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Gaudio

Volumi letti: 17/17 --- Voto 8,5
Ajin è la storia di un ragazzo che si scopre appartenente ad una razza di esseri immortali con alcuni superpoteri (immaginatevi gli Stand di Jojo ma senza abilità). Il protagonista deve imparare ad adattarsi alla sua nuova realtà, non potendo far parte della normale società civile che lo vede come un pericolo, nonchè cavia per esperimenti inumani. Verrà coinvolto suo malgrado nel "movimento di liberazione" capeggiato da un enigmatico, e spietato, anziano signore.

La storia è molto scorrevole e i momenti di suspense non mancano.

Il "cattivo principale" è sicuramente carismatico e ben gestito. Quello che professa non è del tutto sbagliato in linea teorica, ma è difficile simpatizzare con la sua metodologia, e questo lo distingue dai classici cattivoni che vogliono solo conquistare/distruggere il mondo "perché sì".

Per chi come me lo ha iniziato dopo aver visto l'anime: la trama prende una piega diversa rispetto alla versione animata, che personalmente ho trovato più soddisfacente, quindi consiglio di prenderlo dall'inizio.


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Zerusen

Volumi letti: 17/17 --- Voto 8
«Ajin» è un manga seinen - indirizzato a un pubblico maturo - realizzato tra il 2012 e il 2021, un'opera che pare essersi affermata in maniera abbastanza convinta sulla scena manga [e anime] e che dimostra di possedere tutte le armi per giustificare tale impresa.
Ve lo anticipo da subito senza mezzi termini: qui siamo di fronte a un capolavoro. Trovo ci sia poco spazio a soggettività, opinioni e gusti personali da parte del pubblico (me compreso): Ajin è tanta, tanta roba.
Per onestà preciso che, nonostante questo, io non posso dire comunque di averlo davvero apprezzato: per me un manga, a prescindere dalla tecnica e dalla mole dei suoi contenuti (mole che qui è davvero immensa), deve innanzitutto lasciarmi il sorriso, un bel ricordo, un bel messaggio finale, o comunque qualcosa che mi porti a rileggerlo. Questa sensazione nel caso di Ajin non credo di averla provata, visto che l'ho dato via e che la sua mancanza non l'ho mai percepita (anche se qui intervengono diversi fattori, tra cui anche la crescita personale e la minor passione verso il mondo dei manga), ma nonostante questo l'idea che Ajin fosse un capolavoro c'era ed è rimasta lì dov'è, senza obiezioni. Andiamo avanti.

La trama vede Kei Nagai, uno studente modello dall'intelligenza smisurata, scoprire di essere un ajin: una rara specie di individui - scoperta per caso pochi anni prima - dalla peculiare caratteristica di essere immortali. La vita di Kei viene quindi stravolta e lo porta a una costante fuga dalle forze di polizia: gli basta poco per capire che, se dovessero catturarlo, gli esperimenti su di lui renderebbero la sua vita un inferno e la sua immortalità una condanna senza fine; ma cosa accadrà, dopo? Riuscirà a liberarsi degli umani che gli danno la caccia? Collaborerà con Sato, l'ajin che vuole vendicarsi della razza umana e delle violenze che lui e i suoi simili hanno subìto? Oppure sceglierà di contrastarlo, schierandosi con quelli che dovrebbero essere i buoni?

Il manga non impiega più di metà del primo volume per dimostrarci di essere un capolavoro. In un attimo ci si ritrova a fuggire insieme a Kei e a Kaito, l'amico d'infanzia che per lungo tempo a Kei è stato detto di ripudiare; [ci si ritrova] faccia a faccia con un mondo crudele, in cui non appena scopro che mio figlio è un ajin inizio a trattarlo da alieno, non da figlio; un mondo in cui ciascuno è fermo nelle proprie idee e nel proprio odio, a partire dai protagonisti, tra i quali ci sono davvero poche e marginali eccezioni che ci dimostrano di provare amore e avere - forse - un buon cuore da anteporre al proprio cinismo.
Ciliegina sulla torta: il disegno, l'aspetto più difficile da lodare, perché i complimenti non rendono abbastanza. Tratto pulito, scuro, forte uso dell'inchiostro, dettagli al millimetro sia nelle espressioni facciali che nei combattimenti, come anche nelle ambientazioni; un disegno che rende i suoi personaggi pregni di un enorme fascino, anche quando sono brutti. Ma «Ajin» non è solo questo: Ajin è anche un manga dalla storia profonda, dai momenti di suspense senza fine, dalle strategie - elaborate dai protagonisti - e dai colpi di scena che ti lasciano senza fiato; i suoi 17 volumi volano che è una bellezza e per tutto il tempo non ho fatto altro che chiedermi: chi c'è dietro la sua realizzazione? La bravura è un conto, l'allenamento è un conto, ma qui siamo davanti a uno spettacolo senza pari. Uno spettacolo tale che ho supposto che chi lavorasse ad Ajin dovesse aver avuto, oltre a una fortissima dedizione, anche una storia travagliata, qualcosa che lo avesse motivato a elevare l'opera così in alto.

Sì, insomma, mi sono fatto prendere un po' la mano, e questo l'ho capito specialmente nell'arco finale, in particolare superato il 12/13esimo volume. Qui la storia inizia un po' ad appiattirsi, le idee a scarseggiare e le trovate a risultare meno efficaci, anche se - tocca dirlo - ciò è evidenziato dal passaggio caldo-freddo avvenuto dopo una serie di tavole che per 10 volumi abbondanti ci hanno riempito gli occhi e il cuore. A fronte di queste riflessioni io credo che «Ajin» abbia peccato sotto due aspetti, ovvero:
1)che abbia scelto di narrare una storia dai toni forti, duri e freddi, una storia priva di un eroe vero e proprio, che non trasmette dei messaggi realmente piacevoli (l'autore infatti sembra condividere o comunque voler enfatizzare i pensieri duri nei confronti di un mondo cinico come il nostro, tuttavia questi pensieri a mio avviso nella realtà già abbondano e gradirei mi venisse piuttosto fornita una chiave di lettura alternativa).
2)che abbia scelto di estendere qualcosa che si poteva - nell'arco finale - riassumere. È chiaro ma soprattutto comprensibile che, dopo 17 volumi così densi di contenuto, le idee inizino a scarseggiare, ma piuttosto avrei cercato di tardare un attimo la sua conclusione in favore di uno sviluppo, almeno per quelli come me, un attimo più apprezzabile. Rimane il fatto che anche nella sua conclusione Ajin è rimasto fedele all'alto livello della propria tecnica e che, a essere sinceri, i finali sono sempre stati il tallone d'Achille di ogni singolo manga; anzi, di ogni singola opera (fumetto e non) che esista dall'alba dei tempi.

Concludendo: «Ajin» è un'opera di alto livello che merita senza dubbio, un manga che consiglierei di acquistare a occhi chiusi per il semplice fatto che o riesce a far impazzire il lettore o, in alternativa, gli regala un'ottima avventura; anche qualora - come me - rientraste nella fascia di lettori più esigenti e puntigliosi, continuerei a consigliarvi l'acquisto, visto che a rivendere Ajin si impiegano circa due secondi vista la popolarità dell'opera.


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Focasaggia

Volumi letti: 17/17 --- Voto 8
«Ajin» è un manga, scritto e disegnato da Gamon Sakurai aiutato inizialmente da Tsuina Miura che decise di abbandonare il progetto dopo la pubblicazione del primo volume per dedicarsi a Sky Violation, pieno di azione e di strategia.

Gli Ajin sono creature fantastiche che riescono a tornare in vita ogni volta che vengono uccise. Nati come esseri umani un qualcosa li trasforma nel profondo modificando la loro struttura, ne esistono pochissimi esemplari in tutto in mondo, ma non puoi sapere di appartenere o meno a questa specie prima di morire.

Kei Nagai è un ragazzo serio che non sa bene cosa sia un ajin, chiede spiegazioni al suo professore di storia, ma per quanto queste non siano convincenti finge di essere soddisfatto, fingere è la cosa migliore per andare avanti. Come nel più classico degli isekai un camion lo investe, l’incidente è mortale, ma il ragazzo non torna in vita in un altro mondo ma in questo rivelandosi un ajin. Inizia la fuga.

“Io non sono più un essere umano, non è così?”
“Queste cose non mi interessano affatto”
Improvvisamente sei diverso da tutti gli altri alla parti di una cavia da laboratorio e vedi negli occhi di chiunque un possibile nemico, di chi fidarsi in simili frangenti?
Un’amicizia sincera quella che si trova in Kaito, un ragazzo che proviene da una famiglia modesta non ritenuta all’altezza di frequentare quella di Kei, visto che suo padre è un detenuto. Il ragazzo non batte ciglio quando è giunto il momento di tagliare i rapporti con lui, opportunista pensa solo alla cosa migliore per lui da fare non alla più giusta. Kaito al contrario è altruista non riesce a vedere la sofferenza altrui senza agire, un carattere che in determinati ambienti può risultare pericoloso, soprattutto quando hai di fronte gli ajin. Kei ha qualcuno su cui contare, ma per quanto tempo potrà sopravvivere affidandosi ad altri?

“Non è affatto divertente parlare con qualcuno che vuole sentire davvero quello che hai da dire”
Ma Kaito non è l’unico interessante comprimario. Il freddo Yū Tosaki, la simpatica Izumi Shimomura con il suo orribile passato, l’eccentrico Ikuya Ogura, Nekozawa e altri, tutti daranno i loro contributo alla storia, nessuno è escluso, nessuno viene dimenticato. Gli schemi mentali dei vari protagonisti sono alquanto originali, bizzarri, riusciranno a sorprendere sempre, leggendo l’opera si noterà come si distacca dagli obsoleti classici eroi buoni, senza macchia. In questa opera ognuno ha un qualcosa di oscuro nel profondo con cui bisogna scendere a a compressi, forse il vero fantasma nero di cui si parla, forse è quando questa oscurità diventa contorta che nascono gli ajin. Kei non è l'unico che si avvale del potere degli ajin, ne esistono altri, anche sconosciuti, trovarli è difficile e potrebbero anche non essere dei validi alleati ma dei terribili nemici.

“Playball”
Cappello. Così è soprannominato inizialmente un individuo misterioso a cui piace giocare, che si rivelerà un osso duro per chiunque voglia fronteggiarlo, dotato del potere degli ajin, sembra quasi non voglia utilizzarlo amando la lotta corpo a corpo. Astuto, freddo, riesce a elaborare piani che all’apparenza sembrano impossibili da realizzare e che possono essere eseguiti soltanto se sei davvero immortale. Divertente tutte le sue citazioni a telefilm e altro. Che sia nemico o altro difficile dirlo con certezza, in fondo vuole solo giocare e ogni bel gioco dura poco.

I combattimenti, tutti strategici dove nessuno è stupido, sono da mozzare il fiato, sembra che l’autore stesso voglia sperimentare il potere che lui stesso ha creato divertendosi a mostrarci i tanti usi specialmente durante le battaglie. Il pathos ci accompagnerà in momenti dove ogni pagina rivela una sorpresa. Ci si chiederà cosa voglia fare ora l’antagonista principale visto che i tanti protagonisti elaboreranno l’impossibile per sconfiggerlo, lui dovrà prevedere l’imprevedibile. Anche questo è Ajin, una lotta di intelligenza fra due fazioni opposte, dove puoi essere tradito in ogni istante da chi ritieni amico.

I disegni sono ottimi rendendo bene la complessità facciale dei protagonisti, le loro emozioni vengono ottimamente rappresentate, le scene di azione risultano di facile comprensione, fluide, dinamiche esaltanti, si leggeranno con piacere. Non vi sono scene di violenza ingiustificata.

Ogni bel gioco dura poco e per quanto ogni sfida è diversa dalla precedente alla lunga risulta quasi stancante, come lo stesso antagonista affermerà verso la fine. Probabilmente sarebbe stata una decisione saggia abbreviarne la durata soprattutto comprimendo la parte finale.

Dal manga sono state trasposte una serie animata con due differenti stagioni che copre solo in parte il manga con un finale alternativo alla serie, tre film e una serie di oad molto divertenti. Un film live action, molto riuscito data la complessità degli elementi in gioco, è stato girato e distribuito nel 2017.

L’opera la si raccomanda a chiunque cerchi azione mista a strategia.


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alessiox1

Volumi letti: 13/17 --- Voto 7,5
"Ajin: Demi-Human" è un manga in corso dal 2012, che attualmente conta 14 volumi, l'autore è Gamon Sakurai, l'opera è di genere azione, splatter e horror.

Per quanto riguarda la trama, ci troviamo nel Giappone contemporaneo, il mondo è quasi identico al nostro, se non fosse per un piccolo particolare: esistono delle persone/creature chiamate Ajin che non muoiono, o meglio, possono morire solo di vecchiaia.
Queste persone hanno anche alcuni poteri e, in genere, vengono catturate e vengono usate per degli esperimenti; prima che un Ajin si trovi al momento della sua "prima morte" neanche lui sa di essere un Ajin. Ed è questo quello che capita al nostro protagonista, che dovrà scappare dal governo, grazie all'aiuto di un suo amico. Durante la fuga cerca altri Ajin suoi alleati, ma le cose si complicano notevolmente, per il resto non resta che comprare il manga.

Devo dire che la trama nella parte iniziale mi piace molto, sicuramente la creazione degli Ajin da parte dell'autore è molto interessante, ovvero persone che non possono morire, per un fenomeno inspiegabile un misto tra fantascienza e magia, che non ci viene spiegato, chissà se alla fine il mistero verrà chiarito.
Andando avanti è molto interessante vedere l'interazione tra gli umani e gli Ajin, tra pregiudizi, rimpianti, odio, disperazione ecc... purtroppo però nella parte in cui ci troviamo (gli ultimi volumi usciti) ritengo che la storia cominci a diventare monotona e, onestamente, molto noiosa, aggiungo che spero che il finale sia vicino, sennò sarebbe solo un inutile modo di allungare il brodo.

Passiamo ora alla caratterizzazione dei personaggi, diciamo che il lavoro svolto è a metà tra un lavoro discreto e un buon lavoro, quindi con alti e bassi, tra i personaggi che trovo più interessanti abbiamo l'antagonista, Yū Tosaki e Izumi Shimomura, mentre il protagonista non mi convince appieno, diciamo così.
Per quanto riguarda i disegni, non sono ottimi ma direi che sono almeno discreti, sicuramente gli sfondi e gli oggetti inanimati sono ben disegnati, non mi piace tantissimo il disegno dei personaggi, non dico sia brutto, ma non posso neanche dire che lo considero un bel disegno.

Il manga ha degli elementi ricorrenti, che sono i suoi punti di forza, parlo delle scene d'azione, sono onnipresenti e ben fatte; inoltre c’è una grande attenzione alla parte strategica, ovvero i combattimenti sono preceduti da un‘attenta pianificazione da ambo le parti, in merito a questo direi che siamo quasi al livello di “Code Geass” e del suo protagonista Lelouch.

In conclusione: un anime interessante, che consiglio moderatamente, soprattutto per i fan dei manga d'azione, con tratti strategici e con elementi "horror" e splatter.
Voto finale 7,5

Luigi

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Luigi

Volumi letti: 2/17 --- Voto 8
Ho da poco finito di leggere i primi due volumi di "Ajin".
Mi sono piaciuti, li ho trovati piuttosto originali, premettendo che non ho mai letto Tokyo Ghoul, il quale dicono assomigli molto alla trama di Ajin.
Spoilerare che il protagonista muore al primo volume non dovrebbe essere un delitto, tanto come preannunciare che alla fine del film di Titanic la nave affonda.
Chi sono gli Ajin? Questa è una domanda che ci porteremo dentro molto a lungo e con curiosità; ciò che fino ad ora apprendiamo è che sono degli esseri non umani ma del tutto simili a noi, tanto che neanche loro sanno di essere Ajin finché non rimangono coinvolti in un incidente mortale per poi miracolosamente tornare in vita poco dopo. Non stiamo parlando di una rigenerazione alla Wolverine piuttosto che alla Wade Wilson; ma qualcosa di più trascendentale che sfiora la nostra fame di curiosità e ci nutre poco alla volta senza saziarci mai, facendoci gustare poco alla volta ogni portata.
Non siamo davanti a qualcosa che porterà una rivoluzione del genere, di certo tante situazioni ci sembrerà di averle già vissute in qualche altro manga.
Dare un opinione oggettiva ad un manga leggendo due soli volumi è possibile solo se decidi di non farlo professionalmente, per cui posso solo darvi l'impressione soggettiva che ho avuto.
Io sono uno di quelli che se i disegni non mi piacciono non riesco nemmeno a leggere il fumetto, "Ajin" è stato curato a dovere, sfondi e retini rendono giustizia ai tratti fini e precisi dei panneggi ma l'unica impressione negativa si ha coi volti, che seppur ben caratterizzati sarebbero più adatti ad un'altra tipologia di lettura e di atmosfera, più spensierata, come di un Naruto ad esempio.
Le rappresentazioni più affascinanti si hanno quelle rare volte in cui il mangaka decide di far apparire le anime oscure, simili a demoni con sembianze umane alti e magri ricoperti interamente da fasce. Queste creature sono invisibili agli occhi umani ma possono essere notate dagli Ajin; i quali alcuni di essi hanno anche il potere di controllare queste orride presenze le cui origini sono tutt'ora avvolte nel mistero.
Il nostro protagonista Kei, dopo aver scoperto di essere un Ajin una volta tornato in vita dopo un indicente stradale dovrà fare i conti con le forze dell'ordine che lo braccheranno senza sosta, nel frattempo verrà contattato da altri Ajin (ne esistono una quarantina nel mondo, a Tokyo solo tre) con l'intenzione iniziale di aiutalo a fuggire dalla polizia ed evitargli un futuro di dolorosi esperimenti.
Per concludere, "Ajin" promette bene. Mi auguro davvero che riesca a mantenere alta la curiosità del lettore più a lungo possibile senza cadere troppo nel banale; le potenzialità ci sono, il successo anche!