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10.0/10
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Dopo tre letture dell'opera, una volta apprezzatene e colte tutte le sfumature, ho deciso di scrivere questa recensione.
Claymore non è ben classificabile come genere, sta a metà fra uno shonen ed un seinen, pertanto l'età del lettore non influenzerà l'apprezzamento dell'opera.
Uno dei punti forti, è la trama mai scontata e di ampio respiro. Capita spesso leggendo un'opera, capire dove essa avrà un punto di svolta, chi morirà e chi salverà chi. Ecco in Claymore no, ogni volume e tutt'altro che scontato, tenendo incollato il lettore capitolo dopo capitolo. Flashback e salti temporali accompagneranno l'opera dall'inizio alla fine, ma senza andarne ad intaccare la linearità e la comprensione. Complimenti davvero all'autore, per far scorrere una trama così complessa per certi versi, con questa naturalezza e fluidità. Non mancheranno decessi importanti e inaspettate resurrezioni. Voto pieno a questo titolo anche per il finale, che personalmente mi ha soddisfatto. Si, qualcosa di in sospeso è rimasto, ma bene così, voglio viaggiare con la fantasia in altri continenti, per non concludere mai per me il "capitolo" Claymore.
I personaggi vengono, anche quelli secondari, perfettamente caratterizzati, e resi unici. Spesso ci sono digressioni sul loro passato, e i loro drammi interiori vengono messi a nudo. Ciò fa di Claymore un manga dalla componente psicologica non indifferente.
Nei primi volumi notiamo un tratto scarno, essenziale, che secondo me si addice alle tinte macabre in cui andremo a tuffarci. Nei successivi va via via migliorando, per toccare, dal 15esimo volume in poi, vette veramente elevate. Alcune pagine singole sono vere e proprie opere d'arte.
Voto 10, un voto che assegnai in precedenza soltanto una volta. Consiglio Claymore veramente a tutti, senza distinzioni di età e sesso. Annovererei questa serie fra i must del manga anni 2000.