The Fragrant Flower Blooms With Dignity
"Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane" (S. Bersani - Giudizi Universali - 1997)
L'incipit di una canzone che apprezzo, che si ispira ad un amore finito, per recensire una serie che narra di un amore che nasce? Sì, perché nel panorama sterminato delle rom-com (scolastiche e non) è piuttosto difficile trovare opere che si distinguono per la loro delicatezza narrativa e il ritmo contemplativo, con una sceneggiatura e regia che valorizzano la semplicità come forma di bellezza e armonia.
E' sempre necessario "complicare il pane?" Dopo averne viste tante e apprezzate un discreto numero, posso permettermi di scrivere che i giapponesi, almeno per quello che documentano in anime e manga, si divertono ad offrire al pubblico opere contenenti premesse bizzarre e surreali, personaggi molto forzati (al limite della patologia psicologica) e spesso così timidi da non essere capaci di esprimere pensieri e sentimenti nascondendosi dietro un manierismo di facciata che noi spettatori occidentali spesso interpretiamo non solo come eccessiva gentilezza, cortesia e sensibilità verso il prossimo ma anche come introversione quasi patologica.
In un panorama di opere di animazione capace di offrire trame da ritmi frenetici, colpi di scena forzato e tensioni esasperate, da soap opera, "The Fragrant Flower Blooms with Dignity" sembra aver scelto l'apprezzabile via del "non complicare il pane", andando un po' controcorrente. E anche le modalità con cui ci prova (e riesce) denotano un certo coraggio, perché in primis l'opera non cerca di stupire a tutti i costi, quasi "accogliendo" lo spettatore in una dimensione intima, fatta di gesti minimi, sguardi ed espressioni, silenzi più eloquenti di tanti dialoghi e monologhi inseriti ad hoc e pleonastici, ossia con il solo scopo di rendere chiaro ciò che è ovvio agli occhi di uno spettatore che segue con attenzione l'evolversi delle vicende.
Questa “normalità” diventa in pratica una forma di anticonformismo narrativo contro la fretta. la superficialità e la spettacolarizzazione a tutti i costi di qualcosa di così intimo come i sentimenti. Di conseguenza il tono dei dialoghi è misurato, i protagonisti spesso sembrano un po' contemplativi, obbligando di fatto gli spettatori a una visione paziente ed empatica.
Ad onor del vero, non è tutto oro quello che luccica: pur derivando da un manga classificato come shounen, "The fragrant flower blooms with dignity" a me è parsa come una storia con forti venature shoujio. Mi riferisco all'eccessiva timidezza e dolcezza dei personaggi, talmente carini e positivi da renderli eccessivamente melliflui. In questo senso tuttavia mi ricollego a quanto espresso in precedenza: per noi "occidentali" è sempre difficile abituarsi alla sensibilità e alla gentilezza nipponiche. La differenza sostanziale si potrebbe riassumere in una sorta di dicotomia: "diretto/indiretto". Tanto sono "diretti" e poco inclini alla comunicazione non verbale gli occidentali quanto sono "indiretti" ed impliciti gli orientali, la cui espressività è più di composta da gesti, silenzi, sguardi piuttosto che da spiegazioni continue ed adeguate al contesto. Tuttavia tale caratteristica viene spesso esasperata per generare l'equivoco e, purtroppo, anche l'opera in recensione "pecca" inizialmente un po' sotto questo punto di vista.
L'incipit della storia che ruota attorno a Rintaro Tsumugi, ragazzo dall’aspetto un po' truce ma dal cuore gentile, e Kaoruko Waguri, ragazza brillante, dolce e estroversa/solare si basa proprio sul contrasto tra apparenza e realtà che genera proprio l'equivoco.
Rintaro viene inizialmente dipinto come uno studente svogliato e un po' perditempo che frequenta una scuola maschile non rinomata per la sua eccellente offerta didattica e in un certo senso anche incline a partecipare con i suoi compagni di classe a risse tra bande rivali, mente Kaoruko è la classica studentessa modello di una scuola femminile, definibile come molto "popolare" perché spicca proprio per le sue buone maniere e la capacità di coinvolgere le sue amiche e compagne. Ovviamente, i due frequentano scuole che sono divise da una profonda disistima reciproca fondata sul pregiudizio che crea poi attrito e conflitto.
Ma i due si conoscono di vista a causa della apparente golosità di Kaoruko e della sua passione per i dolci che la porta a diventare un'assidua frequentatrice della pasticceria dei genitori di Rintaro. E tale circostanza diventa lo start per una narrazione che prende spunto dal reciproco interesse che i due nutrono per affrontare temi più ampi come il pregiudizio (culturale e sociale) che genera conflitto, in una impostazione che vagamente richiama i temi di "Romeo e Giulietta", reinterpretando il percorso di innamoramento dei due con una sensibilità moderna e priva di drammatizzazioni e forzature eccessive.
Prendendo spunto dalle vicende squisitamente romantiche, "The Fragrant Flower Blooms with Dignity" affronta altri temi cari a coloro che hanno a cuore le vicende tipicamente adolescenziali: oltre al pregiudizio, si percepiscono chiaramente anche la paura del giudizio, la ricerca di autenticità, l'affermazione della propria identità anche attraverso la capacità di esternare i propri sentimenti e valori in cui si crede.
In questo senso, l'opera attraverso il percorso di scoperta tra i due protagonisti diventa metafora della possibilità di vedere oltre le apparenze, di riconoscere l’altro nella sua verità in un percorso basato sulla pazienza e, soprattutto, sulla comprensione reciproca. Approccio e "forma mentis" che richiedono tempo per sviluppare un'interazione credibile e realistica, così lontana da relazioni basate sulla rapidità di sviluppo e che danno l'impressione di superficialità.
In ultima analisi, "The fragrant flower blooms with dignity" propone un sentimento ispirato a un modello di un sentimento che cresce piano, che si sviluppa attraverso l'ascolto, il rispetto e la comprensione reciproca.
Dal punto di vista tecnico, la realizzazione affidata allo studio CloverWorks riesce a centrare pienamente lo stile e il ritmo della trama. Pur non offrendo virtuosismi tecnici, dimostra una cura meticolosa dei dettagli con inquadrature, giochi di luce per la profondità, cambi di prospettiva che enfatizzano i momenti clou della storia.
Anche il character design rappresenta un punto di forza. I tratti dei personaggi sono morbidi, espressivi e, fortunatamente, mai caricaturali con una cura quasi maniacale dei dettagli (dagli occhi ai gesti delle mani), che contribuiscono a costruire e mantenere un’identità visiva coerente con la personalità dei personaggi.
"The Fragrant Flower Blooms with Dignity" non è un anime per chi cerca situazioni complicate all'inverosimile o svolte narrative sorprendenti. È un’opera per chi ama le opere che cercano di narrare storie e personaggi con i tempi necessari per attribuire loro una certa la profondità, anche attraverso la bellezza insita nei gesti quotidiani. Potrà risultare lenta, forse noiosa, molto slice of life, ma per gli amanti del genere credo che sia una serie da non perdere.
L'incipit di una canzone che apprezzo, che si ispira ad un amore finito, per recensire una serie che narra di un amore che nasce? Sì, perché nel panorama sterminato delle rom-com (scolastiche e non) è piuttosto difficile trovare opere che si distinguono per la loro delicatezza narrativa e il ritmo contemplativo, con una sceneggiatura e regia che valorizzano la semplicità come forma di bellezza e armonia.
E' sempre necessario "complicare il pane?" Dopo averne viste tante e apprezzate un discreto numero, posso permettermi di scrivere che i giapponesi, almeno per quello che documentano in anime e manga, si divertono ad offrire al pubblico opere contenenti premesse bizzarre e surreali, personaggi molto forzati (al limite della patologia psicologica) e spesso così timidi da non essere capaci di esprimere pensieri e sentimenti nascondendosi dietro un manierismo di facciata che noi spettatori occidentali spesso interpretiamo non solo come eccessiva gentilezza, cortesia e sensibilità verso il prossimo ma anche come introversione quasi patologica.
In un panorama di opere di animazione capace di offrire trame da ritmi frenetici, colpi di scena forzato e tensioni esasperate, da soap opera, "The Fragrant Flower Blooms with Dignity" sembra aver scelto l'apprezzabile via del "non complicare il pane", andando un po' controcorrente. E anche le modalità con cui ci prova (e riesce) denotano un certo coraggio, perché in primis l'opera non cerca di stupire a tutti i costi, quasi "accogliendo" lo spettatore in una dimensione intima, fatta di gesti minimi, sguardi ed espressioni, silenzi più eloquenti di tanti dialoghi e monologhi inseriti ad hoc e pleonastici, ossia con il solo scopo di rendere chiaro ciò che è ovvio agli occhi di uno spettatore che segue con attenzione l'evolversi delle vicende.
Questa “normalità” diventa in pratica una forma di anticonformismo narrativo contro la fretta. la superficialità e la spettacolarizzazione a tutti i costi di qualcosa di così intimo come i sentimenti. Di conseguenza il tono dei dialoghi è misurato, i protagonisti spesso sembrano un po' contemplativi, obbligando di fatto gli spettatori a una visione paziente ed empatica.
Ad onor del vero, non è tutto oro quello che luccica: pur derivando da un manga classificato come shounen, "The fragrant flower blooms with dignity" a me è parsa come una storia con forti venature shoujio. Mi riferisco all'eccessiva timidezza e dolcezza dei personaggi, talmente carini e positivi da renderli eccessivamente melliflui. In questo senso tuttavia mi ricollego a quanto espresso in precedenza: per noi "occidentali" è sempre difficile abituarsi alla sensibilità e alla gentilezza nipponiche. La differenza sostanziale si potrebbe riassumere in una sorta di dicotomia: "diretto/indiretto". Tanto sono "diretti" e poco inclini alla comunicazione non verbale gli occidentali quanto sono "indiretti" ed impliciti gli orientali, la cui espressività è più di composta da gesti, silenzi, sguardi piuttosto che da spiegazioni continue ed adeguate al contesto. Tuttavia tale caratteristica viene spesso esasperata per generare l'equivoco e, purtroppo, anche l'opera in recensione "pecca" inizialmente un po' sotto questo punto di vista.
L'incipit della storia che ruota attorno a Rintaro Tsumugi, ragazzo dall’aspetto un po' truce ma dal cuore gentile, e Kaoruko Waguri, ragazza brillante, dolce e estroversa/solare si basa proprio sul contrasto tra apparenza e realtà che genera proprio l'equivoco.
Rintaro viene inizialmente dipinto come uno studente svogliato e un po' perditempo che frequenta una scuola maschile non rinomata per la sua eccellente offerta didattica e in un certo senso anche incline a partecipare con i suoi compagni di classe a risse tra bande rivali, mente Kaoruko è la classica studentessa modello di una scuola femminile, definibile come molto "popolare" perché spicca proprio per le sue buone maniere e la capacità di coinvolgere le sue amiche e compagne. Ovviamente, i due frequentano scuole che sono divise da una profonda disistima reciproca fondata sul pregiudizio che crea poi attrito e conflitto.
Ma i due si conoscono di vista a causa della apparente golosità di Kaoruko e della sua passione per i dolci che la porta a diventare un'assidua frequentatrice della pasticceria dei genitori di Rintaro. E tale circostanza diventa lo start per una narrazione che prende spunto dal reciproco interesse che i due nutrono per affrontare temi più ampi come il pregiudizio (culturale e sociale) che genera conflitto, in una impostazione che vagamente richiama i temi di "Romeo e Giulietta", reinterpretando il percorso di innamoramento dei due con una sensibilità moderna e priva di drammatizzazioni e forzature eccessive.
Prendendo spunto dalle vicende squisitamente romantiche, "The Fragrant Flower Blooms with Dignity" affronta altri temi cari a coloro che hanno a cuore le vicende tipicamente adolescenziali: oltre al pregiudizio, si percepiscono chiaramente anche la paura del giudizio, la ricerca di autenticità, l'affermazione della propria identità anche attraverso la capacità di esternare i propri sentimenti e valori in cui si crede.
In questo senso, l'opera attraverso il percorso di scoperta tra i due protagonisti diventa metafora della possibilità di vedere oltre le apparenze, di riconoscere l’altro nella sua verità in un percorso basato sulla pazienza e, soprattutto, sulla comprensione reciproca. Approccio e "forma mentis" che richiedono tempo per sviluppare un'interazione credibile e realistica, così lontana da relazioni basate sulla rapidità di sviluppo e che danno l'impressione di superficialità.
In ultima analisi, "The fragrant flower blooms with dignity" propone un sentimento ispirato a un modello di un sentimento che cresce piano, che si sviluppa attraverso l'ascolto, il rispetto e la comprensione reciproca.
Dal punto di vista tecnico, la realizzazione affidata allo studio CloverWorks riesce a centrare pienamente lo stile e il ritmo della trama. Pur non offrendo virtuosismi tecnici, dimostra una cura meticolosa dei dettagli con inquadrature, giochi di luce per la profondità, cambi di prospettiva che enfatizzano i momenti clou della storia.
Anche il character design rappresenta un punto di forza. I tratti dei personaggi sono morbidi, espressivi e, fortunatamente, mai caricaturali con una cura quasi maniacale dei dettagli (dagli occhi ai gesti delle mani), che contribuiscono a costruire e mantenere un’identità visiva coerente con la personalità dei personaggi.
"The Fragrant Flower Blooms with Dignity" non è un anime per chi cerca situazioni complicate all'inverosimile o svolte narrative sorprendenti. È un’opera per chi ama le opere che cercano di narrare storie e personaggi con i tempi necessari per attribuire loro una certa la profondità, anche attraverso la bellezza insita nei gesti quotidiani. Potrà risultare lenta, forse noiosa, molto slice of life, ma per gli amanti del genere credo che sia una serie da non perdere.
Anime che scorre tutto sommato bene, tra un "grazie" e uno "scusa" esageratamente ricorrenti ed eccessivi anche rispetto ad altri titoli sullo stesso genere.
Soliti personaggi impacciati all'ennesima potenza quando si parla di interagire con l'altro sesso, con dubbi atavici sui propri sentimenti e sui sentimenti altrui o momenti di imbarazzo reciproci che a volte sfiorano la stupidità. Dopo aver visto numerosi titoli in ambito romance/slice of life mi sento di affermare che non è una novità, anzi, in cuor mio spero che siano forzature narrative piuttosto che spaccati dei reali rapporti sociali giapponesi perchè altrimenti sono messi male forte.
Ad ogni modo, stavolta ci si concentra puramente sul "vogliamoci bene" senza nessun momento comico o nessun fraintendimento ad allungare la trama, c'è giusto lo spazio per una spiegazione del prequel all'ultimo episodio che chiude il cerchio. Peccato non aver dato spazio agli altri personaggi come Subaru: non ci sarebbe stata male una love story parallela tra lei ed uno degli amici di Rintaro.
In sostanza, un anime lineare e forse fin troppo "pulito", magari un pò troppo melenso per i miei gusti ma per lo meno ha un finale carino e definitivo, in linea con la storia di fondo.
Soliti personaggi impacciati all'ennesima potenza quando si parla di interagire con l'altro sesso, con dubbi atavici sui propri sentimenti e sui sentimenti altrui o momenti di imbarazzo reciproci che a volte sfiorano la stupidità. Dopo aver visto numerosi titoli in ambito romance/slice of life mi sento di affermare che non è una novità, anzi, in cuor mio spero che siano forzature narrative piuttosto che spaccati dei reali rapporti sociali giapponesi perchè altrimenti sono messi male forte.
Ad ogni modo, stavolta ci si concentra puramente sul "vogliamoci bene" senza nessun momento comico o nessun fraintendimento ad allungare la trama, c'è giusto lo spazio per una spiegazione del prequel all'ultimo episodio che chiude il cerchio. Peccato non aver dato spazio agli altri personaggi come Subaru: non ci sarebbe stata male una love story parallela tra lei ed uno degli amici di Rintaro.
In sostanza, un anime lineare e forse fin troppo "pulito", magari un pò troppo melenso per i miei gusti ma per lo meno ha un finale carino e definitivo, in linea con la storia di fondo.
È un anime molto carino che scorre fluido e non annoia. Mi piace l'evoluzione naturale e realistica della storia tra i due protagonisti, mi ha ricordato l'adolescenza (quando da ragazzine ci "facevamo belle" e passavamo tantissime volte davanti alla comitiva dei ragazzi che ci piacevano per farci notare), la voglia di conoscersi, il sostegno degli amici. Bellissimo il rapporto di Rintaro con i genitori, sostegni puntuali, presenti ma non opprimenti.
L'odio tra i due Istituti lo vedo come una delle tante narrazioni della lotta di classe, in questo caso potremmo leggerlo come un paragone decisamente estremizzato tra scuola pubblica e scuola privata. Mi piace anche il modo in cui altri personaggi lentamente evolvono intorno alla storia principale, le loro caratteristiche vengono presentate con piccole tracce ma potrebbero presagire la possibilità di nuovi intrecci. Una serie da vedere
L'odio tra i due Istituti lo vedo come una delle tante narrazioni della lotta di classe, in questo caso potremmo leggerlo come un paragone decisamente estremizzato tra scuola pubblica e scuola privata. Mi piace anche il modo in cui altri personaggi lentamente evolvono intorno alla storia principale, le loro caratteristiche vengono presentate con piccole tracce ma potrebbero presagire la possibilità di nuovi intrecci. Una serie da vedere
Trama: La trama inizia come una sorta di reinvenzione della storia di Romeo e Giulietta, per poi svilupparsi in qualcosa di molto meno banale e più riflessivo ed intimo.
Personaggi: Ho molto apprezzato i personaggi, non tanto per il character design abbastanza generico (protagonisti esclusi, molto carini entrambi) ma proprio per le loro personalità. Il protagonista ha un'aura completamente diversa dal suo reale carattere e crea un buon contrasto con la protagonista che, almeno nell'aspetto, è l'esatto opposto di lui. Ad ogni modo, la caratteristica più importante per me è che in questo anime i personaggi si PARLANO. Capite? In una romcom??? Roba da pazzi. Sembrano quasi troppo onesti per essere veri, a volte paradossalmente mi ha un po' ridotto l'immersione nella storia perché sono così abituato a vedere pessima comunicazione che una conversazione realistica e a cuore aperto mi sembra quasi fantascienza. Interessante lo spazio concesso al gruppetto di amici (maschi), solitamente le romcom si concentrano sulla coppia principale e il resto del cast è prevalentemente femminile, qua si inverte un po' il trend.
Svolgimento: Non è una storia ricchissima di colpi di scena e fuochi d'artificio (in senso figurato) ma è comunque tremendamente dolce ed ha un buon ritmo che tiene sul pezzo, eccezion fatta forse per un episodio. Il fatto che i classici cliché da romcom vengano quasi sempre evitati grazie alla già citata capacità di comunicazione dei personaggi, fa scorrere tutto molto più fluidamente e piacevolmente. Tanto spazio si ai rapporti amorosi ma anche a quelli amicali e familiari. Conclusione soddisfacente.
P.S.: c'è il classico episodio sulla spiaggia ma, udite udite, non ha fanservice! NANI!?!? E'... possibile una cosa del genere? E' legale? Scherzi a parte, sono onestamente sorpreso dalla pura wholesomeness di questa serie.
Video: Come già detto, il design di un paio di personaggi mi è piaciuto molto e la qualità delle animazioni resta solido per praticamente tutta la stagione. Ovviamente, non si parla di roba da far cascare la mascella ma di animazioni di qualità assolutamente non inferiori alla media per questo genere di storia. Discreto.
Audio: Buon voice acting, le musiche mi hanno lasciato abbastanza indifferente, ma non le ho mai trovate fuori luogo. Sufficiente.
Complessivamente, serie molto dolce e un must watch per gli appassionati di romcom.
Personaggi: Ho molto apprezzato i personaggi, non tanto per il character design abbastanza generico (protagonisti esclusi, molto carini entrambi) ma proprio per le loro personalità. Il protagonista ha un'aura completamente diversa dal suo reale carattere e crea un buon contrasto con la protagonista che, almeno nell'aspetto, è l'esatto opposto di lui. Ad ogni modo, la caratteristica più importante per me è che in questo anime i personaggi si PARLANO. Capite? In una romcom??? Roba da pazzi. Sembrano quasi troppo onesti per essere veri, a volte paradossalmente mi ha un po' ridotto l'immersione nella storia perché sono così abituato a vedere pessima comunicazione che una conversazione realistica e a cuore aperto mi sembra quasi fantascienza. Interessante lo spazio concesso al gruppetto di amici (maschi), solitamente le romcom si concentrano sulla coppia principale e il resto del cast è prevalentemente femminile, qua si inverte un po' il trend.
Svolgimento: Non è una storia ricchissima di colpi di scena e fuochi d'artificio (in senso figurato) ma è comunque tremendamente dolce ed ha un buon ritmo che tiene sul pezzo, eccezion fatta forse per un episodio. Il fatto che i classici cliché da romcom vengano quasi sempre evitati grazie alla già citata capacità di comunicazione dei personaggi, fa scorrere tutto molto più fluidamente e piacevolmente. Tanto spazio si ai rapporti amorosi ma anche a quelli amicali e familiari. Conclusione soddisfacente.
P.S.: c'è il classico episodio sulla spiaggia ma, udite udite, non ha fanservice! NANI!?!? E'... possibile una cosa del genere? E' legale? Scherzi a parte, sono onestamente sorpreso dalla pura wholesomeness di questa serie.
Video: Come già detto, il design di un paio di personaggi mi è piaciuto molto e la qualità delle animazioni resta solido per praticamente tutta la stagione. Ovviamente, non si parla di roba da far cascare la mascella ma di animazioni di qualità assolutamente non inferiori alla media per questo genere di storia. Discreto.
Audio: Buon voice acting, le musiche mi hanno lasciato abbastanza indifferente, ma non le ho mai trovate fuori luogo. Sufficiente.
Complessivamente, serie molto dolce e un must watch per gli appassionati di romcom.
Attenzione, recensione con spoiler!
Mi sono interessato immediatamente all'anime The Fragrant Flower Blooms With Dignity, avendo letto in rete commenti entusiasti sul manga e avendo da sempre una passione per le romcom/slice of life scritte bene. Il risultato? Piuttosto deludente.
Dopo tre o quattro episodi, lo ammetto, sono stato sul punto di dropparlo. Ho voluto però tenere duro, nella speranza di una svolta, che nel concreto non è mai arrivata.
Di deludente c'è in primo luogo l'innesco narrativo: debole, pretestuoso, anche incoerente. Kaoruko sostiene che voleva conoscere Rintaro perché quest'ultimo le aveva parlato in precedenza, ma lui non sembra affatto ricordarsene. Ora, in tutta onestà, non è davvero credibile, ma ci torneremo più avanti analizzando il finale. Passiamo ai teppisti che "cercano" il ragazzo per vendicare un amico mai davvero minacciato, individui che scappano ben due volte alla sola vista di Rintaro: sembra una linea narrativa scritta da un ragazzino delle medie. Anche la rivalità tra le due scuole è ridicola a voler essere buoni. Con queste basi l'anime parte già davvero male, mancando una sovrastruttura degna di questo nome nella quale inserire i personaggi.
Si può obiettare che il fulcro di una romcom non si trova nel contesto, che tante volte lascia davvero il tempo che trova - per me però è una noiosa superficialità, perché viene meno lo spessore della storia - ma nei protagonisti e nel loro rapporto. Rintaro e Kaoruko però, sarò diretto, non dicono nulla. Sono individui piuttosto piatti, che non lasciano trasparire sfumature, non detti, lati nascosti. Le loro incertezze e dubbi sono quanto di più stereotipato possibile in produzioni del genere. È tutto così lineare che si sbadiglia facile a ogni episodio. Solo nel finale, anticipo, la ragazza lascia intendere - non ho letto il manga quindi non so cosa c'è dietro - un vissuto meno facile di quel che si potesse intuire fin lì, parlando anche di un ospedale, senza ulteriori dettagli. Davvero poca roba.
Anche al termine dell'episodio 6 ho vacillato. Nelle intenzioni doveva essere il momento della svolta, delle rivelazioni che danno una spallata alla trama. Spallata che arriva, ma in negativo. Il difetto principe di questo anime è che i drammi sono posticci. Subaru, in questo passaggio personaggio chiave, è in tutta onestà inverosimile, un concentrato di cliché visti e letti migliaia di volte, reiterati poi nell'episodio della spiaggia. Non c'è concretezza, realismo, è una "normalità" plasticosa, finanche la rivelazione di Kaoruko che confessa all'amica di essere innamorata di Rintaro. Si sono visti in tutto tre o quattro volte, passi che sono liceali ma, per essere diretti, non ci si sta dentro a una storia così. Non è credibile.
Fortunatamente, a partire dall'episodio 9, depennata la, mi ripeto, ridicola minaccia dei teppisti e messa in buona sostanza da parte la rivalità tra le scuole, l'anime inizia a farsi un pizzico più interessante. Certo, anche qui bisogna turarsi il naso di fronte situazioni tirate per i capelli, quali il pranzo a casa di Rintaro al quale spuntano, non invitate, le ragazze.
Gli amici di Rintaro sono personaggi secondari che si posizionano appena un gradino più su di una macchietta. Usami lì per lì fa ridere e il suo straparlare a ruota libera risulta in qualche modo efficace, ma resta tutto ancora una volta piuttosto superficiale.
Comprendo bene quale sia la ragion d'essere dell'opera: raccontare una storia d'amore "normale", tra due ragazzi che si conoscono con naturalezza. Di base è proprio questo, eppure io ci vedo solo l'ennesima, perdonatemi il termine, fuffa. Come ho scritto in una valutazione singola di uno dei primi episodi, mi ha restituito la stessa vuota ridondanza di Blue Box, altra romcom per la quale non comprendo tutto l'hype che la circonda. Perché i protagonisti sono tutt'altro che verosimili, in particolare Kaoruko è vittima di quella stessa aura di "perfezione", finale a parte, alla Angels Next Door che trovo sempre insopportabile. Diamo per buona la coppia? Va bene, allora torno al contesto che, come detto, è uno sgangherato castello di carte.
Il finale poi non è nulla di sorprendente. Di per sé funziona pure ma, ancora una volta, il fulcro è un elemento campato per aria. Puoi volendo non ricordarla in volto, anche perché aveva un'altra acconciatura, vestiti meno "curati", ma come può Rintaro non avere a mente, per nulla, l'episodio nel quale consola Kaoruko al loro primo incontro? E perché questo episodio di innesco, citato dalla ragazza sin dall'inizio della conoscenza, non stuzzica la curiosità di lui?
È tutto così forzato che, per quanto The Fragrant Flower Blooms With Dignity si posizioni nel mio personale giudizio, sopra altri titoli che si fondano su trovate narrative che rischiano a ogni passo di scivolare nel balordo, non risulta assolutamente all'altezza di altre romcom che hanno un livello di scrittura superiore di diverse spanne: Insomniacs After School, The Dangers in my Heart, My dress-up darling, solo per citare alcune serie degli ultimi anni.
Un'ultima battuta sul lato tecnico, buono, anche superiore alla media. Musiche discrete ma nulla che resti memorabile. Poco più che una sufficienza per questo anime dal mio punto di vista, dato il chiacchiericcio in rete mi aspettavo decisamente di più.
Mi sono interessato immediatamente all'anime The Fragrant Flower Blooms With Dignity, avendo letto in rete commenti entusiasti sul manga e avendo da sempre una passione per le romcom/slice of life scritte bene. Il risultato? Piuttosto deludente.
Dopo tre o quattro episodi, lo ammetto, sono stato sul punto di dropparlo. Ho voluto però tenere duro, nella speranza di una svolta, che nel concreto non è mai arrivata.
Di deludente c'è in primo luogo l'innesco narrativo: debole, pretestuoso, anche incoerente. Kaoruko sostiene che voleva conoscere Rintaro perché quest'ultimo le aveva parlato in precedenza, ma lui non sembra affatto ricordarsene. Ora, in tutta onestà, non è davvero credibile, ma ci torneremo più avanti analizzando il finale. Passiamo ai teppisti che "cercano" il ragazzo per vendicare un amico mai davvero minacciato, individui che scappano ben due volte alla sola vista di Rintaro: sembra una linea narrativa scritta da un ragazzino delle medie. Anche la rivalità tra le due scuole è ridicola a voler essere buoni. Con queste basi l'anime parte già davvero male, mancando una sovrastruttura degna di questo nome nella quale inserire i personaggi.
Si può obiettare che il fulcro di una romcom non si trova nel contesto, che tante volte lascia davvero il tempo che trova - per me però è una noiosa superficialità, perché viene meno lo spessore della storia - ma nei protagonisti e nel loro rapporto. Rintaro e Kaoruko però, sarò diretto, non dicono nulla. Sono individui piuttosto piatti, che non lasciano trasparire sfumature, non detti, lati nascosti. Le loro incertezze e dubbi sono quanto di più stereotipato possibile in produzioni del genere. È tutto così lineare che si sbadiglia facile a ogni episodio. Solo nel finale, anticipo, la ragazza lascia intendere - non ho letto il manga quindi non so cosa c'è dietro - un vissuto meno facile di quel che si potesse intuire fin lì, parlando anche di un ospedale, senza ulteriori dettagli. Davvero poca roba.
Anche al termine dell'episodio 6 ho vacillato. Nelle intenzioni doveva essere il momento della svolta, delle rivelazioni che danno una spallata alla trama. Spallata che arriva, ma in negativo. Il difetto principe di questo anime è che i drammi sono posticci. Subaru, in questo passaggio personaggio chiave, è in tutta onestà inverosimile, un concentrato di cliché visti e letti migliaia di volte, reiterati poi nell'episodio della spiaggia. Non c'è concretezza, realismo, è una "normalità" plasticosa, finanche la rivelazione di Kaoruko che confessa all'amica di essere innamorata di Rintaro. Si sono visti in tutto tre o quattro volte, passi che sono liceali ma, per essere diretti, non ci si sta dentro a una storia così. Non è credibile.
Fortunatamente, a partire dall'episodio 9, depennata la, mi ripeto, ridicola minaccia dei teppisti e messa in buona sostanza da parte la rivalità tra le scuole, l'anime inizia a farsi un pizzico più interessante. Certo, anche qui bisogna turarsi il naso di fronte situazioni tirate per i capelli, quali il pranzo a casa di Rintaro al quale spuntano, non invitate, le ragazze.
Gli amici di Rintaro sono personaggi secondari che si posizionano appena un gradino più su di una macchietta. Usami lì per lì fa ridere e il suo straparlare a ruota libera risulta in qualche modo efficace, ma resta tutto ancora una volta piuttosto superficiale.
Comprendo bene quale sia la ragion d'essere dell'opera: raccontare una storia d'amore "normale", tra due ragazzi che si conoscono con naturalezza. Di base è proprio questo, eppure io ci vedo solo l'ennesima, perdonatemi il termine, fuffa. Come ho scritto in una valutazione singola di uno dei primi episodi, mi ha restituito la stessa vuota ridondanza di Blue Box, altra romcom per la quale non comprendo tutto l'hype che la circonda. Perché i protagonisti sono tutt'altro che verosimili, in particolare Kaoruko è vittima di quella stessa aura di "perfezione", finale a parte, alla Angels Next Door che trovo sempre insopportabile. Diamo per buona la coppia? Va bene, allora torno al contesto che, come detto, è uno sgangherato castello di carte.
Il finale poi non è nulla di sorprendente. Di per sé funziona pure ma, ancora una volta, il fulcro è un elemento campato per aria. Puoi volendo non ricordarla in volto, anche perché aveva un'altra acconciatura, vestiti meno "curati", ma come può Rintaro non avere a mente, per nulla, l'episodio nel quale consola Kaoruko al loro primo incontro? E perché questo episodio di innesco, citato dalla ragazza sin dall'inizio della conoscenza, non stuzzica la curiosità di lui?
È tutto così forzato che, per quanto The Fragrant Flower Blooms With Dignity si posizioni nel mio personale giudizio, sopra altri titoli che si fondano su trovate narrative che rischiano a ogni passo di scivolare nel balordo, non risulta assolutamente all'altezza di altre romcom che hanno un livello di scrittura superiore di diverse spanne: Insomniacs After School, The Dangers in my Heart, My dress-up darling, solo per citare alcune serie degli ultimi anni.
Un'ultima battuta sul lato tecnico, buono, anche superiore alla media. Musiche discrete ma nulla che resti memorabile. Poco più che una sufficienza per questo anime dal mio punto di vista, dato il chiacchiericcio in rete mi aspettavo decisamente di più.
"È curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore" (Giacomo Leopardi)
A ben vedere, l’aspetto più complesso che potremo trovare in questo anime è il suo titolo, oggettivamente piuttosto assurdo.
“The Fragrant Flower blooms with Dignity” è infatti un’opera semplice.
Due coetanei dall’animo buono, un ragazzo e una ragazza, si innamorano e pian piano trasformano il loro rapporto in qualcosa di speciale.
In estrema sintesi è questa la trama di questo anime. Qualcuno potrebbe obiettare che, a fare lo stesso esercizio, si potrebbe sintetizzare nel medesimo modo la quasi totalità delle romcom, tanto che quella sintesi potrebbe essere considerata non una trama bensì la definizione stessa del genere romcom.
Eppure in questo caso qualcosa di diverso c’è: stavolta l’amore tra i due protagonisti è davvero il tema centrale di tutta la storia. Nella maggior parte delle altre romcom, spesso, non lo è.
Quante volte abbiamo visto romcom in cui di romantico non c’era niente? Storie diluite all’infinito, ferme in una stasi pressochè perenne, in cui i protagonisti ci mettono due stagioni solo per capire cosa provano? Oppure, al contrario, storie in cui i due si mettono insieme in 3 puntate, senza neanche capire il perchè, senza far maturare nello spettatore la benchè minima attesa?
Qui no: tutto matura poco a poco, lentamente ma costantemente, senza filler: in ogni puntata un passo in avanti, piccolo o grande, li avvicina l’un l’altro.
Quante volte ci siamo sorbiti personaggi principali che più che persone sembrano casi umani? Repressi cronici, timidi a livelli clinici, anaffettivi, pazzi, tardoni tipo minus habens, asociali, reietti, drama queen, vittime sacrificali, ultra-esuberanti, schizzati. Tanto che la trama, più che una storia romantica, sembra il diario clinico di uno psichiatra.
Qui no: Rintaro e Kaoruko sono persone normali. Con qualche timidezza o impaccio, certo, essendo ragazzini che sperimentano il primo amore, ma senza esagerazioni: persone equilibrate, tranquille, che affrontano le difficoltà e reagiscono agli imprevisti in maniera sensata.
Quante volte abbiamo assistito a dinamiche relazionali tossiche? Protagonisti che in teoria, secondo la storia, dovrebbero amarsi ma che nella pratica si fanno continuamente del male, mentono, negano, fingono, si allontanano, si respingono, fanno giochi di potere. Persone tsundere, manipolatrici, possessive, passivo-aggressive, vendicative o addirittura proprio cattive. Persone che “amano” qualcuno eppure non si curano del fatto che una certa parola o azione possa ferirlo. E dall’altra parte sottoni, zerbini, passivi, gente che incassa e tira avanti in nome del sentimento.
Qui no: Rintaro e Kaoruko si amano davvero. Sono due persone gentili e sincere, che si prendono cura degli amici e, figuriamoci, ancora di più della persona che amano. E soprattutto, che SI PARLANO: se lo dicono apertamente quanto si vogliono bene, quanto siano felici di passare il tempo con l’altro. Se c’è un problema, ne discutono senza girarci attorno. E se qualcuno gli dice “smetti di vederla”, rispondono fermamente “no, non posso”, invece di far partire le solite insopportabili spirali negative.
Sembra una banalità eppure è così raro da trovare.
Quante volte abbiamo assistito a romcom stracolme di scene ecchi, stantie e gratuite? Non che l’ecchi mi dispiaccia in assoluto, se è limitato e ha una giustificazione di trama mi fa anche piacere, ma in tante serie se togli quello non rimane niente.
Qui no: nessuno cade addosso a una ragazza con la faccia nelle tette. Di mutandine neanche l’ombra. La puntata in spiaggia la passano vestiti, a bagnarsi giusto i piedi in acqua. Negli episodi ammiriamo le dinamiche relazionali, non culi e tette (che poi Kaoruko secondo me sia ben carrozzata è un altro discorso).
Alla fine basta poco per farci felici: basta descrivere una vera storia d’amore, sincera, tra persone umane con un cuore che batte e sangue nelle vene.
Durante la visione non mi sembrava vero.
Non è esente da difetti, per carità. In primis, il fatto che tutti quanti (soprattutto all’inizio) siano così cerimoniosi, che si scusino continuamente, dopo un po’ stufa.
Anche il principale ostacolo per la coppia, ossia la rivalità tra le due scuole che fa ricordare un po’ Romeo e Giulietta, è caricato in maniera forse eccessiva.
Non tutti i personaggi secondari inoltre sono tridimensionali, alcuni come Usami e Yorita sono abbastanza delle macchiette, ma la storia è ancora all’inizio e dunque potrebbero avere uno sviluppo in futuro.
Altri invece come Subaru e Natsusawa sono davvero ben caratterizzati. Subaru, nonostante sia piuttosto pesantona sono sicuro che, se CloverWorks ci farà la grazia di una seconda stagione, avrà modo di sbocciare.
Una menzione speciale per Kyoko Tsumugi, la mamma di Rintaro: personaggio davvero splendido, la mamma che tutti vorremmo avere. E questo è un altro punto a favore della serie, la quale una volta tanto ci propone dei genitori positivi, attenti e che capiscono i figli, invece dei soliti esseri orrendi o assenti, dipinti in quasi tutte le serie nipponiche.
Infine un applauso per la già citata CloverWorks, che sul lato grafico si è superata: disegni e animazioni molto belle, musiche carine, che accompagnano perfettamente i momenti topici.
Qualcuno dirà che è banale, che non succede niente. Eppure succede tutto quello che deve succedere in una storia d’amore tra ragazzini delle superiori.
Qualcuno dirà che è lento. Eppure rispetto ai soliti protagonisti delle romcom Rintaro è un fulmine di guerra e in 13 puntate il rapporto si evolve fino a un punto in cui altri arrivano dopo due, tre stagioni. O forse mai.
Personalmente l’ho trovato stupendo proprio nella sua semplicità, assai rara.
Ce ne fossero altri così.
A ben vedere, l’aspetto più complesso che potremo trovare in questo anime è il suo titolo, oggettivamente piuttosto assurdo.
“The Fragrant Flower blooms with Dignity” è infatti un’opera semplice.
Due coetanei dall’animo buono, un ragazzo e una ragazza, si innamorano e pian piano trasformano il loro rapporto in qualcosa di speciale.
In estrema sintesi è questa la trama di questo anime. Qualcuno potrebbe obiettare che, a fare lo stesso esercizio, si potrebbe sintetizzare nel medesimo modo la quasi totalità delle romcom, tanto che quella sintesi potrebbe essere considerata non una trama bensì la definizione stessa del genere romcom.
Eppure in questo caso qualcosa di diverso c’è: stavolta l’amore tra i due protagonisti è davvero il tema centrale di tutta la storia. Nella maggior parte delle altre romcom, spesso, non lo è.
Quante volte abbiamo visto romcom in cui di romantico non c’era niente? Storie diluite all’infinito, ferme in una stasi pressochè perenne, in cui i protagonisti ci mettono due stagioni solo per capire cosa provano? Oppure, al contrario, storie in cui i due si mettono insieme in 3 puntate, senza neanche capire il perchè, senza far maturare nello spettatore la benchè minima attesa?
Qui no: tutto matura poco a poco, lentamente ma costantemente, senza filler: in ogni puntata un passo in avanti, piccolo o grande, li avvicina l’un l’altro.
Quante volte ci siamo sorbiti personaggi principali che più che persone sembrano casi umani? Repressi cronici, timidi a livelli clinici, anaffettivi, pazzi, tardoni tipo minus habens, asociali, reietti, drama queen, vittime sacrificali, ultra-esuberanti, schizzati. Tanto che la trama, più che una storia romantica, sembra il diario clinico di uno psichiatra.
Qui no: Rintaro e Kaoruko sono persone normali. Con qualche timidezza o impaccio, certo, essendo ragazzini che sperimentano il primo amore, ma senza esagerazioni: persone equilibrate, tranquille, che affrontano le difficoltà e reagiscono agli imprevisti in maniera sensata.
Quante volte abbiamo assistito a dinamiche relazionali tossiche? Protagonisti che in teoria, secondo la storia, dovrebbero amarsi ma che nella pratica si fanno continuamente del male, mentono, negano, fingono, si allontanano, si respingono, fanno giochi di potere. Persone tsundere, manipolatrici, possessive, passivo-aggressive, vendicative o addirittura proprio cattive. Persone che “amano” qualcuno eppure non si curano del fatto che una certa parola o azione possa ferirlo. E dall’altra parte sottoni, zerbini, passivi, gente che incassa e tira avanti in nome del sentimento.
Qui no: Rintaro e Kaoruko si amano davvero. Sono due persone gentili e sincere, che si prendono cura degli amici e, figuriamoci, ancora di più della persona che amano. E soprattutto, che SI PARLANO: se lo dicono apertamente quanto si vogliono bene, quanto siano felici di passare il tempo con l’altro. Se c’è un problema, ne discutono senza girarci attorno. E se qualcuno gli dice “smetti di vederla”, rispondono fermamente “no, non posso”, invece di far partire le solite insopportabili spirali negative.
Sembra una banalità eppure è così raro da trovare.
Quante volte abbiamo assistito a romcom stracolme di scene ecchi, stantie e gratuite? Non che l’ecchi mi dispiaccia in assoluto, se è limitato e ha una giustificazione di trama mi fa anche piacere, ma in tante serie se togli quello non rimane niente.
Qui no: nessuno cade addosso a una ragazza con la faccia nelle tette. Di mutandine neanche l’ombra. La puntata in spiaggia la passano vestiti, a bagnarsi giusto i piedi in acqua. Negli episodi ammiriamo le dinamiche relazionali, non culi e tette (che poi Kaoruko secondo me sia ben carrozzata è un altro discorso).
Alla fine basta poco per farci felici: basta descrivere una vera storia d’amore, sincera, tra persone umane con un cuore che batte e sangue nelle vene.
Durante la visione non mi sembrava vero.
Non è esente da difetti, per carità. In primis, il fatto che tutti quanti (soprattutto all’inizio) siano così cerimoniosi, che si scusino continuamente, dopo un po’ stufa.
Anche il principale ostacolo per la coppia, ossia la rivalità tra le due scuole che fa ricordare un po’ Romeo e Giulietta, è caricato in maniera forse eccessiva.
Non tutti i personaggi secondari inoltre sono tridimensionali, alcuni come Usami e Yorita sono abbastanza delle macchiette, ma la storia è ancora all’inizio e dunque potrebbero avere uno sviluppo in futuro.
Altri invece come Subaru e Natsusawa sono davvero ben caratterizzati. Subaru, nonostante sia piuttosto pesantona sono sicuro che, se CloverWorks ci farà la grazia di una seconda stagione, avrà modo di sbocciare.
Una menzione speciale per Kyoko Tsumugi, la mamma di Rintaro: personaggio davvero splendido, la mamma che tutti vorremmo avere. E questo è un altro punto a favore della serie, la quale una volta tanto ci propone dei genitori positivi, attenti e che capiscono i figli, invece dei soliti esseri orrendi o assenti, dipinti in quasi tutte le serie nipponiche.
Infine un applauso per la già citata CloverWorks, che sul lato grafico si è superata: disegni e animazioni molto belle, musiche carine, che accompagnano perfettamente i momenti topici.
Qualcuno dirà che è banale, che non succede niente. Eppure succede tutto quello che deve succedere in una storia d’amore tra ragazzini delle superiori.
Qualcuno dirà che è lento. Eppure rispetto ai soliti protagonisti delle romcom Rintaro è un fulmine di guerra e in 13 puntate il rapporto si evolve fino a un punto in cui altri arrivano dopo due, tre stagioni. O forse mai.
Personalmente l’ho trovato stupendo proprio nella sua semplicità, assai rara.
Ce ne fossero altri così.