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Dopo "365 Days to the Wedding", vedere nella stessa stagione un altro anime romantico ambientato nel contesto lavorativo con giovani adulti mi ha sorpreso, tanto più che "I Have a Crush at Work/Can You Keep a Secret" perlomeno ha dimostrato di essere più interessante e realistico della prima serie citata.

"I Have a Crush at Work/Can You Keep a Secret" ribalta il solito canovaccio delle rom-com nipponiche ad ambientazione scolastica: i due protagonisti, Yui Mitsuya e Masugu Tateishi, sono colleghi nella stessa azienda, e fin dal primo episodio si sono dichiarati (il formalismo rituale giapponese vale anche per gli adulti), e iniziano a conoscersi meglio frequentandosi. Si salta così a piè pari la solita pantomima, spesso contorta per l'eccesso di imbarazzo e timidezza, dell'innamoramento e corteggiamento, che nella quasi totalità delle rom-com catalizza quasi il 100% della narrazione, per poi lasciare spesso lo spettatore spazientito dagli equivoci e misunderstanding a finali aperti e inconcludenti, che aumentano la sensazione di fastidio e disagio verso questo tipo di opere.

Ma, come potrebbe facilmente intuire uno spettatore esperto, i Giapponesi non riescono a rendersi la vita amorosa semplice e lineare secondo gli standard occidentali. E così, "I Have a Crush at Work/Can You Keep a Secret" contiene già nel suo titolo il tormentone che caratterizza la quasi totalità dell'opera: la riservatezza estrema dei Giapponesi nel mantenere segreta a tutti i costi una relazione maturata nel mondo del lavoro, che per loro è sostanzialmente una sorta di ambiente sacro che non può essere profanato da una relazione amorosa, e che rappresenta una sorta di missione in cui devono produrre ed essere competitivi a tutti i costi, anche sacrificando la loro vita privata.

Se la cura piuttosto ingenua con cui Yui e Masugi tentano di mantenere il segreto da un lato rende l'opera in alcuni frangenti anche comica e un po' demenziale, dall'altro rischia di rendere i due protagonisti un po' puerili, trasformando l'ambientazione "adulta" del mondo del lavoro in una sorta di prosecuzione della realtà scolastica con soggetti che sembrano dei ragazzini solo un po' cresciuti.

Fortunatamente, questi momenti di "retrocessione" o "regresso" non sono né continui né eccessivamente ripetuti: aleggia tuttavia una sorta di clima sempre positivo in cui i problemi vengono sempre risolti o superati.
In alcuni frangenti, la serie riesce a trasmettere delle vibe da mondo adulto non solo con scene che includono baci, effusioni e sesso (sempre con moderazione e tatto), ma anche con riflessioni e atteggiamenti che dimostrano che nella vita di coppia amarsi significa anche e soprattutto sacrificarsi per l'altro/a, abdicando a quella dimensione possessiva, assoluta ed egoistica tipica delle prime fasi dell'innamoramento.
"I Have a Crush at Work/Can You Keep a Secret" ha anche il pregio di non concentrare la trama esclusivamente sui protagonisti Yui e Musugu, ma anche su altri personaggi come Kisaki e Shizuno, affrontando anche altri luoghi comuni come la differenza di età nelle coppie in cui lei è più grande di lui.

Il finale "happy ending" è la naturale conseguenza di un percorso in cui i due protagonisti maturano e consolidano man mano la loro relazione, tra le classiche difficoltà di vita personale e lavorativa: l'ultimo episodio adotta la stessa soluzione già vista in "Pseudo Harem" di far vedere come evolverà la relazione tra Yui e Musugu e di spiegare come è iniziata la loro relazione.

Se dal lato squisitamente tecnico la serie non dimostra di ambire all'eccellenza, resta comunque un'opera leggera, simpatica, dolce e rilassante in cui ci si può facilmente identificare nei personaggi nella loro routine quotidiana tra vita lavorativa e vita privata, al netto della tara che va obbligatoriamente applicata tenendo conto dell'ambientazione giapponese, soprattutto a livello culturale.