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7.0/10
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In italiano il titolo suonerebbe “fuga sanguinosa” ed è l’ennesimo capitolo delle storie di vampiri esseri dell’immaginazione e del folklore prima di tutto europeo. In fondo i primi a trattarli in opere non sono stati europei quali Polidori e Bram Stoker?
La storia è semplice uno schiavo in fuga dalla yakuza trova rifugio presso il popolo dei vampiri i quali lo usano per esperimenti, trasformandolo persino in un cyborg, dopo l’ultimo esperimento il suo sangue diventa velenoso ed essi decidono di ucciderlo.
Inizia così una fuga che porta in questo mondo desolato dove la gente vive in cluster e il caso vuole che viene di nuovo in contatto con gli amici di infanzia… vorrebbe servarsi ma la sua strada tinta di sangue continua…
Dello studio Poligram Pictures non ho avevo ancora trovato nulla che mi stuzzicasse, anche questo Bloody escape è un prodotto discreto e niente più, ma comunque ho rotto il ghiaccio come si suol dire.
Il regista/sceneggiatore invece lo conoscevo già per alcuni film di One Piece, per Planets e Code Geass – Lelouch of the rebellion opere arrivate col tempo in Italia e che hanno goduto di un buon successo di critica e pubblico.
Ho trovato delle debolezze nella regia e nella sceneggiatura ma mi dicono che sebbene il film è un’opera a parte si possono capire delle dinamiche in modo più veloce guardando Esteb Life del cui universo fa parte.
Io credo di non averne avuto bisogno perché ho trovato la narrazione completa.
La storia è un po’ lenta in alcuni punti per dare il meglio di se nei combattimenti finali, ben animati anche se molto semplici: come dicevo l’opera è piana di morti e feriti e per un attimo ho pensato finisse con la morte anche del protagonista.
Questo film ha tentato di darsi una profondità facendo combattere personaggi che lottano per se stessi, per la propria libertà, per la propria vita e personaggi che vivono (come i vampiri) per il clan, che considerano eroe chi si sacrifica per far sopravvivere il gruppo. Kisaragi all’inizio si dimostra disposto a ciò ma poi si ribella a questo destino…
Altro tema di sottofondo è il razzismo verso le minoranze etniche.
Per questo non capolavoro il voto è sette.