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Utente970

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Utente970

Episodi visti: 19/72 --- Voto 6,5
Gli anni '80 furono un periodo di cambiamenti importanti per la Disney, che dopo la scomparsa del suo fondatore, avvenuta un decennio prima, ebbe un considerevole rinnovo di risorse creative al suo interno. I risultati iniziali non furono dei migliori, i tempi di produzione si dilatarono e ne uscirono fuori classici più incerti, moderni o malamente compressi, tuttavia, questa non fu l'unica novità di quel periodo. Fu allora infatti che la casa di Topolino decise di scommettere sul piccolo schermo, non come di recente, con serie discutibili su artisti adolescenti, bensì con ciò che sapevano far meglio, ovvero produzioni animate, che sarebbero poi continuate con successo fino alla prima metà degli anni 90, per poi trascinarsi più stancamente fino al 2000. "TaleSpin", "Agenti Speciali", "Darkwing Duck", "I Gummi", "Ecco Pippo", "Aladdin", "Sirenetta", "Tarzan", "Kim Possible"... tutte serie Tv ben fatte e ricordate oggi con affetto, una però si ritagliò particolarmente l'amore dei giovani spettatori di quel periodo, al punto da sforare, con un'avvertibile cambio di ritmo nelle storie, la sessantina di puntate tradizionalmente prevista. Questa serie fu "Duck Tales", che, diversamente dai fumetti, offriva una nuova impostazione per la famiglia di paperi, delineata in origine da Carl Barks e proseguita ancora oggi da ottimi artisti, molti dei quali, possiamo dirlo orgogliosamente, italiani.

Oggi, che ogni icona cult 80/90 viene tirata facilmente fuori dalla naftalina per lucrare sulla nostalgia, con seguiti superflui e rifacimenti spesso irrispettosi, non sorprende affatto che un riavvio di "Ducktales" venga annunciato con entusiasmo. Ma quale è stato alla fine il risultato? Si tratta di uno di quei rari prodotti dignitosi o di una delle innumerevoli fetecchie che rovinano i bei ricordi? Beh! Di sicuro... non si può dire che sia un prodotto fedele al passato, perchè molti personaggi ed il loro modo di vivere sono stati pesantemente cambiati. Se un tempo avevamo un Archimede Pitagorico distratto e bonaccione ora abbiamo al suo posto un Archimede professionale e burbero, il povero e inutile Tonty da giovane marmotta dolce e insicura è stato trasformato in un miliardario egoista e psicotico, Fenton Paperconchiglia si è ritrovato a diventare ispanico in stile Marvel, sua madre da ciabattara teledipendente è divenuta un'agente di polizia in borghese, Doretta (ex fiamma di Paperone) è ora una sorta di Fujiko ottuagenaria, il fedele maggiordomo Archie non è più tra i vivi, la strega Amelia "pare" ridotta in uno stato non pienamente fisico, Cuordipietra Famedoro oltre a essere stato tarchizzato (per differenziarlo maggiormente dal rivale), ha subito un abbassamento dell'intelletto, diventando più che un'avversario una spalla comica, Paperino non è più un membro della marina (ma continuano a sfruttarlo poco), la Tata da semplice lady indifesa è diventata una una 007 Schwarzenegger in gonnella, e i tre gemelli Quì-Quo-Quà sono stati positivamente differenziati nel carattere, dando al rosso il ruolo di intelligente, competitivo e impegnato nel sociale stile Lisa Simpson, al blu quello dello sportivo scavezzacollo (un po' prediletto tra i tre) e al verde il ruolo del menefreghista, pigro e truffaldino. Perfino Gaia, un tempo emblema zuccheroso di purezza e innocenza, e che per tale motivo partecipava solo sporadicamente alle vicende, si è ritrovata ad essere mutata in una sorta di simpatico berretto-verde farcito d'entusiasmo, con presenza fissa al pari dei tre nipotini.

Tutto ciò, normalmente, si tradurrebbe in uno scontato prodotto di bassa lega, che per accontentare tutti, anche gli SJW, causa solo raccapriccio nei vecchi appassionati, ma non dobbiamo dimenticarci che vi è dietro la Disney, una società che in quanto a mezzi ed esperienza non teme confronti. "Ducktales-2017" infatti è uno stravolgimento brutale, indubbiamente, ma fatto con cognizione di causa, contrariamente a quanto si tentò di fare con il meno ambizioso "Quack Pack" negli anni 90, con l'unico obbiettivo di rendere i nipoti di Paperino più irriverenti e fighi.

I costumi mutano e in questi 30 anni di distanza la società è cambiata considerevolmente, di conseguenza anche l'umorismo è diverso. La vecchia serie era sobria, avventurosa e leggermente buonista, mentre questa moderna è pungente, action e demenziale. Un'altra cosa che distingue la versione 2017 dal passato è lo stile con cui vengono raccontati gli avvenimenti. Nella serie di fine anni '80 vi erano ogni tanto archi narrativi più ampi, ma ben delineati, come quello iniziale del "sole d'oro" o quello in fase avanzata sui viaggi nel tempo, storie che difficilmente godevano di qualche accenno in altri episodi, forse solo con il cavernicolo Bubba, in quanto riproposto (purtroppo) quando si decise di allungare la longevità della serie stessa. In questa nuova incarnazione abbiamo invece, almeno per ora, avventure da un solo episodio, ma che spesso trovano spazio per portare comunemente avanti il mistero dietro la scomparsa di Della Duck, la poco nota sorella di Paperino, nonchè madre di Quì-Quò-Quà. Vi sono pure nuovi antagonisti di cui tenere conto, come la nipote ribelle di Amelia e Mark Becchis, il rilassato, simpatico ma pur sempre pericoloso fratellastro di Famedoro, versione Zuckerberg. Infine, "Ducktales-2017" come tantissimi altri prodotti moderni offre, in modo poco spontaneo, citazioni sparse per i nostalgici, come: balli di Michael Jackson, pistole rampino stile "Gravity Falls", oggettistica su "Darkwing Duck", libri e pozioni dei "Gummi", vestizioni alla "Sailor Moon", rallenty stile "Destino" (della stessa Disney), mega-bolle guardiane ispirate al telefilm "Il Prigioniero".... ed altro ancora.

Per me, che sono molto legato alla serie originale e in generale non apprezzo i cambiamenti gratuiti, non nego che all'inizio l'annuncio mi abbia dato fastidio e sia stato restio a dargli una possibilità, complice anche lo stile artistico impiegato, stavolta molto più spigoloso e a mio avviso bruttino, che però dona oggettivamente ai personaggi un'aria più sveglia e leggera, quindi particolarmente adatta allo spirito di questa nuova versione. Dopo avergli dato un po' di tempo per esprimersi, posso dire che, seppur alcune puntate siano inferiori ad altre e alcune cose siano incollate rozzamente, questa serie è un'alternativa quantomeno discreta per i giovani di oggi, che abituati a prodotti in stile Nickelodeon, potrebbero non apprezzare più adeguatamente la, pur sempre valida, serie classica. A ciascuno il suo quindi, gli riconosco di essere fatta con mestiere e che alcuni cambiamenti non sono un peggioramento, quindi continuerò a seguirla, dato che il mistero di Della è di per sé interessante ed il modo in cui alcuni personaggi vengano tenuti all'oscuro di certe informazioni, promette sviluppi narrativi maggiori. Va guardata per ciò che è, un prodotto discreto e tremendamente ruffiano, che non scalzerà né rovinerà la serie con cui son cresciuto.

PS: La sigla, leggermente rimaneggiata, è ancora una meraviglia, anche se ho la sensazione che non si addica del tutto alla nuova serie. Comunque fa piacere che, almeno stavolta, l'abbiamo potuta avere in italiano da subito.