Il governo giapponese sta valutando un importante aumento della tassa di uscita dal paese, che potrebbe passare dagli attuali 1.000 yen a 3.000 yen (poco meno di 17 euro) per persona. L'obiettivo è raccogliere fondi per affrontare i crescenti problemi legati all'overtourism, il fenomeno del turismo eccessivo che sta mettendo a dura prova le infrastrutture e le comunità locali giapponesi.

La "tassa internazionale sui passeggeri turistici", come viene ufficialmente chiamata, è stata introdotta nel 2019 e deve essere pagata da chiunque lasci il Giappone, sia turisti stranieri che cittadini giapponesi. Inizialmente concepita come un piccolo contributo di 1.000 yen, la tassa viene automaticamente inclusa nel prezzo del biglietto aereo. Nel 2024 il governo ha raccolto 52,4 miliardi di yen attraverso questa imposta, ma con il boom del turismo internazionale che ha raggiunto livelli record, triplicare la tassa potrebbe generare entrate molto più consistenti.


 


La proposta è stata avanzata dalla prima ministra Sanae Takaichi durante un dibattito politico a settembre, quando era ancora candidata alla leadership del paese. Secondo i suoi sostenitori, i fondi aggiuntivi verrebbero utilizzati per implementare misure concrete contro l'overtourism: dalla costruzione di nuovi parcheggi per ridurre la congestione dei trasporti pubblici, all'introduzione di sistemi di prenotazione nei siti turistici più affollati, fino all'installazione di più cestini per i rifiuti e campagne di sensibilizzazione per promuovere il rispetto delle regole tra i visitatori stranieri.

Tuttavia, la questione è più complessa di quanto sembri. Poiché anche i cittadini giapponesi devono pagare la tassa quando viaggiano all'estero, il governo sta valutando di compensare questo aumento riducendo il costo dei passaporti di 10.000 yen. Attualmente un passaporto decennale costa 15.900 yen, ma anche con questo sconto, i giapponesi che viaggiano più di una volta ogni due anni finirebbero comunque per pagare di più.



 


Gli esperti concordano sul fatto che un aumento di 2.000 yen difficilmente scoraggerà i turisti stranieri dal visitare il Giappone, considerando il costo complessivo di un viaggio e il tasso di cambio particolarmente favorevole per i visitatori stranieri. La vera domanda è quindi se le soluzioni proposte siano quelle che i residenti giapponesi desiderano davvero: più parcheggi, sistemi di prenotazione obbligatori per i siti culturali e campagne educative potrebbero non essere sufficienti a risolvere i problemi di fondo legati al turismo di massa.
 

 

Mentre il dibattito continua, resta da vedere se questa misura verrà effettivamente approvata e, soprattutto, se riuscirà a bilanciare le esigenze economiche del paese con il benessere delle comunità locali sempre più sotto pressione.

Fonte: soranews24.com