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7.0/10
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"Certi amori non finiscono/Fanno dei giri immensi e poi ritornano/Amori indivisibili/Indissolubili, inseparabili/Ma amici mai/Per chi si cerca come noi/Non è possibile/Odiarsi mai/Per chi si ama come noi" ("Amici mai" - A. Venditti)

Penso che più di tante parole la canzone citata possa riassumere al meglio "Winter sonata", un vero e proprio viaggio nostalgico e doloroso nell'essenza di un primo amore perduto e ritrovato più volte.
L'opera di animazione nipponica è la trasposizione piuttosto fedele del Live Action coreano "Gyeoul Yeonga" dell'ormai lontano 2002, che da quanto appreso rappresenterebbe una sorta di pietra miliare dei classici melodrammoni della cinematografia coreana che sull'onda della Hallyu ha ottenuto un non indifferente successo in Asia e non solo tanto da indurre in Giappone la produzione della serie animata (2009) composta da 26 episodi che come peculiarità presenta il doppiaggio in coreano (cui hanno partecipato gli stessi attori del Live Action), con sottotitoli giapponesi e, nel nostro caso, italiani e un finale con scene stile live action, scelta che costituisce una soluzione di continuità dell’unità visiva dell’opera animata, risultando a mio avviso poco azzeccata e stilisticamente per nulla valida a livello "estetico".

La trama è imperniata ai due protagonisti Joon-sang e Yu-jin, due liceali che vivono il classico "Hatsukoi" e, sul più bello, vengono separati inopinatamente a causa di un tragico incidente in cui Joon-sang muore.
Dieci anni dopo, a Yu-jin, incapace di elaborare e superare pienamente la perdita di Joon-sang, il destino riserva una seconda apparente possibilità: incontrare grazie ad una compagna delle superiori un uomo identico proprio al suo primo amore, ora architetto affermato come lei, e il passato torna a bussare alla porta del cuore.
Il tono della sceneggiatura è spesso esageratamente melodrammatico: lutti, amnesie traumatiche, triangoli amorosi, malattie, incidenti e, soprattutto, segreti inconfessabili delle famiglie di provenienza dei protagonisti della storia si susseguono in un intreccio continuo di colpi di scena, surreali e forzatissimi, che alla lunga possono risultare anche estenuanti ed emotivamente poco convincenti proprio per la loro esagerazione.
Ho apprezzato come la narrazione sia pervasa da una malinconia e tristezza costanti, accentuata da una colonna sonora struggente e da un uso massiccio di flashback, che ho percepito tuttavia come ridondanti e che alla lunga, se non si è amanti del genere, tendono ad annoiare per la loro ripetitività e per come spezzano il ritmo della narrazione.
Certe scene che riproducono i momenti felici vissuti dai due innamorati sfortunati sono ripetute in più frangenti solo al fine di esaurire le riserve delle secrezioni lacrimali dando l'impressione solo di voler esasperare ed infervorare i "poveri" spettatori secondo lo stile tipico coreano, molto più ricco di pathos e teatrale rispetto al più sobrio e contenuto stile nipponico di opere analoghe.

L'opera nelle sue esagerazioni comunque offre un piccolo affresco della società coreana di inizio del XXI secolo: scuole simil caserme militari, un sistema familiare simil tribale fondato sul rispetto quasi incondizionato dell'autorità genitoriale e la voglia dei giovani di ribellarsi al destino già scritto da altri trovando nella fuga dalla patria e dalle famiglie l'unico modo per evolvere, crescere e capire se stessi.
Il rapporto genitori-figli è forse l'aspetto più serio e problematico trattato da "winter sonata" ma è stato esageratamente esasperato ai fini della creazione del pathos, utilizzando il classico aforisma "Le colpe dei genitori ricadono sui figli" per costruire ad arte una serie di equivoci distillati sapientemente lungo i 26 episodi per creare sempre un ostacolo alla avversatissima storia d'amore tra i due protagonisti.

I protagonisti, Joon-sang (con la sua doppia identità Min-hyeong) e Yu-jin, sono ben caratterizzati, soprattutto nella loro evoluzione da adolescenti ad adulti. Joon-sang è il classico introverso e tormentato dall'impossibilità di aver conosciuto il padre e poi dal peso degli eventi che gli accadranno, mentre Yu-jin incarna la quintessenza della resilienza e della coerenza ai suoi sentimenti, quasi un'eroina dalla volontà d'acciaio.
Anche i personaggi secondari come Sang-hyeok, l’amico d’infanzia innamorato di Yu-jin, e Chae-rin, la rivale in amore sono ben riusciti anche nella loro evoluzione emotiva, passando dai classici stereotipi del melodramma ad una visione più adulta e di accettazione del forte legame che ha sempre caratterizzato i due protagonisti contro tutto e tutti.
Apprezzabile anche la circostanza che non si tratta di un classico romance adolescenziale, ma di una storia d’amore più adulta, pur con tutte le sue forzature, esagerazioni, complessità e ambiguità.

Dal punto di vista tecnico, di sicuro pregio ed interesse è la colonna sonora con la canzone da piano "la prima volta" ripetuta ossessivamente ma evocativa e perfettamente in linea con il tono nostalgico e parecchio triste della serie. Il character design mi è piaciuto sebbene poco dettagliato e con soventi cadute di qualità durante gli episodi, con disegni quasi approssimativi e mal proporzionati, tralasciando anche il world building non sempre ben realizzato e animazioni poco fluide.

Per concludere, "Winter sonata", come la canzone citata a inizio recensione, è un inno dedicato agli amori dal legame così profondo, troppo segnato dal passato felice per ridursi al silenzio e all'oblio: un amore come ritorno inevitabile, anche quando la vita costringe gli innamorati a intraprendere direzioni opposte. Peccato che nella realtà... ma sognare non costa nulla e spesso fa bene al "cuore".