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Johnny Ryuko

Episodi visti: 6/6 --- Voto 8
Attenzione: questa recensione contiene spoiler!

Takopi's Original Sin è il campione olimpico dei 110 metri ostacoli: elegante, perfetto, poesia in movimento. Fino all'ultimo salto, dove inciampa e, dopo un capitombolo sgraziato, taglia il traguardo. Arriva primo, sì, ma non vince come avrebbe dovuto e potuto.

Questo, in sintesi, è il mio giudizio su Takopi's Original Sin (da qui in avanti TOS per abbreviare). Uno degli anime della stagione, è vero, con voti altissimi. Ma che proprio sul finale incappa nel suo vero peccato: manca di coraggio. Perché la storia di TOS è una delle più crude messe in animazione negli ultimi anni, senza filtri, senza ipocrisie, così violenta da disturbare anche gli stomaci più forti. Non si risparmia mai e ci si aspetta anche il peggio del peggio a un certo punto della storia. Eppure proprio quando dovrebbe affondare il colpo definitivo, quando dovrebbe spingere sull'acceleratore per fare quell'ultimo rettilineo, alza il piede e accosta a bordo strada.

Non mi dilungo sulla storia che l'anime racconta, il cui fulcro è Takopi, un alieno buono ma anche ingenuo che prova a influenzare positivamente le vite dei protagonisti. Di recente qualcosa del genere si è vista in Dead Dead Demon's Dededededestruction con Isobeyan, una parodia di Doraemon, il prototipo dell'alieno bislacco e puccioso con i suoi gadget miracolosi. Se non che in TOS la storia è tutt'altro che all'acqua di rose.

TOS è encomiabile nel presentarci la crudele esistenza di tre giovanissimi protagonisti che vivono un'infanzia drammatica, ognuno di loro pesantemente influenzato da famiglie disfunzionali, con padri assenti e madri, ciascuna in maniera diversa, soffocanti. Un peso che non è gestibile da dei bambini che vanno alle elementari. Le liti, le violenze, le privazioni, è tutto "perfetto" nella sua brutalità.

Shizuka, Marina e Naoki sono tre anime sole, incomprese, travolte da un mondo che non sembra davvero curarsene. Che in certi casi sembra preferire non fossero mai esistite, ed è il caso di Shizuka. Mentre Marina è una spugna che assorbe gli sfoghi di una madre ormai sull'orlo del baratro psichiatrico e sfoga tutta la sua frustrazione, bullizzandola pesantemente, su Shizuka, la cui madre, accompagnatrice in un host club, sarebbe una delle cause dell'abbandono del padre della compagna di classe. Infine Naoki che vive all'ombra di un fratello brillante e di una madre che pretende da lui la stessa eccellenza, solo sfiorata, e che si mostra delusa, nonostante il bambino risulti comunque il migliore della scuola. Ognuno dei tre vive un dramma così sapientemente narrato che fa terrore.

In questo si inserisce l'ingenuità di Takopi, che prova in qualche modo ad aggiustare le cose, ma involontariamente le fa precipitare ulteriormente, fino a quando non uccide Marina per difendere Shizuka durante l'ennesimo episodio di bullismo, rompendo la macchina fotografica (l'arma del delitto) che gli permetteva di riavvolgere il tempo fino al giorno in cui aveva scattato una foto con Shizuka, subito prima di un evento tragico che aveva portato la ragazzina a suicidarsi con un nastro preso allo stesso Takopi.

Qui l'anime non perde un colpo, in un susseguirsi di eventi tragici, con il coinvolgimento nel delitto di Naoki, infatuato di Shizuka, e una discesa nel pozzo della follia della bambina, fino a un deludente ricongiungimento con il padre - dove si era illusa fosse stato portato il cane Chappy che aveva morso Marina - e le atrocità commesse nei confronti della nuova famiglia del genitore.

Il quinto episodio è il climax della storia, che ci svela il vero peccato originale di Takopi, il suo primo viaggio nel 2022 e l'incontro con Marina, l'infrazione delle regole e il ritorno al 2016 dove avrebbe dovuto uccidere Shizuka per rendere l'altra felice. Ma i ricordi dell'alieno sono svaniti a lungo e tornano solo dopo la violenza di Shizuka, ormai del tutto folle, nei suoi confronti.

Come detto, TOS non tira mai indietro la gamba, per usare una metafora calcistica, non ha paura di affondare la stoccata e poi di infierire sulla ferita aperta. Poi arriviamo al finale dell'anime che, fino alla decisione di Takopi di sacrificarsi per resettare ancora una volta tutto e tornare al giorno in cui aveva scattato la foto, poco prima del suicidio di Shizuka, resta coerente con se stesso. È qui però che il coraggio viene meno.

Io mi sarei aspettato il seguente scenario: Takopi torna all'istante della divergenza della linea temporale, subito prima del suicidio di Shizuka e, magari coinvolgendo Naoki, lo traduce in un tentato suicidio, così come sembrava essere nella realtà originale del 2022. In questo modo di fatto avrebbe reso il tempo lungo una realtà specifica ciclico - così come di fatto dovrebbe essere, Steins;Gate insegna - e invece Takopi trasla tutto in una nuova linea temporale, dove la storia si chiude, mi dispiace ma non trovo altra espressione, "a tarallucci e vino". Shizuka e Marina non si ricordano di Takopi, ma condividono una rimembranza nostalgica che le fa diventare amiche di punto in bianco e quindi il reciproco supporto permetterà loro di superare le difficoltà della vita.

Qui l'anime perde senso logico e tradisce il suo spirito. Marina infatti ha conosciuto Takopi solo nel 2022, come fa ad avere questi offuscati ricordi nel 2016? Ok che il tempo dovrebbe essere ciclico, ma non appare stagnante come nei giochi From Software. Inoltre da aguzzina di Shizuka cambia completamente faccia. Infine se fino a ridosso del finale tutta la storia è intrisa da un dramma senza apparente via d'uscita, ecco che Takopi si trasforma in un deus ex machina che, con uno schiocco di tentacoli, sistema tutto. Tutto troppo facile, un buonismo eccessivo e, mi dispiace dirlo, totalmente fuori luogo rispetto a quanto messo in scena fino a quel momento. Il sacrificio del polpo dovrebbe commuovere ma, in fin dei conti, appare solo come un banale pretesto narrativo per farlo uscire di scena in maniera pretestuosamente strappalacrime.

Dispiace perché, per il resto, TOS è un ottimo e a tratti eccellente anime in tutto: nella sceneggiatura (finale escluso, come si è detto), nella scrittura dei personaggi, nelle animazioni, nelle musiche, nella regia, nei colpi di scena. La sua drammatica brutalità è davvero tanto potente. Proprio all'ultimo ostacolo però ecco il capitombolo. Peccato.

Resta un anime assolutamente consigliato, per il quale non mi sento di dare meno di 8, ma che sarebbe potuto essere davvero tanto, ma tanto più incisivo.