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La morte di Yoshifumi Kondo ha lasciato Miyazaki senza il tanto sospirato erede artistico che ha faticosamente cercato per lungo tempo. Cacciato via scelleratamente il giovane e talentuoso Mamoru Hosoda per via di divergenze sulla realizzazione del "Castello Errante di Howl", Miyazaki ha provato prima ad affidare l'eredità dello Studio Ghibli a suo figlio Goro, con risultati alquanti scarsi, decidendo poi di puntare su Hiromasa Yonebayashi, che sino ad allora lavorava come animatore, affidandogli la regia del film "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento", mentre lui ne cura la sceneggiatura. Il film è stato portato in Italia dalla Lucky Red al cinema nel 2011.

La trama come al solito è molto semplice; Arrietty è una piccola prendimprestito di 14 anni, che vive insieme a sua madre Homily e suo padre Pod, sotto le fondamenta di una casa immersa nel verde. Arrietty non vede l'ora di conoscere il mondo fuori casa sua e così il padre decide che è giunta l'ora che anche lei faccia esperienza sul campo. A complicare le cose, c'è l'arrivo di Sho, ragazzino malato di cuore, che è venuto nella casa per trascorrere la settimana pre-intervento in modo tranquillo e di notte vede Arrietty aggirarsi per casa. Questo incontro darà vita ad una serie di eventi decisivi per i due.

La struttura della storia come da consuetudine per lo Studio Ghibli non è niente di memorabile, anzi stavolta ci ritroviamo anche al di sotto degli standard, visto che di vera e propria trama neanche si può parlare vista l'inesistenza di essa. Innanzi a trame labili o come in questo caso inesistenti, si dovrebbe sopperire il tutto con un efficace narrazione ed in effetti il film presenta una prima metà più che discreta, dove si assiste alle vicende di Arrietty e suo padre, avventurarsi nella casa per procurarsi ciò che serve alla loro sopravvivenza. La pellicola poteva mantenersi su questo tono, ed invece nella seconda parte il film accusa notevoli problemi, poiché Miyazaki ha voluto trasformare una storia semplice ma tutto sommato interessante, in un qualcosa di ordinario inserendo come antagonista la signora delle pulizie, disposta a fare le pulizie a tutti i costi, minacciando così l'esistenza dei prendimprestito.
Fondamentalmente più che soffermarsi sulla storia ed i suoi rivolti, bisogna focalizzarsi solo su due concetti interessanti nel corso del film che danno ad esso una ragione di esistere.
Il primo è sicuramente il tema dell'evoluzione che emerge nel dialogo tra Sho e Arrietty. La razza di quest'ultima si sta estinguendo poco a poco, ciò è dovuto a causa dei 6,7 miliardi di esseri umani, che essendo in piena crescita, stanno colonizzando ogni spazio libero e nel fare ciò spazzano via gli altri esseri viventi. Interessante notare l'impostazione malinconica del dialogo, nel quale emerge una fiera resistenza da parte Arrietty, innanzi all'oggettiva realtà dei fatti. D'altronde è la legge della natura, la quale impone la sopravvivenza della specie più forte a discapito di quella più debole ed Arrietty non può che prendere atto di ciò, potendo aspirare al massimo ad una sconfitta a testa alta.
L'altro concetto interessante, è il pessimismo insito nei genitori di Arrietty verso una relazione con il genere umano. Un punto di incontro tra prendimprestito e umani è impossibile da concretizzarsi. Per colpa di ciò, Pod ed Homily cambiano costantemente cosa ogni qual volta un essere umano li scopre, per paura di conseguenze negative.
Il finale è sintomatico di ciò, anche se le nuove generazioni, rappresentate da Arrietty e Sho, potranno forse riuscire a trovare il compromesso tanto caro a Miyazaki, per trovare un equilibrio giusto nel sistema dove tutti potranno coesistere. Ma allo stato delle cose il compromesso non è altro che un mero invito, visto l'essere umano al giorno d'oggi non è maturo per un qualcosa del genere. Forse solo in futuro quando avrà imparato a far propria l'altrui sofferenza non pensando quindi sempre egoisticamente a sè stesso, si riuscirà in tale intento.

La regia di Yonebayashi è una fusione tra quella di Takahata, Kondo, Okiura e in parte Miyazaki (Totoro). Nonostante i nomi in ballo che potrebbero far pensare che di ritrovarsi innanzi ad un nuovo Orson Welles, bisogna frenare gli entusiasmi, visto che la regia manca di personalità e autorialità, poiché Yonebayashi si limita solo ad imitare, senza aggiungere alcun suo tocco personale ad essa, la quale risulta quindi anonima. Nonostante tutto, il regista comunque è riuscito a costruire bene il contrasto dimensionale tra il piccolo mondo di Arrietty e la grande casa in cui vive Sho.
Sono sicuramente da lodare le musiche di Cecil Corbel, che con le corde della sua arpa riesce a conferire un atmosfera crepuscolare, mista a un'eterea malinconia che ben si fondono con l'eccellente comparto grafico, che da il meglio nel rappresentare l'immensa distesa verde del giardino della casa.

In sostanza, "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" non è sicuramente un'eccellenza dello Studio Ghibli e presenta delle oggettive lacune da ricercarsi nell'inesistenza della trama, nei personaggi appena accennati, nel finale molto aperto in vista di un possibile sequel che chiuda le varie vicende ed infine una seconda parte di film sin troppo ordinaria e forzata, con cali vistosi di ritmo. Nonostante questi difetti, per chi ha manie di completezza verso le produzioni dello Studio Ghibli, la visione della pellicola è consigliata , magari anche in compagnia di bambini piccini che resteranno ammaliati dallo spettacolo grafico ed entreranno forse in empatia con la piccola protagonista. Chi pretende storie di elevata qualità artistica o un intrattenimento di alto valore, è meglio che giri alla larga puntando su altre pellicole.