To Every You I've Loved Before
<Attenzione contiene spoiler>
Introduzione e sinossi
La questione delle scelte, un'argomento complesso e vasto. Quante scelte siamo tenuti a fare nel corso della nostra vita? Riguardo cosa dobbiamo farle, come, perché, a quale scopo e/o a quale fine? Ma soprattutto abbiamo o avremo mai la possibilità di cambiare le nostre scelte nel corso del tempo e cambiare ciò che è stato? Sono tante le domande che ci poniamo e nel mentre non capiamo se abbiamo fatto le scelte giuste e/o sbagliate; occorre trascorrere molto tempo su di esse e affrontarne le conseguenze e gli svolgimenti e rivolgimenti che ne scaturiscono.
E' quello che succede a Takasaki Koyomi, un ragazzo intelligente e solitario che non ha amici. La sua vita sembra quindi destinata ad essere triste e solitaria. Ma come dice il proverbio latino "Homo faber fortunae suae" e Koyomi sta per affrontare un viaggio fuori e dentro di sé che lo porterà a compiere determinate scelte, le quali lo segneranno per il resto della sua vita. Il nostro Koyomi si trova quindi a dover fare delle scelte che segneranno il suo destino e a comprenderle per capire e dare un senso alla sua vita.
Passato
Takasaki Koyomi è un bambino di otto anni che fatica a capire che cosa desidera per sé nella vita, nonostante sia un ragazzo intelligente e abbastanza diligente per quanto concerne lo studio. Il nostro ragazzo vive una situazione familiare abbastanza strana, i suoi genitori sono divorziati ed è diviso tra i due e i nonni. Ne consegue che il ragazzo si crea quindi degli scenari ipotetici e alternativi dove si comporta in maniera diversa a seconda di chi si trova davanti e di conseguenza interloquisce diversamente ora con uno ora con l'altro. Una sera Koyomi si scusa con il nonno per il fatto di aver litigato e questi gli fa una domanda e poi gli spiega che è normale fare degli sbagli, ma lo redarguisce sul fatto che molto spesso le persone decidono di assecondare i propri capricci per poi pentirsene e cercare di rimediare quando ormai è troppo tardi. Infine gli spiega che la vita è comunque piena di possibilità e che tutte vanno contemplate e vissute per non avere rimpianti. Il nostro Koyomi fatica a capire il significato di queste parole. A peggiorare la situazione ci si mette il fatto che in seguito il nonno viene a mancare.
Presente
Con il passare del tempo il nostro protagonista precipita in una spirale dalla quale fatica a uscire, visto che non è mai riuscito a farsi molti amici nella vita e sembra che al liceo la situazione non vada meglio. Questo fino a quando non avviene l'incontro fatidico che gli cambierà la vita per sempre. Infatti, sembra che una certa Takigawa abbia sviluppato un certo interesse per il nostro amico, ma decide di metterlo alla prova per vedere se è degno della sua attenzione. Lo invita più volte a un karaoke e i due parlano di paradossi e mondi paralleli. La conoscenza dell'argomento da parte della ragazza spiazza il nostro amico, il quale tuttavia non si dà per vinto e cerca di fare del suo meglio per dimostrare di essere all'altezza della situazione. Ha così inizio una relazione che è in realtà una non-relazione, nella quale i due competono tra di loro e in questa competizione trovano la chiave della loro sincronizzazione ed unione, dalla quale poi in seguito scaturisce un matrimonio con un figlio ed anche una collaborazione professionale a tempo pieno. Quindi sembra che tutto si stia svolgendo al meglio.
Futuro
Eppure sappiamo che la vita sa essere imprevedibile. Infatti a seguito di un'aggressione per mano di un maniaco nella quale il loro figlio rimane ucciso (forse era un sogno?! Chi lo sa?), Kazune sviluppa un'ansia ed un'angoscia che non le permette di affrontare la vita con la solita serenità, sicurezza e fiducia in sé stessa. Spetta quindi a Koyomi, come marito e padre di famiglia, prendere in mano la situazione e fare di tutto per sistemare la questione. Decide di consultare suo padre e scopre che Kazune ha effettuato uno spostamento temporale molto forte e questo rischia di farle perdere sia Koyomi che Ryo, il loro figlio. Koyomi si mette sulle loro tracce e scopre che i due non sono sua moglie e suo figlio; quindi è avvenuto uno spostamento eccessivo. In seguito, Kazune si fa ibernare per recuperare i ricordi originali per impedire che l'aggressione e quindi la morte di Ryo, abbiano luogo.
Linee temporali alternative e linea temporale originale
Ritorniamo alla scena originale, dove troviamo un Koyomi ed una Kazune invecchiati, dopo tanti anni di matrimonio, i quali sono ormai diventati nonni a loro volta. Koyomi esce a fare una passeggiata e vede una ragazza all'incrocio. Da quest'incontro scaturiscono dei ricordi e si apre un'altro scenario alternativo nella quale la Kazune del mondo parallello racconta alla Kazune di quello originale, di come lei abbia aiutato Koyomi a salvare questa ragazza morta nell'incidente (Shiori) e di come lui alla fine abbia dovuto rassegnarsi all'ineluttabilità della morte. Successivamente si torna nel mondo originale (il punto zero) e ritroviamo il nostro Koyomi che è sempre intento a fare una passeggiata, ma il quale sta per avere un malore. Fortunatamente, viene salvato da una signora anziana come lui, la quale ha un'aspetto molto familiare; la signora però non si presenta, ma riferisce a Koyomi che dovrebbe ormai riconoscerla e detto questo, si congeda da lui. Alla fine Koyomi torna a casa e si diverte con la moglie e la nipote.
Grafica, personaggi e dialoghi
La grafica è curata piuttosto bene ed ogni inquadratura e/o primo piano è stato ben studiato o per catturare l'essenza del momento e dell'attimo. Questo lo si evince dai disegni, i quali sono essenziali, senza troppi fronzoli e/o pretese. Anche gli effetti speciali sono molto semplici e riflettono lo stato mentale, emotivo e sentimentale dei personaggi. Questi dimostrano infatti di avere già le idee chiare e di sapere cosa desiderano dalla vita; solo Koyomi non sa inizialmente cosa desidera, ma in seguito lo capirà e cambierà anche atteggiamento e personalità, riuscendo a dimostrare di saper prendere delle decisioni e di essere risoluto nel rispettarle. Il nonno è una persona abbastanza austera, ma a dispetto di ciò sa essere un'ottimo consigliere e quindi sa redarguire Koyomi. La madre e il padre dimostrano di essere assenti, ma non significa che lo trascurino. Poi abbiamo Kazune, la quale è una ragazza determinata, intelligente e sicura di sé oltre che competitiva e si aspetta che i suoi interlocutori non siano da meno. In seguito abbiamo uno sviluppo dei due protagonisti, i cui ruoli si invertono in un certo senso, pur rimanendo tracce del loro comportamento. Infine abbiamo i dialoghi i quali ben rendono lo spessore psicologico dei personaggi stessi. Specialmente quelli del nonno e di Kazune accendono in Koyomi il desiderio di cambiare la propria vita e di migliorarla e sortiscono il loro impatto.
Colonna sonora
La colonna sonora è molto variegata: abbiamo sonorità più drammatiche per le scene più dure, cupe e tragiche; in seguito abbiamo anche sonorità più euforiche e giovali che descrivono invece scene come quel del matrimonio. Successivamente ci sono poi delle sonorità più delicate che servono a descrivere le fasi più complicate del matrimonio tra Koyomi e Kazune, oltre a quelle un po' dal sapore di mistero e per descrivere le vite alternative dei loro alter-ego nei mondi parallelli. Infine la sigla di chiusura ci ricorda di gioire e godere della vita e della felicità che essa porta in noi. Di conseguenza, possiamo affermare che la colonna sonora è anche ben impostata perché descrive gli stati emotivi, sentimentali e mentali dei personaggi in coerenza con la loro alternanza nelle scene.
Messaggi ed insegnamenti
Data la complessità narrativa della vicenda, si può dichiarare che questa presenta numerosi temi trattati. Il primo tema/insegnamento riguarda la coscienza e la consapevolezza di sé: il nostro protagonista, all'inizio, non ha un'idea chiara di chi è e/o cosa vuole dalla vita e cerca di esplorare le possibilità che questa offre; proprio le possibilità sono la seconda tematica affrontata. A seguito della spiegazione del nonno il protagonista prova a capire e ad esplorare le possibilità che la vita offre, ma insieme ad esse comincia a comprendere anche le scelte, le decisioni e quindi le responsabilità e le conseguenze che che le possibilità comportano e questo il secondo insegnamento. Grazie poi a Kazune capisce anche le rinunce e i sacrifici che tutto ciò implica e questa è la terza tematica nonché terzo insegnamento, ovvero il fatto che bisogna sapersi dedicare anima, corpo, mente e spirito se si vuole ottenere qualcosa; il nostro protagonista, sempre insieme alla moglie, contempla altre nuovamente altre possibilità, memore del discorso fattogli dal nonno in tenera età e quindi si ricorda che se per certe prospettive è ormai troppo tardi, (Shiori non può più essere riportata in vita) per altre c'è sempre tempo; tutto sta nel saper darsi tempo per capire le prospettive e le possibilità e questo può essere considerato il quarto. insegnamento/tematica. Infine Koyomi capisce anche l'importanza di sapersi godere la vita senza rimpianti.
Giudizio finale
Un capolavoro di semplicità in salsa agro-dolce che ci fa fare esperienza di gioie e dolori di quel concetti complicati che sono la vita e la morte.
Introduzione e sinossi
La questione delle scelte, un'argomento complesso e vasto. Quante scelte siamo tenuti a fare nel corso della nostra vita? Riguardo cosa dobbiamo farle, come, perché, a quale scopo e/o a quale fine? Ma soprattutto abbiamo o avremo mai la possibilità di cambiare le nostre scelte nel corso del tempo e cambiare ciò che è stato? Sono tante le domande che ci poniamo e nel mentre non capiamo se abbiamo fatto le scelte giuste e/o sbagliate; occorre trascorrere molto tempo su di esse e affrontarne le conseguenze e gli svolgimenti e rivolgimenti che ne scaturiscono.
E' quello che succede a Takasaki Koyomi, un ragazzo intelligente e solitario che non ha amici. La sua vita sembra quindi destinata ad essere triste e solitaria. Ma come dice il proverbio latino "Homo faber fortunae suae" e Koyomi sta per affrontare un viaggio fuori e dentro di sé che lo porterà a compiere determinate scelte, le quali lo segneranno per il resto della sua vita. Il nostro Koyomi si trova quindi a dover fare delle scelte che segneranno il suo destino e a comprenderle per capire e dare un senso alla sua vita.
Passato
Takasaki Koyomi è un bambino di otto anni che fatica a capire che cosa desidera per sé nella vita, nonostante sia un ragazzo intelligente e abbastanza diligente per quanto concerne lo studio. Il nostro ragazzo vive una situazione familiare abbastanza strana, i suoi genitori sono divorziati ed è diviso tra i due e i nonni. Ne consegue che il ragazzo si crea quindi degli scenari ipotetici e alternativi dove si comporta in maniera diversa a seconda di chi si trova davanti e di conseguenza interloquisce diversamente ora con uno ora con l'altro. Una sera Koyomi si scusa con il nonno per il fatto di aver litigato e questi gli fa una domanda e poi gli spiega che è normale fare degli sbagli, ma lo redarguisce sul fatto che molto spesso le persone decidono di assecondare i propri capricci per poi pentirsene e cercare di rimediare quando ormai è troppo tardi. Infine gli spiega che la vita è comunque piena di possibilità e che tutte vanno contemplate e vissute per non avere rimpianti. Il nostro Koyomi fatica a capire il significato di queste parole. A peggiorare la situazione ci si mette il fatto che in seguito il nonno viene a mancare.
Presente
Con il passare del tempo il nostro protagonista precipita in una spirale dalla quale fatica a uscire, visto che non è mai riuscito a farsi molti amici nella vita e sembra che al liceo la situazione non vada meglio. Questo fino a quando non avviene l'incontro fatidico che gli cambierà la vita per sempre. Infatti, sembra che una certa Takigawa abbia sviluppato un certo interesse per il nostro amico, ma decide di metterlo alla prova per vedere se è degno della sua attenzione. Lo invita più volte a un karaoke e i due parlano di paradossi e mondi paralleli. La conoscenza dell'argomento da parte della ragazza spiazza il nostro amico, il quale tuttavia non si dà per vinto e cerca di fare del suo meglio per dimostrare di essere all'altezza della situazione. Ha così inizio una relazione che è in realtà una non-relazione, nella quale i due competono tra di loro e in questa competizione trovano la chiave della loro sincronizzazione ed unione, dalla quale poi in seguito scaturisce un matrimonio con un figlio ed anche una collaborazione professionale a tempo pieno. Quindi sembra che tutto si stia svolgendo al meglio.
Futuro
Eppure sappiamo che la vita sa essere imprevedibile. Infatti a seguito di un'aggressione per mano di un maniaco nella quale il loro figlio rimane ucciso (forse era un sogno?! Chi lo sa?), Kazune sviluppa un'ansia ed un'angoscia che non le permette di affrontare la vita con la solita serenità, sicurezza e fiducia in sé stessa. Spetta quindi a Koyomi, come marito e padre di famiglia, prendere in mano la situazione e fare di tutto per sistemare la questione. Decide di consultare suo padre e scopre che Kazune ha effettuato uno spostamento temporale molto forte e questo rischia di farle perdere sia Koyomi che Ryo, il loro figlio. Koyomi si mette sulle loro tracce e scopre che i due non sono sua moglie e suo figlio; quindi è avvenuto uno spostamento eccessivo. In seguito, Kazune si fa ibernare per recuperare i ricordi originali per impedire che l'aggressione e quindi la morte di Ryo, abbiano luogo.
Linee temporali alternative e linea temporale originale
Ritorniamo alla scena originale, dove troviamo un Koyomi ed una Kazune invecchiati, dopo tanti anni di matrimonio, i quali sono ormai diventati nonni a loro volta. Koyomi esce a fare una passeggiata e vede una ragazza all'incrocio. Da quest'incontro scaturiscono dei ricordi e si apre un'altro scenario alternativo nella quale la Kazune del mondo parallello racconta alla Kazune di quello originale, di come lei abbia aiutato Koyomi a salvare questa ragazza morta nell'incidente (Shiori) e di come lui alla fine abbia dovuto rassegnarsi all'ineluttabilità della morte. Successivamente si torna nel mondo originale (il punto zero) e ritroviamo il nostro Koyomi che è sempre intento a fare una passeggiata, ma il quale sta per avere un malore. Fortunatamente, viene salvato da una signora anziana come lui, la quale ha un'aspetto molto familiare; la signora però non si presenta, ma riferisce a Koyomi che dovrebbe ormai riconoscerla e detto questo, si congeda da lui. Alla fine Koyomi torna a casa e si diverte con la moglie e la nipote.
Grafica, personaggi e dialoghi
La grafica è curata piuttosto bene ed ogni inquadratura e/o primo piano è stato ben studiato o per catturare l'essenza del momento e dell'attimo. Questo lo si evince dai disegni, i quali sono essenziali, senza troppi fronzoli e/o pretese. Anche gli effetti speciali sono molto semplici e riflettono lo stato mentale, emotivo e sentimentale dei personaggi. Questi dimostrano infatti di avere già le idee chiare e di sapere cosa desiderano dalla vita; solo Koyomi non sa inizialmente cosa desidera, ma in seguito lo capirà e cambierà anche atteggiamento e personalità, riuscendo a dimostrare di saper prendere delle decisioni e di essere risoluto nel rispettarle. Il nonno è una persona abbastanza austera, ma a dispetto di ciò sa essere un'ottimo consigliere e quindi sa redarguire Koyomi. La madre e il padre dimostrano di essere assenti, ma non significa che lo trascurino. Poi abbiamo Kazune, la quale è una ragazza determinata, intelligente e sicura di sé oltre che competitiva e si aspetta che i suoi interlocutori non siano da meno. In seguito abbiamo uno sviluppo dei due protagonisti, i cui ruoli si invertono in un certo senso, pur rimanendo tracce del loro comportamento. Infine abbiamo i dialoghi i quali ben rendono lo spessore psicologico dei personaggi stessi. Specialmente quelli del nonno e di Kazune accendono in Koyomi il desiderio di cambiare la propria vita e di migliorarla e sortiscono il loro impatto.
Colonna sonora
La colonna sonora è molto variegata: abbiamo sonorità più drammatiche per le scene più dure, cupe e tragiche; in seguito abbiamo anche sonorità più euforiche e giovali che descrivono invece scene come quel del matrimonio. Successivamente ci sono poi delle sonorità più delicate che servono a descrivere le fasi più complicate del matrimonio tra Koyomi e Kazune, oltre a quelle un po' dal sapore di mistero e per descrivere le vite alternative dei loro alter-ego nei mondi parallelli. Infine la sigla di chiusura ci ricorda di gioire e godere della vita e della felicità che essa porta in noi. Di conseguenza, possiamo affermare che la colonna sonora è anche ben impostata perché descrive gli stati emotivi, sentimentali e mentali dei personaggi in coerenza con la loro alternanza nelle scene.
Messaggi ed insegnamenti
Data la complessità narrativa della vicenda, si può dichiarare che questa presenta numerosi temi trattati. Il primo tema/insegnamento riguarda la coscienza e la consapevolezza di sé: il nostro protagonista, all'inizio, non ha un'idea chiara di chi è e/o cosa vuole dalla vita e cerca di esplorare le possibilità che questa offre; proprio le possibilità sono la seconda tematica affrontata. A seguito della spiegazione del nonno il protagonista prova a capire e ad esplorare le possibilità che la vita offre, ma insieme ad esse comincia a comprendere anche le scelte, le decisioni e quindi le responsabilità e le conseguenze che che le possibilità comportano e questo il secondo insegnamento. Grazie poi a Kazune capisce anche le rinunce e i sacrifici che tutto ciò implica e questa è la terza tematica nonché terzo insegnamento, ovvero il fatto che bisogna sapersi dedicare anima, corpo, mente e spirito se si vuole ottenere qualcosa; il nostro protagonista, sempre insieme alla moglie, contempla altre nuovamente altre possibilità, memore del discorso fattogli dal nonno in tenera età e quindi si ricorda che se per certe prospettive è ormai troppo tardi, (Shiori non può più essere riportata in vita) per altre c'è sempre tempo; tutto sta nel saper darsi tempo per capire le prospettive e le possibilità e questo può essere considerato il quarto. insegnamento/tematica. Infine Koyomi capisce anche l'importanza di sapersi godere la vita senza rimpianti.
Giudizio finale
Un capolavoro di semplicità in salsa agro-dolce che ci fa fare esperienza di gioie e dolori di quel concetti complicati che sono la vita e la morte.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Dopo aver visionato “To every you, I've loved before” e “To me, the one who loved you” film di animazione usciti nell’autunno 2022, ho dovuto aggiungere nel mio vocabolario il nuovo termine “Dilogia”.
Conoscevo “trilogia”, “tetralogia”, ma inizialmente credevo che il termine corretto fosse “duologia”…
Dal vocabolario Treccani on Line:
“dilogìa s. f. [comp. di di-2 e -logia, sul modello di trilogia, tetralogia; il lat. dilogĭa e il gr. διλογία significavano «ripetizione d’una stessa parola», o «ambiguità»]. – Coppia di opere (drammatiche, poetiche, narrative, musicali, o anche figurative) di uno stesso autore, che svolgono uno stesso tema o possono comunque costituire una unità”.
Ecco, sia “To every you, I've loved before” sia “To me, the one who loved you” sono due opere di animazione che devono essere viste entrambe per capire meglio la trama e il suo significato e si potrebbe sostenere che non importa l’ordine di visualizzazione che è indifferente.
Personalmente suggerirei la visione di “To me” prima di quella di “To every you”, perché il primo è un po’ più chiaro sui concetti di base della storia, ossia la teoria dei mondi paralleli. Si tratta di due film tratta dalle novel di Yomoji Otono pubblicate nel 2016 “Kimi o Aishita Hitori no Boku e” (“To The Solitary Me That Loved You”) e “Boku ga Aishita Subete no Kimi e” (“To Every You I've Loved Before”).
Possiamo sostenere che si tratti di film di pura fantascienza? Risponderei sì e no: contiene delle spiegazioni sulle teorie dei mondi paralleli, inserisce nella storia anche un macchinario che consente di trasferire la coscienza di una persona nel suo omologo di un’altra dimensione e quando rappresenta il futuro, ci sono alcuni aspetti che di certo non sono comuni al nostro presente (smartwatch che proiettano le informazioni sul palmo della mano in modo capacitivo, attraversamenti pedonali con barriere virtuali) ma non abbiamo macchine volanti (al massimo a guida autonoma)… Insomma un futuro molto simile alla nostra realtà con delle evoluzioni piuttosto realistiche e non eccessivamente dirompenti…
L’anime mi ha ricordato un po’ “Noein”, ma di questo non ha la forte componente fantasy. Di sicuro, hanno in comune la teoria MWI (Many World Interpretation) o del Multiverso da cui sembrano prendere vari spunti: una teoria della meccanica quantistica, che sostiene che ci sono molti mondi che esistono in parallelo nello stesso spazio e tempo di cui siamo a conoscenza.
Se in "Steins:Gate" c'era più l'approccio al classico viaggio nel tempo e alle conseguenze delle modifiche agli accadimenti di una determinata linea temporale (ad es.: impedire la morte di qualcuno), creando di fatto un nuovo futuro, in "To every you" e “To me” (come in “Noein”) si sostiene che esistono un'infinità di universi più o meno paralleli in cui la stessa realtà spaziale può avere diversi decorsi temporali e quindi più scenari con diversi esiti.
Recensire due film d'animazione contemporaneamente con la trama quasi coincidente e sovrapponibile è un po' anticonvenzionale: in comune hanno l'idea che ogni decisione individuale che le persone prendono finisca per creare diverse realtà separate e parallele che ruotano attorno allo stesso personaggio.
In queste opere, l’evento è la decisione dei genitori di Koyomi di separarsi: in un filone del multiverso Koyomi andrà a convivere con la madre (“To every you”), nell’altro con il padre ("To me”).
In una dimensione (“To every you”) Koyomi da studente delle superiori incontra Kazune: l’incontro sa di déjà vu in quanto lei gli rivela che in un altro universo ama Koyomi e sono una coppia di amanti (quello di “To me”). Tuttavia, in questo scenario Koyomi e Kazune si sposano e vivranno fino alla vecchiaia, momento in cui succederà qualcosa che intreccerà definitivamente le trame dei 2 film.
Nell'altra (“To me”) Koyomi incontra Shiori Sato al centro di ricerca dove i loro genitori (il padre di lui e la madre di lei) lavorano, si frequenta e alla fine si innamorano, come i loro genitori, che alla fine decidono di sposarsi. Koyomi e Shiori, avendo accesso alla macchina sperimentale per poter spostare le loro coscienze tra i vari universi paralleli, per evitare di diventare fratellastri, decidono di scappare in un universo parallelo dove i loro genitori non si sposano. A quanto sembra, nella loro dimensione viaggiare tra i vari universi sembra comune, ma, purtroppo, si verificherà un evento che causerà la “morte” di Shiori. Cerco di non spoilerare troppo i contenuti: la storia è in sostanza una sola vista da due punti di vista di “universo” diversi. Un progetto ambizioso e diverso con idee interessanti e intelligenti in fase di esecuzione obbligano lo spettatore a restare concentrato e attendo anche ai minimi particolari. L’ambizione è quella che i due film animati possano essere visti in entrambi gli ordini: come ho anticipato in precedenza, ho visto per la prima volta “To every you” e poi “To me”. Non posso essere certo, ma “To me” è un po’ più lineare e chiaro rispetto a “To every you” (forse avendo già visto “To every you”, mi è sembrato chiaro “To me”); tuttavia, potendo consigliare ex post, consiglio prima la visione di quello che ho visto come secondo.
La particolarità dei due anime è che le loro trame, per la maggior parte, raccontano storie piuttosto distinte, sebbene molto intrecciate. E più che incentrarsi sulla fantascienza pura si basano su storie d'amore incentrate sul protagonista principale Koyomi e su come il percorso della sua vita cambia in modo fondamentale in base a un'unica scelta che fa da bambino: con chi vivere una volta che i suoi genitori si separano. Ciò che cambia non è il suo percorso di carriera da adulto e le persone con cui interagisce, ma il modo in cui tutto si svolge che porterà Koyomi a vivere due vite molto diverse.
Essendo “To Every You” il primo film della dilogia visionato, ammetto che ho fatto un po’ fatica. L’incipit, pur essendo come un classico slice of life, alterna senza troppi avvisi i mondi paralleli e i relativi salti da un mondo all'altro senza spiegare molto, almeno fino a quando non appare Kuzume dalla dimensione no. 85.
Il tutto ruota inizialmente intorno a Koyomi e viene dedicato a lui molto spazio: dalla scelta di vivere con la madre, alla sua timidezza e riservatezza. Ma si può apprezzare anche la sua crescita ed evoluzione in positivo in cui si apre alle altre persone, inclusa Kuzume che diventerà la sua futura fidanzata e moglie. Questa parte è molto tenera e avvincente nella sua semplicità espositiva, fatta di sguardi, situazioni, dialoghi che alternano momenti di fantascienza ad altri molto sentimentali. In questo mondo la tecnologia per eseguire i salti dimensionali non è ancora allo stesso grado di sviluppo del film gemello ma si vede come Kuzume cambi atteggiamento quando è la “versione” proveniente dall’altra dimensione…
Divertente, con molte riflessioni che invece suscita a riguardo di come le nostre vite possano essere molto diverse sulla base di piccole scelte individuali. Il decesso dell’amato nonno materno di Koyomi in una dimensione e del cane nell’altra, suscitano in Koyomi molte sensazioni contrastanti su dove sia meglio vivere… In fondo ci si potrebbe domandare se si sia disposti ad andare a vivere in un altro mondo se ciò significasse che potresti sperimentare qualcosa di nuovo o vedere o vivere con qualcuno che nella dimensione di partenza non sia più vivo?
In “To every you”, l'introduzione di mondi paralleli e il passaggio dall'uno all'altro non è spiegato in modo relativamente semplice e facile da digerire. Ci sono molte scene comuni ad entrambi i film in cui i personaggi vivono i due scenari alternandoli in modo improvviso… e il dramma di Shiori è sempre presente. La vita tra Koyomi e Kuzume sembra più lineare: si piacciono, si amano, si sposano, hanno un figlio che poi si sposa e dona a loro anche un nipote e alla fine si ritrovano anziani con Koyomi che sembra affetto da una malattia che a breve lo porterà via…
Il finale è molto nipponico e animista e diventa anche il finale logico di quanto visto in “To me”. In questo caso né Koyomi, né Kuzume sembrano consapevoli di ciò che le loro reciproche versioni stanno facendo nell’altra dimensione, ma ne beneficiano dei risultati… Poetico e sensibile, dimostra come l’amore sia senza tempo e possa superare anche i paradossi dimensionali…
In generale, “To every you”, ma anche il suo gemello “To me”, sono molto delicati nel trattare le normali “cose della vita” in una specie di slice of life fantascientifico, con un approccio molto poco action e molto più contemplativo, nel classico stile orientale della realizzazione degli obiettivi, della sofferenza e del sacrificio, del destino e del modo per cambiarlo o influenzarlo.
Di contro, la scelta narrativa di sviluppare due opere “parallele” può risultare indigesto e complesso. I salti dimensionali non sempre risultano chiari e il rischio di cadere in confusione non è raro… in più, alcune spiegazioni “scientifiche” delle teorie poste alla base dei multiversi non sono facilmente intuibili e lasciano anche un po’ interdetti.
A livello grafico e di animazioni, l’anime non mi è sembrato proprio il massimo, considerato che si tratta di un prodotto recentissimo. Chara desing un po’ standard (se non minimal) animazioni non sempre fluide, sfondi non dettagliati.
Resta tuttavia un prodotto coraggioso e originale che non si concentra sulla spiegazione del perché degli universi paralleli ma piuttosto sulle conseguenze relative alla vita di tutti i giorni e sulle dinamiche degli accadimenti ai personaggi coinvolti. Un po’ come “Sliding doors” fa riflettere sulle scelte che si operano nella esistenza senza rimpianti o rimorsi… come se la vita fosse un valore universale che, al di fuori del tempo e dello spazio, vive la sua eterna esistenza circolare.
Dopo aver visionato “To every you, I've loved before” e “To me, the one who loved you” film di animazione usciti nell’autunno 2022, ho dovuto aggiungere nel mio vocabolario il nuovo termine “Dilogia”.
Conoscevo “trilogia”, “tetralogia”, ma inizialmente credevo che il termine corretto fosse “duologia”…
Dal vocabolario Treccani on Line:
“dilogìa s. f. [comp. di di-2 e -logia, sul modello di trilogia, tetralogia; il lat. dilogĭa e il gr. διλογία significavano «ripetizione d’una stessa parola», o «ambiguità»]. – Coppia di opere (drammatiche, poetiche, narrative, musicali, o anche figurative) di uno stesso autore, che svolgono uno stesso tema o possono comunque costituire una unità”.
Ecco, sia “To every you, I've loved before” sia “To me, the one who loved you” sono due opere di animazione che devono essere viste entrambe per capire meglio la trama e il suo significato e si potrebbe sostenere che non importa l’ordine di visualizzazione che è indifferente.
Personalmente suggerirei la visione di “To me” prima di quella di “To every you”, perché il primo è un po’ più chiaro sui concetti di base della storia, ossia la teoria dei mondi paralleli. Si tratta di due film tratta dalle novel di Yomoji Otono pubblicate nel 2016 “Kimi o Aishita Hitori no Boku e” (“To The Solitary Me That Loved You”) e “Boku ga Aishita Subete no Kimi e” (“To Every You I've Loved Before”).
Possiamo sostenere che si tratti di film di pura fantascienza? Risponderei sì e no: contiene delle spiegazioni sulle teorie dei mondi paralleli, inserisce nella storia anche un macchinario che consente di trasferire la coscienza di una persona nel suo omologo di un’altra dimensione e quando rappresenta il futuro, ci sono alcuni aspetti che di certo non sono comuni al nostro presente (smartwatch che proiettano le informazioni sul palmo della mano in modo capacitivo, attraversamenti pedonali con barriere virtuali) ma non abbiamo macchine volanti (al massimo a guida autonoma)… Insomma un futuro molto simile alla nostra realtà con delle evoluzioni piuttosto realistiche e non eccessivamente dirompenti…
L’anime mi ha ricordato un po’ “Noein”, ma di questo non ha la forte componente fantasy. Di sicuro, hanno in comune la teoria MWI (Many World Interpretation) o del Multiverso da cui sembrano prendere vari spunti: una teoria della meccanica quantistica, che sostiene che ci sono molti mondi che esistono in parallelo nello stesso spazio e tempo di cui siamo a conoscenza.
Se in "Steins:Gate" c'era più l'approccio al classico viaggio nel tempo e alle conseguenze delle modifiche agli accadimenti di una determinata linea temporale (ad es.: impedire la morte di qualcuno), creando di fatto un nuovo futuro, in "To every you" e “To me” (come in “Noein”) si sostiene che esistono un'infinità di universi più o meno paralleli in cui la stessa realtà spaziale può avere diversi decorsi temporali e quindi più scenari con diversi esiti.
Recensire due film d'animazione contemporaneamente con la trama quasi coincidente e sovrapponibile è un po' anticonvenzionale: in comune hanno l'idea che ogni decisione individuale che le persone prendono finisca per creare diverse realtà separate e parallele che ruotano attorno allo stesso personaggio.
In queste opere, l’evento è la decisione dei genitori di Koyomi di separarsi: in un filone del multiverso Koyomi andrà a convivere con la madre (“To every you”), nell’altro con il padre ("To me”).
In una dimensione (“To every you”) Koyomi da studente delle superiori incontra Kazune: l’incontro sa di déjà vu in quanto lei gli rivela che in un altro universo ama Koyomi e sono una coppia di amanti (quello di “To me”). Tuttavia, in questo scenario Koyomi e Kazune si sposano e vivranno fino alla vecchiaia, momento in cui succederà qualcosa che intreccerà definitivamente le trame dei 2 film.
Nell'altra (“To me”) Koyomi incontra Shiori Sato al centro di ricerca dove i loro genitori (il padre di lui e la madre di lei) lavorano, si frequenta e alla fine si innamorano, come i loro genitori, che alla fine decidono di sposarsi. Koyomi e Shiori, avendo accesso alla macchina sperimentale per poter spostare le loro coscienze tra i vari universi paralleli, per evitare di diventare fratellastri, decidono di scappare in un universo parallelo dove i loro genitori non si sposano. A quanto sembra, nella loro dimensione viaggiare tra i vari universi sembra comune, ma, purtroppo, si verificherà un evento che causerà la “morte” di Shiori. Cerco di non spoilerare troppo i contenuti: la storia è in sostanza una sola vista da due punti di vista di “universo” diversi. Un progetto ambizioso e diverso con idee interessanti e intelligenti in fase di esecuzione obbligano lo spettatore a restare concentrato e attendo anche ai minimi particolari. L’ambizione è quella che i due film animati possano essere visti in entrambi gli ordini: come ho anticipato in precedenza, ho visto per la prima volta “To every you” e poi “To me”. Non posso essere certo, ma “To me” è un po’ più lineare e chiaro rispetto a “To every you” (forse avendo già visto “To every you”, mi è sembrato chiaro “To me”); tuttavia, potendo consigliare ex post, consiglio prima la visione di quello che ho visto come secondo.
La particolarità dei due anime è che le loro trame, per la maggior parte, raccontano storie piuttosto distinte, sebbene molto intrecciate. E più che incentrarsi sulla fantascienza pura si basano su storie d'amore incentrate sul protagonista principale Koyomi e su come il percorso della sua vita cambia in modo fondamentale in base a un'unica scelta che fa da bambino: con chi vivere una volta che i suoi genitori si separano. Ciò che cambia non è il suo percorso di carriera da adulto e le persone con cui interagisce, ma il modo in cui tutto si svolge che porterà Koyomi a vivere due vite molto diverse.
Essendo “To Every You” il primo film della dilogia visionato, ammetto che ho fatto un po’ fatica. L’incipit, pur essendo come un classico slice of life, alterna senza troppi avvisi i mondi paralleli e i relativi salti da un mondo all'altro senza spiegare molto, almeno fino a quando non appare Kuzume dalla dimensione no. 85.
Il tutto ruota inizialmente intorno a Koyomi e viene dedicato a lui molto spazio: dalla scelta di vivere con la madre, alla sua timidezza e riservatezza. Ma si può apprezzare anche la sua crescita ed evoluzione in positivo in cui si apre alle altre persone, inclusa Kuzume che diventerà la sua futura fidanzata e moglie. Questa parte è molto tenera e avvincente nella sua semplicità espositiva, fatta di sguardi, situazioni, dialoghi che alternano momenti di fantascienza ad altri molto sentimentali. In questo mondo la tecnologia per eseguire i salti dimensionali non è ancora allo stesso grado di sviluppo del film gemello ma si vede come Kuzume cambi atteggiamento quando è la “versione” proveniente dall’altra dimensione…
Divertente, con molte riflessioni che invece suscita a riguardo di come le nostre vite possano essere molto diverse sulla base di piccole scelte individuali. Il decesso dell’amato nonno materno di Koyomi in una dimensione e del cane nell’altra, suscitano in Koyomi molte sensazioni contrastanti su dove sia meglio vivere… In fondo ci si potrebbe domandare se si sia disposti ad andare a vivere in un altro mondo se ciò significasse che potresti sperimentare qualcosa di nuovo o vedere o vivere con qualcuno che nella dimensione di partenza non sia più vivo?
In “To every you”, l'introduzione di mondi paralleli e il passaggio dall'uno all'altro non è spiegato in modo relativamente semplice e facile da digerire. Ci sono molte scene comuni ad entrambi i film in cui i personaggi vivono i due scenari alternandoli in modo improvviso… e il dramma di Shiori è sempre presente. La vita tra Koyomi e Kuzume sembra più lineare: si piacciono, si amano, si sposano, hanno un figlio che poi si sposa e dona a loro anche un nipote e alla fine si ritrovano anziani con Koyomi che sembra affetto da una malattia che a breve lo porterà via…
Il finale è molto nipponico e animista e diventa anche il finale logico di quanto visto in “To me”. In questo caso né Koyomi, né Kuzume sembrano consapevoli di ciò che le loro reciproche versioni stanno facendo nell’altra dimensione, ma ne beneficiano dei risultati… Poetico e sensibile, dimostra come l’amore sia senza tempo e possa superare anche i paradossi dimensionali…
In generale, “To every you”, ma anche il suo gemello “To me”, sono molto delicati nel trattare le normali “cose della vita” in una specie di slice of life fantascientifico, con un approccio molto poco action e molto più contemplativo, nel classico stile orientale della realizzazione degli obiettivi, della sofferenza e del sacrificio, del destino e del modo per cambiarlo o influenzarlo.
Di contro, la scelta narrativa di sviluppare due opere “parallele” può risultare indigesto e complesso. I salti dimensionali non sempre risultano chiari e il rischio di cadere in confusione non è raro… in più, alcune spiegazioni “scientifiche” delle teorie poste alla base dei multiversi non sono facilmente intuibili e lasciano anche un po’ interdetti.
A livello grafico e di animazioni, l’anime non mi è sembrato proprio il massimo, considerato che si tratta di un prodotto recentissimo. Chara desing un po’ standard (se non minimal) animazioni non sempre fluide, sfondi non dettagliati.
Resta tuttavia un prodotto coraggioso e originale che non si concentra sulla spiegazione del perché degli universi paralleli ma piuttosto sulle conseguenze relative alla vita di tutti i giorni e sulle dinamiche degli accadimenti ai personaggi coinvolti. Un po’ come “Sliding doors” fa riflettere sulle scelte che si operano nella esistenza senza rimpianti o rimorsi… come se la vita fosse un valore universale che, al di fuori del tempo e dello spazio, vive la sua eterna esistenza circolare.