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Il decimo film, "Detective Conan: Requiem per un Detective" ha un titolo davvero azzeccato.
Per una volta, infatti, saranno Goro, Cona, Heiji e i giovani detective a morire. Ma andiamo con ordine.

Goro, Conan e i ragazzi si recano in visita ad un famoso parco dei divertimenti in cui Goro dovrà, oltretutto, discutere con un cliente per una buona offerta di lavoro. Peccato che il riccone di turno faccia indossare a tutti uno strano orologio digitale che esploderà entro dodici ore... a meno che Goro o Conan non riescano a risolvere un misterioso caso. Peccato che nemmeno loro sappiano cosa sia, poiché sarà una vera caccia al tesoro affrontata usando i pochi indizi centellinati dal misterioso cliente. Tra rapine e omicidi avvenuti nel passato, le imprese di Ladro Kid, l’entrata in scena di tutti gli investigatori e tutti i poliziotti incontrati fin ora non avremo certo di che annoiarci.

Ma ci sono alcuni problemi. In primo luogo la gestione di questo mare di segugi viene tutto sommato ben gestita ma, probabilmente, si sarebbe potuto fare a meno di Ladro Kid e del suo rivale, il detective liceale Saguro. Poi perché la scena del luna park, in cui il pericoloso borseggiatore si fa mettere al tappeto dall’indifesa Sonoko, che manco aveva capito di trovarsi in pericolo, appare davvero troppo forzata. Ma forzatissimo è stato il finale, in cui i nostri... beh non farò spoiler.

Decisamente si sarebbero potuti tagliare gli ultimi otto, dieci minuti. Notevole, poi, la dissonanza tra i detective boys, ossessionati dall’idea di andare a tutti i costi sulle montagne russe, e Ai che affronta la possibile morte con gelido distacco. La regia, la grafica, le musiche sono ottime. Come voto avrei voluto dare di più, ma non poso andare oltre un sette e mezzo per i molti limiti