Durante il Napoli Comicon di quest'anno abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino Yuzu e Chia-Cheng Chien, gli autori taiwanesi ospiti di Toshokan. Il manhua Invitation of Yama - Viaggio negli Inferi ci ha permesso di avere un assaggio dello stile di Yuzu prima del suo arrivo in Italia, tuttavia non è stato il caso di Chien, il quale ha debuttato ufficialmente proprio in occasione della fiera napoletana con il suo Wind Chaser - Più veloci del vento, la sua prima opera edita in Italia.

Durante il Press Café a loro dedicato e un'intervista esclusiva di cui ringraziamo Toshokan e Taiwan Comics, i due fumettisti hanno raccontato la loro storia e come sono nate le loro opere, in uno stretto intreccio che li accomuna, tra Taiwan e Giappone.
Il legame che Yuzu ha instaurato con il Giappone si è rafforzato grazie ai suoi anni di studio a Kyoto, ma è nato già molti anni prima grazie all'arrivo dei manga a Taiwan. Lo stesso è stato, ovviamente, per Chien, il quale ha rivelato che "i primissimi manga giapponesi che abbiamo letto a Taiwan erano le versioni pirata, non c'erano ancora i diritti". Solo col tempo sono nate delle riviste che spingevano ulteriormente il fenomeno manga e soprattutto favorivano la diffusione e promozione dei manga taiwanesi nel Sol Levante: "imponevano la presenza di una o due storie taiwanesi in ogni rivista in cui erano presenti anche manga giapponesi". Le cose adesso sono cambiate, ci sono molte più possibilità di formazione e modalità di reperimento di informazioni e di manga e fumetti stranieri. Questo cambiamento, secondo Yuzu, è dovuto a una questione generazionale: "culturalmente ci sentivamo anche molto vicini al Giappone, mentre adesso le generazioni più giovani probabilmente si sentiranno più vicine alla cultura coreana, perché ovviamente adesso c'è questa forte ondata di cultura k-pop".
Una domanda classica che ormai poniamo sempre agli artisti taiwanesi riguarda i loro mangaka preferiti, non solo giapponesi ma anche del loro stesso paese. E questa semplice domanda ha avuto un tenero risvolto che ci ha permesso di scoprire un altro aspetto della vita personale di Chien: Yuzu, infatti, ha affermato che Junji Ito e Akihiro Yamada sono stati e sono tuttora i suoi mangaka giapponesi preferiti, mentre per quanto riguarda il fumetto taiwanese... la sua preferita è Kiya Chang, fidanzata dello stesso Chien, nonché vincitrice del premio di bronzo del Japan International Manga Award nel 2022 con il suo manhua intitolato Formosa Oolong Tea (異人茶跡). Chien, dal canto suo, ammira molto Yuzu, ma ha anche detto di aver attinto molto dalle opere di Tsukasa Hojo e Chica Umino.

Per meglio comprendere i due autori, abbiamo chiesto con grande curiosità come sono nate le loro opere.
Partiamo dunque da Wind Chaser.
Storia ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e che vede come protagonisti un giovane taiwanese e un giovane giapponese, è stata realizzata grazie ad un progetto incentrato sulla ristrutturazione e costruzione delle reti ferroviarie taiwanesi dopo la guerra. "Ci siamo accorti però che la ricostruzione storica in sé non era sufficiente, non era abbastanza interessante... finché un giorno mentre mi facevo la doccia ho avuto questa idea di inserire una trama più ampia e utilizzare i diversi punti di vista dei personaggi per raccontarla". Aspetto fondamentale della sua storia sono infatti le emozioni e i sentimenti dei personaggi, che si ritrovano all’improvviso costretti a lasciare la loro terra natia. Molti taiwanesi, infatti, in quel periodo sono stati costretti a tornare in Giappone "solo perché sulla carta in realtà risultavano essere di un'altra nazionalità".
Ma oltre ai treni, amicizie e crescita personale, un altro elemento subito riconoscibile all'interno dell'opera è l'atletica. C'è un motivo storico dietro alla scelta di rappresentare proprio questo sport: "Dopo la seconda guerra mondiale si sono tenute le prime gare nazionali di atletica leggera. E poi, volevo che la corsa trasmettesse il tema della velocità e della ricerca della propria libertà". Un'immagine a cui noi lettori manga e appassionati anime siamo abituati: sono molti i media, infatti, che rappresentano ragazzi che corrono, allungano la mano verso un punto luminoso e inseguono il loro destino. Anche in tal senso i manga sono stati una buona fonte di ispirazione per Chien. Dragon Ball, tra tutti, è quello che più ha evidenziato il senso di velocità e fluidità dei movimenti. "I manga giapponesi sono diversi da quelli europei e americani: mentre questi curano molto bene la grafica, ma mostrano i movimenti come fotogrammi statici, quelli giapponesi riescono a rappresentare la dinamicità anche attraverso lo sport e le classiche onomatopee associate". Tra gli spokon, invece, che più ha apprezzato, senza alcun dubbio vi è Yawara, manga incentrato sul judo di Naoki Urasawa.
Considerando la veridicità storica del suo manhua, chissà se ispirerà mai un adattamento cinematografico. Lasciando andare l'immaginazione, Chien vorrebbe che un eventuale film richiamasse lo stile e l'atmosfera di Schindler's List o de Il Pianista, con un regista come Nagisa Ōshima, famoso per il suo Furyo - Merry Christmas Mr. Lawrence nel quale ha recitato anche David Bowie.

Passiamo adesso a Invitation of Yama.
Questo manhua ha catturato l'attenzione non solo per il suo stile di disegno ma anche per il suo umorismo nonostante presenti al suo interno creature e personaggi mitologici e religiosi. Spesso quando si realizzano opere incentrate sulla religione si cerca di farlo con molta attenzione, con una fedeltà quasi cieca rispetto alla fonte originale per evitare problemi o di offendere qualcuno. Una difficoltà aggiuntiva, vista dagli occhi di noi occidentali, è vedere una rappresentazione di così tanti elementi (dal concetto del Samsara e della reincarnazione agli stessi Wuchang Nero e Bianco) di tante religioni diverse quali Taoismo, Buddhismo e Confucianesimo. "Da questo punto di vista", ha commentato Yuzu, "ho preso un po' dalla mia esperienza di persona taiwanese che è abituata ad avere questo miscuglio, questa coesistenza molto pacifica tra le religioni diverse. Per quanto riguarda il lato umoristico, ho semplicemente preso il mio carattere e l'ho spezzettato in tante parti, mettendo un po' di me in ogni personaggio".
L'artista, affermatasi del tutto atea, ha voluto usare tutti quegli elementi religiosi e il concetto stesso della reincarnazione, che tanto troviamo nei manga isekai, come un semplice espediente narrativo. Nonostante sia rimasta colpita dai tanti elementi in comune che diverse culture e diverse tradizioni hanno nella propria rappresentazione dell'inferno (il fiume, il traghettatore, il giudice....), il suo intento è sempre stato quello di focalizzarsi sulle vite dei propri personaggi.
E parlando dei personaggi, per il loro design si è ispirata molto alle storie tradizionali, popolari, mitologiche di Taiwan, per poi modernizzarli un po' e aggiungere qualche piccolo riferimento e gag che coinvolgono anche la cultura pop giapponese. "Sicuramente l'esperienza in Giappone mi ha dato un coraggio di mischiare tanti aspetti ed elementi, ma il fatto di aver letto fin da sempre manga giapponesi mi ha fatto apprezzare questo modo un po' sfrontato di trattare certi argomenti, con ironia e anche un po' di satira".

Il Press Café si era tenuto durante il primo giorno della fiera napoletana, motivo per cui il primo impatto con il pubblico e mondo fieristico italiano era più fresco che mai. "Stamattina ho fatto alcune foto al Comicon e le ho mandate alla mia ragazza, a Kiya, e abbiamo discusso di come in realtà ci siano tante somiglianze", ha raccontato Chien. In Taiwan, infatti, esistono due tipi di fiere: la prima è incentrata più sull'esposizione delle tavole, e la seconda vede al centro i fumetti e le case editrici con stand e allestimenti tematici. "Quello che cambia molto sono le dimensioni: questa è grande 5 volte quanto quelle solite di Taiwan" ha commentato Chien. Entrambi sono rimasti particolarmente colpiti dal calore, dalla cordialità e dall'affettuosità dei lettori, considerando che per Chien è stato il suo debutto in Italia "Così come raccontava Chien", ha poi aggiunto Yuzu, "anche io ho apprezzato molto la cordialità dei fan che vedendomi ai firmacopie magari compravano apposta i miei volumi per chiedere lo sketch, è stato molto bello".
Abbiamo avuto la possibilità di approfondire e scavare ancora di più nel passato artistico dei due autori grazie a un'intervista esclusiva. Essendo due artisti molto differenti tra di loro, abbiamo voluto dare a ognuno lo spazio adatto all'interno del video completo che trovate di seguito.
Iniziamo con la prima ospite, Yuzu, autrice taiwanese di Invitation of Yama. Ci hai raccontato la tua vita tra Taiwan e Giappone, avendo studiato in Giappone. Ti sei specializzata in pittura e in acquerello a base d'inchiostro ed è stato durante questo periodo universitario che hai imparato a usare la tecnica dell'ink brush: quali sono stati i tuoi insegnanti?
Ho avuto due maestri. Il primo è Junji Ito, che come dicevo già al Press Café mi ha molto influenzato nelle atmosfere horror e cupe. E invece l'altro è stato proprio un mio insegnante vero e proprio all'Università di Kyoto, Yamada Akira.
Questa esperienza ti ha permesso di lavorare su tante tipologie di opere. Prima ancora di Yama ha collaborato con altri autori, ma un tuo progetto che più mi ha colpito è The Wonderful Island II: Let the Shoes Fly, gioco da tavolo di cui ha curato le illustrazioni più di 10 anni fa. Qual è stato il processo creativo di questo gioco, che si discosta completamente da un manga o da un fumetto?
Eravamo in due team diversi: uno che si occupava della grafica e uno invece si occupava delle regole del gioco. Per quanto riguarda la grafica, essendo un gioco che ha a che fare con la politica, le indicazioni che ho ricevuto erano quelle di "caricaturizzare" i personaggi, per esempio andando a enfatizzare certi aspetti anche del volto e dell'abbigliamento.
Esiste anche un video promozionale ancora oggi disponibile su YouTube. Quel video riprende le tue illustrazioni con qualche animazione... c'era anche un team di animatori oppure ti sei occupata anche di questo? E magari, giusto per curiosità, questo gioco è ancora disponibile all'acquisto da qualche parte?
È stato proprio incaricato un team di animatori per fare quel video. E purtroppo non penso sia più acquistabile. Ormai è vecchiotto e tanti personaggi politici sono già cambiati. Dovrebbe essere aggiornato.
Tornando a Yama, i cui primi due volumi sono già usciti: abbiamo parlato del tuo tratto umoristico e della mescolanza di religioni che per noi è un po' inusuale. Potresti spiegarci qual è la caratteristica principale di questa mescolanza? Perché è molto affascinante vedere tante credenze diverse tra di loro avere comunque dei punti in comune.
Il modo di vivere la fede in Occidente è molto diverso rispetto a Taiwan. Qui in Occidente c'è più attenzione sul senso della colpa o del peccato, del chiedere la liberazione e la salvezza alla divinità e sperare quindi di poter arrivare in paradiso. In Taiwan la cosa è un po' diversa perché siamo molto più concentrati sul presente: tendiamo a chiedere per esempio salute e ricchezza, e attraverso questi aspetti poter vivere felici qui e ora. Questo diverso modo di vivere la fede influenza il carattere stesso della nazione, di un popolo, ed è per questo forse che noi taiwanesi siamo invece più caotici, un pochino più creativi e cerchiamo di mescolare queste diverse fedi.
In Yama è presente anche molta cultura pop giapponese. Ma oltre ai manga, di cui Wuchang Nero è un grandissimo lettore, vi sono anche chiari riferimenti artistici. Soprattutto nel primo volume vi è un richiamo alla "Anziana Donna che recupera il suo braccio", dipinto del 1889 di Tsukioka Yoshitoshi. Un dipinto che quasi può ricordare il mondo degli yokai e dei Diyu. Come mai questa scelta? Quando ha scoperto quest'opera del periodo Meiji?
Quello che amo di più non sono i manga o l'arte molto contemporanea, ma uno stile artistico che sia classico. Ed è per questo che anche attraverso l'uso del pennello e il recupero di fonti di quel tipo, ho trovato alcuni spunti della sua arte dalla quale ho poi sviluppato la mia.

Prima di salutare la maestra Yuzu, un'ultima domanda: farai mai un'opera ambientata in Italia?
In questi giorni ho visitato la Napoli sotterranea e questa sensazione quasi labirintica della città mi ha ispirato un pochino. Immaginavo che qualcuno si sarebbe potuto perdere e gli sarebbe potuto capitare qualcosa di spaventoso... Ho scattato tantissime foto, quindi potrebbe essere che arrivi qualcosa. Vedremo.
Grazie mille per il tuo tempo!
Ora passiamo a Chia-Cheng Chien, il cui manhua Wind Chaser è la primissima opera che arriva in Italia. Tuttavia, ci sono tantissime altre sue opere ancora inedite ma che sono altrettanto interessanti. Il treno, elemento principale di Wind Chaser, compare infatti in altri due manhua. Solo uno di questi presenta un sottotitolo in inglese, ma di entrambi non è disponibile, al momento, alcuna edizione non taiwanese. Ha deciso di realizzare queste opere semplicemente per la sua passione per i treni o perché forse in Taiwan i treni vengono visti come un vero e proprio patrimonio storico?
Ho raccontato durante al Press Café di come Wind Chaser sia nato dalla collaborazione con l'Archivio Nazionale di Taiwan. Ma in realtà, prima ancora dell'Archivio Nazionale, un altro gruppo di ricerca che si stava specializzando proprio sulla divulgazione storico-culturale delle ferrovie a Taiwan mi ha chiesto se fossi interessato a collaborare con loro. Non è un argomento nato da un mio interesse personale ma per motivi di lavoro, anche se pian piano ho cominciato a saperne sempre di più e ad appassionarmi. Ho consultato una grandissima quantità di documenti per le due opere che hai citato. La prima, nello specifico, si concentra su diversi luoghi e tempi delle ferrovie a Taiwan e mi sono perso nello scoprire tante diverse tipologie di treni: ci sono quelli che percorrono zone più montagnose, quelli specializzati nel trasporto della canna da zucchero (che tra l'altro aveva un nome particolare perché le sue dimensioni corrispondevano a circa la metà di un normale treno), o anche treni refrigerati...

Non solo treni... ma anche thriller. “Have You Ever Fallen in Love, Miss Jiang?” è un drama uscito nel 2016 che vede come protagonista una giovane insegnante testimone di casi di molestie nel campus. Purtroppo non è possibile per noi italiani vederlo su Netflix, dove tecnicamente dovrebbe essere disponibile. Ma di questo drama hai pubblicato un adattamento su Webtoon Line. Quali sono state le sfide dietro a una lavorazione così diversa rispetto alle altre?
Anche questo progetto è nato da un'offerta di lavoro, ma la particolarità sta nel fatto che questa cosa è venuta più o meno parallelamente con la serie tv. Non ho lavorato solo io a questo adattamento, ero con altri mangaka, e ognuno ha realizzato un volume basandosi solo sul copione che ci era arrivato.
Gli adattamenti manga o anime che siano arrivano solitamente abbastanza dopo l'uscita del media originale, o almeno hanno un minimo di base su cui lavorare. Invece qui è stato fatto tutto in contemporanea... non c'era il rischio di cambiare la storia?
È stata una situazione particolare anche in Taiwan in effetti. Credo che il direttore creativo di quel progetto conoscesse sia persone nell'ambito dell'editoria sia persone nell'ambito della televisione e quindi abbia potuto portare avanti il progetto in contemporanea. Non c'è stato il rischio che i due prodotti diventassero due opere a sé stanti, anche se l'intento era quello di non inserire una corrispondenza univoca tra la serie e il manhua, in quanto due media diversi che offrono due esperienze diverse.

Un'altra lavorazione curiosa a cui hai contribuito vede al centro il Museo del Louvre. Per dare un po' di contesto: nel 2016 c'è stata una collaborazione artistica tra Parigi e Taipei, in uno scambio di mostre e di eventi che mettevano insieme Francia, Taiwan e anche il Giappone. Da questa collaborazione è nato "Le Rêveurs du Louvre", un albo che raccoglie storie brevi di diversi artisti tra Taiwan e Giappone, tra cui anche il maestro Chien e persino Chang Sheng (ospite di Toshokan dello scorso Napoli Comicon e autore di Yan) e Shin'ichi Sakamoto, mangaka ospite di J-POP per l'edizione di quest'anno. Di questo albo esistono edizioni differenti, ma in quella taiwanese è presente anche una tua storia, intitolata "Le rassemblement des grands maîtres". Ci può raccontare qualcosa di questo lavoro? E, magari, se ha mai avuto modo di visitare il Louvre di persona?
Purtroppo non sono mai potuto andare al Louvre. Ci sono stati però due autori di quelli presenti all'interno di quell'albo che invece hanno avuto l'opportunità di entrare al museo, tra l'altro in un momento di chiusura. Hanno potuto mettersi di fianco alla Monna Lisa e apprezzare appieno la sua bellezza in quella sala vuota. Io non ho avuto questa fortuna neanche quando sono stato ad Angoulême, quindi mi sono basato su materiali che ho trovato in Internet per realizzare quella storia. Però, mai dire mai, un giorno potrei andarci.

Ultima domanda prima di salutarci: disegnerai mai un'opera ambientata in Italia?
Potrei. Anche perché in questi giorni abbiamo avuto l'occasione di girare molto Napoli e di essere molto stimolati dall'ambiente e dalle persone. È un luogo pieno di storia e sicuramente potrebbe potrebbe arrivarmi qualche idea... Probabilmente la prima storia che disegnerò sarà sul fatto di non essere riusciti mai a finire una pizza. Ogni volta che siamo andati in pizzeria ci hanno detto che qui ogni persona si mangia una pizza intera da sola! Ma noi non ce l'abbiamo mai fatta.
Ringraziamo Toshokan e Taiwan Comics per averci concesso questa intervista.

Durante il Press Café a loro dedicato e un'intervista esclusiva di cui ringraziamo Toshokan e Taiwan Comics, i due fumettisti hanno raccontato la loro storia e come sono nate le loro opere, in uno stretto intreccio che li accomuna, tra Taiwan e Giappone.
Il legame che Yuzu ha instaurato con il Giappone si è rafforzato grazie ai suoi anni di studio a Kyoto, ma è nato già molti anni prima grazie all'arrivo dei manga a Taiwan. Lo stesso è stato, ovviamente, per Chien, il quale ha rivelato che "i primissimi manga giapponesi che abbiamo letto a Taiwan erano le versioni pirata, non c'erano ancora i diritti". Solo col tempo sono nate delle riviste che spingevano ulteriormente il fenomeno manga e soprattutto favorivano la diffusione e promozione dei manga taiwanesi nel Sol Levante: "imponevano la presenza di una o due storie taiwanesi in ogni rivista in cui erano presenti anche manga giapponesi". Le cose adesso sono cambiate, ci sono molte più possibilità di formazione e modalità di reperimento di informazioni e di manga e fumetti stranieri. Questo cambiamento, secondo Yuzu, è dovuto a una questione generazionale: "culturalmente ci sentivamo anche molto vicini al Giappone, mentre adesso le generazioni più giovani probabilmente si sentiranno più vicine alla cultura coreana, perché ovviamente adesso c'è questa forte ondata di cultura k-pop".
Una domanda classica che ormai poniamo sempre agli artisti taiwanesi riguarda i loro mangaka preferiti, non solo giapponesi ma anche del loro stesso paese. E questa semplice domanda ha avuto un tenero risvolto che ci ha permesso di scoprire un altro aspetto della vita personale di Chien: Yuzu, infatti, ha affermato che Junji Ito e Akihiro Yamada sono stati e sono tuttora i suoi mangaka giapponesi preferiti, mentre per quanto riguarda il fumetto taiwanese... la sua preferita è Kiya Chang, fidanzata dello stesso Chien, nonché vincitrice del premio di bronzo del Japan International Manga Award nel 2022 con il suo manhua intitolato Formosa Oolong Tea (異人茶跡). Chien, dal canto suo, ammira molto Yuzu, ma ha anche detto di aver attinto molto dalle opere di Tsukasa Hojo e Chica Umino.

Per meglio comprendere i due autori, abbiamo chiesto con grande curiosità come sono nate le loro opere.
Partiamo dunque da Wind Chaser.
Storia ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e che vede come protagonisti un giovane taiwanese e un giovane giapponese, è stata realizzata grazie ad un progetto incentrato sulla ristrutturazione e costruzione delle reti ferroviarie taiwanesi dopo la guerra. "Ci siamo accorti però che la ricostruzione storica in sé non era sufficiente, non era abbastanza interessante... finché un giorno mentre mi facevo la doccia ho avuto questa idea di inserire una trama più ampia e utilizzare i diversi punti di vista dei personaggi per raccontarla". Aspetto fondamentale della sua storia sono infatti le emozioni e i sentimenti dei personaggi, che si ritrovano all’improvviso costretti a lasciare la loro terra natia. Molti taiwanesi, infatti, in quel periodo sono stati costretti a tornare in Giappone "solo perché sulla carta in realtà risultavano essere di un'altra nazionalità".
Ma oltre ai treni, amicizie e crescita personale, un altro elemento subito riconoscibile all'interno dell'opera è l'atletica. C'è un motivo storico dietro alla scelta di rappresentare proprio questo sport: "Dopo la seconda guerra mondiale si sono tenute le prime gare nazionali di atletica leggera. E poi, volevo che la corsa trasmettesse il tema della velocità e della ricerca della propria libertà". Un'immagine a cui noi lettori manga e appassionati anime siamo abituati: sono molti i media, infatti, che rappresentano ragazzi che corrono, allungano la mano verso un punto luminoso e inseguono il loro destino. Anche in tal senso i manga sono stati una buona fonte di ispirazione per Chien. Dragon Ball, tra tutti, è quello che più ha evidenziato il senso di velocità e fluidità dei movimenti. "I manga giapponesi sono diversi da quelli europei e americani: mentre questi curano molto bene la grafica, ma mostrano i movimenti come fotogrammi statici, quelli giapponesi riescono a rappresentare la dinamicità anche attraverso lo sport e le classiche onomatopee associate". Tra gli spokon, invece, che più ha apprezzato, senza alcun dubbio vi è Yawara, manga incentrato sul judo di Naoki Urasawa.
Considerando la veridicità storica del suo manhua, chissà se ispirerà mai un adattamento cinematografico. Lasciando andare l'immaginazione, Chien vorrebbe che un eventuale film richiamasse lo stile e l'atmosfera di Schindler's List o de Il Pianista, con un regista come Nagisa Ōshima, famoso per il suo Furyo - Merry Christmas Mr. Lawrence nel quale ha recitato anche David Bowie.

Passiamo adesso a Invitation of Yama.
Questo manhua ha catturato l'attenzione non solo per il suo stile di disegno ma anche per il suo umorismo nonostante presenti al suo interno creature e personaggi mitologici e religiosi. Spesso quando si realizzano opere incentrate sulla religione si cerca di farlo con molta attenzione, con una fedeltà quasi cieca rispetto alla fonte originale per evitare problemi o di offendere qualcuno. Una difficoltà aggiuntiva, vista dagli occhi di noi occidentali, è vedere una rappresentazione di così tanti elementi (dal concetto del Samsara e della reincarnazione agli stessi Wuchang Nero e Bianco) di tante religioni diverse quali Taoismo, Buddhismo e Confucianesimo. "Da questo punto di vista", ha commentato Yuzu, "ho preso un po' dalla mia esperienza di persona taiwanese che è abituata ad avere questo miscuglio, questa coesistenza molto pacifica tra le religioni diverse. Per quanto riguarda il lato umoristico, ho semplicemente preso il mio carattere e l'ho spezzettato in tante parti, mettendo un po' di me in ogni personaggio".
L'artista, affermatasi del tutto atea, ha voluto usare tutti quegli elementi religiosi e il concetto stesso della reincarnazione, che tanto troviamo nei manga isekai, come un semplice espediente narrativo. Nonostante sia rimasta colpita dai tanti elementi in comune che diverse culture e diverse tradizioni hanno nella propria rappresentazione dell'inferno (il fiume, il traghettatore, il giudice....), il suo intento è sempre stato quello di focalizzarsi sulle vite dei propri personaggi.
E parlando dei personaggi, per il loro design si è ispirata molto alle storie tradizionali, popolari, mitologiche di Taiwan, per poi modernizzarli un po' e aggiungere qualche piccolo riferimento e gag che coinvolgono anche la cultura pop giapponese. "Sicuramente l'esperienza in Giappone mi ha dato un coraggio di mischiare tanti aspetti ed elementi, ma il fatto di aver letto fin da sempre manga giapponesi mi ha fatto apprezzare questo modo un po' sfrontato di trattare certi argomenti, con ironia e anche un po' di satira".

Il Press Café si era tenuto durante il primo giorno della fiera napoletana, motivo per cui il primo impatto con il pubblico e mondo fieristico italiano era più fresco che mai. "Stamattina ho fatto alcune foto al Comicon e le ho mandate alla mia ragazza, a Kiya, e abbiamo discusso di come in realtà ci siano tante somiglianze", ha raccontato Chien. In Taiwan, infatti, esistono due tipi di fiere: la prima è incentrata più sull'esposizione delle tavole, e la seconda vede al centro i fumetti e le case editrici con stand e allestimenti tematici. "Quello che cambia molto sono le dimensioni: questa è grande 5 volte quanto quelle solite di Taiwan" ha commentato Chien. Entrambi sono rimasti particolarmente colpiti dal calore, dalla cordialità e dall'affettuosità dei lettori, considerando che per Chien è stato il suo debutto in Italia "Così come raccontava Chien", ha poi aggiunto Yuzu, "anche io ho apprezzato molto la cordialità dei fan che vedendomi ai firmacopie magari compravano apposta i miei volumi per chiedere lo sketch, è stato molto bello".
Abbiamo avuto la possibilità di approfondire e scavare ancora di più nel passato artistico dei due autori grazie a un'intervista esclusiva. Essendo due artisti molto differenti tra di loro, abbiamo voluto dare a ognuno lo spazio adatto all'interno del video completo che trovate di seguito.
Iniziamo con la prima ospite, Yuzu, autrice taiwanese di Invitation of Yama. Ci hai raccontato la tua vita tra Taiwan e Giappone, avendo studiato in Giappone. Ti sei specializzata in pittura e in acquerello a base d'inchiostro ed è stato durante questo periodo universitario che hai imparato a usare la tecnica dell'ink brush: quali sono stati i tuoi insegnanti?
Ho avuto due maestri. Il primo è Junji Ito, che come dicevo già al Press Café mi ha molto influenzato nelle atmosfere horror e cupe. E invece l'altro è stato proprio un mio insegnante vero e proprio all'Università di Kyoto, Yamada Akira.
Questa esperienza ti ha permesso di lavorare su tante tipologie di opere. Prima ancora di Yama ha collaborato con altri autori, ma un tuo progetto che più mi ha colpito è The Wonderful Island II: Let the Shoes Fly, gioco da tavolo di cui ha curato le illustrazioni più di 10 anni fa. Qual è stato il processo creativo di questo gioco, che si discosta completamente da un manga o da un fumetto?
Eravamo in due team diversi: uno che si occupava della grafica e uno invece si occupava delle regole del gioco. Per quanto riguarda la grafica, essendo un gioco che ha a che fare con la politica, le indicazioni che ho ricevuto erano quelle di "caricaturizzare" i personaggi, per esempio andando a enfatizzare certi aspetti anche del volto e dell'abbigliamento.
Esiste anche un video promozionale ancora oggi disponibile su YouTube. Quel video riprende le tue illustrazioni con qualche animazione... c'era anche un team di animatori oppure ti sei occupata anche di questo? E magari, giusto per curiosità, questo gioco è ancora disponibile all'acquisto da qualche parte?
È stato proprio incaricato un team di animatori per fare quel video. E purtroppo non penso sia più acquistabile. Ormai è vecchiotto e tanti personaggi politici sono già cambiati. Dovrebbe essere aggiornato.
Tornando a Yama, i cui primi due volumi sono già usciti: abbiamo parlato del tuo tratto umoristico e della mescolanza di religioni che per noi è un po' inusuale. Potresti spiegarci qual è la caratteristica principale di questa mescolanza? Perché è molto affascinante vedere tante credenze diverse tra di loro avere comunque dei punti in comune.
Il modo di vivere la fede in Occidente è molto diverso rispetto a Taiwan. Qui in Occidente c'è più attenzione sul senso della colpa o del peccato, del chiedere la liberazione e la salvezza alla divinità e sperare quindi di poter arrivare in paradiso. In Taiwan la cosa è un po' diversa perché siamo molto più concentrati sul presente: tendiamo a chiedere per esempio salute e ricchezza, e attraverso questi aspetti poter vivere felici qui e ora. Questo diverso modo di vivere la fede influenza il carattere stesso della nazione, di un popolo, ed è per questo forse che noi taiwanesi siamo invece più caotici, un pochino più creativi e cerchiamo di mescolare queste diverse fedi.
In Yama è presente anche molta cultura pop giapponese. Ma oltre ai manga, di cui Wuchang Nero è un grandissimo lettore, vi sono anche chiari riferimenti artistici. Soprattutto nel primo volume vi è un richiamo alla "Anziana Donna che recupera il suo braccio", dipinto del 1889 di Tsukioka Yoshitoshi. Un dipinto che quasi può ricordare il mondo degli yokai e dei Diyu. Come mai questa scelta? Quando ha scoperto quest'opera del periodo Meiji?
Quello che amo di più non sono i manga o l'arte molto contemporanea, ma uno stile artistico che sia classico. Ed è per questo che anche attraverso l'uso del pennello e il recupero di fonti di quel tipo, ho trovato alcuni spunti della sua arte dalla quale ho poi sviluppato la mia.

Prima di salutare la maestra Yuzu, un'ultima domanda: farai mai un'opera ambientata in Italia?
In questi giorni ho visitato la Napoli sotterranea e questa sensazione quasi labirintica della città mi ha ispirato un pochino. Immaginavo che qualcuno si sarebbe potuto perdere e gli sarebbe potuto capitare qualcosa di spaventoso... Ho scattato tantissime foto, quindi potrebbe essere che arrivi qualcosa. Vedremo.
Grazie mille per il tuo tempo!
Ora passiamo a Chia-Cheng Chien, il cui manhua Wind Chaser è la primissima opera che arriva in Italia. Tuttavia, ci sono tantissime altre sue opere ancora inedite ma che sono altrettanto interessanti. Il treno, elemento principale di Wind Chaser, compare infatti in altri due manhua. Solo uno di questi presenta un sottotitolo in inglese, ma di entrambi non è disponibile, al momento, alcuna edizione non taiwanese. Ha deciso di realizzare queste opere semplicemente per la sua passione per i treni o perché forse in Taiwan i treni vengono visti come un vero e proprio patrimonio storico?
Ho raccontato durante al Press Café di come Wind Chaser sia nato dalla collaborazione con l'Archivio Nazionale di Taiwan. Ma in realtà, prima ancora dell'Archivio Nazionale, un altro gruppo di ricerca che si stava specializzando proprio sulla divulgazione storico-culturale delle ferrovie a Taiwan mi ha chiesto se fossi interessato a collaborare con loro. Non è un argomento nato da un mio interesse personale ma per motivi di lavoro, anche se pian piano ho cominciato a saperne sempre di più e ad appassionarmi. Ho consultato una grandissima quantità di documenti per le due opere che hai citato. La prima, nello specifico, si concentra su diversi luoghi e tempi delle ferrovie a Taiwan e mi sono perso nello scoprire tante diverse tipologie di treni: ci sono quelli che percorrono zone più montagnose, quelli specializzati nel trasporto della canna da zucchero (che tra l'altro aveva un nome particolare perché le sue dimensioni corrispondevano a circa la metà di un normale treno), o anche treni refrigerati...

Non solo treni... ma anche thriller. “Have You Ever Fallen in Love, Miss Jiang?” è un drama uscito nel 2016 che vede come protagonista una giovane insegnante testimone di casi di molestie nel campus. Purtroppo non è possibile per noi italiani vederlo su Netflix, dove tecnicamente dovrebbe essere disponibile. Ma di questo drama hai pubblicato un adattamento su Webtoon Line. Quali sono state le sfide dietro a una lavorazione così diversa rispetto alle altre?
Anche questo progetto è nato da un'offerta di lavoro, ma la particolarità sta nel fatto che questa cosa è venuta più o meno parallelamente con la serie tv. Non ho lavorato solo io a questo adattamento, ero con altri mangaka, e ognuno ha realizzato un volume basandosi solo sul copione che ci era arrivato.
Gli adattamenti manga o anime che siano arrivano solitamente abbastanza dopo l'uscita del media originale, o almeno hanno un minimo di base su cui lavorare. Invece qui è stato fatto tutto in contemporanea... non c'era il rischio di cambiare la storia?
È stata una situazione particolare anche in Taiwan in effetti. Credo che il direttore creativo di quel progetto conoscesse sia persone nell'ambito dell'editoria sia persone nell'ambito della televisione e quindi abbia potuto portare avanti il progetto in contemporanea. Non c'è stato il rischio che i due prodotti diventassero due opere a sé stanti, anche se l'intento era quello di non inserire una corrispondenza univoca tra la serie e il manhua, in quanto due media diversi che offrono due esperienze diverse.

Un'altra lavorazione curiosa a cui hai contribuito vede al centro il Museo del Louvre. Per dare un po' di contesto: nel 2016 c'è stata una collaborazione artistica tra Parigi e Taipei, in uno scambio di mostre e di eventi che mettevano insieme Francia, Taiwan e anche il Giappone. Da questa collaborazione è nato "Le Rêveurs du Louvre", un albo che raccoglie storie brevi di diversi artisti tra Taiwan e Giappone, tra cui anche il maestro Chien e persino Chang Sheng (ospite di Toshokan dello scorso Napoli Comicon e autore di Yan) e Shin'ichi Sakamoto, mangaka ospite di J-POP per l'edizione di quest'anno. Di questo albo esistono edizioni differenti, ma in quella taiwanese è presente anche una tua storia, intitolata "Le rassemblement des grands maîtres". Ci può raccontare qualcosa di questo lavoro? E, magari, se ha mai avuto modo di visitare il Louvre di persona?
Purtroppo non sono mai potuto andare al Louvre. Ci sono stati però due autori di quelli presenti all'interno di quell'albo che invece hanno avuto l'opportunità di entrare al museo, tra l'altro in un momento di chiusura. Hanno potuto mettersi di fianco alla Monna Lisa e apprezzare appieno la sua bellezza in quella sala vuota. Io non ho avuto questa fortuna neanche quando sono stato ad Angoulême, quindi mi sono basato su materiali che ho trovato in Internet per realizzare quella storia. Però, mai dire mai, un giorno potrei andarci.

Ultima domanda prima di salutarci: disegnerai mai un'opera ambientata in Italia?
Potrei. Anche perché in questi giorni abbiamo avuto l'occasione di girare molto Napoli e di essere molto stimolati dall'ambiente e dalle persone. È un luogo pieno di storia e sicuramente potrebbe potrebbe arrivarmi qualche idea... Probabilmente la prima storia che disegnerò sarà sul fatto di non essere riusciti mai a finire una pizza. Ogni volta che siamo andati in pizzeria ci hanno detto che qui ogni persona si mangia una pizza intera da sola! Ma noi non ce l'abbiamo mai fatta.
Ringraziamo Toshokan e Taiwan Comics per averci concesso questa intervista.
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