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Johnny Ryuko

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Attenzione, recensione con spoiler!

Mi sono interessato immediatamente all'anime The Fragrant Flower Blooms With Dignity, avendo letto in rete commenti entusiasti sul manga e avendo da sempre una passione per le romcom/slice of life scritte bene. Il risultato? Piuttosto deludente.

Dopo tre o quattro episodi, lo ammetto, sono stato sul punto di dropparlo. Ho voluto però tenere duro, nella speranza di una svolta, che nel concreto non è mai arrivata.

Di deludente c'è in primo luogo l'innesco narrativo: debole, pretestuoso, anche incoerente. Kaoruko sostiene che voleva conoscere Rintaro perché quest'ultimo le aveva parlato in precedenza, ma lui non sembra affatto ricordarsene. Ora, in tutta onestà, non è davvero credibile, ma ci torneremo più avanti analizzando il finale. Passiamo ai teppisti che "cercano" il ragazzo per vendicare un amico mai davvero minacciato, individui che scappano ben due volte alla sola vista di Rintaro: sembra una linea narrativa scritta da un ragazzino delle medie. Anche la rivalità tra le due scuole è ridicola a voler essere buoni. Con queste basi l'anime parte già davvero male, mancando una sovrastruttura degna di questo nome nella quale inserire i personaggi.

Si può obiettare che il fulcro di una romcom non si trova nel contesto, che tante volte lascia davvero il tempo che trova - per me però è una noiosa superficialità, perché viene meno lo spessore della storia - ma nei protagonisti e nel loro rapporto. Rintaro e Kaoruko però, sarò diretto, non dicono nulla. Sono individui piuttosto piatti, che non lasciano trasparire sfumature, non detti, lati nascosti. Le loro incertezze e dubbi sono quanto di più stereotipato possibile in produzioni del genere. È tutto così lineare che si sbadiglia facile a ogni episodio. Solo nel finale, anticipo, la ragazza lascia intendere - non ho letto il manga quindi non so cosa c'è dietro - un vissuto meno facile di quel che si potesse intuire fin lì, parlando anche di un ospedale, senza ulteriori dettagli. Davvero poca roba.

Anche al termine dell'episodio 6 ho vacillato. Nelle intenzioni doveva essere il momento della svolta, delle rivelazioni che danno una spallata alla trama. Spallata che arriva, ma in negativo. Il difetto principe di questo anime è che i drammi sono posticci. Subaru, in questo passaggio personaggio chiave, è in tutta onestà inverosimile, un concentrato di cliché visti e letti migliaia di volte, reiterati poi nell'episodio della spiaggia. Non c'è concretezza, realismo, è una "normalità" plasticosa, finanche la rivelazione di Kaoruko che confessa all'amica di essere innamorata di Rintaro. Si sono visti in tutto tre o quattro volte, passi che sono liceali ma, per essere diretti, non ci si sta dentro a una storia così. Non è credibile.

Fortunatamente, a partire dall'episodio 9, depennata la, mi ripeto, ridicola minaccia dei teppisti e messa in buona sostanza da parte la rivalità tra le scuole, l'anime inizia a farsi un pizzico più interessante. Certo, anche qui bisogna turarsi il naso di fronte situazioni tirate per i capelli, quali il pranzo a casa di Rintaro al quale spuntano, non invitate, le ragazze.

Gli amici di Rintaro sono personaggi secondari che si posizionano appena un gradino più su di una macchietta. Usami lì per lì fa ridere e il suo straparlare a ruota libera risulta in qualche modo efficace, ma resta tutto ancora una volta piuttosto superficiale.

Comprendo bene quale sia la ragion d'essere dell'opera: raccontare una storia d'amore "normale", tra due ragazzi che si conoscono con naturalezza. Di base è proprio questo, eppure io ci vedo solo l'ennesima, perdonatemi il termine, fuffa. Come ho scritto in una valutazione singola di uno dei primi episodi, mi ha restituito la stessa vuota ridondanza di Blue Box, altra romcom per la quale non comprendo tutto l'hype che la circonda. Perché i protagonisti sono tutt'altro che verosimili, in particolare Kaoruko è vittima di quella stessa aura di "perfezione", finale a parte, alla Angels Next Door che trovo sempre insopportabile. Diamo per buona la coppia? Va bene, allora torno al contesto che, come detto, è uno sgangherato castello di carte.

Il finale poi non è nulla di sorprendente. Di per sé funziona pure ma, ancora una volta, il fulcro è un elemento campato per aria. Puoi volendo non ricordarla in volto, anche perché aveva un'altra acconciatura, vestiti meno "curati", ma come può Rintaro non avere a mente, per nulla, l'episodio nel quale consola Kaoruko al loro primo incontro? E perché questo episodio di innesco, citato dalla ragazza sin dall'inizio della conoscenza, non stuzzica la curiosità di lui?

È tutto così forzato che, per quanto The Fragrant Flower Blooms With Dignity si posizioni nel mio personale giudizio, sopra altri titoli che si fondano su trovate narrative che rischiano a ogni passo di scivolare nel balordo, non risulta assolutamente all'altezza di altre romcom che hanno un livello di scrittura superiore di diverse spanne: Insomniacs After School, The Dangers in my Heart, My dress-up darling, solo per citare alcune serie degli ultimi anni.

Un'ultima battuta sul lato tecnico, buono, anche superiore alla media. Musiche discrete ma nulla che resti memorabile. Poco più che una sufficienza per questo anime dal mio punto di vista, dato il chiacchiericcio in rete mi aspettavo decisamente di più.


 6
Kondo

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
"È curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore" (Giacomo Leopardi)

A ben vedere, l’aspetto più complesso che potremo trovare in questo anime è il suo titolo, oggettivamente piuttosto assurdo.
“The Fragrant Flower blooms with Dignity” è infatti un’opera semplice.
Due coetanei dall’animo buono, un ragazzo e una ragazza, si innamorano e pian piano trasformano il loro rapporto in qualcosa di speciale.

In estrema sintesi è questa la trama di questo anime. Qualcuno potrebbe obiettare che, a fare lo stesso esercizio, si potrebbe sintetizzare nel medesimo modo la quasi totalità delle romcom, tanto che quella sintesi potrebbe essere considerata non una trama bensì la definizione stessa del genere romcom.

Eppure in questo caso qualcosa di diverso c’è: stavolta l’amore tra i due protagonisti è davvero il tema centrale di tutta la storia. Nella maggior parte delle altre romcom, spesso, non lo è.

Quante volte abbiamo visto romcom in cui di romantico non c’era niente? Storie diluite all’infinito, ferme in una stasi pressochè perenne, in cui i protagonisti ci mettono due stagioni solo per capire cosa provano? Oppure, al contrario, storie in cui i due si mettono insieme in 3 puntate, senza neanche capire il perchè, senza far maturare nello spettatore la benchè minima attesa?
Qui no: tutto matura poco a poco, lentamente ma costantemente, senza filler: in ogni puntata un passo in avanti, piccolo o grande, li avvicina l’un l’altro.

Quante volte ci siamo sorbiti personaggi principali che più che persone sembrano casi umani? Repressi cronici, timidi a livelli clinici, anaffettivi, pazzi, tardoni tipo minus habens, asociali, reietti, drama queen, vittime sacrificali, ultra-esuberanti, schizzati. Tanto che la trama, più che una storia romantica, sembra il diario clinico di uno psichiatra.
Qui no: Rintaro e Kaoruko sono persone normali. Con qualche timidezza o impaccio, certo, essendo ragazzini che sperimentano il primo amore, ma senza esagerazioni: persone equilibrate, tranquille, che affrontano le difficoltà e reagiscono agli imprevisti in maniera sensata.

Quante volte abbiamo assistito a dinamiche relazionali tossiche? Protagonisti che in teoria, secondo la storia, dovrebbero amarsi ma che nella pratica si fanno continuamente del male, mentono, negano, fingono, si allontanano, si respingono, fanno giochi di potere. Persone tsundere, manipolatrici, possessive, passivo-aggressive, vendicative o addirittura proprio cattive. Persone che “amano” qualcuno eppure non si curano del fatto che una certa parola o azione possa ferirlo. E dall’altra parte sottoni, zerbini, passivi, gente che incassa e tira avanti in nome del sentimento.
Qui no: Rintaro e Kaoruko si amano davvero. Sono due persone gentili e sincere, che si prendono cura degli amici e, figuriamoci, ancora di più della persona che amano. E soprattutto, che SI PARLANO: se lo dicono apertamente quanto si vogliono bene, quanto siano felici di passare il tempo con l’altro. Se c’è un problema, ne discutono senza girarci attorno. E se qualcuno gli dice “smetti di vederla”, rispondono fermamente “no, non posso”, invece di far partire le solite insopportabili spirali negative.
Sembra una banalità eppure è così raro da trovare.

Quante volte abbiamo assistito a romcom stracolme di scene ecchi, stantie e gratuite? Non che l’ecchi mi dispiaccia in assoluto, se è limitato e ha una giustificazione di trama mi fa anche piacere, ma in tante serie se togli quello non rimane niente.
Qui no: nessuno cade addosso a una ragazza con la faccia nelle tette. Di mutandine neanche l’ombra. La puntata in spiaggia la passano vestiti, a bagnarsi giusto i piedi in acqua. Negli episodi ammiriamo le dinamiche relazionali, non culi e tette (che poi Kaoruko secondo me sia ben carrozzata è un altro discorso).

Alla fine basta poco per farci felici: basta descrivere una vera storia d’amore, sincera, tra persone umane con un cuore che batte e sangue nelle vene.
Durante la visione non mi sembrava vero.

Non è esente da difetti, per carità. In primis, il fatto che tutti quanti (soprattutto all’inizio) siano così cerimoniosi, che si scusino continuamente, dopo un po’ stufa.
Anche il principale ostacolo per la coppia, ossia la rivalità tra le due scuole che fa ricordare un po’ Romeo e Giulietta, è caricato in maniera forse eccessiva.

Non tutti i personaggi secondari inoltre sono tridimensionali, alcuni come Usami e Yorita sono abbastanza delle macchiette, ma la storia è ancora all’inizio e dunque potrebbero avere uno sviluppo in futuro.
Altri invece come Subaru e Natsusawa sono davvero ben caratterizzati. Subaru, nonostante sia piuttosto pesantona sono sicuro che, se CloverWorks ci farà la grazia di una seconda stagione, avrà modo di sbocciare.

Una menzione speciale per Kyoko Tsumugi, la mamma di Rintaro: personaggio davvero splendido, la mamma che tutti vorremmo avere. E questo è un altro punto a favore della serie, la quale una volta tanto ci propone dei genitori positivi, attenti e che capiscono i figli, invece dei soliti esseri orrendi o assenti, dipinti in quasi tutte le serie nipponiche.

Infine un applauso per la già citata CloverWorks, che sul lato grafico si è superata: disegni e animazioni molto belle, musiche carine, che accompagnano perfettamente i momenti topici.

Qualcuno dirà che è banale, che non succede niente. Eppure succede tutto quello che deve succedere in una storia d’amore tra ragazzini delle superiori.
Qualcuno dirà che è lento. Eppure rispetto ai soliti protagonisti delle romcom Rintaro è un fulmine di guerra e in 13 puntate il rapporto si evolve fino a un punto in cui altri arrivano dopo due, tre stagioni. O forse mai.

Personalmente l’ho trovato stupendo proprio nella sua semplicità, assai rara.
Ce ne fossero altri così.