Tra i robot animati più famosi degli anni ’70, per me – classe ’74 – Jeeg rimane il preferito. Sarà per i colori vivaci, per l’idea affascinante delle parti componibili, o forse perché da bambino ero innamorato di Miwa, la ragazza che, alla guida del Big Shooter dal design accattivante per l’epoca, lanciava i componenti in una scena ormai iconica per noi “vintage”.
Ho quindi accolto con una buona dose di curiosità, mista a quel tipico senso di nostalgia, l’uscita manga di J-Pop, casa editrice già nota per aver pubblicato diverse edizioni cartacee dei robot di Go Nagai. Non avevo mai letto questa versione fumettistica di Jeeg prima d’ora, e devo ammettere che mi ha sorpreso.
La storia parte da una trama simile a quella dell’anime che conosciamo, ma il design dei personaggi è molto diverso. Solo i cattivi ricordano le loro controparti animate, mentre Hiroshi, suo padre e perfino Miwa sono rappresentati in modo radicalmente differente, sia graficamente che caratterialmente.
Il manga è stato realizzato tra il 1975 e il 1976 da Akira Oze, sotto lo pseudonimo di Megumu Matsumoto, e pubblicato sulla rivista Boken-Oh della Akita Shoten – la stessa casa editrice che, anni dopo, pubblicherà altre importanti rivisitazioni delle opere di Go Nagai su Champion Red, come Shin Mazinger Zero o Devilman G. In Giappone, durante la trasmissione dell’anime, era comune produrre i cosiddetti comicalize: manga ispirati alla serie televisiva, ma reinterpretati liberamente dal mangaka a cui veniva affidato tale compito. Questi manga non vanno letti come trasposizioni fedeli, ma come versioni alternative, talvolta più crude, talvolta più sperimentali, e quasi sempre condizionate dal mercato e dal pubblico di riferimento.
Hiroshi, unico erede di un destino tremendo, è diventato per buona parte una macchina grazie all’intervento e alla volontà di suo padre, il Dottor Shiba. Grazie a ciò il ragazzo è l’unico in grado di fermare la catastrofe imminente, trasformandosi in Jeeg, il guerriero d’acciaio.
Le differenze rispetto all’anime emergono quasi subito. I personaggi sono disegnati in modo piuttosto diverso, soprattutto i protagonisti: Miwa e Hiroshi sono rappresentati come adolescenti, molto diversi per aspetto e atteggiamento da quelli che ricordavamo. Alcuni personaggi importanti dell’anime, come la sorellina Mayumi, l’assistente Shorty o la principessa Flora, sono del tutto assenti, mentre Don compare solo per un attimo.
Con il proseguire della lettura, la storia si fa sempre più cupa. Hiroshi perde progressivamente la propria umanità e si trasforma in una vera e propria macchina da guerra la cui unica ragione di vita resta la missione di distruzione che è stata affidata, indipendentemente dalla sua volontà. Solo nel suo legame affettivo – e a tratti romantico – con Miwa rimane un’eco del ragazzo che era.
Devo ammetterlo, alcuni passaggi sono scioccanti, come quando Hiroshi uccide i figli della regina Himika a sangue freddo. Furia omicida che non si limita ai nemici: elimina infatti anche il militare Yamamoto, colpevole di voler lanciare un attacco nucleare contro gli ordini del governo giapponese.
In certi momenti, Hiroshi sembra mostrare una forma di rimorso, ma mai un vero pentimento. Questo aspetto mi ha fatto riflettere su come i manga debbano essere letti e compresi nel proprio contesto storico: una società giapponese ancora segnata dalla guerra, con sensibilità diverse rispetto ai limiti imposti alla narrazione animata per bambini e (fortunatamente, oserei dire) anche dei tempi odierni.
Tornando alla storia, purtroppo, tra i nemici, solo Himika ha un vero spazio narrativo. Gli altri antagonisti risultano figure di sfondo, compreso l’Imperatore Ryuma, che appare solo nel finale e per poche pagine.
Nonostante tutto, consiglio caldamente la lettura di questo volume: chi è cresciuto con il mito di Jeeg ne rimarrà sorpreso, e anche se contiene alcuni passaggi figli dell’epoca in cui è stato scritto, lascia un messaggio di speranza che non voglio anticiparvi. Il manga non era mai stato pubblicato in Italia fino ad ora – luglio 2025 – e J-Pop Manga gli rende finalmente giustizia con un volume unico, curato e ben stampato. Il 2025 segna anche il cinquantesimo anniversario del debutto di Jeeg, un traguardo forse oscurato dal più celebre anniversario di Goldrake, ma che merita comunque di essere celebrato con un’opera come questa.
Jeeg Robot d'Acciaio (Akira Oze)
Acciaio, memoria, battaglia. Akira Oze reinterpreta il robot entrato nella leggenda.
Prezzo: 11,50 €
Totale voti: 4 1 1
Altri Voti
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Jeeg Robot d'Acciaio (Akira Oze) | € 11.50 | JPOP |
Pro
- Offre una rilettura libera e innovativa della storia di Jeeg, differenziandosi nettamente dall’anime originale,
- La storia approfondisce soprattutto il protagonista e la sua nemesi principale, dando peso a un confronto intenso e drammatico.
- Rappresenta una sensibilità e un’atmosfera tipiche di quel periodo, riflettendo la società giapponese post-bellica e i limiti narrativi dell’epoca.
Contro
- Molti antagonisti e personaggi importanti dell’anime sono assenti o marginali
- La reinterpretazione grafica di Hiroshi, Miwa e altri può risultare straniante o poco fedele alle aspettative dei fan dell’anime.
- Alcune scene (omicidi a sangue freddo, atti brutali) potrebbero risultare troppo forti o disturbanti, non adatte a tutti i lettori.
neo zeon
Letto 2 giorni fa e mi unisco alla recensione qui sopra ,un ottima alternativa alla storia dell anime...ben fatta e anche se le vicende sono ristrette x forza perché è un volume unico... è da comprare. Una bella chicca grazie a JPOP
05/08/2025