Buon fine settimana a tutti quanti con un nuovo articolo dello Yaruki 2017 – Italian Japstyle Comics Award. Andiamo avanti con la nostra categoria INDIE senza fermarci mai!

Oggi abbiamo il grande piacere di presentarci The Space Between di Matteo “Dodo” Brizio e Marco “ReiX” Caglieri.
 
 
Matteo Brizio, in arte Dodo, classe '89, Cuneese di origine ma si sente abitante del mondo.
Nasce a Fossano (CN) il 4 Agosto, studia Matematica all'Università degli Studi di Torino e trova lavoro nei sistemi informativi di Intesa Sanpaolo, ma la sua vera passione fin da quando è bambino è il fumetto. Dopo aver frequentato i corsi con Federica Di Meo, in cui esplora le tecniche orientali sia grafiche che di sceneggiatura, si lancia nel mondo delle autoproduzioni e con la casa NuPress collabora nel 2013, nel 2014 e nel 2017 sia in veste di illustratore che di fumettista, con l'opera autoconclusiva Redemption.

Cercando di migliorarsi e confrontarsi con altri artisti a livello internazionale, partecipa nel 2015 e nel 2016 al concorso Silent Manga Audition indetto dalla casa editrice giapponese Comic Zenon, arrivando in quarta categoria nel 2015 e accedendo alla selezione dei finalisti nel 2016, con la sceneggiatura di ReiX. Inoltre partecipa a dei colloqui formativi con alcuni editor giapponesi grazie alla collaborazione con la Lucca Manga School, che gli permettono di approfondire ulteriormente gli aspetti scenografici dei suoi lavori. Attualmente collabora con Copic Italia, postando sul blog ufficiale italiano alcuni tutorial con cadenza mensile sul blog ufficiale. Il suo sogno nel breve termine è quello di realizzare un artbook interamente a Copic e una sua serie a fumetti.

Marco Caglieri, in arte ReiX, educatore professionale, illustratore e aspirante fumettista. Nato il 1° luglio del 1986 a Fossano, si diploma al liceo linguistico per poi laurearsi presso la facoltà di Scienze dell'Educazione. Ama e si dedica alle arti in alcune delle sue forme: la musica, con chitarra e violino, le arti marziali, il reiki e il disegno. Attualmente lavora come educatore professionale con minori a disagio e con bisogni educativi speciali e nel tempo restante si dedica alla sue grandi passioni. Inizia il suo percorso verso il manga con gli insegnamenti di Federica Di Meo e lavora per lei come assistente alle sue opere principali "Somnia - Artefici di sogni" e "Somnia - Il gioco del serpente", editi da Panini Comics. Nel 2013, come fumettista, e nel 2016, come sceneggiatore, partecipa al concorso internazionale Silent Manga Audition indetto dalla casa editrice giapponese Comic Zenon.

Quella che segue è una delle opere più brevi che vedrete tra quelle che concorrono allo Yaruki, e sotto un certo punto di vista è stata una sorpresa anche per noi notare quante opere così brevi ma di qualità ci possano essere. The Space Between è un’opera muta creata appositamente per la 6° edizione del Silent Manga Audition del 2016. Un fumetto che magari non avrà avuto la fortuna che meritava in Giappone, essendosi fermato ad un passo dalla vittoria ovvero nelle semifinali, ma che abbiamo deciso senza alcun problema di “premiare” portandolo alla vostra attenzione. 

Per le opere così brevi pensiamo che facciate prima a vedere in galleria le tavole piuttosto che parlavi della trama, ma noterete immediatamente che si tratta di un fumetto che ha voglia di porre l’accento sulla fantasia di un bambino. Siamo tutti il bambino protagonista di questa opera, che per noia o per qualsiasi altro motivo ci siamo buttati nel nostro mondo interiore, dove tutto fosse possibile e dove l’irrazionale non è altro che il confine dei nostri sogni. Tavole che grazie al loro tratto semplice ma di immenso impatto colpiscono con grandissima forza il nostro immaginario, trasportandoci non solo in un’epoca che ormai non c’è ma anche in quell’angolo (spero per il lettore non troppo remoto) del nostro cuore dove vorremmo naufragare con gioia tra queste fantastiche assurdità.

Vi è un elemento che completa la comprensione di questo fumetto: il padre. C’è una certa visione malinconica della figura paterna, il quale troppo preso dai suoi pensieri non presta attenzione al figlio, che si sente trascurato e spinto ancora un po’ di più ad alienarsi da questa realtà. Questa per fortuna è una storia che vuole raddolcire il nostro cuore ed eccolo mentre decide di passare del tempo con il suo amato figlio, entrando insieme in quel mondo dove tutte le preoccupazioni terrene non esistono. Elemento che probabilmente rappresenta l'anima dell’opera ma forse fin troppo distante dal mondo giapponese, dove certe carenze affettive rischiano di non esser viste come un problema grande quanto da noi, per poter far breccia nei giudici dello SMA, ma noi con i nostri difetti e pregi siamo italiani, quindi pronti ad apprezzare nel modo più adatto quest’opera.

Ecco il tributo di Matteo Brizio alla nostra Yaruki:
 

Ecco il tributo di Marco Caglieri alla nostra Yaruki:
 

Intervista agli autori:

Ragazzi enorme piacere potervi intervistare: pronti?

Dodo: Sono io quello emozionatissimo! Prontissimissimo!

ReiX: il piacere è mio!


Cosa ne pensate del fumetto japstyle? Quali sono le opere e gli autori che vi hanno influenzato maggiormente?

Dodo: Come tanti altri prima e dopo di me, sono cresciuto con i “cartoni animati” giapponesi che trasmettevano dopo pranzo e nel pomeriggio; questo continuo bombardamento di immagini mi ha segnato profondamente, quindi per me non c’è nulla di più naturale che pensare al fumetto in un’ottica japstyle, soprattutto per quanto riguarda la resa grafica e di impostazione delle tavole. Per me le etichette hanno poco valore, dopo aver parlato con alcuni editor giapponesi e aver seguito le imprese dei connazionali al Silent Manga Audition Contest, cosa posso dire se non “Più japstyle in Italia”?

Per quanto riguarda le influenze, sono davvero tantissime e soprattutto sono cambiate nel corso degli anni, ma se dovessi sceglierne tre direi: Dogs di Shirow Miwa, Are you Alice? di Ikumi Katagiri, Somnia di Federica Di Meo. Anche se sono continuamente stimolato da tantissimi autori, sia Italiani, che Giapponesi, che Americani.

ReiX: Il “mondo” japstyle mi ha investito fin da quando ero piccolo, dai cartoni animati ai fumetti e videogiochi. Ho la fortuna di avere un cugino maggiore che mi ha iniziato a questo fantastico mondo. Poi con l’arrivo di Dragonball su Junior TV e Sailor Moon a Bimbumbam la mia passione è esplosa. Per quanto riguarda i fumetti, i primi sono stati i GAME OVER della Star Comics. Questo però non mi ha mai bloccato per quanto riguarda la scelta delle cose da leggere, anzi penso che più “stili” diversi si incontrano, più ci si arricchisce. Credo che non ci sia nulla di male nel dare un nome ai diversi stili, però credo anche che questo non debba essere usato per criticare in malo modo chi prova a fondere più stili o a portare qualcosa di nuovo sul panorama artistico. Mi piacerebbe non sentire più frasi come “questo non va bene perché  è troppo Manga” o “non puoi fare japstyle in Italia”, ecc.

Gli autori che hanno influenzato di più il mio modo di disegnare e raccontare sono sicuramente: Inio Asano (“Buonanotte Punpun”, “Solanin”, ecc…), Sahara Mizu (“My Girl”) per la mia parte più “slice-of-life”; invece le CLAMP (“Magic Knight Rayearth”, “Card Captor Sakura”, “X/1999”), Norihiro Yagi (“Claymore”) e Yang Kyung-il (“Blade of the phantom Master”, “March Story”) per il mio lato fantasy. Per ultimo, ma non per importanza, Somnia di Federica Di Meo ed Elena Zanzi: è il primo fumetto a cui ho lavorato in prima persona come assistente, impossibile pensare che no mi abbia influenzato.
 
Com’è nato The Space Between, è un’opera che ha radici nel vostro passato?

Dodo: qua dovrei lasciar parlare soprattutto Marco (ReiX) , dato che la storia è sua! Però quando me l’ha presentata sono rimasto incantato dalla sua semplicità e dalla sua efficacia. Da bambino ho sempre avuto la fortuna di avere mia sorella con cui giocare, quindi non ho mai avvertito questa “solitudine”; sono più vicino alle emozioni del padre, quando gioco con dei bambini più piccoli (come i miei cuginetti) cerco sempre di ricordarmi cosa significasse per me avere qualcuno con cui condividere un momento speciale

ReiX: io ho sempre amato vivere di fantasia. Per me sarebbe impossibile una vita in cui non si sogna ad occhi aperti. Quando ero piccolo andavo alla ricerca di esseri magici sotto i sassi, oppure mi trasformavo in un supereroe e sparavo magia dalle mani, o ancora creavo filtri magici con acqua e petali di fiore. E tutte queste avventure ancora le ricordo, le fatiche per sconfiggere quei mostri così grandi o per trovare il tesoro nascosto nella foresta più pericolosa del mondo. Adesso, da adulto, lavoro come Educatore Professionale con minori a disagio e il minimo che posso fare è insegnargli che è bello poter sognare e che possono essere ciò che vogliono, quando lo vogliono, nonostante la vita li metta a dura prova fin dai primi respiri. The Space Between nasce da questo.
 
Quali sono le difficoltà maggiori nel creare un fumetto muto?

Dodo: per me sicuramente creare una sceneggiatura e una sequenza di eventi capibile da tutti direttamente, senza parole o senza avere qualcuno accanto che “spieghi” cosa succede nelle varie vignette. Oh, anche trasmettere le emozioni dei personaggi solo attraverso le espressioni!

ReiX: condivido con Dodo.
 
È più difficile far trapelare il proprio messaggio in un’opera breve o lunga?

Dodo: Secondo la mia esperienza, più è lunga l’opera, maggiore è la difficoltà; per rendere interessante una storia più lunga, è necessario avere una sceneggiatura più strutturata e complessa, che risulta difficile da disegnare senza l’aggiunta dei dialoghi. Poi ci sono opere come Gon di Masashi Tanaka e lì bisogna solo inchinarsi di fronte a tale maestria nel rendere assolutamente appassionante una storia parecchio lunga e senza dialoghi!

ReiX: dunque, se penso alle mie storie ci vorrebbero volumi e volumi per raccontarle, ma come dice Dodo più la storia è lunga più è difficile renderla “forte” per tutto il suo percorso. Per passare un messaggio in modo significativo non servono molte parole e così per le immagini.
 
Quali sono i vostri sogni artistici ed i vostri obiettivi futuri?

Dodo: Assolutamente il primo obiettivo è la creazione di un fumetto japstyle tutto mio! Sto lavorando ancora sulla sceneggiatura e la storia, dato che sono particolarmente scarso. Le idee di base ci sono e anche i personaggi, ma vanno sviluppati ancora meglio. C’è già anche un titolo, The Stargazer.. chissà se vedrà mai la luce. L’altro grande obiettivo è un artbook realizzato con tecnica tradizionale, tutto colorato a Copic.

ReiX: sicuramente riuscire a raccontare le mie storie. Ne ho due principali (“Blooming Smile” e “Fable of an everlasting light”), che vorrei far leggere a più persone possibili. Non so ancora come saranno strutturate e con quale stile usciranno, ma sicuramente ci saranno gli acquerelli. Un altro obiettivo è una raccolta ad acquerello ed ecoline di mie illustrazioni che per ora hanno il nome di “Inner Portraits”.


Grazie ancora ragazzi per il tempo che ci avete concesso, salutate il nostro pubblico!

Dodo: Grazie a voi! Cialve a tuttiiiii

ReiX: Grazie di cuore! Un abbraccio luminoso a tutti!!


Link Utili:

Dodo Art
ReiX

Concorrenti Precedenti:

Kitsune to Neko
La Mia Mamma Ha Un Tumeowre
Apophis Saga
Drakon City
Due Uomini e un Cammello
Irezumi

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Grafiche a cura di Megane郭