logo AnimeClick.it


    -

    E con questo film credo possiamo dire che la storia dei Given sia finita!
    Al centro ci sono loro: il timido Mafuyu Sato e il taciturno Ritsuka Uenoyama.
    Certo si potrebbe dire il sensibile e il normale. Ma in realtà la sensibilità e di entrambi.
    Mafuyu è in una fase di rifiuto della musica e Ueno invece collabora con dei professionisti.
    Non hanno più molto tempo l’uno per l’altro e il problema è sempre Mafuyu il quale ha bisogno di tempo per de1 [ continua a leggere]

    8.0/10
    -

    Una ventina di stagioni, più di mille e cento episodi, e la voglia di non finire...
    Voi direte, “Siamo a un punto di stanca”, e invece continua sempre con trovate molto ben congegnate e una trama che in molti casi si muove pochissimo da un episodio a un altro, facendo sembrare le ultime saghe lunghissime.

    Ma mi piace ancora? Sì, da quando mi sono abbonato a Crunchyroll ho visto una ventina di episodi a settimana, ma per non annoiarmi tagliavo1 [ continua a leggere]

    8.5/10
    -

    Io non sono interessato allo sport al di fuori di film, manga e anime.
    Dunque in teoria non avrei dovuto storcere il naso all’incipit di questo cartone animato: siamo nel 2018, il Giappone ha perso ai Mondiali e decide di far partire un progetto per creare un super attaccante che giochi egoisticamente “divorando” o “ammazzando” (sono termini usati nella serie) gli altri giocatori e trionfando. All’inizio mi sono chiesto: come può un "one man sho1 [ continua a leggere]

    9.0/10
    -

    A volte sono influenzato da quello che dicono i miei amici, quando mi consigliano un anime, a volte ammetto di dare loro torto, ma non in questo caso. Il mio voto è nove per i venticinque episodi che ho visto, con un giudizio che sul finale cala un po’... perché?

    Allora, l’idea di fondo è buona: in un mondo in cui si scoprono gli hunter, cacciatori che frequentano i dungeon che compaiono spontaneamente e che, se non chiusi, possono provocare gr1 [ continua a leggere]
    -

    Guardando i titoli di coda c’è un solo nome che mi è noto: Taku Kishimoto.
    Perché?
    Fattosi le ossa su "One Piece", di questo sceneggiatore e responsabile delle series composition ho visto tante opere a cui a lavorato: "I racconti di Terramare" dello studio Ghibli (uno dei miei lungometraggi preferiti), "91 Days", "Woodpecker detective’s office", "Don’t toy with me, Miss Nagatoro", "Ranking of Kings", "Il re dei Cervi" e queste sono solo le opere1 [ continua a leggere]
    -

    Rakuro Hizutome è un giovane appassionato di giochi, in realtà quello che a lui interessa sono i giochi “brutti”, giochi pieni di bug, difficili da portare a termine e schifati dai più. Un giorno decide di provare il gioco del momento, il multiplayer più amato e seguito al mondo: si tratta di “Shangri-La Frontier”, che dà il titolo alla serie.

    La serie è abbastanza interessante, e ci troviamo di fronte a un mondo con mostri, samurai robot e tan1 [ continua a leggere]
    -

    Gli do cinque in quanto la maggior parte dei personaggi di questa serie mi sono o indifferenti o antipatici: come potrei quindi dare un voto positivo a questa serie?

    Sì, mi danno sui nervi dal protagonista che si finge cattivo perché tutti ce l’hanno con lui, a Raphtalia che si è innamorata del suo salvatore e non vuole rinunciare al sigillo di schiava, a Filo che, oltre ad avere una voce che mi dà sui nervi, è chiaramente lì per fare la parte1 [ continua a leggere]

    9.0/10
    -

    Di tutto si occupa Madhouse, riuscendo a rendere più credibile la storia scritta da Riichiro Inagaki.
    Ho già recensito i primi tre volumi del manga, arrivando alla conclusione che il character design nel fumetto (opera del grande Ryoichi Ikegami) non mi convinceva del tutto, in quanto appunto fan del mangaka che se ne occupava. Kei Tsuchiya lo copia apertamente.

    Devo dire che la serie mi ha intrattenuto e divertito: da bambino avevo il pallino1 [ continua a leggere]
    -

    È il secondo film europeo di animazione uscito nel 1949 (lo stesso anno de “I fratelli Dinamite” di Nino Pagot); il film è prodotto e diretto da Anton Gino Domenighini, il quale, vedendo il film “Biancaneve e i sette nani” di Walt Disney, decise che in Italia esistevano abbastanza professionalità per produrre qualcosa di simile, e chiese i fondi al Ministero della Cultura popolare.
    Parte del girato fu distrutto però nella Seconda Guerra Mondiale1 [ continua a leggere]

    7.0/10
    -

    Interessato ad ampliare le mie conoscenze e i miei gusti in fatto di animazione, saltuariamente vedo prodotti come quelli coreani (“Tower of God”) o cinesi (“Link Click”), però ammetto che la prima scelta non è mia ma di Crunchyroll: cosa significa? Che io, non avendo modo di conoscere i prodotti con largo anticipo grazie al flusso continuo di informazioni di AnimeClick.it, mi limito a scegliere a caso. E il caso mi ha portato a scegliere due se1 [ continua a leggere]
    -

    Avete visto “Sliding Doors”? L’idea di base è la stessa: universi paralleli.

    Cosa succederebbe se ad un certo punto della tua vita mangi un takoyaki al posto di un onigiri?
    Uno potrebbe dire “Niente”, ma sappiamo per intuizione che questo è falso: ad ogni decisione che prendiamo, il futuro cambia, e qui si innesta l’idea dell’autrice del romanzo da cui è tratta quest’opera (“Yomoji Otono”), la quale sostiene che ad ogni nostra scelta la realtà1 [ continua a leggere]

    7.0/10
    -

    Dell’ “Aija-do” avevo visto qualche anno fa “Kemono Jigen”, ma molte delle loro ultime serie credo siano su Crunchyroll come questa, uscita nell’inverno del 2023, tratta da un’idea di Gen Urobuchi, lo sceneggiatore di una delle opere che più mi ha colpito in passato: sto dicendo il bellissimo “Psycho-Pass”.
    Questo sceneggiatore ha creato il soggetto originale o la storia di serie famosissime come “Puella Magi Madoka Magika”, “Fate/Zero” o “Bubbl1 [ continua a leggere]