Tetsuya Tsutsui, classe 1974, è un mangaka di nicchia che si è fatto conoscere tra gli appassionati per le sue miniserie avvincenti dallo stile maturo e graffiante. Dopo esser stato rifiutato da alcune case editrici, il mangaka in erba pubblicò su internet la sua prima opera, Duds Hunt. Apprezzato dall'editore Square Enix, Duds Hunt fu pubblicato ufficialmente dallo stesso, che poi iniziò a pubblicare anche le successive opere del maestro. Oltre a Duds Hunt, in Italia sono stati pubblicati anche Reset, Manhole, Prophecy e Poison City, ed è prevista anche l'uscita del recentissimo Noise

Grazie a J-POP, l'editore che ha finora pubblicato tutte le opere del maestro in Italia, abbiamo avuto il piacere di incontrare Tetsuya Tsutsui in occasione del suo incontro tenutosi al Games Academy di Brescia, dove il mangaka ha anche tenuto un breve incontro con i fan e una sessione di autografi. In precedenza, il maestro aveva anche incontrato i fan al Be Comics di Padova in una conferenza insieme a Dario Moccia.
 
Alcuni dei manga di Tetsuya Tsutsui: Reset, Prophecy e Poison City

AnimeClick.it intervista Tetsuya Tsutsui


Lei ha iniziato la sua carriera pubblicando manga su internet. Cosa ne pensa di questo metodo di pubblicazione? Che futuro ritiene ci sia per i manga sul web?

Sicuramente si tratta di un'ottima cosa, tuttavia quando ho cominciato io era una cosa molto più rara, mentre oggi molte più persone utilizzano tale metodo. Per questo è molto importante l'originalità. Io sono invece sono stato molto fortunato e sono contento che la situazione all'epoca fosse molto diversa, mentre ora mi rendo conto di quanto sia diventato difficile per un mangaka debuttare anche grazie a internet.


I manga sul web arriveranno mai a soppiantare il cartaceo?

Non è impossibile che il manga digitale in Giappone superi il cartaceo. Ultimamente in Giappone la letteratura più leggera sta godendo di vendite in digitale molto alte che hanno quasi raggiunto quelle cartacee. Io stesso, pensandoci bene, ultimamente ho comprato più manga digitali che cartacei, quindi non escludo che in futuro possa avvenire ciò.


Da un punto di vista lavorativo, che differenza c'è nel pubblicare sul web rispetto a una rivista tradizionale?

In realtà è una domanda a cui non sono in grado di rispondere, dal momento che io pubblicai sul web la mia opera prima di debuttare, da indipendente – dal momento che la mia prima opera era stata rifiutata dalle case editrici. Invece la pubblicazione su rivista è per me un lavoro vero e proprio, non posso proprio paragonare le due situazioni.
 

Finora ha lavorato solamente a volumi unici o miniserie. Per quale motivo predilige questo formato? Desidererebbe lavorare prima o poi ad una serie più lunga?

Finora ho lavorato a serie brevi perchè i miei manga sono basati su un tema specifico*. Se in futuro troverò un tema su cui sia possibile dilungarsi fino a dieci volumi o più allora probabilmente scriverò una serie più lunga.

*in un incontro precedente il maestro ha specificato come i manga più lunghi siano quelli incentrati su un personaggio specifico, e quindi narrandone la vita e la crescita si possono occupare molti volumi.


Dagli editor ha avuto qualche richiesta particolare su questo aspetto?

Sì, le case editrici giapponesi fanno sempre così: “Dai, non potresti disegnare qualcosa di un po' più lungo?” “Dai, allungalo un po'!”


Nelle sue opere c'è sempre una forte critica sociale, vengono mostrati alcuni degli aspetti più oscuri della società moderna (giapponese) e spesso una parte dei personaggi principali fa parte di quella che potremmo definire la “feccia” della società. Cosa l'attira tanto in questa tematica? C'è per caso qualche elemento autobiografico?

Io tendo ad avere un approccio abbastanza distaccato, non faccio parte di una gang o del mondo sommerso della criminalità giapponese. Prendo spunto dalle news che leggo o vedo in televisione. Non ho mai incontrato direttamente dei criminali, tuttavia in passato andavo nei tribunali ad assistere ai processi per omicidio per fare uno sketch degli assassini così da vedere che faccia avessero. La cosa che mi colpiva molto è che questi assassini avevano delle facce normalissime, molto comuni e senza nulla di particolare che permettesse di identificarli chiaramente come assassini.


Questa anonimia dei personaggi può darle problemi durante la fase di disegno?

In realtà mi piace tantissimo disegnare i personaggi cattivi e far loro assumere espressioni particolari, come questo sorrisetto abbastanza malvagio (il maestro si riferisce a un tavola del suo manga Reset)
 
Tetsuya Tsutsui ama disegnare i personaggi malvagi: ecco il ghigno malvagio di uno dei personaggi di Reset

Quello che ci ha appena mostrato è un personaggio tipico della sua letteratura. Un uomo dedito alla vendetta, che ha subito una tragedia talmente atroce da segnarlo profondamente e spingerlo a sacrificare tutto pur di vendicarsi (del diretto colpevole della sua sofferenza o più in generale della “feccia” della società). Ci può parlare di questo aspetto delle sue opere?

La vendetta è la cosa che più tiene incollati i lettori ad una storia, un tema che piace molto sia ai lettori che a me stesso; le mystery novel che amo di più sono infatti tutte incentrate sulla vendetta.


I lettori giapponesi con che occhio vedono questi personaggi? Positivamente o negativamente?

In realtà, ultimamente faccio di tutto per guardare il meno possibile i commenti dei lettori, sto lontano da internet e tutto quanto perchè non voglio venire influenzato.


È intenzionato in futuro a provare a realizzare opere di genere o atmosfera diversa?

Effettivamente tutte le mie opere appartengono allo stesso genere, per cui scrivere un'opera appartenente a un genere diverso sarebbe sicuramente una sfida per me. Ma non è uno sfida che non voglio accogliere, ci sto seriamente pensando e sarebbe davvero interessante riuscire a creare un'opera diversa.
 

In Poison City si parla dell'aumento della censura nei manga e nelle opere di narrativa giapponese. Si tratta di un'introduzione “distopica” solo a fini narrativi oppure una cosa del genere sta realmente avvenendo nell'industria culturale giapponese?

In questo momento in Giappone, più che venir censurati e ritirati dal mercato come in Poison City, c'è una censura proprio a monte. Nel momento in cui qualcuno vuole pubblicare un'opera gli viene detto “No, di questi temi è meglio se non trattiamo direttamente,” non parte proprio. Questo non colpisce solamente i fumetti ma anche i videogiochi. Faccio l'esempio del film Stand By Me, che io amo molto, che in Giappone non viene trasmesso in televisione perchè contiene scene che non sono ritenute adatte per i bambini. Non è che tagliano la scena, non trasmettono proprio il film. Non penso che tutto questo sia giusto.
 
Locandina dell'incontro su Poison City con Tetsuya Tsutsui al Games Academy di Brescia


Ritiene che ci sia speranza di un miglioramento a questo riguardo?

La libertà assoluta dalla censura potrebbe essere un'arma a doppio taglio, perchè potrebbe significare anche, ad esempio, avere del porno davvero pesante davanti agli occhi dei bambini. A livello puramente concettuale è bello parlare di libertà totale, ma poi nella pratica effettivamente potrebbe non essere una cosa così positiva.


C'è qualche opera o autore che ha influenzato in modo particolare il suo stile grafico e/o narrativo?

Per quanto riguarda lo storytelling le mie più grandi ispirazioni sono stati il regista Kurosawa Kiyoshi, il romanziere di mystery Kishi Yusuke, il mangaka Hitoshi Iwaaki (Kiseiju); da un punto di vista stilistico invece devo molto a Fujiwara Kamui (L'emblema di Roto) e Takehiko Inoue (Slam Dunk).


In Italia (come in tutto l'Occidente) c'è un crescente numero di giovani disegnatori cresciuti con anime e manga il cui sogno sarebbe quello di realizzare fumetto in “stile manga”. C'è qualche consiglio che può dare a questi ragazzi?

Il manga è un ottimo media in cui è possibile riversare tutta la propria passione all'interno di un prodotto. Questo è un periodo fantastico per fare il mangaka perchè c'è la possibilità di caricare i propri lavori su internet e farsi conoscere dal mondo intero, anche dal Giappone. Per cui, impegnarsi tanto e lavorare con passione!


Qual è il suo manga più venduto in Giappone?

Prophecy.
 

Gli incontri pubblici

Nei giorni in cui è stato in Italia, il maestro Tsutsui ha inoltre partecipato ad alcuni incontri durante la fiera Be Comics ed un firma-copie tenutosi nella fumetteria Games Academy di Brescia. Riportiamo di seguito quanto detto dal mangaka durante questi incontri.
 
Tetsuya Tsutsui, Dario Moccia e J-POP all'incontro pubblico al Be Comics di Padova
 
  • Con le Olimpiadi a breve, gli occhi di tutto il mondo sono puntati sul Giappone, che quindi è molto preoccupato sull'immagine che può dare all'estero, in particolare per i manga. Gli autori quindi sono molto preoccupati dai contenuti dei loro manga. Lui, per esempio, in passato è stato costretto a togliere alcune espressioni troppo forti dai suoi manga, oppure marche di vestiti presenti in Prophecy. Non gli è permesso nemmeno disegnare personaggi famosi realmente esistenti, deve creare qualcosa di simile ma diverso.
  • A spingerlo a diventare un mangaka è stata la lettura di Ludwig B di Osamu Tezuka, in quanto è rimasto colpito da come Tezuka a più di 60 anni sia riuscito a trovare nuovi modi di esprimersi su carta e dalla sua abilità nel riuscire a “disegnare la musica” in modo così coinvolgente. Go Nagai col suo Devilman, invece, gli ha trasmesso tutta la passione che un mangaka può mettere nello scrivere una storia. Apprezza molto anche Monster di Naoki Urasawa.
  • Prima di iniziare a lavorare a un'opera decide tutta la storia di base e il numero di volumi che durerà, poi, settimana dopo settimana, realizza i vari capitoli seguendo fedelmente quanto deciso. Quando inizia a realizzare un'opera si rinchiude in uno Starbucks e realizza direttamente il name, senza prima stendere una sceneggiatura scritta. Questa è la fase più lunga e difficile, finita quella è tutto in discesa, tanto che può lavorare persino ascoltando la TV. Lui realizza a mano le matite e le inchiostrazioni, poi un suo assistente scannerizza le tavole e col computer applica retini e neri. Un altro suo assistente invece si occupa di realizzare gli sfondi.
  • Quando viaggia in treno si guarda spesso intorno e se trova delle facce interessanti le utilizza per creare i propri personaggi.
  • Lo preoccupa molto il calo della natalità in Giappone, che è un problema che potrebbe divenire molto grave nel futuro, e ritiene potrebbe essere un buon tema su cui costruire una storia in futuro. Altro aspetto negativo su cui riflette sono gli usi negativi di internet, come la questione dei dati personali e del cyberbullismo. In passato utilizzava molto 2ch, mentre ora non ci va per nulla anche perchè non vuole leggere commenti sui suoi manga.
  • Ritiene che i manga siano prima di tutto intrattenimento, tuttavia siano anche uno strumento molto utile tramite cui avvertire le persone su cosa succederebbe estremizzando alcuni atteggiamenti.
  • L'opera che gli ha dato maggiore soddisfazione è Duds Hunt, non solo perchè è stata la sua prima opera, in cui ha riversato tutta la sua passione di debuttante. Inoltre, l'ha realizzata esattamente come voleva lui, senza alcuna modifica; è un volume unico che contiene molto.
  • Lui non ha una pubblicazione settimanale quindi gli va bene. I mangaka che pubblicano ogni settimana lavorano quasi 24 ore al giorno, le poche volte che riescono, dormono quattro ore a notte. È una vitaccia, non riesce a capire come sia possibile... Lui invece lavora “solamente” 12 ore al giorno, quindi gli va molto bene.
  • Ha iniziato come assistente di Hajime Kazu (Luck Stealer) e Takeshi Konomi (Il principe del tennis).
  • Per quanto possa essere assurda o ambientata in un'ambientazione irreale, un'oper,a per riuscire a spiccare dalla massa, deve riuscire a trasmettere un aspetto di realismo che permetta al lettore di pensare che la storia potrebbe accadere nella vita di tutti i giorni.
  • Invidia la libertà che abbiamo noi italiani, contrapposta alla rigidità della società giapponese che invece rischia di portare all'esplosione le persone.
  • Il lavoro di ricerca è davvero una rottura di scatole. In occasione di Manhole, tuttavia, trovò una libreria sconfinata di informazioni e non potè non includere tutte le sue ricerche, così da rendere più completa l'opera. È un lavoro che odia, però, quindi difficilmente lo farà in futuro.
  • Durante una convention in Francia, ha incontrato una fan super-appassionata del personaggio di Kitajima e per questo ha deciso di far riapparire il personaggio anche in Manhole.
  • Ha iniziato a disegnare alle elementari copiando i personaggi di Kinnikuman.
 
Tetsuya Tsutsui al Games Academy di Brescia