ho odiato parecchio la seconda parte, non tanto per questa storiella di amore proibito, anzi personalmente preferisco un cambiamento delle regole, ma seriamente sembrava che avesse scritto la storia in cinque minuti. Alla fin fine salva Asuna e tornano tutti sani e salvi.
Personalmente devo dire che in compenso SAO l'ho amato parecchio, la storia è molto avvincente anche se contiene tutta quella roba. Però, pensandoci bene, è difficile da rimuovere l'harem per lasciare un senso alla trama, e certo non ha nulla a che vedere con un videogioco. Però, tralasciando un pochino la seconda parte, per me l'anime è fatto davvero bene. Nient'altro da dire insomma, per capirlo meglio conviene andiate voi stessi a seguirlo.
"Sword Art Online", o abbreviato SAO, è stato ed è tuttora uno degli anime più discussi da parecchio tempo da due "fazioni" di fan, gli amanti e gli hater, entrambi devo dire parecchio esagerati. Iniziata a scrivere nel 2002 da Reki Kawahara in contemporanea con "Accel World", la novel venne pubblicata nel 2009 divenne anime nel 2012.
L'anime è ambientato nel lontano 2022, dove la tecnologia è avanzata tanto da creare un dispositivo per la realtà virtuale e quindi ovviamente un videogame MMORPG per quella console. Il protagonista Kirigaya Kazuto (Kirito nel gioco) è un normale studente/nerd; amante degli RPG, dopo aver provato il beta server del gioco decide di entrare nella versione ufficiale. Ma qualcosa va storto, il pulsante del log-out non si trova e di sana pianta lui insieme a un altro player viene teletrasportato nella città iniziale. Appare quindi il Game Master, a loro e a tutti i player nella città, che rivela di aver tolto il log-out e che alla morte in-game sarebbero morti nella realtà tramite un dispositivo che gli avrebbe fritto letteralmente il cervello.
Basilarmente la trama potrebbe sembrare normale e accettabile, ma ciò che ha lasciato l'amaro in bocca di alcuni che l'hanno visto è stata l'aggiunta del sentimentale e dell'harem. Sinceramente basare tutta la trama sul videogioco sarebbe stata una cosa monotona e noiosa, e quindi accetto di buon gusto la parte sentimentale (e non ditemi che non avete mai visto una coppia in un game online), ma obbiettivamente l'idea dell'harem può essere parecchio eccessiva. A maggior ragione se il protagonista non si accorge di piacere a una singola ragazza se quella non fa dichiarazioni, inviti a cena, abbordaggi... beh, a quel punto pure io comincio a innervosirmi un po', finché non comincia tutta la scenata con Asuna che porterà la trama a una nuova svolta. Dunque la seconda parte: quando finiscono il gioco, Asuna non si sveglia, la ritrovano in un nuovo game e subentra la sorella/cugina di Kirito innamorata di lui (ma dai...). Ho odiato parecchio la seconda parte, non tanto per questa storiella di amore proibito, anzi personalmente preferisco un cambiamento delle regole, ma seriamente sembrava che avesse scritto la storia in cinque minuti. Alla fin fine salva Asuna e tornano tutti sani e salvi.
Personalmente devo dire che in compenso SAO l'ho amato parecchio, la storia è molto avvincente anche se contiene tutta quella roba. Però, pensandoci bene, è difficile da rimuovere l'harem per lasciare un senso alla trama, e certo non ha nulla a che vedere con un videogioco. Però, tralasciando un pochino la seconda parte, per me l'anime è fatto davvero bene. Nient'altro da dire insomma, per capirlo meglio conviene andiate voi stessi a seguirlo.
Attenzione: la recensione contiene pesanti spoiler
Niente da fare, anime e MMORPG evidentemente non vanno d'accordo; dopo il sopravvalutatissimo ".hack//SIGN" ecco un nuovo anime basato su un videogioco online. Poteva essere un'occasione per riscattare questo genere e invece la storia si ripete: ancora una volta abbiamo un'idea di base dal potenziale enorme e una realizzazione pratica scadente, stessi i pregi (grafica, character design, musiche) e stessi i difetti (storia lenta e inconcludente, perdite di tempo a go go). Ma vediamo un po' più da vicino ciò che contraddistingue "Sword Art Online".
Attenzione: questa recensione contiene grossi spoiler, tuttavia consiglio caldamente di leggerli anche a chi non ha mai visto l'anime, anzi soprattutto a chi non l'ha mai visto, in modo da arrivare preparati ai momenti cruciali; in caso contrario il disappunto potrebbe essere tale da portarvi a scagliare lo schermo fuori dalla finestra senza neanche aprirla, come Tommy Wiseau in "The Room".
Partiamo dalle cose positive. Il comparto tecnico è a dir poco eccellente: ambientazioni e fondali sono incantevoli, il character design è piacevole pur non brillando per originalità; le animazioni, specialmente durante le spettacolari scene di combattimento, sono sopraffine, la regia è impeccabile e riesce a rendere abbastanza emozionanti la maggior parte delle scene, per quanto stucchevoli. Molto buone le voci, la prima opening e alcuni temi musicali, specie quelli usati per i combattimenti. L'aspetto MMORPG è assai curato, a differenza di ".hack//SIGN" qui si ha davvero l'impressione di essere in un videogioco: livello dei giocatori, barre di punti vita, finestre di oggetti ed equipaggiamenti, effetti grafici tipici... non manca proprio nulla.
E ora veniamo alla storia. Quest'opera è divisa in due parti: la prima è Aincrad, contrazione di "An Incarnating Radius". Nei primi due episodi si imbastisce quella che dovrebbe essere la trama: il creatore di un videogioco online per motivi ignoti intrappola tutti i giocatori (incluso il protagonista Kirito) all'interno dello stesso, e affinché possano liberarsi questi dovranno riuscire a superare tutti i livelli del gioco e scontrarsi con il boss finale; una premessa notevole! Peccato che tutto questo verrà gettato alle ortiche appena al terzo episodio! Sappiate fin da ora che tutta la prima metà di Aincrad è costituita da puri filler, e se il primo di essi era anche giustificabile per via della sua chiara funzione di character development, lo stesso non si può dire dei successivi, il cui unico e dichiarato scopo è quello di narrare le cronache delle nobili gesta di Kirito, praticamente la definizione stessa del concetto di "Gary-stu" che, grazie alla sua abilità con la spada e alle sue pose da figo, farà sciogliere come neve al sole qualsiasi essere di sesso femminile (e non solo!) gli si pari davanti, fino a crearsi un harem di proporzioni bibliche. Un particolare riguardo merita Asuna, sua indiscussa waifu, uno dei personaggi peggio gestiti che abbia visto: come nella peggior tradizione tsundere, essa passa dall'essere una fredda guerriera ligia al dovere al diventare una tenera romanticona, ma a contraddistinguerla in negativo c'è la repentinità di tale passaggio e il fatto che ciò avvenga appena ai primi episodi... è decisamente desolante vedere un personaggio così serio e determinato trasformarsi di colpo in una dolce mogliettina e casalinga part-time.
Ma non disperate: intorno al decimo episodio uno spettacolare combattimento segnerà la fine di questo tedio insopportabile per lasciare per spazio alla trama vera e propria, così finalmente potremo goderci i meritati momenti di slice-of-life tra Kirito e Asuna... che c'è? Credevate forse che la trama fosse quella esposta sopra? Illusi, quello è solo un pretesto! La vera storia di "Sword Art Online" altro non è che l'amore tra Kirito e Asuna, tutto il resto è contorno! E allora beccatevi 'sti avvincenti episodi di vita quotidiana dei due sposini in una baita in riva al lago...
Ma l'apoteosi del 'trollaggio' si raggiunge nel finale in cui finalmente arriva l'atteso confronto con il mastermind della situazione: "Why are you doing this?" e la risposta non poteva che essere, squillino le trombe, rullino i tamburi... "I forgot a long time ago"! Vi giuro, non sto scherzando, queste sono le parole testuali! E non è finita qui! Una volta ritornato alla vita reale, l'anime ci mostra subito un Kirito smunto e debilitato dal lungo periodo di coma; subito ho pensato: "Ah, però! Non mi aspettavo una simile ventata di realismo in questa barzelletta di anime". Neanche finito a formulare il pensiero, ed ecco Asuna tale e quale a prima! Logico! Fosse stata semplice noncuranza del tipo "che vuoi che sia, è solo un anime" avrei anche potuto tollerare, ma il fatto che appena prima si sia visto Kirito in quello stato, e che nel corso della serie lo stesso faccia addirittura un discorso riguardo allo stato dei loro corpi nel mondo reale, ha tutta l'aria di una presa per il c**o bella e buona.
Ora, a voler essere comprensivi, questa prima metà sarebbe anche vagamente apprezzabile se solo avesse il coraggio di proporsi per quello che realmente è: un harem/slice-of-life/sentimentale ad ambientazione MMORPG. Il fatto che tenti di spacciarsi per una storia complessa densa di misteri e colpi di scena è ciò che più di ogni altra cosa ne decreta il fallimento.
Ma passiamo alla seconda metà dell'anime: ALfheim. Con mio sommo stupore, questa seconda parte non è poi così male come la prima. Per tre motivi: primo, qui non ci sono filler, ma una storia vera e propria che inizia, si sviluppa e finisce; un po' lenta e piena di clichè quanto si vuole, ma almeno c'è. Secondo, è coerente con ciò che si propone: essendo finita una volta per tutte la ridicola farsa di Kayaba Akihiko, non c'è più l'aspettativa di qualcosa di grandioso che non arriverà mai, ciò che verrà offerto è niente di più niente di meno ciò che ci si aspetta. Terzo: riprende e dà un senso ad alcune sottotrame apparentemente inutili della prima metà (es.: la "figlia" di Kirito e Asuna).
Durante la visione mi stavo seriamente appassionando (credo più per confronto con la metà precedente), ma evidentemente ad un certo punto gli autori si saranno detti: "Ehi, ragazzi, qui se non facciamo qualcosa alla svelta c'è il rischio che esca fuori qualcosa di buono! Dobbiamo rimediare finché siamo in tempo!", e infatti... sdeng! A pochi episodi dal finale ecco quella che può essere considerata la più grande presa per il c**o della storia dell'animazione, tenetevi forte: l'amata sorellina/cuginetta (che nel frattempo si è aggiunta all'ormai sterminato harem del protagonista) "scopre" che il personaggio con cui ha trascorso ore e ore di gioco, con lo stesso nome del precedente personaggio del suo onii-chan, lo stesso aspetto fisico del suo onii-chan, la stessa abilità con la spada del suo onii-chan e lo stesso obiettivo del suo onii-chan, altri non è che... il suo onii-chan! Ma aspettate ad arabbiarvi! L'aspetto più ridicolo della situazione è che soltanto ora la sceneggiatura ci fa capire che lei ne fosse all'oscuro, perché fino ad allora si dava ad intendere che lo avesse già capito da un pezzo, ergo noi poveri spettatori siamo stati presi per i fondelli per ben mezza serie! (inserire qui video di Richard Benson che sclera)
E, per concludere in bellezza, una bella spolveratina di scene fanservice che, tra tentacoli e 'slinguazzamenti' vari, sembrano uscite direttamente da un hentai.
Riassumendo, "Sword Art Online" è l'anime-troll per eccellenza, una tortura psicologica studiata con precisione scientifica, un geniale quanto diabolico ciclo di "creazione di aspettative → distruzione delle suddette → svariate ore di noia" ripetuto più e più volte, che può essere affrontato a mente serena solo con una precisa consapevolezza di ciò che vi attende.
Voto alle singole parti: Aincrad 5, ALfheim 6.
Voto finale: 5,5
E ora andiamo a guardarci "Log Horizon"... qualcuno riuscirà finalmente a fare un MMORPG-anime come si deve?
Niente da fare, anime e MMORPG evidentemente non vanno d'accordo; dopo il sopravvalutatissimo ".hack//SIGN" ecco un nuovo anime basato su un videogioco online. Poteva essere un'occasione per riscattare questo genere e invece la storia si ripete: ancora una volta abbiamo un'idea di base dal potenziale enorme e una realizzazione pratica scadente, stessi i pregi (grafica, character design, musiche) e stessi i difetti (storia lenta e inconcludente, perdite di tempo a go go). Ma vediamo un po' più da vicino ciò che contraddistingue "Sword Art Online".
Attenzione: questa recensione contiene grossi spoiler, tuttavia consiglio caldamente di leggerli anche a chi non ha mai visto l'anime, anzi soprattutto a chi non l'ha mai visto, in modo da arrivare preparati ai momenti cruciali; in caso contrario il disappunto potrebbe essere tale da portarvi a scagliare lo schermo fuori dalla finestra senza neanche aprirla, come Tommy Wiseau in "The Room".
Partiamo dalle cose positive. Il comparto tecnico è a dir poco eccellente: ambientazioni e fondali sono incantevoli, il character design è piacevole pur non brillando per originalità; le animazioni, specialmente durante le spettacolari scene di combattimento, sono sopraffine, la regia è impeccabile e riesce a rendere abbastanza emozionanti la maggior parte delle scene, per quanto stucchevoli. Molto buone le voci, la prima opening e alcuni temi musicali, specie quelli usati per i combattimenti. L'aspetto MMORPG è assai curato, a differenza di ".hack//SIGN" qui si ha davvero l'impressione di essere in un videogioco: livello dei giocatori, barre di punti vita, finestre di oggetti ed equipaggiamenti, effetti grafici tipici... non manca proprio nulla.
E ora veniamo alla storia. Quest'opera è divisa in due parti: la prima è Aincrad, contrazione di "An Incarnating Radius". Nei primi due episodi si imbastisce quella che dovrebbe essere la trama: il creatore di un videogioco online per motivi ignoti intrappola tutti i giocatori (incluso il protagonista Kirito) all'interno dello stesso, e affinché possano liberarsi questi dovranno riuscire a superare tutti i livelli del gioco e scontrarsi con il boss finale; una premessa notevole! Peccato che tutto questo verrà gettato alle ortiche appena al terzo episodio! Sappiate fin da ora che tutta la prima metà di Aincrad è costituita da puri filler, e se il primo di essi era anche giustificabile per via della sua chiara funzione di character development, lo stesso non si può dire dei successivi, il cui unico e dichiarato scopo è quello di narrare le cronache delle nobili gesta di Kirito, praticamente la definizione stessa del concetto di "Gary-stu" che, grazie alla sua abilità con la spada e alle sue pose da figo, farà sciogliere come neve al sole qualsiasi essere di sesso femminile (e non solo!) gli si pari davanti, fino a crearsi un harem di proporzioni bibliche. Un particolare riguardo merita Asuna, sua indiscussa waifu, uno dei personaggi peggio gestiti che abbia visto: come nella peggior tradizione tsundere, essa passa dall'essere una fredda guerriera ligia al dovere al diventare una tenera romanticona, ma a contraddistinguerla in negativo c'è la repentinità di tale passaggio e il fatto che ciò avvenga appena ai primi episodi... è decisamente desolante vedere un personaggio così serio e determinato trasformarsi di colpo in una dolce mogliettina e casalinga part-time.
Ma non disperate: intorno al decimo episodio uno spettacolare combattimento segnerà la fine di questo tedio insopportabile per lasciare per spazio alla trama vera e propria, così finalmente potremo goderci i meritati momenti di slice-of-life tra Kirito e Asuna... che c'è? Credevate forse che la trama fosse quella esposta sopra? Illusi, quello è solo un pretesto! La vera storia di "Sword Art Online" altro non è che l'amore tra Kirito e Asuna, tutto il resto è contorno! E allora beccatevi 'sti avvincenti episodi di vita quotidiana dei due sposini in una baita in riva al lago...
Ma l'apoteosi del 'trollaggio' si raggiunge nel finale in cui finalmente arriva l'atteso confronto con il mastermind della situazione: "Why are you doing this?" e la risposta non poteva che essere, squillino le trombe, rullino i tamburi... "I forgot a long time ago"! Vi giuro, non sto scherzando, queste sono le parole testuali! E non è finita qui! Una volta ritornato alla vita reale, l'anime ci mostra subito un Kirito smunto e debilitato dal lungo periodo di coma; subito ho pensato: "Ah, però! Non mi aspettavo una simile ventata di realismo in questa barzelletta di anime". Neanche finito a formulare il pensiero, ed ecco Asuna tale e quale a prima! Logico! Fosse stata semplice noncuranza del tipo "che vuoi che sia, è solo un anime" avrei anche potuto tollerare, ma il fatto che appena prima si sia visto Kirito in quello stato, e che nel corso della serie lo stesso faccia addirittura un discorso riguardo allo stato dei loro corpi nel mondo reale, ha tutta l'aria di una presa per il c**o bella e buona.
Ora, a voler essere comprensivi, questa prima metà sarebbe anche vagamente apprezzabile se solo avesse il coraggio di proporsi per quello che realmente è: un harem/slice-of-life/sentimentale ad ambientazione MMORPG. Il fatto che tenti di spacciarsi per una storia complessa densa di misteri e colpi di scena è ciò che più di ogni altra cosa ne decreta il fallimento.
Ma passiamo alla seconda metà dell'anime: ALfheim. Con mio sommo stupore, questa seconda parte non è poi così male come la prima. Per tre motivi: primo, qui non ci sono filler, ma una storia vera e propria che inizia, si sviluppa e finisce; un po' lenta e piena di clichè quanto si vuole, ma almeno c'è. Secondo, è coerente con ciò che si propone: essendo finita una volta per tutte la ridicola farsa di Kayaba Akihiko, non c'è più l'aspettativa di qualcosa di grandioso che non arriverà mai, ciò che verrà offerto è niente di più niente di meno ciò che ci si aspetta. Terzo: riprende e dà un senso ad alcune sottotrame apparentemente inutili della prima metà (es.: la "figlia" di Kirito e Asuna).
Durante la visione mi stavo seriamente appassionando (credo più per confronto con la metà precedente), ma evidentemente ad un certo punto gli autori si saranno detti: "Ehi, ragazzi, qui se non facciamo qualcosa alla svelta c'è il rischio che esca fuori qualcosa di buono! Dobbiamo rimediare finché siamo in tempo!", e infatti... sdeng! A pochi episodi dal finale ecco quella che può essere considerata la più grande presa per il c**o della storia dell'animazione, tenetevi forte: l'amata sorellina/cuginetta (che nel frattempo si è aggiunta all'ormai sterminato harem del protagonista) "scopre" che il personaggio con cui ha trascorso ore e ore di gioco, con lo stesso nome del precedente personaggio del suo onii-chan, lo stesso aspetto fisico del suo onii-chan, la stessa abilità con la spada del suo onii-chan e lo stesso obiettivo del suo onii-chan, altri non è che... il suo onii-chan! Ma aspettate ad arabbiarvi! L'aspetto più ridicolo della situazione è che soltanto ora la sceneggiatura ci fa capire che lei ne fosse all'oscuro, perché fino ad allora si dava ad intendere che lo avesse già capito da un pezzo, ergo noi poveri spettatori siamo stati presi per i fondelli per ben mezza serie! (inserire qui video di Richard Benson che sclera)
E, per concludere in bellezza, una bella spolveratina di scene fanservice che, tra tentacoli e 'slinguazzamenti' vari, sembrano uscite direttamente da un hentai.
Riassumendo, "Sword Art Online" è l'anime-troll per eccellenza, una tortura psicologica studiata con precisione scientifica, un geniale quanto diabolico ciclo di "creazione di aspettative → distruzione delle suddette → svariate ore di noia" ripetuto più e più volte, che può essere affrontato a mente serena solo con una precisa consapevolezza di ciò che vi attende.
Voto alle singole parti: Aincrad 5, ALfheim 6.
Voto finale: 5,5
E ora andiamo a guardarci "Log Horizon"... qualcuno riuscirà finalmente a fare un MMORPG-anime come si deve?
"Sword Art Online": emozioni, combattimenti e videogiochi... cosa volete di più?
"Sword Art Online" è un anime tratto dall'omonima serie di light novel, composto da venticinque episodi.
L'incipit, come tutta la trama, è carino ed entusiasmante (è difficile riuscire a staccare, finché non si arriva alla puntata 25), anche se poco originale, già vista, almeno in parte in alcuni film. Purtroppo, proprio come in altri anime, la trama perde il suo significato alla fine del primo arco temporale; infatti, i successivi, servono solo ad "allungare il brodo".
I personaggi sono molto ben caratterizzati, anche se un po' tutti uguali. Mi spiego: Kirito (il protagonista) è praticamente un latin-lover, ogni ragazza che conosce lo ama. Sì! Ogni ragazza che lui incontra gli confessa di amarlo, ma Kirito rifiuta ogni volta (il motivo è uno spolier, quindi non lo scrivo), e questo potrebbe sembrare un po' ripetitivo, ma, in fondo, i giapponesi sono un po' "strani"...
Ogni episodio, maggiormente quelli "chiave", come ad esempio il numero 1, 14, 24, 25, sono carichi di emozioni, facilmente trasmesse, anche attraverso la bellissima colonna sonora, molto ben bilanciata in ogni momento dell'anime.
Altro argomento interessante sono le ambientazioni, soprattutto nella prima saga, quella di Sword Art Online, più che nella seconda; queste ambientazioni, sono molto colorate e allegre quando serve, soprattutto nelle scene più romantiche, mentre cupe e "avventurose" nelle scene più dedite al combattimento.
Questa era la mia piccola e personale recensione su "Sword Art Online": gli do un bell'8 dalle cose che avete potuto leggere sopra. L'anime, chiaramente, ha molti errori, alcuni anche di storyline, che non vi elenco soprattutto perché sono spoiler; però, anche se ci sono questi errori, l'anime merita questo mio voto per quello che è riuscito a trasmettermi.
"Sword Art Online" è un anime tratto dall'omonima serie di light novel, composto da venticinque episodi.
L'incipit, come tutta la trama, è carino ed entusiasmante (è difficile riuscire a staccare, finché non si arriva alla puntata 25), anche se poco originale, già vista, almeno in parte in alcuni film. Purtroppo, proprio come in altri anime, la trama perde il suo significato alla fine del primo arco temporale; infatti, i successivi, servono solo ad "allungare il brodo".
I personaggi sono molto ben caratterizzati, anche se un po' tutti uguali. Mi spiego: Kirito (il protagonista) è praticamente un latin-lover, ogni ragazza che conosce lo ama. Sì! Ogni ragazza che lui incontra gli confessa di amarlo, ma Kirito rifiuta ogni volta (il motivo è uno spolier, quindi non lo scrivo), e questo potrebbe sembrare un po' ripetitivo, ma, in fondo, i giapponesi sono un po' "strani"...
Ogni episodio, maggiormente quelli "chiave", come ad esempio il numero 1, 14, 24, 25, sono carichi di emozioni, facilmente trasmesse, anche attraverso la bellissima colonna sonora, molto ben bilanciata in ogni momento dell'anime.
Altro argomento interessante sono le ambientazioni, soprattutto nella prima saga, quella di Sword Art Online, più che nella seconda; queste ambientazioni, sono molto colorate e allegre quando serve, soprattutto nelle scene più romantiche, mentre cupe e "avventurose" nelle scene più dedite al combattimento.
Questa era la mia piccola e personale recensione su "Sword Art Online": gli do un bell'8 dalle cose che avete potuto leggere sopra. L'anime, chiaramente, ha molti errori, alcuni anche di storyline, che non vi elenco soprattutto perché sono spoiler; però, anche se ci sono questi errori, l'anime merita questo mio voto per quello che è riuscito a trasmettermi.
Se devo essere sincero, sono shockato dalla valutazione media attribuita a questo anime: sinceramente lo trovo un capolavoro.
Parto col dire che l'idea di fondo è originale nella sua normalità, ma non fa altro che renderlo ancor più avvincente. L'opera è ricca di tutto: azione, adrenalina, drammaticità, simpatica, sentimento e fantasia; i personaggi sono ben caratterizzati e più che adatti ai ruoli che interpretano, e nei contesti nei quali sono inseriti, così come i loro obiettivi e traguardi da raggiungere; le ambientazioni sono favolose e l'opera scorre liscia da inizio a fine senza stufare mai o cadere in qualche momento morto; il bilanciamento tra sentimenti e adrenalina è ottimale, la componente psicologica degli stati d'animo dei personaggi è ben riuscita senza sfociare mai nella banalità, ovviamente nel contesto di un anime fantasy d'avventura. Viene spesso contestato a quest'opera di non avere un filo logico, la storia d'amore dei protagonisti appare a volte primaria a volte secondaria, il tempo e l'evoluzione dei personaggi è troppo frammentata, ecc. A mio avviso la riuscita sta proprio in questo: vero è che dedicare un po' più di tempo all'avventura vera e propria non mi avrebbe certo disgustato, tutt'altro, ma sarebbe potuto diventare un'odissea se avessero dovuto seguire dettagliatamente tutto l'iter seguito dal protagonista, e a quel punto sarebbe diventata forse improponibile per la staticità e la ripetitività.
Ad ogni modo la trama è di per sé intrigante e non banale: 10000 giocatori appena entrati in un gioco fantasy a immersione totale vengono intrappolati dentro lo stesso dal creatore di questo: impossibile scollegarli se non a costo della vita stessa del giocatore nella realtà, il game over virtuale corrisponde parimenti a quello nella vita reale e, stando alle regole di un normale GDR, tutto è permesso. Personaggio principale è un adolescente di nome Kazuto, Kirito nel gioco, grande estimatore del creatore del gioco, nonché beta-tester della versione di prova e della revisione; benché non abbia assolutamente un animo da condottiero, al contrario è un misantropo quasi sociopatico, attira estremamente per le sue caratteristiche diventando un guerriero solitario al di fuori di qualunque schema o ragione sociale. Ad accompagnarlo un gruppo essenziale numericamente, ma complementare, di personaggi di varia natura, benché non siano mai dei veri compagni, eccezion fatta per la bella Asuna, espansiva, determinata ed estremamente combattiva.
Come già detto, adoro quest'anime e lo trovo davvero un capolavoro da non perdere, soprattutto per i risvolti alquanto inaspettati.
Parto col dire che l'idea di fondo è originale nella sua normalità, ma non fa altro che renderlo ancor più avvincente. L'opera è ricca di tutto: azione, adrenalina, drammaticità, simpatica, sentimento e fantasia; i personaggi sono ben caratterizzati e più che adatti ai ruoli che interpretano, e nei contesti nei quali sono inseriti, così come i loro obiettivi e traguardi da raggiungere; le ambientazioni sono favolose e l'opera scorre liscia da inizio a fine senza stufare mai o cadere in qualche momento morto; il bilanciamento tra sentimenti e adrenalina è ottimale, la componente psicologica degli stati d'animo dei personaggi è ben riuscita senza sfociare mai nella banalità, ovviamente nel contesto di un anime fantasy d'avventura. Viene spesso contestato a quest'opera di non avere un filo logico, la storia d'amore dei protagonisti appare a volte primaria a volte secondaria, il tempo e l'evoluzione dei personaggi è troppo frammentata, ecc. A mio avviso la riuscita sta proprio in questo: vero è che dedicare un po' più di tempo all'avventura vera e propria non mi avrebbe certo disgustato, tutt'altro, ma sarebbe potuto diventare un'odissea se avessero dovuto seguire dettagliatamente tutto l'iter seguito dal protagonista, e a quel punto sarebbe diventata forse improponibile per la staticità e la ripetitività.
Ad ogni modo la trama è di per sé intrigante e non banale: 10000 giocatori appena entrati in un gioco fantasy a immersione totale vengono intrappolati dentro lo stesso dal creatore di questo: impossibile scollegarli se non a costo della vita stessa del giocatore nella realtà, il game over virtuale corrisponde parimenti a quello nella vita reale e, stando alle regole di un normale GDR, tutto è permesso. Personaggio principale è un adolescente di nome Kazuto, Kirito nel gioco, grande estimatore del creatore del gioco, nonché beta-tester della versione di prova e della revisione; benché non abbia assolutamente un animo da condottiero, al contrario è un misantropo quasi sociopatico, attira estremamente per le sue caratteristiche diventando un guerriero solitario al di fuori di qualunque schema o ragione sociale. Ad accompagnarlo un gruppo essenziale numericamente, ma complementare, di personaggi di varia natura, benché non siano mai dei veri compagni, eccezion fatta per la bella Asuna, espansiva, determinata ed estremamente combattiva.
Come già detto, adoro quest'anime e lo trovo davvero un capolavoro da non perdere, soprattutto per i risvolti alquanto inaspettati.
"Sword Art Online", abbreviato SAO, è un anime ispirato a una serie di light novel di Reki Kawahara.
La trama dell'anime è piuttosto semplice: ci troviamo in un futuro prossimo in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante, tanto da consentire di giocare ai videogame in prima persona, indossando un particolare casco elettromagnetico chiamato Nerve Gear. Tra i videogiocatori c'è molta attesa per l'uscita di un videogioco online, un MMORPG chiamato appunto Sword Art Online, del quale, inizialmente, saranno distribuite soltanto diecimila copie. Il protagonista della vicenda è un ragazzo di nome Kazuto Kirigaya, il quale ha già provato il gioco riuscendo a farsi scegliere come beta tester e, al lancio del gioco, si connette subito per partecipare all'evento. Dopo alcune ore di sessione, però, i videogiocatori hanno una brutta sorpresa: tra le opzioni non c'è quella per il logout. I giocatori, così, vengono a scoprire che sono rimasti intrappolati nel videogioco e che non hanno altro modo per uscirne, se non completare il gioco stesso. Il vero problema, però, è che se moriranno nel gioco, perderanno la vita anche nel mondo reale.
Partendo da questa semplice idea, neanche troppo originale, a dire il vero, la trama si sviluppa in due stagioni, seguendo le vicende del protagonista, che nel gioco si farà chiamare Kirito, e delle persone che gli si accosteranno, su tutte Asuna, una ragazza con la quale avrà subito una forte intesa e le cui sorti muoveranno interamente la seconda stagione.
Per valutare a dovere l'opera bisogna anzitutto fare una distinzione tra le due stagioni.
Per quanto riguarda la prima, questa parte piuttosto bene, con la prima puntata ben realizzata e subito accattivante, un universo ben congegnato e graficamente ben reso, e dei personaggi che, pur seguendo i canoni classici degli anime (protagonista solitario e tenebroso e cose simili), riesce comunque a catturare l'attenzione. Dalla seconda puntata in poi, però, l'anime si perde in una serie di vicende fini a sé stesse, introducendo personaggi più o meno riusciti senza nessuna connessione con la trama e facendo continuamente balzi temporali anche piuttosto ampi, lasciando così lo spettatore con una sensazione di vuoto e di estraneità rispetto all'ambientazione. Per la metà degli episodi, quasi ci si dimentica che lo scopo dei giocatori è quello di finire il gioco e ritornare nel mondo reale, e se da un lato può avere senso, in quanto alcuni preferiscono vivere serenamente nel mondo virtuale, anziché perdere la vita cercando di andarsene, ciò non è comunque accettabile nella storia di un protagonista che ripete continuamente come il suo obiettivo sia sempre e soltanto uscire da lì. Anche per quanto riguarda i combattimenti, davvero pochi, a dirla tutta, spesso questi sono abbastanza insoddisfacenti, brevi e quasi mai epici, soprattutto il combattimento finale, sul quale inficia notevolmente anche la presenza di scelte illogiche e insensate che, purtroppo, sono presenti anche in altri punti della serie. Se l'anime fosse terminato con la prima serie, il voto sarebbe stato ampiamente insufficiente e se ne sarebbe potuta salvare solo l'ambientazione, davvero ben realizzata.
Nella seconda parte, invece, le cose s'invertono drasticamente. Se l'ambientazione, infatti, è davvero poco ispirata e piuttosto banale, con un semplice mondo online che segue gli stereotipi fantasy del genere, la trama, pur con le sue sempre presenti assurdità e banalità, acquista un po' di tono, passando dalla mera episodicità della prima a un continuum che invoglia lo spettatore a guardare anche l'episodio successivo. Il grande difetto di questa parte, però, è la scarsa ispirazione dei nuovi personaggi che vengono inseriti, su tutti la sorella di Kirito (che in realtà è la cugina) e il nemico di turno, tale Sugou. Senza entrare nei dettagli per evitare spoiler, questi sono resi in maniera a dir poco banale, con la prima in un turbine di sensazioni incestuose al limite del ridicolo e il secondo con dei livelli di depravazione davvero assurdi (alcune scene degli ultimi episodi sono davvero di pessimo gusto).
Per quanto riguarda il comparto tecnico e la colonna sonora, entrambi sono di buon livello, con immagini e paesaggi ben realizzati, un buon doppiaggio originale e ottime musiche coinvolgenti e ben scelte.
In sostanza, l'anime aveva un buonissimo potenziale, una buona ambientazione e un'idea che, seppur non originalissima, poteva attrarre molti spettatori, ma il pessimo sviluppo della trama e l'inserimento di troppe storie autoconclusive fini a sé stesse (inaccettabili in una serie comunque non molto lunga come questa) ha impedito a questo anime di spiccare.
Per questo motivo ho deciso di dare un voto ai limiti della sufficienza, e non mi sento di consigliare questo anime, se non a chi abbia voglia di vedere una sorta di slice of life/sentimentale ambientato in un videogame.
La trama dell'anime è piuttosto semplice: ci troviamo in un futuro prossimo in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante, tanto da consentire di giocare ai videogame in prima persona, indossando un particolare casco elettromagnetico chiamato Nerve Gear. Tra i videogiocatori c'è molta attesa per l'uscita di un videogioco online, un MMORPG chiamato appunto Sword Art Online, del quale, inizialmente, saranno distribuite soltanto diecimila copie. Il protagonista della vicenda è un ragazzo di nome Kazuto Kirigaya, il quale ha già provato il gioco riuscendo a farsi scegliere come beta tester e, al lancio del gioco, si connette subito per partecipare all'evento. Dopo alcune ore di sessione, però, i videogiocatori hanno una brutta sorpresa: tra le opzioni non c'è quella per il logout. I giocatori, così, vengono a scoprire che sono rimasti intrappolati nel videogioco e che non hanno altro modo per uscirne, se non completare il gioco stesso. Il vero problema, però, è che se moriranno nel gioco, perderanno la vita anche nel mondo reale.
Partendo da questa semplice idea, neanche troppo originale, a dire il vero, la trama si sviluppa in due stagioni, seguendo le vicende del protagonista, che nel gioco si farà chiamare Kirito, e delle persone che gli si accosteranno, su tutte Asuna, una ragazza con la quale avrà subito una forte intesa e le cui sorti muoveranno interamente la seconda stagione.
Per valutare a dovere l'opera bisogna anzitutto fare una distinzione tra le due stagioni.
Per quanto riguarda la prima, questa parte piuttosto bene, con la prima puntata ben realizzata e subito accattivante, un universo ben congegnato e graficamente ben reso, e dei personaggi che, pur seguendo i canoni classici degli anime (protagonista solitario e tenebroso e cose simili), riesce comunque a catturare l'attenzione. Dalla seconda puntata in poi, però, l'anime si perde in una serie di vicende fini a sé stesse, introducendo personaggi più o meno riusciti senza nessuna connessione con la trama e facendo continuamente balzi temporali anche piuttosto ampi, lasciando così lo spettatore con una sensazione di vuoto e di estraneità rispetto all'ambientazione. Per la metà degli episodi, quasi ci si dimentica che lo scopo dei giocatori è quello di finire il gioco e ritornare nel mondo reale, e se da un lato può avere senso, in quanto alcuni preferiscono vivere serenamente nel mondo virtuale, anziché perdere la vita cercando di andarsene, ciò non è comunque accettabile nella storia di un protagonista che ripete continuamente come il suo obiettivo sia sempre e soltanto uscire da lì. Anche per quanto riguarda i combattimenti, davvero pochi, a dirla tutta, spesso questi sono abbastanza insoddisfacenti, brevi e quasi mai epici, soprattutto il combattimento finale, sul quale inficia notevolmente anche la presenza di scelte illogiche e insensate che, purtroppo, sono presenti anche in altri punti della serie. Se l'anime fosse terminato con la prima serie, il voto sarebbe stato ampiamente insufficiente e se ne sarebbe potuta salvare solo l'ambientazione, davvero ben realizzata.
Nella seconda parte, invece, le cose s'invertono drasticamente. Se l'ambientazione, infatti, è davvero poco ispirata e piuttosto banale, con un semplice mondo online che segue gli stereotipi fantasy del genere, la trama, pur con le sue sempre presenti assurdità e banalità, acquista un po' di tono, passando dalla mera episodicità della prima a un continuum che invoglia lo spettatore a guardare anche l'episodio successivo. Il grande difetto di questa parte, però, è la scarsa ispirazione dei nuovi personaggi che vengono inseriti, su tutti la sorella di Kirito (che in realtà è la cugina) e il nemico di turno, tale Sugou. Senza entrare nei dettagli per evitare spoiler, questi sono resi in maniera a dir poco banale, con la prima in un turbine di sensazioni incestuose al limite del ridicolo e il secondo con dei livelli di depravazione davvero assurdi (alcune scene degli ultimi episodi sono davvero di pessimo gusto).
Per quanto riguarda il comparto tecnico e la colonna sonora, entrambi sono di buon livello, con immagini e paesaggi ben realizzati, un buon doppiaggio originale e ottime musiche coinvolgenti e ben scelte.
In sostanza, l'anime aveva un buonissimo potenziale, una buona ambientazione e un'idea che, seppur non originalissima, poteva attrarre molti spettatori, ma il pessimo sviluppo della trama e l'inserimento di troppe storie autoconclusive fini a sé stesse (inaccettabili in una serie comunque non molto lunga come questa) ha impedito a questo anime di spiccare.
Per questo motivo ho deciso di dare un voto ai limiti della sufficienza, e non mi sento di consigliare questo anime, se non a chi abbia voglia di vedere una sorta di slice of life/sentimentale ambientato in un videogame.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Sono stata avvicinata da alcuni amici alla visione di quest'anime, "Sword Art Online", per i numerosi(ssimi) commenti positivi e per i picchi epici che (secondo loro) la serie riusciva a raggiungere. Ammetto che, data la trama, se non originale, perlomeno interessante, e anche grazie a un'opening molto piacevole e delle animazioni sicuramente accattivanti, mi potevo certamente dire emozionata. Ma la delusione fu tanta. Anzi, dire "tanta" è assolutamente riduttivo!
I pregi, in quest'opera, risiedono certamente nella grafica e nel comparto sonoro. Molti pensano che la A1 abbia, con il suo adattamento, rovinando la novel, ma, secondo me, ha fatto un lavoro egregio. Non si può non rimanere affascinati da una grafica di tale portata, e le opening sono davvero azzeccate. E tutto ciò lascerebbe pensare che l'anime, di conseguenza, sia straordinario; ma non è così. Non è minimamente così.
La trama è stata già ampiamente spiegata dai miei predecessori, ma rinfrescare la memoria certo non fa male. Ci ritroviamo in un futuro non troppo lontano, dove la tecnologia ha permesso ai videogiochi di sperimentare nuove modalità di intrattenimento. SAO (acronimo di Sword Art Online) è un MMORPG, un mondo fantasy medievale fatto di incantevoli paesaggi e una grafica mozzafiato, nel quale il giocatore, tramite un casco, si può immergere, entrando in una realtà realistica in contrapposizione con il mondo reale. Il creatore di questo gioco è Kayaba Akihiko, il quale ha messo a disposizione solo 10.000 copie, che vengono vendute nel corso di pochissimo tempo. Allo stesso tempo, Kazuto Kirigaya, un adolescente otaku amante dei videogiochi, nonché beater, si infila a sua volta il casco ed entra in SAO, con il nome di "Kirito". Tutto procede al meglio e nulla sembra andare storto, fino a quando non arriva sera e i giocatori, Kirito compreso, si accorgono che il tasto log out è scomparso. Tutti i giocatori vengono quindi teletrasportati nella piazza principale e Kayaba li informa che potranno uscire dal gioco solo nel momento in cui questo verrà portato a termine, ossia quando non verrà raggiunto anche il centesimo piano e verrà sconfitto il boss finale. Inoltre, chiunque si toglierà il casco o morirà in-game, perderà la vita anche nel mondo reale.
Fin qui, né macchia né gloria. Nulla di particolarmente originale, ma che sa interessare: vuoi vedere come va a finire, in poche parole. La grafica è strabiliante, dunque la visione - per quanto riguarda i primi episodi - è praticamente inevitabile. Se vedi il primo ti vedi anche il secondo. Inoltre, il clima di pressione e di paura è molto interessante.
Dov'è il problema? Tutto il resto. E' pura immondizia, commerciale a livelli straordinari e più banale del seicentesimo episodio di "One Piece". Scrivendo questa recensione, escludendo grafica e audio, non faccio altro che rovistare in una pattumiera.
Il primo arco narrativo, SAO, è molto veloce. Ci sono una marea di avvenimenti in poco tempo e dei salti temporali a dir poco allucinanti. Si passa dal restare un mese al primo piano a causa del boss incredibilmente forte all'arrivare al ventesimo piano nella puntata dopo. Ma, nonostante tanti eventi in così pochi episodi, quegli intelligentoni cosa fanno? Dei filler, naturalmente! Stupidi, inutili e orripilanti filler, che, vederli o non vederli, poco cambia. Anzi, nulla. Scontati e banali.
Al di là della psicologia dei personaggi (che merita una sezione a parte, se me lo permettete), cosa //censura// serve mettere degli episodi in cui inserire una schifezza spacciata per slice of life in cui Kirito e Asuna (l'eroina della serie, follemente innamorata - e corrisposta - di Kirito) vanno a vivere in una baita (?) sulle rive di un lago? Cosa serve metà episodio per una scena di pesca? Cosa serve il fanservice propinato qua e là per rendere più eccitanti gli avvenimenti di per sé noiosi a livelli inverosimili? A nulla. Assolutamente a nulla.
In pratica: Kirito e Asuna sono intrappolati nel gioco. Se muoiono lì dentro, muoiono pure là fuori e i loro corpi potrebbero cedere da un momento all'altro. Che cosa farebbe una persona normale? O darebbe sé stesso al fine di finire il gioco, oppure andrebbe in preda alla disperazione e deciderebbe di finire la sua vita seduta stante. Cosa fa Kirito? Va in vacanza con la ragazza e una bambina trovata nel bosco. Il che è tutto molto sensato e verosimile.
Per condire la prima parte di SAO ci sono numerose storielle di personaggi secondari, che non servono a nulla se non cercare di far sorridere o di far piangere. Io ho pianto, ma certo non per la tristezza.
Per terminare il primo arco narrativo, c'è uno strabiliante e assolutamente geniale colpo di scena! Si viene a scoprire che il creatore del gioco non è altri che un giocatore all'interno di SAO! Kirito è subito pronto ad affrontarlo e riesce giustamente a batterlo, salvando di conseguenza sé stesso e le migliaia di persone intrappolate nel gioco, che sono sopravvissute all'interno di SAO per così tanto tempo. Kirito si risveglia nella vita reale - dell'aspetto medico del suo risveglio è bene parlarne in seguito - e, senza dire né sì né ma, cerca la sua amata. Trovata, scopre che non è si è ancora svegliata, ma in compenso viene a conoscenza di un suo imminente matrimonio. Ha sedici anni, è in coma, ma si sta per sposare. E' mai possibile una cosa del genere? Quale padre sano di mente permetterebbe tutto ciò? Quale uomo sano di mente sposerebbe una minorenne in coma? Inutile dire che, se mi pongo tutt'oggi queste domande, di soluzioni non ve n'è l'ombra. Kirito viene quindi a scoprire che Asuna è intrappolata in un altro gioco, ALfheim Online, nato dalle rovine di SAO e anch'esso fantasy. Senza troppi problemi, Kirito entra nel nuovo mondo - noncurante delle sue esperienze vissute in SAO - e va alla ricerca dell'amata. Allo stesso tempo, fa la conoscenza di Lyfa. Questa è in realtà la cugina, anche se nessuno dei due lo sa, e - inaspettatamente! - questa si innamora di Kirito. Inutile dire quanto questo scenario incestuoso sia patetico, ma non importa. Dopo molte ricerche, riescono finalmente a capire dov'è rinchiusa Asuna e, tra incontri "mozzafiato", lumaconi pervertiti, tentacoli, fanservice a go-go e un cattivone finale peggio di Akihiko, i due amanti riescono finalmente a tornare a casa.
Se non s'è capito, tutto ciò è incredibilmente patetico. Spazzatura. Vomito di neonato.
Partiamo dai personaggi, così vedrò di spiegare meglio tutto ciò.
Kirito/Kirigaya Kazuto. Un otaku adolescente e amante dei videogiochi; ha un aspetto carino e coccoloso, "stuprabile", come ho letto nei fandom più ritardati, dal carattere gentile, premuroso, socievole, amichevole, solare, simpatico, un ragazzo per bene e privo di ogni difetto. Un personaggio d'oro! Tutte le ragazze (bambine, cugine, sorelle, amiche, proprio tutte!) si innamorano di lui. Senza nemmeno conoscerlo. Il che è esattamente ciò che sognerebbe il tipico otaku giapponese, dunque non mi meraviglio che tale personaggio sia tanto amato. Personalmente, trovare un personaggio peggiore di lui è davvero dura. Un ragazzo perfettamente inverosimile, creato per far crescere l'invidia/ammirazione da parte degli otaku e far sciogliere le ragazzine; privo di una qualche caratterizzazione. Tale era e tale è rimasto, non è cresciuto dopo le migliaia di avventure e ripete sempre gli stessi errori. Una cosa che mi ha fatto davvero ridere è quando Asuna crede che lui voglia fare sesso e lui, vedendola spogliarsi, con aria tanto innocente quanto 'cucciolosa', le dice che voleva soltanto dormire accoccolato con lei. Tenero. Se non ho vomitato è perché lo avevo già fatto prima e forse nel mio stomaco non era rimasto più nulla.
Asuna/Yuuki Asuna. Una valorosa e impetuosa combattente che rischia la vita per uscire da SAO; senza nemmeno farlo apposta, s'innamora di Kirito in meno di una puntata e questo sentimento, nato perché doveva nascere, senza una ragione precisa, viene portato avanti per tutta la serie, tanto da essere talmente odioso e irritante da poter essere paragonato a una zanzara che compare puntualmente nei momenti in cui non serve o in cui non è richiesta. Inoltre, Asuna, oltre ad essere il feticcio degli otaku a cui è indirizzata la serie, oltre ad essere 'sexissima' (?) e dalle poppe molto verosimili per una ragazzina, non ha carattere. Insomma, ogni tanto è simpatica, poi è diffidente, poi arrabbiata, poi felice, poi amichevole, poi fredda e infine irascibile. Insomma, nemmeno avesse il ciclo ventiquattro ore su ventiquattro. C'è una particolare ragione per tutto ciò? No. E la cosa mi meraviglia? No. Perché? Perché stiamo parlando di SAO!
Lyfa/Suguha Kirigaya. E' la sorella minore di Kirito, anche se in realtà sono cugini. Oramai era quasi scontato che fosse innamorata di lui, ma lasciatemi dire che tutto ciò è a dir poco penoso. Insomma, ma è mai possibile una situazione del genere? Realismo, ti prego, dove sei? Ci fosse una sacrosanta ragione per cui nutre questi sentimenti, ma non c'è. Non c'è, non c'è mai stata, eppure è innamorata di Kirito. Oramai è un dogma. Il suo carattere è ancora più incognito di quello di Asuna - il che è tutto dire -, perché lei semplicemente non è niente. Un foglio di carta è già più concreto di lei; Suguha è il vuoto.
La parte medica di SAO - alla quale tengo non poco - è assente. I personaggi rimangono in coma per anni senza nessuna conseguenza fisica o psicologica e con un po' di riabilitazione si risolve tutto. Il fatto che il corpo rimanga immobile per tutto questo tempo avrebbe delle conseguenze devastanti sul corpo e il cervello perderebbe non poche facoltà, ma così non è. I personaggi riacquistano la mobilità nel giro di poco tempo e nessuno sembra averne risentito dal punto di vista psicologico. In più, nonostante la testa fosse intrappolata in un casco, nessuno ha perso i capelli. Poi, nel momento in cui i giocatori vengono a conoscenza del segreto di SAO, ci sarebbe dovuto essere il delirio totale. Il cervello, se sottoposto a tale stress, smette di ragionare ed entra nel panico, commettendo azioni a dir poco imprevedibili, cosa che in SAO non avviene. I personaggi mantengono la lucidità sempre e dovunque, nessuno impazzisce, né dà di matto. Realistico, molto. In più, la gente non ha la minima paura della morte. Insomma, tutti quei giocatori kamikaze che si gettano contro il boss senza concludere nulla sono realistici? Ma dove!? L'uomo cerca di aver salva la vita per natura, perché mai dovrebbe fare un gesto tanto stupido e (alla fin fine) inutile? Mistero.
Lasciatemi dire che SAO è l'anime più sopravvalutato e peggio concepito che abbia mai visto. Do un 2 solo per via di grafica e audio, tutto il resto andrebbe al di sotto dello 0. Lo consiglio? Certo! Piace a tutti, quindi perché no! C'è di meglio da vedere? Assolutamente.
Sono stata avvicinata da alcuni amici alla visione di quest'anime, "Sword Art Online", per i numerosi(ssimi) commenti positivi e per i picchi epici che (secondo loro) la serie riusciva a raggiungere. Ammetto che, data la trama, se non originale, perlomeno interessante, e anche grazie a un'opening molto piacevole e delle animazioni sicuramente accattivanti, mi potevo certamente dire emozionata. Ma la delusione fu tanta. Anzi, dire "tanta" è assolutamente riduttivo!
I pregi, in quest'opera, risiedono certamente nella grafica e nel comparto sonoro. Molti pensano che la A1 abbia, con il suo adattamento, rovinando la novel, ma, secondo me, ha fatto un lavoro egregio. Non si può non rimanere affascinati da una grafica di tale portata, e le opening sono davvero azzeccate. E tutto ciò lascerebbe pensare che l'anime, di conseguenza, sia straordinario; ma non è così. Non è minimamente così.
La trama è stata già ampiamente spiegata dai miei predecessori, ma rinfrescare la memoria certo non fa male. Ci ritroviamo in un futuro non troppo lontano, dove la tecnologia ha permesso ai videogiochi di sperimentare nuove modalità di intrattenimento. SAO (acronimo di Sword Art Online) è un MMORPG, un mondo fantasy medievale fatto di incantevoli paesaggi e una grafica mozzafiato, nel quale il giocatore, tramite un casco, si può immergere, entrando in una realtà realistica in contrapposizione con il mondo reale. Il creatore di questo gioco è Kayaba Akihiko, il quale ha messo a disposizione solo 10.000 copie, che vengono vendute nel corso di pochissimo tempo. Allo stesso tempo, Kazuto Kirigaya, un adolescente otaku amante dei videogiochi, nonché beater, si infila a sua volta il casco ed entra in SAO, con il nome di "Kirito". Tutto procede al meglio e nulla sembra andare storto, fino a quando non arriva sera e i giocatori, Kirito compreso, si accorgono che il tasto log out è scomparso. Tutti i giocatori vengono quindi teletrasportati nella piazza principale e Kayaba li informa che potranno uscire dal gioco solo nel momento in cui questo verrà portato a termine, ossia quando non verrà raggiunto anche il centesimo piano e verrà sconfitto il boss finale. Inoltre, chiunque si toglierà il casco o morirà in-game, perderà la vita anche nel mondo reale.
Fin qui, né macchia né gloria. Nulla di particolarmente originale, ma che sa interessare: vuoi vedere come va a finire, in poche parole. La grafica è strabiliante, dunque la visione - per quanto riguarda i primi episodi - è praticamente inevitabile. Se vedi il primo ti vedi anche il secondo. Inoltre, il clima di pressione e di paura è molto interessante.
Dov'è il problema? Tutto il resto. E' pura immondizia, commerciale a livelli straordinari e più banale del seicentesimo episodio di "One Piece". Scrivendo questa recensione, escludendo grafica e audio, non faccio altro che rovistare in una pattumiera.
Il primo arco narrativo, SAO, è molto veloce. Ci sono una marea di avvenimenti in poco tempo e dei salti temporali a dir poco allucinanti. Si passa dal restare un mese al primo piano a causa del boss incredibilmente forte all'arrivare al ventesimo piano nella puntata dopo. Ma, nonostante tanti eventi in così pochi episodi, quegli intelligentoni cosa fanno? Dei filler, naturalmente! Stupidi, inutili e orripilanti filler, che, vederli o non vederli, poco cambia. Anzi, nulla. Scontati e banali.
Al di là della psicologia dei personaggi (che merita una sezione a parte, se me lo permettete), cosa //censura// serve mettere degli episodi in cui inserire una schifezza spacciata per slice of life in cui Kirito e Asuna (l'eroina della serie, follemente innamorata - e corrisposta - di Kirito) vanno a vivere in una baita (?) sulle rive di un lago? Cosa serve metà episodio per una scena di pesca? Cosa serve il fanservice propinato qua e là per rendere più eccitanti gli avvenimenti di per sé noiosi a livelli inverosimili? A nulla. Assolutamente a nulla.
In pratica: Kirito e Asuna sono intrappolati nel gioco. Se muoiono lì dentro, muoiono pure là fuori e i loro corpi potrebbero cedere da un momento all'altro. Che cosa farebbe una persona normale? O darebbe sé stesso al fine di finire il gioco, oppure andrebbe in preda alla disperazione e deciderebbe di finire la sua vita seduta stante. Cosa fa Kirito? Va in vacanza con la ragazza e una bambina trovata nel bosco. Il che è tutto molto sensato e verosimile.
Per condire la prima parte di SAO ci sono numerose storielle di personaggi secondari, che non servono a nulla se non cercare di far sorridere o di far piangere. Io ho pianto, ma certo non per la tristezza.
Per terminare il primo arco narrativo, c'è uno strabiliante e assolutamente geniale colpo di scena! Si viene a scoprire che il creatore del gioco non è altri che un giocatore all'interno di SAO! Kirito è subito pronto ad affrontarlo e riesce giustamente a batterlo, salvando di conseguenza sé stesso e le migliaia di persone intrappolate nel gioco, che sono sopravvissute all'interno di SAO per così tanto tempo. Kirito si risveglia nella vita reale - dell'aspetto medico del suo risveglio è bene parlarne in seguito - e, senza dire né sì né ma, cerca la sua amata. Trovata, scopre che non è si è ancora svegliata, ma in compenso viene a conoscenza di un suo imminente matrimonio. Ha sedici anni, è in coma, ma si sta per sposare. E' mai possibile una cosa del genere? Quale padre sano di mente permetterebbe tutto ciò? Quale uomo sano di mente sposerebbe una minorenne in coma? Inutile dire che, se mi pongo tutt'oggi queste domande, di soluzioni non ve n'è l'ombra. Kirito viene quindi a scoprire che Asuna è intrappolata in un altro gioco, ALfheim Online, nato dalle rovine di SAO e anch'esso fantasy. Senza troppi problemi, Kirito entra nel nuovo mondo - noncurante delle sue esperienze vissute in SAO - e va alla ricerca dell'amata. Allo stesso tempo, fa la conoscenza di Lyfa. Questa è in realtà la cugina, anche se nessuno dei due lo sa, e - inaspettatamente! - questa si innamora di Kirito. Inutile dire quanto questo scenario incestuoso sia patetico, ma non importa. Dopo molte ricerche, riescono finalmente a capire dov'è rinchiusa Asuna e, tra incontri "mozzafiato", lumaconi pervertiti, tentacoli, fanservice a go-go e un cattivone finale peggio di Akihiko, i due amanti riescono finalmente a tornare a casa.
Se non s'è capito, tutto ciò è incredibilmente patetico. Spazzatura. Vomito di neonato.
Partiamo dai personaggi, così vedrò di spiegare meglio tutto ciò.
Kirito/Kirigaya Kazuto. Un otaku adolescente e amante dei videogiochi; ha un aspetto carino e coccoloso, "stuprabile", come ho letto nei fandom più ritardati, dal carattere gentile, premuroso, socievole, amichevole, solare, simpatico, un ragazzo per bene e privo di ogni difetto. Un personaggio d'oro! Tutte le ragazze (bambine, cugine, sorelle, amiche, proprio tutte!) si innamorano di lui. Senza nemmeno conoscerlo. Il che è esattamente ciò che sognerebbe il tipico otaku giapponese, dunque non mi meraviglio che tale personaggio sia tanto amato. Personalmente, trovare un personaggio peggiore di lui è davvero dura. Un ragazzo perfettamente inverosimile, creato per far crescere l'invidia/ammirazione da parte degli otaku e far sciogliere le ragazzine; privo di una qualche caratterizzazione. Tale era e tale è rimasto, non è cresciuto dopo le migliaia di avventure e ripete sempre gli stessi errori. Una cosa che mi ha fatto davvero ridere è quando Asuna crede che lui voglia fare sesso e lui, vedendola spogliarsi, con aria tanto innocente quanto 'cucciolosa', le dice che voleva soltanto dormire accoccolato con lei. Tenero. Se non ho vomitato è perché lo avevo già fatto prima e forse nel mio stomaco non era rimasto più nulla.
Asuna/Yuuki Asuna. Una valorosa e impetuosa combattente che rischia la vita per uscire da SAO; senza nemmeno farlo apposta, s'innamora di Kirito in meno di una puntata e questo sentimento, nato perché doveva nascere, senza una ragione precisa, viene portato avanti per tutta la serie, tanto da essere talmente odioso e irritante da poter essere paragonato a una zanzara che compare puntualmente nei momenti in cui non serve o in cui non è richiesta. Inoltre, Asuna, oltre ad essere il feticcio degli otaku a cui è indirizzata la serie, oltre ad essere 'sexissima' (?) e dalle poppe molto verosimili per una ragazzina, non ha carattere. Insomma, ogni tanto è simpatica, poi è diffidente, poi arrabbiata, poi felice, poi amichevole, poi fredda e infine irascibile. Insomma, nemmeno avesse il ciclo ventiquattro ore su ventiquattro. C'è una particolare ragione per tutto ciò? No. E la cosa mi meraviglia? No. Perché? Perché stiamo parlando di SAO!
Lyfa/Suguha Kirigaya. E' la sorella minore di Kirito, anche se in realtà sono cugini. Oramai era quasi scontato che fosse innamorata di lui, ma lasciatemi dire che tutto ciò è a dir poco penoso. Insomma, ma è mai possibile una situazione del genere? Realismo, ti prego, dove sei? Ci fosse una sacrosanta ragione per cui nutre questi sentimenti, ma non c'è. Non c'è, non c'è mai stata, eppure è innamorata di Kirito. Oramai è un dogma. Il suo carattere è ancora più incognito di quello di Asuna - il che è tutto dire -, perché lei semplicemente non è niente. Un foglio di carta è già più concreto di lei; Suguha è il vuoto.
La parte medica di SAO - alla quale tengo non poco - è assente. I personaggi rimangono in coma per anni senza nessuna conseguenza fisica o psicologica e con un po' di riabilitazione si risolve tutto. Il fatto che il corpo rimanga immobile per tutto questo tempo avrebbe delle conseguenze devastanti sul corpo e il cervello perderebbe non poche facoltà, ma così non è. I personaggi riacquistano la mobilità nel giro di poco tempo e nessuno sembra averne risentito dal punto di vista psicologico. In più, nonostante la testa fosse intrappolata in un casco, nessuno ha perso i capelli. Poi, nel momento in cui i giocatori vengono a conoscenza del segreto di SAO, ci sarebbe dovuto essere il delirio totale. Il cervello, se sottoposto a tale stress, smette di ragionare ed entra nel panico, commettendo azioni a dir poco imprevedibili, cosa che in SAO non avviene. I personaggi mantengono la lucidità sempre e dovunque, nessuno impazzisce, né dà di matto. Realistico, molto. In più, la gente non ha la minima paura della morte. Insomma, tutti quei giocatori kamikaze che si gettano contro il boss senza concludere nulla sono realistici? Ma dove!? L'uomo cerca di aver salva la vita per natura, perché mai dovrebbe fare un gesto tanto stupido e (alla fin fine) inutile? Mistero.
Lasciatemi dire che SAO è l'anime più sopravvalutato e peggio concepito che abbia mai visto. Do un 2 solo per via di grafica e audio, tutto il resto andrebbe al di sotto dello 0. Lo consiglio? Certo! Piace a tutti, quindi perché no! C'è di meglio da vedere? Assolutamente.
Questo anime mi è piaciuto un sacco. Me lo sono fatto fuori letteralmente in due giorni e sono rimasto affascinato dall'ambientazione meravigliosa, dalla trama innovativa, dalla caratterizzazione dei personaggi secondo me molto riuscita e dalla magnifica colonna sonora, che mi sto ascoltando a più non posso. Meravigliosa anche la storia d'amore che fa da sfondo alla seconda parte dell'anime. Insomma, questo anime mi ha davvero lasciato qualcosa! Ho trovato alcune incongruenze (possibile che la maggior parte dei giocatori di "Sword Art Online" abbia oltre trent'anni? I ragazzi sembrano essere estinti!), ma nel complesso il voto non può che essere più che positivo! Ormai l'ho finito da qualche giorno ma ancora non riesco a togliermelo dalla testa!
"Sword Art Online" è a mio parere un'occasione sprecata.
Sin da subito è chiaro che non sarà certo un capolavoro, ma il primo episodio lasciava intendere ben altro rispetto al modo in cui invece si è in seguito diramata la trama. Io mi aspettavo una specie di survival game, e invece sin dal secondo episodio è chiaro che l'intenzione non è quella di raccontarci di come i personaggi combattono contro i mostri nei vari livelli o farci conoscere il mondo virtuale in cui sono intrappolati, il che è un vero peccato, perché, trattandosi di un immenso mondo fantasy con creature e luoghi magici vari, sarebbe stato interessante saperne di più.
La storia invece, sfruttando dei salti temporali continui e vari episodi autoconclusivi, preferisce mostrarci come si organizzano e cercano di sopravvivere i personaggi in questo mondo, spesso cercando di ricostruirsi una vita accettabile all'interno di esso, con tutte le difficoltà che questo comporta.
Tutto ciò dà vita a una serie di riflessioni sulla vita e sulla morte e a vicende spesso tristi, che non sono neanche troppo male, ma i personaggi, protagonisti compresi, sono talmente poco caratterizzati che del loro destino personalmente non mi importava poi molto. Per non parlare poi dell'immancabile e telefonatissima storia d'amore, che anche in questo caso non sarebbe nemmeno raccontata così male, se non fosse appunto per la scarsa caratterizzazione dei personaggi, per il fatto che il tutto avviene fin troppo velocemente (di tempo in realtà ne passa eccome, ma i vari salti temporali impediscono di percepirlo effettivamente), ma soprattutto perché i due piccioncini hanno quindici e diciassette anni, ma agiscono come se ne avessero trenta.
Ma, nonostante tutto, questi primi quattordici episodi una sufficienza scarsa alla fine se la meriterebbero anche, non fosse che a questo punto vi è una svolta inaspettata e la serie cambia completamente direzione, dando un frettoloso finale alla storia principale. Da qui in poi parte l'arco narrativo finale, che è di una noia e un patetico senza fine, e che si basa praticamente tutto sul solito cliché della damigella in pericolo da salvare.
Personalmente, vedendolo, avevo l'impressione di stare assistendo a una serie filler, e mi ha stupito scoprire che invece è tratta sempre dai romanzi. Sarebbe stato più interessante e sensato allungare la storia dei primi quattordici episodi a tutta la stagione, raccontandoci qualcosa di più appunto sui personaggi, sul mondo, ecc., cosa che avrebbe di certo giovato al prodotto finale.
In definitiva, per me "Sword Art Online" non merita più di un 5; avrei dato anche meno, non fosse per le buone musiche e animazioni, e per il fatto che qualcosa di accettabile almeno nella prima metà c'è.
Sin da subito è chiaro che non sarà certo un capolavoro, ma il primo episodio lasciava intendere ben altro rispetto al modo in cui invece si è in seguito diramata la trama. Io mi aspettavo una specie di survival game, e invece sin dal secondo episodio è chiaro che l'intenzione non è quella di raccontarci di come i personaggi combattono contro i mostri nei vari livelli o farci conoscere il mondo virtuale in cui sono intrappolati, il che è un vero peccato, perché, trattandosi di un immenso mondo fantasy con creature e luoghi magici vari, sarebbe stato interessante saperne di più.
La storia invece, sfruttando dei salti temporali continui e vari episodi autoconclusivi, preferisce mostrarci come si organizzano e cercano di sopravvivere i personaggi in questo mondo, spesso cercando di ricostruirsi una vita accettabile all'interno di esso, con tutte le difficoltà che questo comporta.
Tutto ciò dà vita a una serie di riflessioni sulla vita e sulla morte e a vicende spesso tristi, che non sono neanche troppo male, ma i personaggi, protagonisti compresi, sono talmente poco caratterizzati che del loro destino personalmente non mi importava poi molto. Per non parlare poi dell'immancabile e telefonatissima storia d'amore, che anche in questo caso non sarebbe nemmeno raccontata così male, se non fosse appunto per la scarsa caratterizzazione dei personaggi, per il fatto che il tutto avviene fin troppo velocemente (di tempo in realtà ne passa eccome, ma i vari salti temporali impediscono di percepirlo effettivamente), ma soprattutto perché i due piccioncini hanno quindici e diciassette anni, ma agiscono come se ne avessero trenta.
Ma, nonostante tutto, questi primi quattordici episodi una sufficienza scarsa alla fine se la meriterebbero anche, non fosse che a questo punto vi è una svolta inaspettata e la serie cambia completamente direzione, dando un frettoloso finale alla storia principale. Da qui in poi parte l'arco narrativo finale, che è di una noia e un patetico senza fine, e che si basa praticamente tutto sul solito cliché della damigella in pericolo da salvare.
Personalmente, vedendolo, avevo l'impressione di stare assistendo a una serie filler, e mi ha stupito scoprire che invece è tratta sempre dai romanzi. Sarebbe stato più interessante e sensato allungare la storia dei primi quattordici episodi a tutta la stagione, raccontandoci qualcosa di più appunto sui personaggi, sul mondo, ecc., cosa che avrebbe di certo giovato al prodotto finale.
In definitiva, per me "Sword Art Online" non merita più di un 5; avrei dato anche meno, non fosse per le buone musiche e animazioni, e per il fatto che qualcosa di accettabile almeno nella prima metà c'è.
A parer mio, "Sword Art Online" rimane uno dei migliori anime che abbia mai visto, nonostante ne abbia visti molti e di generi ciascuno diversi. Questo perchè oltre ai disegni, che sono fatti molto bene, abbiamo una trama che ti lascia di stucco: l'invenzione di creare un mondo VRMMO in cui si combatte per la vita mi ha catturato e appassionato tantissimo. Il rapporto tra i personaggi è molto profondo e non mancano alcune scene di piccola comicità. I combattimenti sono dei migliori, a mio parere, in quanto ci troviamo in un anime basato sulle spade e in seguito su battaglie aeree. Consiglio a chiunque quest'anime.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
L'anime, tratto da alcune serie di light novel (un romanzo illustrato) scritte da Reki Kawahara, è stato prodotto dalla A-1 Pictures e trasmesso a partire dal 7 luglio 2012.
La trama è ambientata nel 2022, anno in cui è stato inventato il primo MMORPG (cioè un gioco di ruolo online multigiocatore) interamente virtuale, Sword Art Online (SAO) per l'appunto, tutto grazie alla mente di Kayaba Akihiko. Del gioco sono state fatte solo diecimila copie e una di queste viene presa da Kazuto Kirigaya, protagonista della serie. Dopo aver giocato per un po' di tempo, si accorge di non poter fare il log out e viene improvvisamente teletrasportato nella piazza principale insieme agli altri diecimila giocatori. Qui vengono informati dal Game Master che non c'è nessun bug nel gioco e dice che, se vogliono uscire da SAO, devono completare tutto il gioco, e chiunque dovesse morire nel gioco o a chiunque venga rimosso il NerveGear (il casco con cui si può accedere a SAO), morirà nella vita reale. Da qui in poi Kirito dovrà affrontare molti pericoli per arrivare all'ultimo livello e liberare tutti i giocatori de quella realtà virtuale.
Da come si è capito dalla trama, "Sword Art Online" si presentava come un anime dalle grandi aspettative e da un grande potenziale che, però, sono state delusi. Il primo episodio mi aveva preso completamente e fino al terzo episodio stava percorrendo la giusta strada (il terzo rimarrà il mio preferito, per le forti emozioni che mi ha fatto provare), ma dal quarto in poi hanno cambiato direzione e le mie aspettative sono scese molto. Probabilmente non volevano che l'anime diventasse pesante per il pubblico per la grande serietà e in questo modo hanno deciso di mettere scene comiche ed episodi leggeri e divertenti. Facendo così, però, hanno ottenuto proprio ciò che non volevano, e cioè di appesantire l'anime facendolo diventare a tratti noioso. Altra pecca è il fatto che molti episodi non seguano la trama principale. Potrebbe sembrare normale, ma se si guarda la prima parte dell'anime, che dura quindici episodi (poi vi dirò il perché lo abbia diviso in due parti), la maggior parte di essi sono scollegati tra loro.
Cosa che mi ha lasciato abbastanza sorpreso è il fatto che è stato deciso di far finire il gioco di SAO all'episodio 15 (l'anime ha venticinque episodi), in cui il boss finale viene sconfitto e tutti tornano alla realtà, o almeno così sembra. Infatti, dall'episodio 16 in poi, il tutto sarà ambientato a ALF Heim, un altro gioco virtuale online dove sembra che sia rinchiusa Asuna, la ragazza di Kirito, e quest'ultimo dovrà fare di tutto per liberarla prima che il suo promesso sposo la sposi contro la volontà della ragazza (non sto a spiegarvi i dettagli della trama). So che questa parte dell'anime è tratta dalla light novel ALfheim Online, ma messa in questo modo non va proprio bene (l'anime si chiama "Sword Art Online"!).
Per quanto riguarda i personaggi, non c'è una grande introspezione psicologica. Se si tralascia Kirito e Asuna, che almeno hanno una loro psicologia, gli altri personaggi sono di poco rilievo. I cattivi, a parte Kayaba, non son per niente interessanti e gli amici di Kirito si dividono nei maschi, che sono più che altro personaggi un po' comici, e le ragazze, che cadono tutte ai piedi di Kirito. Sono stato molto breve riguardo ai personaggi, perché non c'è altro da dire.
Ora però passiamo ai lati buoni di SAO. Intanto partiamo dalle musiche, composte da Yuki Kajiura. Non mi sono rimaste particolarmente impresse, ma devo dire che non sono state per niente male e che in certi punti mi sono pure piaciute. Altro lato positivo è il disegno, che è stato molto curato e ben fatto. Certo, niente di innovativo, ma hanno avuto cura dei dettagli e qua e là hanno usato un po' di CGI per dare maggior realismo a certe ambientazioni, o per rendere migliore un boss presente nell'anime. Anche i combattimenti, nonostante la brevità, sono fatti molto bene, e riescono a darti la giusta adrenalina (anche se non bastano a levarti quell'aria di noia che è presente in certi episodi).
Per finire, dico che "Sword Art Online" è un anime un po' sopravvalutato e che poteva dare molto di più.
L'anime, tratto da alcune serie di light novel (un romanzo illustrato) scritte da Reki Kawahara, è stato prodotto dalla A-1 Pictures e trasmesso a partire dal 7 luglio 2012.
La trama è ambientata nel 2022, anno in cui è stato inventato il primo MMORPG (cioè un gioco di ruolo online multigiocatore) interamente virtuale, Sword Art Online (SAO) per l'appunto, tutto grazie alla mente di Kayaba Akihiko. Del gioco sono state fatte solo diecimila copie e una di queste viene presa da Kazuto Kirigaya, protagonista della serie. Dopo aver giocato per un po' di tempo, si accorge di non poter fare il log out e viene improvvisamente teletrasportato nella piazza principale insieme agli altri diecimila giocatori. Qui vengono informati dal Game Master che non c'è nessun bug nel gioco e dice che, se vogliono uscire da SAO, devono completare tutto il gioco, e chiunque dovesse morire nel gioco o a chiunque venga rimosso il NerveGear (il casco con cui si può accedere a SAO), morirà nella vita reale. Da qui in poi Kirito dovrà affrontare molti pericoli per arrivare all'ultimo livello e liberare tutti i giocatori de quella realtà virtuale.
Da come si è capito dalla trama, "Sword Art Online" si presentava come un anime dalle grandi aspettative e da un grande potenziale che, però, sono state delusi. Il primo episodio mi aveva preso completamente e fino al terzo episodio stava percorrendo la giusta strada (il terzo rimarrà il mio preferito, per le forti emozioni che mi ha fatto provare), ma dal quarto in poi hanno cambiato direzione e le mie aspettative sono scese molto. Probabilmente non volevano che l'anime diventasse pesante per il pubblico per la grande serietà e in questo modo hanno deciso di mettere scene comiche ed episodi leggeri e divertenti. Facendo così, però, hanno ottenuto proprio ciò che non volevano, e cioè di appesantire l'anime facendolo diventare a tratti noioso. Altra pecca è il fatto che molti episodi non seguano la trama principale. Potrebbe sembrare normale, ma se si guarda la prima parte dell'anime, che dura quindici episodi (poi vi dirò il perché lo abbia diviso in due parti), la maggior parte di essi sono scollegati tra loro.
Cosa che mi ha lasciato abbastanza sorpreso è il fatto che è stato deciso di far finire il gioco di SAO all'episodio 15 (l'anime ha venticinque episodi), in cui il boss finale viene sconfitto e tutti tornano alla realtà, o almeno così sembra. Infatti, dall'episodio 16 in poi, il tutto sarà ambientato a ALF Heim, un altro gioco virtuale online dove sembra che sia rinchiusa Asuna, la ragazza di Kirito, e quest'ultimo dovrà fare di tutto per liberarla prima che il suo promesso sposo la sposi contro la volontà della ragazza (non sto a spiegarvi i dettagli della trama). So che questa parte dell'anime è tratta dalla light novel ALfheim Online, ma messa in questo modo non va proprio bene (l'anime si chiama "Sword Art Online"!).
Per quanto riguarda i personaggi, non c'è una grande introspezione psicologica. Se si tralascia Kirito e Asuna, che almeno hanno una loro psicologia, gli altri personaggi sono di poco rilievo. I cattivi, a parte Kayaba, non son per niente interessanti e gli amici di Kirito si dividono nei maschi, che sono più che altro personaggi un po' comici, e le ragazze, che cadono tutte ai piedi di Kirito. Sono stato molto breve riguardo ai personaggi, perché non c'è altro da dire.
Ora però passiamo ai lati buoni di SAO. Intanto partiamo dalle musiche, composte da Yuki Kajiura. Non mi sono rimaste particolarmente impresse, ma devo dire che non sono state per niente male e che in certi punti mi sono pure piaciute. Altro lato positivo è il disegno, che è stato molto curato e ben fatto. Certo, niente di innovativo, ma hanno avuto cura dei dettagli e qua e là hanno usato un po' di CGI per dare maggior realismo a certe ambientazioni, o per rendere migliore un boss presente nell'anime. Anche i combattimenti, nonostante la brevità, sono fatti molto bene, e riescono a darti la giusta adrenalina (anche se non bastano a levarti quell'aria di noia che è presente in certi episodi).
Per finire, dico che "Sword Art Online" è un anime un po' sopravvalutato e che poteva dare molto di più.
"Sword Art Online" è uno dei pochi anime che rivedo sempre e volentieri, anche a pochi giorni di distanza, senza saltare episodi qua e là.
La trama qui sul sito è abbastanza riduttiva, e non dà l'idea di cosa succeda davvero. Non è solo di Kirito che si parla: a subire la sua stessa sorte sono migliaia di altre persone, le cui storie e vite si intrecciano con quella di lui e Asuna, i protagonisti, in questo gioco che all'improvviso smette di essere un gioco. Inoltre, la serie tratta di due diversi archi narrativi, ma eviterò gli spoiler sul secondo.
Ma la trama non è, a mio parere, una parte interessante, né di questo né di altri anime. Kirito non sarà né il primo né l'ultimo ragazzo intrappolato nei videogame, ma qualunque opera può essere banalizzata, a questo punto. L'importante non è la trama, per me, ma la storia che si sviluppa attorno ad essa. Altrimenti, dovremmo tagliare fuori qualsiasi anime che parli di una storia d'amore, dato che è una trama ripetitiva. O qualsiasi anime giallo, dato che sono sempre casi da risolvere.
Ma è appunto la storia a contare, quella che si sviluppa attorno ai combattimenti e alla lotta per sopravvivere, grazie alla riflessione dei protagonisti, che, se all'inizio lottano per scappare il prima possibile perché considerano la loro permanenza lì solo "tempo sottratto alla realtà", piano piano, arrivano a comprendere che anche quella è parte integrante della loro vita. E come questa ci sono mille altre piccole riflessioni, toccanti nonostante il breve spazio dato loro, che per me sono state davvero importanti. Tutto questo si svolge non sullo sfondo, come purtroppo spesso accade, ma nel bel mezzo di combattimenti mozzafiato e spettacolari, in un anime privo dei soliti personaggi a peso morto che vanno solo protetti.
"Sword Art Online" è in assoluto uno dei miei anime preferiti, ricco di azione, ma che non trascura totalmente psicologia e sentimenti. Mi sento di consigliarlo a tutti, purché lo si veda con la mente aperta e non, come purtroppo spesso accade con gli anime di una certa notorietà, pregiudizi inestirpabili o aspettative irraggiungibili.
La trama qui sul sito è abbastanza riduttiva, e non dà l'idea di cosa succeda davvero. Non è solo di Kirito che si parla: a subire la sua stessa sorte sono migliaia di altre persone, le cui storie e vite si intrecciano con quella di lui e Asuna, i protagonisti, in questo gioco che all'improvviso smette di essere un gioco. Inoltre, la serie tratta di due diversi archi narrativi, ma eviterò gli spoiler sul secondo.
Ma la trama non è, a mio parere, una parte interessante, né di questo né di altri anime. Kirito non sarà né il primo né l'ultimo ragazzo intrappolato nei videogame, ma qualunque opera può essere banalizzata, a questo punto. L'importante non è la trama, per me, ma la storia che si sviluppa attorno ad essa. Altrimenti, dovremmo tagliare fuori qualsiasi anime che parli di una storia d'amore, dato che è una trama ripetitiva. O qualsiasi anime giallo, dato che sono sempre casi da risolvere.
Ma è appunto la storia a contare, quella che si sviluppa attorno ai combattimenti e alla lotta per sopravvivere, grazie alla riflessione dei protagonisti, che, se all'inizio lottano per scappare il prima possibile perché considerano la loro permanenza lì solo "tempo sottratto alla realtà", piano piano, arrivano a comprendere che anche quella è parte integrante della loro vita. E come questa ci sono mille altre piccole riflessioni, toccanti nonostante il breve spazio dato loro, che per me sono state davvero importanti. Tutto questo si svolge non sullo sfondo, come purtroppo spesso accade, ma nel bel mezzo di combattimenti mozzafiato e spettacolari, in un anime privo dei soliti personaggi a peso morto che vanno solo protetti.
"Sword Art Online" è in assoluto uno dei miei anime preferiti, ricco di azione, ma che non trascura totalmente psicologia e sentimenti. Mi sento di consigliarlo a tutti, purché lo si veda con la mente aperta e non, come purtroppo spesso accade con gli anime di una certa notorietà, pregiudizi inestirpabili o aspettative irraggiungibili.
Premetto che io sono un grande fan di "Sword Art Online", ho la tazza e il portachiavi di Kirito, ed è la serie che mi ha lanciato nel mondo degli anime. Però in questa recensione voglio essere oggettivo e analizzare "Sword Art Online" per quello che è.
Trama: la trama di "Sword Art Online" in sé e per sé non è niente di speciale, perciò, se cercate un anime con trama, ve ne consiglio altri, ma non questo. Diciamo che gli unici elementi di trama di "Sword Art Online" sono atti a descrivere la storia tra Kirito e Asuna (che, secondo me, è l'unica parte della trama apprezzabile) e soprattutto a valorizzare il personaggio di Kirito quale eroe, che a mio parere è anche uno dei motivi che caratterizzano il successo dell'anime. A me personalmente è comunque piaciuta molto la storia del MMO, anche perche gli MMO sono i giochi che preferisco!
Personaggi: i personaggi, a parte Kirito che come ho detto è l'eroe per eccellenza, mancano molto di carattere e tratti psicologici importanti, e servono soltanto ad animare l'harem che si viene a formare attorno al protagonista.
Colonna sonora: la colonna sonora di "Sword Art Online" è un elemento sempre presente negli scontri epici di Kirito e anche grazie a quella si arricchisce il ruolo dell'eroe; sinceramente, scatena molti sentimenti anche nel cuore dello spettatore. Secondo me, mista ai combattimenti, fa salire l'adrenalina a tutti quelli che stanno guardando.
Considerazioni finali: "Sword Art Online" è un anime piacevole in molti suoi aspetti, ma mancante per molti altri. In ogni caso, almeno un po' merita, anche se non eccessivamente.
Secondo me però la serie poteva essere composta solo della prima parte, ovvero quella riguardante "Sword Art Online" (i primi quattordici episodi) e per me la seconda parte si salva solo per le ultime due puntate, che mi sono molto piaciute.
Trama: la trama di "Sword Art Online" in sé e per sé non è niente di speciale, perciò, se cercate un anime con trama, ve ne consiglio altri, ma non questo. Diciamo che gli unici elementi di trama di "Sword Art Online" sono atti a descrivere la storia tra Kirito e Asuna (che, secondo me, è l'unica parte della trama apprezzabile) e soprattutto a valorizzare il personaggio di Kirito quale eroe, che a mio parere è anche uno dei motivi che caratterizzano il successo dell'anime. A me personalmente è comunque piaciuta molto la storia del MMO, anche perche gli MMO sono i giochi che preferisco!
Personaggi: i personaggi, a parte Kirito che come ho detto è l'eroe per eccellenza, mancano molto di carattere e tratti psicologici importanti, e servono soltanto ad animare l'harem che si viene a formare attorno al protagonista.
Colonna sonora: la colonna sonora di "Sword Art Online" è un elemento sempre presente negli scontri epici di Kirito e anche grazie a quella si arricchisce il ruolo dell'eroe; sinceramente, scatena molti sentimenti anche nel cuore dello spettatore. Secondo me, mista ai combattimenti, fa salire l'adrenalina a tutti quelli che stanno guardando.
Considerazioni finali: "Sword Art Online" è un anime piacevole in molti suoi aspetti, ma mancante per molti altri. In ogni caso, almeno un po' merita, anche se non eccessivamente.
Secondo me però la serie poteva essere composta solo della prima parte, ovvero quella riguardante "Sword Art Online" (i primi quattordici episodi) e per me la seconda parte si salva solo per le ultime due puntate, che mi sono molto piaciute.
Quando ho conosciuto quest'anime e ho iniziato a vederlo, aveva tutti i presupposti per diventare davvero qualcosa di epico. Purtroppo però è stato altamente inferiore alle mie aspettative.
La trama è originale e ha destato moltissimo il mio interesse: persone che rimangono bloccate in un gioco virtuale, dove l'unico modo per uscirne è vincere, mentre perdere significa morire anche nella realtà, è davvero niente male. Mi aspettavo di vedere l'avanzare del protagonista fino alla fine nel corso dei cento piani di questo mondo, Sword Art Online, pericoloso e affascinante. Sono rimasta delusa però per tutti i salti temporali; quando inizi pensi: "Caspita, cento piani! Chissà quanto ci metteranno, e quante avventure!", ma poi passa qualche episodio e sei già alla metà! Avrebbero dovuto fare un percorso molto più graduale invece di tutta questa fretta. Ma la cosa che mi ha più delusa è il "grande cambiamento" (diciamo così per non fare spoiler) che avviene a metà serie. Rende obsoleto tutto, persino lo stesso titolo!
I personaggi a grandi linee mi sono tutti piaciuti, per questo motivo non mi è andato giù come personaggi che dalla opening sembravano di vitale importanza fossero comparsi per un episodio o due e quasi per nulla approfonditi.
Tuttavia l'animazione è stata (a mio parere) favolosa, specialmente per quanto riguarda il mondo virtuale, la sua gestione e i combattimenti al suo interno. Anche i nemici, i "boss" affrontati (anche se se ne sono visti pochi) erano davvero straordinari! Alla fine la trama, per quanto l'abbiano sviluppata malissimo nell'arco dei suoi venticinque episodi, è buona, e la voglia di vederlo c'è, se riesce a prenderti la curiosità di cosa accadrà ai protagonisti. Tuttavia ritengo comunque che avrebbero dovuto sviluppare le cose con più calma. Avrebbero dovuto raccontare tutta la prima metà nel corso dei venticinque episodi come un'unica serie e poi la seconda metà svilupparla allo stesso modo come una seconda (anche se devo dire che dalla seconda metà la narrazione ha molti meno salti temporali ed è quindi molto più lineare e piacevole).
In conclusione, posso dire che per chi apprezza fantasy e videogame sia un buon anime, che alla fin fine può anche valere la pena di vedere, anche solo per la grafica, i combattimenti, la musica e lo sviluppo del mondo virtuale.
La trama è originale e ha destato moltissimo il mio interesse: persone che rimangono bloccate in un gioco virtuale, dove l'unico modo per uscirne è vincere, mentre perdere significa morire anche nella realtà, è davvero niente male. Mi aspettavo di vedere l'avanzare del protagonista fino alla fine nel corso dei cento piani di questo mondo, Sword Art Online, pericoloso e affascinante. Sono rimasta delusa però per tutti i salti temporali; quando inizi pensi: "Caspita, cento piani! Chissà quanto ci metteranno, e quante avventure!", ma poi passa qualche episodio e sei già alla metà! Avrebbero dovuto fare un percorso molto più graduale invece di tutta questa fretta. Ma la cosa che mi ha più delusa è il "grande cambiamento" (diciamo così per non fare spoiler) che avviene a metà serie. Rende obsoleto tutto, persino lo stesso titolo!
I personaggi a grandi linee mi sono tutti piaciuti, per questo motivo non mi è andato giù come personaggi che dalla opening sembravano di vitale importanza fossero comparsi per un episodio o due e quasi per nulla approfonditi.
Tuttavia l'animazione è stata (a mio parere) favolosa, specialmente per quanto riguarda il mondo virtuale, la sua gestione e i combattimenti al suo interno. Anche i nemici, i "boss" affrontati (anche se se ne sono visti pochi) erano davvero straordinari! Alla fine la trama, per quanto l'abbiano sviluppata malissimo nell'arco dei suoi venticinque episodi, è buona, e la voglia di vederlo c'è, se riesce a prenderti la curiosità di cosa accadrà ai protagonisti. Tuttavia ritengo comunque che avrebbero dovuto sviluppare le cose con più calma. Avrebbero dovuto raccontare tutta la prima metà nel corso dei venticinque episodi come un'unica serie e poi la seconda metà svilupparla allo stesso modo come una seconda (anche se devo dire che dalla seconda metà la narrazione ha molti meno salti temporali ed è quindi molto più lineare e piacevole).
In conclusione, posso dire che per chi apprezza fantasy e videogame sia un buon anime, che alla fin fine può anche valere la pena di vedere, anche solo per la grafica, i combattimenti, la musica e lo sviluppo del mondo virtuale.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online" è il classico esempio del come fare a rovinare una serie partita in maniera splendida. Allora, essa nasce come novel, e questa è veramente su tutt'altro livello rispetto a questa misera e ridicolizzante versione animata che ne hanno realizzato. L'idea di base è veramente molto bella, soprattutto per coloro che sognano di poter giocare in una realtà virtuale come quella, realizzata benissimo e molto particolare.
Tutto inizia con l'acquisto di questo nuovo gioco, appunto SAO (Sword Art Online), un gioco da poco lanciato sul mercato e che è andato letteralmente a ruba. Tramite il Nerve Gear, una sorta di casco per la realtà virtuale, è possibile accedere al gioco ed essere catapultati in questa favolosa dimensione virtuale, dove è possibile fare quasi tutto. Il gioco si basa sui combattimenti con vari tipi di armi. L'obiettivo è quello di sconfiggere i boss di ognuno dei cento piani del castello di Aincrad; ogni piano conta un sacco di città e di dungeon per tutti i gusti dove poter 'expare', esercitarsi e raccogliere oggetti. Tuttavia, verso sera, Kirito, il protagonista, un giovane ragazzino appassionato morboso di questi giochi, e un altro giocatore che aveva conosciuto il giorno stesso, Klein, si accorgono che non è presente il comando "log out" nel menù dei comandi. Vengono poi teletrasportati nella piazza della città dell'inizio, assieme a tutti gli altri giocatori, dal master del gioco, Kayaba Akihiko, il creatore del gioco. Questo spiega loro che non possono più uscire dalla realtà virtuale fino a quando non avessero completato il gioco e sconfitto tutti i boss. Inoltre, i giocatori che morivano nel gioco morivano anche realmente, e coloro ai quali veniva staccato il Nerve Gear avrebbero fatto la stessa fine. Lo sconforto cala sulle persone nella piazza, alcune delle quali si suicidano anche. Dopo qualche giorno, la vita nel gioco aveva "ripreso" ad andare avanti, anche perché per uscire di lì dovevano per forza completare il gioco, per cui prima lo avrebbero fatto e prima sarebbero usciti da lì. Decidono dunque di formare un grande party di giocatori più o meno esperti per andare ad affrontare il boss del primo piano. Tuttavia, durante la battaglia succede un piccolo imprevisto e la situazione degenera. Da qui ha inizio l'avventura solitaria del solitario Kirito-kun. Non procedo oltre per evitare spoiler.
Ecco, questa è la base della trama della prima parte dell'anime, ovvero dall'episodio 1 all'episodio 14. Dopodiché nuovo arco, nuovo gioco. Una volta usciti da SAO, alcuni giocatori non si erano comunque ancora risvegliati, tra i quali c'era Asuna Yuuki, l'amata di Kirito, che aveva conosciuto su SAO e anche in maniera abbastanza profonda, come specifica il famoso capitolo 16.5 della novel. Tuttavia Kirito viene a conoscenza del fatto che essa sta per sposarsi con un imprenditore impiegato nella ditta del padre, ma che questo in realtà vuole solo approfittarsi della bella ragazza. E lui questo di certo non riesce ad accettarlo. Il giorno stesso riceve poi un messaggio da una sua vecchia conoscenza di SAO, il barista, che gli mostra una foto nella quale sembra che sia presente Asuna. La foto è stata scattata all'interno di un altro gioco online, ALO, ALfheim Online, nel quale si diventa delle specie di fatine che hanno la particolare caratteristica di poter volare, e questa attira molti giocatori. Kirito decide così di iniziare a giocare ad ALO per poter salvare la sua amata, ma il tempo a sua disposizione è molto poco, visto che tra non molto si sarebbero tenute le nozze tra quell'uomo e Asuna. Ma fin dall'inizio, a causa di un bug del gioco, si ritrova allo stesso livello e con gli oggetti che aveva quando giocava a SAO, forse dovuto anche al fatto che i server dei due giochi erano gli stessi. Conosce e salva una fatina come prima azione su ALO, colei che alla fine diventerà la sua alleata e compagna nel viaggio verso la liberazione di Asuna e che nasconde un segreto. La trama è molto articolata e non voglio annoiare con eccessivi particolari.
Passiamo ora ai personaggi: sono tanti, in venticinque episodi si presentano una miriade di persone e molto poche vengono ben definite caratterialmente; gran parte sono stereotipi, quattro-cinque sono i protagonisti e due gli antagonisti. Il più interessante è (o meglio era, nella seconda parte dell'anime rovinano pure lui...) Kayaba Akihiko, sviluppato con un suo perché, con un senso e con una buona psicologia di fondo, e ideali ben sviluppati e chiari. I protagonisti principali, ovvero Asuna e Kirito, nella prima parte dell'anime sono anche carini e passabili, a volte anche teneri, sebbene non molto sviluppati psicologicamente. Gli altri personaggi sono un po' anonimi, quasi tutto è incentrato su Kirito che fa il figo qua e là, sconfigge bestioni, spacca, ecc. Questo viene ancor più amplificato in ALO, demolendo completamente l'unico straccio di decenza che aveva questo anime. Un personaggio abbastanza carino, ma anche qui mal realizzato, è la sorella di Kirito, presente soltanto in ALO.
Il character design non è malvagio, gli sfondi sono ben realizzati e colorati, i boss sono molto belli e definiti graficamente. Le scene di combattimento in SAO sono molto buone e appassionano anche, mentre in ALO sono praticamente una brutta copia di quelle di SAO - altro punto a sfavore.
Per quel che riguarda la colonna sonora, beh, una o due OST carine ci sono, ma per il resto nulla di che. Molto buone la prima opening e la seconda ending, forse anche perché mi piacciono molto le cantanti (rispettivamente LiSA e Luna Haruna).
Passiamo ora al finale, anzi, ai finali, uno per ognuna delle due parti dell'anime:
SAO) Il finale è molto bello, un po' forzato ma comunque bello, il combattimento finale mette anche un po' di tristezza e anche stupore. Molto bello anche il discorso finale con Akihiko e l'addio di Asuna e Kirito.
ALO) Il finale... Oddio... Il finale del gioco è qualcosa di veramente orrendo, forzato, ti viene quasi voglia di ribaltare il tavolino o la scrivania. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: "Ma io mi sono guardato questo coso fino alla fine per questo?" Non ne è di certo valsa la pena. Invece, nell'ultimo episodio sviluppano il concetto molto bello e interessante del "Seme del Mondo", ma oramai è troppo tardi... SAO, grazie per averci provato, le faremo sapere.
Commento personale: eccoci arrivati al momento clou della recensione. SAO è stato completamente demolito, devastato, rivoltato e cestinato con la seconda parte della serie, incentrata sul fanservice, utilizzato per coprire i buchi e le insufficienze della trama, sullo stupro di Asuna (nella seconda serie è il punto fisso: tutti la vogliono, tutti la cercano, ma solo per stuprarla) e su particolari inutili e veramente demoralizzanti. Più volte ho rischiato di dropparlo, ma poi ho voluto dargli fiducia, magari si riprende nel finale... E invece no. La prima serie, invece, merita assai, molto ben congegnata, interessante, con combattimenti davvero belli.
La motivazione di un voto così basso è appunto la delusione delle aspettative: non si può davvero buttare via una serie come SAO, partita col botto e davvero carina, è proprio uno spreco. E voi, SAO fags, non vogliatemi male, ci ho provato ad amare la serie, ma c'è qualcosa dal profondo che me lo impedisce. Voto: 2.
"Sword Art Online" è il classico esempio del come fare a rovinare una serie partita in maniera splendida. Allora, essa nasce come novel, e questa è veramente su tutt'altro livello rispetto a questa misera e ridicolizzante versione animata che ne hanno realizzato. L'idea di base è veramente molto bella, soprattutto per coloro che sognano di poter giocare in una realtà virtuale come quella, realizzata benissimo e molto particolare.
Tutto inizia con l'acquisto di questo nuovo gioco, appunto SAO (Sword Art Online), un gioco da poco lanciato sul mercato e che è andato letteralmente a ruba. Tramite il Nerve Gear, una sorta di casco per la realtà virtuale, è possibile accedere al gioco ed essere catapultati in questa favolosa dimensione virtuale, dove è possibile fare quasi tutto. Il gioco si basa sui combattimenti con vari tipi di armi. L'obiettivo è quello di sconfiggere i boss di ognuno dei cento piani del castello di Aincrad; ogni piano conta un sacco di città e di dungeon per tutti i gusti dove poter 'expare', esercitarsi e raccogliere oggetti. Tuttavia, verso sera, Kirito, il protagonista, un giovane ragazzino appassionato morboso di questi giochi, e un altro giocatore che aveva conosciuto il giorno stesso, Klein, si accorgono che non è presente il comando "log out" nel menù dei comandi. Vengono poi teletrasportati nella piazza della città dell'inizio, assieme a tutti gli altri giocatori, dal master del gioco, Kayaba Akihiko, il creatore del gioco. Questo spiega loro che non possono più uscire dalla realtà virtuale fino a quando non avessero completato il gioco e sconfitto tutti i boss. Inoltre, i giocatori che morivano nel gioco morivano anche realmente, e coloro ai quali veniva staccato il Nerve Gear avrebbero fatto la stessa fine. Lo sconforto cala sulle persone nella piazza, alcune delle quali si suicidano anche. Dopo qualche giorno, la vita nel gioco aveva "ripreso" ad andare avanti, anche perché per uscire di lì dovevano per forza completare il gioco, per cui prima lo avrebbero fatto e prima sarebbero usciti da lì. Decidono dunque di formare un grande party di giocatori più o meno esperti per andare ad affrontare il boss del primo piano. Tuttavia, durante la battaglia succede un piccolo imprevisto e la situazione degenera. Da qui ha inizio l'avventura solitaria del solitario Kirito-kun. Non procedo oltre per evitare spoiler.
Ecco, questa è la base della trama della prima parte dell'anime, ovvero dall'episodio 1 all'episodio 14. Dopodiché nuovo arco, nuovo gioco. Una volta usciti da SAO, alcuni giocatori non si erano comunque ancora risvegliati, tra i quali c'era Asuna Yuuki, l'amata di Kirito, che aveva conosciuto su SAO e anche in maniera abbastanza profonda, come specifica il famoso capitolo 16.5 della novel. Tuttavia Kirito viene a conoscenza del fatto che essa sta per sposarsi con un imprenditore impiegato nella ditta del padre, ma che questo in realtà vuole solo approfittarsi della bella ragazza. E lui questo di certo non riesce ad accettarlo. Il giorno stesso riceve poi un messaggio da una sua vecchia conoscenza di SAO, il barista, che gli mostra una foto nella quale sembra che sia presente Asuna. La foto è stata scattata all'interno di un altro gioco online, ALO, ALfheim Online, nel quale si diventa delle specie di fatine che hanno la particolare caratteristica di poter volare, e questa attira molti giocatori. Kirito decide così di iniziare a giocare ad ALO per poter salvare la sua amata, ma il tempo a sua disposizione è molto poco, visto che tra non molto si sarebbero tenute le nozze tra quell'uomo e Asuna. Ma fin dall'inizio, a causa di un bug del gioco, si ritrova allo stesso livello e con gli oggetti che aveva quando giocava a SAO, forse dovuto anche al fatto che i server dei due giochi erano gli stessi. Conosce e salva una fatina come prima azione su ALO, colei che alla fine diventerà la sua alleata e compagna nel viaggio verso la liberazione di Asuna e che nasconde un segreto. La trama è molto articolata e non voglio annoiare con eccessivi particolari.
Passiamo ora ai personaggi: sono tanti, in venticinque episodi si presentano una miriade di persone e molto poche vengono ben definite caratterialmente; gran parte sono stereotipi, quattro-cinque sono i protagonisti e due gli antagonisti. Il più interessante è (o meglio era, nella seconda parte dell'anime rovinano pure lui...) Kayaba Akihiko, sviluppato con un suo perché, con un senso e con una buona psicologia di fondo, e ideali ben sviluppati e chiari. I protagonisti principali, ovvero Asuna e Kirito, nella prima parte dell'anime sono anche carini e passabili, a volte anche teneri, sebbene non molto sviluppati psicologicamente. Gli altri personaggi sono un po' anonimi, quasi tutto è incentrato su Kirito che fa il figo qua e là, sconfigge bestioni, spacca, ecc. Questo viene ancor più amplificato in ALO, demolendo completamente l'unico straccio di decenza che aveva questo anime. Un personaggio abbastanza carino, ma anche qui mal realizzato, è la sorella di Kirito, presente soltanto in ALO.
Il character design non è malvagio, gli sfondi sono ben realizzati e colorati, i boss sono molto belli e definiti graficamente. Le scene di combattimento in SAO sono molto buone e appassionano anche, mentre in ALO sono praticamente una brutta copia di quelle di SAO - altro punto a sfavore.
Per quel che riguarda la colonna sonora, beh, una o due OST carine ci sono, ma per il resto nulla di che. Molto buone la prima opening e la seconda ending, forse anche perché mi piacciono molto le cantanti (rispettivamente LiSA e Luna Haruna).
Passiamo ora al finale, anzi, ai finali, uno per ognuna delle due parti dell'anime:
SAO) Il finale è molto bello, un po' forzato ma comunque bello, il combattimento finale mette anche un po' di tristezza e anche stupore. Molto bello anche il discorso finale con Akihiko e l'addio di Asuna e Kirito.
ALO) Il finale... Oddio... Il finale del gioco è qualcosa di veramente orrendo, forzato, ti viene quasi voglia di ribaltare il tavolino o la scrivania. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: "Ma io mi sono guardato questo coso fino alla fine per questo?" Non ne è di certo valsa la pena. Invece, nell'ultimo episodio sviluppano il concetto molto bello e interessante del "Seme del Mondo", ma oramai è troppo tardi... SAO, grazie per averci provato, le faremo sapere.
Commento personale: eccoci arrivati al momento clou della recensione. SAO è stato completamente demolito, devastato, rivoltato e cestinato con la seconda parte della serie, incentrata sul fanservice, utilizzato per coprire i buchi e le insufficienze della trama, sullo stupro di Asuna (nella seconda serie è il punto fisso: tutti la vogliono, tutti la cercano, ma solo per stuprarla) e su particolari inutili e veramente demoralizzanti. Più volte ho rischiato di dropparlo, ma poi ho voluto dargli fiducia, magari si riprende nel finale... E invece no. La prima serie, invece, merita assai, molto ben congegnata, interessante, con combattimenti davvero belli.
La motivazione di un voto così basso è appunto la delusione delle aspettative: non si può davvero buttare via una serie come SAO, partita col botto e davvero carina, è proprio uno spreco. E voi, SAO fags, non vogliatemi male, ci ho provato ad amare la serie, ma c'è qualcosa dal profondo che me lo impedisce. Voto: 2.
"Sword Art Online" parla di un ragazzo di nome Kazuto Kirigaya: dopo tanto tempo l'umanità riesce a creare un mondo completamente virtuale (Sword Art Online) e Kazuto entra in questo fantastico mondo. Il creatore di Sword Art Online, Kayaba Akihiko, disattiva però il logout, in modo tale che, se un giocatore morisse nel gioco, il Nevergear automaticamente gli friggerebbe il cervello. Kirito (Kazuto nel gioco) incontra Asuna e combatteranno insieme per uscire da questa trappola mortale.
Io penso che la storia sia accettabile, purtroppo sono presenti degli aspetti negativi: i tagli della storia e gli episodi inutili abbassano di molto la media del voto, ma la cosa che mi ha dato più fastidio è la "seconda parte" dell'anime, di un'utilità pari a zero.
Gli aspetti che al contrario mi sono piaciuti sono stati la storia d'amore tra Kirito e Asuna, mi è piaciuta perchè Kirito preferirebbe stare in Sword Art Online per sempre, anziché abbandonare Asuna (cosa molto bella da vedere). Un altro aspetto molto positivo è stato l'amore di Kazuto per la sorella e, infine, il finale l'ho trovato quasi perfetto, perché a Kazuto viene il coraggio di uccidere un uomo solo per stare con Asuna per il resto della vita.
Quest'opera è stata la più famosa del passato 2012, ma personalmente la ritengo troppo sopravvalutata. Consiglio comunque Sword Art Online a tutti gli appassionati di anime.
Io penso che la storia sia accettabile, purtroppo sono presenti degli aspetti negativi: i tagli della storia e gli episodi inutili abbassano di molto la media del voto, ma la cosa che mi ha dato più fastidio è la "seconda parte" dell'anime, di un'utilità pari a zero.
Gli aspetti che al contrario mi sono piaciuti sono stati la storia d'amore tra Kirito e Asuna, mi è piaciuta perchè Kirito preferirebbe stare in Sword Art Online per sempre, anziché abbandonare Asuna (cosa molto bella da vedere). Un altro aspetto molto positivo è stato l'amore di Kazuto per la sorella e, infine, il finale l'ho trovato quasi perfetto, perché a Kazuto viene il coraggio di uccidere un uomo solo per stare con Asuna per il resto della vita.
Quest'opera è stata la più famosa del passato 2012, ma personalmente la ritengo troppo sopravvalutata. Consiglio comunque Sword Art Online a tutti gli appassionati di anime.
Dopo un mese dalla visione mi appresto a parlare del fenomeno del 2012, ovvero "Sword Art Online". Per molti un autentico capolavoro, per altri una delle cose più atroci mai viste nella storia degli anime. Solitamente, quando mi imbatto in prodotti dove c'è una così netta divisione, riscontro sempre che la verità sta nel mezzo. Ma qui c'è l'eccezione, infatti "Sword Art Online" è uno dei peggiori anime visti finora.
Premetto che "Sword Art Online" non è totalmente da buttare. Ha un buon comparto grafico, come del resto la maggior parte dei prodotti contemporanei, e un comparto audio non fra i migliori, ma che fa il suo lavoro. Ha anche una buona idea di partenza, con i personaggi che rimangono bloccati in un MMO e devono finire il gioco per liberarsi, con l'aggiunta che chi muore dentro Sword Art Online muore nella realtà. Veramente buono, poteva uscirne un survival con potenziale molto alto. Peccato per come hanno gestito le cose, trasformandolo in un harem con un pizzico di ecchi, combattimenti di serie B e sentimentalismi di serie Z. Senza contare poi i time-skip casuali, e che dal quindicesimo episodio in poi non si parlerà più di Sword Art Online.
Partiamo appunto parlando della prima saga, composta dai primi quattordici episodi, dove se ne possono salvare cinque, mentre i restanti sono filler. Kirito e Asuna che cucinano coniglio, Kirito e Asuna che vanno in vacanza, e molto altro. Per non parlare del fatto che per metà episodi il nostro protagonista conosce sempre una nuova ragazza e questa senza nessun motivo si innamorerà in ogni caso del nostro protagonista. Il 90% dei personaggi sono inutili, visto che appariranno in una puntata ed entro la fine della stessa non si vedranno più. La morte che subiscono alcuni lascia indifferenti, visto che il personaggio è cosi poco approfondito che non cambia nulla ai fini della storia. E i combattimenti? Meglio che cambiate serie, visto che la maggior parte dei combattimenti non li faranno nemmeno vedere, facendo perdere tutto l'approccio survival che poteva avere la serie. Il cervello dei personaggi è pessimo, visto che dicono A e poi fanno B. Esempio? Kirito dice che il suo obiettivo principale è finire il gioco più presto possibile e dieci secondi dopo decide che vuole rimanere nel gioco per sempre, poi passano altri dieci secondi e ritorna all'idea di finire il gioco, e alla fine va a fare una cosa assurda tipo andare a pescare. Passando all'antagonista, poi, si arriva all'apoteosi: il cattivo ha imprigionato persone nel gioco per anni e le ha lasciate morire per nessun motivo, dato che nemmeno lui si ricorda perché ha fatto questo. Insomma, è tutto un polpettone di roba di contorno all'amore di Kirito e Asuna. Tutto troppo insensato, tutto troppo confusionario. Da 1 senza nemmeno pensarci.
Dal quindicesimo episodio la svolta: nuovo gioco, nuovo antagonista, nuovo personaggio che affiancherà Kirito. In questa parte, al posto di Asuna, ci sarà la sorella/cugina di Kirito ad aiutarlo, e indovinate un po' che succede? Sì, si innamora di lui. Il gioco passa da un mondo dove le lotte erano sul piano fisico a uno dove si lotta con la magia, e infatti tutti i personaggi saranno fate. Questa seconda parte è nettamente superiore alla prima, anche se ci troveremo di fronte a ricercatori che, come avatar di gioco, hanno delle lumache giganti che fanno tentacle rape, e un antagonista che vuole violentare una ragazza in coma. Per il resto, almeno in questa parte c'è una trama continua senza insensati time-skip di anni e nemmeno troppi personaggi inutili come nella prima parte. Questo non toglie che, al massimo della bontà, la seconda saga sia un bellissimo 3.
Quindi, che dire di "Sword Art Online"? Se cercate un buon survival, virate su altro. Qualcosa per cui commuovervi? Cambiate serie. Qualcosa con bei personaggi approfonditi? Non sono certamente qui. Insomma, non c'è nulla di interessante in questo polpettone indigesto. Dal mio punto di vista è sconsigliatissimo; non fate il mio errore, c'è di meglio da guardare in giro.
Premetto che "Sword Art Online" non è totalmente da buttare. Ha un buon comparto grafico, come del resto la maggior parte dei prodotti contemporanei, e un comparto audio non fra i migliori, ma che fa il suo lavoro. Ha anche una buona idea di partenza, con i personaggi che rimangono bloccati in un MMO e devono finire il gioco per liberarsi, con l'aggiunta che chi muore dentro Sword Art Online muore nella realtà. Veramente buono, poteva uscirne un survival con potenziale molto alto. Peccato per come hanno gestito le cose, trasformandolo in un harem con un pizzico di ecchi, combattimenti di serie B e sentimentalismi di serie Z. Senza contare poi i time-skip casuali, e che dal quindicesimo episodio in poi non si parlerà più di Sword Art Online.
Partiamo appunto parlando della prima saga, composta dai primi quattordici episodi, dove se ne possono salvare cinque, mentre i restanti sono filler. Kirito e Asuna che cucinano coniglio, Kirito e Asuna che vanno in vacanza, e molto altro. Per non parlare del fatto che per metà episodi il nostro protagonista conosce sempre una nuova ragazza e questa senza nessun motivo si innamorerà in ogni caso del nostro protagonista. Il 90% dei personaggi sono inutili, visto che appariranno in una puntata ed entro la fine della stessa non si vedranno più. La morte che subiscono alcuni lascia indifferenti, visto che il personaggio è cosi poco approfondito che non cambia nulla ai fini della storia. E i combattimenti? Meglio che cambiate serie, visto che la maggior parte dei combattimenti non li faranno nemmeno vedere, facendo perdere tutto l'approccio survival che poteva avere la serie. Il cervello dei personaggi è pessimo, visto che dicono A e poi fanno B. Esempio? Kirito dice che il suo obiettivo principale è finire il gioco più presto possibile e dieci secondi dopo decide che vuole rimanere nel gioco per sempre, poi passano altri dieci secondi e ritorna all'idea di finire il gioco, e alla fine va a fare una cosa assurda tipo andare a pescare. Passando all'antagonista, poi, si arriva all'apoteosi: il cattivo ha imprigionato persone nel gioco per anni e le ha lasciate morire per nessun motivo, dato che nemmeno lui si ricorda perché ha fatto questo. Insomma, è tutto un polpettone di roba di contorno all'amore di Kirito e Asuna. Tutto troppo insensato, tutto troppo confusionario. Da 1 senza nemmeno pensarci.
Dal quindicesimo episodio la svolta: nuovo gioco, nuovo antagonista, nuovo personaggio che affiancherà Kirito. In questa parte, al posto di Asuna, ci sarà la sorella/cugina di Kirito ad aiutarlo, e indovinate un po' che succede? Sì, si innamora di lui. Il gioco passa da un mondo dove le lotte erano sul piano fisico a uno dove si lotta con la magia, e infatti tutti i personaggi saranno fate. Questa seconda parte è nettamente superiore alla prima, anche se ci troveremo di fronte a ricercatori che, come avatar di gioco, hanno delle lumache giganti che fanno tentacle rape, e un antagonista che vuole violentare una ragazza in coma. Per il resto, almeno in questa parte c'è una trama continua senza insensati time-skip di anni e nemmeno troppi personaggi inutili come nella prima parte. Questo non toglie che, al massimo della bontà, la seconda saga sia un bellissimo 3.
Quindi, che dire di "Sword Art Online"? Se cercate un buon survival, virate su altro. Qualcosa per cui commuovervi? Cambiate serie. Qualcosa con bei personaggi approfonditi? Non sono certamente qui. Insomma, non c'è nulla di interessante in questo polpettone indigesto. Dal mio punto di vista è sconsigliatissimo; non fate il mio errore, c'è di meglio da guardare in giro.
Per rendere al meglio le mie impressioni su questo titolo penso che una buona premessa sia la cosa migliore: adoro i gioochi del tipo "Final Fantasy" - passatemi il termine -, in cui i personaggi si potenziano avanzando nel gioco, acquisendo nuove armi e tecniche sempre più potenti, combattendo boss sempre più forti e così via; odio i giochi di fatine svolazzanti dove l'unico obiettivo è volare, volare, volare... e non mi bastano dei combattimenti in aria per farmi piacere il suddetto gioco.
Quindi, immaginatevi la mia reazione al passaggio da Sword Art Online a ALfheim Online.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Se volessi descrivere quest'anime con una parola, mi verrebbe spontaneo pensare a "fantastico": la grafica, la trama, i combattimenti, l'ambiente, i personaggi, persino la storia d'amore tra Asuna e Kirito, mi hanno davvero impressionato. Il primo episodio di questa serie è uno dei pochi che mi abbia lasciato, come si suol dire, con la bocca aperta, perché un risvolto del genere proprio non me l'aspettavo e sono rimasto piacevolmente sorpreso. Cento livelli da superare, ognuno con un boss sempre più forte dell'altro? Benissimo! Un protagonista che non solo è un vagabondo solitario, ma è sostanzialmente il personaggio più forte di tutto il gioco, con una tecnica unica all'interno di questo e che combatte sempre in avanguardia? Superbenissimo! Un nemico che si nasconde tra le fila dei buoni come loro leader, fregando tutti quanti alla grande, e che rivela che lui sarebbe stato il boss finale? Sto godendo. Aggiungiamoci che ho adorato il design delle armi e le ambientazioni dei vari livelli, ogni singolo dettaglio della trama, compresi anche gli episodi "filler", i costumi, i mostri e soprattutto i boss - o forse è meglio dire il boss: lo Skull Reaper è una delle cose più belle che mi sia mai capitato di vedere. Avevo i brividi quando è allegramente caduto dal soffitto cominciando a uccidere tutti quanti. E quello era solo il settantacinquesimo livello!
Ah, ho personalmente adorato anche le soundtrack.
Questa sarebbe la mia recensione di "Sword Art Online"... se si fosse fermato a Sword Art Online, se si fosse fermato al quattordicesimo episodio, se non fosse esistito ALfheim.
Infatti, riguardo la prima parte, nulla da ridire, ma sulla seconda... Odio le fate, odio le ali, odio volare, odio i combattimenti in aria, ecc. L'unica cosa buona che è stata aggiunta con questo nuovo gioco è stata la magia, l'unica cosa che mancava a Sword Art Online, per non si sa quale motivo. Per il resto la trama e le ambientazioni sono rimaste dello stesso livello rispetto alla parte precedente, idem per le colonne sonore, le armi (anche se non tutte), le ambientazioni, ecc. Ma manca l'atmosfera di Sword Art Online, purtroppo. Mancano l'ansia da combattimento, la fatica e l'impegno che c'erano in Sword Art Online e che si percepivano a ogni episodio. Persino il cattivone di turno, che dovrebbe essere il più 'figo dei fighi' all'interno del gioco, indossa una corona da lapsus puerile e dei vestiti da re delle Winx... Per fortuna è stato fregato dal cattivone della prima parte (lode a Kayaba!).
Fine parte contenente spoiler
Insomma, tutto sommato è un ottimo anime, veramente un peccato per la seconda parte che ha tolto tutta l'atmosfera a "Sword Art Online". Il mio voto finale sarebbe un 8 e mezzo (il che fa capire quanto io abbia adorato quest'anime fino al quattordicesimo episodio), che, essendo costretto a scegliere, diventa un 8 per la depressione cronica che mi ha causato la seconda parte dell'opera.
E' un anime che comunque consiglio a tutti, anche se può piacere o non piacere a seconda dei gusti, in quanto immancabile nella collezione di ogni buon "otaku".
Quindi, immaginatevi la mia reazione al passaggio da Sword Art Online a ALfheim Online.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Se volessi descrivere quest'anime con una parola, mi verrebbe spontaneo pensare a "fantastico": la grafica, la trama, i combattimenti, l'ambiente, i personaggi, persino la storia d'amore tra Asuna e Kirito, mi hanno davvero impressionato. Il primo episodio di questa serie è uno dei pochi che mi abbia lasciato, come si suol dire, con la bocca aperta, perché un risvolto del genere proprio non me l'aspettavo e sono rimasto piacevolmente sorpreso. Cento livelli da superare, ognuno con un boss sempre più forte dell'altro? Benissimo! Un protagonista che non solo è un vagabondo solitario, ma è sostanzialmente il personaggio più forte di tutto il gioco, con una tecnica unica all'interno di questo e che combatte sempre in avanguardia? Superbenissimo! Un nemico che si nasconde tra le fila dei buoni come loro leader, fregando tutti quanti alla grande, e che rivela che lui sarebbe stato il boss finale? Sto godendo. Aggiungiamoci che ho adorato il design delle armi e le ambientazioni dei vari livelli, ogni singolo dettaglio della trama, compresi anche gli episodi "filler", i costumi, i mostri e soprattutto i boss - o forse è meglio dire il boss: lo Skull Reaper è una delle cose più belle che mi sia mai capitato di vedere. Avevo i brividi quando è allegramente caduto dal soffitto cominciando a uccidere tutti quanti. E quello era solo il settantacinquesimo livello!
Ah, ho personalmente adorato anche le soundtrack.
Questa sarebbe la mia recensione di "Sword Art Online"... se si fosse fermato a Sword Art Online, se si fosse fermato al quattordicesimo episodio, se non fosse esistito ALfheim.
Infatti, riguardo la prima parte, nulla da ridire, ma sulla seconda... Odio le fate, odio le ali, odio volare, odio i combattimenti in aria, ecc. L'unica cosa buona che è stata aggiunta con questo nuovo gioco è stata la magia, l'unica cosa che mancava a Sword Art Online, per non si sa quale motivo. Per il resto la trama e le ambientazioni sono rimaste dello stesso livello rispetto alla parte precedente, idem per le colonne sonore, le armi (anche se non tutte), le ambientazioni, ecc. Ma manca l'atmosfera di Sword Art Online, purtroppo. Mancano l'ansia da combattimento, la fatica e l'impegno che c'erano in Sword Art Online e che si percepivano a ogni episodio. Persino il cattivone di turno, che dovrebbe essere il più 'figo dei fighi' all'interno del gioco, indossa una corona da lapsus puerile e dei vestiti da re delle Winx... Per fortuna è stato fregato dal cattivone della prima parte (lode a Kayaba!).
Fine parte contenente spoiler
Insomma, tutto sommato è un ottimo anime, veramente un peccato per la seconda parte che ha tolto tutta l'atmosfera a "Sword Art Online". Il mio voto finale sarebbe un 8 e mezzo (il che fa capire quanto io abbia adorato quest'anime fino al quattordicesimo episodio), che, essendo costretto a scegliere, diventa un 8 per la depressione cronica che mi ha causato la seconda parte dell'opera.
E' un anime che comunque consiglio a tutti, anche se può piacere o non piacere a seconda dei gusti, in quanto immancabile nella collezione di ogni buon "otaku".
Questo anime è entrato in maniera perentoria nel mio personalissimo "harem" delle serie di animazione preferite. Inizialmente l'ho snobbato a causa delle tematiche e delle recensioni che ha ricevuto, ma ho imparato che spesso e volentieri devo fare di testa mia, e il risultato è un 10 pieno e forse anche di più, con la speranza di vedere una seconda stagione.
Ma veniamo a noi: qui si parla di RPG, ovvero una delle mie primarie passioni in termini di videogames, quindi non avrei mai potuto lasciarmelo scappare. Sebbene gli MMO non mi interessino più di tanto (non avrei tempo da dedicarvi e già ne ho pochissimo per queste serie), trovo che l'anime sia veramente spettacolare in termini di action, ma anche a livello sentimentale. Ho letto recensioni in cui si parla di una prima parte sontuosa e di una seconda al limite dell'inutilità; ebbene, io non sono d'accordo affatto. Ok, ci sono scene veramente discutibili, ma il filo conduttore di quest'anime è sempre lo stesso, ovvero la relazione tra Kirito e Asuna, molto, molto bella. La trama è avvincente, le musiche decenti, i disegni abbastanza curati e piacevoli da guardare. Le puntate scorrono via senza problemi e si ha sempre voglia di vedere cosa accade dopo. Manca forse un po' di tono epico al gioco in sé, ma non si può avere tutto.
Consigliato agli amanti del genere action e sentimentale, ma può comunque essere visto più o meno da tutti. Confermo il 10!
Ma veniamo a noi: qui si parla di RPG, ovvero una delle mie primarie passioni in termini di videogames, quindi non avrei mai potuto lasciarmelo scappare. Sebbene gli MMO non mi interessino più di tanto (non avrei tempo da dedicarvi e già ne ho pochissimo per queste serie), trovo che l'anime sia veramente spettacolare in termini di action, ma anche a livello sentimentale. Ho letto recensioni in cui si parla di una prima parte sontuosa e di una seconda al limite dell'inutilità; ebbene, io non sono d'accordo affatto. Ok, ci sono scene veramente discutibili, ma il filo conduttore di quest'anime è sempre lo stesso, ovvero la relazione tra Kirito e Asuna, molto, molto bella. La trama è avvincente, le musiche decenti, i disegni abbastanza curati e piacevoli da guardare. Le puntate scorrono via senza problemi e si ha sempre voglia di vedere cosa accade dopo. Manca forse un po' di tono epico al gioco in sé, ma non si può avere tutto.
Consigliato agli amanti del genere action e sentimentale, ma può comunque essere visto più o meno da tutti. Confermo il 10!
"Sword Art Online" è un anime prodotto nel 2012 dalla casa produttrice Aniplex, in collaborazione con Genco, ASCII Media Works e tante altre.
Trama
Anno 2022: siamo in un futuro non molto distante, in cui le persone sono solite utilizzare nuovi apparecchi per la realtà aumentata, e l'immedesimazione nei videogiochi è diventata molto più marcata. E' uscito da poco un nuovo gioco online, un Virtual MMO chiamato "Sword Art Online", che è riuscito a capitare tra le mani di sole diecimila persone. Il nostro protagonista, un ragazzo appassionato di giochi e computer, ha avuto la fortuna di giocare alla beta di Sword Art Online (da ora chiamato SAO), che l'ha lasciato piacevolmente colpito. Convinto delle potenzialità del nuovo software, il ragazzo si connette tramite il NerveGear (apparecchio per la realtà aumentata) a questo nuovo e vasto mondo, per poterlo finalmente giocare in modo ufficiale e non più in beta. Non passerà poco tempo, però, che il Game Master deciderà di giocare un brutto tiro a tutti e 13'000 i giocatori connessi: non si potrà più 'sloggare'. Lo scopo, da quel momento in poi, sarà quello di finire il gioco e battere il boss finale. Ad aggiungere un tocco di difficoltà al tutto, il Game Master decide di collegare la morte dell'avatar in gioco alla morte della persona che indossa il NerveGear. Tramite degli impulsi al cervello, infatti, il NerveGear può essere capace di uccidere una persona, sia che l'avatar muoia in game, sia che un esterno provi a disconnetterlo. Rassegnati, molti si suicidano, e molti prendono sul serio la cosa: uno di questi è Kirito, il nostro protagonista, che, senza pensarci due volte, decide di partire solo, trovando qua e là vari personaggi, che lo aiuteranno (o lui aiuterà loro) a procedere con l'avventura. In questa prima parte dell'anime possiamo quindi trovare un profondo studio degli MMO. Varie meccaniche, come lo 'switching' tra i personaggi in un party nei combattimenti, o le strutture dei dungeon, vengono prese abbastanza seriamente per costruire il mondo di SAO, quello dell'anime si intende. I produttori hanno perso molto tempo per studiare il modo migliore per gestire gli spazi al migliore dei modi, e ci sono riusciti in modo più che discreto: il castello di Aincrad si presenta ben caratterizzato, così come la quantità dei mostri, la loro varietà e le diverse città. Ora, però, rientrando nell'ambito dell'anime, è più che doveroso parlare dei personaggi: mentre all'inizio conosceremo solo Kirito e Klein, più avanti nell'avventura conosceremo Asuna, una ragazza che accompagnerà Kirito nella maggior parte della sua avventura. E' qui, però, che partono alcuni problemi: una cosa che mi ha lasciato molto perplesso, al di là della pochezza di carattere e, soprattutto, di presenza di alcuni personaggi, è stato proprio il "primo finale", intorno al quattordicesimo episodio.
Attenzione, questa parte contiene spoiler
Dopo il quattordicesimo episodio, Kirito riesce a battere insieme ad Asuna il boss finale, al solo settantacinquesimo piano. Come se ciò non bastasse, però, dopo essere uscito da SAO, Kirito scopre che Asuna è rimasta bloccata col NerveGear insieme ad altre 299 persone. E' per questo che Kirito, per salvare Asuna, decide di passare in un altro gioco in cui sembra essere stata avvistata, ALfheim Online. Qui partono i problemi: tralasciando il fatto che la "sorella" di Kirito non viene vista nella prima metà dell'anime, dalla seconda metà in poi lei diventa quasi un main character, lasciando ad Asuna la parte di side character. Tutto questo va a sposarsi perfettamente con una sorta di pseudo-shojo nel quale vediamo Sugu continuamente assillata da, contemporaneamente, un amore sfrenato per Kirito e Kazuto, il ragazzo. Nulla di troppo preoccupante, ma quello che è stato un passo troppo azzardato è stato proprio il passaggio di Sugu da side character a main character, che, almeno per me, è stato motivo di noia e irritazione per buona parte degli episodi finali.
Fine parte contenente spoiler
La seconda parte dell'anime, quindi, sarà semplicemente costellata da molti momenti morti nel tentativo di "ricostruire" ciò che si è perso, ed è per questo che molti hanno deprezzato o droppato l'anime in questo punto. Io non l'ho fatto, e devo dire che ho scoperto che questa sorta di enorme "filler" sia riuscita a dare una profondità ad alcuni personaggi, introducendone nuovi, ma lasciando le personalità di Kirito e Asuna quasi del tutto invariate. Se la dovessimo mettere in generale, le mentalità dei veri protagonisti non cambiano quasi per niente e questa seconda parte non pare che un mero modo per allungare un brodo già lungo di suo. Fare un anime basato su un gioco online è stata una scelta azzardata, ma bisogna capire quale sia la soglia tra il "capolavoro" e l' "inutile". Un buon lato dell'anime, però, sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi, che non saranno proprio approfonditi al massimo, ma lo si può capire, data la loro quantità più che discreta. Mentalità e ideali sono abbastanza delineati nell'arco della produzione animata, e ciò non fa che beneficiare della componente "immedesimazione", che era piuttosto poca a inizio serie.
Lato tecnico
Se dal punto di vista della trama troviamo una discreta serie di lacune, almeno per quanto concerne la scelta registica di continuare oltre il dovuto, per quanto riguarda grafica e sonoro c'è da fare un plauso agli sviluppatori. La grafica pare piuttosto standard, ma il momento in cui brilla davvero è nell'animazione: molto bella, piena di colori, effetti particellari ed espressività: il carisma dei personaggi raggiunge il suo apice solo in questi pochi momenti, data la pochissima quantità dei combattimenti nella serie. Dal punto di vista sonoro, invece, troviamo alcune soundtrack veramente belle e di compagnia, mentre opening ed ending non fanno che essere snervanti, dopo che son state sentite una volta o due. Io stesso mi son trovato molte volte a 'skipparle' per continuare a vedere gli episodi nel modo più veloce possibile, ma non si può negare che non siano fatte bene, anzi, tendono a rimanere in testa per molto tempo.
Commento finale
Devo fare una confessione: sono un maniaco dei mondi fantastici. Non quelli pieni di elfi ed elementi fantasy strapompati, ma di quei mondi che contengono tanti segreti, quei mondi che devono essere scoperti, e tu, insieme al tuo avatar, o al protagonista dell'anime, del gioco, o del libro che sia, impari a conoscere in ogni particolare. E' per questo, e solo per questo, che "Sword Art Online" guadagna molti più punti di quanti non ne avesse già di suo standard. E' un anime carino da vedere, forse troppo pretenzioso, ma che sa dare soddisfazioni molto grandi se mostrato alla giusta audience. Ho amato davvero la sidestory romantica tra Kirito e Asuna, che ha tenuto banco per tutta la serie, e sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che il mondo di SAO (non di ALO) sia davvero vario e vivo, pronto a essere scoperto, e pronto a tendere trappole a ogni lato. Sono personalmente contento di aver visto quest'anime, nonostante i miei pregiudizi nei suoi confronti fossero veramente tanti: è sicuramente uno degli anime più snobbati della stagione passata, ma, contemporaneamente, uno dei più ingiustamente accusati di pochezza di contenuti, cosa che onestamente non trovo in questo momento opportuna. Personalmente, la vedo in questo modo: dopo aver visto "Accel World" (realizzato dallo stesso scrittore) ho subito notato che mancava un elemento che avrebbe portato quella serie a un livello tutto nuovo. Quello stesso elemento, però, l'ho ritrovato in SAO, ed è la serietà. La serietà nella mentalità del protagonista, la serietà e il cuore che ci mette Kirito per salvare sé stesso e chi ha intorno. Kirito non sarà il massimo dei main character, ma riesce a ricalcare bene quale sia il pensiero del giocatore di MMO medio. Ingenuo, stupido? Secondo me è semplicemente sincero. Grazie a questo, alla sidestory romantica, e al nuovo mondo tutto da esplorare, mi sento pronto a dire che SAO si piazza allo stesso livello di "Marchen Awakens Romance". Mi ha dato sensazioni simili, e ciò e inequivocabile. Lo consiglio? No, non è per niente un anime per tutti. E' ottimo per chi inizia, perché anime del genere capitano poche volte, ad addentrarsi nel mondo dell'animazione giapponese. Non è di certo un masterpiece, ma sa scavare il proprio posto nel cuore dello spettatore.
Voto Finale: 9
Qualità fansub: ho seguito la collaborazione tra gli NSS e gli AD, ma consiglio a chi è interessato di aspettare il dub italiano. Anche se, personalmente, consiglierei di guardare l'anime in lingua originale sottotitolato, a voi la scelta.
Pro: storia originale, character development discreto, ottime animazioni, buoni effetti grafici, grande varietà di situazioni.
Contro: poco sviluppo per alcuni personaggi, poca originalità nella seconda metà dell'anime, character design un passo indietro, inspiegabilità di alcune scelte o situazioni.
Trama
Anno 2022: siamo in un futuro non molto distante, in cui le persone sono solite utilizzare nuovi apparecchi per la realtà aumentata, e l'immedesimazione nei videogiochi è diventata molto più marcata. E' uscito da poco un nuovo gioco online, un Virtual MMO chiamato "Sword Art Online", che è riuscito a capitare tra le mani di sole diecimila persone. Il nostro protagonista, un ragazzo appassionato di giochi e computer, ha avuto la fortuna di giocare alla beta di Sword Art Online (da ora chiamato SAO), che l'ha lasciato piacevolmente colpito. Convinto delle potenzialità del nuovo software, il ragazzo si connette tramite il NerveGear (apparecchio per la realtà aumentata) a questo nuovo e vasto mondo, per poterlo finalmente giocare in modo ufficiale e non più in beta. Non passerà poco tempo, però, che il Game Master deciderà di giocare un brutto tiro a tutti e 13'000 i giocatori connessi: non si potrà più 'sloggare'. Lo scopo, da quel momento in poi, sarà quello di finire il gioco e battere il boss finale. Ad aggiungere un tocco di difficoltà al tutto, il Game Master decide di collegare la morte dell'avatar in gioco alla morte della persona che indossa il NerveGear. Tramite degli impulsi al cervello, infatti, il NerveGear può essere capace di uccidere una persona, sia che l'avatar muoia in game, sia che un esterno provi a disconnetterlo. Rassegnati, molti si suicidano, e molti prendono sul serio la cosa: uno di questi è Kirito, il nostro protagonista, che, senza pensarci due volte, decide di partire solo, trovando qua e là vari personaggi, che lo aiuteranno (o lui aiuterà loro) a procedere con l'avventura. In questa prima parte dell'anime possiamo quindi trovare un profondo studio degli MMO. Varie meccaniche, come lo 'switching' tra i personaggi in un party nei combattimenti, o le strutture dei dungeon, vengono prese abbastanza seriamente per costruire il mondo di SAO, quello dell'anime si intende. I produttori hanno perso molto tempo per studiare il modo migliore per gestire gli spazi al migliore dei modi, e ci sono riusciti in modo più che discreto: il castello di Aincrad si presenta ben caratterizzato, così come la quantità dei mostri, la loro varietà e le diverse città. Ora, però, rientrando nell'ambito dell'anime, è più che doveroso parlare dei personaggi: mentre all'inizio conosceremo solo Kirito e Klein, più avanti nell'avventura conosceremo Asuna, una ragazza che accompagnerà Kirito nella maggior parte della sua avventura. E' qui, però, che partono alcuni problemi: una cosa che mi ha lasciato molto perplesso, al di là della pochezza di carattere e, soprattutto, di presenza di alcuni personaggi, è stato proprio il "primo finale", intorno al quattordicesimo episodio.
Attenzione, questa parte contiene spoiler
Dopo il quattordicesimo episodio, Kirito riesce a battere insieme ad Asuna il boss finale, al solo settantacinquesimo piano. Come se ciò non bastasse, però, dopo essere uscito da SAO, Kirito scopre che Asuna è rimasta bloccata col NerveGear insieme ad altre 299 persone. E' per questo che Kirito, per salvare Asuna, decide di passare in un altro gioco in cui sembra essere stata avvistata, ALfheim Online. Qui partono i problemi: tralasciando il fatto che la "sorella" di Kirito non viene vista nella prima metà dell'anime, dalla seconda metà in poi lei diventa quasi un main character, lasciando ad Asuna la parte di side character. Tutto questo va a sposarsi perfettamente con una sorta di pseudo-shojo nel quale vediamo Sugu continuamente assillata da, contemporaneamente, un amore sfrenato per Kirito e Kazuto, il ragazzo. Nulla di troppo preoccupante, ma quello che è stato un passo troppo azzardato è stato proprio il passaggio di Sugu da side character a main character, che, almeno per me, è stato motivo di noia e irritazione per buona parte degli episodi finali.
Fine parte contenente spoiler
La seconda parte dell'anime, quindi, sarà semplicemente costellata da molti momenti morti nel tentativo di "ricostruire" ciò che si è perso, ed è per questo che molti hanno deprezzato o droppato l'anime in questo punto. Io non l'ho fatto, e devo dire che ho scoperto che questa sorta di enorme "filler" sia riuscita a dare una profondità ad alcuni personaggi, introducendone nuovi, ma lasciando le personalità di Kirito e Asuna quasi del tutto invariate. Se la dovessimo mettere in generale, le mentalità dei veri protagonisti non cambiano quasi per niente e questa seconda parte non pare che un mero modo per allungare un brodo già lungo di suo. Fare un anime basato su un gioco online è stata una scelta azzardata, ma bisogna capire quale sia la soglia tra il "capolavoro" e l' "inutile". Un buon lato dell'anime, però, sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi, che non saranno proprio approfonditi al massimo, ma lo si può capire, data la loro quantità più che discreta. Mentalità e ideali sono abbastanza delineati nell'arco della produzione animata, e ciò non fa che beneficiare della componente "immedesimazione", che era piuttosto poca a inizio serie.
Lato tecnico
Se dal punto di vista della trama troviamo una discreta serie di lacune, almeno per quanto concerne la scelta registica di continuare oltre il dovuto, per quanto riguarda grafica e sonoro c'è da fare un plauso agli sviluppatori. La grafica pare piuttosto standard, ma il momento in cui brilla davvero è nell'animazione: molto bella, piena di colori, effetti particellari ed espressività: il carisma dei personaggi raggiunge il suo apice solo in questi pochi momenti, data la pochissima quantità dei combattimenti nella serie. Dal punto di vista sonoro, invece, troviamo alcune soundtrack veramente belle e di compagnia, mentre opening ed ending non fanno che essere snervanti, dopo che son state sentite una volta o due. Io stesso mi son trovato molte volte a 'skipparle' per continuare a vedere gli episodi nel modo più veloce possibile, ma non si può negare che non siano fatte bene, anzi, tendono a rimanere in testa per molto tempo.
Commento finale
Devo fare una confessione: sono un maniaco dei mondi fantastici. Non quelli pieni di elfi ed elementi fantasy strapompati, ma di quei mondi che contengono tanti segreti, quei mondi che devono essere scoperti, e tu, insieme al tuo avatar, o al protagonista dell'anime, del gioco, o del libro che sia, impari a conoscere in ogni particolare. E' per questo, e solo per questo, che "Sword Art Online" guadagna molti più punti di quanti non ne avesse già di suo standard. E' un anime carino da vedere, forse troppo pretenzioso, ma che sa dare soddisfazioni molto grandi se mostrato alla giusta audience. Ho amato davvero la sidestory romantica tra Kirito e Asuna, che ha tenuto banco per tutta la serie, e sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che il mondo di SAO (non di ALO) sia davvero vario e vivo, pronto a essere scoperto, e pronto a tendere trappole a ogni lato. Sono personalmente contento di aver visto quest'anime, nonostante i miei pregiudizi nei suoi confronti fossero veramente tanti: è sicuramente uno degli anime più snobbati della stagione passata, ma, contemporaneamente, uno dei più ingiustamente accusati di pochezza di contenuti, cosa che onestamente non trovo in questo momento opportuna. Personalmente, la vedo in questo modo: dopo aver visto "Accel World" (realizzato dallo stesso scrittore) ho subito notato che mancava un elemento che avrebbe portato quella serie a un livello tutto nuovo. Quello stesso elemento, però, l'ho ritrovato in SAO, ed è la serietà. La serietà nella mentalità del protagonista, la serietà e il cuore che ci mette Kirito per salvare sé stesso e chi ha intorno. Kirito non sarà il massimo dei main character, ma riesce a ricalcare bene quale sia il pensiero del giocatore di MMO medio. Ingenuo, stupido? Secondo me è semplicemente sincero. Grazie a questo, alla sidestory romantica, e al nuovo mondo tutto da esplorare, mi sento pronto a dire che SAO si piazza allo stesso livello di "Marchen Awakens Romance". Mi ha dato sensazioni simili, e ciò e inequivocabile. Lo consiglio? No, non è per niente un anime per tutti. E' ottimo per chi inizia, perché anime del genere capitano poche volte, ad addentrarsi nel mondo dell'animazione giapponese. Non è di certo un masterpiece, ma sa scavare il proprio posto nel cuore dello spettatore.
Voto Finale: 9
Qualità fansub: ho seguito la collaborazione tra gli NSS e gli AD, ma consiglio a chi è interessato di aspettare il dub italiano. Anche se, personalmente, consiglierei di guardare l'anime in lingua originale sottotitolato, a voi la scelta.
Pro: storia originale, character development discreto, ottime animazioni, buoni effetti grafici, grande varietà di situazioni.
Contro: poco sviluppo per alcuni personaggi, poca originalità nella seconda metà dell'anime, character design un passo indietro, inspiegabilità di alcune scelte o situazioni.
"Sword Art Online" è un anime che non consiglio assolutamente.
Per la recensione vorrei dividerlo nelle due saghe: la prima parte ha una storia molto interessante, i personaggi sono ben fatti (soprattutto perché si concentra solo su Kirito ed Asuna), i combattimenti (anche se pochi) sono avvincenti e l'amore tra i protagonisti rende la saga più piacevole.
Nell'episodio 14 "Sword Art Online" subisce un cambiamento drastico. Nella seconda parte cambia il gioco (quindi anche i combattimenti), cambia il modo in cui si affronta la "storia d'amore" e così cambiano anche i personaggi principali. Tutto questo porta alla rovina della storia, che diventa noiosa. Come se non bastasse ad "aggravare" la situazione, l'autore inserisce delle scene per far felici i più "pervertiti" (sorella che si innamora del fratello, scene con tentacoli da peggior hentai, "aggressioni sessuali"...).
L'unica cosa che rimane di ottima qualità è quindi la grafica.
Ricapitolando, darei un 7 alla prima saga e un 2 alla seconda (3 se non ci fossero state le scene "hentai"), e toglierei lo 0.5 dal risultato finale per il nervoso causato dal cambiamento di trama (nella seconda parte ho riassunto tutto ciò che considero vergognoso in poche righe, per non "spoilerare" nulla ai coraggiosi, ma si potrebbe scrivere molto a riguardo).
Per la recensione vorrei dividerlo nelle due saghe: la prima parte ha una storia molto interessante, i personaggi sono ben fatti (soprattutto perché si concentra solo su Kirito ed Asuna), i combattimenti (anche se pochi) sono avvincenti e l'amore tra i protagonisti rende la saga più piacevole.
Nell'episodio 14 "Sword Art Online" subisce un cambiamento drastico. Nella seconda parte cambia il gioco (quindi anche i combattimenti), cambia il modo in cui si affronta la "storia d'amore" e così cambiano anche i personaggi principali. Tutto questo porta alla rovina della storia, che diventa noiosa. Come se non bastasse ad "aggravare" la situazione, l'autore inserisce delle scene per far felici i più "pervertiti" (sorella che si innamora del fratello, scene con tentacoli da peggior hentai, "aggressioni sessuali"...).
L'unica cosa che rimane di ottima qualità è quindi la grafica.
Ricapitolando, darei un 7 alla prima saga e un 2 alla seconda (3 se non ci fossero state le scene "hentai"), e toglierei lo 0.5 dal risultato finale per il nervoso causato dal cambiamento di trama (nella seconda parte ho riassunto tutto ciò che considero vergognoso in poche righe, per non "spoilerare" nulla ai coraggiosi, ma si potrebbe scrivere molto a riguardo).
"Sword Art Online" è un anime del 2012, tratto dalla omonima light novel.
La trama: in un futuro non troppo lontano, il campo videoludico ha fatto passi da gigante, tanto da consentire l'immersione totale nella realtà virtuale del videogioco, grazie al "Nerve Gear". Al momento dell'uscita del tanto atteso gioco Sword Art Online le file davanti ai negozi per accaparrarsene una copia sembrano non finire mai. Il nostro protagonista, Kirito, è fra quelli che riesce ad acquistare il gioco, che già conosceva, in quanto ha fatto parte dei beta tester. Il ragazzo non vede l'ora di fiondarsi all'interno del gioco; in un primo momento tutto va per il verso giusto, ma in un secondo momento si rende conto dell'assenza del tasto per il logout, e di conseguenza dell'impossibilità di uscire dal gioco. Improvvisamente tutti i giocatori online sono trasportati in una piazza nella quale si trova nientemeno che il creatore del gioco, che ne rivela tutte le vere regole: tutti quanti sono imprigionati in quella realtà virtuale, fino al momento in cui riescono a sconfiggere il boss finale. Ad aggravare il tutto c'è il fatto che, se si muore nel gioco, il Nerve Gear rilascerà una potente scossa al corpo reale facendo morire anche nella realtà. Riusciranno i giocatori a vincere e dunque salvarsi?
Passiamo adesso alle mie considerazioni personali: inizialmente vorrei evidenziare il fatto che questo anime ha letteralmente spaccato il pubblico, o si ama o si odia. Leggendo le altre recensioni qui su Animeclick.it la cosa appare rilevante. Per quel che mi riguarda questo è stato uno degli anime più belli che abbia mai visto; e non è nulla di particolare, intendiamoci. In realtà le premesse iniziali non sono nulla di così originale, ma ciò che mi ha colpito è il modo in cui la situazione si evolve. Tutto l'anime ha un'atmosfera davvero unica, che non ho trovato in nessun altro anime: sarà per i disegni fantastici, per le musiche davvero memorabili, per i paesaggi onirici, non so dirlo, ma è questa l'impressione che mi fa. Vorrei fare anche una distinzione fra la prima saga, fino alla puntata 14, e la seconda.
Parlando specificatamente della prima saga, sempre secondo il mio parere, è semplicemente perfetta. E non parlo solo del comparto tecnico che è sempre a livelli altissimi anche nella seconda saga: i combattimenti sono tra i più belli che abbia mai visto in un anime, incredibilmente epici, e che ti tengono davvero incollato allo schermo. Ho anche adorato la dolcissima storia d'amore che si viene a creare e che mi è sembrata abbastanza realistica, senza le solite "giapponesate", ad esempio il bacio visto in tantissime anime come qualcosa di volgare (mi viene alla mente "Special-A", dove addirittura il bacio in guancia era visto come qualcosa di "spinto") o la storia d'amore che deve nascere necessariamente alla fine della serie.
Questo almeno fino alla fine della quattordicesima puntata. Dopo di questa comincia la seconda saga, della quale non voglio dire troppo per non fare spoiler eccessivi. Fatto sta che la qualità della serie (ribadisco che non parlo comunque del comparto tecnico) comincia a scendere inesorabilmente, e solo verso la fine si rialza, ma non raggiunge mai i livelli iniziali. Ho trovato la storia decisamente vuota, e con pochi dei combattimenti che mi hanno tanto colpito - a quanto pare ciò è successo perché hanno voluto togliere numerosi episodi dalla light novel da cui hanno preso ispirazione (non so spiegarmene il motivo, sinceramente).
In definitiva, tenendo conto di tutti i vari aspetti di "Sword Art Online", il voto più adatto oggettivamente sarebbe un 8, media fra il 10 della prima saga ed il 6 della seconda, ma, per il mio gusto personale e per l'atmosfera unica, reputo più opportuno dare un 9.
La trama: in un futuro non troppo lontano, il campo videoludico ha fatto passi da gigante, tanto da consentire l'immersione totale nella realtà virtuale del videogioco, grazie al "Nerve Gear". Al momento dell'uscita del tanto atteso gioco Sword Art Online le file davanti ai negozi per accaparrarsene una copia sembrano non finire mai. Il nostro protagonista, Kirito, è fra quelli che riesce ad acquistare il gioco, che già conosceva, in quanto ha fatto parte dei beta tester. Il ragazzo non vede l'ora di fiondarsi all'interno del gioco; in un primo momento tutto va per il verso giusto, ma in un secondo momento si rende conto dell'assenza del tasto per il logout, e di conseguenza dell'impossibilità di uscire dal gioco. Improvvisamente tutti i giocatori online sono trasportati in una piazza nella quale si trova nientemeno che il creatore del gioco, che ne rivela tutte le vere regole: tutti quanti sono imprigionati in quella realtà virtuale, fino al momento in cui riescono a sconfiggere il boss finale. Ad aggravare il tutto c'è il fatto che, se si muore nel gioco, il Nerve Gear rilascerà una potente scossa al corpo reale facendo morire anche nella realtà. Riusciranno i giocatori a vincere e dunque salvarsi?
Passiamo adesso alle mie considerazioni personali: inizialmente vorrei evidenziare il fatto che questo anime ha letteralmente spaccato il pubblico, o si ama o si odia. Leggendo le altre recensioni qui su Animeclick.it la cosa appare rilevante. Per quel che mi riguarda questo è stato uno degli anime più belli che abbia mai visto; e non è nulla di particolare, intendiamoci. In realtà le premesse iniziali non sono nulla di così originale, ma ciò che mi ha colpito è il modo in cui la situazione si evolve. Tutto l'anime ha un'atmosfera davvero unica, che non ho trovato in nessun altro anime: sarà per i disegni fantastici, per le musiche davvero memorabili, per i paesaggi onirici, non so dirlo, ma è questa l'impressione che mi fa. Vorrei fare anche una distinzione fra la prima saga, fino alla puntata 14, e la seconda.
Parlando specificatamente della prima saga, sempre secondo il mio parere, è semplicemente perfetta. E non parlo solo del comparto tecnico che è sempre a livelli altissimi anche nella seconda saga: i combattimenti sono tra i più belli che abbia mai visto in un anime, incredibilmente epici, e che ti tengono davvero incollato allo schermo. Ho anche adorato la dolcissima storia d'amore che si viene a creare e che mi è sembrata abbastanza realistica, senza le solite "giapponesate", ad esempio il bacio visto in tantissime anime come qualcosa di volgare (mi viene alla mente "Special-A", dove addirittura il bacio in guancia era visto come qualcosa di "spinto") o la storia d'amore che deve nascere necessariamente alla fine della serie.
Questo almeno fino alla fine della quattordicesima puntata. Dopo di questa comincia la seconda saga, della quale non voglio dire troppo per non fare spoiler eccessivi. Fatto sta che la qualità della serie (ribadisco che non parlo comunque del comparto tecnico) comincia a scendere inesorabilmente, e solo verso la fine si rialza, ma non raggiunge mai i livelli iniziali. Ho trovato la storia decisamente vuota, e con pochi dei combattimenti che mi hanno tanto colpito - a quanto pare ciò è successo perché hanno voluto togliere numerosi episodi dalla light novel da cui hanno preso ispirazione (non so spiegarmene il motivo, sinceramente).
In definitiva, tenendo conto di tutti i vari aspetti di "Sword Art Online", il voto più adatto oggettivamente sarebbe un 8, media fra il 10 della prima saga ed il 6 della seconda, ma, per il mio gusto personale e per l'atmosfera unica, reputo più opportuno dare un 9.
Sono trascorsi alcuni mesi dall'ultimo episodio di "Sword Art Online" e, con una mente più lucida e distaccata, decido di riscrivere la suddetta recensione. Al di là dell'hype, dell'orda di fanboy e fungirl spasimanti per un'eventuale nuova serie (e furibondi perché la Dynit ha osato acquistarlo), e di questa contaminazione mentale di massa che ha portato con sé la visione dell'opera, è opportuno dare alle cose i nomi che spettano loro di diritto.
Per cui, affermo senz'alcun rimorso che "Sword Art Online" è una trollata di proporzioni bibliche, una farsa apocalittica che ha letteralmente drogato e disattivato i neuroni a migliaia di otaku (tanto che la satira sugli anime ha trovato terreno fertilissimo in quest'opera, basti cercare 'Swag Art Online' su Facebook o Google immagini), una gigantesca presa per i fondelli all'intelletto umano e ultimo, ma non per importanza, un elogio (nemmeno tanto velato) a soggetti come Bettino Craxi, con annesso tentativo di riscatto morale post mortem. Quest'ultima frase sarà spiegata nel corso della recensione.
Che cos'ha avuto di così eccezionale "Sword Art Online" da attirare come falene a una lampadina migliaia di persone e generare una sopravvalutazione così esagerata? Sostanzialmente, due cose: un'idea di base potenzialmente interessante e un comparto grafico all'altezza dei tempi. In soldoni, però, come si traduce? Con quattro parole tipiche dell'universo hentai: fanservice, harem, incest e tentacle rape. Siamo di fronte all'ennesimo hentai scadente? Au contraire! "Sword Art Online" è stato presentato come la serie rivelazione dell'estate 2012 e rivolta a tutto il pubblico, e già qui c'è qualcosa che non quadra. "Sword Art Online" trae le sue origini dall'omonima light novel, che non ho letto, né ho intenzione di farlo a breve, pertanto il mio giudizio è sostanzialmente inerente alla visione degli episodi dell'anime.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Trama: la trama è riassumibile più o meno così. In un futuro non troppo lontano l'industria dei videogame vuole coinvolgere la propria utenza a livelli d'interazione sempre superiori. Da qui lo sviluppo del "NerveGear", una sorta di casco interattivo che permette al giocatore d'immergersi nella realtà virtuale, evitando l'utilizzo di tastiera e mouse. Kirito, protagonista di questa serie, nonché precedente beta tester del gioco, s'immerge in questa realtà in stile fantasy/medievale. Da qui l'admin del gioco, Kayaba Akihiko (il Bettino Craxi del gioco, ma ne riparleremo), dà il benvenuto ai vari giocatori e, nel mentre che qualcuno tenta di disconnettersi, li avvisa, quasi con noncuranza, che dal suddetto videogame è impossibile disconnettersi, pena la morte (come faccia un casco a uccidere lanciando chissà quale impulso alla scatola cranica è un mistero degno di Voyager, tanto che non sono presenti elettrodi o altri elementi visibili a "contatto diretto" col cranio). Chi vuole sopravvivere ha due alternative, o conduce la sua esistenza all'interno del gioco (come sia possibile mantenere in vita un corpo organico con dati virtuali è l'ennesimo mistero), oppure deve superare i cento livelli previsti dal gioco e sconfiggere il boss finale, ovvero l'admin medesimo. Detto così, l'incipit potrebbe essere anche interessante, una sorta di survival game in cui ci si coalizza per la sopravvivenza di fronte a un nemico comune, una sorta di scienziato pazzo incurante della vita umana per i suoi ideali. Una serie che trasmette un senso d'inquietudine e oppressione per via del fatto che non è possibile fuggire, pena il suicidio. Si potrebbe pensare: "Wow, che sviluppo originale e inaspettato! Diamogli una possibilità!" Peccato che queste promesse vengano sconfessate praticamente subito, poiché il tutto degenera non solo ai livelli del banale e dello stereotipato, ma addirittura dello squallido e dello stucchevole, fino a precipitare in qualcosa che ha praticamente rinnegato le premesse iniziali, divenendo una sorta di caccia al boss, conquista dell'equipaggiamento più prestante, conquista delle spasimanti di turno e ottenimento fuori da ogni logica e coerenza di abilità e poteri speciali, che conferiscono al protagonista (da beta tester è passato a cheater, ossia a beater... fantasia portami via!) l'aura del figo/bel tenebroso/lupo solitario che suscita invidia negli altri giocatori e fa squagliare le varie signorine (non importa se bambine o ragazzine, tutto fa brodo). Se le note dolenti si fossero limitate a questo, tutto sommato non sarebbe stato così tragico, il peggio però giunge quando Kirito riesce a conversare con Kayaba Akihiko e alla domanda: "Perché hai creato tutto questo?", da cui ci si aspetta chissà quale rivelazione o nobile intento che possano perlomeno giustificare l'eccidio di oltre duemila persone, la risposta è nientemeno che un "Boh!" Lo so, amici lettori, placate la vostra ira, so quanto possa essere atroce subire trollate di questo tipo, ma, credetemi, non è una menzogna. Uno si sorbisce una serie colma di difetti e cadute di stile per trovare un minimo di risposte alle proprie domande, e sul più bello viene trollato come se tutto questo fosse una cosuccia da niente! Quindi, Kayaba Akihiko, oltre a essere un assassino di massa, è pure l'essere più insulso su questo pianeta. Qualcuno direbbe: "E’ finita qui?" Magari amici miei, magari! Purtroppo, in "Sword Art Online" è presente una seconda saga chiamata ALfheim Online. Kirito e amichetti, non contenti d'aver trascorso oltre due anni della propria esistenza in coma, decidono di tornare in un nuovo gioco online basato sul server e sulla meccanica del buon vecchio Sword Art Online. Follia umana? Sadomasochismo elevato all'ennesima potenza? Non aver niente di meglio da fare nella vita? Totale mancanza di reazioni umane minimamente razionali e coerenti? Tutto di tutto questo, e non solo. Tutto degenera fino a raschiare ogni fondo di barile. Troviamo la sorellina incestuosa di Kirito, serie di colpi di scena farlocchi da fare invidia ai peggiori cliché, nuovi malati mentali con manie ossessivo compulsive (della serie: sposiamoci con una ragazza in coma, non dirà mai di no!)
Fine parte contenente spoiler
Grafica: l'unica cosa che mi sento di elogiare in questo putridume è la grafica dell'anime. Ambientazioni a dir poco spettacolari, animazioni molto valide (specie nei combattimenti), tuttavia non è eccellente. Il character design ricorda fin troppo "Toradora!", per cui, a mio avviso, è impresentabile.
Sonoro: sostanzialmente senza infamia e senza lode. Orecchiabile l'opening della prima serie, decisamente peggiore quella della seconda. Doppiaggio nella media, talvolta fastidioso, effetti sonori nella media.
Personaggi: se la trama non fosse già aberrante di per sé, ecco che a peggiorare la situazione entrano in scena i personaggi. Partendo dal protagonista della serie, un bamboccio esagitato privo di qualsiasi caratterizzazione, passando per la fidanzatina pseudo tsundere, fino ad arrivare alla sorellina e ai vari cattivoni, s'intuisce fin da subito la loro pessima realizzazione. Nessuno che si evolva, nessuno che impari qualcosa dal passato, tutti sono quelli di prima, se non peggio. Praticamente è come se a giocare ad ALfheim non si sia fatto minimamente tesoro di ciò che è accaduto prima. Posso capire gli smemorati, ma qui si sconfina nel patologico.
Sceneggiatura: ennesima nota dolente dell'anime. La gestione temporale passa dall'allegro all'assurdo, si eseguono salti di livello mai spiegati, gli anni volano via come se nulla fosse. Si sa solo che muoiono oltre duemila persone ricoverate negli ospedali, che sono trascorsi circa due anni e mezzo dalla conclusione del gioco e nulla più. Non si sa se i giocatori soffrano di piaghe da decubito o meno dopo aver trascorso anni della loro vita in un letto ospedaliero con la testa ingabbiata in un casco, non si capisce come mai i vari utenti non abbiano perso i loro capelli per colpa di un casco che non si possono togliere (non dico calvizie o alopecia areata, ma nemmeno qualche crosticina in testa, per non essersi mai lavati la testa in tutto questo tempo), non si conoscono le loro condizioni di salute (si sa solo che la loro riabilitazione dopo due anni di convalescenza a letto li rende belli pimpanti nel giro di pochi giorni; la mutua ringrazia), non si sa quali provvedimenti siano stati adottati (se mai ve ne fossero stati) dal mondo esterno per porre rimedio alla catastrofe videoludica. La tragicommedia però è a monte, mi si perdoni la ripetitività; come faccia un casco per la realtà virtuale a uccidere nel reale è davvero inconcepibile, oltre al fatto che esistono forme di vita virtuali che seguono i personaggi da un gioco all'altro. Follia? No: "Sword Art Online". Trascuro poi la parte dedicata a inquadrature in perfetto stile ecchi, che se in "Sword Art Online" erano più limitate, in ALfheim online sovrabbondano fino a degenerare oltre al tollerabile, andando a sommarsi a lumaconi tentacolari che "sondano" le malcapitate, a sorelline incestuose e all'arricchimento indiscriminato del già nutrito "fronte harem di Kirito". È davvero dura fare peggio di così.
Finale: se non fosse un anime (dunque un presunto prodotto ai fini dell'intrattenimento) ci sarebbe da prendere a craniate il muro. Il finale è qualcosa di indescrivibilmente squallido. Buonismo gratuito a go go, tutto si perdona come se nulla fosse accaduto, santificazione di criminali assassini di massa (perché hanno creato il gioco in cui si sono "divertiti" tanto, ricordiamolo) in perfetto stile "rivalutazione alla Bettino Craxi", che, nonostante avesse commesso in vita dei reati, ora viene elogiato da certe forze politiche come grande statista. E, a scanso di ogni morale e insegnamento sull'abuso dei videogame (non sia mai!), tutti insieme a rigiocare a "Sword Art Online"! Evviva!
Conclusioni: che cosa si salva da quest'aberrazione spacciata per serie del millennio? Un'unica cosa: la grafica. Ecco perché do come voto 2 e non 1. Volete vedere degli scenari spettacolari e qualche combattimento carino a patto di scendere a compromessi col vostro intelletto e buon senso? Potete guardarvi "Sword Art Online". Avete un briciolo di amor di sé? Passate tranquillamente ad altro.
Per cui, affermo senz'alcun rimorso che "Sword Art Online" è una trollata di proporzioni bibliche, una farsa apocalittica che ha letteralmente drogato e disattivato i neuroni a migliaia di otaku (tanto che la satira sugli anime ha trovato terreno fertilissimo in quest'opera, basti cercare 'Swag Art Online' su Facebook o Google immagini), una gigantesca presa per i fondelli all'intelletto umano e ultimo, ma non per importanza, un elogio (nemmeno tanto velato) a soggetti come Bettino Craxi, con annesso tentativo di riscatto morale post mortem. Quest'ultima frase sarà spiegata nel corso della recensione.
Che cos'ha avuto di così eccezionale "Sword Art Online" da attirare come falene a una lampadina migliaia di persone e generare una sopravvalutazione così esagerata? Sostanzialmente, due cose: un'idea di base potenzialmente interessante e un comparto grafico all'altezza dei tempi. In soldoni, però, come si traduce? Con quattro parole tipiche dell'universo hentai: fanservice, harem, incest e tentacle rape. Siamo di fronte all'ennesimo hentai scadente? Au contraire! "Sword Art Online" è stato presentato come la serie rivelazione dell'estate 2012 e rivolta a tutto il pubblico, e già qui c'è qualcosa che non quadra. "Sword Art Online" trae le sue origini dall'omonima light novel, che non ho letto, né ho intenzione di farlo a breve, pertanto il mio giudizio è sostanzialmente inerente alla visione degli episodi dell'anime.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Trama: la trama è riassumibile più o meno così. In un futuro non troppo lontano l'industria dei videogame vuole coinvolgere la propria utenza a livelli d'interazione sempre superiori. Da qui lo sviluppo del "NerveGear", una sorta di casco interattivo che permette al giocatore d'immergersi nella realtà virtuale, evitando l'utilizzo di tastiera e mouse. Kirito, protagonista di questa serie, nonché precedente beta tester del gioco, s'immerge in questa realtà in stile fantasy/medievale. Da qui l'admin del gioco, Kayaba Akihiko (il Bettino Craxi del gioco, ma ne riparleremo), dà il benvenuto ai vari giocatori e, nel mentre che qualcuno tenta di disconnettersi, li avvisa, quasi con noncuranza, che dal suddetto videogame è impossibile disconnettersi, pena la morte (come faccia un casco a uccidere lanciando chissà quale impulso alla scatola cranica è un mistero degno di Voyager, tanto che non sono presenti elettrodi o altri elementi visibili a "contatto diretto" col cranio). Chi vuole sopravvivere ha due alternative, o conduce la sua esistenza all'interno del gioco (come sia possibile mantenere in vita un corpo organico con dati virtuali è l'ennesimo mistero), oppure deve superare i cento livelli previsti dal gioco e sconfiggere il boss finale, ovvero l'admin medesimo. Detto così, l'incipit potrebbe essere anche interessante, una sorta di survival game in cui ci si coalizza per la sopravvivenza di fronte a un nemico comune, una sorta di scienziato pazzo incurante della vita umana per i suoi ideali. Una serie che trasmette un senso d'inquietudine e oppressione per via del fatto che non è possibile fuggire, pena il suicidio. Si potrebbe pensare: "Wow, che sviluppo originale e inaspettato! Diamogli una possibilità!" Peccato che queste promesse vengano sconfessate praticamente subito, poiché il tutto degenera non solo ai livelli del banale e dello stereotipato, ma addirittura dello squallido e dello stucchevole, fino a precipitare in qualcosa che ha praticamente rinnegato le premesse iniziali, divenendo una sorta di caccia al boss, conquista dell'equipaggiamento più prestante, conquista delle spasimanti di turno e ottenimento fuori da ogni logica e coerenza di abilità e poteri speciali, che conferiscono al protagonista (da beta tester è passato a cheater, ossia a beater... fantasia portami via!) l'aura del figo/bel tenebroso/lupo solitario che suscita invidia negli altri giocatori e fa squagliare le varie signorine (non importa se bambine o ragazzine, tutto fa brodo). Se le note dolenti si fossero limitate a questo, tutto sommato non sarebbe stato così tragico, il peggio però giunge quando Kirito riesce a conversare con Kayaba Akihiko e alla domanda: "Perché hai creato tutto questo?", da cui ci si aspetta chissà quale rivelazione o nobile intento che possano perlomeno giustificare l'eccidio di oltre duemila persone, la risposta è nientemeno che un "Boh!" Lo so, amici lettori, placate la vostra ira, so quanto possa essere atroce subire trollate di questo tipo, ma, credetemi, non è una menzogna. Uno si sorbisce una serie colma di difetti e cadute di stile per trovare un minimo di risposte alle proprie domande, e sul più bello viene trollato come se tutto questo fosse una cosuccia da niente! Quindi, Kayaba Akihiko, oltre a essere un assassino di massa, è pure l'essere più insulso su questo pianeta. Qualcuno direbbe: "E’ finita qui?" Magari amici miei, magari! Purtroppo, in "Sword Art Online" è presente una seconda saga chiamata ALfheim Online. Kirito e amichetti, non contenti d'aver trascorso oltre due anni della propria esistenza in coma, decidono di tornare in un nuovo gioco online basato sul server e sulla meccanica del buon vecchio Sword Art Online. Follia umana? Sadomasochismo elevato all'ennesima potenza? Non aver niente di meglio da fare nella vita? Totale mancanza di reazioni umane minimamente razionali e coerenti? Tutto di tutto questo, e non solo. Tutto degenera fino a raschiare ogni fondo di barile. Troviamo la sorellina incestuosa di Kirito, serie di colpi di scena farlocchi da fare invidia ai peggiori cliché, nuovi malati mentali con manie ossessivo compulsive (della serie: sposiamoci con una ragazza in coma, non dirà mai di no!)
Fine parte contenente spoiler
Grafica: l'unica cosa che mi sento di elogiare in questo putridume è la grafica dell'anime. Ambientazioni a dir poco spettacolari, animazioni molto valide (specie nei combattimenti), tuttavia non è eccellente. Il character design ricorda fin troppo "Toradora!", per cui, a mio avviso, è impresentabile.
Sonoro: sostanzialmente senza infamia e senza lode. Orecchiabile l'opening della prima serie, decisamente peggiore quella della seconda. Doppiaggio nella media, talvolta fastidioso, effetti sonori nella media.
Personaggi: se la trama non fosse già aberrante di per sé, ecco che a peggiorare la situazione entrano in scena i personaggi. Partendo dal protagonista della serie, un bamboccio esagitato privo di qualsiasi caratterizzazione, passando per la fidanzatina pseudo tsundere, fino ad arrivare alla sorellina e ai vari cattivoni, s'intuisce fin da subito la loro pessima realizzazione. Nessuno che si evolva, nessuno che impari qualcosa dal passato, tutti sono quelli di prima, se non peggio. Praticamente è come se a giocare ad ALfheim non si sia fatto minimamente tesoro di ciò che è accaduto prima. Posso capire gli smemorati, ma qui si sconfina nel patologico.
Sceneggiatura: ennesima nota dolente dell'anime. La gestione temporale passa dall'allegro all'assurdo, si eseguono salti di livello mai spiegati, gli anni volano via come se nulla fosse. Si sa solo che muoiono oltre duemila persone ricoverate negli ospedali, che sono trascorsi circa due anni e mezzo dalla conclusione del gioco e nulla più. Non si sa se i giocatori soffrano di piaghe da decubito o meno dopo aver trascorso anni della loro vita in un letto ospedaliero con la testa ingabbiata in un casco, non si capisce come mai i vari utenti non abbiano perso i loro capelli per colpa di un casco che non si possono togliere (non dico calvizie o alopecia areata, ma nemmeno qualche crosticina in testa, per non essersi mai lavati la testa in tutto questo tempo), non si conoscono le loro condizioni di salute (si sa solo che la loro riabilitazione dopo due anni di convalescenza a letto li rende belli pimpanti nel giro di pochi giorni; la mutua ringrazia), non si sa quali provvedimenti siano stati adottati (se mai ve ne fossero stati) dal mondo esterno per porre rimedio alla catastrofe videoludica. La tragicommedia però è a monte, mi si perdoni la ripetitività; come faccia un casco per la realtà virtuale a uccidere nel reale è davvero inconcepibile, oltre al fatto che esistono forme di vita virtuali che seguono i personaggi da un gioco all'altro. Follia? No: "Sword Art Online". Trascuro poi la parte dedicata a inquadrature in perfetto stile ecchi, che se in "Sword Art Online" erano più limitate, in ALfheim online sovrabbondano fino a degenerare oltre al tollerabile, andando a sommarsi a lumaconi tentacolari che "sondano" le malcapitate, a sorelline incestuose e all'arricchimento indiscriminato del già nutrito "fronte harem di Kirito". È davvero dura fare peggio di così.
Finale: se non fosse un anime (dunque un presunto prodotto ai fini dell'intrattenimento) ci sarebbe da prendere a craniate il muro. Il finale è qualcosa di indescrivibilmente squallido. Buonismo gratuito a go go, tutto si perdona come se nulla fosse accaduto, santificazione di criminali assassini di massa (perché hanno creato il gioco in cui si sono "divertiti" tanto, ricordiamolo) in perfetto stile "rivalutazione alla Bettino Craxi", che, nonostante avesse commesso in vita dei reati, ora viene elogiato da certe forze politiche come grande statista. E, a scanso di ogni morale e insegnamento sull'abuso dei videogame (non sia mai!), tutti insieme a rigiocare a "Sword Art Online"! Evviva!
Conclusioni: che cosa si salva da quest'aberrazione spacciata per serie del millennio? Un'unica cosa: la grafica. Ecco perché do come voto 2 e non 1. Volete vedere degli scenari spettacolari e qualche combattimento carino a patto di scendere a compromessi col vostro intelletto e buon senso? Potete guardarvi "Sword Art Online". Avete un briciolo di amor di sé? Passate tranquillamente ad altro.
"Sword Art Online" è la trasposizione animata dell'omonima serie di light novel, composta da venticinque episodi, che possiamo suddividere in due serie ambientate in due mondi diversi: Aincraid e ALfheim. Parlo di mondi perché "SAO" è un anime che si sviluppa all'interno di un mondo virtuale, i cui protagonisti vengono bloccati e da cui potranno uscire solo e soltanto una volta concluso il gioco, che si svolgerà come un RPG online in cui si dovranno eliminare mostri sempre più forti; ovviamente, per rendere le cose più interessanti, la morte virtuale equivarrà alla morte fisica del giocatore.
Quello che all'apparenza sembrerebbe uno "shonen" è impreziosito da una storia d'amore con picchi di drammaticità contrapposti ad altri in cui ci ritroviamo in siparietti tipici del genere comedy; tutto ciò viene ben intrecciato facendo in modo che quest'opera non abbia una fascia di pubblico specifica, ma possa essere apprezzata da tutti.
Secondo me l'anime merita di essere guardato principalmente per il comparto tecnico; le animazioni e i colori sono di ottima qualità, qualità che viene esaltata dai combattimenti - in particolare c'è un combattimento che da solo vale la visione di tutto l'anime, vedere per credere. Il comparto sonoro è buono ma non ottimo, le musiche sono azzeccate per le lotte e l'opening è bellissima, ma non regge il confronto con altre opere targate 2012.
La caratterizzazione dei personaggi non fa gridare al miracolo, ma è comunque sufficiente; l'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è che, mentre Kirito affronta un percorso di crescita coerente con quella che è la sua caratterizzazione, lo stesso non accade per Asuna: trovo che ci sia una "involuzione" nel suo personaggio, da "guerriera combattiva" a "gattina innamorata", per finire come una ameba vittima degli eventi. Sicuramente il personaggio meno riuscito.
La trama mi è piaciuta e mi ha fatto emozionare, ci ho trovato molti spunti di riflessione sul rapporto che molti giovani hanno con l'amicizia e l'amore, mentre non ho apprezzato l'incipit che giustifica la prigionia nel gioco: perché un produttore di videogame dovrebbe intrappolare e far morire per davvero i suoi utenti? E' senza senso. Anche il fatto che quasi tutti i giocatori rischiano la vita con molta tranquillità è inspiegabile; quello che non mi è stato trasmesso è la disperazione in una situazione come quella, argomento affrontato troppo alla leggera. La storia d'amore invece mi è piaciuta davvero tanto, una delle mie preferite in assoluto.
In conclusione, mi sento di consigliare questa serie: combattimenti, love story, dramma, fantasy. Sicuramente lo spettatore troverà qualcosa che gli faccia apprezzare l'anime.
Quello che all'apparenza sembrerebbe uno "shonen" è impreziosito da una storia d'amore con picchi di drammaticità contrapposti ad altri in cui ci ritroviamo in siparietti tipici del genere comedy; tutto ciò viene ben intrecciato facendo in modo che quest'opera non abbia una fascia di pubblico specifica, ma possa essere apprezzata da tutti.
Secondo me l'anime merita di essere guardato principalmente per il comparto tecnico; le animazioni e i colori sono di ottima qualità, qualità che viene esaltata dai combattimenti - in particolare c'è un combattimento che da solo vale la visione di tutto l'anime, vedere per credere. Il comparto sonoro è buono ma non ottimo, le musiche sono azzeccate per le lotte e l'opening è bellissima, ma non regge il confronto con altre opere targate 2012.
La caratterizzazione dei personaggi non fa gridare al miracolo, ma è comunque sufficiente; l'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è che, mentre Kirito affronta un percorso di crescita coerente con quella che è la sua caratterizzazione, lo stesso non accade per Asuna: trovo che ci sia una "involuzione" nel suo personaggio, da "guerriera combattiva" a "gattina innamorata", per finire come una ameba vittima degli eventi. Sicuramente il personaggio meno riuscito.
La trama mi è piaciuta e mi ha fatto emozionare, ci ho trovato molti spunti di riflessione sul rapporto che molti giovani hanno con l'amicizia e l'amore, mentre non ho apprezzato l'incipit che giustifica la prigionia nel gioco: perché un produttore di videogame dovrebbe intrappolare e far morire per davvero i suoi utenti? E' senza senso. Anche il fatto che quasi tutti i giocatori rischiano la vita con molta tranquillità è inspiegabile; quello che non mi è stato trasmesso è la disperazione in una situazione come quella, argomento affrontato troppo alla leggera. La storia d'amore invece mi è piaciuta davvero tanto, una delle mie preferite in assoluto.
In conclusione, mi sento di consigliare questa serie: combattimenti, love story, dramma, fantasy. Sicuramente lo spettatore troverà qualcosa che gli faccia apprezzare l'anime.
"Sword Art Online", nonostante fosse considerato da molti il miglior anime del 2012, dopo tutto non ha niente di tanto speciale, è un anime come tutti, ti intrattiene ma non riesce a darti quella cosa in più che ti fa, come dire, emozionare.
La trama non è molto originale e neanche tanto complessa, perché alla fine tutto si concentra su Kirito; invece, gli altri personaggi sono poco caratterizzati, o addirittura per niente, in pochi si salvano. Un'altra pecca dell'anime sono i combattimenti troppo corti o addirittura inesistenti - non dico lotte che durino puntate e puntate, ma almeno alcuni minuti, perché spesso e volentieri nei combattimenti ci sono scene veramente emozionanti ricche dei sentimenti e delle riflessioni dei personaggi, cosa che in "Sword Art Online" manca.
Un'altra cosa che non trovo a posto è il finale!
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Dopo il salvataggio di Asuna, a lei dedicano sì e no cinque minuti striminziti, mentre si concentrano tutte le attenzioni sulla cugina. Sembra quasi che Kirito abbia scelto lei. Ho capito che Sugu lo ha sempre aiutato, ma volevo vedere, e non penso di essere l'unica, più momenti romantici tra Asuna e Kirito. Inoltre, Kirito, che completando il gioco ha salvato la vita a parecchie persone, non ha avuto nessuna attenzione, hanno solo organizzato un minifesta - almeno i suoi compagni dovevano mostrarsi interessati a lui, ma questa è solo la mia opinione.
Fine parte contenente spoiler
Ora parliamo della grafica: quest'ultima non è poi così male, diciamo che l'animazione è guardabile. Le uniche cose che non mi piacciono sono i volti un po' troppo "quadrati" e alcuni boss.
In complesso "Sword Art Online" non è un anime che consiglierei, ce ne sono altri migliori.
La trama non è molto originale e neanche tanto complessa, perché alla fine tutto si concentra su Kirito; invece, gli altri personaggi sono poco caratterizzati, o addirittura per niente, in pochi si salvano. Un'altra pecca dell'anime sono i combattimenti troppo corti o addirittura inesistenti - non dico lotte che durino puntate e puntate, ma almeno alcuni minuti, perché spesso e volentieri nei combattimenti ci sono scene veramente emozionanti ricche dei sentimenti e delle riflessioni dei personaggi, cosa che in "Sword Art Online" manca.
Un'altra cosa che non trovo a posto è il finale!
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Dopo il salvataggio di Asuna, a lei dedicano sì e no cinque minuti striminziti, mentre si concentrano tutte le attenzioni sulla cugina. Sembra quasi che Kirito abbia scelto lei. Ho capito che Sugu lo ha sempre aiutato, ma volevo vedere, e non penso di essere l'unica, più momenti romantici tra Asuna e Kirito. Inoltre, Kirito, che completando il gioco ha salvato la vita a parecchie persone, non ha avuto nessuna attenzione, hanno solo organizzato un minifesta - almeno i suoi compagni dovevano mostrarsi interessati a lui, ma questa è solo la mia opinione.
Fine parte contenente spoiler
Ora parliamo della grafica: quest'ultima non è poi così male, diciamo che l'animazione è guardabile. Le uniche cose che non mi piacciono sono i volti un po' troppo "quadrati" e alcuni boss.
In complesso "Sword Art Online" non è un anime che consiglierei, ce ne sono altri migliori.
Da molti anni ormai sono un giocatore di "World of Warcraft", il videogioco della Blizzard che ha battuto praticamente ogni record di vendite nel settore dei giochi online; conosco bene, quindi, le dinamiche che sono alla base dei MMORPG e dell'effetto che questi hanno sulle abitudini dei giocatori. E' questo un fenomeno che andrebbe studiato con molta attenzione: personalmente lo ritengo come uno degli elementi che costituiscono una vera e propria spia del nostro tempo, in cui sempre più spesso le persone cercano una via di fuga da una realtà che non offre sogni, ma solo crisi e depressione. Nei MMORPG, infatti, si possono impersonare personaggi più belli (oddio, io ho un troll, non credo sia più bello di me!), più forti, con capacità eccezionali, capaci di risolvere senza troppi sforzi le principali necessità economiche e immersi in paesaggi fantastici, anche se virtualmente pericolosi (ma questo costituisce uno stimolo in più).
Da cultore di questi giochi, ovviamente, non potrei parlarne male; in fondo, essi costituiscono solo l'evoluzione di quello che da sempre è stato uno dei sogni dell'uomo: vivere in prima persona nelle storie che ascoltava, il poter essere parte dei libri che leggeva, l'essere protagonista dei film che vedeva (e ciò vale anche per gli anime) e così via. Grazie allo sviluppo dell'informatica è stato possibile realizzare almeno parzialmente questo sogno e questo non è necessariamente un male; dipende dal modo a cui ci si approccia ad esso. Va bene voler scappare per un po' dalla realtà (in fondo, come detto, basta anche semplicemente leggere un libro per farlo), ma l'arrivare a sostituire la realtà con la virtualità è un sintomo di disagio e non porta a nulla di buono.
Anche senza questo "Sword Art Online" era abbastanza facile capire quale potesse essere il prossimo passo che, in un futuro più o meno lontano, ci si attende dalla tecnologia per poter essere sempre più protagonisti delle nostre fantasie: l'abbinamento realtà virtuale - MMORPG.
"Sword Art Online" descrive la realizzazione di questo sogno, ossia la possibilità di agire in prima persona all'interno di un videogame senza più bisogno di tastiera e mouse, ma trasferendo direttamente la propria mente all'interno del gioco stesso. Questo sogno, però, si trasformerà rapidamente in un vero e proprio incubo, in quanto il suo creatore decide di mantenere intrappolati in questa realtà virtuale tutti i suoi giocatori, fino a che qualcuno di essi non fosse stato in grado di completarlo. E, ovviamente, chi muore all'interno del gioco muore anche nella vita reale, vittima di una scossa elettrica.
Questo anime è un misto tra azione e fantasy, ma una grandissima importanza hanno anche la componente sentimentale (la storia fra Kirito e Asuna sarà il perno su cui si muoverà tutta la trama) e quella sociologica. Quest'ultima, in particolare, offre sprazzi (limitati purtroppo) di grande profondità nell'analisi del comportamento umano in condizioni così "particolari": si va dalla ricerca dell'amicizia e dell'amore alla manifestazione di comportamenti devianti come la prepotenza e il sorgere di forme di criminalità; c'è chi, dopo lo shock iniziale, si rassegna, accetta la sua nuova condizione e cerca di ricrearsi un'esistenza nuova e tranquilla e c'è chi, invece, combatte fino alla fine pur di tornare alla realtà di tutti i giorni. In più, anche chi combatte sente il desiderio di momenti di relax da destinare al riposo, all'amore e alla vita di tutti i giorni (un po' come i soldati veri, in fondo). Se avessero dedicato un po' più di spazio anche agli effetti del "ritorno alla normalità", da questo punto di vista "Sword Art Online" sarebbe stato un lavoro davvero superbo.
L'analisi di questo anime va diviso in due parti: la prima riguarda il modo in cui il mondo dei MMORPG è stato ricreato, mentre la seconda si basa sul giudizio di questo titolo da un punto di vista della godibilità complessiva.
Per quanto riguarda il primo punto, la trasposizione riesce abbastanza bene: molto spazio viene dedicato alla spiegazione delle varie dinamiche di gioco, con l'inserimento di boss di fine livello (anche se forse se ne vedono troppo pochi) che possono essere sconfitti solo in raid (quando Kirito vince in solitario la cosa fa molto, ma molto sorridere), con la presenza e la spiegazione delle gilde, delle classi e delle professioni (non capisco, ad esempio, chi si è lamentato per la presenza di parti dedicate a cooking e a fishing, presenti praticamene sempre nei MMORPG). C'è, inoltre, una parte PVE (Player Versus Environment) e una parte PVP (Player Versus Player). Quello che manca, a mio avviso, è la distinzione fra tank, dps e healer, ruoli indispensabili per affrontare un'avventura del genere; in più, tenendo conto che parte della popolazione si rassegna e non partecipa, i sopravvissuti sono troppi, il che fa supporre che molti boss vengono sconfitti al "primo colpo", senza sapere assolutamente nulla sulle loro caratteristiche o abilità speciali.
Passiamo al secondo punto, ossia quello della godibilità. Premetto che "Sword Art Online" è riuscito a tenermi incollato allo schermo dall'inizio alla fine e questo è un fattore a cui va data molta rilevanza; tuttavia non si può far a meno di constatare la presenza di molti episodi abbastanza noiosi. Ma ciò che fa crollare la mia valutazione complessiva (che sarebbe stata molto alta in caso contrario) è l'incomprensibile scelta di far completare il gioco a metà della serie per poi continuare il tutto in un altro MMORPG, molto più noioso e in cui il personaggio principale (Kirito) ha come sua partner principale la sua sorellina che, ovviamente, è invaghita di lui. Una caduta di stile e interesse troppo evidente per non essere riportata.
In definitiva, do un giudizio complessivo positivo, anche se c'è un nettissimo divario fra i primi dodici episodi (la cui valutazione per quanto mi riguarda è molto alta) e i successivi tredici (davvero deludenti). E' comunque, questo, un esperimento da ripetere, ha grandissime potenzialità che possono essere sfruttate decisamente meglio.
Da cultore di questi giochi, ovviamente, non potrei parlarne male; in fondo, essi costituiscono solo l'evoluzione di quello che da sempre è stato uno dei sogni dell'uomo: vivere in prima persona nelle storie che ascoltava, il poter essere parte dei libri che leggeva, l'essere protagonista dei film che vedeva (e ciò vale anche per gli anime) e così via. Grazie allo sviluppo dell'informatica è stato possibile realizzare almeno parzialmente questo sogno e questo non è necessariamente un male; dipende dal modo a cui ci si approccia ad esso. Va bene voler scappare per un po' dalla realtà (in fondo, come detto, basta anche semplicemente leggere un libro per farlo), ma l'arrivare a sostituire la realtà con la virtualità è un sintomo di disagio e non porta a nulla di buono.
Anche senza questo "Sword Art Online" era abbastanza facile capire quale potesse essere il prossimo passo che, in un futuro più o meno lontano, ci si attende dalla tecnologia per poter essere sempre più protagonisti delle nostre fantasie: l'abbinamento realtà virtuale - MMORPG.
"Sword Art Online" descrive la realizzazione di questo sogno, ossia la possibilità di agire in prima persona all'interno di un videogame senza più bisogno di tastiera e mouse, ma trasferendo direttamente la propria mente all'interno del gioco stesso. Questo sogno, però, si trasformerà rapidamente in un vero e proprio incubo, in quanto il suo creatore decide di mantenere intrappolati in questa realtà virtuale tutti i suoi giocatori, fino a che qualcuno di essi non fosse stato in grado di completarlo. E, ovviamente, chi muore all'interno del gioco muore anche nella vita reale, vittima di una scossa elettrica.
Questo anime è un misto tra azione e fantasy, ma una grandissima importanza hanno anche la componente sentimentale (la storia fra Kirito e Asuna sarà il perno su cui si muoverà tutta la trama) e quella sociologica. Quest'ultima, in particolare, offre sprazzi (limitati purtroppo) di grande profondità nell'analisi del comportamento umano in condizioni così "particolari": si va dalla ricerca dell'amicizia e dell'amore alla manifestazione di comportamenti devianti come la prepotenza e il sorgere di forme di criminalità; c'è chi, dopo lo shock iniziale, si rassegna, accetta la sua nuova condizione e cerca di ricrearsi un'esistenza nuova e tranquilla e c'è chi, invece, combatte fino alla fine pur di tornare alla realtà di tutti i giorni. In più, anche chi combatte sente il desiderio di momenti di relax da destinare al riposo, all'amore e alla vita di tutti i giorni (un po' come i soldati veri, in fondo). Se avessero dedicato un po' più di spazio anche agli effetti del "ritorno alla normalità", da questo punto di vista "Sword Art Online" sarebbe stato un lavoro davvero superbo.
L'analisi di questo anime va diviso in due parti: la prima riguarda il modo in cui il mondo dei MMORPG è stato ricreato, mentre la seconda si basa sul giudizio di questo titolo da un punto di vista della godibilità complessiva.
Per quanto riguarda il primo punto, la trasposizione riesce abbastanza bene: molto spazio viene dedicato alla spiegazione delle varie dinamiche di gioco, con l'inserimento di boss di fine livello (anche se forse se ne vedono troppo pochi) che possono essere sconfitti solo in raid (quando Kirito vince in solitario la cosa fa molto, ma molto sorridere), con la presenza e la spiegazione delle gilde, delle classi e delle professioni (non capisco, ad esempio, chi si è lamentato per la presenza di parti dedicate a cooking e a fishing, presenti praticamene sempre nei MMORPG). C'è, inoltre, una parte PVE (Player Versus Environment) e una parte PVP (Player Versus Player). Quello che manca, a mio avviso, è la distinzione fra tank, dps e healer, ruoli indispensabili per affrontare un'avventura del genere; in più, tenendo conto che parte della popolazione si rassegna e non partecipa, i sopravvissuti sono troppi, il che fa supporre che molti boss vengono sconfitti al "primo colpo", senza sapere assolutamente nulla sulle loro caratteristiche o abilità speciali.
Passiamo al secondo punto, ossia quello della godibilità. Premetto che "Sword Art Online" è riuscito a tenermi incollato allo schermo dall'inizio alla fine e questo è un fattore a cui va data molta rilevanza; tuttavia non si può far a meno di constatare la presenza di molti episodi abbastanza noiosi. Ma ciò che fa crollare la mia valutazione complessiva (che sarebbe stata molto alta in caso contrario) è l'incomprensibile scelta di far completare il gioco a metà della serie per poi continuare il tutto in un altro MMORPG, molto più noioso e in cui il personaggio principale (Kirito) ha come sua partner principale la sua sorellina che, ovviamente, è invaghita di lui. Una caduta di stile e interesse troppo evidente per non essere riportata.
In definitiva, do un giudizio complessivo positivo, anche se c'è un nettissimo divario fra i primi dodici episodi (la cui valutazione per quanto mi riguarda è molto alta) e i successivi tredici (davvero deludenti). E' comunque, questo, un esperimento da ripetere, ha grandissime potenzialità che possono essere sfruttate decisamente meglio.
Siamo nell'anno 2022 ed è finalmente uscito un nuovo gioco MMO virtuale "Sword Art Online". Kazuto Kirigaya, "Kirito" (il protagonista), è un ragazzo che come altri ha acquistato Sword Art Online; dopo essere entrato incontra quasi subito un ragazzo di nome Klein, che, dopo aver capito che Kirito era un beta tester (un giocatore che aveva giocato la demo) gli chiede di allenarlo e aiutarlo. Dopo che Kirito lo aiuta a battere un mostro (un nemico del gioco), Klein prova a effettuare il log out per uscire dal gioco, ma non c'è nessun tasto per uscire, e, dopo essere stati teletrasportati come tutti i giocatori di Sword Art Online, il creatore del gioco gli spiega che non si può uscire, che la morte nel gioco equivale alla morte reale e che, se qualcuno nel mondo reale avesse provato a togliere il casco virtuale a qualcuno, quel qualcuno sarebbe morto. Durante il gioco Kirito incontra Asuna, una ragazza anche lei giocatrice di Sword Art Online, e pian piano durante il gioco si noterà che fra i due ci sarà sempre più sentimento reciproco di amore.
Sword Art Online e ALfheim Online sono entrambi due MMO, solo che Sword Art Online è presente nei primi quattordici episodi, mentre ALfheim Online nei restanti undici episodi (la storia sarà sempre una continuazione, nonostante cambi il gioco verso la metà). Molti dicono che ALfheim Online ha rovinato l'anime e che si poteva anche evitare; si poteva evitare, ma secondo me è una cosa positiva il fatto che invece abbia continuato. A me ALfheim Online, come Sword Art Online, è piaciuto molto, anche come ambientazione e come combattimenti, e la storia non è male. Di certo Sword Art Online è stato fatto meglio e i primi quattordici episodi direi che sono fra i migliori (senza calcolare gli ultimi due episodi, che sono sicuramente i migliori), quindi in conclusione direi che tutti e venticinque gli episodi di Sword Art Online sono stati fatti bene e ogni episodio è bello come un altro; è uno di quei pochi anime di cui mi sono piaciuti tutti episodi.
Questo anime unisce, secondo me, i generi migliori: un anime d'azione, romantico in molte scene e un RPG in anime, direi la perfezione. La trama è molto bella e i disegni sono fatti benissimo. Il 10 per questo anime secondo me è meritato: gli MMO sono fra i migliori generi di videogiochi e Sword Art Online e ALfheim Online sono stati fatti entrambi bene, sia per come sono ambientati che per come sono fatti i combattimenti, l'azione non manca e il genere sentimentale dà quel qualcosa in più, a mio parere di positivo. "Swort Art Online", secondo me, è uno fra i migliori anime del 2012.
Sword Art Online e ALfheim Online sono entrambi due MMO, solo che Sword Art Online è presente nei primi quattordici episodi, mentre ALfheim Online nei restanti undici episodi (la storia sarà sempre una continuazione, nonostante cambi il gioco verso la metà). Molti dicono che ALfheim Online ha rovinato l'anime e che si poteva anche evitare; si poteva evitare, ma secondo me è una cosa positiva il fatto che invece abbia continuato. A me ALfheim Online, come Sword Art Online, è piaciuto molto, anche come ambientazione e come combattimenti, e la storia non è male. Di certo Sword Art Online è stato fatto meglio e i primi quattordici episodi direi che sono fra i migliori (senza calcolare gli ultimi due episodi, che sono sicuramente i migliori), quindi in conclusione direi che tutti e venticinque gli episodi di Sword Art Online sono stati fatti bene e ogni episodio è bello come un altro; è uno di quei pochi anime di cui mi sono piaciuti tutti episodi.
Questo anime unisce, secondo me, i generi migliori: un anime d'azione, romantico in molte scene e un RPG in anime, direi la perfezione. La trama è molto bella e i disegni sono fatti benissimo. Il 10 per questo anime secondo me è meritato: gli MMO sono fra i migliori generi di videogiochi e Sword Art Online e ALfheim Online sono stati fatti entrambi bene, sia per come sono ambientati che per come sono fatti i combattimenti, l'azione non manca e il genere sentimentale dà quel qualcosa in più, a mio parere di positivo. "Swort Art Online", secondo me, è uno fra i migliori anime del 2012.
Valutazione personale: 7½
Trama.
La trama è divisa in due archi narrativi, nel primo (episodi 1-14) si racconta di Kirigaya Kazuto, un liceale che passa la vita al computer tra internet e giochi online. In un Giappone contemporaneo nasce per la prima volta un casco elettronico, denominato "Nerve Gear", che permette di accedere alla realtà virtuale. E' il giorno di uscita del primo gioco per il suddetto apparecchio, "Sword Art Online", e il nostro protagonista, che aveva già avuto accesso al gioco nella sessione di prova, entra ufficialmente in questo mondo col nickname di Kirito. Qualcosa di inaspettato accade, non si può effettuare il log out: una volta entrati, se ne può uscire solo vincitori, completando il gioco, perché il game over equivale a morte certa del giocatore. Qui Kirito incontra Asuna, un'altra giocatrice della quale si innamora e dalla quale è ricambiato. Proprio intorno a lei gira la trama del secondo arco narrativo (episodi 15-25), ambientato in un altro mondo virtuale chiamato "ALfheim Online".
Character design.
Ritengo che i personaggi siano ben caratterizzati, ognuno ha una sua storia, un suo carattere e una personalità ben definita. Anche se il loro spessore psicologico non è indagato in maniera approfondita, il risultato ottenuto è comunque sufficientemente accettabile. Infatti, l'attenzione si sofferma principalmente su Kirito e Asuna, sulla crescita del primo, principalmente, all'interno del gioco e, verso la fine della serie, anche nella vita reale. Questa crescita però non avviene in maniera chiara ed evidente, è un'evoluzione lenta ma significativa, dovuta anche a personaggi secondari o comparse, forse non caratterizzati benissimo, ma che diventano essenziali per la crescita dei nostri protagonisti e del loro rapporto, e quindi determinanti per il succedersi degli eventi. Tuttavia, i personaggi potrebbero risultare quasi statici e, quindi, annoiare.
Colonna sonora e doppiaggio.
La colonna sonora è apprezzabile, sia le due opening, "Crossieng field", cantata da LiSA, e "INNOCENCE", cantata da Eir Aoi, che le ending, "Yume Sekai" (mondo dei sogni), cantata da Haruka Tomatsu, e "Overfly", cantata da Haruna Luna. Pur non essendo, secondo me, del tutto adatte, non dispiacciono particolarmente. Il doppiaggio, al contrario, è eccellente: ogni voce ha le sfumature adatte alle situazioni e ai personaggi, rispecchiando in pieno il loro carattere.
Disegni.
I disegni sono adatti al genere dell'anime, belli, anche se non impegnativi, e ben particolareggiati. Gli abiti dei personaggi sono davvero ben fatti, così come armi e paesaggi. I combattimenti sono ben rappresentati e fluidi, tanto che non stancano. C'è una forte espressività nei volti dei personaggi, aspetto che mi ha fatto innamorare di questo tratto, tendente al dolce ma senza esagerare.
Parere personale.
"Sword Art Online" è un anime che aveva mostrato davvero grandi potenzialità che, ahimè, sono state smorzate in pieno dal secondo arco narrativo. Questo non significa che non meriti, anzi, a me è piaciuto davvero molto, sono solo dispiaciuto che abbia perso fascino lungo la strada. La trama è bella, interessante e anche commovente. Non mancano i colpi di scena, così come l'alternarsi di momenti comici e malinconici. Ogni episodio è ben strutturato e termina lasciando una suspense che invoglia a continuare la visione di ogni episodio, uno dopo l'altro. Ciò che invece può infastidire sono gli sbalzi temporali che avvengono nella prima metà della serie. Tanto che, inizialmente, pensavo di aver aperto l'episodio sbagliato, perché mi ritrovavo in un posto diverso dall'ultimo, con situazioni e personaggi sconosciuti. Questo mi aveva lasciato spaesato per un attimo e anche un po' infastidito.
"Sword Art Online" non è un anime impegnativo, non è un capolavoro, è soltanto un buon prodotto che, come tale, è rimasto sulla cresta dell'onda per tutto il 2012. Ciò che mi piace di questa serie è la malinconia celata in ogni episodio, in ogni situazione e soprattutto in ogni personaggio. L'originalità non manca, ma sono presenti anche troppi stereotipi, e, a volte, le situazioni sono così piatte e statiche da portare alla noia, soprattutto, e quasi esclusivamente, nel secondo arco narrativo. In definitiva, è un anime che consiglio perché, nonostante abbia molti difetti, è presente una "forza mistica" che te ne fa innamorare e che ti spinge a vederlo tutto fino alla fine. Fine che fine non è. Infatti, la serie animata è tratta dalle novel giapponesi, tutt'ora in corso, scritte da Reki Kawahara, e racchiude solo una minima parte dell'intera storia. I due stessi archi narrativi che sono stati tratti dalle novel sono una parte di ciò che avviene negli albi. Forse anche la scelta di tralasciare alcune saghe, a parer mio importanti, ha influito sulla qualità finale del prodotto. Già solo "Sword Art Online" avrebbe dovuto svolgersi in venticinque episodi piuttosto che quattordici. Ho amato le novel e sono rimasto un po' deluso dalle scelte prese dallo studio A-1 Pictures. Ma è inutile lamentarsi di qualcosa che non cambierà. Godetevi questa serie, che dopotutto deludente non è!
Come voto finale ho messo 8, anche se ritengo che non lo meriti, così come non merita 7. Ma preferisco arrotondare per eccesso.
Trama.
La trama è divisa in due archi narrativi, nel primo (episodi 1-14) si racconta di Kirigaya Kazuto, un liceale che passa la vita al computer tra internet e giochi online. In un Giappone contemporaneo nasce per la prima volta un casco elettronico, denominato "Nerve Gear", che permette di accedere alla realtà virtuale. E' il giorno di uscita del primo gioco per il suddetto apparecchio, "Sword Art Online", e il nostro protagonista, che aveva già avuto accesso al gioco nella sessione di prova, entra ufficialmente in questo mondo col nickname di Kirito. Qualcosa di inaspettato accade, non si può effettuare il log out: una volta entrati, se ne può uscire solo vincitori, completando il gioco, perché il game over equivale a morte certa del giocatore. Qui Kirito incontra Asuna, un'altra giocatrice della quale si innamora e dalla quale è ricambiato. Proprio intorno a lei gira la trama del secondo arco narrativo (episodi 15-25), ambientato in un altro mondo virtuale chiamato "ALfheim Online".
Character design.
Ritengo che i personaggi siano ben caratterizzati, ognuno ha una sua storia, un suo carattere e una personalità ben definita. Anche se il loro spessore psicologico non è indagato in maniera approfondita, il risultato ottenuto è comunque sufficientemente accettabile. Infatti, l'attenzione si sofferma principalmente su Kirito e Asuna, sulla crescita del primo, principalmente, all'interno del gioco e, verso la fine della serie, anche nella vita reale. Questa crescita però non avviene in maniera chiara ed evidente, è un'evoluzione lenta ma significativa, dovuta anche a personaggi secondari o comparse, forse non caratterizzati benissimo, ma che diventano essenziali per la crescita dei nostri protagonisti e del loro rapporto, e quindi determinanti per il succedersi degli eventi. Tuttavia, i personaggi potrebbero risultare quasi statici e, quindi, annoiare.
Colonna sonora e doppiaggio.
La colonna sonora è apprezzabile, sia le due opening, "Crossieng field", cantata da LiSA, e "INNOCENCE", cantata da Eir Aoi, che le ending, "Yume Sekai" (mondo dei sogni), cantata da Haruka Tomatsu, e "Overfly", cantata da Haruna Luna. Pur non essendo, secondo me, del tutto adatte, non dispiacciono particolarmente. Il doppiaggio, al contrario, è eccellente: ogni voce ha le sfumature adatte alle situazioni e ai personaggi, rispecchiando in pieno il loro carattere.
Disegni.
I disegni sono adatti al genere dell'anime, belli, anche se non impegnativi, e ben particolareggiati. Gli abiti dei personaggi sono davvero ben fatti, così come armi e paesaggi. I combattimenti sono ben rappresentati e fluidi, tanto che non stancano. C'è una forte espressività nei volti dei personaggi, aspetto che mi ha fatto innamorare di questo tratto, tendente al dolce ma senza esagerare.
Parere personale.
"Sword Art Online" è un anime che aveva mostrato davvero grandi potenzialità che, ahimè, sono state smorzate in pieno dal secondo arco narrativo. Questo non significa che non meriti, anzi, a me è piaciuto davvero molto, sono solo dispiaciuto che abbia perso fascino lungo la strada. La trama è bella, interessante e anche commovente. Non mancano i colpi di scena, così come l'alternarsi di momenti comici e malinconici. Ogni episodio è ben strutturato e termina lasciando una suspense che invoglia a continuare la visione di ogni episodio, uno dopo l'altro. Ciò che invece può infastidire sono gli sbalzi temporali che avvengono nella prima metà della serie. Tanto che, inizialmente, pensavo di aver aperto l'episodio sbagliato, perché mi ritrovavo in un posto diverso dall'ultimo, con situazioni e personaggi sconosciuti. Questo mi aveva lasciato spaesato per un attimo e anche un po' infastidito.
"Sword Art Online" non è un anime impegnativo, non è un capolavoro, è soltanto un buon prodotto che, come tale, è rimasto sulla cresta dell'onda per tutto il 2012. Ciò che mi piace di questa serie è la malinconia celata in ogni episodio, in ogni situazione e soprattutto in ogni personaggio. L'originalità non manca, ma sono presenti anche troppi stereotipi, e, a volte, le situazioni sono così piatte e statiche da portare alla noia, soprattutto, e quasi esclusivamente, nel secondo arco narrativo. In definitiva, è un anime che consiglio perché, nonostante abbia molti difetti, è presente una "forza mistica" che te ne fa innamorare e che ti spinge a vederlo tutto fino alla fine. Fine che fine non è. Infatti, la serie animata è tratta dalle novel giapponesi, tutt'ora in corso, scritte da Reki Kawahara, e racchiude solo una minima parte dell'intera storia. I due stessi archi narrativi che sono stati tratti dalle novel sono una parte di ciò che avviene negli albi. Forse anche la scelta di tralasciare alcune saghe, a parer mio importanti, ha influito sulla qualità finale del prodotto. Già solo "Sword Art Online" avrebbe dovuto svolgersi in venticinque episodi piuttosto che quattordici. Ho amato le novel e sono rimasto un po' deluso dalle scelte prese dallo studio A-1 Pictures. Ma è inutile lamentarsi di qualcosa che non cambierà. Godetevi questa serie, che dopotutto deludente non è!
Come voto finale ho messo 8, anche se ritengo che non lo meriti, così come non merita 7. Ma preferisco arrotondare per eccesso.
"Sword Art Online", o per meglio dire Sword Art Online e ALfheim Online, è un anime tratto da delle serie di light novel tuttora in corso curate da Reki Kawahara, da cui sono nate diverse rivisitazioni cartacee. Essa è stata una delle serie che ha riscosso più successo in patria, nel passato anno 2012.
Il suddetto anime è diviso in due saghe. La prima è quella che dà il nome all'anime, chiamata SAO (Sword Art Online), mentre la seconda è ALO (ALfheim Online), nata dal fatto che non si poteva concludere con soli tredici episodi una serie che andava così bene in Giappone. SAO inizia illustrando le numerose qualità del nostro protagonista in fatto di MMORPG: egli è Kazuto Kirigaya, un ragazzo esperto di qualsiasi videogioco online, ed è forse per questo che acquista il nuovo gioco sulla cresta dell'onda, ossia 'Sword Art Online' per Nerve Gear. L'unica cosa che nessuno sa è che, entrati, non si può effettuare un logout prima di concluderlo, e da questo nascono grandissime preoccupazioni.
La prima saga è la migliore tra le due, decisamente. Alterna momenti di grande sconforto a momenti sentimentali e divertenti. Protagonista femminile è la bella Asuna, compagna di avventure di Kirito (Kazuto Kirigaya). Le OST sono belle e le colonne sonore rilassanti; animazioni, disegni e fondali sono ben fatti. La saga di SAO, tuttavia, è anche piuttosto noiosa: i combattimenti sono pochi, e solo certi sono davvero ben fatti; la trama non va mai avanti e ogni episodio si può considerare un filler.
ALO, invece, racconta il periodo trascorso dai personaggi dopo il caso SAO. Esso è il nome di un altro videogioco online, ALfheim online. Ma sì, dopo aver finito un gioco spaventoso ne iniziamo un altro, almeno questo ce l'ha il logout... Kirito entrerà principalmente per salvare Asuna, ma, dopo aver capito come è splendido quel mondo, il salvataggio dell'eroina andrà in secondo piano. Seconda parte stupida ed evitabilissima. ALO, poi, è un gioco decisamente peggiore di SAO - ormai gli elfi sono troppo sopravvalutati. La cosa positiva, però, sono i molteplici combattimenti, tutti davvero buoni.
La serie può piacere quanto non piacere. A me non ha soddisfatto e questa recensione lo dimostra, ma penso sia comunque uno dei pochi anime del 2012 che può appagare davvero molte persone.
Il suddetto anime è diviso in due saghe. La prima è quella che dà il nome all'anime, chiamata SAO (Sword Art Online), mentre la seconda è ALO (ALfheim Online), nata dal fatto che non si poteva concludere con soli tredici episodi una serie che andava così bene in Giappone. SAO inizia illustrando le numerose qualità del nostro protagonista in fatto di MMORPG: egli è Kazuto Kirigaya, un ragazzo esperto di qualsiasi videogioco online, ed è forse per questo che acquista il nuovo gioco sulla cresta dell'onda, ossia 'Sword Art Online' per Nerve Gear. L'unica cosa che nessuno sa è che, entrati, non si può effettuare un logout prima di concluderlo, e da questo nascono grandissime preoccupazioni.
La prima saga è la migliore tra le due, decisamente. Alterna momenti di grande sconforto a momenti sentimentali e divertenti. Protagonista femminile è la bella Asuna, compagna di avventure di Kirito (Kazuto Kirigaya). Le OST sono belle e le colonne sonore rilassanti; animazioni, disegni e fondali sono ben fatti. La saga di SAO, tuttavia, è anche piuttosto noiosa: i combattimenti sono pochi, e solo certi sono davvero ben fatti; la trama non va mai avanti e ogni episodio si può considerare un filler.
ALO, invece, racconta il periodo trascorso dai personaggi dopo il caso SAO. Esso è il nome di un altro videogioco online, ALfheim online. Ma sì, dopo aver finito un gioco spaventoso ne iniziamo un altro, almeno questo ce l'ha il logout... Kirito entrerà principalmente per salvare Asuna, ma, dopo aver capito come è splendido quel mondo, il salvataggio dell'eroina andrà in secondo piano. Seconda parte stupida ed evitabilissima. ALO, poi, è un gioco decisamente peggiore di SAO - ormai gli elfi sono troppo sopravvalutati. La cosa positiva, però, sono i molteplici combattimenti, tutti davvero buoni.
La serie può piacere quanto non piacere. A me non ha soddisfatto e questa recensione lo dimostra, ma penso sia comunque uno dei pochi anime del 2012 che può appagare davvero molte persone.
Questa recensione si divide in due parti, una prima parte schematica e una seconda parte riflessiva.
Storia, ambientazione e struttura narrativa (5/10 - peso: 50%).
"Sword Art Online" è un anime che, come da recente moda, affronta il variegato mondo dei videogiochi MMORPG. Sebbene sia piuttosto inflazionata come idea, trattandosi pur sempre di una novità, viene sfruttata dagli autori della serie in modo eccellente, creando un iniziale e crescente interesse verso lo sviluppo della storia.
La giustificazione di questo voto mediocre è da ricercare nelle scelte di trama (che si susseguono oltre un certo momento della storia) del tutto opinabili. Molti episodi sembrano come dei filler autoconclusivi, durante i quali, ai fini della trama, non accade quasi nulla, ma che tuttavia vengono sfruttati per presentarci il mondo in cui la storia di "Sword Art Online" si svolge. Il grande problema è che questi episodi, per una ragione ben precisa, perderanno completamente la loro utilità. Si parte da un'idea geniale, resa inizialmente in modo eccelso, per arrivare alla banalità, sfociando poi nel fan-service (vedere la parte riflessiva per ulteriori informazioni), nelle contraddizioni e nel pessimo gusto (alcune situazioni inconfondibilmente artificiose, ed alcuni cliché del tutto evitabili). I dialoghi fortunatamente sono molto buoni, anche se tendono a ripetersi e a diventare un po' prevedibili, anche se questo è facilmente riscontrabile in tutti gli slice of life moderni.
Video e Audio (9/10 - peso: 20%).
Risoluzione 720p per l'edizione trasmessa su Tokyo TV, 1080p per l'edizione Blu-Ray (ovviamente). Audio 2.0 Stereo Jap (Tokyo TV) - Audio 5.1 PCM Jap (Blu-Ray).
Qui non c'è niente da dire. "Sword Art Online" è una serie dell'anno 2012 animata in modo spettacolare, con eccellenti scelte registiche, scenari mozzafiato e grafiche (in particolare, mi riferisco alle interfacce di gioco che hanno a disposizione i personaggi della storia) geniali. La colonna sonora è ottima, la prima opening è eccezionale. La seconda, a mio giudizio, cala molto.
Personaggi (7/10 - peso: 30%):
Pochi personaggi all'inizio e pochi alla fine. Non è un male, per carità, ma quando mi trovo di fronte a una serie di venticinque episodi con meno di dieci personaggi essenziali, mi piacerebbe vedere una discreta caratterizzazione, oltre che uno sviluppo (ove necessario, come in questo caso). Mentre la prima è presente, anche se con degli stereotipi non poco fastidiosi, il secondo manca quasi del tutto. I personaggi sono statici.
Media ponderata: 6,4. Voto finale: 6.
Attenzione: la parte che segue contiene spoiler
Riflessioni.
Io ho visto e sentito giudizi molto discordanti tra loro per quanto riguarda "Sword Art Online". C'è chi lo odia, c'è chi lo ama... non trovo quasi mai opinioni che si collocano in mezzo a questi due schieramenti. "Sword Art Online" è una serie che già durante la prima stagione ha subito una netta divisione per quanto riguarda i contenuti e la storia, al punto che io considererei la seconda parte della serie come un'opera totalmente diversa. La grave scelta narrativa a cui alludevo nella prima parte della recensione è proprio questa. Non riesco a dare una spiegazione logica alla necessità di terminare in trenta minuti scarsi un arco narrativo bellissimo, per poi entrare a tutta manetta in una storia banale, molto più spenta rispetto alla prima parte (si perde moltissimo nel momento in cui quello che era un gioco torna a essere effettivamente un gioco, niente più vita in pericolo), piena di cliché e di pessimo gusto. Quasi come se gli autori avessero fatto un sondaggio con più opzioni, chiedendo ai fan che cosa volessero vedere negli episodi successivi (considerazione del tutto personale).
Non ho digerito molto il concetto di mandare la prima linea a schiantarsi come se fosse carne da macello (pressapochismo), né ho digerito il clima di rilassamento generale (semi-utopia), che regnava in "Sword Art Online". Sto un po' esagerando, ma un certo signor Hobbes (come fa giustamente notare un altro recensore) avrebbe molto da ridire a riguardo. E, proprio perché il gioco dura circa due anni, come è possibile che in tutto questo tempo le personalità dei giocatori non siano cambiate di una virgola?
Ma è il modo in cui si conclude la prima parte a darmi sui nervi. Hanno scelto il modo più banale possibile... bello, ma banale. Ci possono essere alcune spiegazioni più o meno logiche che possono essere usate per giustificare la modalità scelta, ma proprio perché una buona parte dell'anime viene spesa a spiegarci le fondamenta tecniche di questo programma (vi è un vero e proprio elogio al creatore, un vero e proprio "genio", che però non riesce a dare una spiegazione al perché delle sue azioni... bah!), non accetto che Kirito, a zero punti ferita, riesca a sconfiggere quel "genio" del Game Master. Volontà, karma, intervento divino, chi più ne ha più ne metta, non possono essere sfruttate per terminare il gioco nel modo che hanno scelto, dopo che si mostra come il sistema sia a prova di ogni errore, al punto da riuscire addirittura a riconoscere e terminare un suo stesso ipotetico processo malfunzionante. Non ha senso.
Poi c'è una seconda parte con una nuova ambientazione che vede il nostro protagonista, improvvisamente diventato un vero e proprio latin lover ('everybody loves Kirito'), alle prese del salvataggio della sua amata. Salvataggio che deve avvenire entro sette giorni, perché altrimenti il nuovo "genio", nemico della situazione, avrebbe sposato la povera ragazza ancora in coma. Ditemi, quanto può essere malata questa cosa? In realtà esiste una giustificazione a questa cosa, che si nasconde dietro al motivo per cui alcuni giocatori (circa trecento) non si sono ripresi successivamente all'arresto della prima esecuzione di Sword Art Online: l'idea è molto carina, ed è l'unica cosa che ho apprezzato di questa nuova storia.
Personaggi riciclati, ambientazione mal presentata e - mio Dio! - sono veramente delle Winx! Mi domando se con il passaggio tra il tredicesimo e il quattordicesimo episodio sia andato qualcosa storto con il character design. E, per finire, con la seconda parte, approda su "Sword Art Online" il pessimo gusto: Game Operator, che per qualche ragione devono assumere la forma di lumache dotate di tentacoli, per permettere la consumazione del solito tentacle rape di turno, pseudo-incesti, tette e sederi... Povertà di contenuti.
Non che questo mi abbia scandalizzato, perché tutto ciò si vede anche in molte serie, ma in "Sword Art Online" questo non doveva vedersi. L'avrei accettato se fosse stato presente nella prima parte, per poi scomparire nella seconda, ma il trend negativo mi fa solo pensare che agli autori serviva qualcosa per tappare quei cinque minuti qua e là (cinque minuti in "Sword Art Online" equivalgono ad un buon 1% del tempo totale, che, secondo me, poteva essere usato in modo migliore). Ribadisco, non è tanto il cliché a infastidirmi, quanto il contesto ove si presenta.
Detto questo, concludo con una domanda: "Caro Kirito, sei un genio della programmazione, un gamer incallito, presumo tu sia anche piuttosto benestante, visto che l'azienda che aveva in gestione Sword Art Online è fallita a causa dei rimborsi erogati alle vittime, ma come ti viene in mente di riutilizzare la stessa attrezzatura, notoriamente buggata e insicura? Vuoi farti friggere il cervello a ogni costo?"
E una domanda a "quel genio del nemico della seconda parte", anzi due:
1) "Se conosci così tanto Kirito, come ti viene in mente di dirgli in ospedale che ti saresti sposato la sua amata, sottraendogliela senza il suo stesso consenso? Per fare incavolare Kirito? Oppure per far sì che la seconda parte della serie potesse cominciare?"
2) "Se conoscevi così tanto Kirito, e sei il nuovo Game Master, ma perché non hai trattenuto Kirito all'interno del gioco dopo la prima fase? Perché sai, avere il controllo di un genio come Kirito, magari di avrebbe risparmiato un sacco di fatiche."
Se volete passare del tempo, vedendo qualcosa di insolito, "Sword Art Online" fa per voi. Non si tratta di tempo buttato, ma preparatevi ad accettare un'eventuale delusione. Se questa serie si fosse fermata all'episodio 13/14, il mio voto sarebbe stato molto più alto.
Storia, ambientazione e struttura narrativa (5/10 - peso: 50%).
"Sword Art Online" è un anime che, come da recente moda, affronta il variegato mondo dei videogiochi MMORPG. Sebbene sia piuttosto inflazionata come idea, trattandosi pur sempre di una novità, viene sfruttata dagli autori della serie in modo eccellente, creando un iniziale e crescente interesse verso lo sviluppo della storia.
La giustificazione di questo voto mediocre è da ricercare nelle scelte di trama (che si susseguono oltre un certo momento della storia) del tutto opinabili. Molti episodi sembrano come dei filler autoconclusivi, durante i quali, ai fini della trama, non accade quasi nulla, ma che tuttavia vengono sfruttati per presentarci il mondo in cui la storia di "Sword Art Online" si svolge. Il grande problema è che questi episodi, per una ragione ben precisa, perderanno completamente la loro utilità. Si parte da un'idea geniale, resa inizialmente in modo eccelso, per arrivare alla banalità, sfociando poi nel fan-service (vedere la parte riflessiva per ulteriori informazioni), nelle contraddizioni e nel pessimo gusto (alcune situazioni inconfondibilmente artificiose, ed alcuni cliché del tutto evitabili). I dialoghi fortunatamente sono molto buoni, anche se tendono a ripetersi e a diventare un po' prevedibili, anche se questo è facilmente riscontrabile in tutti gli slice of life moderni.
Video e Audio (9/10 - peso: 20%).
Risoluzione 720p per l'edizione trasmessa su Tokyo TV, 1080p per l'edizione Blu-Ray (ovviamente). Audio 2.0 Stereo Jap (Tokyo TV) - Audio 5.1 PCM Jap (Blu-Ray).
Qui non c'è niente da dire. "Sword Art Online" è una serie dell'anno 2012 animata in modo spettacolare, con eccellenti scelte registiche, scenari mozzafiato e grafiche (in particolare, mi riferisco alle interfacce di gioco che hanno a disposizione i personaggi della storia) geniali. La colonna sonora è ottima, la prima opening è eccezionale. La seconda, a mio giudizio, cala molto.
Personaggi (7/10 - peso: 30%):
Pochi personaggi all'inizio e pochi alla fine. Non è un male, per carità, ma quando mi trovo di fronte a una serie di venticinque episodi con meno di dieci personaggi essenziali, mi piacerebbe vedere una discreta caratterizzazione, oltre che uno sviluppo (ove necessario, come in questo caso). Mentre la prima è presente, anche se con degli stereotipi non poco fastidiosi, il secondo manca quasi del tutto. I personaggi sono statici.
Media ponderata: 6,4. Voto finale: 6.
Attenzione: la parte che segue contiene spoiler
Riflessioni.
Io ho visto e sentito giudizi molto discordanti tra loro per quanto riguarda "Sword Art Online". C'è chi lo odia, c'è chi lo ama... non trovo quasi mai opinioni che si collocano in mezzo a questi due schieramenti. "Sword Art Online" è una serie che già durante la prima stagione ha subito una netta divisione per quanto riguarda i contenuti e la storia, al punto che io considererei la seconda parte della serie come un'opera totalmente diversa. La grave scelta narrativa a cui alludevo nella prima parte della recensione è proprio questa. Non riesco a dare una spiegazione logica alla necessità di terminare in trenta minuti scarsi un arco narrativo bellissimo, per poi entrare a tutta manetta in una storia banale, molto più spenta rispetto alla prima parte (si perde moltissimo nel momento in cui quello che era un gioco torna a essere effettivamente un gioco, niente più vita in pericolo), piena di cliché e di pessimo gusto. Quasi come se gli autori avessero fatto un sondaggio con più opzioni, chiedendo ai fan che cosa volessero vedere negli episodi successivi (considerazione del tutto personale).
Non ho digerito molto il concetto di mandare la prima linea a schiantarsi come se fosse carne da macello (pressapochismo), né ho digerito il clima di rilassamento generale (semi-utopia), che regnava in "Sword Art Online". Sto un po' esagerando, ma un certo signor Hobbes (come fa giustamente notare un altro recensore) avrebbe molto da ridire a riguardo. E, proprio perché il gioco dura circa due anni, come è possibile che in tutto questo tempo le personalità dei giocatori non siano cambiate di una virgola?
Ma è il modo in cui si conclude la prima parte a darmi sui nervi. Hanno scelto il modo più banale possibile... bello, ma banale. Ci possono essere alcune spiegazioni più o meno logiche che possono essere usate per giustificare la modalità scelta, ma proprio perché una buona parte dell'anime viene spesa a spiegarci le fondamenta tecniche di questo programma (vi è un vero e proprio elogio al creatore, un vero e proprio "genio", che però non riesce a dare una spiegazione al perché delle sue azioni... bah!), non accetto che Kirito, a zero punti ferita, riesca a sconfiggere quel "genio" del Game Master. Volontà, karma, intervento divino, chi più ne ha più ne metta, non possono essere sfruttate per terminare il gioco nel modo che hanno scelto, dopo che si mostra come il sistema sia a prova di ogni errore, al punto da riuscire addirittura a riconoscere e terminare un suo stesso ipotetico processo malfunzionante. Non ha senso.
Poi c'è una seconda parte con una nuova ambientazione che vede il nostro protagonista, improvvisamente diventato un vero e proprio latin lover ('everybody loves Kirito'), alle prese del salvataggio della sua amata. Salvataggio che deve avvenire entro sette giorni, perché altrimenti il nuovo "genio", nemico della situazione, avrebbe sposato la povera ragazza ancora in coma. Ditemi, quanto può essere malata questa cosa? In realtà esiste una giustificazione a questa cosa, che si nasconde dietro al motivo per cui alcuni giocatori (circa trecento) non si sono ripresi successivamente all'arresto della prima esecuzione di Sword Art Online: l'idea è molto carina, ed è l'unica cosa che ho apprezzato di questa nuova storia.
Personaggi riciclati, ambientazione mal presentata e - mio Dio! - sono veramente delle Winx! Mi domando se con il passaggio tra il tredicesimo e il quattordicesimo episodio sia andato qualcosa storto con il character design. E, per finire, con la seconda parte, approda su "Sword Art Online" il pessimo gusto: Game Operator, che per qualche ragione devono assumere la forma di lumache dotate di tentacoli, per permettere la consumazione del solito tentacle rape di turno, pseudo-incesti, tette e sederi... Povertà di contenuti.
Non che questo mi abbia scandalizzato, perché tutto ciò si vede anche in molte serie, ma in "Sword Art Online" questo non doveva vedersi. L'avrei accettato se fosse stato presente nella prima parte, per poi scomparire nella seconda, ma il trend negativo mi fa solo pensare che agli autori serviva qualcosa per tappare quei cinque minuti qua e là (cinque minuti in "Sword Art Online" equivalgono ad un buon 1% del tempo totale, che, secondo me, poteva essere usato in modo migliore). Ribadisco, non è tanto il cliché a infastidirmi, quanto il contesto ove si presenta.
Detto questo, concludo con una domanda: "Caro Kirito, sei un genio della programmazione, un gamer incallito, presumo tu sia anche piuttosto benestante, visto che l'azienda che aveva in gestione Sword Art Online è fallita a causa dei rimborsi erogati alle vittime, ma come ti viene in mente di riutilizzare la stessa attrezzatura, notoriamente buggata e insicura? Vuoi farti friggere il cervello a ogni costo?"
E una domanda a "quel genio del nemico della seconda parte", anzi due:
1) "Se conosci così tanto Kirito, come ti viene in mente di dirgli in ospedale che ti saresti sposato la sua amata, sottraendogliela senza il suo stesso consenso? Per fare incavolare Kirito? Oppure per far sì che la seconda parte della serie potesse cominciare?"
2) "Se conoscevi così tanto Kirito, e sei il nuovo Game Master, ma perché non hai trattenuto Kirito all'interno del gioco dopo la prima fase? Perché sai, avere il controllo di un genio come Kirito, magari di avrebbe risparmiato un sacco di fatiche."
Se volete passare del tempo, vedendo qualcosa di insolito, "Sword Art Online" fa per voi. Non si tratta di tempo buttato, ma preparatevi ad accettare un'eventuale delusione. Se questa serie si fosse fermata all'episodio 13/14, il mio voto sarebbe stato molto più alto.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Quando parliamo di "Sword Art Online" (abbreviato in SAO) ci ritroviamo in due "posizioni critiche" contrapposte: la prima che afferma di aver visto la serie di punta della stagione estiva 2012; la seconda semplicemente l'opposto! Bene o male tutti gli anime hanno una valutazione molto simile per ogni spettatore, anche se il voto può essere diverso. Ed è proprio in questo che SAO si differenzia, lasciando in molti un grande spettacolo e in altri un semplice rimpianto di aver visto questa serie.
"Sword Art Online" è un anime della stagione estiva del 2012, tratto dall'omonima light novel, tutt'ora in corso, scritta da Reki Kawahara, autore anche di "Accel World".
Pochi giorni fa scrivevo la mia recensione su "Btooom!" scrivendo, sinteticamente, che in un gioco dove la sconfitta equivale alla vera morte (anche se "Btooom!" è diverso da SAO) chiunque impazzirebbe; a malincuore, però, devo dire che non è esattamente così, infatti in SAO succede tutto il contrario: Kirito (il protagonista) si innamora di un'altra player, un amore reciproco che verrà portato fino alla fine della serie, e cosa fanno? Proseguono il gioco mostrandoci qualche interessante scontro? No, tutto il contrario! Vanno a pescare, cucinano un cibo di livello S, si sposano, vivono felici tra gli alberi e, perché no, adottano anche una figlia per vivere una vita felice all'interno di quel gioco mortale, piena di momenti amorosi e allegri, come una vera famiglia! Ah ah, questo è proprio il colmo della serie, che ci fa notare soltanto che piano piano salivano di livello nei piani e mostrandoci episodi "auto-conclusivi" che alla fine non sono serviti a niente. A differenza degli altri anime in cui il tema è proprio il videogioco mortale, Kirito impazzisce d'amore e non di follia, per la vita o per altro.
La serie le basi ce le ha, ma queste basi non vengono curate e rispettate, ma molte volte tralasciate, e non si sa nel proseguire della storia come possiamo definire quest'anime. Infatti, si viene a formare un piccolo harem nei confronti di Kirito, harem che sinceramente lascia a desiderare gli spettatori, che, vedendo solamente il primo episodio di questa serie, si aspettavano ben altro; uno slife of life all'interno del gioco? Un sentimentale? No, sinceramente non mi aspettavo proprio questo da questa serie e ne sono rimasto basito, in quanto mi aspettavo una grande opera come i celebri "Mirai Nikki", "Accel World", "Btooom!" e altri, che, anche se minimamente, sono simili a "Sword Art Online". Anche il fatto che Kirito si alza dall' ospedale, appena ripresosi, dopo che è stato ben due anni fermo intrappolato nel gioco, è una cosa davvero scandalosa, in quanto la serie non ha un minimo di realistico, né per quanto riguarda il character design dei personaggi, né in ambito medico. "Sword Art Online", quindi, non è riuscito a farmi appassionare e a farmi entrare nel vivo della serie, come hanno fatto gli altri anime di questo tema.
Salvo la serie da un misero 4 solamente per due motivi: il secondo arco narrativo, anche se con una trama più banale e con uno stile delle razze all'interno del gioco molto brutto (beh, è personale, ma vedere i nostri personaggi tipo "Winx" è una cosa alquanto odiosa), è un po' più carino e, se non fosse stato per il brutto finale e per il fatto che diventa più commerciale rispetto al primo arco, in quanto vediamo la solita storia della "sorella ama fratello", che a me sinceramente dà disgusto, avrebbe sicuramente ricevuto una sufficienza (il secondo arco, per non confonderci); la grafica è sicuramente una delle migliori viste fino ad adesso, il punto notevole della serie, mostrandoci combattimenti davvero spettacolari. Del secondo arco narrativo apprezzo anche l'antagonista: con atteggiamenti veramente odiosi verso il pubblico è stato in grado da parte mia di farsi apprezzare, in quanto è difficile trovare degli antagonisti così. Lo stile dei personaggi è buono, insieme a opening ed ending.
Il voto complessivo è una mediocrità piena (5), anche se avrebbe potuto prendere un voto più alto. Infine, non mi sento veramente di sconsigliare questa serie, perché, come ho scritto nell'inizio di questa recensione, a molti può piacere, ma consiglio caldamente di cercare di evitarla e di andare a vedere "Accel World", opera dello stesso autore.
Quando parliamo di "Sword Art Online" (abbreviato in SAO) ci ritroviamo in due "posizioni critiche" contrapposte: la prima che afferma di aver visto la serie di punta della stagione estiva 2012; la seconda semplicemente l'opposto! Bene o male tutti gli anime hanno una valutazione molto simile per ogni spettatore, anche se il voto può essere diverso. Ed è proprio in questo che SAO si differenzia, lasciando in molti un grande spettacolo e in altri un semplice rimpianto di aver visto questa serie.
"Sword Art Online" è un anime della stagione estiva del 2012, tratto dall'omonima light novel, tutt'ora in corso, scritta da Reki Kawahara, autore anche di "Accel World".
Pochi giorni fa scrivevo la mia recensione su "Btooom!" scrivendo, sinteticamente, che in un gioco dove la sconfitta equivale alla vera morte (anche se "Btooom!" è diverso da SAO) chiunque impazzirebbe; a malincuore, però, devo dire che non è esattamente così, infatti in SAO succede tutto il contrario: Kirito (il protagonista) si innamora di un'altra player, un amore reciproco che verrà portato fino alla fine della serie, e cosa fanno? Proseguono il gioco mostrandoci qualche interessante scontro? No, tutto il contrario! Vanno a pescare, cucinano un cibo di livello S, si sposano, vivono felici tra gli alberi e, perché no, adottano anche una figlia per vivere una vita felice all'interno di quel gioco mortale, piena di momenti amorosi e allegri, come una vera famiglia! Ah ah, questo è proprio il colmo della serie, che ci fa notare soltanto che piano piano salivano di livello nei piani e mostrandoci episodi "auto-conclusivi" che alla fine non sono serviti a niente. A differenza degli altri anime in cui il tema è proprio il videogioco mortale, Kirito impazzisce d'amore e non di follia, per la vita o per altro.
La serie le basi ce le ha, ma queste basi non vengono curate e rispettate, ma molte volte tralasciate, e non si sa nel proseguire della storia come possiamo definire quest'anime. Infatti, si viene a formare un piccolo harem nei confronti di Kirito, harem che sinceramente lascia a desiderare gli spettatori, che, vedendo solamente il primo episodio di questa serie, si aspettavano ben altro; uno slife of life all'interno del gioco? Un sentimentale? No, sinceramente non mi aspettavo proprio questo da questa serie e ne sono rimasto basito, in quanto mi aspettavo una grande opera come i celebri "Mirai Nikki", "Accel World", "Btooom!" e altri, che, anche se minimamente, sono simili a "Sword Art Online". Anche il fatto che Kirito si alza dall' ospedale, appena ripresosi, dopo che è stato ben due anni fermo intrappolato nel gioco, è una cosa davvero scandalosa, in quanto la serie non ha un minimo di realistico, né per quanto riguarda il character design dei personaggi, né in ambito medico. "Sword Art Online", quindi, non è riuscito a farmi appassionare e a farmi entrare nel vivo della serie, come hanno fatto gli altri anime di questo tema.
Salvo la serie da un misero 4 solamente per due motivi: il secondo arco narrativo, anche se con una trama più banale e con uno stile delle razze all'interno del gioco molto brutto (beh, è personale, ma vedere i nostri personaggi tipo "Winx" è una cosa alquanto odiosa), è un po' più carino e, se non fosse stato per il brutto finale e per il fatto che diventa più commerciale rispetto al primo arco, in quanto vediamo la solita storia della "sorella ama fratello", che a me sinceramente dà disgusto, avrebbe sicuramente ricevuto una sufficienza (il secondo arco, per non confonderci); la grafica è sicuramente una delle migliori viste fino ad adesso, il punto notevole della serie, mostrandoci combattimenti davvero spettacolari. Del secondo arco narrativo apprezzo anche l'antagonista: con atteggiamenti veramente odiosi verso il pubblico è stato in grado da parte mia di farsi apprezzare, in quanto è difficile trovare degli antagonisti così. Lo stile dei personaggi è buono, insieme a opening ed ending.
Il voto complessivo è una mediocrità piena (5), anche se avrebbe potuto prendere un voto più alto. Infine, non mi sento veramente di sconsigliare questa serie, perché, come ho scritto nell'inizio di questa recensione, a molti può piacere, ma consiglio caldamente di cercare di evitarla e di andare a vedere "Accel World", opera dello stesso autore.
In un anno, il 2012, in cui spopolano gli anime con tema i videogiochi, "Sword Art Online" spicca e si distingue in ogni aspetto, sia per quanto ci si cala nel gioco, sia per i drammi a cui vanno incontro i protagonisti.
"Sword Art Online" è un anime di genere fantasy in cui la nuova frontiera dei videogiochi è il Nerve Gear, un attrezzo evoluzione della realtà virtuale da infilare in testa come un casco, che catapulta il giocatore nel mondo virtuale in prima persona: si muove quindi normalmente, come se muovesse il suo corpo invece di usare un joystick. Il protagonista Kirito scopre ben presto che, una volta entrati in Sword Art Online, non è possibile uscirne e l'unica condizione affinché tutti tornino alla vita reale è che qualcuno finisca il gioco. Unico problema è che se si muore nel gioco, si muore anche nella realtà! Di fatto, quindi, Sword Art Online diventa la nuova "vita" di tutti i giocatori, tanto che molti abbandonano anche l'idea di completarlo. Di conseguenza, sono in molti a non vederlo più come un gioco ed escono piano piano le varie vere personalità, alcune anche violente ed egoiste, con tutti i relativi problemi. Questo aspetto è molto interessante e viene posta particolare attenzione sul tema, quasi a mostrare la cattiveria della gente. Una sorta di messaggio morale dell'autore.
Se avete mai giocato un MMORPG, adorerete "Sword Art Online", perché mostra correttamente tutti gli aspetti principali del gioco online, i punti vita, l'esperienza, le classi, le drop, i dungeon, le skill, i party e le gilde, i mestieri, le pozioni, la chat. Insomma, tutto vi ricorderà di quella volta che avete giocato e vi farà emozionare: si vede che l'autore sa di cosa sta parlando e non ha lasciato nulla al caso. Le battaglie coi boss sono emozionanti, soprattutto se contiamo che è in ballo la vita.
Kirito è un personaggio particolare, cupo e tenebroso, gioca da solo, alcuni lo definirebbero 'Lone Wolf'. Conscio della sua forza, non vuole legare con altri giocatori per paura di non riuscire a difenderli e allora si allontana da loro, cercando la forza di completare da solo il gioco per il bene di tutti, finché non incontra Asuna, una giocatrice sua pari: non essendo scarsa e non avendo quindi bisogno di difenderla, piano piano Kirito si apre a lei e i due finiscono per innamorarsi, il che porta alla seconda parte dell'anime, ambientata in un secondo MMORPG.
Come avvenga il passaggio da Sword Art Online al secondo MMORPG, chiamato ALfheim Online, non lo anticipo, ma è pieno di colpi di scena uno dietro l'altro. ALfheim è l'evoluzione naturale di Sword Art Online, in cui si usano più magie e si può volare (FlyForFun anyone?). Kirito deve salvare Asuna, tenuta prigioniera, ma questa seconda metà della serie non è per nulla al livello altissimo della prima, mostra poco il gioco e le sue meccaniche, e sembra quasi una corsa contro il tempo a causa delle poche puntate rimanenti, che erano già prestabilite essere venticinque.
La fretta di dare un finale entro la fine della serie leva il voto 10 a "Sword Art Online", che comunque è a mio avviso la miglior serie del 2012 e che ogni videogiocatore deve guardare.
"Sword Art Online" è un anime di genere fantasy in cui la nuova frontiera dei videogiochi è il Nerve Gear, un attrezzo evoluzione della realtà virtuale da infilare in testa come un casco, che catapulta il giocatore nel mondo virtuale in prima persona: si muove quindi normalmente, come se muovesse il suo corpo invece di usare un joystick. Il protagonista Kirito scopre ben presto che, una volta entrati in Sword Art Online, non è possibile uscirne e l'unica condizione affinché tutti tornino alla vita reale è che qualcuno finisca il gioco. Unico problema è che se si muore nel gioco, si muore anche nella realtà! Di fatto, quindi, Sword Art Online diventa la nuova "vita" di tutti i giocatori, tanto che molti abbandonano anche l'idea di completarlo. Di conseguenza, sono in molti a non vederlo più come un gioco ed escono piano piano le varie vere personalità, alcune anche violente ed egoiste, con tutti i relativi problemi. Questo aspetto è molto interessante e viene posta particolare attenzione sul tema, quasi a mostrare la cattiveria della gente. Una sorta di messaggio morale dell'autore.
Se avete mai giocato un MMORPG, adorerete "Sword Art Online", perché mostra correttamente tutti gli aspetti principali del gioco online, i punti vita, l'esperienza, le classi, le drop, i dungeon, le skill, i party e le gilde, i mestieri, le pozioni, la chat. Insomma, tutto vi ricorderà di quella volta che avete giocato e vi farà emozionare: si vede che l'autore sa di cosa sta parlando e non ha lasciato nulla al caso. Le battaglie coi boss sono emozionanti, soprattutto se contiamo che è in ballo la vita.
Kirito è un personaggio particolare, cupo e tenebroso, gioca da solo, alcuni lo definirebbero 'Lone Wolf'. Conscio della sua forza, non vuole legare con altri giocatori per paura di non riuscire a difenderli e allora si allontana da loro, cercando la forza di completare da solo il gioco per il bene di tutti, finché non incontra Asuna, una giocatrice sua pari: non essendo scarsa e non avendo quindi bisogno di difenderla, piano piano Kirito si apre a lei e i due finiscono per innamorarsi, il che porta alla seconda parte dell'anime, ambientata in un secondo MMORPG.
Come avvenga il passaggio da Sword Art Online al secondo MMORPG, chiamato ALfheim Online, non lo anticipo, ma è pieno di colpi di scena uno dietro l'altro. ALfheim è l'evoluzione naturale di Sword Art Online, in cui si usano più magie e si può volare (FlyForFun anyone?). Kirito deve salvare Asuna, tenuta prigioniera, ma questa seconda metà della serie non è per nulla al livello altissimo della prima, mostra poco il gioco e le sue meccaniche, e sembra quasi una corsa contro il tempo a causa delle poche puntate rimanenti, che erano già prestabilite essere venticinque.
La fretta di dare un finale entro la fine della serie leva il voto 10 a "Sword Art Online", che comunque è a mio avviso la miglior serie del 2012 e che ogni videogiocatore deve guardare.
Questo anime consta di due parti ben distinte; non voglio spoilerare, ma c'è una differenza qualitativa enorme fra le due. La prima non è niente di che, ma, complice un plot originale e delle decenti caratterizzazioni dei personaggi, riesce ad appassionare lo spettatore quel tanto che basta per non far abbandonare la visione della serie. Finita la prima parte, inizia una seconda stagione che mi ha dato un'idea ben precisa: gli autori non avevano sufficienti idee, ma da contratto dovevano allungare il brodo, e così è stato: hanno allungato il brodo, inserendo quello che oramai non può mancare in qualsiasi anime trash che si rispetti: triangolo amoroso, personaggi femminili dalle tette grosse e ballonzolanti, "desiderio" di relazione semi-incestuosa con parenti o presunti tali, sentimenti non corrisposti e qualche cenno di ecchi, che però in un paio di occasioni sembra quasi voler sfociare nell'hentai. Niente di clamoroso, intendiamoci, ma forse se ne poteva fare a meno, considerando la natura "molto soft" che in generale ha questo anime. Per il resto non è nient'altro che una sorta di reboot allungante della prima stagione, di qualità però nettamente inferiore, secondo me.
Le atmosfere che si respiravano nella prima parte, il senso di angoscia per il fatto di essere rinchiusi in un mondo virtuale da cui non era più possibile fare il "log-out", la paura che morendo nel mondo virtuale si sarebbe finiti in coma in quello reale, il senso di colpa che provava il protagonista per essere un "beta-tester", il non voler veder morire i propri amici, ecc., erano tutti fattori che rendevano interessante l'opera. Fattori che, purtroppo, nella seconda stagione spariscono completamente, sostituiti dal dramma di un amore talmente improbabile da risultare decisamente poco credibile e, di conseguenza, poco appassionante, e dalla più classica delle storie: il prode cavaliere che, grazie ad una sorta di miracolo, salva in extremis (ovvero, prima di sfociare nell'hentai) la principessa imprigionata nell'irraggiungibile maniero del genio del male.
Insomma, questo "Sword Art Online" è partito in maniera parzialmente originale e interessante, ma si è poi perso per strada. Alla prima stagione do 7,5, alla seconda 6-. Nel complesso, per me non vale più di 6. Guardabile, ma per niente memorabile.
Le atmosfere che si respiravano nella prima parte, il senso di angoscia per il fatto di essere rinchiusi in un mondo virtuale da cui non era più possibile fare il "log-out", la paura che morendo nel mondo virtuale si sarebbe finiti in coma in quello reale, il senso di colpa che provava il protagonista per essere un "beta-tester", il non voler veder morire i propri amici, ecc., erano tutti fattori che rendevano interessante l'opera. Fattori che, purtroppo, nella seconda stagione spariscono completamente, sostituiti dal dramma di un amore talmente improbabile da risultare decisamente poco credibile e, di conseguenza, poco appassionante, e dalla più classica delle storie: il prode cavaliere che, grazie ad una sorta di miracolo, salva in extremis (ovvero, prima di sfociare nell'hentai) la principessa imprigionata nell'irraggiungibile maniero del genio del male.
Insomma, questo "Sword Art Online" è partito in maniera parzialmente originale e interessante, ma si è poi perso per strada. Alla prima stagione do 7,5, alla seconda 6-. Nel complesso, per me non vale più di 6. Guardabile, ma per niente memorabile.
C'è poco da dire, le critiche su questa serie sono state infinite, chi la ama e chi la odia; una cosa è sicura, nel bene o nel male se ne parlerà ancora e ancora. Comprata recentemente dalla Dynit, e trasmessa in Giappone dal 7 luglio 2012, questa serie a mio parere è una delle più belle che abbia mai visto. Non potrà mai superare mostri sacri come "One Piece", "Bleach" e "Dragonball" sopra tutti, ma la metto volentieri nella mia top ten.
La serie è tratta dall'omonima light novel di Reki Kawahara e parla delle vicende di Kirito (vero nome Kazuto Kirigaya), che è intrappolato dentro un VMMORPG, un videogioco in realtà virtuale. Non mancheranno combattimenti, siparietti comici e storie romantiche. L'ambientazione del gioco è in stile medievale (in stile "World of Warcraft"), le armi e le skill sono quelle di qualsiasi videogioco del genere e il protagonista dovrà combattere vari boss di un palazzo insieme ad altri utenti bloccati nel gioco, per poter uscire sano e salvo, poiché se muori nel gioco muori anche nella realtà. I mondi nel corso dei venticinque episodi in realtà sono due, il secondo è Aincrad del VMMORPG ALfheim Online (avete presente "AION"? Ecco, quello), ma non starò a dirvi il perché della presenza di un altro mondo (sarebbe uno spoiler troppo cattivo).
I disegni sono molto belli, i personaggi ben curati, anche se ogni tanto sembra di guardare un comune anime di tipo harem (specialmente i primi episodi dove si introducono vari personaggi). Fin qui sembrerebbe il solito shonen banale; dove sta tutta la bellezza? Beh, ho dato un 9 perché è semplicemente fantastico, è quello che ho sempre voluto vedere da appassionato di MMORPG.
La trama è ben sviluppata e non ha buchi, i dialoghi non sono buttati là, è pieno di colpi di scena che non ti aspetti, è avvincente, le colonne sonore sono da panico e poi è ambientato in un MMORPG virtuale. E' il sogno di ogni giocatore online. La trama tratta anche un bell'argomento: il fatto che i giocatori siano intrappolati dal costruttore in questo mondo virtuale secondo me è una metafora della nostra realtà, ragazzini che stanno ore e ore davanti alla consolle a giocare e si creano un mondo loro dimenticandosi del mondo reale, perché in "Sword Art Online" le puntate ambientate nel mondo reale saranno due o tre.
La light novel è in corso ed è verso la fine, quindi al 90% ci sarà una seconda stagione che parla degli altri due mondi che mancano. Davvero avvincente, da guardare assolutamente.
La serie è tratta dall'omonima light novel di Reki Kawahara e parla delle vicende di Kirito (vero nome Kazuto Kirigaya), che è intrappolato dentro un VMMORPG, un videogioco in realtà virtuale. Non mancheranno combattimenti, siparietti comici e storie romantiche. L'ambientazione del gioco è in stile medievale (in stile "World of Warcraft"), le armi e le skill sono quelle di qualsiasi videogioco del genere e il protagonista dovrà combattere vari boss di un palazzo insieme ad altri utenti bloccati nel gioco, per poter uscire sano e salvo, poiché se muori nel gioco muori anche nella realtà. I mondi nel corso dei venticinque episodi in realtà sono due, il secondo è Aincrad del VMMORPG ALfheim Online (avete presente "AION"? Ecco, quello), ma non starò a dirvi il perché della presenza di un altro mondo (sarebbe uno spoiler troppo cattivo).
I disegni sono molto belli, i personaggi ben curati, anche se ogni tanto sembra di guardare un comune anime di tipo harem (specialmente i primi episodi dove si introducono vari personaggi). Fin qui sembrerebbe il solito shonen banale; dove sta tutta la bellezza? Beh, ho dato un 9 perché è semplicemente fantastico, è quello che ho sempre voluto vedere da appassionato di MMORPG.
La trama è ben sviluppata e non ha buchi, i dialoghi non sono buttati là, è pieno di colpi di scena che non ti aspetti, è avvincente, le colonne sonore sono da panico e poi è ambientato in un MMORPG virtuale. E' il sogno di ogni giocatore online. La trama tratta anche un bell'argomento: il fatto che i giocatori siano intrappolati dal costruttore in questo mondo virtuale secondo me è una metafora della nostra realtà, ragazzini che stanno ore e ore davanti alla consolle a giocare e si creano un mondo loro dimenticandosi del mondo reale, perché in "Sword Art Online" le puntate ambientate nel mondo reale saranno due o tre.
La light novel è in corso ed è verso la fine, quindi al 90% ci sarà una seconda stagione che parla degli altri due mondi che mancano. Davvero avvincente, da guardare assolutamente.
Inizio questa recensione col dire che per me "Sword Art Online" è il miglior anime di tutta la stagione 2012. La serie mi ha talmente colpita da divorare ogni singolo episodio uno dopo l'altro, una cosa che mi succede molto raramente. Non potevo non seguirla, visto che è la serie più criticata e parlata del 2012: c'è a chi è piaciuta e a chi no, a me sì, in fondo è una questione di gusti.
La trama, per una serie targata gioco, non è originalissima, anzi, è prevedibile, almeno per un fan dei MMO (ovvero Massively Multi-player Online): siamo nel futuro 2022 e in Giappone è uscito un nuovo gioco virtuale chiamato Sword Art Online, ma una volta iniziata la partita i giocatori non possono 'sloggarsi' (ovvero non possono più uscire dal gioco) e anche il "game over" nel gioco significa morire nella vita reale; ovviamente, chi sarà a "completare" per primo il gioco? Domanda scontatissima, visto che si sa senza ombra di dubbio che è Kirito, il protagonista dell'intero anime.
Sul protagonista all'inizio pensavo che sarebbe stato il solito tipo che si sente il più figo di tutti e anche il migliore; invece no, penso che sia uno dei primi personaggi maschili (almeno, tra quei pochi che ho visto) che nella seconda parte delle serie si è messo a piangere in più di un episodio (al massimo all'inizio della seconda parte), perché in quel gioco mortale, oltre ad aver incontrato nuove persone e il loro modo di pensare e fatto nuove amicizie, ha incontrato l'amore, ovvero Asuna, colei che penso abbia dato un senso alla vita di Kirito.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
La serie (come prima ho citato) è divisa in due parti, la prima dove i giocatori di Sword Art Online devono completare il gioco se vogliono ritornare nella vita reale e la seconda dove Kirito, dopo aver "completato il gioco", cerca di capire come Asuna, insieme ad altri trecento giocatori, non si sia svegliata. Ed è qui che entrerà in gioco un nuovo mondo, ALfheim, dove si scoprirà che dietro a tutto quel casino non c'era altro che un folle pazzo che voleva manipolare la mente delle persone.
Fine parte contenente spoiler
Sulla grafica non ho niente da dire, è ottima, soprattutto durante i combattimenti, e non ho da fare nessuna obiezione.
L'unica cosa che mi ha dato fastidio in questa serie è che, ogni qualvolta che Kirito incontrava una ragazza, si innamorava di lui, persino sua sorella/cugina! Neanche fosse un gigolo!
Per il resto, non trovo nessuna imperfezione; è anche una di quelle poche serie di cui mi sono piaciute sia tutte e due le opening e le ending... anzi ,le adoro!
Se molti di voi hanno scritto di evitarlo, io invece lo consiglio, sopratutto se amate i MMO. Questa volta, rispetto alle altre recensioni, dico davvero che questo anime un 9 se lo merita per davvero.
La trama, per una serie targata gioco, non è originalissima, anzi, è prevedibile, almeno per un fan dei MMO (ovvero Massively Multi-player Online): siamo nel futuro 2022 e in Giappone è uscito un nuovo gioco virtuale chiamato Sword Art Online, ma una volta iniziata la partita i giocatori non possono 'sloggarsi' (ovvero non possono più uscire dal gioco) e anche il "game over" nel gioco significa morire nella vita reale; ovviamente, chi sarà a "completare" per primo il gioco? Domanda scontatissima, visto che si sa senza ombra di dubbio che è Kirito, il protagonista dell'intero anime.
Sul protagonista all'inizio pensavo che sarebbe stato il solito tipo che si sente il più figo di tutti e anche il migliore; invece no, penso che sia uno dei primi personaggi maschili (almeno, tra quei pochi che ho visto) che nella seconda parte delle serie si è messo a piangere in più di un episodio (al massimo all'inizio della seconda parte), perché in quel gioco mortale, oltre ad aver incontrato nuove persone e il loro modo di pensare e fatto nuove amicizie, ha incontrato l'amore, ovvero Asuna, colei che penso abbia dato un senso alla vita di Kirito.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
La serie (come prima ho citato) è divisa in due parti, la prima dove i giocatori di Sword Art Online devono completare il gioco se vogliono ritornare nella vita reale e la seconda dove Kirito, dopo aver "completato il gioco", cerca di capire come Asuna, insieme ad altri trecento giocatori, non si sia svegliata. Ed è qui che entrerà in gioco un nuovo mondo, ALfheim, dove si scoprirà che dietro a tutto quel casino non c'era altro che un folle pazzo che voleva manipolare la mente delle persone.
Fine parte contenente spoiler
Sulla grafica non ho niente da dire, è ottima, soprattutto durante i combattimenti, e non ho da fare nessuna obiezione.
L'unica cosa che mi ha dato fastidio in questa serie è che, ogni qualvolta che Kirito incontrava una ragazza, si innamorava di lui, persino sua sorella/cugina! Neanche fosse un gigolo!
Per il resto, non trovo nessuna imperfezione; è anche una di quelle poche serie di cui mi sono piaciute sia tutte e due le opening e le ending... anzi ,le adoro!
Se molti di voi hanno scritto di evitarlo, io invece lo consiglio, sopratutto se amate i MMO. Questa volta, rispetto alle altre recensioni, dico davvero che questo anime un 9 se lo merita per davvero.
Ho aspettato molto prima di scrivere la mia recensione, più che altro perché non sapevo come valutare quest'anime: di sicuro l'opera è molto bella, ovviamente caratteristica, e per questo non potrà piacere a tutti, ma io la consiglio caldamente a chiunque, perché penso ne valga la pena. Di sicuro, però, ha anche delle pecche, per cui credo di dover dare più voti per far comprendere com'è realmente questo anime.
Disegni: 10. Di sicuro molto belli e ben definiti, a mio parere.
Musiche: 8. Adatte all'anime, permettono una buona empatia con la storia, ma non sono esaltanti.
Trama: 9. Semplicemente spettacolare! Personalmente la storia la trovo fantastica, magari non sarà innovativa, ma di sicuro è un buon prodotto.
Sceneggiatura: 10. Eseguita alla perfezione, la storia è stata raccontata benissimo!
Svolgimento: 5,5. Unica pecca, per raccontare bene quest'anime sarebbero serviti cinquanta episodi almeno, se non di più, ma devo ammettere che aspettare troppo per vedere il progetto completo o allungare l'anime avrebbero potuto creare dei problemi.
Comunque il mio voto è 9 (8,5 dalla media più mezzo voto perché non avrebbe meritato di certo un 8, e poi l'anime mi è piaciuto davvero molto).
Disegni: 10. Di sicuro molto belli e ben definiti, a mio parere.
Musiche: 8. Adatte all'anime, permettono una buona empatia con la storia, ma non sono esaltanti.
Trama: 9. Semplicemente spettacolare! Personalmente la storia la trovo fantastica, magari non sarà innovativa, ma di sicuro è un buon prodotto.
Sceneggiatura: 10. Eseguita alla perfezione, la storia è stata raccontata benissimo!
Svolgimento: 5,5. Unica pecca, per raccontare bene quest'anime sarebbero serviti cinquanta episodi almeno, se non di più, ma devo ammettere che aspettare troppo per vedere il progetto completo o allungare l'anime avrebbero potuto creare dei problemi.
Comunque il mio voto è 9 (8,5 dalla media più mezzo voto perché non avrebbe meritato di certo un 8, e poi l'anime mi è piaciuto davvero molto).
"Sword Art Online" si presentava ai miei occhi come una delle serie più interessanti della scorsa stagione e la cosa mi veniva confermata da diversi amici, che ne tessevano le lodi. Se notate il voto di questa recensione, qualcosa non deve essere filato liscio durante la sua visione, mentre posso garantirvi che non ho sbagliato a selezionare il voto.
L'inizio in effetti è promettente, seppur non nuovo nel panorama dell'animazione giapponese: viene rilasciato un nuovo RPG online che permette di entrate, nel vero senso della parola, in un mondo fantasy. E' di fatto il primo esempio di gioco completamente in realtà virtuale: vi 'addormenterete' sul vostro letto con il casco in testa e verrete proiettati in questo nuovo mondo nei panni del vostro alter ego, dotati di tutti i vostri sensi. L'inghippo è che dopo l'inaugurazione i giocatori scoprono di non riuscire più a 'sloggarsi', e ben presto verranno informati che potranno farlo solo finito il gioco. Inoltre, se qualcuno dall'esterno provasse a rimuovere il casco, loro morirebbero. Ancora, se nel gioco finiscono per morire, lo stesso accadrà nel mondo reale. Insomma, sono intrappolati e devono iniziare a darsi da fare muovendosi con cautela, un solo errore potrebbe essere loro fatale.
Nonostante le buone promesse e l'inizio promettente, subentra poi tanta confusione, contraddizioni e una massiccia dose di cattivo gusto nel finale.
La prima cosa che mi ha colpito è come vi sia un balzo e la crescita dei personaggi non sia per nulla seguita. Ciononostante, il secondo episodio offre un buono scontro, ma di lì a breve l'anime vira sul sentimentale e sull'esistenziale: se foste intrappolati in un mondo virtuale e realistico, non iniziereste a crearvi una vita in quello, ancor più se per certi aspetti è persino migliore di quello reale? O continuereste a lottare imperterriti per tornare alla vita reale, rischiando la vita? La prima parte della serie gioca molto su questo interrogativo e ci può anche stare, se non fosse che intanto nel mondo reale il vostro corpo è tenuto probabilmente in vita dalle macchine (e non potrà durare per sempre) e che i vostri cari saranno distrutti nel vedervi in quello stato. La cosa viene bellamente ignorata o quasi dai personaggi per buona parte dell'anime, con atteggiamenti che paiono ben poco realistici. L'altro aspetto, quello sentimentale, parte da un assioma: qualsiasi ragazza che il protagonista incontra, si innamora di lui.
La prima parte della serie, ovvero i primi quattordici episodi, si dimostrano generalmente autoconclusivi e propongono personaggi a ripetizione, che tuttavia vengono subito dimenticati o hanno ruoli davvero irrisori. Alcuni, tra l'altro, sembrerebbero avere la personalità e le caratteristiche che li renderebbero degni di aver maggior spazio, ma tutto l'anime ruota intorno al protagonista e la sua amata. Vengono analizzati molti aspetti del mondo virtuale: vi è una puntata dedicata alla pesca, una al cibo, una ai mercanti e una ai fabbri. Sfortunatamente, vi sono ben poche puntate dedicate all'avanzamento delle quest: in cento livelli ci vengono proposti due o tre boss, e ben di rado gli scontri sono degni di nota.
Altro problema sono i personaggi, che dimostrano una caratterizzazione sin troppo stereotipata e poco verosimile. Certe situazioni sono proprio assurde e fastidiosamente artificiose, vedi i giocatori carne da macello della prima linea, che vengono usati solo per essere massacrati in modo stupido e meramente funzionale, oppure i tanti piagnistei, il discorso della famigliola felice con tanto di figlia, ecc. Tanti elementi che hanno fatto crescere in me una fastidiosa irritazione, già nata al momento in cui mi sono accorto che non stavo guardando un fantasy un po' fuori dalle righe, ma un finto e irrealistico slice of life in un mondo fantasy virtuale.
Mentre divento sempre più irritato, la prima parte finisce improvvisamente con l'episodio 14, in modo bruttino e frettoloso.
Dal quindicesimo inizia la seconda: nuovo gioco virtuale con altra ambientazione, personaggi che ora hanno le ali e che non hanno più una spada di Damocle sulla testa. Senza fare troppi spoiler, il protagonista dovrà salvare la sua amata. Sono introdotti nuovi spunti e quello di base sarebbe anche interessante, se venisse in qualche modo utilizzato. Invece rimane vagamente nell'aria come possibile prospettiva, ma gli sceneggiatori preferiscono concentrarsi sulla sorellina (o cugina) innamorata del fratello, un dirigente allupato che in qualche suo delirio di onnipotenza intende sposare una ragazza in coma (cosa che sembra lecita e normale a tutti), qualche operatore che nel mondo virtuale appare per qualche strano motivo in forma di lumaca 'tentacolosa' e tenta di violentare virtualmente una fanciulla con i suoi tentacoli, l'antagonista che nello scontro finale si diverte a leccare il corpo virtuale della sua prigioniera.
Nel complesso, qualsiasi cosa di buono ci fosse nella seconda parte, e qualcosa di buono c'è, viene sminuito e distrutto da scelte di cattivo gusto facilmente evitabili.
La serie poi si conclude nel peggiore dei modi, ovvero con i protagonisti che devono dimostrare a tutti i costi la propria demenza rientrando in un ennesimo mondo virtuale, come se non fosse bastato tutto quanto hanno già passato.
Concludendo: in "Sword Art Online" ci sono degli spunti potenzialmente interessanti, tuttavia sono rovinati da una sceneggiatura piena di buchi, da dei personaggi mal caratterizzati e da delle scelte di cattivo gusto nel finale. Si dimostra pertanto una serie con poche pretese, commerciale nel cattivo senso del termine, per un pubblico che non bada troppo a incongruenze, fanservice e al buonismo che accompagna troppe sequenze.
L'inizio in effetti è promettente, seppur non nuovo nel panorama dell'animazione giapponese: viene rilasciato un nuovo RPG online che permette di entrate, nel vero senso della parola, in un mondo fantasy. E' di fatto il primo esempio di gioco completamente in realtà virtuale: vi 'addormenterete' sul vostro letto con il casco in testa e verrete proiettati in questo nuovo mondo nei panni del vostro alter ego, dotati di tutti i vostri sensi. L'inghippo è che dopo l'inaugurazione i giocatori scoprono di non riuscire più a 'sloggarsi', e ben presto verranno informati che potranno farlo solo finito il gioco. Inoltre, se qualcuno dall'esterno provasse a rimuovere il casco, loro morirebbero. Ancora, se nel gioco finiscono per morire, lo stesso accadrà nel mondo reale. Insomma, sono intrappolati e devono iniziare a darsi da fare muovendosi con cautela, un solo errore potrebbe essere loro fatale.
Nonostante le buone promesse e l'inizio promettente, subentra poi tanta confusione, contraddizioni e una massiccia dose di cattivo gusto nel finale.
La prima cosa che mi ha colpito è come vi sia un balzo e la crescita dei personaggi non sia per nulla seguita. Ciononostante, il secondo episodio offre un buono scontro, ma di lì a breve l'anime vira sul sentimentale e sull'esistenziale: se foste intrappolati in un mondo virtuale e realistico, non iniziereste a crearvi una vita in quello, ancor più se per certi aspetti è persino migliore di quello reale? O continuereste a lottare imperterriti per tornare alla vita reale, rischiando la vita? La prima parte della serie gioca molto su questo interrogativo e ci può anche stare, se non fosse che intanto nel mondo reale il vostro corpo è tenuto probabilmente in vita dalle macchine (e non potrà durare per sempre) e che i vostri cari saranno distrutti nel vedervi in quello stato. La cosa viene bellamente ignorata o quasi dai personaggi per buona parte dell'anime, con atteggiamenti che paiono ben poco realistici. L'altro aspetto, quello sentimentale, parte da un assioma: qualsiasi ragazza che il protagonista incontra, si innamora di lui.
La prima parte della serie, ovvero i primi quattordici episodi, si dimostrano generalmente autoconclusivi e propongono personaggi a ripetizione, che tuttavia vengono subito dimenticati o hanno ruoli davvero irrisori. Alcuni, tra l'altro, sembrerebbero avere la personalità e le caratteristiche che li renderebbero degni di aver maggior spazio, ma tutto l'anime ruota intorno al protagonista e la sua amata. Vengono analizzati molti aspetti del mondo virtuale: vi è una puntata dedicata alla pesca, una al cibo, una ai mercanti e una ai fabbri. Sfortunatamente, vi sono ben poche puntate dedicate all'avanzamento delle quest: in cento livelli ci vengono proposti due o tre boss, e ben di rado gli scontri sono degni di nota.
Altro problema sono i personaggi, che dimostrano una caratterizzazione sin troppo stereotipata e poco verosimile. Certe situazioni sono proprio assurde e fastidiosamente artificiose, vedi i giocatori carne da macello della prima linea, che vengono usati solo per essere massacrati in modo stupido e meramente funzionale, oppure i tanti piagnistei, il discorso della famigliola felice con tanto di figlia, ecc. Tanti elementi che hanno fatto crescere in me una fastidiosa irritazione, già nata al momento in cui mi sono accorto che non stavo guardando un fantasy un po' fuori dalle righe, ma un finto e irrealistico slice of life in un mondo fantasy virtuale.
Mentre divento sempre più irritato, la prima parte finisce improvvisamente con l'episodio 14, in modo bruttino e frettoloso.
Dal quindicesimo inizia la seconda: nuovo gioco virtuale con altra ambientazione, personaggi che ora hanno le ali e che non hanno più una spada di Damocle sulla testa. Senza fare troppi spoiler, il protagonista dovrà salvare la sua amata. Sono introdotti nuovi spunti e quello di base sarebbe anche interessante, se venisse in qualche modo utilizzato. Invece rimane vagamente nell'aria come possibile prospettiva, ma gli sceneggiatori preferiscono concentrarsi sulla sorellina (o cugina) innamorata del fratello, un dirigente allupato che in qualche suo delirio di onnipotenza intende sposare una ragazza in coma (cosa che sembra lecita e normale a tutti), qualche operatore che nel mondo virtuale appare per qualche strano motivo in forma di lumaca 'tentacolosa' e tenta di violentare virtualmente una fanciulla con i suoi tentacoli, l'antagonista che nello scontro finale si diverte a leccare il corpo virtuale della sua prigioniera.
Nel complesso, qualsiasi cosa di buono ci fosse nella seconda parte, e qualcosa di buono c'è, viene sminuito e distrutto da scelte di cattivo gusto facilmente evitabili.
La serie poi si conclude nel peggiore dei modi, ovvero con i protagonisti che devono dimostrare a tutti i costi la propria demenza rientrando in un ennesimo mondo virtuale, come se non fosse bastato tutto quanto hanno già passato.
Concludendo: in "Sword Art Online" ci sono degli spunti potenzialmente interessanti, tuttavia sono rovinati da una sceneggiatura piena di buchi, da dei personaggi mal caratterizzati e da delle scelte di cattivo gusto nel finale. Si dimostra pertanto una serie con poche pretese, commerciale nel cattivo senso del termine, per un pubblico che non bada troppo a incongruenze, fanservice e al buonismo che accompagna troppe sequenze.
Da grande fan della serie non posso non recensire.
Partiamo dalla premessa: "Nel 2022 l'umanità ha finalmente creato un ambiente totalmente virtuale". Questa realtà virtuale è resa possibile grazie a un nuovo terminale, il NerveGear, e il primo gioco a sfruttarne appieno tutte le capacità è Sword Art Online (SAO). Il giorno in cui il VR-MMORPG (Virtual Reality MMORPG) viene distribuito, con le sue sole diecimila copie, i giocatori restano intrappolati al suo interno senza possibilità di effettuare il logout. Tutto ciò è colpa/merito del creatore del gioco, Akihiko Kayaba, intenzionato a creare un suo mondo per poterne osservare l'evoluzione. L'unica soluzione per tornare al monde reale è completare il gioco, ma se si muore in-game si muore per davvero. La storia poi si incentra su Kirito (Kazuto Kirigaya nella realtà), vedendo come reagirà all'accaduto e come si comporterà nei due anni durante i quali sarà intrappolato in SAO. Questa è la trama del primo arco, finito il quale ci si incentrerà su un altro gioco: ALfeihm Online (ALO).
Una delle accuse maggiormente mosse a quest'anime è la narrazione di alcuni episodi definiti "inutili", "superflui", "auto-conclusivi", "evitabili", "che spezzano la storia", etc. Quindi, chiarisco subito questo punto. L'anime è la trasposizione della sua omonima light novel (di Reki Kawahara, autore anche di "Accel World"), che è divisa in archi di due volumi e ogni arco è ambientato in una realtà virtuale diversa. Le venticinque puntate di questa prima serie racchiudono gli avvenimenti di quattro volumi. Della saga di SAO se ne parla nei primi due volumi, ma in realtà si conclude nel primo: infatti, il secondo è la raccolta di alcune "side story", cioè dei racconti aggiuntivi che vanno ad approfondire ciò che è accaduto in un arco già concluso. E le puntate "incriminate" (4 - 7 - 11 - 12 - 3 - 5 - 6) sono appunto la trasposizione di questi avvenimenti. Certo, si può capire facilmente il primo arco guardando solo le puntante 1 - 2 - 8 - 9 - 10 - 13 - 14, ma siccome nelle side story vengono introdotti personaggi importanti per il futuro, se non le avessero fatte non avreste capito nulla (anche in previsione di una seconda serie). Si può dire che da questo punto di vista l'anime sia organizzato meglio della novel, perché propone gli avvenimenti in ordine cronologico e non "a caso".
Personaggi: 8
Kirito (il protagonista), Asuna (co-protagonista, ragazza di Kirito e sua moglie in-game), Lisbeth/Lizbeth/Lisabeth (amica di Asuna e Kirito, relativamente importante in SAO, nell'anime non presente in ALO; il suo ruolo sarà definito meglio successivamente, se faranno un'altra serie), Yui (intelligenza artificiale, molto importante da ALO in poi, definisce Kirito e Asuna i suoi genitori), Klain ed Agil (in SAO non hanno un ruolo di rilievo, ma saranno presenti anche in seguito), Lyfa (Suguha Kirigaya nel mondo reale, cugina di Kirito, personaggio fondamentale nell'arco di ALO, anche lei innamorata del cugino), Silica (una ragazza che Kirito salva in SAO, di poco rilievo nell'anime) e infine Akihiko Kayaba (creatore di SAO, lascio decidere a voi se amico o nemico). Ogni personaggio ha una sua precisa evoluzione, nell'anime però i cambiamenti sono visibili solo in Kirito, Asuna, Silica, Lisbeth, Yui, Kayaba e Lyfa, mettendo particolarmente in evidenza l'evoluzione psicologica di Kirito e Asuna. Comunque, ogni personaggio ha un suo carattere ben distinguibile e definito.
Disegni e animazioni: 10
Il chara design mi piace molto ed è abbastanza variegato, e i personaggi non hanno sempre indosso gli stessi vestiti. Gli sfondi sono ben definiti e ricchi di dettagli, quasi mai si vedono scene statiche con la sola solita bocca di turno che si muove; particolarmente belli i paesaggi. I combattimenti sono fluidi, con varie animazioni, anche se sono abbastanza corti (costano!).
Musiche: 10
Qua siamo quasi ai livelli di "Angel Beats!", ma non solo per le due opening e le due ending (la seconda sigla di chiusura è fantastica): in generale tutti i temi sono ben fatti, adatti alle situazioni e al loro clima.
Trama: 10
Sono stato uno dei primi a criticare quest'anime. Infatti, appena ne avevo letto le due righe di trama (prima che iniziasse la trasmissione), l'avevo accusato di essere solo la brutta copia di ".Hack//"; invece mi sono dovuto ricredere pesantemente, è tutta un'altra cosa. Può piacere o non piacere, ognuno ha i suoi gusti, io la trovo un'idea originale. Quello che trovo abbastanza assurdo è che si critichi la premessa, il fatto che possa esistere il NerveGear: stiamo parlando di un anime fantasy, è insensato criticare una cosa che nella realtà non esiste.
Doppiaggio: 10
Ebbene sì, valuto anche il doppiaggio, perché ultimamente mi è capitato di vedere serie con un doppiaggio talmente orrendo da far pena, quasi ai livelli di quello italiano. E ce ne vuole! Però non è il caso di SAO, dove ogni voce è appropriata al personaggio, dove i toni non sono piatti, anzi, hanno le giuste sfumature. E poi amo come è stata doppiata Lisbeth.
In conclusione, un anime che rispecchia in pieno i generi fantasy, avventura, azione, sentimentale, con quelle due o tre scene di fan service appropriato, non eccessivo, con personaggi di ogni genere e carattere - impossibile non innamorarsi di almeno uno di loro. Se poi siete il genere di spettatori che, come me, presta molta attenzione anche a disegni, animazioni e musiche, allora avete trovato l'anime ideale, che non vi farà annoiare nemmeno per un istante, anzi, vi coinvolgerà sempre di più in ogni minuto dei suoi venticinque episodi.
Darei come voto 10, ma avendo letto e continuando a leggere la novel, non mi va giù la poca caratterizzazione/evoluzione che hanno dato ad alcuni personaggi. Quindi: 9.
Partiamo dalla premessa: "Nel 2022 l'umanità ha finalmente creato un ambiente totalmente virtuale". Questa realtà virtuale è resa possibile grazie a un nuovo terminale, il NerveGear, e il primo gioco a sfruttarne appieno tutte le capacità è Sword Art Online (SAO). Il giorno in cui il VR-MMORPG (Virtual Reality MMORPG) viene distribuito, con le sue sole diecimila copie, i giocatori restano intrappolati al suo interno senza possibilità di effettuare il logout. Tutto ciò è colpa/merito del creatore del gioco, Akihiko Kayaba, intenzionato a creare un suo mondo per poterne osservare l'evoluzione. L'unica soluzione per tornare al monde reale è completare il gioco, ma se si muore in-game si muore per davvero. La storia poi si incentra su Kirito (Kazuto Kirigaya nella realtà), vedendo come reagirà all'accaduto e come si comporterà nei due anni durante i quali sarà intrappolato in SAO. Questa è la trama del primo arco, finito il quale ci si incentrerà su un altro gioco: ALfeihm Online (ALO).
Una delle accuse maggiormente mosse a quest'anime è la narrazione di alcuni episodi definiti "inutili", "superflui", "auto-conclusivi", "evitabili", "che spezzano la storia", etc. Quindi, chiarisco subito questo punto. L'anime è la trasposizione della sua omonima light novel (di Reki Kawahara, autore anche di "Accel World"), che è divisa in archi di due volumi e ogni arco è ambientato in una realtà virtuale diversa. Le venticinque puntate di questa prima serie racchiudono gli avvenimenti di quattro volumi. Della saga di SAO se ne parla nei primi due volumi, ma in realtà si conclude nel primo: infatti, il secondo è la raccolta di alcune "side story", cioè dei racconti aggiuntivi che vanno ad approfondire ciò che è accaduto in un arco già concluso. E le puntate "incriminate" (4 - 7 - 11 - 12 - 3 - 5 - 6) sono appunto la trasposizione di questi avvenimenti. Certo, si può capire facilmente il primo arco guardando solo le puntante 1 - 2 - 8 - 9 - 10 - 13 - 14, ma siccome nelle side story vengono introdotti personaggi importanti per il futuro, se non le avessero fatte non avreste capito nulla (anche in previsione di una seconda serie). Si può dire che da questo punto di vista l'anime sia organizzato meglio della novel, perché propone gli avvenimenti in ordine cronologico e non "a caso".
Personaggi: 8
Kirito (il protagonista), Asuna (co-protagonista, ragazza di Kirito e sua moglie in-game), Lisbeth/Lizbeth/Lisabeth (amica di Asuna e Kirito, relativamente importante in SAO, nell'anime non presente in ALO; il suo ruolo sarà definito meglio successivamente, se faranno un'altra serie), Yui (intelligenza artificiale, molto importante da ALO in poi, definisce Kirito e Asuna i suoi genitori), Klain ed Agil (in SAO non hanno un ruolo di rilievo, ma saranno presenti anche in seguito), Lyfa (Suguha Kirigaya nel mondo reale, cugina di Kirito, personaggio fondamentale nell'arco di ALO, anche lei innamorata del cugino), Silica (una ragazza che Kirito salva in SAO, di poco rilievo nell'anime) e infine Akihiko Kayaba (creatore di SAO, lascio decidere a voi se amico o nemico). Ogni personaggio ha una sua precisa evoluzione, nell'anime però i cambiamenti sono visibili solo in Kirito, Asuna, Silica, Lisbeth, Yui, Kayaba e Lyfa, mettendo particolarmente in evidenza l'evoluzione psicologica di Kirito e Asuna. Comunque, ogni personaggio ha un suo carattere ben distinguibile e definito.
Disegni e animazioni: 10
Il chara design mi piace molto ed è abbastanza variegato, e i personaggi non hanno sempre indosso gli stessi vestiti. Gli sfondi sono ben definiti e ricchi di dettagli, quasi mai si vedono scene statiche con la sola solita bocca di turno che si muove; particolarmente belli i paesaggi. I combattimenti sono fluidi, con varie animazioni, anche se sono abbastanza corti (costano!).
Musiche: 10
Qua siamo quasi ai livelli di "Angel Beats!", ma non solo per le due opening e le due ending (la seconda sigla di chiusura è fantastica): in generale tutti i temi sono ben fatti, adatti alle situazioni e al loro clima.
Trama: 10
Sono stato uno dei primi a criticare quest'anime. Infatti, appena ne avevo letto le due righe di trama (prima che iniziasse la trasmissione), l'avevo accusato di essere solo la brutta copia di ".Hack//"; invece mi sono dovuto ricredere pesantemente, è tutta un'altra cosa. Può piacere o non piacere, ognuno ha i suoi gusti, io la trovo un'idea originale. Quello che trovo abbastanza assurdo è che si critichi la premessa, il fatto che possa esistere il NerveGear: stiamo parlando di un anime fantasy, è insensato criticare una cosa che nella realtà non esiste.
Doppiaggio: 10
Ebbene sì, valuto anche il doppiaggio, perché ultimamente mi è capitato di vedere serie con un doppiaggio talmente orrendo da far pena, quasi ai livelli di quello italiano. E ce ne vuole! Però non è il caso di SAO, dove ogni voce è appropriata al personaggio, dove i toni non sono piatti, anzi, hanno le giuste sfumature. E poi amo come è stata doppiata Lisbeth.
In conclusione, un anime che rispecchia in pieno i generi fantasy, avventura, azione, sentimentale, con quelle due o tre scene di fan service appropriato, non eccessivo, con personaggi di ogni genere e carattere - impossibile non innamorarsi di almeno uno di loro. Se poi siete il genere di spettatori che, come me, presta molta attenzione anche a disegni, animazioni e musiche, allora avete trovato l'anime ideale, che non vi farà annoiare nemmeno per un istante, anzi, vi coinvolgerà sempre di più in ogni minuto dei suoi venticinque episodi.
Darei come voto 10, ma avendo letto e continuando a leggere la novel, non mi va giù la poca caratterizzazione/evoluzione che hanno dato ad alcuni personaggi. Quindi: 9.
La cosa più interessante di questo "Sword Art Online" è stato constatare come ormai la porta aperta dai fratelli Wachowski sia letteralmente stata divelta dai cardini, e certe tematiche siano ormai all'ordine del giorno, che si assista a un film in 3D nel miglior cinema della città o a un anime di questi ultimi tempi. Concetti come realtà virtuale o MMO (i famosi giochi online di massa, cui si rifà questo "Sword Art Online") sono trattati con una semplicità estrema, visto che questi ultimi concetti sono ormai stati assimilati dalla gran parte delle persone che fruiscono di questi media.
Chiuso questo veloce incipit, passiamo alla disanima dell'anime, che pur avendo riscosso in patria un grandissimo successo e, a quanto ho visto, suscitato un forte interesse anche qui in Italia (si vocifera di un forte interesse di Rai4, se non vado errato), non può non lasciare con l'amaro in bocca chi, come me, si era effettivamente appassionato moltissimo a seguire le vicende di Kazuto ed Asuna, nel mondo virtuale di "Sword Art Online".
E in quest'ultima ultima frase è racchiusa un po' la chiave di lettura dell'anime, che si rivela appassionante ed equilibrato finché si svolge ad Aincrad (il mondo virtuale, ambientazione del gioco Sword Art Online, da cui deriva il titolo), zoppicante e a volte risibile quando l'azione si sposta nel nuovo mondo di ALfeihm, in cui è ambientata la seconda metà della serie. E il voto stesso che avete visto, rappresenta un po' una sorta di media (generosa) tra l'ottima valutazione del primo arco e la pessima riuscita del secondo.
Pur non essendo immune da difetti, la prima fase dell'anime, infatti, riesce a catturare decisamente lo spettatore, che, pur non ottenendo risposte convincenti ai numerosi dubbi che il background della trama fa sorgere (possibile che le autorità non possano interrompere il folle disegno di Kayaba Akihiko? Possibile modificare un hardware - il Nervegear - a un livello così profondo, tramite solo delle istruzioni software, da consentirgli di nuocere all'utilizzatore?), chiude volentieri un occhio, appagato dalla convincente sensazione di trovarsi anche lui tra i meandri di uno dei dungeon del gioco, in compagnia dei nostri eroi, o ad ammirare uno dei paesaggi, virtuali, ma incantevoli, generati dall'incredibile motore del gioco. Da metà circa della serie in poi, però, l'incanto svanisce e i nodi cominciano a venire al pettine. Per qualche motivo, che immagino sarà di natura prettamente commerciale, gli autori infatti sembrano "stancarsi" dell'ambientazione di Aincrad, chiudendola in tutta fretta in un paio di episodi, per poi trasferire il canovaccio in quella di ALfeihm, che si rivelerà molto più fragile a livello di coerenza ed equilibrio. Da questo momento il meccanismo che fino a quel momento sembrava funzionare si inceppa, e sempre più spesso gli autori ricorrono ripetutamente al pessimo espediente, di dragonballiana memoria, del deus ex machina. E poco importa se per far ciò vengono calpestate anche le leggi più logiche e di buon senso che governano le regole e la fisica di un videogioco o del semplice comportamento umano.
A seguire in modo coerente questo andamento altalenante della serie, infatti, contribuiscono anche i personaggi, che, se appassionano e convincono nel primo arco, non mancano di lasciare basiti nel secondo. Prima tra tutte è la sorellastra di Kazuto, che risulta un personaggio davvero mal concepito, vista l'immancabile (ahimè) attrazione per il fratellastro e la razionalmente poco credibile scelta di fiondarsi in un gioco online lei stessa, poco dopo che il fratello ne era appena, traumaticamente, uscito. Giudizio analogo va anche all'antagonista del secondo arco, tal Sugou Nobuyuki, che nella sua rappresentazione da psicopatico, supera decisamente l'eccesso, in nome di un fanservice sfrenato e discutibile che lo vede eccitatissimo torturatore di un'indifesa Asuna, nel penultimo episodio.
A rimanere per fortuna di buon livello sono gli scenari, davvero bellissimi in entrambi gli archi, anzi, se vogliamo essere precisi, forse migliori nel secondo, grazie al fatto che i giocatori nel mondo di ALfeihm possono volare, e grazie a ciò possiamo assistere quindi a delle belle visuali "a volo d'uccello". Ottima devo dire anche la caratterizzazione estetica dei personaggi, con la bellissima Asuna a spiccare tra tutti, e dei vari mostri del gioco.
In conclusione, ancora una volta, si assiste, con rammarico, all'ennesima occasione sprecata di offrirci un ottimo lavoro; se si fosse seguita la linea impostata dai primi episodi, questo "Sword Art Online" probabilmente sarebbe stato un "must have"; per come è stato, scelleratemente, sviluppato, invece, rimane uno dei tanti anime sfornati dalla fucina nipponica, carino da vedere, ma assolutamente non da ricordare.
Chiuso questo veloce incipit, passiamo alla disanima dell'anime, che pur avendo riscosso in patria un grandissimo successo e, a quanto ho visto, suscitato un forte interesse anche qui in Italia (si vocifera di un forte interesse di Rai4, se non vado errato), non può non lasciare con l'amaro in bocca chi, come me, si era effettivamente appassionato moltissimo a seguire le vicende di Kazuto ed Asuna, nel mondo virtuale di "Sword Art Online".
E in quest'ultima ultima frase è racchiusa un po' la chiave di lettura dell'anime, che si rivela appassionante ed equilibrato finché si svolge ad Aincrad (il mondo virtuale, ambientazione del gioco Sword Art Online, da cui deriva il titolo), zoppicante e a volte risibile quando l'azione si sposta nel nuovo mondo di ALfeihm, in cui è ambientata la seconda metà della serie. E il voto stesso che avete visto, rappresenta un po' una sorta di media (generosa) tra l'ottima valutazione del primo arco e la pessima riuscita del secondo.
Pur non essendo immune da difetti, la prima fase dell'anime, infatti, riesce a catturare decisamente lo spettatore, che, pur non ottenendo risposte convincenti ai numerosi dubbi che il background della trama fa sorgere (possibile che le autorità non possano interrompere il folle disegno di Kayaba Akihiko? Possibile modificare un hardware - il Nervegear - a un livello così profondo, tramite solo delle istruzioni software, da consentirgli di nuocere all'utilizzatore?), chiude volentieri un occhio, appagato dalla convincente sensazione di trovarsi anche lui tra i meandri di uno dei dungeon del gioco, in compagnia dei nostri eroi, o ad ammirare uno dei paesaggi, virtuali, ma incantevoli, generati dall'incredibile motore del gioco. Da metà circa della serie in poi, però, l'incanto svanisce e i nodi cominciano a venire al pettine. Per qualche motivo, che immagino sarà di natura prettamente commerciale, gli autori infatti sembrano "stancarsi" dell'ambientazione di Aincrad, chiudendola in tutta fretta in un paio di episodi, per poi trasferire il canovaccio in quella di ALfeihm, che si rivelerà molto più fragile a livello di coerenza ed equilibrio. Da questo momento il meccanismo che fino a quel momento sembrava funzionare si inceppa, e sempre più spesso gli autori ricorrono ripetutamente al pessimo espediente, di dragonballiana memoria, del deus ex machina. E poco importa se per far ciò vengono calpestate anche le leggi più logiche e di buon senso che governano le regole e la fisica di un videogioco o del semplice comportamento umano.
A seguire in modo coerente questo andamento altalenante della serie, infatti, contribuiscono anche i personaggi, che, se appassionano e convincono nel primo arco, non mancano di lasciare basiti nel secondo. Prima tra tutte è la sorellastra di Kazuto, che risulta un personaggio davvero mal concepito, vista l'immancabile (ahimè) attrazione per il fratellastro e la razionalmente poco credibile scelta di fiondarsi in un gioco online lei stessa, poco dopo che il fratello ne era appena, traumaticamente, uscito. Giudizio analogo va anche all'antagonista del secondo arco, tal Sugou Nobuyuki, che nella sua rappresentazione da psicopatico, supera decisamente l'eccesso, in nome di un fanservice sfrenato e discutibile che lo vede eccitatissimo torturatore di un'indifesa Asuna, nel penultimo episodio.
A rimanere per fortuna di buon livello sono gli scenari, davvero bellissimi in entrambi gli archi, anzi, se vogliamo essere precisi, forse migliori nel secondo, grazie al fatto che i giocatori nel mondo di ALfeihm possono volare, e grazie a ciò possiamo assistere quindi a delle belle visuali "a volo d'uccello". Ottima devo dire anche la caratterizzazione estetica dei personaggi, con la bellissima Asuna a spiccare tra tutti, e dei vari mostri del gioco.
In conclusione, ancora una volta, si assiste, con rammarico, all'ennesima occasione sprecata di offrirci un ottimo lavoro; se si fosse seguita la linea impostata dai primi episodi, questo "Sword Art Online" probabilmente sarebbe stato un "must have"; per come è stato, scelleratemente, sviluppato, invece, rimane uno dei tanti anime sfornati dalla fucina nipponica, carino da vedere, ma assolutamente non da ricordare.
Da chi lo considera uno dei migliori anime mai usciti dall'industria del Sol Levante, a chi lo ritiene una storia melensa e mal sviluppata, "Sword Art Online ", o più velocemente SAO, è di certo l'anime più commentato di queste stagioni, e farne una recensione senza cadere nel banale è un'impresa alquanto ardua.
Partendo dalla trama, SAO è un gioco virtuale in cui i giocatori possono vivere in prima persona in un mondo in qualche modo simile al Medioevo un'avventura molto libera, che spazia dal combattimento al commercio, ovvero vivere una vita parallela. Tuttavia, quando i primi giocatori tentano di disconnettersi e tornare alla vita reale, si scopre che questo comando è stato rimosso dal creatore del gioco, intenzionato a condurre una specie di esperimento sull'animo umano. I giocatori sono dunque costretti a vivere in questo mondo come se fosse reale, e dove la morte dell'avatar corrisponde alla morte nella vita reale. Tra i vari giocatori smarriti, la storia si incentra su Kirito, un giocatore che, a causa della sua precedente conoscenza del gioco, è un combattente formidabile, ma che mostra una forte incapacità a relazionarsi con gli altri. La storia seguirà dunque le sue avventure, alternando i momenti di combattimento contro mostri del gioco e giocatori deviati, a quelli in cui si privilegia l'aspetto relazionale ed umano del personaggio. A mio avviso la forza dell'anime è proprio nella figura di Kirito, pieno di dubbi e di rimorsi, ben lontano dall'immagine del classico eroe nipponico forte e sicuro.
Ben lontano dall'essere un anime di combattimento, SAO è molto più un'avventura quasi onirica di formazione, in cui a prevalere è l'attenzione ai sentimenti di Kirito, così come degli altri personaggi che incontra, ed alle loro relazioni con un mondo completamento diverso. A ciò fa sfondo un universo estremamente ricco e variegato, merito di una grafica molto ben realizzata ed attenta al dettaglio. Ulteriore nota positiva sono le musiche, piuttosto dolci. In definitiva, ho trovato questo anime veramente in grado di coinvolgere lo spettatore, e portarlo per venticinque minuti a vivere in prima persona i drammi e le storie dei personaggi. Lo sconsiglio dunque a chi sia in cerca di un anime di puro combattimento o per rilassarsi, mentre è ottimo per chi ha desiderio di immergersi in un nuovo universo.
Partendo dalla trama, SAO è un gioco virtuale in cui i giocatori possono vivere in prima persona in un mondo in qualche modo simile al Medioevo un'avventura molto libera, che spazia dal combattimento al commercio, ovvero vivere una vita parallela. Tuttavia, quando i primi giocatori tentano di disconnettersi e tornare alla vita reale, si scopre che questo comando è stato rimosso dal creatore del gioco, intenzionato a condurre una specie di esperimento sull'animo umano. I giocatori sono dunque costretti a vivere in questo mondo come se fosse reale, e dove la morte dell'avatar corrisponde alla morte nella vita reale. Tra i vari giocatori smarriti, la storia si incentra su Kirito, un giocatore che, a causa della sua precedente conoscenza del gioco, è un combattente formidabile, ma che mostra una forte incapacità a relazionarsi con gli altri. La storia seguirà dunque le sue avventure, alternando i momenti di combattimento contro mostri del gioco e giocatori deviati, a quelli in cui si privilegia l'aspetto relazionale ed umano del personaggio. A mio avviso la forza dell'anime è proprio nella figura di Kirito, pieno di dubbi e di rimorsi, ben lontano dall'immagine del classico eroe nipponico forte e sicuro.
Ben lontano dall'essere un anime di combattimento, SAO è molto più un'avventura quasi onirica di formazione, in cui a prevalere è l'attenzione ai sentimenti di Kirito, così come degli altri personaggi che incontra, ed alle loro relazioni con un mondo completamento diverso. A ciò fa sfondo un universo estremamente ricco e variegato, merito di una grafica molto ben realizzata ed attenta al dettaglio. Ulteriore nota positiva sono le musiche, piuttosto dolci. In definitiva, ho trovato questo anime veramente in grado di coinvolgere lo spettatore, e portarlo per venticinque minuti a vivere in prima persona i drammi e le storie dei personaggi. Lo sconsiglio dunque a chi sia in cerca di un anime di puro combattimento o per rilassarsi, mentre è ottimo per chi ha desiderio di immergersi in un nuovo universo.
Questo anime è uno dei miei sogni infantili, anzi uno dei miei sogni punto e basta! Rimanere intrappolati in un gioco di ruolo, dover giocare per poter sopravvivere, cercare a tutti i costi di finirlo diventando sempre più forte: fantastico!
Andiamo con ordine: la storia inizia con l'uscita di un nuovo gioco, dove i giocatori, indossando un casco speciale denominato Nerve Gear, possono entrare all'interno di un mondo virtuale e giocare con l'intero proprio "corpo" a una sorta di "War of Warcraft". Sono state vendute solo diecimila copie del gioco e quindi all'interno di questo mondo virtuale ci saranno solo diecimila persone. All'inizio della serie Kazuto (Kirito sarà il nome con il quale sarà conosciuto all'interno del gioco per tutto l'anime) entra all'interno del gioco con naturalezza, essendo stato uno dei cosidetti Beta-tester, che avevano potuto provare la versione di prova uscita qualche mese prima. Egli conosce le regole del combattimento e si dimostra subito un vero maestro in questo tipo di realtà. Tutto questo idillio però finisce presto: quando tutti i giocatori hanno effettuato il log-in, ci si accorge che non è più possibile uscire dal gioco; i giocatori vengono quindi radunati nella piazza principale, dove il creatore del gioco annuncia che non sarà più possibile effettuare il log-out! L'unico modo per uscire dal gioco è completare i cento piani e quindi battere i cento boss, uno per piano. Se nel mondo reale qualcuno dovesse disconnettere il Nerve gear, questo produrrà delle onde elettriche che faranno cessare la vita del giocatore; inoltre, se nel gioco la barra dei punti vita andrà a zero, anche nella vita reale sopraggiungerà la morte. Questo, ovviamente, crea il panico immediato nella maggior parte dei giocatori, e crea sgomento e indignazione da parte del mondo intero.
Con una trama così ben partita il prodotto non poteva che entusiasmarmi: amo queste trame e, ripeto, è un po' come un sogno nel cassetto il poter vivere una realtà del genere! Potrei parlare per un secolo della trama, ma per chi non l'ha ancora visto già mi sento di aver detto troppo, quindi mi fermo qui.
Faccio ancora qualche riflessione: ho amato il disegno, i combattimenti sono molto belli e ovviamente ho amato Kirito e Asuna (personaggio principale femminile che mi è piaciuto per il suo equilibrio di forza ed eleganza). Penso che il più grande punto di forza dell'anime siano le ambientazioni, veramente stupefacenti, oltre ovviamente alla base della trama.
Le pecche principali sono due: la prima, che alcuni episodi sono stati un po' poco utili al fine della trama, storiette amorose sempre piacevoli ma poco concrete. La seconda pecca che trovo sta nel fatto che si innamorano tutte di lui (anche se l'ho fatto anche io!).
Spettacolari le sigle, entrambe già nel mio mp3! Consigliatissimo agli amanti di questo genere di giochi, vivranno un sogno seguendo questo anime!
Andiamo con ordine: la storia inizia con l'uscita di un nuovo gioco, dove i giocatori, indossando un casco speciale denominato Nerve Gear, possono entrare all'interno di un mondo virtuale e giocare con l'intero proprio "corpo" a una sorta di "War of Warcraft". Sono state vendute solo diecimila copie del gioco e quindi all'interno di questo mondo virtuale ci saranno solo diecimila persone. All'inizio della serie Kazuto (Kirito sarà il nome con il quale sarà conosciuto all'interno del gioco per tutto l'anime) entra all'interno del gioco con naturalezza, essendo stato uno dei cosidetti Beta-tester, che avevano potuto provare la versione di prova uscita qualche mese prima. Egli conosce le regole del combattimento e si dimostra subito un vero maestro in questo tipo di realtà. Tutto questo idillio però finisce presto: quando tutti i giocatori hanno effettuato il log-in, ci si accorge che non è più possibile uscire dal gioco; i giocatori vengono quindi radunati nella piazza principale, dove il creatore del gioco annuncia che non sarà più possibile effettuare il log-out! L'unico modo per uscire dal gioco è completare i cento piani e quindi battere i cento boss, uno per piano. Se nel mondo reale qualcuno dovesse disconnettere il Nerve gear, questo produrrà delle onde elettriche che faranno cessare la vita del giocatore; inoltre, se nel gioco la barra dei punti vita andrà a zero, anche nella vita reale sopraggiungerà la morte. Questo, ovviamente, crea il panico immediato nella maggior parte dei giocatori, e crea sgomento e indignazione da parte del mondo intero.
Con una trama così ben partita il prodotto non poteva che entusiasmarmi: amo queste trame e, ripeto, è un po' come un sogno nel cassetto il poter vivere una realtà del genere! Potrei parlare per un secolo della trama, ma per chi non l'ha ancora visto già mi sento di aver detto troppo, quindi mi fermo qui.
Faccio ancora qualche riflessione: ho amato il disegno, i combattimenti sono molto belli e ovviamente ho amato Kirito e Asuna (personaggio principale femminile che mi è piaciuto per il suo equilibrio di forza ed eleganza). Penso che il più grande punto di forza dell'anime siano le ambientazioni, veramente stupefacenti, oltre ovviamente alla base della trama.
Le pecche principali sono due: la prima, che alcuni episodi sono stati un po' poco utili al fine della trama, storiette amorose sempre piacevoli ma poco concrete. La seconda pecca che trovo sta nel fatto che si innamorano tutte di lui (anche se l'ho fatto anche io!).
Spettacolari le sigle, entrambe già nel mio mp3! Consigliatissimo agli amanti di questo genere di giochi, vivranno un sogno seguendo questo anime!
Ho dato un'occhiata alle varie recensioni presenti su questa pagina: i voti variano in maniera incredibile, c'è chi gli dà 10, chi gli dà 6, e addirittura chi gli dà 3. I voti sotto la sufficienza mi hanno particolarmente sorpreso, così sono sceso nei particolari, per conoscere le motivazioni dei rispettivi recensori. Anch'esse spaziano tra grandi estremi, proprio come i voti: c'è chi pensa che sia un anime con troppo "fan-service", c'è chi pensa che il protagonista abbia un carattere troppo banale, c'è chi pensa che la storia sia indecente... Ciò dimostra che è proprio vero che ognuno ha i suoi gusti. Gli altri recensori non prendano questa mia premessa come un attacco verso loro o il loro modo di recensire, sto solo esprimendo la mia opinione, come hanno fatto loro, e non sto assolutamente implicando che i loro gusti siano sbagliati. Nessun gusto è sbagliato.
Tuttavia, io, non essendo soprattutto un fan di questo genere, credo che quando una tale opera mi abbia fatto venire dei brividi così intensi da dovermi coprire, quando mi abbia coinvolto emotivamente in una trama magari non originalissima ma perfetta sotto ogni punto di vista, quando abbia una colonna sonora degna dei migliori successi del cinema americano, quando mi abbia svuotato dentro alla sua conclusione, tanto da avermi instaurato il forte desiderio di viverlo di persona, beh, credo che il resto, la caratterizzazione dei personaggi, il lato ecchi, l'originalità della storia, siano tutte piccolezze, insignificanti quisquilie, che possono al massimo decidere un voto oscillante tra il 7 e il 10, ma (sempre secondo il mio parere) mai e poi mai mi sognerei di dare a quest'opera un voto insufficiente - sarebbe una follia paragonarlo a certi anime a cui darei quei voti. Detto questo, passo alla recensione vera e propria.
La trama vede come protagonista Kirito, o meglio Kazuto, un ragazzo che si trova partecipe di un nuovo, avanguardistico MMO (gioco multiplayer online) giocabile attraverso il Nervegear, un casco per la realtà virtuale che consente di intercettare i comandi dati dal cervello ai muscoli del corpo, per permettere al giocatore di effettuarli all'interno del gioco, invece che nella realtà.
Ho molto gradito la scelta per la suddivisione in episodi della trama. All'apparenza si può dire che il tutto sia composto da due mini-serie, l'una dipendente dall'altra: a dare quest'illusione è il luogo in cui si svolge l'azione, che avviene in due diversi rispettivi mondi virtuali. Oltre a questo, gran parte degli episodi non sono collegati direttamente al successivo o al precedente, infatti accade molto spesso ciò che si usa vedere negli slice-of-life, ovvero una singola puntata ha al suo interno una piccola trama, che ha inizio e termine proprio durante sé stessa. Ciò, unito all'uso di data e luogo specificati ad ogni cambiamento di contesto, permette allo spettatore di notare quanto tempo sia trascorso, di dedurre le proprie idee, il tutto risparmiando molto tempo e messe in onda. Insomma, sfrutta l'immaginazione, lo strumento più potente a disposizione dei creatori di un anime per la sua buona riuscita, di chi guarda lo schermo, per far sì che siano essi, senza ulteriori spinte, ad affezionarsi ai personaggi e alla vicenda.
Sui disegni, i colori e gli effetti speciali non c'è proprio niente da ridire. Persino coloro che hanno attribuito un voto negativo, hanno convenuto che sono di una qualità strabiliante, come ho già potuto notare per altri prodotti del 2012.
"Sword Art Online" racchiude tanti generi in sé: guardandolo, si assisterà a una avventura fantastica, piena di combattimenti elettrizzanti, di storie sentimentali intriganti, di colpi di scena sconvolgenti e di tanto coinvolgimento personale. Tuttavia, come hanno già affermato i miei "colleghi" che hanno attribuito voti negativi, questo lavoro ha anche qualche difetto, che per me sono i seguenti: una trama non molto originale (sebbene presenti molti colpi di scena inaspettati) e sicuramente molto prevedibile, una vasta presentazione dei personaggi poi poco utilizzati, più un uso eccessivo di personaggi femminili per il tema affrontato.
Nonostante ciò, come ho specificato all'inizio, visti tutti gli altrettanti e innumerevoli lati positivi che ho notato e in parte espresso, posso considerare che la serie non meriti meno di 8. E' un titolo che è riuscito a raggiungere un traguardo che altri hanno solo fissato da lontano. E' riuscito a trasformare una trama prevedibile, solitamente lunga e vista e ri-vista, in un progetto di tutto rispetto, sintetico, eccitante e completo.
Tuttavia, io, non essendo soprattutto un fan di questo genere, credo che quando una tale opera mi abbia fatto venire dei brividi così intensi da dovermi coprire, quando mi abbia coinvolto emotivamente in una trama magari non originalissima ma perfetta sotto ogni punto di vista, quando abbia una colonna sonora degna dei migliori successi del cinema americano, quando mi abbia svuotato dentro alla sua conclusione, tanto da avermi instaurato il forte desiderio di viverlo di persona, beh, credo che il resto, la caratterizzazione dei personaggi, il lato ecchi, l'originalità della storia, siano tutte piccolezze, insignificanti quisquilie, che possono al massimo decidere un voto oscillante tra il 7 e il 10, ma (sempre secondo il mio parere) mai e poi mai mi sognerei di dare a quest'opera un voto insufficiente - sarebbe una follia paragonarlo a certi anime a cui darei quei voti. Detto questo, passo alla recensione vera e propria.
La trama vede come protagonista Kirito, o meglio Kazuto, un ragazzo che si trova partecipe di un nuovo, avanguardistico MMO (gioco multiplayer online) giocabile attraverso il Nervegear, un casco per la realtà virtuale che consente di intercettare i comandi dati dal cervello ai muscoli del corpo, per permettere al giocatore di effettuarli all'interno del gioco, invece che nella realtà.
Ho molto gradito la scelta per la suddivisione in episodi della trama. All'apparenza si può dire che il tutto sia composto da due mini-serie, l'una dipendente dall'altra: a dare quest'illusione è il luogo in cui si svolge l'azione, che avviene in due diversi rispettivi mondi virtuali. Oltre a questo, gran parte degli episodi non sono collegati direttamente al successivo o al precedente, infatti accade molto spesso ciò che si usa vedere negli slice-of-life, ovvero una singola puntata ha al suo interno una piccola trama, che ha inizio e termine proprio durante sé stessa. Ciò, unito all'uso di data e luogo specificati ad ogni cambiamento di contesto, permette allo spettatore di notare quanto tempo sia trascorso, di dedurre le proprie idee, il tutto risparmiando molto tempo e messe in onda. Insomma, sfrutta l'immaginazione, lo strumento più potente a disposizione dei creatori di un anime per la sua buona riuscita, di chi guarda lo schermo, per far sì che siano essi, senza ulteriori spinte, ad affezionarsi ai personaggi e alla vicenda.
Sui disegni, i colori e gli effetti speciali non c'è proprio niente da ridire. Persino coloro che hanno attribuito un voto negativo, hanno convenuto che sono di una qualità strabiliante, come ho già potuto notare per altri prodotti del 2012.
"Sword Art Online" racchiude tanti generi in sé: guardandolo, si assisterà a una avventura fantastica, piena di combattimenti elettrizzanti, di storie sentimentali intriganti, di colpi di scena sconvolgenti e di tanto coinvolgimento personale. Tuttavia, come hanno già affermato i miei "colleghi" che hanno attribuito voti negativi, questo lavoro ha anche qualche difetto, che per me sono i seguenti: una trama non molto originale (sebbene presenti molti colpi di scena inaspettati) e sicuramente molto prevedibile, una vasta presentazione dei personaggi poi poco utilizzati, più un uso eccessivo di personaggi femminili per il tema affrontato.
Nonostante ciò, come ho specificato all'inizio, visti tutti gli altrettanti e innumerevoli lati positivi che ho notato e in parte espresso, posso considerare che la serie non meriti meno di 8. E' un titolo che è riuscito a raggiungere un traguardo che altri hanno solo fissato da lontano. E' riuscito a trasformare una trama prevedibile, solitamente lunga e vista e ri-vista, in un progetto di tutto rispetto, sintetico, eccitante e completo.
"Sword Art Online", o meglio SAO, parla di un videogiocatore, Kirito, che con altri diecimila giocatori si ritrova intrappolato in un videogioco di ruolo online in realtà virtuale, dove l'unica possibilità di uscirne è superare tutti i cento piani di gioco e raggiungere la cima del palazzo fluttuante di Aincrad. Oltretutto, morire nel gioco equivale ad una morte certa nella realtà, attraverso un impulso a microonde installato nel casco indossato dai giocatori per accedere al gioco.
Passiamo all'analisi: in primis ho notato che molti hanno guardato "Sword Art Online" pensando che fosse un anime basato quasi esclusivamente sulle cose che noi attualmente possiamo trovare in un MMORPG, vedendo il personaggio che completa quest, che sale di livello, che compra un equipaggiamento migliore... Purtroppo per voi, "Sword Art Online" non è cosi! Certo, ogni tanto c'è qualche episodio dove magari viene affrontato il boss di turno o il protagonista che si fa costruire una spada, ma niente di eccessivo. L'anime essenzialmente è un genere misto tra fantasy, drammatico e sentimentale, con qualche elemento d'azione di tanto in tanto a spezzare il tutto. Certi dicono che sia altamente irrealistico, ma qui per rispondere mi verrebbe una grossa risata, visto che chiamare un anime fantasy/fantascientifico "irrealistico" mi sembra quasi una presa in giro. E’ ovvio che sia irrealistico! Sennò per l'appunto non avrebbe quel genere nella descrizione!
Altra cosa che non smetterò mai di ripetere: é ovvio che il protagonista si distingua dalla massa! Sennò non sarebbe il protagonista! E' logico che il protagonista debba avere qualcosa in più degli altri, un'arma segreta, un'abilità, ecc. sennò l'anime sarebbe finito dopo due episodi; e questo vale per tutti gli anime. Facciamo un esempio famoso: cosa sarebbe successo se Goku contro Freezer non si fosse trasformato in 'super-sayan' sul pianeta Namecc? Non poteva non trasformarsi, è per l'appunto il protagonista! Quelli che vengono chiamati "power up casuali" ci sono, e ci sono sempre stati in ogni anime che abbia elementi fantasy, è normale che sia così, quindi non vedo perché prendersela tanto, visto che è una prerogativa di certe serie animate. Oltretutto, questi "power up" non sono nemmeno così fastidiosi e ci sono alcune volte che anche se ci fossero tutte le prerogative per esserci, non vengono inseriti dall'autore per non dare troppo senso di onnipotenza al protagonista (vedi Sacchi e vedi verso la fine della serie, dove o non sono presenti, oppure il protagonista ha un aiuto da altri, che non equivale ad un "power up").
Ora passiamo ai lati dolenti: primo, "Sword Art Online"... solo a metà! Una cosa che mi ha stupito parecchio è stato che la parte relativa a "Sword Art Online" arriva solo fino all'episodio quattordici, dopodiché si passa ad un altro virtual MMORPG chiamato ALfheim Online, che non è nient'altro che una versione modificata di "Sword Art Online", dove però si può utilizzare la magia, volare, ecc. Ed è proprio qui che cominciano i "dolori": senza più la parte "survival" presente in "Sword Art Online" l'anime perde moltissima tensione, visto che i protagonisti sono liberi di effettuare il log-out ogni volta che lo desiderano, ed oltretutto non è così "brillante" come la prima parte.
Secondo, la gestione del tempo e dei personaggi secondari. Un'altra cosa che non mi è piaciuta moltissimo è che durante "Sword Art Online" avvengono degli sbalzi temporali incredibili. Per esempio, in un episodio il protagonista è alle prime armi e nel successivo magari è già armato di tutto punto, oltre ad essere salito di livello esponenzialmente (mi sembra che ci sia un episodio che fa fare una sbalzo temporale di due anni alla serie). Tutto sommato questo non rende l'anime noioso: pensate a dovervi sorbire dodici episodi dove non fa altro che andare a caccia di armi e pezzi di armatura... sarebbe ottimo per i fan più sfegatati dei MMORPG, ma un normale appassionato di anime potrebbe annoiarsi. L'altra è la scarsa integrazione dei personaggi secondari: praticamente, o muoiono nel corso della stessa puntata in cui appaiono, oppure li si vede in un episodio e poi fino all'episodio finale niente di niente. Personalmente avrei concentrato la serie solo su "Sword Art Online", tralasciando il resto e integrando e caratterizzando meglio i personaggi, o aggiungendo qualche elemento in più da RPG, che non avrebbe guastato.
In conclusione, non do 9 a "Sword Art Online" (il 10 è proibito, visto che non esiste anime perfetto, e, sinceramente, anche i voti sotto il 4 dovrebbero esserlo, visto che non esistono anime così orribili, parlando oggettivamente) solo perché la seconda parte della serie non è riuscita ad emozionarmi come la prima, e per i vari elementi sopracitati. "Sword Art Online" resta comunque un buon anime che si lascia guardare, con un ottimo comparto tecnico e, a mio modesto parere, una buona trama di fondo, sia che questa si svolga nel mondo virtuale sia in quello reale.
Detto questo, non vedo l'ora di leggere la novel, visto che alcuni gruppi fansub reputano l'anime neanche lontanamente paragonabile alla stessa parlando di qualità, quindi mi adopererò per ottenerla e verificare personalmente.
Passiamo all'analisi: in primis ho notato che molti hanno guardato "Sword Art Online" pensando che fosse un anime basato quasi esclusivamente sulle cose che noi attualmente possiamo trovare in un MMORPG, vedendo il personaggio che completa quest, che sale di livello, che compra un equipaggiamento migliore... Purtroppo per voi, "Sword Art Online" non è cosi! Certo, ogni tanto c'è qualche episodio dove magari viene affrontato il boss di turno o il protagonista che si fa costruire una spada, ma niente di eccessivo. L'anime essenzialmente è un genere misto tra fantasy, drammatico e sentimentale, con qualche elemento d'azione di tanto in tanto a spezzare il tutto. Certi dicono che sia altamente irrealistico, ma qui per rispondere mi verrebbe una grossa risata, visto che chiamare un anime fantasy/fantascientifico "irrealistico" mi sembra quasi una presa in giro. E’ ovvio che sia irrealistico! Sennò per l'appunto non avrebbe quel genere nella descrizione!
Altra cosa che non smetterò mai di ripetere: é ovvio che il protagonista si distingua dalla massa! Sennò non sarebbe il protagonista! E' logico che il protagonista debba avere qualcosa in più degli altri, un'arma segreta, un'abilità, ecc. sennò l'anime sarebbe finito dopo due episodi; e questo vale per tutti gli anime. Facciamo un esempio famoso: cosa sarebbe successo se Goku contro Freezer non si fosse trasformato in 'super-sayan' sul pianeta Namecc? Non poteva non trasformarsi, è per l'appunto il protagonista! Quelli che vengono chiamati "power up casuali" ci sono, e ci sono sempre stati in ogni anime che abbia elementi fantasy, è normale che sia così, quindi non vedo perché prendersela tanto, visto che è una prerogativa di certe serie animate. Oltretutto, questi "power up" non sono nemmeno così fastidiosi e ci sono alcune volte che anche se ci fossero tutte le prerogative per esserci, non vengono inseriti dall'autore per non dare troppo senso di onnipotenza al protagonista (vedi Sacchi e vedi verso la fine della serie, dove o non sono presenti, oppure il protagonista ha un aiuto da altri, che non equivale ad un "power up").
Ora passiamo ai lati dolenti: primo, "Sword Art Online"... solo a metà! Una cosa che mi ha stupito parecchio è stato che la parte relativa a "Sword Art Online" arriva solo fino all'episodio quattordici, dopodiché si passa ad un altro virtual MMORPG chiamato ALfheim Online, che non è nient'altro che una versione modificata di "Sword Art Online", dove però si può utilizzare la magia, volare, ecc. Ed è proprio qui che cominciano i "dolori": senza più la parte "survival" presente in "Sword Art Online" l'anime perde moltissima tensione, visto che i protagonisti sono liberi di effettuare il log-out ogni volta che lo desiderano, ed oltretutto non è così "brillante" come la prima parte.
Secondo, la gestione del tempo e dei personaggi secondari. Un'altra cosa che non mi è piaciuta moltissimo è che durante "Sword Art Online" avvengono degli sbalzi temporali incredibili. Per esempio, in un episodio il protagonista è alle prime armi e nel successivo magari è già armato di tutto punto, oltre ad essere salito di livello esponenzialmente (mi sembra che ci sia un episodio che fa fare una sbalzo temporale di due anni alla serie). Tutto sommato questo non rende l'anime noioso: pensate a dovervi sorbire dodici episodi dove non fa altro che andare a caccia di armi e pezzi di armatura... sarebbe ottimo per i fan più sfegatati dei MMORPG, ma un normale appassionato di anime potrebbe annoiarsi. L'altra è la scarsa integrazione dei personaggi secondari: praticamente, o muoiono nel corso della stessa puntata in cui appaiono, oppure li si vede in un episodio e poi fino all'episodio finale niente di niente. Personalmente avrei concentrato la serie solo su "Sword Art Online", tralasciando il resto e integrando e caratterizzando meglio i personaggi, o aggiungendo qualche elemento in più da RPG, che non avrebbe guastato.
In conclusione, non do 9 a "Sword Art Online" (il 10 è proibito, visto che non esiste anime perfetto, e, sinceramente, anche i voti sotto il 4 dovrebbero esserlo, visto che non esistono anime così orribili, parlando oggettivamente) solo perché la seconda parte della serie non è riuscita ad emozionarmi come la prima, e per i vari elementi sopracitati. "Sword Art Online" resta comunque un buon anime che si lascia guardare, con un ottimo comparto tecnico e, a mio modesto parere, una buona trama di fondo, sia che questa si svolga nel mondo virtuale sia in quello reale.
Detto questo, non vedo l'ora di leggere la novel, visto che alcuni gruppi fansub reputano l'anime neanche lontanamente paragonabile alla stessa parlando di qualità, quindi mi adopererò per ottenerla e verificare personalmente.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Ammesso che si riesca a creare una console che passi tutti i controlli di rito e bruci il cervello alla gente, ammesso che dopo il fattaccio le autorità competenti non riescano a far nulla per risolvere la faccenda, ammesso che si riesca a trasferire oltre diecimila ragazzi in strutture ospedaliere, ammesso che non capitino blackout o imprevisti nel loro trasporto, ammesse cento altre cose, che lo show abbia inizio: immergetevi nel più grande e mortale gioco online in prima persona. In fondo è pur sempre una storia di fantasia e il fantastico chiede sempre una certa dose di irreale.
Ma passiamo a quest'anime: "Sword Art Online", come immagino abbiate letto, è un gioco di ruolo fantasy in prima persona giocato da diecimila utenti, i quali sono rimasti intrappolati nel gioco senza, o quasi, possibilità di uscita, o log out. Infatti, solo completando i cento livelli della torre e sconfiggendo tutti e cento i boss di fine livello si può terminare il gioco e tornare alla vita reale; se ci si prova a disconnettere togliendo il casco (la console), una scarica di microonde frigge il cervello terminando la vita del giocatore. Ma non solo: anche se si muore nel gioco si muore nella realtà… davvero un bel guaio!
Il protagonista è Kirito, un beater solitario che gioca da solo per tenersi tutto per sé ma non solo, anche per non vedere gli altri giocatori morire; vestito di scuro, mi ricorda per certi versi il Neo di Matrix. L'anime ha svariati elementi interessanti che strizzano l'occhio agli appassionati di videogame di questo tipo, e anche alcune situazioni da otaku che sembrano fatte apposta per il nerd medio che si compera o segue questi cartoni (sempre che io non sia vittima di uno stereotipo). I panorami sono stupendi e così pure i vari livelli di gioco, mentre i combattimenti sono mediocri, niente di particolare. Purtroppo, però, svariati episodi rasentano la banalità e per certi versi mi sembra di guardare un anime per ragazzi delle medie (può darsi che comunque il target sia questo, pertanto obiettivo raggiunto); alcuni episodi autoconclusivi, fin dai primi cinque minuti, si capisce dove vadano a parare. La storia può essere divisa in due fasi, la prima mortale ed una seconda in cui il protagonista deve "salvare la principessa", con le stats da power player. Purtroppo, la prima fase si conclude grazie al bug "dell'amore" (è triste per me definirlo così, però il cattivo lo definisce bug) e al solito scatto d'ira che permette al protagonista di superare i suoi limiti - ricordo molto bene quante volte affrontando un boss finale, appellandomi al mio amor proprio o per gli altri, il mio personaggio è aumentato di livello ed ha ucciso il boss: zero volte! Davvero patetico, prima ci sorbiamo un suppostone su quanto malvagio ed intelligente sia stato il programmatore del gioco a creare uno strumento che frigge i cervelli e poi gli scappa il bug dell'amore. Tralasciando le banalità, "Sword Art Online" avrebbe avuto una storia di sfondo molto più interessante che avrebbe meritato di essere sviluppata di più; anche il risvolto sociale e il desiderio di fuga nel virtuale di questi ragazzi "difficili" avrebbe potuto essere qualcosa interessante da sviluppare. Certamente i protagonisti si relazionano, si amano e sposano molto più nella fantasia che nella realtà, anche se per alcuni la cosa è proseguita anche una volta usciti dalla gabbia.
Assegno un 6 per la realizzazione tecnica dei disegni, per gli spunti, per alcune strizzate d'occhio reali al mondo dei videogiochi, ma il resto è banale, mediocre e scadente; sorvolo sulla storia della sorella innamorata del fratello, una pippa mentale per ragazzi con problemi sociali!
Ammesso che si riesca a creare una console che passi tutti i controlli di rito e bruci il cervello alla gente, ammesso che dopo il fattaccio le autorità competenti non riescano a far nulla per risolvere la faccenda, ammesso che si riesca a trasferire oltre diecimila ragazzi in strutture ospedaliere, ammesso che non capitino blackout o imprevisti nel loro trasporto, ammesse cento altre cose, che lo show abbia inizio: immergetevi nel più grande e mortale gioco online in prima persona. In fondo è pur sempre una storia di fantasia e il fantastico chiede sempre una certa dose di irreale.
Ma passiamo a quest'anime: "Sword Art Online", come immagino abbiate letto, è un gioco di ruolo fantasy in prima persona giocato da diecimila utenti, i quali sono rimasti intrappolati nel gioco senza, o quasi, possibilità di uscita, o log out. Infatti, solo completando i cento livelli della torre e sconfiggendo tutti e cento i boss di fine livello si può terminare il gioco e tornare alla vita reale; se ci si prova a disconnettere togliendo il casco (la console), una scarica di microonde frigge il cervello terminando la vita del giocatore. Ma non solo: anche se si muore nel gioco si muore nella realtà… davvero un bel guaio!
Il protagonista è Kirito, un beater solitario che gioca da solo per tenersi tutto per sé ma non solo, anche per non vedere gli altri giocatori morire; vestito di scuro, mi ricorda per certi versi il Neo di Matrix. L'anime ha svariati elementi interessanti che strizzano l'occhio agli appassionati di videogame di questo tipo, e anche alcune situazioni da otaku che sembrano fatte apposta per il nerd medio che si compera o segue questi cartoni (sempre che io non sia vittima di uno stereotipo). I panorami sono stupendi e così pure i vari livelli di gioco, mentre i combattimenti sono mediocri, niente di particolare. Purtroppo, però, svariati episodi rasentano la banalità e per certi versi mi sembra di guardare un anime per ragazzi delle medie (può darsi che comunque il target sia questo, pertanto obiettivo raggiunto); alcuni episodi autoconclusivi, fin dai primi cinque minuti, si capisce dove vadano a parare. La storia può essere divisa in due fasi, la prima mortale ed una seconda in cui il protagonista deve "salvare la principessa", con le stats da power player. Purtroppo, la prima fase si conclude grazie al bug "dell'amore" (è triste per me definirlo così, però il cattivo lo definisce bug) e al solito scatto d'ira che permette al protagonista di superare i suoi limiti - ricordo molto bene quante volte affrontando un boss finale, appellandomi al mio amor proprio o per gli altri, il mio personaggio è aumentato di livello ed ha ucciso il boss: zero volte! Davvero patetico, prima ci sorbiamo un suppostone su quanto malvagio ed intelligente sia stato il programmatore del gioco a creare uno strumento che frigge i cervelli e poi gli scappa il bug dell'amore. Tralasciando le banalità, "Sword Art Online" avrebbe avuto una storia di sfondo molto più interessante che avrebbe meritato di essere sviluppata di più; anche il risvolto sociale e il desiderio di fuga nel virtuale di questi ragazzi "difficili" avrebbe potuto essere qualcosa interessante da sviluppare. Certamente i protagonisti si relazionano, si amano e sposano molto più nella fantasia che nella realtà, anche se per alcuni la cosa è proseguita anche una volta usciti dalla gabbia.
Assegno un 6 per la realizzazione tecnica dei disegni, per gli spunti, per alcune strizzate d'occhio reali al mondo dei videogiochi, ma il resto è banale, mediocre e scadente; sorvolo sulla storia della sorella innamorata del fratello, una pippa mentale per ragazzi con problemi sociali!
Sono partito convinto per questa serie: letta la trama, guardati i primi trailer... Wow! Mi ha ispirato immediatamente, anche perché non ho mai visto anime ambientati sotto forma di gioco di ruolo, e non so nemmeno se ne esistano. Nonostante ciò, il mio entusiasmo è venuto a mancare più o meno dal settimo episodio; già da prima, però, i dubbi iniziavano a sorgere. Man mano che si andava avanti con i personaggi, restavano sempre dei buchi che non venivano colmati degli episodi precedenti.
"Sword Art Online" è un anime i cui protagonisti decidono di staccarsi dalla vita reale per combattere e sfidarsi online. Primo nel suo genere, grazie al NerveGear, il giocatore verrà teletrasportato con la mente all'interno del gioco, rendendo il tutto molto reale e non in 2D come se ci si trovasse davanti ad un monitor. Il protagonista è Kirito (Kirigaya Kazuto), il quale interpreta il tipico giocatore solitario cui non piace stare in gruppo con altri. In realtà, lui è uno dei pochi "beta tester", quindi conosce già quel mondo e di conseguenza spiega le regole degli MMORPG agli altri giocatori, senza però rivelare di essere un beta tester. Sembra infatti che non piaccia agli altri il fatto di avere dei tester in giro; mai capito il perché, ci si semplificherebbe un po' la vita.
In questo caso, parlare di "vita" non è poi così sbagliato: a quanto pare, infatti, il programmatore e sviluppatore del gioco, Kayaba Akihiko, alla fine della prima giornata di gioco online, blocca il comando di "logout", impedendo a tutti i giocatori di lasciare il mondo virtuale. Vengono instaurate nuove regole a cui nessuno, nemmeno i tester, erano a conoscenza: per uscire dal gioco qualcuno deve arrivare alla fine e battere il boss finale. Inoltre, come se ciò non bastasse, chiunque muore nel gioco, muore anche nel mondo reale, poiché il NerveGear, essendo collegato direttamente al sistema nervoso, manda impulsi di dolore tali da causare la morte.
Inizia così la battaglia per chi riuscirà ad arrivare al centesimo livello e battere il boss; vengono istituite gilde, alleanze e chiaramente anche forze ostili.
L'idea della storia di per se non è brutta, ma viene sviluppata in modo pessimo.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Per esempio, la prima cosa che salta all'occhio è il tempo: si verificano salti temporali di un anno nel giro di due puntate, senza sapere cosa sia successo in quel tempo. Kirito diventa potentissimo, ma non si sa come. Altra cosa sono i combattimenti, cortissimi: un boss che si rispetti dovrebbe far combattere i personaggi almeno per una puntata! Invece qui, prima Kirito e compagni se le prendono un po', poi il protagonista se ne viene fuori con qualche tecnica acquisita chissà quando, e in trenta secondi il boss è cadavere (per esempio una pseudo "omnislash" copiata da "Cloud" nell'Advent Children, anche se questo nella seconda parte). Da un certo momento della storia, sarà pure in grado di usare due spade, con cui inizierà una mini quest per recuperare un minerale prezioso da dare al fabbro e farsi fare la spada migliore, proprio in stile a "Kingdom Hearts" o a "Final Fantasy 12".
Ci sono troppi filler inutili, con personaggi che appaiono una, due volte al massimo, e che poi nessuno si ricorderà più. Appaiono anche personaggi che poi si svilupperanno con la storia, per esempio l'incontro con Asuna o con la bambinetta, Yui (ancora adesso non riesco a capire a cosa possa servire la bambinetta).
Per quanto mi riguarda, anche se compare solo poche volte, il mio personaggio preferito è Agil (che veramente non si capisce se è di Okinawa, un po' abbronzato, o un altro non giapponese. L'unico personaggio che mi ha lasciato perplesso). E' l'unico personaggio reale che non combatte nel gioco: fa l'armaiolo. Anche se compare poco, sembra avere un po' più importanza tra i personaggi inutili.
Fine parte contenente spoiler
Il vero "Sword Art Online" comunque finisce all'episodio 14; in seguito ci sarà un nuovo RPG con altre finalità.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, invece ci si tira su: ottima la grafica e la qualità delle scene; i combattimenti, pur se corti, presentano degli effetti spettacolari; paesaggi e personaggi sono disegnati benissimo. Ottime anche le musiche, con parti epiche in latino, degne di un prodotto di serie A.
In conclusione, "Sword Art Online" è un anime che non consiglierei ai patiti di RPG, perché potrebbero rimanere feriti nell'orgoglio; è guardabile per chi cerca nulla di troppo lungo o impegnativo, con un minimo di trama e qualche combattimento (ma non troppo). Non riesco comunque a dargli la sufficienza: le parti positive (grafica e musiche, sostanzialmente) non sono in grado di pareggiare, almeno, le parti negative (storia, soprattutto).
Si minaccia una seconda serie. Ho il terrore...
"Sword Art Online" è un anime i cui protagonisti decidono di staccarsi dalla vita reale per combattere e sfidarsi online. Primo nel suo genere, grazie al NerveGear, il giocatore verrà teletrasportato con la mente all'interno del gioco, rendendo il tutto molto reale e non in 2D come se ci si trovasse davanti ad un monitor. Il protagonista è Kirito (Kirigaya Kazuto), il quale interpreta il tipico giocatore solitario cui non piace stare in gruppo con altri. In realtà, lui è uno dei pochi "beta tester", quindi conosce già quel mondo e di conseguenza spiega le regole degli MMORPG agli altri giocatori, senza però rivelare di essere un beta tester. Sembra infatti che non piaccia agli altri il fatto di avere dei tester in giro; mai capito il perché, ci si semplificherebbe un po' la vita.
In questo caso, parlare di "vita" non è poi così sbagliato: a quanto pare, infatti, il programmatore e sviluppatore del gioco, Kayaba Akihiko, alla fine della prima giornata di gioco online, blocca il comando di "logout", impedendo a tutti i giocatori di lasciare il mondo virtuale. Vengono instaurate nuove regole a cui nessuno, nemmeno i tester, erano a conoscenza: per uscire dal gioco qualcuno deve arrivare alla fine e battere il boss finale. Inoltre, come se ciò non bastasse, chiunque muore nel gioco, muore anche nel mondo reale, poiché il NerveGear, essendo collegato direttamente al sistema nervoso, manda impulsi di dolore tali da causare la morte.
Inizia così la battaglia per chi riuscirà ad arrivare al centesimo livello e battere il boss; vengono istituite gilde, alleanze e chiaramente anche forze ostili.
L'idea della storia di per se non è brutta, ma viene sviluppata in modo pessimo.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Per esempio, la prima cosa che salta all'occhio è il tempo: si verificano salti temporali di un anno nel giro di due puntate, senza sapere cosa sia successo in quel tempo. Kirito diventa potentissimo, ma non si sa come. Altra cosa sono i combattimenti, cortissimi: un boss che si rispetti dovrebbe far combattere i personaggi almeno per una puntata! Invece qui, prima Kirito e compagni se le prendono un po', poi il protagonista se ne viene fuori con qualche tecnica acquisita chissà quando, e in trenta secondi il boss è cadavere (per esempio una pseudo "omnislash" copiata da "Cloud" nell'Advent Children, anche se questo nella seconda parte). Da un certo momento della storia, sarà pure in grado di usare due spade, con cui inizierà una mini quest per recuperare un minerale prezioso da dare al fabbro e farsi fare la spada migliore, proprio in stile a "Kingdom Hearts" o a "Final Fantasy 12".
Ci sono troppi filler inutili, con personaggi che appaiono una, due volte al massimo, e che poi nessuno si ricorderà più. Appaiono anche personaggi che poi si svilupperanno con la storia, per esempio l'incontro con Asuna o con la bambinetta, Yui (ancora adesso non riesco a capire a cosa possa servire la bambinetta).
Per quanto mi riguarda, anche se compare solo poche volte, il mio personaggio preferito è Agil (che veramente non si capisce se è di Okinawa, un po' abbronzato, o un altro non giapponese. L'unico personaggio che mi ha lasciato perplesso). E' l'unico personaggio reale che non combatte nel gioco: fa l'armaiolo. Anche se compare poco, sembra avere un po' più importanza tra i personaggi inutili.
Fine parte contenente spoiler
Il vero "Sword Art Online" comunque finisce all'episodio 14; in seguito ci sarà un nuovo RPG con altre finalità.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, invece ci si tira su: ottima la grafica e la qualità delle scene; i combattimenti, pur se corti, presentano degli effetti spettacolari; paesaggi e personaggi sono disegnati benissimo. Ottime anche le musiche, con parti epiche in latino, degne di un prodotto di serie A.
In conclusione, "Sword Art Online" è un anime che non consiglierei ai patiti di RPG, perché potrebbero rimanere feriti nell'orgoglio; è guardabile per chi cerca nulla di troppo lungo o impegnativo, con un minimo di trama e qualche combattimento (ma non troppo). Non riesco comunque a dargli la sufficienza: le parti positive (grafica e musiche, sostanzialmente) non sono in grado di pareggiare, almeno, le parti negative (storia, soprattutto).
Si minaccia una seconda serie. Ho il terrore...
Quando ti identifichi in un anime in maniera così precisa e senza possibilità di trovare delle pecche o delle imperfezioni, il voto non può essere che il massimo. Ovviamente è da specificare che la trama e le argomentazioni, poste in essere in questa light novel, riescono principalmente a raggiungere i cuori di chi, come me, è un assiduo frequentatore di game online MMORPG. I disegni, le ambientazioni, le animazioni sono curate in maniera molto dettagliata e, nonostante la precisione utilizzata, riescono a far spaziare la fantasia dello spettatore, o, come nel mio caso, dello spettatore virtuale. Colpi di scena in continuazione, nemici temibili, mondi virtuali mai pensati, fanno di "Sword Art Online" la versione animata di un capolavoro cinematografico meglio noto come "Avatar". Consigliato, non solo agli amanti del genere.
Credo che "Sword Art Online" si possa sintetizzare tramite l'utilizzo di una sola parola: delusione.
Cerchiamo di capirne i motivi cominciando con una spiegazione della trama. Siamo nell'anno 2022, anno in cui vede la luce il primo VR-MMO (o gioco multiplayer online a realtà virtuale), giocabile tramite NerveGear, un particolare elmetto-console che viene collegato direttamente alle sinapsi neurali. Per l'appunto, Sword Art Online. Kazuto Kiritsugaya, un ragazzo apparentemente anonimo e senza vita sociale che non esiterei a definire NEET, ed appassionato di videogame, non potrà lasciarsi sfuggire l'occasione di provarlo; una volta all'interno del gioco, però, scoprirà che non sarà più possibile disconnettersi da esso fino a quando l'ultimo boss non sarà sconfitto, ma non solo! Se si dovesse restare uccisi nel gioco, questo significherebbe andare incontro allo stesso crudele destino anche nel mondo reale. Game Over.
Io, vuoi per il passato/presente da videogiocatore, mi sentivo estremamente elettrizzato da una proposta del genere, le mie aspettative erano ovviamente molto elevate.
Gli ottimi primi episodi, associati ad un più che sufficiente comparto tecnico, non sembrano fare altro che confermare... ma, purtroppo, non è tutto oro ciò che luccica, ed infatti è proprio da questo momento che cominceremo ad inabissarci nei meandri della mediocrità - e anche più in basso. L'anime in questione, infatti, dimenticandosi della propria natura di action/fantasy, si trasformerà dapprima in una sorta di harem ripieno di fanservice, in cui l'inutile protagonista riuscirà a far innamorare di sé qualsiasi donzella gli si ponga davanti senza il benché minimo impegno, e successivamente in drammatico sentimentale. Il tutto, credetemi, realizzato in modo veramente, veramente pessimo. I difetti più gravi li riassumerei fondamentalmente in due punti, che sono regia e personaggi. Guardando quello che da questo momento chiameremo per comodità SAO, vi sarà infatti impossibile non accorgervi della completa illogicità delle scelte riguardanti lo sviluppo della trama, né delle evidenti mancanze della stessa, che purtroppo denotano anche una grave assenza di idee di fondo. Per darvi un'idea, avete presente quando vi capita di dover scrivere un tema, ma non ne avete voglia, e vi mettete a copia-incollare parti a caso prese da internet creando di fatto un lavoro estremamente slegato e grossolano, ed infine lo rileggete cercando di renderlo un tutt'uno? Qui ho come l'impressione che sia stata fatta la stessa cosa, ma le pezze non sono bastate, ed il risultato finale è, perdonatemi la parola, uno schifo.
Il secondo problema principale, e che probabilmente si dimostra ancor più grave del primo, sono, come anticipato, i personaggi. Oltre a non esser già di per sé fantastici, essi risultano estremamente piatti e poco profondi, e, in venticinque episodi e molte (dis)avventure, non esiste traccia di alcun tipo di sviluppo o cambiamento; anche i rapporti fra gli stessi sono completamente falsi ed irrealistici, incapaci di trasmettere il benché minimo sentimento allo spettatore. Si rapportano fra loro in determinati modi solo perché è la trama a dire che così deve essere, e non perché è ciò che sentono e che vogliono fare, tramutando il tutto in uno sciocco spettacolo di bambole mosse dall'alto. E se questo può anche andar bene in uno shounen "stupido", sicuramente lo stesso non si può dire per SAO, che almeno in teoria si pone ben altri obbiettivi. Un'occasione sprecata, poiché partendo dalle stesse prerogative, sarebbe stato possibile creare qualcosa di decisamente migliore.
Alla luce di quanto detto, vi chiederete come mai ho deciso comunque di graziarlo con una seppur risicata sufficienza. SAO resta una serie guardabile, con qualche buon momento, e che in un periodo di vuoto può non essere malvagia. Sicuramente, però, non è un capolavoro come è stato detto, né tantomeno resterà a lungo nelle vostre menti. Guardatelo senza troppe aspettative… potreste anche non restarne delusi.
Cerchiamo di capirne i motivi cominciando con una spiegazione della trama. Siamo nell'anno 2022, anno in cui vede la luce il primo VR-MMO (o gioco multiplayer online a realtà virtuale), giocabile tramite NerveGear, un particolare elmetto-console che viene collegato direttamente alle sinapsi neurali. Per l'appunto, Sword Art Online. Kazuto Kiritsugaya, un ragazzo apparentemente anonimo e senza vita sociale che non esiterei a definire NEET, ed appassionato di videogame, non potrà lasciarsi sfuggire l'occasione di provarlo; una volta all'interno del gioco, però, scoprirà che non sarà più possibile disconnettersi da esso fino a quando l'ultimo boss non sarà sconfitto, ma non solo! Se si dovesse restare uccisi nel gioco, questo significherebbe andare incontro allo stesso crudele destino anche nel mondo reale. Game Over.
Io, vuoi per il passato/presente da videogiocatore, mi sentivo estremamente elettrizzato da una proposta del genere, le mie aspettative erano ovviamente molto elevate.
Gli ottimi primi episodi, associati ad un più che sufficiente comparto tecnico, non sembrano fare altro che confermare... ma, purtroppo, non è tutto oro ciò che luccica, ed infatti è proprio da questo momento che cominceremo ad inabissarci nei meandri della mediocrità - e anche più in basso. L'anime in questione, infatti, dimenticandosi della propria natura di action/fantasy, si trasformerà dapprima in una sorta di harem ripieno di fanservice, in cui l'inutile protagonista riuscirà a far innamorare di sé qualsiasi donzella gli si ponga davanti senza il benché minimo impegno, e successivamente in drammatico sentimentale. Il tutto, credetemi, realizzato in modo veramente, veramente pessimo. I difetti più gravi li riassumerei fondamentalmente in due punti, che sono regia e personaggi. Guardando quello che da questo momento chiameremo per comodità SAO, vi sarà infatti impossibile non accorgervi della completa illogicità delle scelte riguardanti lo sviluppo della trama, né delle evidenti mancanze della stessa, che purtroppo denotano anche una grave assenza di idee di fondo. Per darvi un'idea, avete presente quando vi capita di dover scrivere un tema, ma non ne avete voglia, e vi mettete a copia-incollare parti a caso prese da internet creando di fatto un lavoro estremamente slegato e grossolano, ed infine lo rileggete cercando di renderlo un tutt'uno? Qui ho come l'impressione che sia stata fatta la stessa cosa, ma le pezze non sono bastate, ed il risultato finale è, perdonatemi la parola, uno schifo.
Il secondo problema principale, e che probabilmente si dimostra ancor più grave del primo, sono, come anticipato, i personaggi. Oltre a non esser già di per sé fantastici, essi risultano estremamente piatti e poco profondi, e, in venticinque episodi e molte (dis)avventure, non esiste traccia di alcun tipo di sviluppo o cambiamento; anche i rapporti fra gli stessi sono completamente falsi ed irrealistici, incapaci di trasmettere il benché minimo sentimento allo spettatore. Si rapportano fra loro in determinati modi solo perché è la trama a dire che così deve essere, e non perché è ciò che sentono e che vogliono fare, tramutando il tutto in uno sciocco spettacolo di bambole mosse dall'alto. E se questo può anche andar bene in uno shounen "stupido", sicuramente lo stesso non si può dire per SAO, che almeno in teoria si pone ben altri obbiettivi. Un'occasione sprecata, poiché partendo dalle stesse prerogative, sarebbe stato possibile creare qualcosa di decisamente migliore.
Alla luce di quanto detto, vi chiederete come mai ho deciso comunque di graziarlo con una seppur risicata sufficienza. SAO resta una serie guardabile, con qualche buon momento, e che in un periodo di vuoto può non essere malvagia. Sicuramente, però, non è un capolavoro come è stato detto, né tantomeno resterà a lungo nelle vostre menti. Guardatelo senza troppe aspettative… potreste anche non restarne delusi.
Non basta un buon comparto tecnico a spacciare Sword Art Online come opera di punta dell'estate del 2012, malgrado abbia rischiato di andarci vicino disilludendo molti spettatori con i primi episodi, che, pur lamentando già alcune lacune narrative e una originalità non certo alle stelle, si erano rivelati in qualche modo promettenti. Se buona parte delle aspettative era stata generata proprio dall'ottimo lavoro impiegato da A-1 Pictures nella realizzazione di un'atmosfera decisamente adatta ad un MMORPG, non da meno erano sembrate le caratterizzazioni dei vari personaggi imbrigliati in una situazione scomoda e altamente pericolosa come quella di essere intrappolati in un videogioco. Di lì a poco però un po' tutto sarebbe cambiato in peggio, concedendosi a uso e servizio del fandom nipponico: Kirito-kun avrebbe ottenuto il proprio harem e insieme ad esso una sequela di power-up ed aiuti esterni che gli avrebbero spianato la strada verso il top, mentre la sceneggiatura si sarebbe farcita di qualsiasi trovata utile a rendere il polpettone tanto squisito alla vista del pubblico facile, quanto disgustoso al palato di chi si fosse chiesto, lecitamente, dove sia andata nel frattempo a finire tutta la logica.
No, evidentemente la logica, la coerenza, il realismo, non fanno parte del mondo di Sword Art Online, di conseguenza quelle falle narrative appena appena assecondabili a inizio serie, oltre a non trovare mai giustificazione successivamente, avrebbero finito addirittura per allargarsi, facendo sfociare il tutto nel ridicolo. Quest'anime sembra seriamente scritto da un bambino.
Consiglierei dunque a Kawahara di trovarsi un altro mestiere, visto che Accel World non ha prodotto esiti migliori.
No, evidentemente la logica, la coerenza, il realismo, non fanno parte del mondo di Sword Art Online, di conseguenza quelle falle narrative appena appena assecondabili a inizio serie, oltre a non trovare mai giustificazione successivamente, avrebbero finito addirittura per allargarsi, facendo sfociare il tutto nel ridicolo. Quest'anime sembra seriamente scritto da un bambino.
Consiglierei dunque a Kawahara di trovarsi un altro mestiere, visto che Accel World non ha prodotto esiti migliori.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Cavalcare la cresta dell'onda, aiutarsi tramite la spinta di essa, per buttar giù una nuova fatica animata incentrata sul successo di qualche predecessore dal buon cammino: tratta da una light novel di Kawahara Reki, "Sword Art Online" tenta di percorrere, e forse superare, il traguardo già raggiunto da "Accel World" accomodato dalla A-1 Pictures, che non è di certo nuova ai fenomeni commerciali del momento. Chi non ha mai visto sbucare il nome di questa incredibile versione animata, che tenta di farsi famosa nel nome di un genere che ormai è stra-abusato come quello dei giochi on line? Impossibile, proprio dopo aver visto insistentemente pubblicità in ogni dove ho pensato che valesse la pena guardarlo, anche se probabilmente ci si trovava dinnanzi ad un qualcosa che avrebbe solamente evidenziato quanto si sfrutti la situazione. Sicuramente, già dal voto capirete che per me è stato tempo perso. Ma non è del tutto vero; infatti vi assicuro che questo anime mi ha dato talmente tanti pareri negativi che la mia voglia di recensirlo si è spinta oltre alle solite righe. Avrei volentieri fatto analisi di ogni episodio e personaggio, ma ammetto che non è nemmeno leggero, per cui mi atterrò ad una linea veloce del tutto, perché qua, malgrado si tratti di qualcosa di... spiazzante, merita che esso venga ben delineato così che non ci siano dubbi sul perché "Sword Art Online" è così in bilico tra odio ed amore di molti.
Partiamo dunque dalla trama o quel che secondo molti non c'è, c'era o ci sarà. Un ragazzo abbastanza anonimo, improvvisamente, dopo essersi seduto sulla sua scrivania per inserire un gioco, in un luogo che vanta un bell'arsenale di computer ed elettronica, senza far capir nulla indossa uno speciale casco in grado di alterare la realtà che lo circonda, immergendosi così in un mondo virtuale, che da titolo rinomina l'anime. Come farsi catapultare in un sogno, Kazuto finisce in questo nuovo universo dai tratti medioevali e fantasy, con tanto di natura incontaminata, colori bellissimi, paesaggi mozzafiato ed una fantastica isola torre a far da scenario alle fantasie dell'autore. Lui ovviamente non sarà l'unico giocatore: infatti, nel corso del prologo, potremo trovare vari personaggi che parlano e discutono sul gioco, piccole spiegazioni sul come funziona, su come ci si possa muovere dato che questa tecnologia non esiste realmente nel nostro mondo, e va almeno un poco inserita con coerenza perché si possa comprendere. Comunque, essendo il giorno di lancio per questo nuovo 'capolavoro', ci sarà una bella riunione tra tutti i giocatori che l'hanno acquistato, e verranno tutti riuniti in una piazza del primo livello dove apparirà quel che è il creatore a spiegargli le regole: questo forse è uno dei punti che vuole spiazzare di più lo spettatore, anche se era ovvio pensare che qualcosa di cattivo fosse nella penombra. Chiunque ha effettuato l'accesso, non può uscire. Nessun tasto con su scritto "log out": sono imprigionati là e non potranno tornare nel mondo reale finché non avranno completato la bellezza di tutti i cento livelli. Chi non verrebbe traumatizzato da tutto ciò? Ti stanno imponendo un gioco di morte, dato che se muori in "Sword Art Online" il casco per la realtà virtuale manderà il tuo cervello in paradiso. Ed allora tutti si chiederanno la reazione disastrosa di tutti, la disperazione che viene fuori episodio per episodio, la corsa per sopravvivere, emozioni senza tempo per respirare... nulla di tutto ciò.
Quel che nel gioco è Kirito (il protagonista all'anagrafe Kazuto) affronterà la situazione con freddezza, anche se in un primo momento apparirà un po' titubante a partire da solo senza un amico conosciuto pochi attimi prima. Inizierà così la sua avanzata solitaria da guerriero delle tenebre, nel senso che nessuno può stargli vicino. Lui è fortissimo, perché è stato un volontario al test della versione beta, ovvero quella per provare il gioco in anticipo prima della messa sul mercato; per questo motivo già dall'inizio ci appare una spanna sopra di tutti. Affronterà ogni avversario, che siano uno o cento, in scioltezza, supererà livelli così, a casaccio, per episodi ed episodi senza spiegarci mai come c'è arrivato. Un episodio è al livello due, quello dopo al quarantesimo; stranamente, gli unici che si trovano spiazzati da tutto ciò sono gli spettatori. Ma cosa farà mai Kirito saltando quaranta livelli a puntata? Sicuramente ci saranno scontri mozzafiato, nemici formidabili, così come alleati alla sua altezza. No, scordatevelo. In ogni episodio lui incontrerà qualcuno, quel qualcuno si innamorerà di lui, questa persona sarà sempre penosa e poi verrà mollata a fine episodio mentre sogna i fiori d'arancio ed un velo bianco, che mai avrà, a coprirle il volto. Inizialmente, e per molti episodi a caso, questo diventa un vero e proprio harem! Kirito entrerà in ogni situazione dove vi è un essere femminile con qualche problema di debolezza fisica, caratteriale o disgrazia. La tirerà su perché lui è figo, la aiuterà perché lui è forte, e senza motivo la ragazza, che prende sempre l'aspetto di una mania fissa degli otaku (la idol, la lolita, la timidona, la tosta, ecc.), lo ama. Che lo abbia conosciuto per un giorno o per un'ora, nessuno potrà mai odiare questo personaggio senza macchia alcuna, e già qua ti chiedi come fai a continuare prendendo anche sul serio gli scontri, che sono un continuo tagliare e tagliare chi sta davanti a Kirito, facendo al massimo un taglio alle doppie punte di lui come contraccolpo. Inizialmente puoi anche pensare che ci sta: vuoi introdurre un mondo, anche se in maniera fastidiosa... ma non si fa nemmeno quello! Saltando i livelli sembra quasi che si voglia solo far capire che chi vince è sempre lo stesso, che chi lo conosce lo amerà sempre e tutto sarà perfetto! Episodi fatti a stampo finché improvvisamente si ferma la trama su un numero di livelli del gioco che press’a poco non cambia di molto. Qua, incontriamo, dopo qualche apparizione lampo, una ragazza che diventerà molto importante ai fini della trama, ovvero Asuna. Bellissima, un giorno innamorata, l'altro acida, l'altro timida, l'altro forte, l'altro abbattuta, l'altro orgogliosa, tutto per andar meglio a Kirito, che ovviamente le farà perdere la testa. Quando i due troveranno nella loro antipatia ciò che cercavano per vivere insieme, improvvisamente la trama avrà una rallentata: questi due sembrano proprio aver problemi di mente, dato che scappano in una puntata, nell'altra dicono che devono restare a combattere per superare i livelli, che la loro presenza è importante... Ma loro hanno in fondo voglia di stare insieme, se mai finisse il gioco come si troverebbero ancora? Ma sono gli eroi, dannazione! Hanno delle responsabilità verso i giocatori deboli, e Kirito non vuole più che nessuno muoia! E fu così, che per due episodi a metà battaglia se ne vanno in viaggio di nozze, non prima di aver consumato abbastanza tranquillamente il frutto della passione, come se nessuno crepasse nella realtà. Andranno a far casa in un livello nascosto, adotteranno figli e se la spasseranno a cucinare, finché non ricorderanno ancora che ci sono vite da salvare e partiranno finalmente verso la fine del gioco, dove è inutile dire chi batterà e come, dato che non esistono i colpi di scena, anzi, è ancor più ridicolo il come si possa terminare il tutto con una puntata che pare tratta dalla famosa "Pasqua di Gesù Cristo". Il gioco termina e così si immagina l'avventura del nostro paladino che si risveglia dopo due anni costretto in un letto senza muoversi, alimentato da macchine, con traumi che teoricamente avrebbe chiunque rischia ogni giorno la propria vita, tutto tranquillo. Cammina, è un po' più magro, con i capelli ovviamente più lunghi, ma passeggia come se nulla fosse per l’ospedale, andando a bussare qua e là alle porte per cercare la sua amata Asuna. Sfido chiunque a non aver sperato che la trovasse subito per chiudere il velo pietoso creato dal realismo che fa concorrenza ad un coccodrillo rosa, ma no, l'amata del prode Kirito è in un altro ospedale ed ancora non si è svegliata. Da qui parte quello che possiamo definire un secondo arco, ove si andrà a capire cosa è successo a lei, perché è ancora incosciente, e finalmente si tenterà di capire perché diamine Kirito se ne è stato tranquillo su quel gioco come se nulla fosse, perché scappa dalla realtà, cosa ha la sua famiglia che non va: ovviamente ciò che non va è tutta la storia, soprattutto sua sorella che è innamorata (che cosa strana) di lui, che soffre come una folle e cova gelosia che però mai manifesterà; da brava piccola di casa, lei sarà una colonna importante della seconda fetta d'anime, dove ovviamente il fratello senza cervello e senza shock per l'esperienza precedente, inutile dirvelo, entrerà in un altro gioco come se nulla fosse per lui. Non andrò oltre la trama per ovvie questioni di spoiler, ma posso assicurarvi che non cambia nulla, se non il danneggiare ulteriormente la credibilità dei protagonisti.
Ora arriviamo al lato davvero dolente: so che sembra la trama, ma non è nemmeno quella a rendere "Sword Art Online" ciò che reputo un inspiegabile successo! I personaggi sono la vera rovina.
Prendiamo ad esempio Kirito: il solito ragazzo anonimo su cui troviamo valanghe di personaggi identici da altri anime. È il classico prototipo dai tratti altamente nipponici e nessuna bellezza travolgente, atto ad aiutare ogni otaku ad identificarsi al meglio nella sua figura. Questo posso capirlo, gli anime sono a scopo di lucro, dobbiamo pur attirare anche l'aspetto psicologico di chi li visiona, ma non è "banale" solo il tratto del ragazzo che dovrebbe aver carisma, essendo un protagonista. Non ha un carattere definito: nella prima puntata appare come un normale quindicenne un po' amante dell'avventura, che trova il suo mondo virtuale e fa amicizia con qualcuno da cui poi si deve separare con dolore, perché non pare amar poi tanto l’esser solitario. La puntata dopo è uno spietato guerriero che guerriglia da solo, ha un livello altissimo e tutti lo temono perché ha fatto la versione di prova e pare saperla più di tutti, essere avvantaggiato in ogni quest (missione). Quella dopo, inspiegabilmente, si unisce a qualcuno perché non vuol star più solo, quella dopo dice di non voler nessuno dietro perché non al suo livello e perché ha paura di non proteggerlo, quella ancora dopo ritorna indietro ed aiuta qualcuno anche se rischia più dell'individuo che ha salvato la puntata precedente. Va a convenienza, dove la trama suggerisce vada meglio, perché lui è un tutto ma nessuno, non ha nulla che si evidenzia sempre, appare una casuale variante psicologica ad ogni esigenza, lasciando allo spettatore il dubbio su quanti fratelli gemelli abbia qua e là, dato che è veramente incoerente, non è per nulla figo e persino noioso. Sfido qualcuno a creare una scheda sulla figura mentale di questo individuo. Ma non è il solo, questo modulo varia per chiunque si prenda in considerazione: ad esempio Asuna, che, essendo il sogno erotico di tutti i fans, apparirà a convenienza ciò che conviene; come citato già nella recensione, è capace di dare un colpo in testa a Kirito e spogliarsi due secondi dopo aver ripetuto che lei ha un orgoglio e non va sottovalutata. Inutile, signore e signori, se manca la materia prima (i neuroni dei protagonisti), puoi avere trama da superare anche "One Piece", ma non potrai mai rimanere un’ombra credibile nel panorama dell'animazione o della narrazione generale.
"Sword Art Online" sembra il diario di un adolescente; ecco in cosa si rispecchia questo lato incomprensibile, il fatto di non aver un personaggio classificabile: molte persone, spesso, da piccole o adolescenti sognano di essere qualcosa, ed a volte, presi da un attacco di coraggio, lo si scrive per lettere o tasti. Da piccoli tutti avranno messo su la storia del loro viaggio sulla luna o del loro scontro con qualche eroe dei "cartoni animati". Kirito sembra proprio ciò. Il protagonista che è in noi, perfetto e adatto a come lo vorremmo ogni volta, con poteri inspiegabili e fighi che possano renderci il massimo, ed ogni situazione emozionante per noi. Tutti che ci amano, una bellissima compagna, un mondo favoloso, una reputazione amata da chi è degno e temuta da chi no. Quando sei piccolo ti piace semplicemente viaggiare con la fantasia, fai dei balzi assurdi e scrivi cose incredibilmente senza senso; credo che molti capiranno il nesso: sì, sembra il racconto di un adolescente che fantastica. Peccato che non si può chiudere un occhio, dato che vi è una perversione che va oltre il sopportabile.
Donne usate per soffiarsi il naso o altre cose, tentacoli rosa che vanno nei pertugi di Asuna, inquadrature più di sederi e seni che di facce, spogliarelli, strappi di vestito, pervertiti qua e là che leccano, sbavano e toccano senza decenza... altro che ragazzino sognante, sembra il diario di un maniaco alle prime armi! Il tutto è sicuramente messo su anche dall'esigenza di fare fanservice, ma che c'è di bello in questo continuo sfruttamento della figura femminile? Solo il guadagno.
Per farla breve, dato che mi sono davvero prolungata anche troppo per il merito che ha questa serie, se volete veder le fantasie semi eroiche-erotiche di qualcuno, questo "Sword Art Online" fa per voi. Ottimi disegni ed animazioni, musiche messe in perfetta simbiosi con i momenti e le opening/ending sempre piacevoli. I personaggi son fatti abbastanza su uno stampo comune, ma se piacciono tanto gli harem, qua ve ne è una dose enorme. Non metto uno perché è pur sempre una produzione grandiosa per ammassare un numero cospicuo di fans, una cosa tra l'altro che è riuscita; nulla da rimproverare da questo punto di vista. Anche se mi domando con quale serietà si possa trovar che delle persone che fuggono senza motivo dalla realtà, che rischiano la vita pur dovendo avere dei traumi, possano continuare come se nulla fosse. Sembra un insulto a chi davvero ha degli incidenti gravi alla psiche.
Cavalcare la cresta dell'onda, aiutarsi tramite la spinta di essa, per buttar giù una nuova fatica animata incentrata sul successo di qualche predecessore dal buon cammino: tratta da una light novel di Kawahara Reki, "Sword Art Online" tenta di percorrere, e forse superare, il traguardo già raggiunto da "Accel World" accomodato dalla A-1 Pictures, che non è di certo nuova ai fenomeni commerciali del momento. Chi non ha mai visto sbucare il nome di questa incredibile versione animata, che tenta di farsi famosa nel nome di un genere che ormai è stra-abusato come quello dei giochi on line? Impossibile, proprio dopo aver visto insistentemente pubblicità in ogni dove ho pensato che valesse la pena guardarlo, anche se probabilmente ci si trovava dinnanzi ad un qualcosa che avrebbe solamente evidenziato quanto si sfrutti la situazione. Sicuramente, già dal voto capirete che per me è stato tempo perso. Ma non è del tutto vero; infatti vi assicuro che questo anime mi ha dato talmente tanti pareri negativi che la mia voglia di recensirlo si è spinta oltre alle solite righe. Avrei volentieri fatto analisi di ogni episodio e personaggio, ma ammetto che non è nemmeno leggero, per cui mi atterrò ad una linea veloce del tutto, perché qua, malgrado si tratti di qualcosa di... spiazzante, merita che esso venga ben delineato così che non ci siano dubbi sul perché "Sword Art Online" è così in bilico tra odio ed amore di molti.
Partiamo dunque dalla trama o quel che secondo molti non c'è, c'era o ci sarà. Un ragazzo abbastanza anonimo, improvvisamente, dopo essersi seduto sulla sua scrivania per inserire un gioco, in un luogo che vanta un bell'arsenale di computer ed elettronica, senza far capir nulla indossa uno speciale casco in grado di alterare la realtà che lo circonda, immergendosi così in un mondo virtuale, che da titolo rinomina l'anime. Come farsi catapultare in un sogno, Kazuto finisce in questo nuovo universo dai tratti medioevali e fantasy, con tanto di natura incontaminata, colori bellissimi, paesaggi mozzafiato ed una fantastica isola torre a far da scenario alle fantasie dell'autore. Lui ovviamente non sarà l'unico giocatore: infatti, nel corso del prologo, potremo trovare vari personaggi che parlano e discutono sul gioco, piccole spiegazioni sul come funziona, su come ci si possa muovere dato che questa tecnologia non esiste realmente nel nostro mondo, e va almeno un poco inserita con coerenza perché si possa comprendere. Comunque, essendo il giorno di lancio per questo nuovo 'capolavoro', ci sarà una bella riunione tra tutti i giocatori che l'hanno acquistato, e verranno tutti riuniti in una piazza del primo livello dove apparirà quel che è il creatore a spiegargli le regole: questo forse è uno dei punti che vuole spiazzare di più lo spettatore, anche se era ovvio pensare che qualcosa di cattivo fosse nella penombra. Chiunque ha effettuato l'accesso, non può uscire. Nessun tasto con su scritto "log out": sono imprigionati là e non potranno tornare nel mondo reale finché non avranno completato la bellezza di tutti i cento livelli. Chi non verrebbe traumatizzato da tutto ciò? Ti stanno imponendo un gioco di morte, dato che se muori in "Sword Art Online" il casco per la realtà virtuale manderà il tuo cervello in paradiso. Ed allora tutti si chiederanno la reazione disastrosa di tutti, la disperazione che viene fuori episodio per episodio, la corsa per sopravvivere, emozioni senza tempo per respirare... nulla di tutto ciò.
Quel che nel gioco è Kirito (il protagonista all'anagrafe Kazuto) affronterà la situazione con freddezza, anche se in un primo momento apparirà un po' titubante a partire da solo senza un amico conosciuto pochi attimi prima. Inizierà così la sua avanzata solitaria da guerriero delle tenebre, nel senso che nessuno può stargli vicino. Lui è fortissimo, perché è stato un volontario al test della versione beta, ovvero quella per provare il gioco in anticipo prima della messa sul mercato; per questo motivo già dall'inizio ci appare una spanna sopra di tutti. Affronterà ogni avversario, che siano uno o cento, in scioltezza, supererà livelli così, a casaccio, per episodi ed episodi senza spiegarci mai come c'è arrivato. Un episodio è al livello due, quello dopo al quarantesimo; stranamente, gli unici che si trovano spiazzati da tutto ciò sono gli spettatori. Ma cosa farà mai Kirito saltando quaranta livelli a puntata? Sicuramente ci saranno scontri mozzafiato, nemici formidabili, così come alleati alla sua altezza. No, scordatevelo. In ogni episodio lui incontrerà qualcuno, quel qualcuno si innamorerà di lui, questa persona sarà sempre penosa e poi verrà mollata a fine episodio mentre sogna i fiori d'arancio ed un velo bianco, che mai avrà, a coprirle il volto. Inizialmente, e per molti episodi a caso, questo diventa un vero e proprio harem! Kirito entrerà in ogni situazione dove vi è un essere femminile con qualche problema di debolezza fisica, caratteriale o disgrazia. La tirerà su perché lui è figo, la aiuterà perché lui è forte, e senza motivo la ragazza, che prende sempre l'aspetto di una mania fissa degli otaku (la idol, la lolita, la timidona, la tosta, ecc.), lo ama. Che lo abbia conosciuto per un giorno o per un'ora, nessuno potrà mai odiare questo personaggio senza macchia alcuna, e già qua ti chiedi come fai a continuare prendendo anche sul serio gli scontri, che sono un continuo tagliare e tagliare chi sta davanti a Kirito, facendo al massimo un taglio alle doppie punte di lui come contraccolpo. Inizialmente puoi anche pensare che ci sta: vuoi introdurre un mondo, anche se in maniera fastidiosa... ma non si fa nemmeno quello! Saltando i livelli sembra quasi che si voglia solo far capire che chi vince è sempre lo stesso, che chi lo conosce lo amerà sempre e tutto sarà perfetto! Episodi fatti a stampo finché improvvisamente si ferma la trama su un numero di livelli del gioco che press’a poco non cambia di molto. Qua, incontriamo, dopo qualche apparizione lampo, una ragazza che diventerà molto importante ai fini della trama, ovvero Asuna. Bellissima, un giorno innamorata, l'altro acida, l'altro timida, l'altro forte, l'altro abbattuta, l'altro orgogliosa, tutto per andar meglio a Kirito, che ovviamente le farà perdere la testa. Quando i due troveranno nella loro antipatia ciò che cercavano per vivere insieme, improvvisamente la trama avrà una rallentata: questi due sembrano proprio aver problemi di mente, dato che scappano in una puntata, nell'altra dicono che devono restare a combattere per superare i livelli, che la loro presenza è importante... Ma loro hanno in fondo voglia di stare insieme, se mai finisse il gioco come si troverebbero ancora? Ma sono gli eroi, dannazione! Hanno delle responsabilità verso i giocatori deboli, e Kirito non vuole più che nessuno muoia! E fu così, che per due episodi a metà battaglia se ne vanno in viaggio di nozze, non prima di aver consumato abbastanza tranquillamente il frutto della passione, come se nessuno crepasse nella realtà. Andranno a far casa in un livello nascosto, adotteranno figli e se la spasseranno a cucinare, finché non ricorderanno ancora che ci sono vite da salvare e partiranno finalmente verso la fine del gioco, dove è inutile dire chi batterà e come, dato che non esistono i colpi di scena, anzi, è ancor più ridicolo il come si possa terminare il tutto con una puntata che pare tratta dalla famosa "Pasqua di Gesù Cristo". Il gioco termina e così si immagina l'avventura del nostro paladino che si risveglia dopo due anni costretto in un letto senza muoversi, alimentato da macchine, con traumi che teoricamente avrebbe chiunque rischia ogni giorno la propria vita, tutto tranquillo. Cammina, è un po' più magro, con i capelli ovviamente più lunghi, ma passeggia come se nulla fosse per l’ospedale, andando a bussare qua e là alle porte per cercare la sua amata Asuna. Sfido chiunque a non aver sperato che la trovasse subito per chiudere il velo pietoso creato dal realismo che fa concorrenza ad un coccodrillo rosa, ma no, l'amata del prode Kirito è in un altro ospedale ed ancora non si è svegliata. Da qui parte quello che possiamo definire un secondo arco, ove si andrà a capire cosa è successo a lei, perché è ancora incosciente, e finalmente si tenterà di capire perché diamine Kirito se ne è stato tranquillo su quel gioco come se nulla fosse, perché scappa dalla realtà, cosa ha la sua famiglia che non va: ovviamente ciò che non va è tutta la storia, soprattutto sua sorella che è innamorata (che cosa strana) di lui, che soffre come una folle e cova gelosia che però mai manifesterà; da brava piccola di casa, lei sarà una colonna importante della seconda fetta d'anime, dove ovviamente il fratello senza cervello e senza shock per l'esperienza precedente, inutile dirvelo, entrerà in un altro gioco come se nulla fosse per lui. Non andrò oltre la trama per ovvie questioni di spoiler, ma posso assicurarvi che non cambia nulla, se non il danneggiare ulteriormente la credibilità dei protagonisti.
Ora arriviamo al lato davvero dolente: so che sembra la trama, ma non è nemmeno quella a rendere "Sword Art Online" ciò che reputo un inspiegabile successo! I personaggi sono la vera rovina.
Prendiamo ad esempio Kirito: il solito ragazzo anonimo su cui troviamo valanghe di personaggi identici da altri anime. È il classico prototipo dai tratti altamente nipponici e nessuna bellezza travolgente, atto ad aiutare ogni otaku ad identificarsi al meglio nella sua figura. Questo posso capirlo, gli anime sono a scopo di lucro, dobbiamo pur attirare anche l'aspetto psicologico di chi li visiona, ma non è "banale" solo il tratto del ragazzo che dovrebbe aver carisma, essendo un protagonista. Non ha un carattere definito: nella prima puntata appare come un normale quindicenne un po' amante dell'avventura, che trova il suo mondo virtuale e fa amicizia con qualcuno da cui poi si deve separare con dolore, perché non pare amar poi tanto l’esser solitario. La puntata dopo è uno spietato guerriero che guerriglia da solo, ha un livello altissimo e tutti lo temono perché ha fatto la versione di prova e pare saperla più di tutti, essere avvantaggiato in ogni quest (missione). Quella dopo, inspiegabilmente, si unisce a qualcuno perché non vuol star più solo, quella dopo dice di non voler nessuno dietro perché non al suo livello e perché ha paura di non proteggerlo, quella ancora dopo ritorna indietro ed aiuta qualcuno anche se rischia più dell'individuo che ha salvato la puntata precedente. Va a convenienza, dove la trama suggerisce vada meglio, perché lui è un tutto ma nessuno, non ha nulla che si evidenzia sempre, appare una casuale variante psicologica ad ogni esigenza, lasciando allo spettatore il dubbio su quanti fratelli gemelli abbia qua e là, dato che è veramente incoerente, non è per nulla figo e persino noioso. Sfido qualcuno a creare una scheda sulla figura mentale di questo individuo. Ma non è il solo, questo modulo varia per chiunque si prenda in considerazione: ad esempio Asuna, che, essendo il sogno erotico di tutti i fans, apparirà a convenienza ciò che conviene; come citato già nella recensione, è capace di dare un colpo in testa a Kirito e spogliarsi due secondi dopo aver ripetuto che lei ha un orgoglio e non va sottovalutata. Inutile, signore e signori, se manca la materia prima (i neuroni dei protagonisti), puoi avere trama da superare anche "One Piece", ma non potrai mai rimanere un’ombra credibile nel panorama dell'animazione o della narrazione generale.
"Sword Art Online" sembra il diario di un adolescente; ecco in cosa si rispecchia questo lato incomprensibile, il fatto di non aver un personaggio classificabile: molte persone, spesso, da piccole o adolescenti sognano di essere qualcosa, ed a volte, presi da un attacco di coraggio, lo si scrive per lettere o tasti. Da piccoli tutti avranno messo su la storia del loro viaggio sulla luna o del loro scontro con qualche eroe dei "cartoni animati". Kirito sembra proprio ciò. Il protagonista che è in noi, perfetto e adatto a come lo vorremmo ogni volta, con poteri inspiegabili e fighi che possano renderci il massimo, ed ogni situazione emozionante per noi. Tutti che ci amano, una bellissima compagna, un mondo favoloso, una reputazione amata da chi è degno e temuta da chi no. Quando sei piccolo ti piace semplicemente viaggiare con la fantasia, fai dei balzi assurdi e scrivi cose incredibilmente senza senso; credo che molti capiranno il nesso: sì, sembra il racconto di un adolescente che fantastica. Peccato che non si può chiudere un occhio, dato che vi è una perversione che va oltre il sopportabile.
Donne usate per soffiarsi il naso o altre cose, tentacoli rosa che vanno nei pertugi di Asuna, inquadrature più di sederi e seni che di facce, spogliarelli, strappi di vestito, pervertiti qua e là che leccano, sbavano e toccano senza decenza... altro che ragazzino sognante, sembra il diario di un maniaco alle prime armi! Il tutto è sicuramente messo su anche dall'esigenza di fare fanservice, ma che c'è di bello in questo continuo sfruttamento della figura femminile? Solo il guadagno.
Per farla breve, dato che mi sono davvero prolungata anche troppo per il merito che ha questa serie, se volete veder le fantasie semi eroiche-erotiche di qualcuno, questo "Sword Art Online" fa per voi. Ottimi disegni ed animazioni, musiche messe in perfetta simbiosi con i momenti e le opening/ending sempre piacevoli. I personaggi son fatti abbastanza su uno stampo comune, ma se piacciono tanto gli harem, qua ve ne è una dose enorme. Non metto uno perché è pur sempre una produzione grandiosa per ammassare un numero cospicuo di fans, una cosa tra l'altro che è riuscita; nulla da rimproverare da questo punto di vista. Anche se mi domando con quale serietà si possa trovar che delle persone che fuggono senza motivo dalla realtà, che rischiano la vita pur dovendo avere dei traumi, possano continuare come se nulla fosse. Sembra un insulto a chi davvero ha degli incidenti gravi alla psiche.
Per la seconda volta in tutta la mia carriera, la prima con "Madoka Magica", mi sono ritrovato a vedere un anime più per la pubblicità che gli è stata fatta, diretta o indiretta, che per la mia curiosità. Ed eccomi qua anch'io a recensire questo "Sword Art Online", o SAO, l'anime più elogiato, contestato, e discusso del momento. Ma come avrete capito dal mio voto, la mia opinione su di esso è tutt'altro che positiva; ma entriamo più nel dettaglio.
Quando iniziai a captare le prime news su "Sword Art Online", sapendo che fosse un anime avente come base un RPG, o meglio un MMORPG, fui elettrizzato. Non sono un amante dei multiplayer online, ma ho giocato veramente a tanti RPG offline – tanto per citarne uno, il ben noto Skyrim – ed ero entusiasta di come sarebbe potuta essere questa serie: un ambientazione fantastica, una quest principale avvincente, e miriadi di quest secondarie ugualmente interessanti, il tutto unito a innumerevoli stili di combattimento. Tutto ciò rappresentato in un anime? Credo possiate capire come mi sia sentito impaziente di vedere per intero questa serie. Tuttavia, a circa metà serie, cominciano a trapelare opinioni e recensioni tutt'altro che incoraggianti, che elencano numerosi difetti, e bollano l'anime come sopravvalutato. Impaziente da una parte, e confuso dall'altra, decisi di chiarire tutti i dubbi, e una volta uscita l'ultima puntata mi misi a vederlo. Ora posso dire con assoluta certezza che "Sword Art Online" non è un anime sopravvalutato. Ma è l'anime più sopravvalutato di tutta la storia dell'animazione nipponica.
In "Sword Art Online" regna la follia e il caos, "Sword Art Online" è l'opera più irrealistica e commerciale mai prodotta, dov’è perfettamente normale che uno sviluppatore di un gioco decida di imprigionare 10.000 dei suoi clienti, e di ucciderne quasi la metà, solo per soddisfare la sua curiosità. In "Sword Art Online" è normale passare ben due anni all'interno di una simulazione grafica, dimenticandosi completamente del proprio corpo originale, senza che nessuna autorità muova un solo dito per salvare 10.000 persone. E i personaggi sono uno più patetico e stereotipato dell'altro, a cominciare da Kirito - dio mio, Kirito! -, il protagonista più assurdo mai creato, capace di cambiare completamente il proprio carattere con uno schiocco di dita, una volta romantico, una volta sbruffone, una volta stratega, una volta folle combattente. In base alla situazione in cui si trova tira fuori il carattere adatto, e sistema tutto nel modo più mieloso e buono possibile, perfetto in ogni cosa, combattere, risolvere problemi, approcciarsi all'altro sesso, sempre nella maniera più "strafiga" possibile, in modo da far cadere ai suoi piedi ogni donzella, senza che lui si accorga di nulla, ovviamente - il classico protagonista di un harem, insomma. Ah, e teoricamente Kirito sarebbe un NEET, alla "Welcome to the NHK". Ma vi immaginate Sato Tatsuhiro che fa il figo con ogni essere umano che gli capita a tiro, e che risolve ogni cosa? Non ha alcun senso, oltre a dare un effetto incredibilmente trash. D'altra parte, anche la sua fida compagna Asuna non è da meno, prima è tsundere, poi amicona, poi mogliettina innamorata, e infine piagnona. E inoltre è ovviamente una gran gnocca, come se ragazze del genere giocassero veramente ai MMORPG… sì, certo. Senza citare il fatto che l'amore tra loro due è la cosa più fasulla che abbia mai visto, messo lì solo per attirare più spettatori, prevalentemente femminili, visto quanto sono sdolcinati.
Inoltre, in "Sword Art Online" non esiste la logica, non esiste la normalità, perché una persona normale non starebbe chiuso in una casa ai confini del gioco, a giocare alla famiglia felice, mentre il proprio corpo reale sta marcendo chissà dove. E qual è la logica che ti spinge a soffermarti su minisaghe vomitevoli come quella di Yui, mentre Kirito aumenta di trentcinque livelli da una puntata all'altra, a causa di quei dannati salti temporali? Qualcosa non mi torna. E vogliamo parlare dei cattivi? Credo di aver visto antagonisti migliori nei film della Disney. Per di più, nella seconda parte della serie, vediamo saltare fuori la sorella minore di Kirito, ovviamente innamorata di lui, ma incredibilmente Kirito è troppo ossessionato dal salvare Asuna, che è rimasta intrappolata in un altro gioco online. Cosa fa lui per salvarla? Che domande. Torna a giocare online! Dopo aver passato due anni in un MMORPG mortale, mi aspettavo come minimo qualche trauma mentale che gli impedisse di giocare ancora, invece no! Come se non fosse successo niente! Vi sembra logico? Vi sembra normale? No, non lo è affatto.
Se si fossero semplicemente evitati i migliaia di salti temporali a inizio serie, concentrandosi meglio sulla prima saga, ed evitando quella patetica trovata che è ALfheim, probabilmente "Sword Art Online" sarebbe arrivato alla sufficienza; ma chi sono io per dire questo? A giudicare da quanto sta vendendo, per la gente questa serie è perfetta così com'è, e ciò mi preoccupa non poco.
Bene, concludiamo giustificando il voto che ho assegnato: partendo da una base di 0, un punto per le ottime OST e le opening, alcune veramente ben fatte, un punto per le animazioni, sempre eccezionali, anche se spesso e volentieri servono solo a mascherare le enormi lacune nella trama, come in questo caso, e altri due punti per i fantastici combattimenti, veramente avvincenti, che sono l'unica cosa che mi ha spinto a finire la serie. Totale: 4. Quest'opera è stata una delusione immensa, e non si merita certamente di più. Altamente sconsigliato, in particolar modo ai giocatori di MMORPG. Adatto solo ai ragazzini che si fanno poche domande.
Quando iniziai a captare le prime news su "Sword Art Online", sapendo che fosse un anime avente come base un RPG, o meglio un MMORPG, fui elettrizzato. Non sono un amante dei multiplayer online, ma ho giocato veramente a tanti RPG offline – tanto per citarne uno, il ben noto Skyrim – ed ero entusiasta di come sarebbe potuta essere questa serie: un ambientazione fantastica, una quest principale avvincente, e miriadi di quest secondarie ugualmente interessanti, il tutto unito a innumerevoli stili di combattimento. Tutto ciò rappresentato in un anime? Credo possiate capire come mi sia sentito impaziente di vedere per intero questa serie. Tuttavia, a circa metà serie, cominciano a trapelare opinioni e recensioni tutt'altro che incoraggianti, che elencano numerosi difetti, e bollano l'anime come sopravvalutato. Impaziente da una parte, e confuso dall'altra, decisi di chiarire tutti i dubbi, e una volta uscita l'ultima puntata mi misi a vederlo. Ora posso dire con assoluta certezza che "Sword Art Online" non è un anime sopravvalutato. Ma è l'anime più sopravvalutato di tutta la storia dell'animazione nipponica.
In "Sword Art Online" regna la follia e il caos, "Sword Art Online" è l'opera più irrealistica e commerciale mai prodotta, dov’è perfettamente normale che uno sviluppatore di un gioco decida di imprigionare 10.000 dei suoi clienti, e di ucciderne quasi la metà, solo per soddisfare la sua curiosità. In "Sword Art Online" è normale passare ben due anni all'interno di una simulazione grafica, dimenticandosi completamente del proprio corpo originale, senza che nessuna autorità muova un solo dito per salvare 10.000 persone. E i personaggi sono uno più patetico e stereotipato dell'altro, a cominciare da Kirito - dio mio, Kirito! -, il protagonista più assurdo mai creato, capace di cambiare completamente il proprio carattere con uno schiocco di dita, una volta romantico, una volta sbruffone, una volta stratega, una volta folle combattente. In base alla situazione in cui si trova tira fuori il carattere adatto, e sistema tutto nel modo più mieloso e buono possibile, perfetto in ogni cosa, combattere, risolvere problemi, approcciarsi all'altro sesso, sempre nella maniera più "strafiga" possibile, in modo da far cadere ai suoi piedi ogni donzella, senza che lui si accorga di nulla, ovviamente - il classico protagonista di un harem, insomma. Ah, e teoricamente Kirito sarebbe un NEET, alla "Welcome to the NHK". Ma vi immaginate Sato Tatsuhiro che fa il figo con ogni essere umano che gli capita a tiro, e che risolve ogni cosa? Non ha alcun senso, oltre a dare un effetto incredibilmente trash. D'altra parte, anche la sua fida compagna Asuna non è da meno, prima è tsundere, poi amicona, poi mogliettina innamorata, e infine piagnona. E inoltre è ovviamente una gran gnocca, come se ragazze del genere giocassero veramente ai MMORPG… sì, certo. Senza citare il fatto che l'amore tra loro due è la cosa più fasulla che abbia mai visto, messo lì solo per attirare più spettatori, prevalentemente femminili, visto quanto sono sdolcinati.
Inoltre, in "Sword Art Online" non esiste la logica, non esiste la normalità, perché una persona normale non starebbe chiuso in una casa ai confini del gioco, a giocare alla famiglia felice, mentre il proprio corpo reale sta marcendo chissà dove. E qual è la logica che ti spinge a soffermarti su minisaghe vomitevoli come quella di Yui, mentre Kirito aumenta di trentcinque livelli da una puntata all'altra, a causa di quei dannati salti temporali? Qualcosa non mi torna. E vogliamo parlare dei cattivi? Credo di aver visto antagonisti migliori nei film della Disney. Per di più, nella seconda parte della serie, vediamo saltare fuori la sorella minore di Kirito, ovviamente innamorata di lui, ma incredibilmente Kirito è troppo ossessionato dal salvare Asuna, che è rimasta intrappolata in un altro gioco online. Cosa fa lui per salvarla? Che domande. Torna a giocare online! Dopo aver passato due anni in un MMORPG mortale, mi aspettavo come minimo qualche trauma mentale che gli impedisse di giocare ancora, invece no! Come se non fosse successo niente! Vi sembra logico? Vi sembra normale? No, non lo è affatto.
Se si fossero semplicemente evitati i migliaia di salti temporali a inizio serie, concentrandosi meglio sulla prima saga, ed evitando quella patetica trovata che è ALfheim, probabilmente "Sword Art Online" sarebbe arrivato alla sufficienza; ma chi sono io per dire questo? A giudicare da quanto sta vendendo, per la gente questa serie è perfetta così com'è, e ciò mi preoccupa non poco.
Bene, concludiamo giustificando il voto che ho assegnato: partendo da una base di 0, un punto per le ottime OST e le opening, alcune veramente ben fatte, un punto per le animazioni, sempre eccezionali, anche se spesso e volentieri servono solo a mascherare le enormi lacune nella trama, come in questo caso, e altri due punti per i fantastici combattimenti, veramente avvincenti, che sono l'unica cosa che mi ha spinto a finire la serie. Totale: 4. Quest'opera è stata una delusione immensa, e non si merita certamente di più. Altamente sconsigliato, in particolar modo ai giocatori di MMORPG. Adatto solo ai ragazzini che si fanno poche domande.
Valutare "Sword Art Online" non è facile, poiché i lati positivi e negativi che caratterizzano quest'anime sono egualmente incisivi e importanti.
Aspetti positivi.
- Animazione e grafica sono semplicemente spettacolari. Non solo per quanto riguarda le scene di battaglia (notevolissime), ma soprattutto per i paesaggi onirici di Aincrad. In taluni casi sembra di guardare dei dipinti a olio della tradizione fiamminga, oppure dei quadri di Monet, con la stessa luminosità viva e vitale.
- Trama: il primo arco è veramente interessante. L'idea del gioco mortale di per sé non è nuova, ma viene sviluppata in maniera realistica e convincente. L'empatia con Kirito è forte e i diversi momenti che si presentano (drammatici, comici, anche investigativi!) sono ben implementati e coinvolgenti. Anche il comparto sentimentale è ben gestito, emozionante e lento al punto giusto, anche se a volte forzatamente "zuccheroso".
- Le musiche sono azzeccate e valorizzate da una regia attenta, non cinematografica, ma comunque all'altezza. Intro ed ending sono molto belle!
- Il finale, pur lasciando aperti futuri sviluppi, conclude l'intera vicenda non lasciando niente di sospeso. Per chi come me l'ha seguito fino ad agosto, l'emozione è scattata.
Punti negativi.
- Il secondo arco narrativo.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
L'introduzione del sentimento della sorella è abbastanza inopportuno, se non fuori contesto. Non aggiunge né toglie niente alla trama, risultando più che altro un riempitivo per molte puntate. In aggiunta a ciò il passaggio ad ALfheim (il secondo mondo virtuale dove è rinchiusa la mente di Asuna) non è convincente fino in fondo: rispetto al primo arco c'è una forte perdita di credibilità della sceneggiatura e un senso di ripetizione. Dividere questa serie in due stagioni divise avrebbe sicuramente giovato.
Fine parte contenente spoiler
- Il protagonista, Kirito: per quanto la sua caratterizzazione rientri nella media delle produzioni contemporanee, non mi ha convinto. Rimane uguale dall'inizio alla fine, zero evoluzione, reazioni stereotipate e atteggiamento da "io contro il mondo". Anche il character design non è riuscito, troppo infantile e semplificato.
- Una generale tendenza a 'fillerare', ovvero aggiungere riempitivi abbastanza inutili. Alcuni archi secondari (vedi quello "investigativo"), per quanto piacevoli, appesantiscono e rallentano il tutto. Nell'ottica di due stagioni da dodici episodi avrebbe avuto un senso, così no.
In sostanza, lo consiglio? La risposta è sì! Nonostante i cali nella trama rimane un prodotto valido, avvincente e splendidamente realizzato. Non sarà un caposaldo del genere, ma fa il suo lavoro in maniera egregia. Non aspettatevi l'anime della vostra vita però!
Aspetti positivi.
- Animazione e grafica sono semplicemente spettacolari. Non solo per quanto riguarda le scene di battaglia (notevolissime), ma soprattutto per i paesaggi onirici di Aincrad. In taluni casi sembra di guardare dei dipinti a olio della tradizione fiamminga, oppure dei quadri di Monet, con la stessa luminosità viva e vitale.
- Trama: il primo arco è veramente interessante. L'idea del gioco mortale di per sé non è nuova, ma viene sviluppata in maniera realistica e convincente. L'empatia con Kirito è forte e i diversi momenti che si presentano (drammatici, comici, anche investigativi!) sono ben implementati e coinvolgenti. Anche il comparto sentimentale è ben gestito, emozionante e lento al punto giusto, anche se a volte forzatamente "zuccheroso".
- Le musiche sono azzeccate e valorizzate da una regia attenta, non cinematografica, ma comunque all'altezza. Intro ed ending sono molto belle!
- Il finale, pur lasciando aperti futuri sviluppi, conclude l'intera vicenda non lasciando niente di sospeso. Per chi come me l'ha seguito fino ad agosto, l'emozione è scattata.
Punti negativi.
- Il secondo arco narrativo.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
L'introduzione del sentimento della sorella è abbastanza inopportuno, se non fuori contesto. Non aggiunge né toglie niente alla trama, risultando più che altro un riempitivo per molte puntate. In aggiunta a ciò il passaggio ad ALfheim (il secondo mondo virtuale dove è rinchiusa la mente di Asuna) non è convincente fino in fondo: rispetto al primo arco c'è una forte perdita di credibilità della sceneggiatura e un senso di ripetizione. Dividere questa serie in due stagioni divise avrebbe sicuramente giovato.
Fine parte contenente spoiler
- Il protagonista, Kirito: per quanto la sua caratterizzazione rientri nella media delle produzioni contemporanee, non mi ha convinto. Rimane uguale dall'inizio alla fine, zero evoluzione, reazioni stereotipate e atteggiamento da "io contro il mondo". Anche il character design non è riuscito, troppo infantile e semplificato.
- Una generale tendenza a 'fillerare', ovvero aggiungere riempitivi abbastanza inutili. Alcuni archi secondari (vedi quello "investigativo"), per quanto piacevoli, appesantiscono e rallentano il tutto. Nell'ottica di due stagioni da dodici episodi avrebbe avuto un senso, così no.
In sostanza, lo consiglio? La risposta è sì! Nonostante i cali nella trama rimane un prodotto valido, avvincente e splendidamente realizzato. Non sarà un caposaldo del genere, ma fa il suo lavoro in maniera egregia. Non aspettatevi l'anime della vostra vita però!
Fra i titoli più discussi del 2012, "Sword Art Online" è ambientato all'interno di un gioco online da cui è impossibile uscire e in cui la morte virtuale equivale alla morte reale; l'unico modo per disconnettersi è completare il gioco.
La trama, se non propriamente originale, è almeno potenzialmente interessante; inoltre, l'anime può contare su un ottimo comparto tecnico: sia la grafica che il comparto sonoro sono di alto livello. A questo si aggiunge un primo episodio veramente eccezionale, cui fa seguito un secondo che, sebbene non all'altezza del precedente, si attesta su un buon livello. Tutto bene quindi? Purtroppo no: infatti, dal terzo episodio in poi tutte le buone speranze che questa serie mi aveva suscitato svaniranno progressivamente.
Partiamo dai problemi generali che contrassegnano l'intera serie: in cima a tutto c'è la caratterizzazione dei personaggi, molto piatti e stereotipati. E' assente qualsiasi approfondimento psicologico di un qualche spessore, i due protagonisti Asuna e Kirito non hanno una personalità propria ben definita, ma, di volta in volta, agiscono nel modo che più può attrarre ed entusiasmare lo spettatore inesperto: timidi e sdolcinati nelle scene (pseudo)romantiche, decisi e coraggiosi in quelle d'azione, disperati e patetici in quelle più drammatiche... e al diavolo ogni coerenza comportamentale (Asuna, che si spaventa per dei mostriciattoli ridicoli e poi non esita a lanciarsi contro mostri enormi e potenzialmente mortali, ne è un buon esempio). C'è poi l'elemento ecchi-harem: infatti, praticamente tutte le ragazze incontrate da Kirito finiranno per innamorarsi di lui (senza che egli se ne accorga, ovviamente). Ma l'anime non doveva essere di genere azione/combattimento? A peggiorare il tutto c'è una certa banalità di fondo che sottende tutto l'anime; tutto o quasi sa di già visto, di scontato. Nonostante la presenza di alcune belle scene e bei combattimenti (anche grazie all'ottima colonna sonora in sottofondo), manca qualcosa che caratterizzi "Sword Art Online" in modo proprio, che lo distingua da tante altre serie.
L'anime risulta diviso in due saghe: la prima va dall'episodio 1 al 14, mentre i restanti episodi formano una seconda saga, nettamente distinta dalla prima. La più interessante, e nel complesso la meglio realizzata, è la prima, che però perde molto a causa dei troppi filler (quasi la metà delle puntate!) assolutamente inutili e, nel caso di quello di Yui, addirittura insopportabili. Inoltre, non è presente quasi per nulla l'angoscia di trovarsi in un gioco che può portare alla morte e di non poter uscire da esso, elemento che secondo me doveva costituire la parte centrale dell'anime, ciò che più lo caratterizzava, e che invece viene tralasciato per gran parte del tempo, per affiorare solo quando è richiesto far spuntare la lacrimuccia allo spettatore.
La seconda saga, che comprende i restanti episodi, rispetto alla prima ha il merito di essere più concisa e diretta, ossia di non avere filler. Purtroppo, questo è il suo unico aspetto positivo; per il resto tutto (a parte la grafica) lascia a desiderare e la storia cade veramente in basso, con anche diverse trovate di cattivo gusto.
Insomma, il quadro finale non lascia molte speranze e questo è un peccato: se l'anime si fosse concentrato solo sulla prima saga, magari riducendo gli episodi a tredici o dodici, diminuendo i filler e approfondendo meglio l'ambientazione e i personaggi, io credo che sarebbe potuto uscire un prodotto di maggior livello. Invece, si è scelto di fare un anime molto commerciale, banale e nel complesso spersonalizzato, privo di elementi che lo facciano emergere tra tante altre serie. Un anime tecnicamente eccelso, ma mediocre per tutto il resto. Un anime che sarà apprezzato dagli spettatori casuali, ma che lascerà insoddisfatti quelli anche solo un poco più attenti o esigenti. Se il voto finale non è una bocciatura completa è perché certe scene sono comunque riuscite a emozionarmi e perché, come già accennato, può essere una piacevole visione per chi è nuovo all'animazione.
La trama, se non propriamente originale, è almeno potenzialmente interessante; inoltre, l'anime può contare su un ottimo comparto tecnico: sia la grafica che il comparto sonoro sono di alto livello. A questo si aggiunge un primo episodio veramente eccezionale, cui fa seguito un secondo che, sebbene non all'altezza del precedente, si attesta su un buon livello. Tutto bene quindi? Purtroppo no: infatti, dal terzo episodio in poi tutte le buone speranze che questa serie mi aveva suscitato svaniranno progressivamente.
Partiamo dai problemi generali che contrassegnano l'intera serie: in cima a tutto c'è la caratterizzazione dei personaggi, molto piatti e stereotipati. E' assente qualsiasi approfondimento psicologico di un qualche spessore, i due protagonisti Asuna e Kirito non hanno una personalità propria ben definita, ma, di volta in volta, agiscono nel modo che più può attrarre ed entusiasmare lo spettatore inesperto: timidi e sdolcinati nelle scene (pseudo)romantiche, decisi e coraggiosi in quelle d'azione, disperati e patetici in quelle più drammatiche... e al diavolo ogni coerenza comportamentale (Asuna, che si spaventa per dei mostriciattoli ridicoli e poi non esita a lanciarsi contro mostri enormi e potenzialmente mortali, ne è un buon esempio). C'è poi l'elemento ecchi-harem: infatti, praticamente tutte le ragazze incontrate da Kirito finiranno per innamorarsi di lui (senza che egli se ne accorga, ovviamente). Ma l'anime non doveva essere di genere azione/combattimento? A peggiorare il tutto c'è una certa banalità di fondo che sottende tutto l'anime; tutto o quasi sa di già visto, di scontato. Nonostante la presenza di alcune belle scene e bei combattimenti (anche grazie all'ottima colonna sonora in sottofondo), manca qualcosa che caratterizzi "Sword Art Online" in modo proprio, che lo distingua da tante altre serie.
L'anime risulta diviso in due saghe: la prima va dall'episodio 1 al 14, mentre i restanti episodi formano una seconda saga, nettamente distinta dalla prima. La più interessante, e nel complesso la meglio realizzata, è la prima, che però perde molto a causa dei troppi filler (quasi la metà delle puntate!) assolutamente inutili e, nel caso di quello di Yui, addirittura insopportabili. Inoltre, non è presente quasi per nulla l'angoscia di trovarsi in un gioco che può portare alla morte e di non poter uscire da esso, elemento che secondo me doveva costituire la parte centrale dell'anime, ciò che più lo caratterizzava, e che invece viene tralasciato per gran parte del tempo, per affiorare solo quando è richiesto far spuntare la lacrimuccia allo spettatore.
La seconda saga, che comprende i restanti episodi, rispetto alla prima ha il merito di essere più concisa e diretta, ossia di non avere filler. Purtroppo, questo è il suo unico aspetto positivo; per il resto tutto (a parte la grafica) lascia a desiderare e la storia cade veramente in basso, con anche diverse trovate di cattivo gusto.
Insomma, il quadro finale non lascia molte speranze e questo è un peccato: se l'anime si fosse concentrato solo sulla prima saga, magari riducendo gli episodi a tredici o dodici, diminuendo i filler e approfondendo meglio l'ambientazione e i personaggi, io credo che sarebbe potuto uscire un prodotto di maggior livello. Invece, si è scelto di fare un anime molto commerciale, banale e nel complesso spersonalizzato, privo di elementi che lo facciano emergere tra tante altre serie. Un anime tecnicamente eccelso, ma mediocre per tutto il resto. Un anime che sarà apprezzato dagli spettatori casuali, ma che lascerà insoddisfatti quelli anche solo un poco più attenti o esigenti. Se il voto finale non è una bocciatura completa è perché certe scene sono comunque riuscite a emozionarmi e perché, come già accennato, può essere una piacevole visione per chi è nuovo all'animazione.
Questa sarà una recensione difficile, me lo sento. Perché? Perché in fondo "Sword Art Online" mi è piaciuto, e non poco; eppure, ci sono alcuni aspetti di questo anime che non vanno assolutamente tralasciati.
La trama di base non è niente di particolarmente eclatante: Kirigaya Kazuto - aka Kirito - entra nello spettacolare mondo di Sword Art Online, un video game che tramite il NerveGear permette alle persone di immergersi completamente nelle ambientazioni del gioco, facendo sì che questo sembri totalmente reale. Ma il creatore di Sword Art Online, Kayaba Akihiko, annuncia ai diecimila giocatori che si sono loggati il giorno del lancio del gioco che non vi è alcun modo per uscire da questo e tornare alla realtà, a meno di completare tutti e cento i livelli del castello di Aincrad. Se si muore in Sword Art Online, si muore anche nella vita reale; stesso discorso per chiunque venga privato del NerveGear dall'esterno.
Personalmente, il fattore "se voglio uscire da qui, devo finire il gioco; se muoio qui, muoio anche nel real" mi ha sempre affascinata, non importa quanto possano essere banali le premesse. Perché, diciamocelo, in "Sword Art Online" le premesse originali non sono; ma il bello non sta forse nel sorprendere lo spettatore partendo da un inizio scontato per poi sviluppare pian piano una trama avvincente? A quanto pare no. "Sword Art Online" sarebbe potuto essere un'ottima serie, ma per alcune scelte, soprattutto a livello di sceneggiatura, che personalmente non comprendo, alla fine il risultato è un po' quello che è.
Ma andiamo con ordine.
La prima cosa che lascia basiti guardando "Sword Art Online" sono i numerosi salti temporali; nel giro di due episodi il livello del personaggio raddoppia: il primo episodio è datato novembre 2022, il terzo aprile 2023. Peccato che l'anime taccia su quanto accaduto in questo lasso di tempo; immagino che non sarebbe male seguire i progressi di Kirito, soprattutto considerando la grande forza e le abilità particolari che avrà in seguito. C'è da dire però che i salti temporali sono dovuti soprattutto alle numerose (ed inutili) side stories che vengono forzatamente inserite all'interno della trama: nella light novel da cui "Sword Art Online" è tratto, la saga di Aincrad si svolge tutta nei 25 capitoli del primo volume, mentre il secondo contiene semplicemente quattro delle numerose side stories sopracitate. Di queste minisaghe filler, di fatto, solamente due sono realmente importanti a livello di trama: quella della Gilda dei Gatti Neri - che influenzerà non poco le successive scelte di Kirito - e quella su Lizbeth, che, seppur sminuita dall'inutile triangolo amoroso, rappresenta però la nascita dell'abilità peculiare del giovane protagonista.
Altro punto dolente della sceneggiatura è il continuo concludere le cose in fretta e furia: numerosissime le volte in cui c'erano dei presupposti davvero interessanti sbrigati però nel giro di due o tre minuti - vedi l'ultimo duello in "Sword Art Online" o anche gli scontri con i mostri nei dungeon, vinti in un batter d'occhio con la solita supermossa.
Di ALfheim, poi, non voglio nemmeno parlare: è una saga frivola e fondamentalmente inutile, con un sacco di fanservice gratuito e pochissima sostanza. Per quel che mi riguarda, il vero "Sword Art Online" finisce con l'episodio 14.
Sui personaggi se ne sono dette di tutti i colori. Io, personalmente, mi schiero un po' dalla parte di chi li difende, fermo restando che le apparizioni di qualcuno di estremamente fastidioso (Yui) o di inutile (Silica) di certo non mancano. Se poi ci aggiungiamo pure i cattivi di ALfheim, allora facciamo bingo. Perché sì, i personaggi peggio riusciti di tutto "Sword Art Online" sono proprio gli antagonisti: l'unico salvabile sarebbe Kayaba Akihiko. Le sue motivazioni sono piuttosto banali, è vero, ciononostante penso che abbia una personalità interessante.
Tutti gli altri sono solo gentaglia bavosa e pervertita, che si ritrova a fare il cattivo "perché sì", Sugou in primis. Con lui si tocca il fondo, l'abisso, tanto che quando Kirito si prende la sua rivincita lo spettatore non prova nessun senso di soddisfazione o sollievo, giacché a far fuori uno così son capaci tutti. E per citare il nostro baldo spadaccino: "Le spade in "Sword Art Online" colpivano molto più duramente! Facevano anche molto più male!".
Preferirei evitare anche la parentesi Suguha, che personalmente non mi ha fatto né caldo né freddo, per giungere alla sventurata coppia dei (non) promessi sposi.
Kirito lo trovo un personaggio tutto sommato interessante, e tuttora, a serie conclusa, non ho ancora ben inquadrato il suo carattere: freddo, distaccato e leggermente cinico all'inizio, pian piano si scopre che è una persona generosa e di buon cuore, ma con un forte senso dell'orgoglio. Non sto certo dicendo che sia il protagonista per eccellenza, perché, ammettiamolo, non lo è; ma d'altra parte non capisco tutte le critiche che vengono mosse nei suo confronti. L'unico appunto che posso fargli è che, con il proseguire della serie, il mio interesse per lui si è un po' affievolito, perché il passaggio da "beater" a ragazzo innamorato non è certo una sciocchezza.
Vorrei spendere qualche parola anche per la bella Asuna: ci viene presentata in maniera piuttosto singolare nel secondo episodio - uno dei più belli - ma non avrà un ruolo fisso fino al sesto. Qui la ritroviamo un po' cambiata, sarà che sono passati i mesi (i salti temporali sono compresi nel prezzo), anche se a quanto pare l'unico che effettivamente se ne accorge è lo spettatore. Sorvolando sui suoi momenti tsundere, è pur sempre il vice comandante di una gilda importante, in battaglia ci sa fare ed è anche simpatica: per quel che riguarda "Sword Art Online" non ci sono poi grandi problemi. In "ALfheim Online" invece non si può proprio vedere: passiva, piagnucolona e arrendevole, esposta alle fantasie degli otaku e trattata peggio di una bambola gonfiabile. Tuttora, non sono sicura che il Lampo Fulmineo di "Sword Art Online" e la ragazza del regno delle fate siano la stessa persona.
Ammirevole, invece, tutto quello che riguarda l'aspetto tecnico: a livello di grafica, i combattimenti sono impeccabili, fluidi e molto avvincenti; le scenografie - i paesaggi soprattutto - decisamente suggestive e il character design, assolutamente non ripetitivo, rimane impresso nella mente di chi guarda - e ve lo dice una che spesso a circa metà serie ancora si lascia sfuggire il nome di questo o quel personaggio.
Bellissime le opening, le ending e le musiche che accompagnano tutta la serie: mai inopportune, mai "di troppo", sempre adeguate alla situazione, e davvero, davvero intriganti.
Segnalerei anche alcune scelte di regia in episodi come il primo, il secondo o il quattordicesimo (e non sono i soli), che possono essere considerati i pezzi forte di "Sword Art Online".
Che dire di più? "Sword Art Online" è un po' un anime che si guarda per passare il tempo: niente di troppo impegnativo, ma sufficientemente avvincente da farti almeno arrivare alla fine. Disapprovo grandemente la scelta di non basare la serie esclusivamente sui capitoli del primo volume della novel (che, rispetto all'anime, lascia spazio a molti più particolari): venticinque episodi solo di "Sword Art Online", fatti come si deve, sono senz'altro meglio di quattordici episodi di "Sword Art Online" e dieci di ALfheim realizzati un po' a caso, dove peraltro vengono inserite saghe filler che non hanno motivo di esistere, o almeno non nell'anime.
Però devo dire che, alla fine, questo prodotto per me la sufficienza se la merita: ha quel "qualcosa" che, in un modo o nell'altro, mi ha fatta affezionare alla storia e a molti dei suoi personaggi; di sicuro non mi ha annoiata e, come detto, ci sono alcune parti davvero buone. Mi tengo sul sei, il mio lato sentimentale vorrebbe alzare il voto di un punto, ma mi rendo conto che non è possibile (e devo dire che un po' mi dispiace).
L'ho detto e lo ripeto: per me "Sword Art Online" si conclude con l'episodio quattordici. Nella light novel sono presenti altre due o tre saghe oltre a quelle qui presentate, ma sinceramente non sono sicura di desiderare una seconda serie per questo anime.
La trama di base non è niente di particolarmente eclatante: Kirigaya Kazuto - aka Kirito - entra nello spettacolare mondo di Sword Art Online, un video game che tramite il NerveGear permette alle persone di immergersi completamente nelle ambientazioni del gioco, facendo sì che questo sembri totalmente reale. Ma il creatore di Sword Art Online, Kayaba Akihiko, annuncia ai diecimila giocatori che si sono loggati il giorno del lancio del gioco che non vi è alcun modo per uscire da questo e tornare alla realtà, a meno di completare tutti e cento i livelli del castello di Aincrad. Se si muore in Sword Art Online, si muore anche nella vita reale; stesso discorso per chiunque venga privato del NerveGear dall'esterno.
Personalmente, il fattore "se voglio uscire da qui, devo finire il gioco; se muoio qui, muoio anche nel real" mi ha sempre affascinata, non importa quanto possano essere banali le premesse. Perché, diciamocelo, in "Sword Art Online" le premesse originali non sono; ma il bello non sta forse nel sorprendere lo spettatore partendo da un inizio scontato per poi sviluppare pian piano una trama avvincente? A quanto pare no. "Sword Art Online" sarebbe potuto essere un'ottima serie, ma per alcune scelte, soprattutto a livello di sceneggiatura, che personalmente non comprendo, alla fine il risultato è un po' quello che è.
Ma andiamo con ordine.
La prima cosa che lascia basiti guardando "Sword Art Online" sono i numerosi salti temporali; nel giro di due episodi il livello del personaggio raddoppia: il primo episodio è datato novembre 2022, il terzo aprile 2023. Peccato che l'anime taccia su quanto accaduto in questo lasso di tempo; immagino che non sarebbe male seguire i progressi di Kirito, soprattutto considerando la grande forza e le abilità particolari che avrà in seguito. C'è da dire però che i salti temporali sono dovuti soprattutto alle numerose (ed inutili) side stories che vengono forzatamente inserite all'interno della trama: nella light novel da cui "Sword Art Online" è tratto, la saga di Aincrad si svolge tutta nei 25 capitoli del primo volume, mentre il secondo contiene semplicemente quattro delle numerose side stories sopracitate. Di queste minisaghe filler, di fatto, solamente due sono realmente importanti a livello di trama: quella della Gilda dei Gatti Neri - che influenzerà non poco le successive scelte di Kirito - e quella su Lizbeth, che, seppur sminuita dall'inutile triangolo amoroso, rappresenta però la nascita dell'abilità peculiare del giovane protagonista.
Altro punto dolente della sceneggiatura è il continuo concludere le cose in fretta e furia: numerosissime le volte in cui c'erano dei presupposti davvero interessanti sbrigati però nel giro di due o tre minuti - vedi l'ultimo duello in "Sword Art Online" o anche gli scontri con i mostri nei dungeon, vinti in un batter d'occhio con la solita supermossa.
Di ALfheim, poi, non voglio nemmeno parlare: è una saga frivola e fondamentalmente inutile, con un sacco di fanservice gratuito e pochissima sostanza. Per quel che mi riguarda, il vero "Sword Art Online" finisce con l'episodio 14.
Sui personaggi se ne sono dette di tutti i colori. Io, personalmente, mi schiero un po' dalla parte di chi li difende, fermo restando che le apparizioni di qualcuno di estremamente fastidioso (Yui) o di inutile (Silica) di certo non mancano. Se poi ci aggiungiamo pure i cattivi di ALfheim, allora facciamo bingo. Perché sì, i personaggi peggio riusciti di tutto "Sword Art Online" sono proprio gli antagonisti: l'unico salvabile sarebbe Kayaba Akihiko. Le sue motivazioni sono piuttosto banali, è vero, ciononostante penso che abbia una personalità interessante.
Tutti gli altri sono solo gentaglia bavosa e pervertita, che si ritrova a fare il cattivo "perché sì", Sugou in primis. Con lui si tocca il fondo, l'abisso, tanto che quando Kirito si prende la sua rivincita lo spettatore non prova nessun senso di soddisfazione o sollievo, giacché a far fuori uno così son capaci tutti. E per citare il nostro baldo spadaccino: "Le spade in "Sword Art Online" colpivano molto più duramente! Facevano anche molto più male!".
Preferirei evitare anche la parentesi Suguha, che personalmente non mi ha fatto né caldo né freddo, per giungere alla sventurata coppia dei (non) promessi sposi.
Kirito lo trovo un personaggio tutto sommato interessante, e tuttora, a serie conclusa, non ho ancora ben inquadrato il suo carattere: freddo, distaccato e leggermente cinico all'inizio, pian piano si scopre che è una persona generosa e di buon cuore, ma con un forte senso dell'orgoglio. Non sto certo dicendo che sia il protagonista per eccellenza, perché, ammettiamolo, non lo è; ma d'altra parte non capisco tutte le critiche che vengono mosse nei suo confronti. L'unico appunto che posso fargli è che, con il proseguire della serie, il mio interesse per lui si è un po' affievolito, perché il passaggio da "beater" a ragazzo innamorato non è certo una sciocchezza.
Vorrei spendere qualche parola anche per la bella Asuna: ci viene presentata in maniera piuttosto singolare nel secondo episodio - uno dei più belli - ma non avrà un ruolo fisso fino al sesto. Qui la ritroviamo un po' cambiata, sarà che sono passati i mesi (i salti temporali sono compresi nel prezzo), anche se a quanto pare l'unico che effettivamente se ne accorge è lo spettatore. Sorvolando sui suoi momenti tsundere, è pur sempre il vice comandante di una gilda importante, in battaglia ci sa fare ed è anche simpatica: per quel che riguarda "Sword Art Online" non ci sono poi grandi problemi. In "ALfheim Online" invece non si può proprio vedere: passiva, piagnucolona e arrendevole, esposta alle fantasie degli otaku e trattata peggio di una bambola gonfiabile. Tuttora, non sono sicura che il Lampo Fulmineo di "Sword Art Online" e la ragazza del regno delle fate siano la stessa persona.
Ammirevole, invece, tutto quello che riguarda l'aspetto tecnico: a livello di grafica, i combattimenti sono impeccabili, fluidi e molto avvincenti; le scenografie - i paesaggi soprattutto - decisamente suggestive e il character design, assolutamente non ripetitivo, rimane impresso nella mente di chi guarda - e ve lo dice una che spesso a circa metà serie ancora si lascia sfuggire il nome di questo o quel personaggio.
Bellissime le opening, le ending e le musiche che accompagnano tutta la serie: mai inopportune, mai "di troppo", sempre adeguate alla situazione, e davvero, davvero intriganti.
Segnalerei anche alcune scelte di regia in episodi come il primo, il secondo o il quattordicesimo (e non sono i soli), che possono essere considerati i pezzi forte di "Sword Art Online".
Che dire di più? "Sword Art Online" è un po' un anime che si guarda per passare il tempo: niente di troppo impegnativo, ma sufficientemente avvincente da farti almeno arrivare alla fine. Disapprovo grandemente la scelta di non basare la serie esclusivamente sui capitoli del primo volume della novel (che, rispetto all'anime, lascia spazio a molti più particolari): venticinque episodi solo di "Sword Art Online", fatti come si deve, sono senz'altro meglio di quattordici episodi di "Sword Art Online" e dieci di ALfheim realizzati un po' a caso, dove peraltro vengono inserite saghe filler che non hanno motivo di esistere, o almeno non nell'anime.
Però devo dire che, alla fine, questo prodotto per me la sufficienza se la merita: ha quel "qualcosa" che, in un modo o nell'altro, mi ha fatta affezionare alla storia e a molti dei suoi personaggi; di sicuro non mi ha annoiata e, come detto, ci sono alcune parti davvero buone. Mi tengo sul sei, il mio lato sentimentale vorrebbe alzare il voto di un punto, ma mi rendo conto che non è possibile (e devo dire che un po' mi dispiace).
L'ho detto e lo ripeto: per me "Sword Art Online" si conclude con l'episodio quattordici. Nella light novel sono presenti altre due o tre saghe oltre a quelle qui presentate, ma sinceramente non sono sicura di desiderare una seconda serie per questo anime.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online" è sicuramente una delle serie più deludenti del suo periodo. In giro su internet basta cercare informazioni per ottenere grandi elogi e incredibili apprezzamenti; in realtà, tutto quello che ci viene propinato è retto dalla mancanza di logica, da un nonsense marcato e da una ostentata voglia di vendere colpendo i punti deboli degli otaku. Per chi non lo ricordasse, io ho elogiato "Accel World", perché quell’opera si è rivelata non solo interessante, ma anche abbastanza avvincente, e in certi tratti profonda (infatti, vengono trattate tematiche come bullismo, amicizia e forza di volontà). In "Sword Art Online" tutto ciò che poteva essere apprezzato di un battle è stato eliminato e sostituito con tutto ciò che è mainstream: violenza inutile, storie d'amore in contesti improponibili (gli amori impossibili attirano), ecchi inappropriato e situazioni paradossali.
Però partiamo con ordine, analizzando la trama. Kazuto Kirigaya è un hikikomori che passa le sue giornate a giocare online; da poco è uscito un nuovo gioco di cui lui è stato un beta-tester: Sword Art Online (già solo il titolo è tutto un programma!). Ci troviamo intorno al 2022, quindi in un futuro ipotetico in cui attraverso alcuni strumenti si può giocare in realtà aumentata: ci si trova infatti immersi al 100% nel gioco grazie al Nervegear (una sorta di casco). Il problema sorge dal momento in cui dentro "Sword Art Online" non si potrà più fare il 'log out', tranne che dopo aver concluso tutti e 100 i livelli proposti nel gioco; ovviamente, non si potrà fare un 'log out' forzato, altrimenti si muore. Da qui cominciano le avventure di Kirito (nickname di Kirigaya) e di Asuna (la giovane donzella co-protagonista).
"Sword Art Online" è "l'anti-tutto"! Già solo dalla trama possiamo dire, senza problema, che non è originale. Non ha niente di nuovo, è il solito schema di qualsiasi battle: protagonista che entra nella situazione x, manifestazione del problema, comparsa del nemico, lancio della sfida, donzella di turno che entra in contatto col protagonista, vittoria. "Sword Art Online" è un prodotto commerciale, e riesce perfettamente ad esserlo, visto che riesce col suo niente a colpire e a lasciare incollati tutti gli spettatori, che sembrano ciechi davanti ai gravi problemi che ha questo prodotto.
Partiamo dalla prima grande falla: la logica. I personaggi di "Sword Art Online" sono fuori da qualsiasi schema logico. Generalmente io l'apprezzerei questa cosa, basta vedere ciò che ho detto di "Mirai Nikki" per capire come ami la follia, ma tutto deve essere giustificato. E' non plausibile trovarsi in una situazione mortale in cui bisogna essere forti per non essere ammazzati dai mostri del gioco, e al posto di allenare la mia abilità di combattimento alleno la capacità di cucinare o di pescare! Questo non solo è illogico, ma è contro il principio di sopravvivenza che ci pone alla stregua degli animali. In "Sword Art Online" tutti, sembra, non abbiano voglia di vivere, e gettano la propria vita come se nulla fosse. Addirittura ad un certo punto un gruppo di persone, comandate da un folle, senza alcun problema entra in una stanza di un boss morendo miseramente! Ma dov'è il famoso egoismo hobbesiano che fa dell'uomo in pericolo un affamato di potere e un essere capace di capire come poter sopravvivere alla faccia di terzi? Niente, in "Sword Art Online" tutti aiutano tutti (tranne quei quattro o cinque sfigati che devono fare i malvagi da copione e che compariranno raramente).
"Sword Art Online" inoltre è l'anti-medicina. Ora questo punto mi sta particolarmente a cuore, visto che studio questo all'università. Partiamo dal presupposto che i giocatori hanno uno stress mentale continuo per ben due anni: il cervello dovrebbe cedere, volenti o nolenti, perché è contro la fisiologia umana riuscire a mantenere il nostro encefalo così tanto sotto pressione (le sinapsi dovrebbero impazzire già dopo una settimana di continuo rilascio di stimoli). Ma, a prescindere da questo punto (leggermente più tecnico), anche la medicina di base è ignorata: persone che si svegliano dopo due anni in cui sono state bloccate riescono a camminare, a parlare e a muoversi come se nulla fosse. Il concetto di muscoli atrofizzati è troppo difficile, in effetti.
Ma la cosa che mi ha fatto ridere, soprattutto, è la storia d'amore che si viene a creare; probabilmente è una delle cose più ridicole che abbia mai visto. Qualcuno osava dire che era romantica la situazione... ma dove? Kirito e Asuna ovviamente si avvicinano e, in una situazione del genere, in realtà aumentata e col contatto ventiquattr'ore su ventiquattro, è anche plausibile. Ma, per semplice ragionamento, due persone bloccate dentro un gioco che si innamorano cosa possono desiderare di più al mondo? Ovviamente il poter uscire da quella situazione e potersi incontrare nella realtà. Asuna e Kirito no: al contrario, si ritirano dalla prima linea e vanno a vivere in un appartamento come una coppia. In "Sword Art Online" comincia uno "slice of life" che non ha né capo né coda, posto lì solo per affascinare gli otaku che, vedendo i due personaggi vivere come sposini, impazziscono e cominciano a pubblicare stati su facebook del tipo: " "Sword Art Online" è la mia vita... ora che è finito come farò?" e altri post ridicoli. Sinceramente, non vedere quello che ho appena esposto mi fa pensare che lo spettatore non cerca i contenuti, ma la bellezza formale di un'opera. E questo è molto triste!
Quello, invece, che mi ha fatto più rabbia è come è stata gestita tutta la storia: niente è ricercato, anzi, tutto sembra reggersi su degli errori e delle coincidenze assurde. Basta pensare a Kirito in "ALfheim Online", che mantiene le stesse caratteristiche del Kirito in "Sword Art Online". Contro qualsiasi stringa MySQL che dovrebbe implodere per quello che è avvenuto e che continua ad avvenire (per non parlare del finale... vabbé!)
Dopo aver analizzato tutti questi problemi credo sia opportuno parlare del chara. Asuna è un personaggio senza carattere: ora dandere, poi kuudere e ad un certo punto tsundere (troppi dere!). Assolutamente volubile, tanto che ci lascia con l'amaro in bocca in quanto non si riescono a capire mai i suoi veri sentimenti e le sue reali intenzioni.
Stranamente interessanti risultano i personaggi secondari, che sembra siano "normali" o, perlomeno, non hanno così tanto spazio da mostrarci i loro difetti (tranne quei folli di cui vi parlavo prima, che andarono a morire senza un motivo!). Ma quello che fa più innervosire è Kirito! Qualcuno lo paragonava (ovviamente criticandolo pesantemente) ad Alucard di "Hellsing" e, sinceramente, l'ho pensato anche io: Kirito è troppo figo, riesce ad ottenere tutto ed è pure fortunato. Ma facciamo le giuste differenze: Alucard non era figo perché lo è diventato, Alucard lo era da sempre, perché stava nella sua essenza da super vampiro nobile che deve eliminare la feccia, ovvero i vampiretti che fanno gli stupidi nel mondo. Kirito invece lo diventa! Ovviamente sembra che lo sia sempre, ma in realtà non è così, perché, vi ricordo che, pian piano che si sale nei vari livelli, si incontrano personaggi più forti. L'apoteosi la si raggiunge quando, casualmente, ottiene la skill unica in tutta "Sword Art Online": niente di più ridicolo.
L'unico grande pregio di questa serie è il lato tecnico, mostruosamente fantastico! Disegno con tratti perfetti, personaggi ben disegnati e senza somiglianze (ognuno è diverso; per intenderci, non alla "Clannad"!) e delle animazioni degne di nota.
Avrei dato probabilmente 3 o 4 alla serie se non avesse avuto questo comparto tecnico. I paesaggi veramente ben fatti e i combattimenti sono qualcosa di epico: tutta l'emozione che molti ammettono di avere non è data dalla storia, bensì dagli scontri. La regia è quasi impeccabile e lascia in suspense spesso e volentieri lo spettatore, che sente il bisogno di continuare a vedere come finirà quello scontro. Inoltre, c'è un comparto di OST da non sottovalutare, a partire dalle opening e dalle ending.
Spero di non aver dimenticato niente; vorrei soltanto concludere con una paio di parole: "Accel World" è superiore a "Sword Art Online" di molto. Sinceramente all'inizio mi aveva colpito questa serie, perché sembrava molto interessante, ma l'essere stata così superficiale nelle motivazioni e in quelle cose secondarie (che poi tanto secondarie non sono) l'ha resa alquanto ridicola. "Sword Art Online" sarebbe potuta essere l'opera punta di diamante del 2012, sbaragliando le decine di serie degne di nota di quest'anno, a partire (citando quelle con valutazione migliore in Animeclick.it) da "Sakamichi no Apollon" o "Binbougami ga", fino al suo predecessore "Accel World".
Peccato, una serie molto sopravvalutata. Sconsigliato!
"Sword Art Online" è sicuramente una delle serie più deludenti del suo periodo. In giro su internet basta cercare informazioni per ottenere grandi elogi e incredibili apprezzamenti; in realtà, tutto quello che ci viene propinato è retto dalla mancanza di logica, da un nonsense marcato e da una ostentata voglia di vendere colpendo i punti deboli degli otaku. Per chi non lo ricordasse, io ho elogiato "Accel World", perché quell’opera si è rivelata non solo interessante, ma anche abbastanza avvincente, e in certi tratti profonda (infatti, vengono trattate tematiche come bullismo, amicizia e forza di volontà). In "Sword Art Online" tutto ciò che poteva essere apprezzato di un battle è stato eliminato e sostituito con tutto ciò che è mainstream: violenza inutile, storie d'amore in contesti improponibili (gli amori impossibili attirano), ecchi inappropriato e situazioni paradossali.
Però partiamo con ordine, analizzando la trama. Kazuto Kirigaya è un hikikomori che passa le sue giornate a giocare online; da poco è uscito un nuovo gioco di cui lui è stato un beta-tester: Sword Art Online (già solo il titolo è tutto un programma!). Ci troviamo intorno al 2022, quindi in un futuro ipotetico in cui attraverso alcuni strumenti si può giocare in realtà aumentata: ci si trova infatti immersi al 100% nel gioco grazie al Nervegear (una sorta di casco). Il problema sorge dal momento in cui dentro "Sword Art Online" non si potrà più fare il 'log out', tranne che dopo aver concluso tutti e 100 i livelli proposti nel gioco; ovviamente, non si potrà fare un 'log out' forzato, altrimenti si muore. Da qui cominciano le avventure di Kirito (nickname di Kirigaya) e di Asuna (la giovane donzella co-protagonista).
"Sword Art Online" è "l'anti-tutto"! Già solo dalla trama possiamo dire, senza problema, che non è originale. Non ha niente di nuovo, è il solito schema di qualsiasi battle: protagonista che entra nella situazione x, manifestazione del problema, comparsa del nemico, lancio della sfida, donzella di turno che entra in contatto col protagonista, vittoria. "Sword Art Online" è un prodotto commerciale, e riesce perfettamente ad esserlo, visto che riesce col suo niente a colpire e a lasciare incollati tutti gli spettatori, che sembrano ciechi davanti ai gravi problemi che ha questo prodotto.
Partiamo dalla prima grande falla: la logica. I personaggi di "Sword Art Online" sono fuori da qualsiasi schema logico. Generalmente io l'apprezzerei questa cosa, basta vedere ciò che ho detto di "Mirai Nikki" per capire come ami la follia, ma tutto deve essere giustificato. E' non plausibile trovarsi in una situazione mortale in cui bisogna essere forti per non essere ammazzati dai mostri del gioco, e al posto di allenare la mia abilità di combattimento alleno la capacità di cucinare o di pescare! Questo non solo è illogico, ma è contro il principio di sopravvivenza che ci pone alla stregua degli animali. In "Sword Art Online" tutti, sembra, non abbiano voglia di vivere, e gettano la propria vita come se nulla fosse. Addirittura ad un certo punto un gruppo di persone, comandate da un folle, senza alcun problema entra in una stanza di un boss morendo miseramente! Ma dov'è il famoso egoismo hobbesiano che fa dell'uomo in pericolo un affamato di potere e un essere capace di capire come poter sopravvivere alla faccia di terzi? Niente, in "Sword Art Online" tutti aiutano tutti (tranne quei quattro o cinque sfigati che devono fare i malvagi da copione e che compariranno raramente).
"Sword Art Online" inoltre è l'anti-medicina. Ora questo punto mi sta particolarmente a cuore, visto che studio questo all'università. Partiamo dal presupposto che i giocatori hanno uno stress mentale continuo per ben due anni: il cervello dovrebbe cedere, volenti o nolenti, perché è contro la fisiologia umana riuscire a mantenere il nostro encefalo così tanto sotto pressione (le sinapsi dovrebbero impazzire già dopo una settimana di continuo rilascio di stimoli). Ma, a prescindere da questo punto (leggermente più tecnico), anche la medicina di base è ignorata: persone che si svegliano dopo due anni in cui sono state bloccate riescono a camminare, a parlare e a muoversi come se nulla fosse. Il concetto di muscoli atrofizzati è troppo difficile, in effetti.
Ma la cosa che mi ha fatto ridere, soprattutto, è la storia d'amore che si viene a creare; probabilmente è una delle cose più ridicole che abbia mai visto. Qualcuno osava dire che era romantica la situazione... ma dove? Kirito e Asuna ovviamente si avvicinano e, in una situazione del genere, in realtà aumentata e col contatto ventiquattr'ore su ventiquattro, è anche plausibile. Ma, per semplice ragionamento, due persone bloccate dentro un gioco che si innamorano cosa possono desiderare di più al mondo? Ovviamente il poter uscire da quella situazione e potersi incontrare nella realtà. Asuna e Kirito no: al contrario, si ritirano dalla prima linea e vanno a vivere in un appartamento come una coppia. In "Sword Art Online" comincia uno "slice of life" che non ha né capo né coda, posto lì solo per affascinare gli otaku che, vedendo i due personaggi vivere come sposini, impazziscono e cominciano a pubblicare stati su facebook del tipo: " "Sword Art Online" è la mia vita... ora che è finito come farò?" e altri post ridicoli. Sinceramente, non vedere quello che ho appena esposto mi fa pensare che lo spettatore non cerca i contenuti, ma la bellezza formale di un'opera. E questo è molto triste!
Quello, invece, che mi ha fatto più rabbia è come è stata gestita tutta la storia: niente è ricercato, anzi, tutto sembra reggersi su degli errori e delle coincidenze assurde. Basta pensare a Kirito in "ALfheim Online", che mantiene le stesse caratteristiche del Kirito in "Sword Art Online". Contro qualsiasi stringa MySQL che dovrebbe implodere per quello che è avvenuto e che continua ad avvenire (per non parlare del finale... vabbé!)
Dopo aver analizzato tutti questi problemi credo sia opportuno parlare del chara. Asuna è un personaggio senza carattere: ora dandere, poi kuudere e ad un certo punto tsundere (troppi dere!). Assolutamente volubile, tanto che ci lascia con l'amaro in bocca in quanto non si riescono a capire mai i suoi veri sentimenti e le sue reali intenzioni.
Stranamente interessanti risultano i personaggi secondari, che sembra siano "normali" o, perlomeno, non hanno così tanto spazio da mostrarci i loro difetti (tranne quei folli di cui vi parlavo prima, che andarono a morire senza un motivo!). Ma quello che fa più innervosire è Kirito! Qualcuno lo paragonava (ovviamente criticandolo pesantemente) ad Alucard di "Hellsing" e, sinceramente, l'ho pensato anche io: Kirito è troppo figo, riesce ad ottenere tutto ed è pure fortunato. Ma facciamo le giuste differenze: Alucard non era figo perché lo è diventato, Alucard lo era da sempre, perché stava nella sua essenza da super vampiro nobile che deve eliminare la feccia, ovvero i vampiretti che fanno gli stupidi nel mondo. Kirito invece lo diventa! Ovviamente sembra che lo sia sempre, ma in realtà non è così, perché, vi ricordo che, pian piano che si sale nei vari livelli, si incontrano personaggi più forti. L'apoteosi la si raggiunge quando, casualmente, ottiene la skill unica in tutta "Sword Art Online": niente di più ridicolo.
L'unico grande pregio di questa serie è il lato tecnico, mostruosamente fantastico! Disegno con tratti perfetti, personaggi ben disegnati e senza somiglianze (ognuno è diverso; per intenderci, non alla "Clannad"!) e delle animazioni degne di nota.
Avrei dato probabilmente 3 o 4 alla serie se non avesse avuto questo comparto tecnico. I paesaggi veramente ben fatti e i combattimenti sono qualcosa di epico: tutta l'emozione che molti ammettono di avere non è data dalla storia, bensì dagli scontri. La regia è quasi impeccabile e lascia in suspense spesso e volentieri lo spettatore, che sente il bisogno di continuare a vedere come finirà quello scontro. Inoltre, c'è un comparto di OST da non sottovalutare, a partire dalle opening e dalle ending.
Spero di non aver dimenticato niente; vorrei soltanto concludere con una paio di parole: "Accel World" è superiore a "Sword Art Online" di molto. Sinceramente all'inizio mi aveva colpito questa serie, perché sembrava molto interessante, ma l'essere stata così superficiale nelle motivazioni e in quelle cose secondarie (che poi tanto secondarie non sono) l'ha resa alquanto ridicola. "Sword Art Online" sarebbe potuta essere l'opera punta di diamante del 2012, sbaragliando le decine di serie degne di nota di quest'anno, a partire (citando quelle con valutazione migliore in Animeclick.it) da "Sakamichi no Apollon" o "Binbougami ga", fino al suo predecessore "Accel World".
Peccato, una serie molto sopravvalutata. Sconsigliato!
Quando un videogioco incontra la realtà in tutta la sua spietata pienezza, nasce "Sword Art Online", un anime che affronta la tematica dei giochi di ruolo online in una maniera praticamente unica ed originale, due caratteristiche molto carenti in svariati anime degli ultimi anni.
Kazuto è un ragazzo con una passione sfrenata per la programmazione e per gli MMORPG, giochi di ruolo online per i neofiti, ed è uno dei pochi beta tester del nuovo titolo in uscita, chiamato Sword Art Online. Grazie ad un casco/visore questo "videogioco" permette di entrare letteralmente con la mente nel gioco, di esservi dentro come nella realtà, provando dolore e muovendosi a piacimento. Insomma, un vero paradiso per gli appassionati del genere, ma poi da paradiso tutto diviene assai più simile all'inferno, quando lo sviluppatore del gioco elimina la possibilità ai giocatori di 'sloggare' e di lasciare quel mondo. Come si fa ad uscirne? Completando il gioco, ovviamente; tuttavia, in caso di morte del proprio "avatar", anche il corpo reale morirà con esso.
Un incubo nel vero senso della parola, poiché i giocatori sono "realmente" addormentati ma "praticamente" nel gioco, e sono a migliaia. Kazuto, con il soprannome di "Kirito", dovrà riuscire a 'livellare', 'farmare', 'questare' e fare tutto ciò che un MMORPG richiede per essere completato. Nel corso delle vicende incontrerà molti giocatori a cui si legherà molto, come Asuna, Klein e Agil. In tutto ciò vorrà anche capire il perché di tutto questo, perché intrappolare migliaia di giocatori in un mondo virtuale nel quale si può morire sul serio. Le motivazioni che troveranno Kazuto e i suoi compagni saranno molto più intricate di quanto si pensi, ben lontane da quelle di un semplice folle omicida; i risvolti di molte vicende saranno drammatici e curiosamente realistici, per trovarsi in un contesto fantasy virtuale.
La terminologia usata nell'anime è chiaramente di nicchia per alcuni, ma in realtà l'anime è godibilissimo anche per chi non ha mai messo mano ad un MMORPG; tuttavia, chi conosce il genere si ritroverà maggiormente a suo agio con molte affermazioni. L'approccio ricorda molto quello di un normale gioco di ruolo, tuttavia ci sono incomprensioni sulla questione del 'livellaggio' inerente ai combattimenti. Ad esempio in "Sword Art Online" l'abilità "vera" nell'utilizzare una spada sembra essere assai più importante del livello del proprio avatar o del proprio equipaggiamento, e la cosa stona parecchio perché in un normale MMORPG un giocatore di livello 10, ad esempio, non potrà mai e in nessun modo abbatterne un altro di livello 50, né, tanto meno, potrà mettere al tappeto il boss di un dungeon (sezione di gioco in cui si va in gruppo per abbattere nemici potenzialmente più forti e virtualmente impossibili da abbattere 'in solo').
L'anime è diviso in due parti collegate e non dimostra cali di ritmo né quei patetici cliché in cui tuttavia sarebbe stato facile cadere. Girano voci sulla presenza "esasperata" di personaggi femminili in quest'opera: ebbene, l'anime di cui parlavano forse non era "Sword Art Online", perché se è pur vero che ci sono molti personaggi del gentil sesso, è altrettanto vero che ce ne sono anche di più di sesso maschile. In poche parole, non siamo né in un harem, né (grazie al cielo) in un ecchi. Vi saranno delle situazioni sentimentali, di cui una inerente un triangolo amoroso che si svilupperà ad anime già inoltrato, ma niente di troppo smielato e soprattutto (qui mi ripeto, ma ci tengo a sottolinearlo) niente ecchi. Certo si poteva scegliere uno sviluppo diverso sul lato sentimentale – a me ha fatto storcere il naso in tre occasioni –, ma guardando "Sword Art Online" nella sua interezza non valeva la pena starci troppo a pensare.
Ad accompagnare cotanta qualità e grazia narrativa troviamo un comparto tecnico di prim'ordine, capace di ricreare un mondo videoludico assolutamente fantastico. Chi ha affrontato ore di 'farming' in giochi di questo genere si ritroverà di fronte ad un mondo che più volte farà pensare a quanto bello sarebbe poterlo vivere davvero. Modelli di personaggi e sfondi risultano assolutamente ottimi, gli effetti di luce ricreano atmosfere davvero d'impatto e l'uso di un 2D d'ottima fattura accompagna il tutto con schermate di gioco create apposta e di sicuro uniche. Le animazioni risultano fluide in ogni situazione, dai combattimenti ai semplici momenti di dialogo e varie. Il comparto audio incalza nei momenti giusti, ricrea gli effetti che ci si aspetta e accompagna due opening e due ending molto orecchiabili e spesso "infilate" in alcuni momenti della storia, ma sotto altre tonalità.
Perciò, cosa rimane di "Sword Art Online"? Sorpresa e soddisfazione sono due termini che rendono l'idea, tanto per cominciare. Ultimamente è stato difficile trovare anime giapponesi davvero di rilievo e con una trama che andasse oltre i soliti anime ecchi/harem, qualcosa che non mi mostrasse ogni cinque minuti la biancheria di una timida scolaretta. "Sword Art Online" è un'anime che racconta la sua storia mantenendo sempre alto l'interesse e senza mai perdersi in inutili e stereotipati buchi situazionali, ai quali troppi titoli si stanno affacciando. E' un opera semplice e gradevole, sia tecnicamente che narrativamente, ed è ciò che reputo uno dei migliori anime del 2012. Anime consigliato a tutti.
Kazuto è un ragazzo con una passione sfrenata per la programmazione e per gli MMORPG, giochi di ruolo online per i neofiti, ed è uno dei pochi beta tester del nuovo titolo in uscita, chiamato Sword Art Online. Grazie ad un casco/visore questo "videogioco" permette di entrare letteralmente con la mente nel gioco, di esservi dentro come nella realtà, provando dolore e muovendosi a piacimento. Insomma, un vero paradiso per gli appassionati del genere, ma poi da paradiso tutto diviene assai più simile all'inferno, quando lo sviluppatore del gioco elimina la possibilità ai giocatori di 'sloggare' e di lasciare quel mondo. Come si fa ad uscirne? Completando il gioco, ovviamente; tuttavia, in caso di morte del proprio "avatar", anche il corpo reale morirà con esso.
Un incubo nel vero senso della parola, poiché i giocatori sono "realmente" addormentati ma "praticamente" nel gioco, e sono a migliaia. Kazuto, con il soprannome di "Kirito", dovrà riuscire a 'livellare', 'farmare', 'questare' e fare tutto ciò che un MMORPG richiede per essere completato. Nel corso delle vicende incontrerà molti giocatori a cui si legherà molto, come Asuna, Klein e Agil. In tutto ciò vorrà anche capire il perché di tutto questo, perché intrappolare migliaia di giocatori in un mondo virtuale nel quale si può morire sul serio. Le motivazioni che troveranno Kazuto e i suoi compagni saranno molto più intricate di quanto si pensi, ben lontane da quelle di un semplice folle omicida; i risvolti di molte vicende saranno drammatici e curiosamente realistici, per trovarsi in un contesto fantasy virtuale.
La terminologia usata nell'anime è chiaramente di nicchia per alcuni, ma in realtà l'anime è godibilissimo anche per chi non ha mai messo mano ad un MMORPG; tuttavia, chi conosce il genere si ritroverà maggiormente a suo agio con molte affermazioni. L'approccio ricorda molto quello di un normale gioco di ruolo, tuttavia ci sono incomprensioni sulla questione del 'livellaggio' inerente ai combattimenti. Ad esempio in "Sword Art Online" l'abilità "vera" nell'utilizzare una spada sembra essere assai più importante del livello del proprio avatar o del proprio equipaggiamento, e la cosa stona parecchio perché in un normale MMORPG un giocatore di livello 10, ad esempio, non potrà mai e in nessun modo abbatterne un altro di livello 50, né, tanto meno, potrà mettere al tappeto il boss di un dungeon (sezione di gioco in cui si va in gruppo per abbattere nemici potenzialmente più forti e virtualmente impossibili da abbattere 'in solo').
L'anime è diviso in due parti collegate e non dimostra cali di ritmo né quei patetici cliché in cui tuttavia sarebbe stato facile cadere. Girano voci sulla presenza "esasperata" di personaggi femminili in quest'opera: ebbene, l'anime di cui parlavano forse non era "Sword Art Online", perché se è pur vero che ci sono molti personaggi del gentil sesso, è altrettanto vero che ce ne sono anche di più di sesso maschile. In poche parole, non siamo né in un harem, né (grazie al cielo) in un ecchi. Vi saranno delle situazioni sentimentali, di cui una inerente un triangolo amoroso che si svilupperà ad anime già inoltrato, ma niente di troppo smielato e soprattutto (qui mi ripeto, ma ci tengo a sottolinearlo) niente ecchi. Certo si poteva scegliere uno sviluppo diverso sul lato sentimentale – a me ha fatto storcere il naso in tre occasioni –, ma guardando "Sword Art Online" nella sua interezza non valeva la pena starci troppo a pensare.
Ad accompagnare cotanta qualità e grazia narrativa troviamo un comparto tecnico di prim'ordine, capace di ricreare un mondo videoludico assolutamente fantastico. Chi ha affrontato ore di 'farming' in giochi di questo genere si ritroverà di fronte ad un mondo che più volte farà pensare a quanto bello sarebbe poterlo vivere davvero. Modelli di personaggi e sfondi risultano assolutamente ottimi, gli effetti di luce ricreano atmosfere davvero d'impatto e l'uso di un 2D d'ottima fattura accompagna il tutto con schermate di gioco create apposta e di sicuro uniche. Le animazioni risultano fluide in ogni situazione, dai combattimenti ai semplici momenti di dialogo e varie. Il comparto audio incalza nei momenti giusti, ricrea gli effetti che ci si aspetta e accompagna due opening e due ending molto orecchiabili e spesso "infilate" in alcuni momenti della storia, ma sotto altre tonalità.
Perciò, cosa rimane di "Sword Art Online"? Sorpresa e soddisfazione sono due termini che rendono l'idea, tanto per cominciare. Ultimamente è stato difficile trovare anime giapponesi davvero di rilievo e con una trama che andasse oltre i soliti anime ecchi/harem, qualcosa che non mi mostrasse ogni cinque minuti la biancheria di una timida scolaretta. "Sword Art Online" è un'anime che racconta la sua storia mantenendo sempre alto l'interesse e senza mai perdersi in inutili e stereotipati buchi situazionali, ai quali troppi titoli si stanno affacciando. E' un opera semplice e gradevole, sia tecnicamente che narrativamente, ed è ciò che reputo uno dei migliori anime del 2012. Anime consigliato a tutti.
Introduzione all'anime: siamo nel 2022, quando viene rilasciato "Sword Art Online", anche chiamato "SAO", un MMORPG implementato con realtà virtuale. Ovviamente, il gioco va a ruba, e viene comprato anche da Kazuto Kirigaya, nickname "Kirito", che sarà il protagonista dell'opera. Il 6 novembre tutte le persone che hanno acquistato "SAO" possono effettuare per la prima volta il log-in nel gioco; non passa molto tempo che il creatore del gioco, Kayaba Akihiko, fa sapere che questo non è un gioco come gli altri: infatti non si potrà effettuare il log-out fino a che un player non avrà completato tutti e 100 i livelli e sconfitto il boss finale. Ma questo non è tutto, c'è un'altra cosa da sapere: il game over nel gioco equivale alla morte nella realtà.
Commento: per quanto riguarda la parte grafica, character design e disegni, credo che sia ad un livello molto buono: i personaggi sono rappresentati benissimo, ma non solo nel corpo, anche nelle espressioni, nei movimenti e nei dettagli. Allo stesso modo lo sono gli ambienti in cui si svolgono le vicende, e i paesaggi, che sono stati fatti a regola d'arte.
La musica poi svolge un ruolo fondamentale per tenere lo spettatore incollato allo schermo; credo che tutta la colonna sonora sia scelta con cura: sia negli scontri, sia nelle altre situazioni, la musica tiene fede al livello dei disegni. Per quanto riguarda i personaggi, sicuramente non hanno una caratterizzazione psicologica come in anime del tipo "Neon Genesis Evangelion" o "Ergo Proxy", ma credo che siano stati creati e poi fatti sviluppare bene, non facendoli rimanere statici, ma dando un'idea di un carattere dinamico e mutevole. La parte che non mi ha permesso di dare un 10 è stata la trama: credo che, seppur resta fatta molto bene, la seconda parte perda molto, se confrontata con la prima. Secondo me non vi è paragone tra il mondo di "SAO" e quello di "ALfheim Online": io preferisco il primo, e credo che se fosse rimasto tale fino alla fine, seguendolo o comunque continuando in un modo simile, avrei dato molto volentieri un 10. Devo dire anche che mi è piaciuto il tema del mondo virtuale, che per alcune persone può diventare realtà, e la difficoltà di queste, una volta uscite da questo mondo, di riadattarsi a quello reale. Anche la scelta di rendere il tutto più intrigante inserendo la possibilità di morire, nonostante sia un mondo virtuale, non mi è dispiaciuta.
Per me questi sarebbero i voti.
Trama: 8
Personaggi: 9.5
Musica: 10
Charater Design: 10
Disegni: 10
Totale: 9.5
Consiglio comunque quest'anime a tutti: credo che potrete passare il vostro tempo godendovelo e che ogni episodio vi renda impazienti di vedere il prossimo. Non mi resta altro che augurarvi buona visione.
Commento: per quanto riguarda la parte grafica, character design e disegni, credo che sia ad un livello molto buono: i personaggi sono rappresentati benissimo, ma non solo nel corpo, anche nelle espressioni, nei movimenti e nei dettagli. Allo stesso modo lo sono gli ambienti in cui si svolgono le vicende, e i paesaggi, che sono stati fatti a regola d'arte.
La musica poi svolge un ruolo fondamentale per tenere lo spettatore incollato allo schermo; credo che tutta la colonna sonora sia scelta con cura: sia negli scontri, sia nelle altre situazioni, la musica tiene fede al livello dei disegni. Per quanto riguarda i personaggi, sicuramente non hanno una caratterizzazione psicologica come in anime del tipo "Neon Genesis Evangelion" o "Ergo Proxy", ma credo che siano stati creati e poi fatti sviluppare bene, non facendoli rimanere statici, ma dando un'idea di un carattere dinamico e mutevole. La parte che non mi ha permesso di dare un 10 è stata la trama: credo che, seppur resta fatta molto bene, la seconda parte perda molto, se confrontata con la prima. Secondo me non vi è paragone tra il mondo di "SAO" e quello di "ALfheim Online": io preferisco il primo, e credo che se fosse rimasto tale fino alla fine, seguendolo o comunque continuando in un modo simile, avrei dato molto volentieri un 10. Devo dire anche che mi è piaciuto il tema del mondo virtuale, che per alcune persone può diventare realtà, e la difficoltà di queste, una volta uscite da questo mondo, di riadattarsi a quello reale. Anche la scelta di rendere il tutto più intrigante inserendo la possibilità di morire, nonostante sia un mondo virtuale, non mi è dispiaciuta.
Per me questi sarebbero i voti.
Trama: 8
Personaggi: 9.5
Musica: 10
Charater Design: 10
Disegni: 10
Totale: 9.5
Consiglio comunque quest'anime a tutti: credo che potrete passare il vostro tempo godendovelo e che ogni episodio vi renda impazienti di vedere il prossimo. Non mi resta altro che augurarvi buona visione.
Inizialmente ero molto indeciso sulla visione della serie perché, solitamente, tutti gli anime che trattano come genere i giochi online finiscono sempre per andare nella mediocrità, fatte rare eccezioni, tra cui proprio "Sword Art Online".
L'anime segue le vicende di Kirigaya Kazuto (Kirito nel gioco) che, tramite un apposito casco, il nerve gear (molto simile a quelli della realtà virtuale), si ritrova bloccato nel bel mezzo di un gioco online che richiede il superamento di 100 piani per essere completato; in caso di fallimento (morte nel gioco) la pena sarà la perdita della propria vita nel mondo reale.
Attenzione: la seguente parte contiene lievi spoiler
L'anime inizia quindi a svilupparsi fino allo scontro col boss finale, ed è qui che tutto l'anime inizia a perdere qualche colpo: invece di finire con un finale che personalmente ritenevo buono, l'anime decide di continuare e il nostro protagonista (per motivi che non sto a spoilerarvi) si ritroverà magicamente in un altro gioco online… Ma questa volta cambia tutto! La parte survival dell'anime si perde e il giocatore può effettuare il log out del gioco in ogni momento, il protagonista è come al solito il più forte del gioco e come se non bastasse alla lista dei personaggi si aggiunge la sorella del protagonista, che, casualmente, lo ama.
Fine parte contenente spoiler
Dal punto di vista tecnico l'anime si presenta ottimo, con animazioni nei combattimenti fatte veramente bene e paesaggi molto belli, la colonna sonora non mi ha colpito molto ma fa il suo dovere.
In conclusione, è un anime che consiglio a tutti i giocatori di MMO online nel quale possono rivivere alcuni momenti che hanno vissuto nei suddetti giochi, ma anche a chi non è amante dei videogame. Però vi avviso: dopo la quattordicesima puntata l'anime inizierà a cambiare e potrebbe non piacervi più.
L'anime segue le vicende di Kirigaya Kazuto (Kirito nel gioco) che, tramite un apposito casco, il nerve gear (molto simile a quelli della realtà virtuale), si ritrova bloccato nel bel mezzo di un gioco online che richiede il superamento di 100 piani per essere completato; in caso di fallimento (morte nel gioco) la pena sarà la perdita della propria vita nel mondo reale.
Attenzione: la seguente parte contiene lievi spoiler
L'anime inizia quindi a svilupparsi fino allo scontro col boss finale, ed è qui che tutto l'anime inizia a perdere qualche colpo: invece di finire con un finale che personalmente ritenevo buono, l'anime decide di continuare e il nostro protagonista (per motivi che non sto a spoilerarvi) si ritroverà magicamente in un altro gioco online… Ma questa volta cambia tutto! La parte survival dell'anime si perde e il giocatore può effettuare il log out del gioco in ogni momento, il protagonista è come al solito il più forte del gioco e come se non bastasse alla lista dei personaggi si aggiunge la sorella del protagonista, che, casualmente, lo ama.
Fine parte contenente spoiler
Dal punto di vista tecnico l'anime si presenta ottimo, con animazioni nei combattimenti fatte veramente bene e paesaggi molto belli, la colonna sonora non mi ha colpito molto ma fa il suo dovere.
In conclusione, è un anime che consiglio a tutti i giocatori di MMO online nel quale possono rivivere alcuni momenti che hanno vissuto nei suddetti giochi, ma anche a chi non è amante dei videogame. Però vi avviso: dopo la quattordicesima puntata l'anime inizierà a cambiare e potrebbe non piacervi più.
Non saprei come descriverlo se non come un capolavoro, il miglior anime che sia uscito quest'anno, a mio parere. Ho letto altre recensioni e mi sono rattristato nel vedere affibbiato un voto così basso ad un anime di questo valore.
Non starò a rispiegare la trama, la potete trovare ovunque su questa pagina, per questo passerò subito al dunque: i disegni e le animazioni sono fantastiche, la musica, specialmente durante le battaglie contro i boss, ti coinvolge ed esalta, mi piacciono molto i personaggi e la storia è magnifica, sebbene però sia troppo corta, avendo voluto inserire troppe cose in troppo pochi episodi. Spero (e sono certo ci sarà, dato il successo) in una seconda serie che spieghi meglio il gioco o che dia più tempo agli eventi importanti. I combattimenti non durano mai molto, un peccato, però tutto viene compensato dalla storia che vi coinvolgerà, specialmente nella seconda parte nella quale prende una piega inaspettata, e ogni volta che finisce un episodio darei non so cosa per vedere quello dopo!
Insomma, vedere per credere, se poi siete appassionati di MMORPG allora cosa state aspettando? Questo è l'anime che fa per voi!
Non starò a rispiegare la trama, la potete trovare ovunque su questa pagina, per questo passerò subito al dunque: i disegni e le animazioni sono fantastiche, la musica, specialmente durante le battaglie contro i boss, ti coinvolge ed esalta, mi piacciono molto i personaggi e la storia è magnifica, sebbene però sia troppo corta, avendo voluto inserire troppe cose in troppo pochi episodi. Spero (e sono certo ci sarà, dato il successo) in una seconda serie che spieghi meglio il gioco o che dia più tempo agli eventi importanti. I combattimenti non durano mai molto, un peccato, però tutto viene compensato dalla storia che vi coinvolgerà, specialmente nella seconda parte nella quale prende una piega inaspettata, e ogni volta che finisce un episodio darei non so cosa per vedere quello dopo!
Insomma, vedere per credere, se poi siete appassionati di MMORPG allora cosa state aspettando? Questo è l'anime che fa per voi!
"Sword Art Online" è un anime del 2012 tratto dall'ormai celebre light novel di Reki Kawahara; purtroppo, l'adattamento non è granché. Premetto che dal punto di vista delle animazioni e della colonna sonora è un ottimo prodotto, ma fin troppi particolari vengono tralasciati. Nella light novel ogni cosa viene spiegata con calma, e senza accelerare inutilmente i tempi per far arrivare presto le scene clou; contrariamente, l'adattamento animato è stato curato, secondo il mio modesto parere, in modo troppo frettoloso. Al primo episodio darei un bel 10: l'ho visto e rivisto perché mi è sembrato anche troppo bello. Si è conquistato l' "affetto" di molte persone, ma, qualche episodio dopo, la situazione cambia ed è destinato a diventare l'anime più deludente degli ultimi tempi (almeno per me).
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Kirigaya Kazuto, detto Kirito nel gioco, inizia "Sword Art Online", un videogioco che permette al giocatore di vivere appieno delle esperienze come se le sperimentasse in prima persona (ovviamente il tutto condito con un sistema di livelli, da 1 a 100, e ambientato in un gigantesco castello fluttuante di cento piani). Il creatore, Akihiko Kayaba, crea questo gioco per diventare una specie di "dio" in un mondo alternativo e gli ignari giocatori, una volta entrati nel videogame, non riusciranno a "sloggarsi" e saranno forzati a combattere o semplicemente a starsene lontani dai pericoli se non vogliono scomparire davvero dalla faccia della terra.
Kirito, nel primo episodio, inizia "Sword Art Online", quindi il primo episodio coincide con il primo livello; ad un certo punto, però, accade questo, che nel terzo episodio raggiunga il cinquantesimo livello (circa), e si va avanti in questo modo, tra qualche scena struggente e qualche scena d' azione (queste però sono davvero ben realizzate). Il fanservice non manca, ma è davvero poco (fortunatamente, si risparmia in inutiltà) e Kirito non poteva non manifestare, oltre al suo talento da spadaccino (di cui non sappiamo niente, non avendo assistito ai suoi progressi per i motivi sopracitati), anche il suo talento da playboy (svolgimento degli episodi dal tre al sette: Kirito incontra una ragazza, si cimentano in un'avventura e poi la ragazza o crepa o non si sa che fine fa). La sua relazione con Asuna, poi, è così smielata da far cariare i denti anche di Willy Wonka. Non c'è bisogno neanche di parlare male del secondo arco, che si rovina da solo: tratto da "Fairy Dance" (volumi 3 - 4 della light novel), Kirito cerca disperatamente di salvare Asuna da uno psicopatico-maniaco che l'ha imprigionata in un nuovo giochino, ALfheim, e non la fa svegliare. Proprio per casualità incontra la sorella nel gioco, ma solo successivamente scoprono la loro vera identità: la sorella è in realtà la cugina, ma farli crescere come fratello e sorella sotto lo stesso tetto rende la cosa più interessante, proprio come gli anime che contengono "Imouto" nel titolo sono molto, molto interessanti, eh già. E' una tettona, ma è anche imbranata, stupida, complessata e deficiente; ed è innamorata di Kirito, ovviamente.
Fine parte contenente spoiler
Da parte mia merita la sufficienza, ma solo per via della grafica, della colonna sonora e anche per il fatto che è tratto da una buona light novel. Se avessero dedicato un'intera serie di venticinque episodi solo a "Sword Art Online", dando tempo al tempo, avrebbero fatto di sicuro una figura migliore, considerando che intitolare un anime "Sword Art Online", in cui da metà serie non si gioca più a "Sword Art Online" ma ad "ALfheim", non ha senso.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Kirigaya Kazuto, detto Kirito nel gioco, inizia "Sword Art Online", un videogioco che permette al giocatore di vivere appieno delle esperienze come se le sperimentasse in prima persona (ovviamente il tutto condito con un sistema di livelli, da 1 a 100, e ambientato in un gigantesco castello fluttuante di cento piani). Il creatore, Akihiko Kayaba, crea questo gioco per diventare una specie di "dio" in un mondo alternativo e gli ignari giocatori, una volta entrati nel videogame, non riusciranno a "sloggarsi" e saranno forzati a combattere o semplicemente a starsene lontani dai pericoli se non vogliono scomparire davvero dalla faccia della terra.
Kirito, nel primo episodio, inizia "Sword Art Online", quindi il primo episodio coincide con il primo livello; ad un certo punto, però, accade questo, che nel terzo episodio raggiunga il cinquantesimo livello (circa), e si va avanti in questo modo, tra qualche scena struggente e qualche scena d' azione (queste però sono davvero ben realizzate). Il fanservice non manca, ma è davvero poco (fortunatamente, si risparmia in inutiltà) e Kirito non poteva non manifestare, oltre al suo talento da spadaccino (di cui non sappiamo niente, non avendo assistito ai suoi progressi per i motivi sopracitati), anche il suo talento da playboy (svolgimento degli episodi dal tre al sette: Kirito incontra una ragazza, si cimentano in un'avventura e poi la ragazza o crepa o non si sa che fine fa). La sua relazione con Asuna, poi, è così smielata da far cariare i denti anche di Willy Wonka. Non c'è bisogno neanche di parlare male del secondo arco, che si rovina da solo: tratto da "Fairy Dance" (volumi 3 - 4 della light novel), Kirito cerca disperatamente di salvare Asuna da uno psicopatico-maniaco che l'ha imprigionata in un nuovo giochino, ALfheim, e non la fa svegliare. Proprio per casualità incontra la sorella nel gioco, ma solo successivamente scoprono la loro vera identità: la sorella è in realtà la cugina, ma farli crescere come fratello e sorella sotto lo stesso tetto rende la cosa più interessante, proprio come gli anime che contengono "Imouto" nel titolo sono molto, molto interessanti, eh già. E' una tettona, ma è anche imbranata, stupida, complessata e deficiente; ed è innamorata di Kirito, ovviamente.
Fine parte contenente spoiler
Da parte mia merita la sufficienza, ma solo per via della grafica, della colonna sonora e anche per il fatto che è tratto da una buona light novel. Se avessero dedicato un'intera serie di venticinque episodi solo a "Sword Art Online", dando tempo al tempo, avrebbero fatto di sicuro una figura migliore, considerando che intitolare un anime "Sword Art Online", in cui da metà serie non si gioca più a "Sword Art Online" ma ad "ALfheim", non ha senso.
Secondo me "Sword Art Online" è un bellissimo anime: ho trovato i disegni e le colonne sonore fantastici, e i personaggi ben costruiti, anche se migliorabili. L'unica cosa che penalizzo un po' è l'originalità dell'autore, che manca spesso; le mini trame all'interno della storia cadono nell'ovvio o addirittura nella banalità, ma per ora i casi sono stati veramente pochi e spesso marginali. Lo consiglio perché la storia mi ha catturato, infatti l'autore è riuscito magistralmente (almeno nel mio caso) a farmi immedesimare nel protagonista, e penso che ci riesca almeno con tutti quelli che hanno mai giocato ad un MMO o ad un RPG.
Quest'anime mi ha incuriosito molto fin dalla trama che mi sembrava molto originale, ma pensavo fosse l'ennesimo anime noioso e poco interessante. Dopo aver visto le prime puntate mi sono ricreduto subito, i continui colpi di scena, la caratterizzazione dei personaggi, i combattimenti ben fatti e un pizzico di romanticismo rendono quest'anime a mio parere molto bello.
Un altro punto da me apprezzato sono i disegni, che mi sembrano all'altezza del resto. Spero che la serie non perda colpi nelle ultime puntate e che continui a tenerci attaccati allo schermo.
Detto questo, lo consiglio a chiunque e spero vi piaccia.
Un altro punto da me apprezzato sono i disegni, che mi sembrano all'altezza del resto. Spero che la serie non perda colpi nelle ultime puntate e che continui a tenerci attaccati allo schermo.
Detto questo, lo consiglio a chiunque e spero vi piaccia.
Quando ho sentito parlare di quest'anime ero un po' scettico riguardo alla sua forza evocativa,
ma mi bastò vederlo per smentirmi. "Sword Art Online" è un anime pieno di emozioni, paesaggi e sensazioni assolutamente strepitosi. La grafica adottata è molto buona nel tratto dei personaggi, ma nelle ambientazioni è fenomenale.
La cosa che piace di più è però la storia, assolutamente "fattibile" e incredibilmente eccitante, che nessun amante dei videogiochi può perdersi, anche con un pizzico di amore e comicità. Essa è strutturata molto bene avendo ogni cosa al suo posto e coincidendo bene con il resto.
I combattimenti, sopratutto quelli con i boss finali, sono epici e mettono molta tensione riguardo la sorte dei personaggi.
Le sigle e le musiche sono molto ben fatte e i risultati si sentono sopratutto nei combattimenti. I personaggi principali sono tipi molto originali e un po' strani a causa delle loro abitudini (specialmente Kirito), che poi cambieranno abituandosi alla vita nel gioco.
Dai primi 17 episodi il mio voto è 10 ma bisognerà attendere i restanti 8 per capire se lo è davvero o no.
ma mi bastò vederlo per smentirmi. "Sword Art Online" è un anime pieno di emozioni, paesaggi e sensazioni assolutamente strepitosi. La grafica adottata è molto buona nel tratto dei personaggi, ma nelle ambientazioni è fenomenale.
La cosa che piace di più è però la storia, assolutamente "fattibile" e incredibilmente eccitante, che nessun amante dei videogiochi può perdersi, anche con un pizzico di amore e comicità. Essa è strutturata molto bene avendo ogni cosa al suo posto e coincidendo bene con il resto.
I combattimenti, sopratutto quelli con i boss finali, sono epici e mettono molta tensione riguardo la sorte dei personaggi.
Le sigle e le musiche sono molto ben fatte e i risultati si sentono sopratutto nei combattimenti. I personaggi principali sono tipi molto originali e un po' strani a causa delle loro abitudini (specialmente Kirito), che poi cambieranno abituandosi alla vita nel gioco.
Dai primi 17 episodi il mio voto è 10 ma bisognerà attendere i restanti 8 per capire se lo è davvero o no.
Alto era l'hype questa stagione con l'arrivo della versione animata del best-seller "Sword Art Online", fortunata novel scritta da Reki Kawahara, conosciuto anche per "Accel World". Adattato dalla A-1 Pictures, ha subito riscosso molto successo, diventando l'anime evento del momento, attirando infiniti fan per via del genere: MMO (Massive Multiplayer Online).
Ed è proprio di un MMO che parla quest'anime, ambientato in un non troppo lontano futuro dove assieme ai giochi per PS e X-Box spuntano fuori caschi per realtà virtuale, con cui puoi direttamente collegarti al tuo avatar, e guidarlo personalmente in fantastici e dettagliatissimi mondi fantasy. Qui comincia la trama, all'apertura dell'Alpha di Sword Art Online, il gioco più atteso del momento: i giocatori connessi rimarranno intrappolati nel gioco senza possibilità di fare log-out, ostaggi di un dispositivo nel casco in grado di frigger loro il cervello, dove la morte in-game comporta la tua morte nel mondo reale. Come uscirne? Completare il gioco, scalare i cento piani e sconfiggere tutti i boss. Di certo non è una trama che brilla per la sua originalità... ma va bene.
Ci troviamo dunque di fronte ad uno scenario agghiacciante, dove i giocatori nel mondo reale, privi di sensi, vengono trasportati all'ospedale, dove nel gioco il GA (Game Admin) spiega ai player il suo contorto piano di morte, e dove, nelle prime due settimane di gioco, perdono la vita più di 2000 persone. Interessante... cioè, va bene, è tutto il resto che non va bene!
Benvenuti in "Sword Art Online", l'anime più sopravvalutato di sempre, anche più di "Wing".
Si sente spesso parlare in giro di quest'opera ultimamente, ci sono infiniti post di persone che narrano di come questa serie abbia cambiato loro la vita, di come nel tetro mondo che è l'animazione giapponese spicchi questo capolavoro come un raggio di sole all'inferno, e non hanno tutti i torti, perché questo è un anime psicologico, uno dei migliori, ed è in grado come pochi di farti vivere i personaggi, come se stessi giocando veramente con in gioco la tua vita.
Non scherzo, è successo anche a me, che non nascondo di aver giocato a giochi simili; in particolare mi sono rivisto in quei poveracci disperati che, dopo aver drammaticamente perso tutto, si tolgono la vita. E infatti, dopo tredici episodi di 'sta roba ho avuto seriamente l'impulso di lanciarmi da una finestra.
Faremo la conoscenza di Kirito-kun, il protagonista della serie, un otaku, un nerd, un ragazzo chiuso appassionato di videogiochi, i cui scaffali sono zeppi di libri sull'informatica, ed oltretutto, uno dei pochi beta-tester. Questo in teoria; Kirito infatti è il protagonista più figo e potente di sempre, armato del suo mantello nero e delle due bat-spade, capace di fare esplodere il 'mob' più potente facendogli l'occhiolino, tanto 'sgravo' da poter essere comparato con Alucard di "Hellsing". E qui tutto il pathos svanisce nel nulla... fate ciao-ciao con la manina! Ma fosse solo questo!
Presentato come MMO, "Sword Art Online" non riesce a fare il suo dovere, nonostante i bei disegni che delineano un fantastico mondo fantasy in cui si combatte con le spade, ma di MMO c'è poco o niente. Questo per la presenza di "skill uniche", abilità speciali donate a random tra i giocatori, in grado di renderli pressoché invincibili; pensate un po', Kirito è uno di questi! E' come se in un qualsiasi MMO uno si fa il mazzo per 'livellare', si licenzia per stare a casa ad 'expare' sui 'mob', si riempie di Redbull per non dormire, spende tutti i soldi di genitori ed amici per farsi l'equipaggiamento, e dopo due anni di nerd assoluto incontra il 'niubbetto' appena entrato, 'blessato' dalla 'skill unica' che lo 'oneshotta'... ah, bello! Proprio equo!
Sarebbe più corretto dire che "Sword Art Online" è un party con rimandi agli MMO, dato che i giocatori non competono tra di loro, ma, visto che comunque risulterebbe accettabile e all'autore piace rovinare i suoi romanzi, la storia prende l'unica piega che non doveva prendere: "Sword Art Online" è un harem. In ogni episodio il nostro spavaldo eroe Kirito-kun farà la conoscenza di un ragazzo/ragazza/uomo/donna/anziano/bambino/mob/boss/ecc. che finirà per innamorarsi di lui, e come il genere harem comanda, lui non se ne accorgerà.
Benvenuti in "Sword Art Online", la storia delle persone che rimasero intrappolate in un dating-sim.
Se avessero fatto un anime dove milioni di persone rimangono intrappolate in Facebook, costrette ad allevare animali, armate solamente della chat fuffa di Java, dove muori se la tua fattoria fallisce, probabilmente sarebbe stato uguale, ma più divertente.
La gente rimane sorpresa dai personaggi, rimane colpita da alcuni comportamenti reali e dalla loro accurata caratterizzazione, gli hater sono sempre pronti a dire che sono personaggi che più stereotipati non si può, ma io sono convinto che si sbaglino entrambi: i personaggi di "Sword Art Online" non sono stati caratterizzati. Sarebbe infatti più corretto aggiungere "slice-of-life" al genere, oltre che harem, ed è infatti uno dei più vuoti e ripetitivi slice-of-life di sempre: i personaggi non hanno carattere, si adattano alla situazione ed al momento giusto tirano fuori la figata della settimana per ammaliare lo spettatore, illudendolo che qualcosa sia stato fatto; i monologhi sembrano un discorso tra Renzi e Bersani, o un litigio tra due tronisti, che con aria spavalda si insultano ripetutamente con le due/tre parole che conoscono.
Ancora non ho parlato di Asuna, personaggio che dopo tredici episodi mi è più misterioso di prima, dato che ogni tanto ride o piange senza nessun motivo, ogni tanto si lancia contro i più giganteschi nemici ed ogni tanto rimane pietrificata alla vista del coniglietto di livello 1; insomma, cambia personalità più di Inori.
Non si è ancora capito se il casco possa provocare danni al cervello, perché al di là del tempo che 'sti tizi han passato in villaggetti medievali, questi ormai si credono i Cavalieri della Tavola Rotonda. Lo spettatore è quindi messo in crisi, non essendo in grado di distinguere i player dagli NCP (Non Playable Character), dato che dicono tutti le stesse cose. Chi? Perché? Domande che non troveranno risposta.
Fillers, fillers everywhere, sembra una raccolta di episodi autoconclusivi; c'è chi sostiene che la storia sia stata rovinata dall'adattamento dell'A-1 Pictures, ma non sia mai, sono pronto a giurare il contrario, la storia fa pena anche nella novel. Ebbene sì, ho letto i romanzi, ho cominciato il terzo arco, e sono convinto di saper scrivere meglio dell'autore, ma sono convinto che riusciresti anche tu, che mi leggi, perché 'sto qui scrive come se stesse raccontando una barzelletta ad un amico. Dunque, come diavolo ha fatto questo prodotto amatoriale ad avere così tanto successo e a vendere così tanto che all'A-1 Pictures hanno già programmato le prossime quindici serie tenendosi abbastanza soldi per farsi la piscina ognuno?
Tutto ciò che han mostrato e che verrà si può riassumere in una sola parola: fanservice.
Questo è "Sword Art Online": fanservice, le fantasie lussuriose di un autore otaku proiettate su carta, un modo infimo di dare al lettore ciò che vuole, illudendolo, attirandolo coi bei disegni, per creare l'ennesima macchina sputasoldi. E parlo dell'autore, perchè Kawahara ha fatto la stessa identica cosa con l'altro suo romanzo, dove il protagonista è l'unica persona al mondo ad essere basso, grasso, brutto, con quattro capelli in testa, un maiale in un mondo di unicorni, e pensate un po', ha un harem di signorine niente male!
Non vale 1, perché i disegni di abec sono belli, non vale neanche 2, perché anche musica ed animazioni della A-1 Pictures sono belle, quindi... 3?
Ordunque, eccoci al diciottesimo episodio, tralasciando il fatto che non ha fatto un solo passo dal 3 che gli ho affibbiato, ecco che spuntano un po' di novità. La caratterizzazione dei personaggi è sempre a livello infimo, per non dire nullo o sottovuoto, Kirito è sempre più ipocrita e se ne esce con delle sparate da pena di morte, l'unica caratterizzazione delle molteplici e sempre più ragazze rimane il "saper cucinare" e "spogliarsi a comando", tipico degli autori che non hanno mai visto una ragazza in vita loro, ma tra inutili incesti ed elfi dalla sessualità ambigua ecco una chicca di cui non ho parlato prima: i cattivoni.
Quei personaggi che dovrebbero essere potenti nemici pronti a mettere in difficoltà l'eroe, la cui caratterizzazione come al solito non si discosta dalle stereotipatissime strisce di una zebra, si rivelano delle macchiette parecchio spassose. "Cartoon", non troverei termine migliore per definirli, tra insensati deliri spastici e megalomani, i cattivoni di questo anime sono divertentissimi, ricordano appunto i vecchi antagonisti dei cartoni animati, come il Prof che trascina dietro il povero Mignolo tentando costantemente di conquistare il mondo, per poi andarsene sconfitto urlando "me la pagherete", o il Team Rocket che vola distrutto ancora una volta da una saetta di Pikachu, ma anche Dynamite Sam ed i suoi esaurimenti... insomma, divertenti. Certo, il fatto che codeste persone dovrebbero essere realmente cattive e suscitare angoscia nello spettatore crea un effetto incredibilmente trash, in perfetta sintonia con tutto il resto, il che non è proprio un punto a favore alla serie, ma di sicuro si fa apprezzare un po' di più da me. E' un peccato che questi cattivoni abbiano poco spazio, appaiono giusto per rendere più figo (?) Kirito-kun per contrasto; viene loro preferita infatti un'incessante caratterizzazione delle curve della sorellina di Kirito, perché figuriamoci se in un ecchi-harem mancano le imouto e i loro onii-chan.
Per concludere, e spero definitivamente questa volta, "Sword Art Online" è bocciato, una delusione totale; sono stato un illuso quando l'ho protetto per ben dieci episodi pregando per il futuro, non scherzo quando dico che nel mio piccolo riuscirei a fare di meglio, e che il suo successo è completamente immotivato ed ingiusto, quindi, per i veterani dell'animazione giapponese che decideranno di incamminarsi in quest'avventura lascio un consiglio: guardatelo come un ecchi-harem qualsiasi, con le aspettative sotto lo zero, magari lo apprezzerete più di me.
Ed è proprio di un MMO che parla quest'anime, ambientato in un non troppo lontano futuro dove assieme ai giochi per PS e X-Box spuntano fuori caschi per realtà virtuale, con cui puoi direttamente collegarti al tuo avatar, e guidarlo personalmente in fantastici e dettagliatissimi mondi fantasy. Qui comincia la trama, all'apertura dell'Alpha di Sword Art Online, il gioco più atteso del momento: i giocatori connessi rimarranno intrappolati nel gioco senza possibilità di fare log-out, ostaggi di un dispositivo nel casco in grado di frigger loro il cervello, dove la morte in-game comporta la tua morte nel mondo reale. Come uscirne? Completare il gioco, scalare i cento piani e sconfiggere tutti i boss. Di certo non è una trama che brilla per la sua originalità... ma va bene.
Ci troviamo dunque di fronte ad uno scenario agghiacciante, dove i giocatori nel mondo reale, privi di sensi, vengono trasportati all'ospedale, dove nel gioco il GA (Game Admin) spiega ai player il suo contorto piano di morte, e dove, nelle prime due settimane di gioco, perdono la vita più di 2000 persone. Interessante... cioè, va bene, è tutto il resto che non va bene!
Benvenuti in "Sword Art Online", l'anime più sopravvalutato di sempre, anche più di "Wing".
Si sente spesso parlare in giro di quest'opera ultimamente, ci sono infiniti post di persone che narrano di come questa serie abbia cambiato loro la vita, di come nel tetro mondo che è l'animazione giapponese spicchi questo capolavoro come un raggio di sole all'inferno, e non hanno tutti i torti, perché questo è un anime psicologico, uno dei migliori, ed è in grado come pochi di farti vivere i personaggi, come se stessi giocando veramente con in gioco la tua vita.
Non scherzo, è successo anche a me, che non nascondo di aver giocato a giochi simili; in particolare mi sono rivisto in quei poveracci disperati che, dopo aver drammaticamente perso tutto, si tolgono la vita. E infatti, dopo tredici episodi di 'sta roba ho avuto seriamente l'impulso di lanciarmi da una finestra.
Faremo la conoscenza di Kirito-kun, il protagonista della serie, un otaku, un nerd, un ragazzo chiuso appassionato di videogiochi, i cui scaffali sono zeppi di libri sull'informatica, ed oltretutto, uno dei pochi beta-tester. Questo in teoria; Kirito infatti è il protagonista più figo e potente di sempre, armato del suo mantello nero e delle due bat-spade, capace di fare esplodere il 'mob' più potente facendogli l'occhiolino, tanto 'sgravo' da poter essere comparato con Alucard di "Hellsing". E qui tutto il pathos svanisce nel nulla... fate ciao-ciao con la manina! Ma fosse solo questo!
Presentato come MMO, "Sword Art Online" non riesce a fare il suo dovere, nonostante i bei disegni che delineano un fantastico mondo fantasy in cui si combatte con le spade, ma di MMO c'è poco o niente. Questo per la presenza di "skill uniche", abilità speciali donate a random tra i giocatori, in grado di renderli pressoché invincibili; pensate un po', Kirito è uno di questi! E' come se in un qualsiasi MMO uno si fa il mazzo per 'livellare', si licenzia per stare a casa ad 'expare' sui 'mob', si riempie di Redbull per non dormire, spende tutti i soldi di genitori ed amici per farsi l'equipaggiamento, e dopo due anni di nerd assoluto incontra il 'niubbetto' appena entrato, 'blessato' dalla 'skill unica' che lo 'oneshotta'... ah, bello! Proprio equo!
Sarebbe più corretto dire che "Sword Art Online" è un party con rimandi agli MMO, dato che i giocatori non competono tra di loro, ma, visto che comunque risulterebbe accettabile e all'autore piace rovinare i suoi romanzi, la storia prende l'unica piega che non doveva prendere: "Sword Art Online" è un harem. In ogni episodio il nostro spavaldo eroe Kirito-kun farà la conoscenza di un ragazzo/ragazza/uomo/donna/anziano/bambino/mob/boss/ecc. che finirà per innamorarsi di lui, e come il genere harem comanda, lui non se ne accorgerà.
Benvenuti in "Sword Art Online", la storia delle persone che rimasero intrappolate in un dating-sim.
Se avessero fatto un anime dove milioni di persone rimangono intrappolate in Facebook, costrette ad allevare animali, armate solamente della chat fuffa di Java, dove muori se la tua fattoria fallisce, probabilmente sarebbe stato uguale, ma più divertente.
La gente rimane sorpresa dai personaggi, rimane colpita da alcuni comportamenti reali e dalla loro accurata caratterizzazione, gli hater sono sempre pronti a dire che sono personaggi che più stereotipati non si può, ma io sono convinto che si sbaglino entrambi: i personaggi di "Sword Art Online" non sono stati caratterizzati. Sarebbe infatti più corretto aggiungere "slice-of-life" al genere, oltre che harem, ed è infatti uno dei più vuoti e ripetitivi slice-of-life di sempre: i personaggi non hanno carattere, si adattano alla situazione ed al momento giusto tirano fuori la figata della settimana per ammaliare lo spettatore, illudendolo che qualcosa sia stato fatto; i monologhi sembrano un discorso tra Renzi e Bersani, o un litigio tra due tronisti, che con aria spavalda si insultano ripetutamente con le due/tre parole che conoscono.
Ancora non ho parlato di Asuna, personaggio che dopo tredici episodi mi è più misterioso di prima, dato che ogni tanto ride o piange senza nessun motivo, ogni tanto si lancia contro i più giganteschi nemici ed ogni tanto rimane pietrificata alla vista del coniglietto di livello 1; insomma, cambia personalità più di Inori.
Non si è ancora capito se il casco possa provocare danni al cervello, perché al di là del tempo che 'sti tizi han passato in villaggetti medievali, questi ormai si credono i Cavalieri della Tavola Rotonda. Lo spettatore è quindi messo in crisi, non essendo in grado di distinguere i player dagli NCP (Non Playable Character), dato che dicono tutti le stesse cose. Chi? Perché? Domande che non troveranno risposta.
Fillers, fillers everywhere, sembra una raccolta di episodi autoconclusivi; c'è chi sostiene che la storia sia stata rovinata dall'adattamento dell'A-1 Pictures, ma non sia mai, sono pronto a giurare il contrario, la storia fa pena anche nella novel. Ebbene sì, ho letto i romanzi, ho cominciato il terzo arco, e sono convinto di saper scrivere meglio dell'autore, ma sono convinto che riusciresti anche tu, che mi leggi, perché 'sto qui scrive come se stesse raccontando una barzelletta ad un amico. Dunque, come diavolo ha fatto questo prodotto amatoriale ad avere così tanto successo e a vendere così tanto che all'A-1 Pictures hanno già programmato le prossime quindici serie tenendosi abbastanza soldi per farsi la piscina ognuno?
Tutto ciò che han mostrato e che verrà si può riassumere in una sola parola: fanservice.
Questo è "Sword Art Online": fanservice, le fantasie lussuriose di un autore otaku proiettate su carta, un modo infimo di dare al lettore ciò che vuole, illudendolo, attirandolo coi bei disegni, per creare l'ennesima macchina sputasoldi. E parlo dell'autore, perchè Kawahara ha fatto la stessa identica cosa con l'altro suo romanzo, dove il protagonista è l'unica persona al mondo ad essere basso, grasso, brutto, con quattro capelli in testa, un maiale in un mondo di unicorni, e pensate un po', ha un harem di signorine niente male!
Non vale 1, perché i disegni di abec sono belli, non vale neanche 2, perché anche musica ed animazioni della A-1 Pictures sono belle, quindi... 3?
Ordunque, eccoci al diciottesimo episodio, tralasciando il fatto che non ha fatto un solo passo dal 3 che gli ho affibbiato, ecco che spuntano un po' di novità. La caratterizzazione dei personaggi è sempre a livello infimo, per non dire nullo o sottovuoto, Kirito è sempre più ipocrita e se ne esce con delle sparate da pena di morte, l'unica caratterizzazione delle molteplici e sempre più ragazze rimane il "saper cucinare" e "spogliarsi a comando", tipico degli autori che non hanno mai visto una ragazza in vita loro, ma tra inutili incesti ed elfi dalla sessualità ambigua ecco una chicca di cui non ho parlato prima: i cattivoni.
Quei personaggi che dovrebbero essere potenti nemici pronti a mettere in difficoltà l'eroe, la cui caratterizzazione come al solito non si discosta dalle stereotipatissime strisce di una zebra, si rivelano delle macchiette parecchio spassose. "Cartoon", non troverei termine migliore per definirli, tra insensati deliri spastici e megalomani, i cattivoni di questo anime sono divertentissimi, ricordano appunto i vecchi antagonisti dei cartoni animati, come il Prof che trascina dietro il povero Mignolo tentando costantemente di conquistare il mondo, per poi andarsene sconfitto urlando "me la pagherete", o il Team Rocket che vola distrutto ancora una volta da una saetta di Pikachu, ma anche Dynamite Sam ed i suoi esaurimenti... insomma, divertenti. Certo, il fatto che codeste persone dovrebbero essere realmente cattive e suscitare angoscia nello spettatore crea un effetto incredibilmente trash, in perfetta sintonia con tutto il resto, il che non è proprio un punto a favore alla serie, ma di sicuro si fa apprezzare un po' di più da me. E' un peccato che questi cattivoni abbiano poco spazio, appaiono giusto per rendere più figo (?) Kirito-kun per contrasto; viene loro preferita infatti un'incessante caratterizzazione delle curve della sorellina di Kirito, perché figuriamoci se in un ecchi-harem mancano le imouto e i loro onii-chan.
Per concludere, e spero definitivamente questa volta, "Sword Art Online" è bocciato, una delusione totale; sono stato un illuso quando l'ho protetto per ben dieci episodi pregando per il futuro, non scherzo quando dico che nel mio piccolo riuscirei a fare di meglio, e che il suo successo è completamente immotivato ed ingiusto, quindi, per i veterani dell'animazione giapponese che decideranno di incamminarsi in quest'avventura lascio un consiglio: guardatelo come un ecchi-harem qualsiasi, con le aspettative sotto lo zero, magari lo apprezzerete più di me.
Ho trovato una scenetta di quest'anime su Facebook e mi ha subito incuriosita. Ho fatto partire la prima puntata senza informarmi, senza leggere la trama o dei commenti; questa scelta si è rivelata fenomenale, il primo episodio mi ha lasciata di stucco, è accattivante e inquietate allo stesso tempo.
Un giocatore di MMO non può fare altro che amare quest'anime e rimanere abbagliato dalla sua ambientazione: possiamo ritrovare tutti i problemi che i nostri "personaggi" tanto giocati al pc si sono trovati ad affrontare al nostro posto, ma se fossimo noi stessi a giocare in prima persona il nostro personaggio? Ci troviamo così davanti a tutti i dilemmi di un giocatore sul come giocare.
In quest'anime c'è tutto, non manca nulla: troviamo azione, mistero, una tecnologia avanzata, un mondo virtuale e persino i rapporti umani hanno molta importanza.
Non voglio parlare nel dettaglio della trama o dei personaggi, perché ritengo che vadano scoperti man mano, puntata per puntata. Personalmente ho sempre giocato a degli MMO e questo mi ha fatta innamorare all'istante di quest'anime; non so se chi non ha mai provato dei giochi del genere possa rimanerne affascinato come lo sono stata io, ma sicuramente vale la pena di provarlo!
Un giocatore di MMO non può fare altro che amare quest'anime e rimanere abbagliato dalla sua ambientazione: possiamo ritrovare tutti i problemi che i nostri "personaggi" tanto giocati al pc si sono trovati ad affrontare al nostro posto, ma se fossimo noi stessi a giocare in prima persona il nostro personaggio? Ci troviamo così davanti a tutti i dilemmi di un giocatore sul come giocare.
In quest'anime c'è tutto, non manca nulla: troviamo azione, mistero, una tecnologia avanzata, un mondo virtuale e persino i rapporti umani hanno molta importanza.
Non voglio parlare nel dettaglio della trama o dei personaggi, perché ritengo che vadano scoperti man mano, puntata per puntata. Personalmente ho sempre giocato a degli MMO e questo mi ha fatta innamorare all'istante di quest'anime; non so se chi non ha mai provato dei giochi del genere possa rimanerne affascinato come lo sono stata io, ma sicuramente vale la pena di provarlo!
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
No, no, no, proprio non ci siamo.
Comunque, partiamo dall'inizio: "Sword Art Online" è un anime del 2012, con una trama apparentemente semplice, oltre che banale: siamo in un futuro non troppo lontano, dove i videogiochi ormai vengono giocati con degli speciali caschi per la realtà virtuale. Il nostro protagonista, Kirito, un semplice adolescente, ha appena acquistato "Sword Art Online", il gioco del momento, che viene definito come l'MMO definitivo, giocabile appunto grazie a questo casco. Una volta entrato, però, avrà una brutta sorpresa: non c'è modo di uscire dal gioco, poiché qualsiasi tentativo di uscita forzata, come ad esempio la rimozione del casco, porterà alla sua istantanea morte, e se morirà all'interno del gioco, farà la stessa fine nella vita reale. C'è solo una soluzione: affrontare e superare tutti i 100 livelli del gioco, fino al boss finale, e solo in questo modo potrà riacquistare la libertà.
Ora, le premesse non sono delle più originali, ma comunque è possibile tirarne fuori qualcosa di buono. Partiamo dagli aspetti positivi: l'opening "Crossing Fields" di LiSA, che a mio parere non andrebbe mai trascurata, è orecchiabile e molto bella, una di quelle canzoni che ti rimangono sempre in testa.
Dopodiché passiamo al comparto grafico, che trovo davvero di prim'ordine, con dei disegni molto accurati dei personaggi, per non parlare degli incredibili paesaggi dei vari livelli del gioco: alcuni li trovo davvero delle opere d'arte. Tutto ciò è accompagnato da delle buone musiche, che si adattano bene alle situazioni.
E ora, i punti dolenti; partiamo dalla cosa che salta subito all'occhio: la gestione del tempo. Ora, io non so come si abbia intenzione di far proseguire la trama, però a mio parere è molto strano che già al 4° episodio il protagonista abbia fatto 60 e passa piani e che sia già praticamente al massimo livello. Oltre a essere una cosa molto strana, ciò porta una grossa penalizzazione all'intera opera: molto probabilmente a tante persone sarebbe interessato vedere un minimo l'evoluzione anche a livello pratico del nostro eroe. E da questo mi riaggancio a un altro problema: la psicologia del personaggio principale. Egli è un giocatore solitario, un ragazzo come un altro, ma ha la caratterizzazione pari a quella di un albero di banane. Al contrario, i personaggi di contorno che vi sono in ogni puntata sono ben caratterizzati, e lo spettatore riesce a prenderli molto in simpatia. E visto che una cosa collega l'altra, passiamo al prossimo problema: la natura autoconclusiva di ogni singolo episodio. Fino ad adesso, ogni episodio ha avuto sempre la stessa forma: Kirito incontra qualcuno, per qualche motivo parte all'avventura con questa persona, risolve tutti i problemi e tanti saluti. Insomma, fino ad adesso non si è sviluppata un minimo di trama, e quella che dovrebbe essere la coprotagonista, Asuna, si è vista sì e no due volte. Però, visto l'ultimo episodio uscito, la serie sembra che si stia riprendendo da questo punto di vista, però mi sembra quasi che questi primi episodi siano stati fatti solo per riempire quel vuoto che le puntate "effettive" della trama non sarebbero riuscite a colmare.
Insomma, "Sword Art Online" si ritrova con un comparto tecnico sopra l'eccellenza - motivo per cui si è meritato un 6 -, ma in quanto a trama e personaggi diciamo che ha avuto una "falsa partenza" e spero vivamente che in futuro potrò ricredermi.
No, no, no, proprio non ci siamo.
Comunque, partiamo dall'inizio: "Sword Art Online" è un anime del 2012, con una trama apparentemente semplice, oltre che banale: siamo in un futuro non troppo lontano, dove i videogiochi ormai vengono giocati con degli speciali caschi per la realtà virtuale. Il nostro protagonista, Kirito, un semplice adolescente, ha appena acquistato "Sword Art Online", il gioco del momento, che viene definito come l'MMO definitivo, giocabile appunto grazie a questo casco. Una volta entrato, però, avrà una brutta sorpresa: non c'è modo di uscire dal gioco, poiché qualsiasi tentativo di uscita forzata, come ad esempio la rimozione del casco, porterà alla sua istantanea morte, e se morirà all'interno del gioco, farà la stessa fine nella vita reale. C'è solo una soluzione: affrontare e superare tutti i 100 livelli del gioco, fino al boss finale, e solo in questo modo potrà riacquistare la libertà.
Ora, le premesse non sono delle più originali, ma comunque è possibile tirarne fuori qualcosa di buono. Partiamo dagli aspetti positivi: l'opening "Crossing Fields" di LiSA, che a mio parere non andrebbe mai trascurata, è orecchiabile e molto bella, una di quelle canzoni che ti rimangono sempre in testa.
Dopodiché passiamo al comparto grafico, che trovo davvero di prim'ordine, con dei disegni molto accurati dei personaggi, per non parlare degli incredibili paesaggi dei vari livelli del gioco: alcuni li trovo davvero delle opere d'arte. Tutto ciò è accompagnato da delle buone musiche, che si adattano bene alle situazioni.
E ora, i punti dolenti; partiamo dalla cosa che salta subito all'occhio: la gestione del tempo. Ora, io non so come si abbia intenzione di far proseguire la trama, però a mio parere è molto strano che già al 4° episodio il protagonista abbia fatto 60 e passa piani e che sia già praticamente al massimo livello. Oltre a essere una cosa molto strana, ciò porta una grossa penalizzazione all'intera opera: molto probabilmente a tante persone sarebbe interessato vedere un minimo l'evoluzione anche a livello pratico del nostro eroe. E da questo mi riaggancio a un altro problema: la psicologia del personaggio principale. Egli è un giocatore solitario, un ragazzo come un altro, ma ha la caratterizzazione pari a quella di un albero di banane. Al contrario, i personaggi di contorno che vi sono in ogni puntata sono ben caratterizzati, e lo spettatore riesce a prenderli molto in simpatia. E visto che una cosa collega l'altra, passiamo al prossimo problema: la natura autoconclusiva di ogni singolo episodio. Fino ad adesso, ogni episodio ha avuto sempre la stessa forma: Kirito incontra qualcuno, per qualche motivo parte all'avventura con questa persona, risolve tutti i problemi e tanti saluti. Insomma, fino ad adesso non si è sviluppata un minimo di trama, e quella che dovrebbe essere la coprotagonista, Asuna, si è vista sì e no due volte. Però, visto l'ultimo episodio uscito, la serie sembra che si stia riprendendo da questo punto di vista, però mi sembra quasi che questi primi episodi siano stati fatti solo per riempire quel vuoto che le puntate "effettive" della trama non sarebbero riuscite a colmare.
Insomma, "Sword Art Online" si ritrova con un comparto tecnico sopra l'eccellenza - motivo per cui si è meritato un 6 -, ma in quanto a trama e personaggi diciamo che ha avuto una "falsa partenza" e spero vivamente che in futuro potrò ricredermi.
"Sword Art Online" è stata una piacevole light novel e si conferma un anime apprezzabile. Spezza la monotonia degli anime recenti con molti elementi unici e con una trama che, per una volta, non solo parte bene ma si svolge senza eccessivi cliché e si concluderà in maniera sorprendente (avendo letto la light novel e conoscendo i titoli degli episodi potrò comunque fare un abbozzo di recensione completa).
Il protagonista vive in un futuro in cui la tecnologia è progredita al punto che rende possibile entrare in giochi di realtà virtuale semplicemente indossando un casco, il NerveGear. Tale casco cattura gli impulsi neurali del cervello, inducendo in colui che lo indossa uno stato simile al coma. Per pura fortuna Kirito, il nostro protagonista, entrerà nel BetaTest (un'anticipazione del gioco) di Sword Art Online (SAO). SAO è il primo videogame che riesce a esprimere a pieno le potenzialità della nuova tecnologia e, per questo, Kirito e gli altri 1000 giocatori che partecipano al BetaTest sono considerati degli eletti. Una volta esaurita l'esperienza del BetaTest, la versione finale del gioco viene rilasciata e Kirito rientra in SAO. A questo punto inizia l'anime. Il protagonista entra quindi nel gioco e si rivela immediatamente, grazie all'esperienza nel BetaTest, a un livello nettamente superiore rispetto agli altri giocatori. Una volta entrati, i giocatori scoprono che il creatore li ha intrappolati nel videogioco e dà una sola possibilità ai giocatori per tornare nel mondo reale: completare il gioco. Inoltre la morte dell'avatar nel gioco significherà la morte della persona nella vita reale. La reazione a questa notizia divide i giocatori in 3 gruppi: l'Army, ovvero coloro che, spaventati, rimangono al sicuro, evitando di giocare, i Cleaners, coloro che proveranno a completare il gioco (gruppo di cui Kirito fa parte) e coloro che cercano di divertirsi, giocando, senza però mettere a rischio la propria vita. Kirito si distinguerà perché sarà l'unico cleaner a giocare "solo", ovvero senza entrare in una gilda, ed è così che inizia la leggenda dello spadaccino nero.
Come detto, l'opera è apprezzabile. Nonostante il protagonista sia, in pieno stile anime, un asociale con forte turbe emotive, nel videogioco lui è uno dei migliori giocatori. Questa contrapposizione tra il Kirito nella vita reale ed il Kirito nel videogioco è alla base dell'anime e crea un carattere molto complesso, che difficilmente si trova in altre opere. Anche la storia d'amore del protagonista è in pieno stile anime: due persone agli antipodi che si avvicinano durante l'opera. Però ci sono elementi che la rendono più verosimile e meno forzata rispetto al solito.
"Sword Art Online" è un'opera innovativa che può appassionare facilmente il pubblico. Consigliata vivamente a tutti - nonostante non abbia giocato a un solo online game nella mia vita, l'ho apprezzata.
P.S.: se si vuole approfondire il mondo di SAO, consiglio di intraprendere anche la lettura della light novel. E' ben scritta e si fa leggere. L'unica pecca è l'eccessiva commercializzazione dell'opera: l'autore, dopo il grande successo del primo volume, non riesce ad abbandonare le ambientazioni del primo volume e finisce per riciclarle continuamente.
Il protagonista vive in un futuro in cui la tecnologia è progredita al punto che rende possibile entrare in giochi di realtà virtuale semplicemente indossando un casco, il NerveGear. Tale casco cattura gli impulsi neurali del cervello, inducendo in colui che lo indossa uno stato simile al coma. Per pura fortuna Kirito, il nostro protagonista, entrerà nel BetaTest (un'anticipazione del gioco) di Sword Art Online (SAO). SAO è il primo videogame che riesce a esprimere a pieno le potenzialità della nuova tecnologia e, per questo, Kirito e gli altri 1000 giocatori che partecipano al BetaTest sono considerati degli eletti. Una volta esaurita l'esperienza del BetaTest, la versione finale del gioco viene rilasciata e Kirito rientra in SAO. A questo punto inizia l'anime. Il protagonista entra quindi nel gioco e si rivela immediatamente, grazie all'esperienza nel BetaTest, a un livello nettamente superiore rispetto agli altri giocatori. Una volta entrati, i giocatori scoprono che il creatore li ha intrappolati nel videogioco e dà una sola possibilità ai giocatori per tornare nel mondo reale: completare il gioco. Inoltre la morte dell'avatar nel gioco significherà la morte della persona nella vita reale. La reazione a questa notizia divide i giocatori in 3 gruppi: l'Army, ovvero coloro che, spaventati, rimangono al sicuro, evitando di giocare, i Cleaners, coloro che proveranno a completare il gioco (gruppo di cui Kirito fa parte) e coloro che cercano di divertirsi, giocando, senza però mettere a rischio la propria vita. Kirito si distinguerà perché sarà l'unico cleaner a giocare "solo", ovvero senza entrare in una gilda, ed è così che inizia la leggenda dello spadaccino nero.
Come detto, l'opera è apprezzabile. Nonostante il protagonista sia, in pieno stile anime, un asociale con forte turbe emotive, nel videogioco lui è uno dei migliori giocatori. Questa contrapposizione tra il Kirito nella vita reale ed il Kirito nel videogioco è alla base dell'anime e crea un carattere molto complesso, che difficilmente si trova in altre opere. Anche la storia d'amore del protagonista è in pieno stile anime: due persone agli antipodi che si avvicinano durante l'opera. Però ci sono elementi che la rendono più verosimile e meno forzata rispetto al solito.
"Sword Art Online" è un'opera innovativa che può appassionare facilmente il pubblico. Consigliata vivamente a tutti - nonostante non abbia giocato a un solo online game nella mia vita, l'ho apprezzata.
P.S.: se si vuole approfondire il mondo di SAO, consiglio di intraprendere anche la lettura della light novel. E' ben scritta e si fa leggere. L'unica pecca è l'eccessiva commercializzazione dell'opera: l'autore, dopo il grande successo del primo volume, non riesce ad abbandonare le ambientazioni del primo volume e finisce per riciclarle continuamente.
Siamo nel 2022 la tecnologia è avanzatissima, tra le più innovative invenzioni troviamo il Nerve-Gear, un dispositivo che può "catapultare" una persona all'interno di un videogioco in una realtà virtuale. In commercio è appena uscito un gioco che sfrutta al 100% le potenzialità del Nerve-Gear, denominato "Sword Art Online", poche persone però sono riuscite a ottenere questo gioco - infatti sono uscite pochissime copie. Tra questi fortunati giocatori troviamo anche il protagonista della nostra storia Kirito. Kirito è già un esperto del gioco, poiché, poco tempo fa aveva giocato alla beta (versione di prova provvisoria), ma rimarrà sconvolto quando scoprirà che sarà impossibile scollegarsi da Sword Art. Per uscire da esso, infatti, bisogna completare tutti i livelli del gioco evitando di morire, poiché la morte non raggiungerà solo l'avatar, ma anche il vero corpo del giocatore.
Ho incominciato a vedere quest'anime con il presupposto che fosse una copia di "Accel World", invece mi ha stupito moltissimo: lascia una grande suspense ogni minuto che passa ed emoziona lo spettatore di continuo. L' inizio della storia promette molto bene, speriamo continui così.
Grazie mille per aver letto la mia recensione, spero piaccia anche a voi. Ciao a tutti.
Ho incominciato a vedere quest'anime con il presupposto che fosse una copia di "Accel World", invece mi ha stupito moltissimo: lascia una grande suspense ogni minuto che passa ed emoziona lo spettatore di continuo. L' inizio della storia promette molto bene, speriamo continui così.
Grazie mille per aver letto la mia recensione, spero piaccia anche a voi. Ciao a tutti.