Il mercato del libro e del fumetto in Italia continua a vivere un momento di rallentamento, nonostante qualche segnale di miglioramento nella seconda parte dell’anno. A delineare questo scenario è il nuovo rapporto dell’Associazione Italiana Editori (AIE), presentato alla Frankfurter Buchmesse, che fotografa l’andamento del settore nei primi nove mesi del 2025.
Tra gennaio e settembre 2025 sono stati venduti 68 milioni di libri, circa 1,9 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, con una perdita di 20,7 milioni di euro. Il trend, però, non è stato uniforme: i primi sei mesi hanno mostrato un calo costante, con flessioni comprese tra –1,2% e –8,2%. Da luglio, invece, il mercato ha iniziato a dare i primi segnali positivi, con una crescita tra il +2,6% e il +4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, sempre nel 2024, il settore ha visto un deciso aumento dell’interesse estero. Gli editori italiani hanno infatti registrato un incremento dell’8% nella vendita di diritti di traduzione, raggiungendo quota 8.484 contratti firmati, il secondo miglior risultato dal 2001.
Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente AIE, le difficoltà attuali non derivano da un calo strutturale dell’interesse per la lettura, ma da fattori esterni e ritardi nelle politiche di sostegno: "Il dato sull’internazionalizzazione conferma il buon lavoro fatto l’anno scorso, pur in un contesto molto difficile, e la solidità dell’editoria italiana. Ma sul versante del mercato interno scontiamo i ritardi nell’attuazione delle misure di sostegno alla domanda. La flessione di 20,7 milioni di euro delle vendite nei primi nove mesi è inferiore ai 25 milioni stanziati a inizio anno per le biblioteche, che a settembre non erano ancora stati spesi per la mancanza dei decreti attuativi. Tale misura, se applicata prima, avrebbe potuto incidere in modo diverso sul mercato e confidiamo contribuisca ora alla parziale ripresa in atto a partire da luglio. Inoltre continua la riduzione degli acquisti con le Carte per i neo-diciottenni dopo che l’erogazione è stata legata all’ISEE e al voto di diploma: al netto di questo calo, la dinamica del mercato è positiva, a dimostrazione del fatto che gli incentivi, negli anni scorsi, hanno funzionato e creato un’abitudine alla lettura. Chiediamo al governo una modifica dell’attuale regolamentazione, allargando il più possibile la platea e semplificando l’accesso, pur nel riconoscimento dell’impegno scolastico".
L’analisi dei canali di vendita mostra dinamiche interessanti. Le librerie fisiche sono le uniche a crescere, con un +1% rispetto al 2024, e raggiungono il 55,5% del mercato. Gli store online perdono invece il 5,3% e scendono al 40,2%, mentre la grande distribuzione arretra dell’8,4%, rappresentando ad oggi il 4,4%. L’andamento per categorie mostra una crescita concentrata in alcuni segmenti. A trainare il mercato sono la narrativa italiana (+3,0%), la narrativa straniera (+0,1%) e l’editoria per bambini e ragazzi (+3,9%). In flessione, invece, la saggistica generale (-3,3%), la manualistica (-4,7%), la saggistica specialistica (-10,9%) e i fumetti, che segnano un –5,0%. Va tenuto conto che i dati non comprendono le vendite in canali speciali come librerie di nicchia, fiere, stazioni di servizio, edicole, cartolerie o le circa 400 fumetterie italiane.
Dopo un 2024 chiuso con un fatturato complessivo di 3,234 miliardi di euro (–1,4% rispetto all’anno precedente), il 2025 conferma la fase di difficoltà del mercato interno. Tuttavia, il cambio di tendenza registrato nei mesi estivi e la possibilità che le misure di sostegno vengano sbloccate, fanno sperare in un finale d’anno meno cupo di quanto previsto.
Fonti consultate:
Giornale della Libreria
Poi si lamentano che non leggiamo etc, ma i prezzi di fumetti e libri sono aumentati, mentre gli stipendi sono fermi.
Ovvio che il fumetto o il libro non è un bene primario, la gente compra mangiare,bollette,spese mediche etc.😮💨
I risultati di annate come il 2022 saranno difficilmente replicati
Credo che ci stabiliremo su un buon livello.
ma si, non è un disastro e comunque si parla di fumetto, dove i manga sono il vero traino. Americani e italiani invece, tranne eccezioni esemplari come Pera toon, vendono molto poco
Voi non dovete chiedere assistenzialismo. Dovete chiedere meno tasse, meno Stato, meno burocrazia e più iniziativa privata (leggi: concorrenza).
E' da pazzi invece lamentarsi che non arrivano i soldi dello Stato (che manco dello Stato sono, come si dovrebbe dire).
Io invece vedo ahime' imprese che si sono abituati a ricevere soldi non dal mercato ma dallo Stato e che quindi sono incapaci di gestire il rischio e anche le "annate brutte".
Detto poi da chi ormai negli ultimi anni sta aumentando sempre di piu' i prezzi dei suoi albi con le scuse più varie...
Non è un trend confortante, non si può neanche più parlare di assestamento.
Lo sconto del 5% è un limite di legge, limite imposto perché non si voleva che Amazon e compagnia facessero fuori le piccole librerie, facendo sconti pesanti tutto l’anno.
Legge che non sembra aver raggiunto il suo scopo vedendo come stanno andando le cose per le librerie.
Se vogliono al posto degli sconti possono ridurre i prezzi, è la stessa cosa e nessuno lo vieta.
Tanto per iniziare il “popolo degli acquirenti “ non ha una voce unica, neanche attraverso un’associazione.
L’unica cosa che tutti vorrebbero è “pagare di meno”… e grazie al…
E nessuno credo si lamenterebbe anzi
Arriveremo a €10 il volume edizioni standard , la strada è quella .
Proprio non c’è un modo per far rientrare anche loro nei dati di vendita o semplicemente non gli interessa farlo?
E Amazon ringrazia.
E mi unisco a chi vorrebbe sapere i loro dati di vendita, è assurdo che non vengano inclusi in questo rapporto.
E con il prelievo fiscale della bestia vanno in bancarotta. L'uscita della sedicente associazione è ridicola, ma teniamo i piedi per terra.
La loro idea è che se non ci fosse quel limite le cose andrebbero anche peggio.
Per di più l'idea dovrebbe essere quella di modernizzare le librerie non di farle restare ferme alle logiche di 40 anni fa.
La cosa migliore sarebbe non fare nulla. Ne' in positivo ne' in negativo. Si tratta di aziende commerciali, dopotutto.
Un Manga nuovo ora sta a 7.90€!
I Libri sono sui 25€ (l'ultimo di Dan Brown è addirittura a 27€)
Come fai a starci dietro, io mi sono buttato praticamente solo sull'usato, finche si può, ma è chiaro che poi il sistema imploderà.
Quest'anno a Lucca il mio zaino resterà perlopiù vuoto (che cacchio compro allo stesso prezzo del negozio senza scontistiche) solo peso extra da portarsi dietro!
ricordo che anni fa la dc era messa malissimo da noi e oggi siamo almeno costanti
i manga hanno passato periodi molto molto bui oggi arriva un enormità di roba se si considera che io da piischello compravo tutto quello che arrivava mensilmente
anche i fumetti italiani tolta la bonelli che quella vendeva e vende sempre sono anche loro in crescita se paragonati ad ann fa
certo se si prendono i numeri della pandemia siamo in calo e mi sembra normale
quello in crisi senza ripresa è il cinema e a livello mondiale
quest'anno solo i film animati hanno superato il miliardo d'incassi ma perchè ci si portano i bambini e quindi per ogni bambino si strappa anche il biglietto dei genitori
comunque il problema persiste; l'aumento esorbitante dei prezzi (con gli stipendi che rimangono uguali), a legge sulla scontistica rimasta al (sé non mi spaglio) al 2019 ( fatta originariamente per tutelare i negozi fisici ormai obsoleta ), e in più la troppa offerta del settore, per non dimenticarci la perenne competizione tra le fumetterie online e quelle fisiche ( viva le fumetterie fisiche!!!!)... il mercato del fumetto in Italia stà diventando sempre più un labirinto con i trabocchetti, la cosa è molto triste....
Mah, età dell’oro per me è quando si facevano i grandi numeri nelle copie vendute.
Oggi l’offerta è ampissima ma il bacino di lettori molto più scarso.
Il grosso problema è come gli editori hanno sprecato l'opportunità.
A parte incassare sul momento, aumentare le variant, far sparire gli arretrati/ristampe e fare tante riedizioni di titoli ''famosi'', non si sono preoccupati del futuro.
Adesso ci troviamo in situazione in cui le variant sono vitali per incassare (assurdo come per le nuove serie tipo Kaiju8, Gachiakuta, Kagurabachi, ci siano tante variant quanti numeri effettivi), serie concluse (non axate) non se ne vedono, solo nuove serie in corso scelte per l'hype sulla base di una manciata di capitoli, e sempre di un certo tipo, sia mai proporre qualcosa di diverso.
Grossi editori con aumenti di prezzo costanti (tutte e 3, J-pop non aumenta quelle in corso ma guardate i prezzi delle nuove serie, non sono certo 6-6,5 come tempo fa), svariati editori piccoli ognuno con qualche problematica e poche uscite al mese (Dynit ormai è la 4° per numero di volumi al mese nonostante i 12,9€).
I manga saranno il trano ma mica tutti.
Se ci fosse trasparenza sui dati, vedremmo anche moltissimi manga con vendite bassissime.
Non perchè ''brutti'' eh.
Se il lettore medio si ferma agli shonen con anime + variant, un Nuvole a Nord-Ovest non venderà mai bene, purtroppo.
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