Recensione
Shoot! Goal to the Future
            
                
			    
                6.0/10
            
        
    
                                                    Se fosse esclusivamente un anime sportivo il voto sarebbe insufficiente.
Se fosse un anime romantico vedere delle signorine frignare in quel modo darebbe fastidio.
Anche se fosse un anime con personaggi bambini darebbe fastidio.
Ma diciamolo seriamente da fastidio ancor di più vedere dei ragazzi frignare come bambini/ragazzine se non fosse che…
Se non fosse che è un modo per far vedere che i personaggi principali sono gay!
Di solito il duetto femminuccia=gay mi infastidisce parecchio ma c’è carenza di titoli in cui si può immaginare che i protagonisti sono omosessuali e capisco che per non dirlo apertamente lo sceneggiatore abbia dovuto calcare la mano su questo aspetto e lo perdono.
Purtroppo se non si pensa a Given non mi vengono in mente titoli così schierati.
Anzi Given non dice esplicitamente ciò che sono i protagonisti per molto tempo: lo sai perché te lo hanno detto in anticipo.
Qui invece non ti dicono niente ma già al secondo episodio vedi Kohei comportarsi da femminuccia nei confronti di Hideto e capisci tutto.
Capisci perché non c’è nessun personaggio femminile significativo tranne (forse) la mamma del protagonista e più vai avanti e più ti convinci che non sono solo loro due…
Certo non potevo non essere felice di vedere un anime sportivo spiccatamente gay anche se a costo di luoghi comuni e di idee sorpassate su cosa significa essere gay.
Per il resto poche idee e spesso confuse.
Per quanto mi riguarda avevo visto la prima serie di questo anime chiamata in Italia Alé Alé Alé O O ma il ricordo e vago e non penso avesse tutta questa verve gay: anche perché erano gli ultimi anni di Alessandra Valeri Manera, lady sforbiciata, e quindi scene esplicite o dialoghi allusivi venivano tagliati o cambiati, ma ciò che ho visto ora è talmente chiaro!
Non è un titolo che rimarrà per sempre e credo che se si fosse voluto battere qualche altro percorso avrebbe potuto avere un maggior successo.
Ma visto che è stato ignorato in quanto titolo gay non posso non solidarizzare e dare un sei politico.
        Se fosse un anime romantico vedere delle signorine frignare in quel modo darebbe fastidio.
Anche se fosse un anime con personaggi bambini darebbe fastidio.
Ma diciamolo seriamente da fastidio ancor di più vedere dei ragazzi frignare come bambini/ragazzine se non fosse che…
Se non fosse che è un modo per far vedere che i personaggi principali sono gay!
Di solito il duetto femminuccia=gay mi infastidisce parecchio ma c’è carenza di titoli in cui si può immaginare che i protagonisti sono omosessuali e capisco che per non dirlo apertamente lo sceneggiatore abbia dovuto calcare la mano su questo aspetto e lo perdono.
Purtroppo se non si pensa a Given non mi vengono in mente titoli così schierati.
Anzi Given non dice esplicitamente ciò che sono i protagonisti per molto tempo: lo sai perché te lo hanno detto in anticipo.
Qui invece non ti dicono niente ma già al secondo episodio vedi Kohei comportarsi da femminuccia nei confronti di Hideto e capisci tutto.
Capisci perché non c’è nessun personaggio femminile significativo tranne (forse) la mamma del protagonista e più vai avanti e più ti convinci che non sono solo loro due…
Certo non potevo non essere felice di vedere un anime sportivo spiccatamente gay anche se a costo di luoghi comuni e di idee sorpassate su cosa significa essere gay.
Per il resto poche idee e spesso confuse.
Per quanto mi riguarda avevo visto la prima serie di questo anime chiamata in Italia Alé Alé Alé O O ma il ricordo e vago e non penso avesse tutta questa verve gay: anche perché erano gli ultimi anni di Alessandra Valeri Manera, lady sforbiciata, e quindi scene esplicite o dialoghi allusivi venivano tagliati o cambiati, ma ciò che ho visto ora è talmente chiaro!
Non è un titolo che rimarrà per sempre e credo che se si fosse voluto battere qualche altro percorso avrebbe potuto avere un maggior successo.
Ma visto che è stato ignorato in quanto titolo gay non posso non solidarizzare e dare un sei politico.