Recensione
Garakowa -Restore the World-
6.0/10
Abbiamo visto mondi nati dalla realtà virtuale in cui ci sono uomini intrappolati tipo SAO o Overlord, dove tutto è un incipit per una storia di sentimenti o combattimenti, qui assistiamo ad una storia di sentimenti e combattimenti che si graficamente è carina ma che non mi ha preso più di tanto.
Cosa succederebbe in un mondo senza esseri umani in cui tutto ciò che esiste è un programma computerizzato se anche i suoi antivirus iniziassero a provare sentimenti umani, loro che devono cancellarne traccia dall’entità centrale?
Chiaramente l’idea parte da Matrix ma i giapponesi del A – 1 Pictures decidono di narrarla da un altra prospettiva creando una storia “polpettone” in cui le protagoniste sono belle ragazzine, in cui notiamo delle forzature che forse avrebbero potuto essere gestite meglio con una decina di minuti in più... che però costano e con questo non voglio dire che sia stato fatto tutto al risparmio.
Lo studio però gestisce vari progetti in contemporanea e penso che questo sia stato meno fortunato di altri nella scelta dello staff. Si mi direte che lo sceneggiatore Fumihiko Shimo è un veterano, che lo stesso si può dire del regista Masashi Ishihama ma, io vi rispondo che, non sempre tutte le ciambelle escono col buco d’altronde quanti grandi artisti hanno fatto flop nella loro storia? E quanti sono magari ricordati per un unica opera riuscita bene che eclissa le duecento che scompaiono dalla storia?
Ecco quest’opera non è brutta ma non ha niente per cui varrà la pena fra dieci anni o magari (siamo cattivi) che vale la pena già oggi di essere vista…
Voto sei. Regia buona ma storia che parte da un assunto poco convincente per andare non troppo lontano...
Cosa succederebbe in un mondo senza esseri umani in cui tutto ciò che esiste è un programma computerizzato se anche i suoi antivirus iniziassero a provare sentimenti umani, loro che devono cancellarne traccia dall’entità centrale?
Chiaramente l’idea parte da Matrix ma i giapponesi del A – 1 Pictures decidono di narrarla da un altra prospettiva creando una storia “polpettone” in cui le protagoniste sono belle ragazzine, in cui notiamo delle forzature che forse avrebbero potuto essere gestite meglio con una decina di minuti in più... che però costano e con questo non voglio dire che sia stato fatto tutto al risparmio.
Lo studio però gestisce vari progetti in contemporanea e penso che questo sia stato meno fortunato di altri nella scelta dello staff. Si mi direte che lo sceneggiatore Fumihiko Shimo è un veterano, che lo stesso si può dire del regista Masashi Ishihama ma, io vi rispondo che, non sempre tutte le ciambelle escono col buco d’altronde quanti grandi artisti hanno fatto flop nella loro storia? E quanti sono magari ricordati per un unica opera riuscita bene che eclissa le duecento che scompaiono dalla storia?
Ecco quest’opera non è brutta ma non ha niente per cui varrà la pena fra dieci anni o magari (siamo cattivi) che vale la pena già oggi di essere vista…
Voto sei. Regia buona ma storia che parte da un assunto poco convincente per andare non troppo lontano...