Il 2025 sta per volgere al termine, e noi della redazione gaming stiamo già scrivendo le nostre (costosissime) letterine a Babbo Jeff Keighley, sperando di poter trovare tanti bei regalini sotto l'albero. D'altronde, in un 2025 così ricco, mica potevamo permetterci tutto quello che usciva, no?

Preparatevi psicologicamente ad una serie di articoli, uno per ogni membro dello staff che ha deciso di dire la sua: eccovi una classifica squisitamente personale per un punto di vista nuovo sul 2025 videoludico!
 
Il 2025 è stato un anno incredibile, con esperienze per tutti i palati

Il 2025 di Klarth Curtiss

Potrei anche evitare di scrivere un intero paragrafo e riassumere il tutto dicendo "Oooh, che soddisfazione!", ma d'altronde, non sarei io se non scrivessi un incredibile papiro.
Questo 2025 è stato davvero l'opposto rispetto all'anno precedente, poiché, grazie a una ritrovata organizzazione con il lavoro e un maggior tempo libero, sono riuscito a giocare praticamente tutto quello che mi ero prefissato (e anche di più), spaziando tra diversi generi e portandomi in saccoccia tantissime esperienze, che mi sono goduto dall'inizio alla fine. Certo, scivoloni e mattoni vari non sono mancati, ma con una lineup di titoli come quella proposta da quest'anno davvero voglio dirgli qualcosa?

Beh in realtà si, altrimenti che state leggendo a fare?

La delusione: Death Stranding II On The Beach

L'ultima opera di Kojima stupisce tecnicamente e a livello di gameplay, ma si ferma lì

È sempre dura cominciare la lista togliendo il dente del giudizio, soprattutto quando era un dente al quale eri sicuro saresti stato affezionato. Per quanto il primo Death Stranding avesse i suoi problemi (di gameplay e narrativa in egual modo), è stata un'esperienza che mi ha intrattenuto per tutta la sua durata, tanto che ancora oggi lo consiglio come un must per i videogiocatori che vogliano definirsi tali.
Ho approcciato dunque con lo stesso entusiasmo il secondo capitolo e... santo cielo. Come potete leggere nella mia recensione, il secondo capitolo dell'opera di Hideo Kojima riesce a migliorarsi tantissimo sotto il profilo del gameplay (cosa che non credevo possibile), ma a discapito di un disastro totale sul fronte della trama, tra personaggi scritti a metà e la vena artistica dell'autore che si impone prepotentemente  su qualsiasi senso e filo conduttore si voglia trovare alla storia, che mi ha fatto arrivare ai titoli di coda con un senso di amaro in bocca non da poco.

Speriamo che con OD e Physint il risultato sarà migliore

L'inaspettato: Chaos Zero Nightmare

Incredibile pensare che per una volta un gacha fatto dai coreani sia quasi senza difetti

Penso che dalla rubrica "RandoMania" che tengo regolarmente in live su Twitch (che fate, non ci seguite ancora?) si sia capito che io amo il genere roguelike/lite, perché, come dico sempre "Si spende poco e si gioca tanto", tuttavia, se c'é un sottogenere che detesto di vero cuore, è quello dei deckbuilder. Purtroppo non posso farci nulla, dopo aver giocato a Slay The Spire (massimo rappresentante della nicchia) gli altri titoli mi sembrano tutti uguali e senza guizzo creativo, tant'é che quando vedo una key art fighissima per poi scoprire che si tratta di un deckbuilder tiro sempre un grandissimo sospiro di amarezza.

Capite dunque che quando venni a sapere che gli sviluppatori di Epic7, uno dei gacha più popolari del mondo, ma al contempo uno dei più "farmosi" a livelli estenuanti (coreani...), stavano lavorando a un gacha deckbuilder roguelike mi vennero i brividi, pensando che sarebbe stata una delle cose peggiori mai viste dall'industria. Dopo averci però messo mano dal giorno del lancio in maniera costante, posso dire che le mie paure si sono completamente dissolte.
Sia ben chiaro: il farm necessario per ogni singolo personaggio rimane fuori scala rispetto alla media del genere, ma il gioco riesce a differenziare in maniera eccellente i classici contenuti di farm da quelli roguelike, mettendo si il classico freno della stamina sui primi, ma lasciando briglia sciolta totale sui secondi, permettendo dunque, tramite modalità apposite, di modificare completamente il deck di un personaggio come meglio crediamo, non solo aggiungendo o rimuovendo carte, ma perfino modificando il funzionamento di quelle del deck di base, permettendo dunque di lavorare in maniera onesta sulle debolezze di ognuno.

Certo, questo non permette di rendere un healer un dps (è un gacha e devono comunque venderti i personaggi in qualche modo), ma la libertà concessa ai giocatori è incredibile e il fatto che il team di sviluppo stia risolvendo in maniera tempestiva sempre più punti spinosi dei vari sistemi mostra che dietro c'é una cura non da poco (se solo non avessi dovuto vedere parte della trama riscritta perché gli asiatici vedono l'NTR pure dove non esiste sarei stato decisamente più contento, ma non si può avere tutto immagino).

La novità: Rematch

Il titolo calcistico che non sapevo di volere

In ambito gaming mi reputo una persona piuttosto versatile, che gioca praticamente di tutto. Ciononostante, esiste un trio tabù, da non propormi neanche con il fucile puntato: gli strategici, i simulatori di guida (un saluto al collega Marcello) e gli sportivi, in particolare i giochi di calcio. È una cosa applicabile tanto nel virtuale quanto nella vita reale, sono una persona pigra a cui non piace fare sforzi, dunque lo sport non è proprio cosa mia; potete quindi immaginare quanto possa trovare divertente guardare undici omini correre dietro a un pallone. Con queste premesse potete anche immaginare con quale scetticismo io abbia approcciato la beta di Rematch, il nuovo titolo di Sloclap (i creatori di Sifu, per interderci, non gli ultimi degi sprovveduti insomma), scetticismo che, dopo solo un'ora di prova, è svanito totalmente e mi ha fatto acquistare il gioco al Day-1.

Rematch si discosta completamente dalla concorrenza, grazie alla sua capacità di mettere l'enfasi sul singolo giocatore: nessuna squadra da gestire o elementi paghini, solo e unicamente l'abilità dei singoli giocatori, tra cross, finte, passaggi e tiri in porta. A fare da cornice alle partite ci sono gli splendidi campi olografici, che forniscono effetti di vario genere ai tiri in porta o ai cambi di lato, forse l'approccio più creativo che ho mai visto per un elemento estetico.

Mario Strikers a suo tempo ci ha provato un pochino a farmi avvicinare al genere, ma il vero tiro in porta l'ha dato senz'altro Rematch.

L'assuefazione: Megabonk

La droga fatta gioco

Le sorprese più belle spesso arrivano dal nulla, completamente a ciel sereno. Nel mese di settembre c'era un titolo che continuava a comparire in cima alle classifiche di Steam, Megabonk, una sorta di Vampire Survivors se fosse in 3D e uscito su Nintendo 64. Considerata l'ormai gigantesca mole di titoli di questo tipo mi veniva difficile pensare potesse essere diverso, ma per 10€ mi ero detto "Ma si, proviamolo".

Droga istantanea. Il titolo del game developer vedinad non solo capisce perfettamente come questo genere di giochi riesce a dare costanti scariche di dopamina (fra effetti a schermo, power up di vario genere e l'eliminazione costante di nemici), ma fa dei meme internettiani la sua forza, mettendo a disposizione personaggi come "monke" o "Gigachad", caratterizzandoli egregiamente e proponendo sinergie tra gli oggetti sempre fresche. Se ci aggiungiamo il fatto che, per una volta, gli scenari non sono una cosa accessoria ma un vero e proprio parco giochi dove poter sfrecciare a tutta velocità da un capo all'altro (con la giusta build), capisco sia il successo di vendita su Steam, sia la nomina ai The Game Awards.

I recuperi: Killer7/Hollow Knight

L'ultimo titolo che mi mancava di Suda51 e la mia nemesi dei metroidvania sono stati eccellenti recuperi

La mia carriera videoludica posso dire sia stata molto fortunata, in quanto ho avuto accesso a ogni singola console a partire dalla Playstation 1 in avanti, ma ce ne é una che (per ragioni a me oscure) i miei genitori non hanno mai voluto comprarmi: il GameCube. Considerate le bombe che quella console ha ricevuto, capite bene quanto negli anni io abbia voluto recuperarle per vie traverse, ebbene stavolta è stato il turno di Killer7, unico titolo del mitico game developer Suda51 che ancora mancava nel mio curriculum, e che ho recuperato per ingannare l'attesa di Hotel Barcelona. Se dovessi descriverlo in poche parole, lo definirei "Uno sparatutto sui binari con componenti GDR, dove però il personaggio lo muovi tu". Poter muovere solamente avanti o indietro le sette personalità del protagonista, avendo al contempo la necessità di mirare in prima persona per poter individuare i nemici, è stata un'esperienza diversa da qualsiasi cosa abbia mai giocato, eppure ancora dannatamente godibile vent'anni dopo.

Dall'altro lato abbiamo invece uno dei titoli più popolari degli ultimi dieci anni: Hollow Knight, metroidvania creato da Team Cherry e riconosciuto come uno dei punti più alti del genere (che chi dirà "Il più alto", ma in un mondo in cui esiste Castlevania: Symphony of the Night facciamo finta che certe bestemmie non vengano pronunciate). Ho sempre avuto difficoltà a proseguire con questo gioco, principalmente per il suo approccio all'utilizzo della mappa (sono della scuola di Metroid, per me avere necessità di raggiungere un checkpoint per aggiornare la mappa è un passaggio extra veramente inutile), ma spinto dall'hype per l'uscita di Silksong mi ci sono chiuso a testa bassa e in una settimana l'ho terminato.
Per quanto ci siano qua e là spike di difficoltà artificiale, finalmente comprendo da dove venissero tutte le lodi: l'ottimo worldbuilding e la lore da soli bastano ad alzare la produzione sopra il 90% dei titoli del genere, se ci aggiungiamo il meraviglioso stile grafico e la deliziosa colonna sonora ad opera di Cristopher Larkin (tracce come quella di Verdevia, la Città delle Lacrime o Grimm Re dell'Incubo fanno venire i brividi dal primo ascolto) comprendo finalmente cosa mi sono perso per tutti questi anni.

Gli attesi: The Duskbloods - Arknights Endfield - Resident Evil Requiem - Persona 4 Revival - Fate/EXTRA Record
 
Pare proprio che il 2026 sarà l'anno dei grandi ritorni (ma il gacha non deve mai mancare)

Con tutto il ben di dio uscito quest'anno è davvero difficile pensare a titoli che potrebbero metterci un hype simile anche in quella a venire, ma fortunatamente l'industria ha deciso di tenere qualche proiettile in canna.

Non è un segreto che The Duskbloods sia la produzione che attendo di più: dopo aver testato (e ampiamente apprezzato) ciò che From Software ha potuto tirare fuori da un'esperienza multiplayer, grazie a Elden Ring Nightreign, sono molto curioso di vedere cosa combineranno con questa prima esperienza PvPvE (essere un'esclusiva Switch 2 potrebbe essere un po' un malus, ma voglio dare fiducia al team di Miyazaki).

Di ben altra caratura è Arknights: Endfield, il nuovo capitolo del celebre gacha tower defense, che decide di seguire la via ormai tracciata da anni da Genshin Impact per provare a imporsi con un nuovo titolo open world. Per quanto io sia totalmente innamorato del character design di questa serie, non sono mai riuscito a dedicarmici pienamente (vista la sua appartenenza a un genere non proprio nelle mie corde), dunque trasformarlo in un'esperienza più simile a quelle che consumo quotidianamente potrebbe essere la carta vincente. Proprio durante i The Game Awards è stata confermata la data di uscita per il 22 gennaio e tutte le prime impressioni rilasciate dai content creators che hanno avuto accesso alla beta sono estremamente positive, quindi incrocio le dita!

Non è un anno buono senza un'esperienza targata Capcom ed ecco che, finalmente, sta per arrivare il nono capitolo della saga survival horror per eccellenza. Resident Evil Requiem dovrebbe chiudere finalmente la saga dei Winters e fare luce su alcuni degli ultimi interrogativi del brand, con quello che (quantomeno dai leak) potrebbe essere un cast stellare. Le anteprime viste in fase di Gamescom sono state molto positive, dunque dovremo attendere solo un paio di mesi per saperne di più.

La serie di Persona è ormai nel mio cuore da anni e, andando contro al giudizio popolare che lo reputa il capitolo peggiore della "nuova trilogia", il quarto è stata per me un'esperienza arrivata in un momento buio della vita e che me l'ha cambiata totalmente. Capite dunque che quando è stato presentato Persona 4 Revival sono saltato dalla sedia, un'operazione di remake totale esattamente come è stato fatto nel 2024 con il terzo capitolo può solo che rendermi felice.
Al momento, a parte il trailer di annuncio, non abbiamo avuto altri filmati e si parla di un generico 2026, cosa che mi fa pensare che lo potremo vedere dall'estate in avanti (adatto alla trama direi), ma d'altronde, se il risultato sarà lo stesso del suo predecessore, non ho alcun problema ad attendere.

Chiudiamo la carrellata di titoli con la scelta del cuore: ormai chiunque tra i miei amici (e pure in redazione) sa che se si parla di una serie che ha letteralmente assorbito la mia vita negli ultimi 6/7 anni, è la saga di Fate. L'universo ideato da Kinoko Nasu mi ha saputo catturare con le sue varie iterazioni, il cast variegato e, soprattutto, la cura riposta nella trama di Grand Order (che ancora oggi mangia il riso in testa al 95% dei gacha sul mercato, quantomeno da quel lato). Nel mio percorso di recupero di quanti più capitoli possibili del brand, ho optato anche per fare una full immersione dell'Extraverse, giocando anche a tutti e quattro i titoli ad esso correlato (ossia i gdr a turni ExtraCCC e i musou Extella: The Umbral Star e Extella Link), e devo dire che è stata un'esperienza... singolare, quantomeno dal lato a turni, per non dire delirante.
Per quanto la trama dei due capitoli sia comunque immacolata, il combat system è quanto di più strano io abbia mai visto, richiedendo al giocatore di memorizzare intere combinazioni di carte solo per riuscire a fare danno a un nemico, cosa che rendeva gli incontri estremamente frustranti. EXTRA Record, il remake in arrivo (si spera) in primavera, dovrebbe finalmente mettere una pezza a questo aspetto, aggiornando al contempo l'aspetto tecnico del titolo, e dai filmati mostrati finora non posso che essere estremamente in hype.

I nostri GOTY (meno uno):

Non credevo l'avrei mai detto, ma le migliori esperienze di quest'anno sono state quelle cooperative
  • 5) Elden Ring: Nightreign

    Quando parlo con gli amici di Nightreign lo chiamo sempre "il Balto videoludico", perché "Non è un roguelike, non è un soulslike, sa soltanto quello che non è". Il fatto che neanche From Software l'avesse venduto come un roguelike la dice lunga: il loro intento era quello di creare un'esperienza unica, ed effettivamente ce l'hanno fatta. Certo, se dovessimo valutarlo insieme a tutte le loro produzioni, starebbe proprio in fondo alla classifica (si, soprattutto sotto "Le avventure di Cookie e Cream"), ma mentirei se dicessi che non mi ha intrattenuto per ben 100 e passa ore (DLC incluso), tanto da spingermi a sbloccare tutto lo sbloccabile e completare tutte le questlines dei vari Crepuscolari, merito in particolare del suo essere un'esperienza estremamente godibile se giocata con amici, per coordinarsi al meglio sui movimenti per la mappa e le prossime mosse, in modo da portare a casa partite sempre vincenti. Spero solo che la compagnia faccia tesoro di questa esperienza nella creazione di The Duskbloods.
  • 4) Arc Raiders

    Dai, non fate gli innocenti, lo so che anche voi avete fatto almeno una volta una battuta stereotipata su diverse regioni d'Italia e la loro poca sicurezza (per dirla in maniera politicamente corretta), ebbene, Embark Studios vi facilita il lavoro nel suo ultimo titolo, proponendo un Bel Paese post-apocalittico e pullulato di macchine assassine. Arc Raiders è senza ombra di dubbio il nuovo standard per il genere extraction shooter, snellito di tutte quelle parti superflue che lo appesantivano, accessibile a tutti e che regala un'esperienza PvE non accessoria ma addirittura più pericolosa di quella PvP, il tutto proposto al prezzo budget di 40€. Da una persona con oltre 500 ore su Escape From Tarkov lasciatevi dire solo: chapeau (ora scusate, ma lo spazioporto di Acerra non si ripulisce da solo).
  • 3) Lies of P: Overture

    Già nel 2023 sia io che i miei colleghi abbiamo premiato Lies of P come il soulslike più vicino alla formula ideata da From Software, sebbene con diversi difetti che lo rendevano troppo simile alla fonte d'ispirazione. Ebbene, l'espansione Overture dimostra ancora una volta come gli sviluppatori asiatici capiscano al volo cosa va e non nelle loro opere, poiché in appena 12 ore di gioco sono riusciti non solo a correggere i difetti del titolo base, ma ad aggiungere tante di quelle novità a livello di storia (sensate, che chiudono la trama e commuovono anche), che il costo di 30€ si giustifica pienamente. Dopo questo, non vedo l'ora di scoprire cos'altro tirerà fuori Round8, ma per ora, solo applausi.
  • 2) Split Fiction

    Che io preferisca le esperienze cooperative a quelle competitive non è una novità, dunque le produzioni dello spericolato Josef Fares e del team Hazelight sono sempre state nelle mie corde. Nell'ormai lontano 2021, It Takes Two mi aveva deliziato con le sue trovate di gameplay e la sua leggerezza nel trattare un argomento delicato come il divorzio visto dalla prospettiva di un bambino, per quanto il finale fosse un po' troppo "tarallucci e vino". Split Fiction riprende tutto il buono di quella produzione, lo pompa all'ennesima potenza e lo contorna con le due protagoniste Mio e Zoe, così diverse eppure così compatibili. Il risultato è quella che non esito a definire "l'esperienza cooperativa migliore della mia vita", che in sole 12 ore riesce a proporre una varietà di situazioni e soluzioni di gameplay sempre fresca e divertente, che riesce a lasciare a bocca aperta più di una volta, in un percorso che lentamente unisce due ragazze nettamente diverse, proponendo ancora una volta tematiche delicate come la perdita di un familiare, il lutto e il rapporto tra corporazioni e artisti emergenti. Se avete anche solo un amico, familiare o chi che sia nel vostro raggio d'azione, non avete assolutamente scuse per non giocarlo (però magari la prossima volta facciamo antagonisti meno caricaturali per cortesia).




E secondo voi vengo a dirvi il GOTY così, buttato insieme agli altri?
Ma no dai, unitevi a me e a ai miei colleghi questo venerdì 19 dicembre a partire dalle 21:00 in live su Twitch, per discutere le nostre scelte e svelare in anteprima i nostri GOTY, quindi se la curiosità vi sta mangiando beh, vi aspettiamo!