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HakMaxSalv92

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
<Attenzione contiene spoiler>

Introduzione e sviluppi

Dopo gli eventi non sempre "entusiasmanti" dell'ottava stagione, ecco che invece la nona stagione torna con una carica narrativa molto suggestiva e che sa fare breccia anche nel cuore più riluttante e reticente.
Un piccolo suggerimento: gli episodi di questa stagioni hanno come preciso obbiettivo quello di farci trovare, contemplare e il nostro spirito guida e di farci capire come ci comportiamo in rapporto alla nostra personalità e al rapporto che abbiamo con la nostra vita e con la natura che ci circonda. Che cosa siamo noi rispetto alla natura e soprattutto quale ruolo abbiamo in essa? Sono solo alcune delle domande che potremmo e dovremmo farci. Ed in un certo senso sono le domande che i protagonisti si pongono contemplando anche altre specie al di fuori della nostra e mettendosi in rapporto con esse, scoprendo così di avere molto in comune con esse e comportandosi di conseguenza. Ed è proprio qui che sta l'innovazione della serie: questa stagione introduce un nuovo concetto cioè quello dell'immedesimazione e della compassione per il prossimo, invitandoci a non essere indifferenti, insofferenti ed indolenti verso di esso, bensì a mostrargli sostegno e solidarietà perché possa ritrovare la guida. Tuttavia alcuni episodi ci mostrano che non tutte le persone sono meritevoli di questa compassione, forse perché hanno uno spirito guida dalla reputazione e fama assai discutibili.

Grafica e colonna sonora

La grafica e la colonna sonora sono rimaste invariate, come a dichiarare che questa stagione è un proseguimento di quelle precedenti, come una catena che sembra non finire mai. Una piccola-grande novità e che gli episodi presentano uno stile grafico variegato, ciascuno rispetto agli altri, come a voler comunicare che la serie sa rinnovarsi per rinnovare a sua volta l'interesse e l'attenzione di chi la guarda. Rimangono tuttavia immutati gli elementi dei disegni a pastello anche se qui vengono alternati alla CGI. Altro elemento immutato è il ricorso alle sagome o vignette di carta per i personaggi, così come quello dell'alternarsi di suoni e rumori inquietanti a silenzi assordanti (perdonate l'ossimoro) per aumentare e rimarcare gli stati di panico, terrore, angoscia ed ansia che trovano alla fine la loro sublimazione attraverso le apparizioni e/o le metamorfosi inquietanti.

Giudizio finale

Uno sguardo sulla nostra condizione naturale e/o animale e sulla necessità di approfondire la conoscenza della medesima per acquisire coscienza e consapevolezza di noi stessi.

Voto finale: 8


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Focasaggia

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
«Yamishibai 9» è la nona parte dei racconti brevi, inquietanti e autoconclusivi a cura dello studio di animazione Ilca, che ha curato anche le serie precedenti.

Prendendo l'antica arte del kamishibai, dove artisti itineranti in viaggio per i villaggi intrattenevano i bambini del luogo con dei racconti piacevoli, e rendendo il tutto un qualcosa di oscuro, iniziano i racconti di un narratore particolare e crudele. Con uno stile grafico particolare e ormai collaudato questa volta gli episodi prendono spunto dallo zodiaco cinese, a cui si aggiunge la storia del gatto, escluso dai dodici segni per via di una leggenda (l'ultimo episodio, a lui dedicato, parlerà proprio di questo).

Alla "sfida" iniziale, quella di inquietare con un racconto di brevissima durata, ricordo infatti che gli episodi durano meno di quattro minuti, si aggiunge la difficoltà di narrare qualcosa che si riferisce in maniera esplicita agli animali che compongono lo zodiaco cinese. La serie sembra riuscire in questo difficile compito.

Come sempre ogni episodio risente del gusto personale dello spettatore, vi sono episodi più spaventosi come il terzo ("La 44ª pecora") o il quarto ("Il cane fedele"), altri maggiormente tristi come il quinto ("La tigre di cartapesta") e il decimo ("Stufato di cinghiale"), e alcuni la cui comprensione risulterà più ostica come l'ottavo ("Il cavalluccio a dondolo") e il sesto ("Lo spirito del bue"), ma generalmente ogni episodio risulterà piacevole e inquietante in modo diverso.

La piacevole ending, intitolata "fall", di Emi Okamoto, è fin troppo dolce per la serie.

Consigliato a chi ama le storie horror, tollerando la particolare grafica utilizzata. Non essendoci una trama di fondo, lo spettatore potrà gustare la visione della serie anche senza aver visto le precedenti.