Per anni, l’idea di un adattamento live-action di One Piece ha suscitato scetticismo e sarcasmo tra i fan degli anime. Nonostante il coinvolgimento di Netflix, le aspettative erano basse: Hollywood aveva già fallito più volte con titoli iconici come Dragonball Evolution, Ghost in the Shell e Cowboy Bebop (questo sempre sulla N rossa). Eppure, quando la serie è arrivata sulla piattaforma nell’agosto del 2023, è successo qualcosa di inaspettato: non è stato un disastro, anzi, è stato un grande successo


 

Dietro questa sorprendente svolta si cela una figura fondamentale: Eiichirō Oda, il creatore originale del manga. Il suo coinvolgimento non è stato simbolico: ha ricoperto il ruolo di produttore esecutivo con pieni poteri creativi. Netflix ha accettato di proseguire con la produzione solo dopo che Oda ha preteso di supervisionare ogni fase: dal casting alla scrittura, fino al montaggio finale.
“O ero completamente coinvolto, o non se ne faceva nulla,” ha dichiarato Oda in un’intervista del 2023. Questo approccio ha permesso alla serie di mantenere lo spirito autentico dell’opera originale, distinguendosi dai tanti adattamenti mal riusciti.

Inizialmente, l’annuncio del live-action fu accolto con diffidenza: l’universo di One Piece, con la sua vastità e stravaganza, sembrava quasi impossibile da adattare. Ma con la scelta di Matt Owens e Steven Maeda alla guida creativa, e un cast fresco guidato da Iñaki Godoy nel ruolo di Luffy, Netflix ha puntato su un progetto audace e rispettoso dell’opera.

È stato l’occhio vigile di Oda a fare la differenza. Ha revisionato ogni sceneggiatura, richiesto modifiche e perfino imposto il rigiro di alcune scene. “C’erano battute che non potevo accettare”, ha detto. La sua dedizione ha guidato il team verso un prodotto che ha saputo toccare le corde giuste nei fan di tutto il mondo.

Una delle scene più emblematiche – il momento in cui Shanks consegna il cappello a Luffy – non ha convinto Oda nella sua prima versione. “Non ho pianto, quindi ho chiesto che venisse rifatta.” E così è stato. La scena è stata rigirata finché non ha catturato tutta l’emozione e la promessa che rappresenta, non solo per i personaggi, ma per l’intera storia.

Se i fan la guardano e sentono che è un One Piece falso, preferisco che non esista,” ha affermato Oda con fermezza. Il suo obiettivo non era nostalgia o controllo, ma autenticità. “Se qualcosa non sembra giusto a me, non sembrerà giusto nemmeno ai fan.”


 

La produzione ha accolto con rispetto i suoi suggerimenti. I due showrunner hanno lavorato fianco a fianco con Oda, adattando anche i momenti di umorismo e tensione per riflettere fedelmente il manga. Il risultato? Sembrava davvero One Piece, perché Oda si è assicurato che lo fosse.

Quando la serie è stata lanciata su Netflix, il successo è stato immediato. Ha ottenuto l’86% di approvazione dalla critica e il 95% dal pubblico su Rotten Tomatoes. I fan storici hanno riconosciuto la storia che amavano, mentre molti nuovi spettatori si sono avvicinati per la prima volta all’universo di One Piece. Non è stato solo un trionfo per la serie, ma una vittoria per tutti gli adattamenti anime.

La seconda stagione è già in lavorazione, con le riprese concluse e la post-produzione in corso. Il debutto è previsto per l’inizio del 2026. La nuova trama porterà i protagonisti verso nuove avventure, introducendo personaggi chiave come Chopper e il temibile Crocodile. Cambierà anche una figura importante dietro le quinte: Matt Owens lascia il ruolo di showrunner, sostituito da Joe Tracz.


 

Se la seconda stagione manterrà il livello della prima, One Piece potrà diventare un modello per tutti gli adattamenti anime futuri. Oda, già leggenda nel mondo del manga, ha dimostrato che rispettare la visione dell’autore può portare a risultati straordinari. Ha anche dimostrato che il pubblico globale è pronto ad abbracciare le storie anime, se raccontate con il giusto cuore.

Fonte: screenrant.com