AARO - All-domain Anomaly Resolution Office (Zen Ryoiki Ijo Kaiketsu Shitsu) è una serie tv giapponese del 2024 di 10 episodi da circa 45 minuti l'uno, che sa unire con classe molti diversi elementi. Diretta da Jun'ichi Ishikawa e sceneggiata da Tsutomu Kuroiwa, è stata prodotta e trasmessa su Fuji TV tra ottobre e dicembre in patria e distribuita globalmente, così come anche nel nostro Paese, a partire dal novembre dello stesso anno su Netflix.
La storia parla di un misterioso ufficio investigativo statale e si sviluppa attraverso una serie di casi enigmatici di vario genere che si verificano a Tokyo: omicidi efferati, misteriosi svenimenti collettivi, o parti di aerei scomparsi da anni che precipitano di colpo sulla città.
Il tutto è filtrato dal punto di vista, e dall'atteggiamento scettico, dell'agente Koyume Amano, interpretata ottimamente e con grande naturalezza da Alice Hirose (Maria-sama ga miteru, Hyouka, 366 giorni), che viene assegnata al particolare ufficio del titolo all'inizio della storia. Si tratta di una divisione speciale e poco conosciuta che affianca la polizia nelle indagini segnate dalla possibile presenza di elementi soprannaturali, che sembrano avere a che fare con la mitologia giapponese.

Muovendosi tra fantasy e investigativo in un'atmosfera a tratti piuttosto macabra, l'opera incorpora perfettamente anche interessanti elementi di critica sociale nelle trame dei singoli episodi. Ma soprattutto, riesce a tenere sempre alta la soglia dell'attenzione per tutta la sua durata e, quando vuole, anche a stupire lo spettatore.
Al centro della trama ci sono anche le diverse interazioni della protagonista con gli altri membri dell'AARO, a cominciare da Miyabi Okitama, interpretato magistralmente e con grande carisma da Tatsuya Fujiwara (Battle Royale – The Movie, Death Note, Saint Oniisan the Movie: Holy Men vs Akuma Gundan, Rurouni Kenshin Kyoto Inferno). Gli altri componenti della squadra sono Tamio Ukino, nei cui panni c'è il mitico veterano Fumiyo Kohinata (Orange Days, Outrage, Fullmetal Alchemist, Outrage Coda), Masahiko Serita, portato sullo schermo dal bravo Takaya Sakoda, e Himeka Toyotama, interpretata con dinamismo e freschezza da Riko Fukumoto (My love mix-up, Trillion Game).

La narrazione inizia e si sviluppa in un primo momento portando avanti la trama generale attraverso i vari casi che vengono risolti nei singoli episodi, per poi subire brusche accelerazioni narrative e diversi ribaltamenti di prospettiva dalla sua metà in poi. Ma non è tutto.
Il riuscitissimo mix tra mitologia e crimine, tra elementi fantastici e quotidiani che c'è in ogni puntata, fa quasi da contrappunto alle riflessioni non banali sui vari aspetti del Giappone contemporaneo presenti nelle sotto-trame. Questa ambientazione e queste storie sapientemente costruite, sostenute ed elevate dalla scrittura incisiva di Tsutomu Kuroiwa (Samurai Sensei, My Love Mix-Up!, Golden Kamui), rendono AARO un'operazione ancor più riuscita e una fiction davvero fuori dal comune.

Uno degli elementi che più apprezzato dell'opera è poi sicuramente l'aspetto puramente cinematografico: AARO è una vera delizia per gli occhi. Jun'ichi Ishikawa (Celeb to Binbo Taro, Date - Koi to wa Donna Mono Kashira, The Floor Plan), il regista, è infatti un grande veterano della tv nipponica, sulla scena da decenni con opere sempre degne di interesse. In AARO ci regala dei veri virtuosismi registici. Difficile infatti, se non impossibile, non notare nel corso della visione numerose sequenze con inquadrature di altissimo livello visivo, con una cura dei dettagli e un uso della luce spettacolari.
Anche se gli effetti speciali non riescono a raggiungere questi livelli altissimi, l'insieme risulta comunque molto ben costruito, con una coerenza visiva che immerge completamente nella narrazione.

La serie si distingue anche per un montaggio inusuale, che incorpora elementi molto particolari come i fermi immagine e le virate a nero, utilizzate con frequenza e in modo strategico in determinati momenti. Anche questi "artifizi" visivi contribuiscono a restituire un'atmosfera davvero particolare, amplificata dal mix di generi che tra l'altro non esula di ricorrere, di tanto in tanto, anche a toni più leggeri.
Perfettamente calibrata la OST, in cui oltre agli orecchiabilissimi temi strumentali ricorrenti di Ryo Konishi, troviamo nomi noti del j-pop come TOMOO e Miisha Shimizu.

Miyabi Okitama è il direttore della Zenryoiki Ijou Kaiketsu Shitsu (nota come Zenketsu), la più antica agenzia investigativa esperta nella risoluzione di casi misteriosi. Miyabi emana un'aura elegante, possiede conoscenze, memoria e intuizioni straordinarie e, grazie alle sue capacità, risolve casi anomali e inspiegabili che non possono essere risolti nemmeno con indagini scientifiche all'avanguardia.
I suoi casi riguardano spesso il paranormale e l'occulto. Si reca sul posto e indaga nel dettaglio, mettendo insieme tutti i fatti e deducendo un'ipotesi comprensibile a tutti, anche se le parole che pronuncia sono spesso misteriose, ed è una persona che non mostra agli altri ciò che ha davvero in mente.
I suoi casi riguardano spesso il paranormale e l'occulto. Si reca sul posto e indaga nel dettaglio, mettendo insieme tutti i fatti e deducendo un'ipotesi comprensibile a tutti, anche se le parole che pronuncia sono spesso misteriose, ed è una persona che non mostra agli altri ciò che ha davvero in mente.
La storia parla di un misterioso ufficio investigativo statale e si sviluppa attraverso una serie di casi enigmatici di vario genere che si verificano a Tokyo: omicidi efferati, misteriosi svenimenti collettivi, o parti di aerei scomparsi da anni che precipitano di colpo sulla città.
Il tutto è filtrato dal punto di vista, e dall'atteggiamento scettico, dell'agente Koyume Amano, interpretata ottimamente e con grande naturalezza da Alice Hirose (Maria-sama ga miteru, Hyouka, 366 giorni), che viene assegnata al particolare ufficio del titolo all'inizio della storia. Si tratta di una divisione speciale e poco conosciuta che affianca la polizia nelle indagini segnate dalla possibile presenza di elementi soprannaturali, che sembrano avere a che fare con la mitologia giapponese.

Muovendosi tra fantasy e investigativo in un'atmosfera a tratti piuttosto macabra, l'opera incorpora perfettamente anche interessanti elementi di critica sociale nelle trame dei singoli episodi. Ma soprattutto, riesce a tenere sempre alta la soglia dell'attenzione per tutta la sua durata e, quando vuole, anche a stupire lo spettatore.
Al centro della trama ci sono anche le diverse interazioni della protagonista con gli altri membri dell'AARO, a cominciare da Miyabi Okitama, interpretato magistralmente e con grande carisma da Tatsuya Fujiwara (Battle Royale – The Movie, Death Note, Saint Oniisan the Movie: Holy Men vs Akuma Gundan, Rurouni Kenshin Kyoto Inferno). Gli altri componenti della squadra sono Tamio Ukino, nei cui panni c'è il mitico veterano Fumiyo Kohinata (Orange Days, Outrage, Fullmetal Alchemist, Outrage Coda), Masahiko Serita, portato sullo schermo dal bravo Takaya Sakoda, e Himeka Toyotama, interpretata con dinamismo e freschezza da Riko Fukumoto (My love mix-up, Trillion Game).

La narrazione inizia e si sviluppa in un primo momento portando avanti la trama generale attraverso i vari casi che vengono risolti nei singoli episodi, per poi subire brusche accelerazioni narrative e diversi ribaltamenti di prospettiva dalla sua metà in poi. Ma non è tutto.
Il riuscitissimo mix tra mitologia e crimine, tra elementi fantastici e quotidiani che c'è in ogni puntata, fa quasi da contrappunto alle riflessioni non banali sui vari aspetti del Giappone contemporaneo presenti nelle sotto-trame. Questa ambientazione e queste storie sapientemente costruite, sostenute ed elevate dalla scrittura incisiva di Tsutomu Kuroiwa (Samurai Sensei, My Love Mix-Up!, Golden Kamui), rendono AARO un'operazione ancor più riuscita e una fiction davvero fuori dal comune.

Uno degli elementi che più apprezzato dell'opera è poi sicuramente l'aspetto puramente cinematografico: AARO è una vera delizia per gli occhi. Jun'ichi Ishikawa (Celeb to Binbo Taro, Date - Koi to wa Donna Mono Kashira, The Floor Plan), il regista, è infatti un grande veterano della tv nipponica, sulla scena da decenni con opere sempre degne di interesse. In AARO ci regala dei veri virtuosismi registici. Difficile infatti, se non impossibile, non notare nel corso della visione numerose sequenze con inquadrature di altissimo livello visivo, con una cura dei dettagli e un uso della luce spettacolari.
Anche se gli effetti speciali non riescono a raggiungere questi livelli altissimi, l'insieme risulta comunque molto ben costruito, con una coerenza visiva che immerge completamente nella narrazione.

La serie si distingue anche per un montaggio inusuale, che incorpora elementi molto particolari come i fermi immagine e le virate a nero, utilizzate con frequenza e in modo strategico in determinati momenti. Anche questi "artifizi" visivi contribuiscono a restituire un'atmosfera davvero particolare, amplificata dal mix di generi che tra l'altro non esula di ricorrere, di tanto in tanto, anche a toni più leggeri.
Perfettamente calibrata la OST, in cui oltre agli orecchiabilissimi temi strumentali ricorrenti di Ryo Konishi, troviamo nomi noti del j-pop come TOMOO e Miisha Shimizu.

Insomma, AARO - All-domain Anomaly Resolution Office è una serie TV di altissimo livello che non posso che stra-consigliare: con una trama particolarissima e ben costruita che miscela mistero mitologia giapponese e tanto altro, un cast stellare e un comparto tecnico a dieci stelle, saprà intrattenere incuriosendo sia gli appassionati del genere, sia coloro che sono alla ricerca di una fiction capace di sorprendere.
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Pro
- Trama inusuale con generi e temi diversi ben amalgamati
- Sceneggiatura avvincente ricca di sorprese
- Regia e fotografia di livello cinematografico, esteticamente appagante
- Cast stellare
- Ottime performance attoriali, perfettamente in sintonia con i ruoli
- OST accattivante
Ringrazio pertanto di cuore @rudido per aver stilato con precisione e con calore, in questa bella recensione, tutti i motivi per cui AARO è una serie da non perdere, a maggior ragione dato che possiamo trovarla comodamente su Netflix.
Io ce l'ho ancora in wishlist malgrado tutte le buone intenzioni di recuperarla, quindi io per prima mi metto d'impegno per "spilarla" dalla pila infinita il prima possibile. Sono davvero curiosa di scoprirla, non vedo l'ora ♥
Capisco la tua critica, anche se in realtà rivendendo la serie anche il discorso di Amano era potenzialmente intuibile dall'inizio. Per quanto riguarda la seconda metà invece non sono d'accordo. Forse non si evince del tutto da ciò che ho scitto, ma per me è proprio la parte migliore, perché diventa imprevedibile sa osare e ribaltare diversi punti di vista. Anche regia e la fotografia mi son sembrati salire di livello.
Gli ultimi tre episodi e mezzo devo ancora vederli, però mi fido di quel che dici .
Su Amano è vero che qualcosa si era intuito, ma secondo me hanno saltato qualche passaggio rendendo la situazione confusa, sembra di aver saltato un episodio...
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