Recensione
Slam Dunk
10.0/10
Recensione di paølø2Ø9ØØ
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| SLAM DUNK: LO SHOHOKU FA IMPAZZIRE IL GIAPPONE
Segnatevi questo nome: Hanamichi Sakuragi. Capelli rossi, attitudine da teppista e un record poco invidiabile: 50 rifiuti amorosi consecutivi. Ma è bastata una frase “ti piace il basket?” per indirizzare il ragazzo più temuto del liceo verso la via del canestro. Da qui inizia la sorprendente parabola dello Shohoku High School, squadra fino a ieri anonima, oggi tra le più chiacchierate del campionato studentesco.
Slam Dunk, il manga di Takehiko Inoue, racconta la stagione più rocambolesca che una squadra liceale abbia mai vissuto. Con un reparto lunghi granitico guidato dal capitano Takenori Akagi, un talento glaciale come Kaede Rukawa e un playmaker furbo come Ryota Miyagi, lo Shohoku non è solo un gruppo di studenti: è una mina vagante pronta a saltare su qualsiasi parquet.
Ma l’elemento imprevedibile resta lui, Sakuragi: zero tecnica, ma atletismo da NBA e una faccia tosta che spiazza avversari e arbitri. Rimbalzi acrobatici, falli assurdi e dichiarazioni di superiorità proclamate a voce alta: ogni sua entrata in campo è uno show. E, incredibilmente, funziona.
Le partite sono raccontate da Inoue con una precisione quasi televisiva: timeout, contatti sotto canestro, sguardi tesi in lunetta… manca solo la sirena. Il ritmo è da vera telecronaca sportiva, e ogni capitolo si chiude come un quarto decisivo: con la voglia di vedere cosa succede dopo.
Il risultato? In Giappone, i club scolastici di basket registrano impennate di iscrizioni, e l’anime ha ormai trasformato lo Shohoku in una squadra reale agli occhi dei tifosi.
Pronostico della redazione: se continua così, Slam Dunk rischia di diventare per il basket quello che Captain Tsubasa è stato per il calcio. E allora preparatevi: la prossima generazione di schiacciatori potrebbe essere cresciuta sfogliando fumetti.
Segnatevi questo nome: Hanamichi Sakuragi. Capelli rossi, attitudine da teppista e un record poco invidiabile: 50 rifiuti amorosi consecutivi. Ma è bastata una frase “ti piace il basket?” per indirizzare il ragazzo più temuto del liceo verso la via del canestro. Da qui inizia la sorprendente parabola dello Shohoku High School, squadra fino a ieri anonima, oggi tra le più chiacchierate del campionato studentesco.
Slam Dunk, il manga di Takehiko Inoue, racconta la stagione più rocambolesca che una squadra liceale abbia mai vissuto. Con un reparto lunghi granitico guidato dal capitano Takenori Akagi, un talento glaciale come Kaede Rukawa e un playmaker furbo come Ryota Miyagi, lo Shohoku non è solo un gruppo di studenti: è una mina vagante pronta a saltare su qualsiasi parquet.
Ma l’elemento imprevedibile resta lui, Sakuragi: zero tecnica, ma atletismo da NBA e una faccia tosta che spiazza avversari e arbitri. Rimbalzi acrobatici, falli assurdi e dichiarazioni di superiorità proclamate a voce alta: ogni sua entrata in campo è uno show. E, incredibilmente, funziona.
Le partite sono raccontate da Inoue con una precisione quasi televisiva: timeout, contatti sotto canestro, sguardi tesi in lunetta… manca solo la sirena. Il ritmo è da vera telecronaca sportiva, e ogni capitolo si chiude come un quarto decisivo: con la voglia di vedere cosa succede dopo.
Il risultato? In Giappone, i club scolastici di basket registrano impennate di iscrizioni, e l’anime ha ormai trasformato lo Shohoku in una squadra reale agli occhi dei tifosi.
Pronostico della redazione: se continua così, Slam Dunk rischia di diventare per il basket quello che Captain Tsubasa è stato per il calcio. E allora preparatevi: la prossima generazione di schiacciatori potrebbe essere cresciuta sfogliando fumetti.
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