Recensione
L'attacco dei giganti
9.0/10
Lasciatemi passare il termine bimbominkioso: una figata!
Questo termine l'ho ripetuto più volte nel corso della serie, anche a voce alta. Solo con le prime puntate di "Death Note" mi è capitato di provare un entusiasmo simile.
Ma partiamo con ordine (o almeno proviamoci).
La prima cosa che mi ha colpito positivamente è stata la struttura corale dell'opera: c'è un protagonista sì, ma non monopolizza minimamente la scena anzi, spesso viene messo in ombra da gente ancor più carismatica di lui. La quantità di personaggi che popolano la trama è davvero notevole, siamo quasi a livello di un "Game of Thrones". Ho seguito la serie senza grosse pause tra una stagione e l'altra, altrimenti sarebbe stato difficile tenere traccia dei vari legami. Neanche a dirlo sono tutti ottimamente caratterizzati, è impossibile non tifare per almeno uno di essi.
Ce n'è davvero per tutti i gusti, persino fra i "cattivi". Certo, ce ne sono alcuni che spiccano sugli altri ma in generale a ognuno viene data un'occasione per farsi conoscere e apprezzare.
Il protagonista è Eren assieme al suo "cerchio magico" formato dal suo migliore amico Armin e dalla sua "sorellastra" Mikasa. L'aspetto interessante di questo trio che, diciamo la verità, non brilla per chissà quale approfondimento psicologico, è il fatto che ognuno di essi custodisca una caratteristica fondamentale per superare le minacce che si troveranno ad affrontare. Eren è la personificazione della forza di volontà, Mikasa è la furia combattiva, Armin è la mente strategica. Assieme formano una squadra perfetta.
Poi vabbe' le dinamiche tenderanno ad evolversi e ognuno troverà comunque la propria strada, ma come stratagemma per evitare di avere da subito eroi troppo forti, funziona bene.
Non mi voglio dilungare troppo sulla trama perché cadere nello spoiler sarebbe facile. Diciamo che la storia è ambientata in quel che sembra un mondo post-apocalittico in cui pochi milioni di persone si sono rinchiuse all'interno di imponenti mura per proteggersi da una minaccia che 100 anni prima sconvolse le loro vite, ossia l'attacco di enormi mostri antropomorfi di cui non si conosce la provenienza.
La vita scorreva tranquilla fino a quanto i suddetti mostri decidono di fare la loro ricomparsa determinati a estirpare definitivamente quel poco di umanità rimasta.
Da qui prende il via la storia di Eren, ragazzo poco avvezzo a lasciarsi trasportare dagli eventi passivamente e il cui destino sembra essere legato a doppio filo con la comparsa di questi giganti.
Mi è piaciuta la gradualità con cui il mistero viene via via disvelato, nonostante si parta a razzo già dalla prima puntata.
Non esistono filler. Anche l'episodio più "tranquillo" contribuisce ad avere un quadro più preciso del contesto narrativo. E ce n'è bisogno visto la quantità di intrighi, tradimenti, doppi e tripli giochi.
La sceneggiatura è generalmente cupa e seriosa e spesso sfocia in tragedia (anche troppo). Infatti un'altra caratteristica che condivide con GoT è il fatto che i personaggi (compresi quelli importanti) muoiano di continuo. Qui il plot armor è molto meno pervasivo rispetto ad altre serie, cosa che contribuisce ad aumentare di molto la tensione.
L'umorismo è ridotto all'osso e, per la felicità dei più intransigenti, è presente zero fanservice. Zero, non si vede neanche una caviglia. Le divise sono uguali sia per gli uomini che per le donne e anche quando queste sono in abiti civili, sono più coperte di una casalinga del dopoguerra. Piuttosto inaspettata come cosa. Insomma, a parte qualche piccolissima sbavatura (i rossori bambineschi da parte ragazzi abituati a sbudellare mostri fin da piccoli sono un po' ridicoli) è ben godibile anche da chi non è proprio un giovincello, cosa sempre apprezzabile.
Ma il vero punto di forza, a mio parere, è la regia, in particolare le coreografie di combattimento; da questo punto di vista darei 10 senza batter ciglio. Una roba da far invidia a una produzione hollywoodiana su pellicola (dei bei tempi, non quelle odierne). Montaggio sempre serratissimo che non perde di vista nessuno dei fronti dell'azione, nonostante alcune battaglie siano davvero su larga scala; slow motion piazzati ad arte che si potrebbero stampare e farne un quadretto per quanto belli, musiche che a seconda del momento ballano tra l'epico e l'incalzante.
Quello che ritenevo fosse il punto debole dell'opera si è rivelato ciò che ho apprezzato di più. Pensavo che alla lunga i combattimenti aerei risultassero ridondanti invece hanno fatto in modo di renderli ben equilibrati e soprattutto tatticamente avvincenti.
Breve accenno al comparto tecnico.
Disegni bellissimi. Alcuni scorci sembrano dei dipinti a olio, la profondità della luce è incredibile, in particolare al tramonto dove si possono ammirare dei paesaggi mozzafiato.
Le animazioni sono ottime e la cgi è innestata benissimo. Musiche: quelle corali sono straordinarie, quelle più moderne stonano più di un acuto di Carmen Consoli (si scherza).
Piccolo appunto al design di alcuni personaggi che a volte tendono ad assomigliarsi troppo finendo per mandarti in confusione, almeno all'inizio. Vedi Sasha Braus-Hange Zoe o Reiner-Colt.
Difetti: beh non mi è piaciuta l'evoluzione dei tre protagonisti, a un certo punto diventano davvero troppo passivi e, come già accennato all'inizio, vengono messi in ombra da personaggi ben più sanguigni.
Inoltre non mi ha fatto impazzire l'ultima stagione, nonostante ci siano anche qui dei momenti veramente alti.
Va avanti troppo spedita, c'è troppa carne al fuoco ed è troppo cervellotica. Se per gran parte della sua durata la serie ha tenuto i piedi ben piantati a terra, sul finale si fanno troppi voli di fantasia a mio parere.
il finalissimo post-credit invece è in linea col messaggio escatologico che permea tutto l'anime.
Al di là di tutto una serie veramente imperdibile.
Purtroppo adesso temo che sarà abbastanza difficile trovare qualcosa che regga il confronto.
Questo termine l'ho ripetuto più volte nel corso della serie, anche a voce alta. Solo con le prime puntate di "Death Note" mi è capitato di provare un entusiasmo simile.
Ma partiamo con ordine (o almeno proviamoci).
La prima cosa che mi ha colpito positivamente è stata la struttura corale dell'opera: c'è un protagonista sì, ma non monopolizza minimamente la scena anzi, spesso viene messo in ombra da gente ancor più carismatica di lui. La quantità di personaggi che popolano la trama è davvero notevole, siamo quasi a livello di un "Game of Thrones". Ho seguito la serie senza grosse pause tra una stagione e l'altra, altrimenti sarebbe stato difficile tenere traccia dei vari legami. Neanche a dirlo sono tutti ottimamente caratterizzati, è impossibile non tifare per almeno uno di essi.
Ce n'è davvero per tutti i gusti, persino fra i "cattivi". Certo, ce ne sono alcuni che spiccano sugli altri ma in generale a ognuno viene data un'occasione per farsi conoscere e apprezzare.
Il protagonista è Eren assieme al suo "cerchio magico" formato dal suo migliore amico Armin e dalla sua "sorellastra" Mikasa. L'aspetto interessante di questo trio che, diciamo la verità, non brilla per chissà quale approfondimento psicologico, è il fatto che ognuno di essi custodisca una caratteristica fondamentale per superare le minacce che si troveranno ad affrontare. Eren è la personificazione della forza di volontà, Mikasa è la furia combattiva, Armin è la mente strategica. Assieme formano una squadra perfetta.
Poi vabbe' le dinamiche tenderanno ad evolversi e ognuno troverà comunque la propria strada, ma come stratagemma per evitare di avere da subito eroi troppo forti, funziona bene.
Non mi voglio dilungare troppo sulla trama perché cadere nello spoiler sarebbe facile. Diciamo che la storia è ambientata in quel che sembra un mondo post-apocalittico in cui pochi milioni di persone si sono rinchiuse all'interno di imponenti mura per proteggersi da una minaccia che 100 anni prima sconvolse le loro vite, ossia l'attacco di enormi mostri antropomorfi di cui non si conosce la provenienza.
La vita scorreva tranquilla fino a quanto i suddetti mostri decidono di fare la loro ricomparsa determinati a estirpare definitivamente quel poco di umanità rimasta.
Da qui prende il via la storia di Eren, ragazzo poco avvezzo a lasciarsi trasportare dagli eventi passivamente e il cui destino sembra essere legato a doppio filo con la comparsa di questi giganti.
Mi è piaciuta la gradualità con cui il mistero viene via via disvelato, nonostante si parta a razzo già dalla prima puntata.
Non esistono filler. Anche l'episodio più "tranquillo" contribuisce ad avere un quadro più preciso del contesto narrativo. E ce n'è bisogno visto la quantità di intrighi, tradimenti, doppi e tripli giochi.
La sceneggiatura è generalmente cupa e seriosa e spesso sfocia in tragedia (anche troppo). Infatti un'altra caratteristica che condivide con GoT è il fatto che i personaggi (compresi quelli importanti) muoiano di continuo. Qui il plot armor è molto meno pervasivo rispetto ad altre serie, cosa che contribuisce ad aumentare di molto la tensione.
L'umorismo è ridotto all'osso e, per la felicità dei più intransigenti, è presente zero fanservice. Zero, non si vede neanche una caviglia. Le divise sono uguali sia per gli uomini che per le donne e anche quando queste sono in abiti civili, sono più coperte di una casalinga del dopoguerra. Piuttosto inaspettata come cosa. Insomma, a parte qualche piccolissima sbavatura (i rossori bambineschi da parte ragazzi abituati a sbudellare mostri fin da piccoli sono un po' ridicoli) è ben godibile anche da chi non è proprio un giovincello, cosa sempre apprezzabile.
Ma il vero punto di forza, a mio parere, è la regia, in particolare le coreografie di combattimento; da questo punto di vista darei 10 senza batter ciglio. Una roba da far invidia a una produzione hollywoodiana su pellicola (dei bei tempi, non quelle odierne). Montaggio sempre serratissimo che non perde di vista nessuno dei fronti dell'azione, nonostante alcune battaglie siano davvero su larga scala; slow motion piazzati ad arte che si potrebbero stampare e farne un quadretto per quanto belli, musiche che a seconda del momento ballano tra l'epico e l'incalzante.
Quello che ritenevo fosse il punto debole dell'opera si è rivelato ciò che ho apprezzato di più. Pensavo che alla lunga i combattimenti aerei risultassero ridondanti invece hanno fatto in modo di renderli ben equilibrati e soprattutto tatticamente avvincenti.
Breve accenno al comparto tecnico.
Disegni bellissimi. Alcuni scorci sembrano dei dipinti a olio, la profondità della luce è incredibile, in particolare al tramonto dove si possono ammirare dei paesaggi mozzafiato.
Le animazioni sono ottime e la cgi è innestata benissimo. Musiche: quelle corali sono straordinarie, quelle più moderne stonano più di un acuto di Carmen Consoli (si scherza).
Piccolo appunto al design di alcuni personaggi che a volte tendono ad assomigliarsi troppo finendo per mandarti in confusione, almeno all'inizio. Vedi Sasha Braus-Hange Zoe o Reiner-Colt.
Difetti: beh non mi è piaciuta l'evoluzione dei tre protagonisti, a un certo punto diventano davvero troppo passivi e, come già accennato all'inizio, vengono messi in ombra da personaggi ben più sanguigni.
Inoltre non mi ha fatto impazzire l'ultima stagione, nonostante ci siano anche qui dei momenti veramente alti.
Va avanti troppo spedita, c'è troppa carne al fuoco ed è troppo cervellotica. Se per gran parte della sua durata la serie ha tenuto i piedi ben piantati a terra, sul finale si fanno troppi voli di fantasia a mio parere.
il finalissimo post-credit invece è in linea col messaggio escatologico che permea tutto l'anime.
Al di là di tutto una serie veramente imperdibile.
Purtroppo adesso temo che sarà abbastanza difficile trovare qualcosa che regga il confronto.
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