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alex di gemini

Episodi visti: 19/19 --- Voto 7
Siamo nel 1984, la ginnastica ritmica è per la prima volta una specialità olimpica e tutto il sud est asiatico aspetta con ansia le Olimpiadi di Seoul. Il Giappone è aperto alle mode occidentali, ginnastica ritmica compresa, così, visto che si sono fatti cartoni sportivi su tutto, perché non farne uno sulla suddetta disciplina? Ed ecco a voi , nel 1986, la nascita di "Hilary", un cartone che è una piccola psicoterapia, poiché riesce ad avvicinare alla ginnastica ritmica in maniera intelligente ed efficace, senza supercolpi ma con un buon realismo e mostrando come la ginnastica ritmica sia sì uno sport per donne, ma non sia noioso da vedere anche per gli uomini. Una storia semplice, ma che si rivela subito raffinata con Hilary, quindici anni e una gran passione, che trova in Debbie, molto ricca e più abile, un' amica e una rivale... Anche in amore, perché sono entrambe innamorate di Shiro... Ehm... Willy, anch'egli atleta, che non sa quale scegliere. E poi c'e Federico, amico d'infanzia di Hilary e rockettaro in erba, che lei non calcola neanche ma che, in realtà, è innamorato di lei. Un bel quadrato, quindi. Tra duri allenamenti, anche noi impareremo cosa siano clavette, nastri, accompagnamenti musicali per un'opera formativa, il tutto con le canzoni di Fede in stile Beehive. Pur avendo un carattere di ferro, Hilary ha anche un carattere interessante, non duro come Mimi ma nemmeno svagato come Mila, e riesce a gestire bene sport e vita sentimentale. La grafica migliora lungo i diciannove episodi, anche se resta in linea con i canoni degli anni '80. Belle le musiche. La nota più stonata è data dal finale che... Non c'è; dati gli scarsi ascolti nipponici, la storia venne chiusa con soli diciannove episodi, invece con i ventisei previsti. Una serie non memorabile, ma degna di essere vista anche solo per una rimpatriata negli anni '80 o per il bel viaggio nella ginnastica ritmica o come trampolino per godersi i sedici volumi del manga.

Voto: 7


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Hammy

Episodi visti: 19/19 --- Voto 7
"La leggenda di Hikari" (光の伝説), arrivato in Italia come Hilary, è un manga giapponese pubblicato fra il 1985 e il 1988, poi trasposto in un anime formato da 19 episodi mandati in onda in madrepatria nel 1986. Il numero così insolito per una serie animata giapponese è dovuto al fatto che, avendo un riscontro di pubblico molto basso, l'anime è stato interrotto prima di arrivare al fronte previsto di 26 episodi. Qualche anno dopo la serie è arrivata anche in Europa: prima in Italia, poi in Spagna, Francia e Germania.

La storia parla di una quindicenne, Hilary in Italia, che essendo una grandissima appassionata di ginnastica ritmica desidera affermarsi alle nazionali come una delle migliori. Dopo tante peripezie e insuccessi, riuscirà la ragazza a fare avverare il proprio sogno?
Con un pizzico di situazioni amorose in pieno stile shoujo, Hilary non è un anime molto impegnativo da seguire; è consigliato a tutte le fasce d'età perché i più piccoli possono seguire bene la semplice trama grazie ai discorsi non troppo articolati, mentre i più grandi possono godersi le magnifiche animazioni.


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kirametal92

Episodi visti: 19/19 --- Voto 8
Quest'anime in pieno stile anni '80 è tratto dal manga "Hikaru no densetsu" di Izumi Aso. Dunque, a prima vista, mi sembrava una serie trascurabile e datata, però, dopo averla vista, devo ammettere che risulta una serie veramente godibile e apprezzabile. Vede come protagonista Hilary, appunto, Hikari nella versione originale, una ragazzina con la passione per la ginnastica ritmica che ben presto si mostrerà particolarmente portata per questo sport e questo la porterà a legarsi profondamente a WillyOoishi a e DebbyShina, con i quali condivide la stessa passione per questo sport. A chiudere il quadro dei personaggi troviamo Federico, amico d'infanzia di Hilary e rockstar in erba.

Oltre alle vicende sportive grande rilevanza assume il rapporto tra i protagonisti, infatti Hilary è innamorata di Willy, che a sua volta è diviso tra la ragazza e Debby, che invece prova un grande affetto per quest'ultimo; infine il taciturno Federico è innamorato di Hilary. Insomma, c'è un triangolo amoroso che poi diventerà un quadrato e quindi una vicenda che va decisamente a ricordare quelle di Mitsuru Adachi.

Ho apprezzato particolarmente, devo dire, la caratterizzazione di alcuni dei personaggi, specie quelle di Hilary e di Federico. Purtroppo la serie, a differenza del fumetto originale, non ha un finale e quindi questo ai miei occhi le fa perdere un po' di punti. Comunque ve la consiglio lo stesso, perché regala veramente tante emozioni e può essere un degno spaccato della gioventù giapponese negli anni '80, un po' come Orange Road o Kiss me Licia.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 19/19 --- Voto 10
Quest'anime sembra uscito direttamente da un'ala della trama di Touch, visto che gli elementi presenti come ginnastica e sentimento vanno a braccetto in quest'opera. Qui però, rispetto a Touch, vi è un acceso agonismo, nonostante siano pochi gli episodi presenti in quest'opera, e si evince chiaramente un chara più marcato per quanto riguarda l'aspetto sportivo, ciò che noi conosciamo con il nome di disciplina.
La disciplina, appunto, è il motore che rende possibile qualsiasi impresa sportiva, anche la più difficile, e se va unita a una continua applicazione, dispendio di energie e talento, abbiamo il giusto cocktail di emozioni per fare grande la protagonista di quest'opera.

Scritto così, dà parecchio da pensare che con Hilary siamo davanti ad un automa della ginnastica moderna. E invece non è così, perché le azioni che muovono la protagonista sono legate a forti sentimenti come l'amore in tutte le sue forme e il rispetto dell'avversario.
Essere una ginnasta comporta dedizione e sacrificio e spirito combattivo, che fuoriesce da una carica di energia immensa, da fortissime motivazioni, e alla protagonista basta poco per accorgersi della strada da seguire, accompagnata anche sulle ali di un amore immenso e da musiche che si inseriscono in questa trama pian piano come i progressi della stessa protagonista.

La morale di quest'opera è che l'amore per qualsiasi cosa a cui noi teniamo fortissimamente è il primo degli obiettivi che riusciamo a raggiungere nella nostra vita, perché è un qualcosa che vogliamo fortemente. Ma questo sarebbe un elemento inutile se non fosse accompagnato da motivazioni decise e da una grinta immensa, che permette a chiunque di tagliare i traguardi, anche più difficili e prestigiosi, come è nel caso della trama di questo anime. Esso è un invito, in pratica, a non mollare mai ciò in cui si crede e che si ama alla follia. Ciò porterà sempre grandi risultati e grandi delusioni, ma una cosa viene insegnata di sicuro: essere più responsabili e decisi nelle proprie scelte della propria vita.


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starbucky

Episodi visti: 19/19 --- Voto 8
Hilary Kamiji ha quindici anni e una grandissima passione per la ginnastica artistica. Tanta passione è però accompagnata da risultati poco brillanti che la relegano a un ruolo di secondo piano nella sua scuola. Improvvisamente però, in un torneo tra scuole locali, il vero talento di Hilary viene fuori, consentendole insieme a Debby, la stella della sua squadra, di essere ammessa al campionato nazionale.
Tra Hilary e Debby, nasce una sana rivalità. Mentre Debby con i suoi esercizi mette in mostra eleganza e precisione tecnica, Hilary è un concentrato di freschezza ed energia. Ma primeggiare nella ginnastica non è la sola cosa per cui Debby ed Hilary sono rivali. Condividono anche l'amore per lo stesso ragazzo, Willy, capitano della squadra maschile.

Tratto dal manga "Hikari no densetsu di Izumi Aso", la versione animata se ne discosta molto pur mantenendo la stessa idea di base: lo sport e i sacrifici per diventare una grande atleta, accompagnati dai primi batticuori e dalle prime grandi delusioni.
Concentrare sedici tankobon in diciannove episodi è un’impresa già in partenza titanica, tanto più che il manga originale inizia con Hilary quindicenne per concludersi alle Olimpiadi di Seoul. Uno spazio temporale troppo vasto da racchiudere in così poche puntate, tant'è vero che la versione animata si conclude direttamente al campionato nazionale, facendoci vedere quello che poi sarà il futuro di Hilary e degli altri protagonisti.
Nonostante questo, però, l'anime è comunque di buon livello sia nella parte grafica che nella parte tecnica. Nessun salto impossibile di tre metri, gli esercizi delle atlete sono realistici sotto ogni punto di vista, rendendole più umane ma non per questo meno eroiche nelle loro imprese.
Molto curata la colonna sonora, composta principalmente da melodie classiche affiancate da canzoni più melodiche e pop.
In conclusione, molto meglio di tanti altri anime sul genere sportivo.


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Kotaro

Episodi visti: 19/19 --- Voto 7
Approfittando dell'appena conclusasi replica su Cooltoon, ho voluto rivedere questa serie che avevo visto alla prima messa in onda, ma essendo io molto piccolo all’epoca non ne avevo praticamente alcun ricordo, se non l’aspetto fisico della protagonista.
L’impatto con il primo episodio, devo dire, è stato profondamente negativo: un troppo semplice design dei personaggi, che li rendeva poco carismatici, una grafica non eccezionale, una presentazione dei personaggi e della storia partita un po’ troppo in sordina, un adattamento italiano anni ’80, con tutti i nomi italo-nippo-americaneggianti che ciò comporta, e un doppiaggio italiano sin troppo sottotono per gli standard della scuola milanese.
Tuttavia, Hilary sembrava promettere bene, avendo una bella atmosfera e dei personaggi potenzialmente molto interessanti; inoltre avevo proprio voglia di riscoprire questo bel classico che avevo abbandonato da più di una ventina d’anni. Quindi mi misi di buona lena e, armato di buone speranze, proseguii nella visione malgrado il non troppo esaltante incipit.
Per mia fortuna, man mano che si prosegue negli episodi, Hilary diventa molto più interessante e ben confezionato, rivelandosi una serie non eccezionale ma sicuramente abbastanza gradevole da seguire.

La storia è incentrata su un gruppo di ragazzi delle scuole medie Aikoh. Abbiamo la protagonista Hilary/Hikari, ragazzina allegra e determinata nonché giovane promessa della ginnastica ritmica; la senpai Debby/Shina, seriosa e posata amica/rivale della protagonista; il solare Willy/Ooishi, rinomato ginnasta; e l’ombroso Federico/Mao, amico d’infanzia di Hilary e musicista in erba.
Di questo ben assortito quartetto seguiremo le vicissitudini scolastico-quotidiane, ma anche sportive, personali e sentimentali. In men che non si dica, quei personaggi che nel primo episodio erano soltanto abbozzati e non troppo carismatici diventeranno più interessanti e riusciranno nel difficile intento di rendersi empatici allo spettatore, che potrà così seguire con attenzione e interesse il duro cammino di Hilary e Debby sulla strada della gloria come ginnaste, oppure la difficile ascesa della rock band di Federico verso il successo. L’allegria e la spontaneità di Hilary saranno contagiose, e se già le ragazze dell’epoca furono conquistate da questa simpatica ginnasta e spinte a imitarla, a distanza di più di vent’anni, io, un ragazzo ormai più che ventenne, ho imparato a conoscere uno sport, la ginnastica ritmica, di cui non avevo alcuna nozione e che ho trovato molto interessante.

Il nostro quartetto protagonista così si rivela essere indubbiamente ben costruito. Tutti e quattro i componenti riveleranno diverse peculiarità a livello caratteriale e non sarà difficile affezionarsi a tutti quanti. E qui entrerà in gioco la perfidia degli autori, che, in maniera similare a quanto accade in H2 di Mitsuru Adachi, ci regalano due simultanei triangoli amorosi che coinvolgono il gruppo e che magistralmente donano più forza alla caratterizzazione dei personaggi. Tali triangoli rimescolano più volte le situazioni sentimentali dei personaggi, rendendo la storia più intricata, e permettono così allo spettatore di affezionarsi maggiormente ai personaggi coinvolti e di parteggiare ora per uno ora per l’altro.
La storia non si discosta troppo dai classici dettami del genere shoujo anni ’80, presentando un efficace miscuglio di sport, quotidianità e amore. Tuttavia risulta essere molto gradevole e presenta sia dei personaggi che è interessante conoscere e seguire nel corso degli episodi, sia una trattazione molto sobria dell’elemento sportivo, sia un pittoresco quadretto di un Giappone anni ’80 il cui emblema principale sono i Mr. D, la rockband di cui fa parte Federico, un James Dean dagli occhi (torvi) a mandorla e dalla ribelle chioma tinta di viola.

Di pari passo con la storia e i personaggi, anche il livello tecnico della serie migliora e si fa ben più gradevole col proseguire degli episodi. I disegni scialbi del primo episodio migliorano esponenzialmente, acquisendo personalità e sobrietà e offrendoci dei bellissimi volti, una strabiliante rappresentazione di una vasta gamma di emozioni umane e splendidi paesaggi.
Le animazioni e i colori, seppur non brillando eccezionalmente, sono ben realizzati, sobri e adatti a rappresentare in maniera incantevole le esibizioni delle ginnaste di cui l’anime è costellato.
Il comparto sonoro della serie è invece davvero ottimo. Molto gradevoli le due sigle d’apertura e chiusura, in particolar modo la prima, che viene poi ripresa in svariate versioni come un dolce accompagnamento alle scene durante gli episodi. Davvero ottimamente realizzati inoltre sia i vari brani orchestrati, che accompagnano le varie scene o le esibizioni di ginnastica ritmica, sia i brani cantati dalla band di Federico, dallo spiccato e inequivocabile sound anni ’80 in stile Beehive.

Venendo all’edizione italiana, ahimè, saltano subito agli occhi gli adattamenti insensati tipici degli anni ’80, con una storia ambientata dichiaratamente in Giappone ma vissuta da personaggi che portano un cognome giapponese e nomi italiani o inglesi. Purtroppo, anche il doppiaggio è abbastanza sottotono, rispetto ad altre serie del periodo: se la compianta Paola Tovaglia che doppia Hilary sulle prime è scialba, poi ci si fa l’abitudine e diventa molto dolce e gradevole all’orecchio, ma altresì non si può dire lo stesso del monocorde Willy di Gabriele Calindri (che decisamente riusciva meglio, nello stesso periodo, su Kazuya di Touch o Satomi di Kiss me Licia) o del Federico di Luigi Rosa, doppiatore sempre bravissimo ma che ci mette molto tempo a entrare nel personaggio del rude musicista.
Addirittura, persino il bravissimo Giovanni Battezzato ci regala una prova ben poco memorabile e piuttosto piatta nel ruolo del padre di Willy, e per rendere piatto Giovanni Battezzato ce ne vuole…
Al di là di queste considerazioni da fissati del doppiaggio, sono molti i doppiatori milanesi importanti che si sono ritagliati una particina in questa serie, anche se non è magari la parte più memorabile della loro carriera.
Da segnalare è anche un’ottima resa nella nostra lingua di molte canzoni di sottofondo, come i pezzi dei Mr. D o la stessa opening.

Hilary è quindi una serie magari non memorabile né particolarmente importante, ma che si rivela essere ugualmente piacevole; tuttavia ha un altro grande difetto, ossia un finale improvviso e ben poco soddisfacente.
La serie, che già di suo adatta in animazione solo i primi tre-quattro volumi (di 16) del manga da cui è tratta, è stata infatti chiusa in fretta e furia a causa dello scarso successo riscosso, e sono stati realizzati soltanto 19 episodi invece dei 26 previsti, chiudendo le vicende in fretta e furia e lasciando non poco amaro nelle bocche di chi guardava, che magari nel frattempo si era appassionato e sognava una conclusione migliore della storia.
Hilary è una serie che vive di pregi e difetti in egual misura, che poteva essere un capolavoro ma ha fatto prevalere i suoi lati negativi sui suoi molti elementi positivi e che, sebbene risulti essere abbastanza piacevole da seguire, con dei buoni personaggi e un’ottima atmosfera, purtroppo è ben lungi dall’essere un masterpiece, pur dimostrandosi comunque apprezzabile. Pur essendo conscio che è una serie in un certo senso incompleta, l’ho trovata molto piacevole e mi ha appassionato non poco, quindi la promuovo con piacere, ma è bene avvertire dei suoi difetti chi voglia approcciarvisi.


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wonder

Episodi visti: 19/19 --- Voto 5
<b>Attenzione! Spoiler sulla trama!</b>

Ho deciso di dare un'insufficienza, anche se non grave perchè il cartone è stato costruito solo per giustificare le aspettative del pubblico. Mi spiego meglio: sin dalle primissime puntate viene dato troppo spazio all'interesse di Hilary per il campione di ginnastica della scuola, che nel frattempo ha catturato anche l'attenzione di Debby, mentre il vicino di casa musicista, anch'egli innamorato non contraccambiato di Hilary, viene sempre tenuto in secondo piano, se non quasi inesistente. cosa assai differente nel manga. Il campione sceglie Debby, Hilary scopre che il musicista non è poi così invisibile, la sua vincita ai mondiali non è poi così scontata come nel video perchè gareggia su un pezzo cantato proprio dal musicista incompreso ma senza base musicale, cosa assai vietata dal regolamento. Il finale è aperto. Sarà fatta l'eccezione del caso per il suo grande talento o no?
Nel manga inoltre ci sono disegni tecnici, spiegazioni, allenamenti, sfide, il tutto fatto con naturalezza e capacità. Nel video, per esempio, ben due puntate sono sprecate per la gita, per il mercatino e per la presentazione dei ragazzi delle compagne di allenamento di Hilary, per sapere se i ragazzi hanno veramente spiato le ragazze etc... cosa che nel manga non accade, ed è uno dei tanti esempi.

simona

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simona

Episodi visti: 19/19 --- Voto 9
Bellissimo!!! Questo anime è uno shojo sportivo incentrato principalmente sulla ginnastica ritmica. Le relazioni tra personaggi, i sentimenti, ci sono ovviamente, ma rimangono in secondo piano perchè motore trainante della storia è appunto la ginnastica, le gare, i duri allenamenti e gli sforzi per migliorare e tutto ciò alla lunga per un non appassionato del genere potrebbe essere noioso, invece ti sa prendere e coinvolgere fino alla fine. Ricordo sempre quando da piccola giocavo ad imitare la protagonista perchè volevo diventare come lei!
Concludendo Hilary è un ottimo esemplare dello shojo sportivo, forse il migliore per l'animazione ai particolari e alla ginnastica ritmica, e ovviamente per il tratto meraviglioso.
Assolutamente consigliato.