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Lasciata l’Italia, si torna in Francia, Paese natale del clan Lupin. Che finalmente si possa scoprire le origini del nostro eroe? Chissà.

I primi episodi si rivelano al cardiopalma, con colpi incredibili e, soprattutto, con la liberazione dalla prigione di una giovane hacker, un’affascinante adolescente dai capelli rossi e dagli occhi bellissimi. Poi avremo l’ingresso a gamba tesa dei social, che renderanno Lupin un ricercato globale, realizzando uno dei temi fondamentali di questa saga, ovvero la denuncia dei social network e del loro ruolo nelle nostre vite. Avremo poi la dura lotta con un vecchio amico rivale del giovane Lupin e un tentativo di rivoluzione in una Nazione asiatica.
Decisamente, gli archi narrativi saranno gestiti magnificamente, in maniera ancora migliore di quanto avvenuto con “L’avventura italiana”. I filler saranno pochi e anche il tanto criticato “Lupin e la cassaforte geniale” è a mio avviso un buon episodio, poiché mostra la differenza abissale tra il livello demenziale della seconda stagione e il livello altissimo cui siamo giunti. Trovo che “Ritorno alle origini” non sarà tanto la scoperta della famiglia Lupin ma, piuttosto, il ritorno alla base della sua carriera di ladro, sia nel passato con l’incontro con il suo vecchio compare sia nel presente con il nuovo mondo dei social network.

La grafica è ottima, i fondali ottimi e le sigle davvero belle. Onore, poi, a Zenigata, che continua ad essere un poliziotto di tutto rispetto. Per cui, dato tutto, un nove lo si può dare tranquillamente.
Lupin è come il buon vino, invecchia e migliora. Già con il quarto capitolo si era avuto un notevole miglioramento, ma ora siamo davvero all’apogeo.