
Lanciata il 1° ottobre 2025, l'app è rapidamente schizzata in cima alle classifiche dell'Apple App Store negli Stati Uniti, raggiungendo 1 milione di download in soli cinque giorni e superando i numeri iniziali di ChatGPT.
Tuttavia, poco dopo il suo lancio, i social media sono stati invasi da video generati dall'app contenenti rappresentazioni di personaggi protetti da copyright, provenienti da franchise popolari di anime e videogiochi come One Piece, Demon Slayer, Pokémon, Dragon Ball Z e Mario. Questa situazione ha sollevato serie preoccupazioni non solo per la mancanza di adeguate protezioni del copyright, ma anche per le famiglie di personaggi pubblici turbate dalla "rianimazione" digitale dei loro cari.
Il governo giapponese non è rimasto con le mani in mano e ha risposto con una richiesta formale rivolta a OpenAI affinché si astenga dalla violazione del copyright.
Durante una conferenza stampa presso il Gabinetto del governo venerdì scorso, Minoru Kiuchi, ministro di Stato per la strategia sulla proprietà intellettuale e l'intelligenza artificiale, ha informato i presenti della richiesta ufficiale, presentata online dal Quartier Generale per la Strategia sulla Proprietà Intellettuale del Gabinetto.
"Manga e anime sono tesori insostituibili di cui il Giappone si vanta con il mondo", ha dichiarato Kiuchi, sottolineando l'importanza culturale ed economica di queste forme d'arte apprezzate globalmente. Il politico Akihisa Shiozaki, membro del partito di governo LDP con un seggio nel parlamento giapponese (la Dieta), ha scritto ampiamente su Sora 2 sul suo account X ufficiale, affermando: "Siamo un Paese che ha conquistato il mondo con la forza creativa di anime, giochi e musica. Il Giappone ha la responsabilità di prendere l'iniziativa nello stabilire regole in questo ambito".

Durante un programma della TBS domenica scorsa, il ministro del digitale Masaaki Taira ha precisato che il governo ha chiesto a OpenAI di passare da un modello opt-out a un modello opt-in. Il sistema attuale richiede ai titolari del copyright di chiedere esplicitamente agli operatori dell'app di non utilizzare i loro personaggi, mentre con il modello opt-in sarebbe OpenAI a dover ottenere l'autorizzazione preventiva dai titolari dei diritti prima di utilizzare qualsiasi proprietà intellettuale.
Taira ha sottolineato la necessità di un meccanismo attraverso cui i titolari del copyright vengano compensati economicamente quando i loro personaggi vengono utilizzati sulla piattaforma. Il governo ha inoltre chiesto all'azienda di implementare misure che consentano ai titolari del copyright di richiedere la cancellazione immediata di contenuti dalla piattaforma, richiesta alla quale OpenAI avrebbe dato seguito.
I politici giapponesi sono tra quelli che hanno capito da subito la grande sfida ma anche i pericoli che il rapido sviluppo della IA comporta.
Entrata pienamente in vigore il 1° settembre 2025, la Legge di Promozione dell'IA del Giappone mira a fare del Paese il più "amichevole verso l'IA" promuovendo politiche che favoriscano lo sviluppo e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per la crescita socio-economica. Tuttavia, la legge stabilisce anche principi per affrontare l'uso problematico dell'IA, inclusa la violazione del copyright.
L'articolo 16 della legge riguarda la ricerca e l'indagine, affermando che il governo può "analizzare i casi in cui i diritti o gli interessi dei cittadini sono stati violati attraverso la ricerca, lo sviluppo o l'utilizzo di tecnologie legate all'IA condotte per scopi impropri o con metodi inappropriati, e considerare contromisure basate su tali analisi". Tuttavia, come notato dal Future of Privacy Forum, la legge non specifica sanzioni chiare per l'uso improprio dell'IA, ma invita piuttosto gli operatori commerciali a cooperare con le misure adottate.
A inizio mese il CEO di OpenAI Sam Altman ha annunciato che l'app adotterà misure simili a un modello opt-in. "Daremo ai titolari dei diritti un controllo più granulare sulla generazione di personaggi, simile al modello opt-in per l'uso dell'immagine ma con controlli aggiuntivi", ha dichiarato Altman, aggiungendo che OpenAI fornirà ai titolari dei diritti "la possibilità di specificare come i loro personaggi possono essere utilizzati (inclusa l'opzione di non utilizzarli affatto)".
La questione del copyright nell'era dell'IA arriva mentre si intensifica la competizione globale nel settore dei video generati dall'intelligenza artificiale. Mercoledì, Google ha presentato un'anteprima a pagamento del suo prodotto rivale Veo 3.1, che offre anch'esso video iperrealistici. A settembre, Meta ha rilasciato un'anteprima della propria piattaforma di generazione video tramite IA, Vibes.
Anche negli Stati Uniti le questioni legali si moltiplicano. Disney e Universal hanno fatto causa al generatore di immagini AI Midjourney, sostenendo che l'azienda abbia utilizzato e distribuito in modo improprio personaggi generati dall'IA tratti dai loro film.
Fonte: JapanTimes
IGN
Quello che prima era appalto di professionisti d'esperienza adesso diventa accessibile ad una enorme massa di persone con una conseguente invasione delle piattaforme.
Speriamo bene... :/
Attualmente il limite è solo dato dal fatto che la durata dei video è limitata, quando arriveranno ad una durata molto maggiore, saranno problemi serie per le industrie di animazione.
Una regolamentazione su queste cose era inevitabile, è strano che sia arrivata così tardi più che altro.
Tardi? Loro lo hanno nel programma di governo..hanno rappresentanti che si occupano di digitalizzazione e ai.
Noi siamo in ritardo...
All'atto pratico abbiamo solo Giuli (e il suo bellissimo tatuaggio sul petto di cui non si può parlare) che si fa i selfie con Akamatsu come se fossero amiconi.
Bisogna porre un freno e dei paletti.
Quindi che vuol dire? Che si può rubare o violare la libertà delle persone?
Diresti lo stesso se si potesse fare un video con la IA di te che fai cose inopportune per poi diffonderlo on line?
Perché il governo deve mettersi in mezzo?
Ne stia fuori.
E attenzione alle richieste perché si rischia di finire nell'eccesso opposto (Youtube ne e' un esempio). Cioe' niente partigianerie ma valutazione attenta.
Io sulla compensazione economica per esempio avrei forti dubbi. Devi provare il danno, non in maniera preventiva.
L'argomento fantoccio è una fallacia logica. Si puà legittimamente contestare l'opinione, ma con argomenti più solidi.
Questi sono gli argomenti solidi
Anche il fatto che non sia specificato a cosa si va esattamente incontro in caso di violazioni, e che la legislazione sia intesa più come "un invito a cooperare", indica che il problema non sia ancora pienamente sentito.
C'è molta strada da fare ancora in senso legislativo.
Non lo sono affatto, perché per esempio, un intervento eccessivo (e il Governo Giapponese è esperto in questo) può, di fatto, bloccare qualsiasi altro player esterno - basta ricordare i problemi di Visa e Mastercard citati su questo stesso sito, no?
Fare il bis sarebbe da evitare.
Non ho mai detto di essere d’accordo con chi ruba o viola la libertà altrui. Ma negare che accada sarebbe ipocrisia. Oggi chiunque può prendere i miei dati, le mie immagini o i miei video e usarli, magari con l’aiuto dell’AI, per creare contenuti inopportuni e diffonderli. È già realtà, basta guardare cosa succede ai personaggi più popolari.
Il punto è proprio questo: dire di “non farlo” o minacciare punizioni serve a poco, perché, a meno che non tocchi interessi nazionali, la maggior parte di questi casi finisce solo come spazzatura nei database della polizia postale. Il web è troppo vasto, mutevole e pieno di menti curiose. E l’uomo, si sa, è curioso per natura, nel bene e nel male.
Alla fine, vietare qualcosa su Internet è come lanciare una monetina nell’oceano e sperare di ritrovarla.
Se metti persone preparate (ad esempio in UK) ad occuparsene sicuramente certe scelte saranno più occulate
E comunque altri stati meno democratici e con meno pastoie burocratiche già stanno ampiamente usando social e ai.
Rimanerne fuori e non porre delle regole anche internazionali a un qualcosa che significativamente inciderà nella vita di tutti da oggi al prossimo futuro significa lasciare campo libero al Far West
Viste le regole che hanno messo non parlerei di "oculate". Anzi.
Forse non è chiaro che il Far West non era "mancanza di regole" ma "libertà individuale".
Ma al di là di questo, qui in EU le regole ci sono, quella mostruosità dell'AI act con 100 e passa articoli e "regole pratiche" per chiarirli di oltre 100 pagine. Risultato? Scappano tutti e queste cose vengono fatte lo stesso. Quindi, a che serve?
Davvero il governo giapponese pensa che con queste cose non succedera' niente? Pia illusione.
Il filmato fatto con Sora che sta girando non è un anime, ma neanche una doujinshi (che pure il Giappone ne è pieno), ma una sorta di "proof of concept", quello che allo stato dell'arte l'IA può fare. Magari il cliente finale a cui Sam Altman sta pensando non è l'utente che gioca a fare qualcosina banale, ma le case di produzione stesse che anche su prodotti di punta, sono spesso in grandi difficoltà produttive. E magari utilizzare metodologie avanzate per animare (sempre dietro supervisione umana), è una buona alternativa a far morire gli autori di Karoshi.
Riguardo invece alle regole, il discorso è più complesso ed esula dal "ci rubano le anime" (cit.). Per chi è interessato consiglio la lettura del libro:
The Alignment Problem: Machine Learning and Human Values di Brian Christian (purtroppo non ancora tradotto in italiano) che affronta seriamente le problematiche etiche e morali e le contraddizioni insite nel machine learning.
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