Can a Boy-Girl Friendship Survive?
Questo anime aveva il potenziale per essere una commedia romantica leggera e divertente. Di quelle che, da amante del genere, seleziono ogni stagione senza particolari aspettative. Perché, tutto sommato, mi faccio andar bene anche i tipici cliché e quelle situazioni che possono apparire un po’ forzate, ma sono tipiche da romance giapponese "nella media". Poteva essere un anime carino con una bella storia d’amore, anche con un bel po' di già visto o con personaggi non chissà quanto profondi. Però non lo è stato. Invece, soprattutto dalla seconda metà in poi, è stata una lenta e interminabile agonia, con continui desideri di prendere il muro a testate. Ora proverò a spiegarvi il perché di questa mia opinione.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio. Per capire di cosa tratta la storia, il titolo è abbastanza esplicativo: “può un’amicizia uomo-donna sopravvivere?”. Chi, fin dalla notte dei tempi, non si è fatto almeno una volta questa domanda da un milione di dollari? Difatti, si tratta di un argomento visto e rivisto in tutte le salse. Mi viene in mente, ad esempio, il cult di fine anni 80’ “Harry ti presento Sally”; ma evitiamo di citare ulteriormente. Rimanendo in topic, la storia è quella di due ragazzi adolescenti che sono migliori amici da anni, nel senso più “appiccicoso” del termine: sono insieme dalla mattina alla sera, passano la stragrande maggioranza del tempo solo tra loro, conoscono bene le rispettive famiglie ecc. ecc. Fin qui veramente nulla di nuovo. Tuttavia, questa serie aggiunge una caratteristica ulteriore, che diventerà anche motore della trama: il protagonista maschile ha come passione la produzione artigianale di accessori e sogna, un giorno, di aprire il suo negozio. Proprio per questo motivo i due si sono conosciuti e hanno iniziato a legare: lei è diventata la sua modella e i due hanno cominciato a condividere il sogno di lui, aggiungendo questo ulteriore legame. Naturalmente, come nel più classico degli stilemi di questo filone delle romcom, hanno già iniziato a sviluppare sentimenti l’uno per l’altra, ma non se ne sono ancora accorti o non lo vogliono ammettere. Questa situazione di stallo totale viene rotta (indovinate, non è così complicato) da una terza persona, che entra a gamba tesa nel rapporto. Qualcuno potrebbe pensare: ok, tutto già visto, ma cosa c’è di così terribile? Nulla. E infatti l’anime parte più o meno bene. Le prime puntate sono anche carine: le parti comiche vanno segno, il rapporto tra i due funziona e i personaggi trasmettono simpatia e allegria; soprattutto il personaggio di Himari (seppur sopra le righe) è una vera e propria ventata d’aria fresca.
Il problema sta tutto qui: quelli che erano i punti di forza della storia e che la rendevano un prodotto nella media, non eccelso ma nemmeno da buttare, inziano a diventare i suoi più grandi difetti. Sembra un discorso paradossale, eppure è così. Anche qui, cerco di spiegare le mie ragioni. Tutti (e dico tutti) i personaggi di questa storia inziano ad avere comportamenti senza alcun tipo di senso. Capisco che degli adolescenti in preda agli ormoni possano avere dei comportamenti all’apparenza senza senso, ma qui si esagera. Niente di quello che i due protagonisti fanno o dicono è realistico; i ragionamenti e le azioni che ne conseguono non verrebbero fatti nemmeno da un bambino in età prescolare. Per non parlare poi della “terza incomoda”: penso che questo modo di dire sia stato coniato appositamente per questo personaggio. Se avrete il coraggio e la pazienza di approcciarvi a questa serie, non potrete che essere d’accordo con me. Ok, ci può stare il tentativo di infilarsi in un rapporto già consolidato, se l’interesse è forte. E posso anche capire la volontà di non arrendersi e tentare il tutto per tutto. Ma qui siamo di fronte a una situazione a dir poco ridicola, in cui tentativi andati a vuoto e senza nessuna possibilità di riuscita si ripetono periodicamente, un paio di volta a puntata almeno. Questa povera ragazza diventa una macchietta senza nessun ruolo se non quello di umiliarsi ancora e ancora. E il tutto è talmente fuori dal mondo che la rabbia per quanto il personaggio è scritto male supera l’empatia per questa disgraziata. Per quanto mi riguarda, una situazone del genere non è credibile nemmeno come “fittizia” in una sessione estrema di BDSM. Ma, come detto, questi sono ragazzini. E gli adulti? Bene, gli adulti sono anche peggio, in quanto non hanno nemmeno la scusa degli ormoni e della pubertà. Si alternano nell’ordine: comportamenti fuori da ogni logica; tentativi ripetuti di forzare dei ragazzini a fare determinate cose; accanimento nelle future scelte lavorative manco fossero cinquantenni disoccupati e nullafacenti; continue manipolazioni; azioni che possiamo trovare descritte pari pari nel codice penale (mi perdoneranno i giuristi giapponesi, ma do per scontato che, almeno nella sostanza, i reati siano bene o male gli stessi). Come può essere credibile e realistico uno scenario del genere?
Arriviamo alla cosa peggiore. Se gli sceneggiatori avessero deciso di buttare completamente tutto in caciara, mantenendo e portando all’eccesso gli sprazzi di demenzialità dell’inzio, mi sarei almeno divertito (anche se per i motivi sbagliati). Il problema è che il tracollo coincide con un tentativo, a mio parere dovuto alla totale mancanza di idee per portare avanti la trama, di volersi prendere terribilmente sul serio. Una serie infinita di drammi e di pesantezza che non avrebbero senso di esistere se quel mondo fosse abitato da esseri senzienti. Le gag che avevano ravvivato la primissima parte del prodotto spariscono quasi del tutto e le poche che rimangono smettono di andare a segno, in quanto risentono troppo del pessimo contesto che hanno attorno.
Il rapporto tra i due protagonisti e la loro storia d’amore rimane un punto di forza per l’intera serie. I sono molto carini insieme e la volontà di sostenersi a vicenda nei sogni e nelle passioni li rende una coppia credibile, nonostante la mai assente ottusità che si vede nel romance nipponico. I (pochi) momenti teneri tra i due sono le uniche cose decenti della seconda parte. Ma non è abbastanza per resuscitare una creatura ormai in putrefazione. Nell’oceano pacifico di nonsense e drammoni inutili, non si riesce nemmeno a godersi i bei momenti.
Che dire, quindi, di questa serie? Una storia dove la colonna portante dovrebbero essere i sentimenti e i rapporti tra i personaggi, che propone situazioni forzate e senza senso. Davvero un peccato. E non pensate che mi faccia piacere sputare tutto questo veleno. Questi prodotti non fanno altro che svalutare un genere che amo e allontanare il grande pubblico dalle cose che invece sarebbero meritevoli, solo per partito preso.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio. Per capire di cosa tratta la storia, il titolo è abbastanza esplicativo: “può un’amicizia uomo-donna sopravvivere?”. Chi, fin dalla notte dei tempi, non si è fatto almeno una volta questa domanda da un milione di dollari? Difatti, si tratta di un argomento visto e rivisto in tutte le salse. Mi viene in mente, ad esempio, il cult di fine anni 80’ “Harry ti presento Sally”; ma evitiamo di citare ulteriormente. Rimanendo in topic, la storia è quella di due ragazzi adolescenti che sono migliori amici da anni, nel senso più “appiccicoso” del termine: sono insieme dalla mattina alla sera, passano la stragrande maggioranza del tempo solo tra loro, conoscono bene le rispettive famiglie ecc. ecc. Fin qui veramente nulla di nuovo. Tuttavia, questa serie aggiunge una caratteristica ulteriore, che diventerà anche motore della trama: il protagonista maschile ha come passione la produzione artigianale di accessori e sogna, un giorno, di aprire il suo negozio. Proprio per questo motivo i due si sono conosciuti e hanno iniziato a legare: lei è diventata la sua modella e i due hanno cominciato a condividere il sogno di lui, aggiungendo questo ulteriore legame. Naturalmente, come nel più classico degli stilemi di questo filone delle romcom, hanno già iniziato a sviluppare sentimenti l’uno per l’altra, ma non se ne sono ancora accorti o non lo vogliono ammettere. Questa situazione di stallo totale viene rotta (indovinate, non è così complicato) da una terza persona, che entra a gamba tesa nel rapporto. Qualcuno potrebbe pensare: ok, tutto già visto, ma cosa c’è di così terribile? Nulla. E infatti l’anime parte più o meno bene. Le prime puntate sono anche carine: le parti comiche vanno segno, il rapporto tra i due funziona e i personaggi trasmettono simpatia e allegria; soprattutto il personaggio di Himari (seppur sopra le righe) è una vera e propria ventata d’aria fresca.
Il problema sta tutto qui: quelli che erano i punti di forza della storia e che la rendevano un prodotto nella media, non eccelso ma nemmeno da buttare, inziano a diventare i suoi più grandi difetti. Sembra un discorso paradossale, eppure è così. Anche qui, cerco di spiegare le mie ragioni. Tutti (e dico tutti) i personaggi di questa storia inziano ad avere comportamenti senza alcun tipo di senso. Capisco che degli adolescenti in preda agli ormoni possano avere dei comportamenti all’apparenza senza senso, ma qui si esagera. Niente di quello che i due protagonisti fanno o dicono è realistico; i ragionamenti e le azioni che ne conseguono non verrebbero fatti nemmeno da un bambino in età prescolare. Per non parlare poi della “terza incomoda”: penso che questo modo di dire sia stato coniato appositamente per questo personaggio. Se avrete il coraggio e la pazienza di approcciarvi a questa serie, non potrete che essere d’accordo con me. Ok, ci può stare il tentativo di infilarsi in un rapporto già consolidato, se l’interesse è forte. E posso anche capire la volontà di non arrendersi e tentare il tutto per tutto. Ma qui siamo di fronte a una situazione a dir poco ridicola, in cui tentativi andati a vuoto e senza nessuna possibilità di riuscita si ripetono periodicamente, un paio di volta a puntata almeno. Questa povera ragazza diventa una macchietta senza nessun ruolo se non quello di umiliarsi ancora e ancora. E il tutto è talmente fuori dal mondo che la rabbia per quanto il personaggio è scritto male supera l’empatia per questa disgraziata. Per quanto mi riguarda, una situazone del genere non è credibile nemmeno come “fittizia” in una sessione estrema di BDSM. Ma, come detto, questi sono ragazzini. E gli adulti? Bene, gli adulti sono anche peggio, in quanto non hanno nemmeno la scusa degli ormoni e della pubertà. Si alternano nell’ordine: comportamenti fuori da ogni logica; tentativi ripetuti di forzare dei ragazzini a fare determinate cose; accanimento nelle future scelte lavorative manco fossero cinquantenni disoccupati e nullafacenti; continue manipolazioni; azioni che possiamo trovare descritte pari pari nel codice penale (mi perdoneranno i giuristi giapponesi, ma do per scontato che, almeno nella sostanza, i reati siano bene o male gli stessi). Come può essere credibile e realistico uno scenario del genere?
Arriviamo alla cosa peggiore. Se gli sceneggiatori avessero deciso di buttare completamente tutto in caciara, mantenendo e portando all’eccesso gli sprazzi di demenzialità dell’inzio, mi sarei almeno divertito (anche se per i motivi sbagliati). Il problema è che il tracollo coincide con un tentativo, a mio parere dovuto alla totale mancanza di idee per portare avanti la trama, di volersi prendere terribilmente sul serio. Una serie infinita di drammi e di pesantezza che non avrebbero senso di esistere se quel mondo fosse abitato da esseri senzienti. Le gag che avevano ravvivato la primissima parte del prodotto spariscono quasi del tutto e le poche che rimangono smettono di andare a segno, in quanto risentono troppo del pessimo contesto che hanno attorno.
Il rapporto tra i due protagonisti e la loro storia d’amore rimane un punto di forza per l’intera serie. I sono molto carini insieme e la volontà di sostenersi a vicenda nei sogni e nelle passioni li rende una coppia credibile, nonostante la mai assente ottusità che si vede nel romance nipponico. I (pochi) momenti teneri tra i due sono le uniche cose decenti della seconda parte. Ma non è abbastanza per resuscitare una creatura ormai in putrefazione. Nell’oceano pacifico di nonsense e drammoni inutili, non si riesce nemmeno a godersi i bei momenti.
Che dire, quindi, di questa serie? Una storia dove la colonna portante dovrebbero essere i sentimenti e i rapporti tra i personaggi, che propone situazioni forzate e senza senso. Davvero un peccato. E non pensate che mi faccia piacere sputare tutto questo veleno. Questi prodotti non fanno altro che svalutare un genere che amo e allontanare il grande pubblico dalle cose che invece sarebbero meritevoli, solo per partito preso.
"L’amore esige intimità, l’amicizia rispetto" (Roberto Gervaso)
"Can a Boy-Girl Friendship Survive?" (originale "Danjo no yūjō wa seiritsu suru? (Iya, shinai!!)" - traducibile in "Un'amicizia tra ragazzo e ragazza può durare? (No, non può!!)") abbreviabile in "Danjoru", ahimè ha disatteso abbondantemente le mie aspettative che mi ostino ad avere sulle rom-com scolastiche, offrendo una storia a dir poco sconnessa e surreale che partendo dalla domanda retorica del titolo spreca 3-4 ore del tempo dello spettatore nella sua visione.
"Danjoru" infatti sviluppa, da premesse definibili alquanto di nicchia, una trama tra due ludopatici sentimentali che non vogliono ammettere che sono attratti l'una dall'altro.
L'anime si ispira alle light novel scritta dal 2021 da Nana Nanana e illustrata da Parum da cui è stato tratto anche un manga in corso dal 2022. Ovviamente non poteva mancare anche l'adattamento anime prodotto da J.C.Staff trasmesso nella primavera di quest'anno.
Il contesto è il solito al pari della caratterizzazione dei protagonisti della storia. Yu Natsume è il classico studente delle superiori, timido, impacciato e solitario con una passione molto particolare: creare monili di bigiotteria femminile con i fiori opportunamente trattati per conservarsi nel tempo senza alterazioni della loro bellezza e dei loro colori.
Himari Inuzuka è la sua compagna di classe, carina, "popolare", estroversa, imprevedibile, scherzosa e goliardica al limite del molesto.
I due si sono conosciuti alle medie quando Himari ha aiutato a vendere i monili prodotti da Yu durante il classico festival della scuola e da quel giorno Himari si è letteralmente appiccicata a Yu in ogni momento della loro esistenza diventando amici molto stretti.
E' inutile precisare che i due passano molto tempo assieme e si frequentano assiduamente, tanto da generare l'impressione in tutti quelli che li frequentano che siano una coppia a tutti gli effetti. Ma, ovviamente, si tratta di un equivoco (as usual) e loro due non si sentono una coppia sebbene molti dei loro comportamenti generano a loro stessi la confusione sui loro sentimenti.
Non vado oltre per evitare rischi di spoiler, ma tutta la trama è il frutto da un lato dei soliti cliché di genere, a partire dal terzo incomodo Enomoto Rion che è innamorata di Yu fin da quando erano piccoli, dopo essere incontrati ad un parco botanico in cui Yu le aveva spiegato il nome e il significato dei fiori ed essersi ritrovati casualmente alle superiori.
Tra l'incipit piuttosto particolare riguardo la passione di Yu e l'atteggiamento piuttosto disinvolto di Himari nei suoi confronti, la serie si perde in assurdità puerili tra sogni (il supporto di Himari a Yu per aprire un negozio di monili, se a 30 anni saranno ancora single si metteranno insieme, ???), scommesse al limite del risibile e personaggi secondari forzatissimi e tutti interessati a loro modo al loro rapporto equivoco (il fratello di Himari, la sorella maggiore di Enomoto, l'amico di Yu Shinji, tra i tanti).
Fino al terz'ultimo episodio, ero quasi portato a pensare che la serie fosse più che una rom-com scolastica una sua parodia in chiave comico-demenziale ma negli ultimi episodi la serie prende una piega sinusoidale in cui alterna momenti romance e vagamente drammatici per poi ritornare sul consueto tracciato della demenzialità imprevedibile.
Se poi ci si aggiungono inquadrature ed atteggiamenti "malandrini" (di cui è spesso vittima Enomoto e solo sporadicamente la protagonista), questa serie francamente va a finire che possa essere valutata come il solito prodotto di una certa (sotto)cultura di cui ormai anche io inizio a provare fastidio e che purtroppo permea parecchie produzioni recenti, come un possibile indizio di scarsa creatività o di mancanza di coraggio di offrire una storia che non sia costruita secondo gli standard mainstream.
Azzardo un paragone. "Danjoru" può essere visto a livello concettuale come l'esatto contrario di "Makeine". Se la prima vuole rappresentare in certi contesti la negazione della possibilità di amicizia tra una ragazza e un ragazzo, la seconda, per quello che ricordo, è una sorta di inno alla "friendzone". Entrambe le opere sono valide dal punto di vista tecnico ma di romantico o sentimentale hanno poco o nulla, mancandone gli ingredienti fondamentali romance della narrazione di una relazione sentimentale o di una amicizia.
"Can a Boy-Girl Friendship Survive?" (originale "Danjo no yūjō wa seiritsu suru? (Iya, shinai!!)" - traducibile in "Un'amicizia tra ragazzo e ragazza può durare? (No, non può!!)") abbreviabile in "Danjoru", ahimè ha disatteso abbondantemente le mie aspettative che mi ostino ad avere sulle rom-com scolastiche, offrendo una storia a dir poco sconnessa e surreale che partendo dalla domanda retorica del titolo spreca 3-4 ore del tempo dello spettatore nella sua visione.
"Danjoru" infatti sviluppa, da premesse definibili alquanto di nicchia, una trama tra due ludopatici sentimentali che non vogliono ammettere che sono attratti l'una dall'altro.
L'anime si ispira alle light novel scritta dal 2021 da Nana Nanana e illustrata da Parum da cui è stato tratto anche un manga in corso dal 2022. Ovviamente non poteva mancare anche l'adattamento anime prodotto da J.C.Staff trasmesso nella primavera di quest'anno.
Il contesto è il solito al pari della caratterizzazione dei protagonisti della storia. Yu Natsume è il classico studente delle superiori, timido, impacciato e solitario con una passione molto particolare: creare monili di bigiotteria femminile con i fiori opportunamente trattati per conservarsi nel tempo senza alterazioni della loro bellezza e dei loro colori.
Himari Inuzuka è la sua compagna di classe, carina, "popolare", estroversa, imprevedibile, scherzosa e goliardica al limite del molesto.
I due si sono conosciuti alle medie quando Himari ha aiutato a vendere i monili prodotti da Yu durante il classico festival della scuola e da quel giorno Himari si è letteralmente appiccicata a Yu in ogni momento della loro esistenza diventando amici molto stretti.
E' inutile precisare che i due passano molto tempo assieme e si frequentano assiduamente, tanto da generare l'impressione in tutti quelli che li frequentano che siano una coppia a tutti gli effetti. Ma, ovviamente, si tratta di un equivoco (as usual) e loro due non si sentono una coppia sebbene molti dei loro comportamenti generano a loro stessi la confusione sui loro sentimenti.
Non vado oltre per evitare rischi di spoiler, ma tutta la trama è il frutto da un lato dei soliti cliché di genere, a partire dal terzo incomodo Enomoto Rion che è innamorata di Yu fin da quando erano piccoli, dopo essere incontrati ad un parco botanico in cui Yu le aveva spiegato il nome e il significato dei fiori ed essersi ritrovati casualmente alle superiori.
Tra l'incipit piuttosto particolare riguardo la passione di Yu e l'atteggiamento piuttosto disinvolto di Himari nei suoi confronti, la serie si perde in assurdità puerili tra sogni (il supporto di Himari a Yu per aprire un negozio di monili, se a 30 anni saranno ancora single si metteranno insieme, ???), scommesse al limite del risibile e personaggi secondari forzatissimi e tutti interessati a loro modo al loro rapporto equivoco (il fratello di Himari, la sorella maggiore di Enomoto, l'amico di Yu Shinji, tra i tanti).
Fino al terz'ultimo episodio, ero quasi portato a pensare che la serie fosse più che una rom-com scolastica una sua parodia in chiave comico-demenziale ma negli ultimi episodi la serie prende una piega sinusoidale in cui alterna momenti romance e vagamente drammatici per poi ritornare sul consueto tracciato della demenzialità imprevedibile.
Se poi ci si aggiungono inquadrature ed atteggiamenti "malandrini" (di cui è spesso vittima Enomoto e solo sporadicamente la protagonista), questa serie francamente va a finire che possa essere valutata come il solito prodotto di una certa (sotto)cultura di cui ormai anche io inizio a provare fastidio e che purtroppo permea parecchie produzioni recenti, come un possibile indizio di scarsa creatività o di mancanza di coraggio di offrire una storia che non sia costruita secondo gli standard mainstream.
Azzardo un paragone. "Danjoru" può essere visto a livello concettuale come l'esatto contrario di "Makeine". Se la prima vuole rappresentare in certi contesti la negazione della possibilità di amicizia tra una ragazza e un ragazzo, la seconda, per quello che ricordo, è una sorta di inno alla "friendzone". Entrambe le opere sono valide dal punto di vista tecnico ma di romantico o sentimentale hanno poco o nulla, mancandone gli ingredienti fondamentali romance della narrazione di una relazione sentimentale o di una amicizia.
Pensavo di non vedere questa serie per paura che fosse come le solite del genere, cioè molto leggero quasi inverosimili di discorsi ed i rapporti tra i vari personaggi come se chi ha scritto la trama non avesse mai parlato con qualcuno, oppure che avesse una classica trama dove non succede mai nulla di concreto e quando sta per succedere tutto si resetta e nessuno si ricorda, beh, l'ho visto e Vi posso dire che e' diverso rispetto ai soliti del genere in molte caratteristiche.
Per iniziare il Protagonista ha un hobby molto particolare, ovviamente qualcuno vedendo tutta questa passione che ha per la conservazione dei fiori, si chiederà come mai questa scelta di hobby e quale sia stata la motivazione scatenante del tutto e la risposta arriva dopo qualche puntata, plausibile se hai una forte sensibilità e soprattutto chiara e possibile.
Il rapporto tra i due e' molto amichevole, alla fine si conoscono da diversi anni, hanno sempre collaborato passando il tempo extra insieme a bisticciare, scherzare, supportarsi e definendosi i migliori amici per sempre, quindi e' molto credibile la loro vicinanza sempre alla finalità dell'amicizia, che ci scherzino sopra fingendo interesse, per poi ridere se l'altro ha accennato di crederci, per questo e' molto difficile in questa situazione far capire all'altro se qualcosa nel frattempo potrebbe essere cambiato e non e' per nulla facile, ed anche in questo tutto è stato raccontato perfettamente senza incoerenze.
Una delle principali paure guardando Anime di questa tipologia e' il proseguimento della trama, spesso i personaggi sono incapaci di capire qualunque segnale, anche il più chiaro e diretto, passano le puntate facendo credere per poi ritrattare e si finisce con la speranza che capiti qualcosa nella serie successiva. In questo Anime tutta la trama segue correttamente la sua direzione, lineare, corretta, con eventuale colpo di scena il tutto senza farci rimpiangere di cosa abbiamo visto.
Per quanto riguarda il comparto grafico i disegni non sono male come qualità, nella media, i colori sono molto vivi come è corretto che sia per il genere ed il suo target, le animazioni fluide ed in linea con la qualità grafica.
Le musiche di apertura e chiusura non sono nulla di che e no dovrebbero essere meglio, però il video finale di Lui che lavora e Lei che lo stuzzica e poi far capire molte cose dagli occhi lucidi che lo fissa, non è male come video di chiusura.
Infine per chi se lo stia chiedendo, si la serie contrariamente alla maggioranza di questo settore ha un finale, nulla rimane sospeso, nulla rimandato, con piacere tutto viene chiarito e tutto ci ha premiato di averlo visto fino alla fine. Ovviamente sarà sempre possibile continuare con una eventuale seconda serie, può succedere ancora di tutto volendo, ma cosa molto rara se non rarissima, in questo Anime abbiamo un finale.
Il mio voto è 7 perchè ritengo sia corretto paragonarlo agli altri Anime del genere, se dovessi valutarlo complessivamente, considerando anche tutte le rare Opere uscite nel corso del tempo sarebbe 6, ma ritengo che sia piu' corretto valorizzarlo per la sua tipologia di riferimento.
Per iniziare il Protagonista ha un hobby molto particolare, ovviamente qualcuno vedendo tutta questa passione che ha per la conservazione dei fiori, si chiederà come mai questa scelta di hobby e quale sia stata la motivazione scatenante del tutto e la risposta arriva dopo qualche puntata, plausibile se hai una forte sensibilità e soprattutto chiara e possibile.
Il rapporto tra i due e' molto amichevole, alla fine si conoscono da diversi anni, hanno sempre collaborato passando il tempo extra insieme a bisticciare, scherzare, supportarsi e definendosi i migliori amici per sempre, quindi e' molto credibile la loro vicinanza sempre alla finalità dell'amicizia, che ci scherzino sopra fingendo interesse, per poi ridere se l'altro ha accennato di crederci, per questo e' molto difficile in questa situazione far capire all'altro se qualcosa nel frattempo potrebbe essere cambiato e non e' per nulla facile, ed anche in questo tutto è stato raccontato perfettamente senza incoerenze.
Una delle principali paure guardando Anime di questa tipologia e' il proseguimento della trama, spesso i personaggi sono incapaci di capire qualunque segnale, anche il più chiaro e diretto, passano le puntate facendo credere per poi ritrattare e si finisce con la speranza che capiti qualcosa nella serie successiva. In questo Anime tutta la trama segue correttamente la sua direzione, lineare, corretta, con eventuale colpo di scena il tutto senza farci rimpiangere di cosa abbiamo visto.
Per quanto riguarda il comparto grafico i disegni non sono male come qualità, nella media, i colori sono molto vivi come è corretto che sia per il genere ed il suo target, le animazioni fluide ed in linea con la qualità grafica.
Le musiche di apertura e chiusura non sono nulla di che e no dovrebbero essere meglio, però il video finale di Lui che lavora e Lei che lo stuzzica e poi far capire molte cose dagli occhi lucidi che lo fissa, non è male come video di chiusura.
Infine per chi se lo stia chiedendo, si la serie contrariamente alla maggioranza di questo settore ha un finale, nulla rimane sospeso, nulla rimandato, con piacere tutto viene chiarito e tutto ci ha premiato di averlo visto fino alla fine. Ovviamente sarà sempre possibile continuare con una eventuale seconda serie, può succedere ancora di tutto volendo, ma cosa molto rara se non rarissima, in questo Anime abbiamo un finale.
Il mio voto è 7 perchè ritengo sia corretto paragonarlo agli altri Anime del genere, se dovessi valutarlo complessivamente, considerando anche tutte le rare Opere uscite nel corso del tempo sarebbe 6, ma ritengo che sia piu' corretto valorizzarlo per la sua tipologia di riferimento.
Chiamiamola semplicemente la fallacia dei costi irrecuperabili *
(Kim Wexler)
[*errore cognitivo che porta a perseverare in un'azione o decisione, anche quando non è più razionale o conveniente, a causa degli investimenti (tempo, denaro, sforzo) già fatti e non più recuperabili]
Questo anime è il perfetto esempio di cosa è diventata gran parte dell’animazione giapponese, vittima dell’eccessiva offerta e delle micronarrazioni, talmente micro che la storia si esaurisce già nel titolo dell’anime. “Can a Boy-Girl Friendship Survive?”: una domanda retorica (a cui l'originale giapponese fornisce anche la risposta), che rappresenta insieme la trama e anche lo spoiler del finale.
Yu è un ragazzo con la passione per la bigiotteria floreale. Onestamente questa mi mancava e rappresenta l’unico elemento originale di tutta la serie. Il ragazzo è contento di passare tutta la sua adolescenza chiuso nel laboratorio a produrre oggettini da bancarella con i fiorellini dentro.
Condivide questa sua passione con Himari, una fastidiosa cretinetta con palesi disturbi della personalità. Ma gnocca, e si sa che questo risolve tutto. Una ragazza popolare (a quanto ci dicono) e con un futuro da modella (sulla carta) ma che nella pratica passa tutte le sue giornate chiusa nel laboratorio a guardare Yu che produce i suoi oggettini.
Rispetto alle classiche romcom in cui i personaggi sono tipicamente ultra timidi e fanno fatica a dirsi “ciao”, qui siamo all’estremo opposto. I due sono “amici” ma sin dall’inizio fanno discorsi di sposarsi insieme a 30 anni, di vivere insieme, oltre al fatto che Himari spesso stuzzica Yu in modo talmente esplicito da rendere surreale il fatto che non ci siano sviluppi. Insomma manco ci provano a dissimulare l’ovvia verità, scontata sin dal primo minuto di visione.
La caratteristica peculiare di Himari è la sua odiosa risata: la sfoggia continuamente in faccia a Yu, solitamente dopo avergli chiesto di baciarla o robe così. Spesso lui accetta le proposte ma, proprio mentre sta per agire, ecco che… “waaaaahahahaha te l’ho fatta!” e lo fa sentire un cretino.
La cosa nonsense è che lei in realtà lo ama e quelle cose le desidera veramente: visto che è così, basterebbe lasciarlo fare, no? Ti sta per baciare… lasciati baciare! Così amicizia boy-girl finita e vi siete messi insieme. Eh ma così finirebbe l’anime dunque no. Troppo facile, troppo logico, portiamola avanti così all’infinito sta manfrina, senza senso nè giustificazione di trama.
Nell’idillio ben presto si inserisce Enomoto, una ragazza irrealistica a dir poco: supergnocca tettona dere-dere, dolce, tipo ragazza dei sogni, disposta persino a umiliarsi per Yu. Col passare del tempo, da unico personaggio un minimo accettabile, diventa una macchietta dai comportamenti illogici e persino maneschi (dal nulla). Un po’ come tutti quanti in fondo, visto che l’illogicità e l’incoerenza sono il liet motiv di tutta la serie.
Non vale la pena spendere parole sugli altri personaggi, uno più inconsistente e irrealistico dell’altro e dai comportamenti randomici. Mi permetto solo un accenno per la sorella di Enomoto, una che compare all’improvviso dal nulla con fare da mafiosa, senza senso proprio. Il suo arco è stato il peggiore in assoluto.
Oltre alla relazione di amicizia boy-girl, l’unico altro tema presente nella serie è quello della produzione di questi accessori floreali. Un tema trattato con una pesantezza indicibile. Yu è un adolescente: vista la sua età, il suo è da considerarsi semplicemente un hobby. Un hobby che poi, da grande, se vorrà, potrebbe trasformare in professione. Ma anche no. Invece tutti quanti attorno a lui (specialmente gli adulti) ne parlano con un tono di solennità che lascia basiti, gli fanno discorsi pesantissimi sulla responsabilità della professione, sul dedicarsi anima e corpo al suo lavoro, lo mettono sulla croce se non mette la sua intera anima in ogni singolo pezzo che produce… ahò! E’ un ragazzino che va ancora a scuola. Prendetevi una camomilla.
Che altro dire? Disegni carini. Musiche nella norma.
Onestamente ho fatto fatica a finire questo anime.
Arrivato all’ultima puntata mi sono detto che dovevo scrivere una recensione perchè altrimenti, se non lo avessi fatto, aver perso il mio tempo a guardarla sarebbe stato del tutto inutile.
Però, per scriverla, ci ho perso ulteriormente tempo.
Eh si, Kim, alla fine avevi ragione tu.
(Kim Wexler)
[*errore cognitivo che porta a perseverare in un'azione o decisione, anche quando non è più razionale o conveniente, a causa degli investimenti (tempo, denaro, sforzo) già fatti e non più recuperabili]
Questo anime è il perfetto esempio di cosa è diventata gran parte dell’animazione giapponese, vittima dell’eccessiva offerta e delle micronarrazioni, talmente micro che la storia si esaurisce già nel titolo dell’anime. “Can a Boy-Girl Friendship Survive?”: una domanda retorica (a cui l'originale giapponese fornisce anche la risposta), che rappresenta insieme la trama e anche lo spoiler del finale.
Yu è un ragazzo con la passione per la bigiotteria floreale. Onestamente questa mi mancava e rappresenta l’unico elemento originale di tutta la serie. Il ragazzo è contento di passare tutta la sua adolescenza chiuso nel laboratorio a produrre oggettini da bancarella con i fiorellini dentro.
Condivide questa sua passione con Himari, una fastidiosa cretinetta con palesi disturbi della personalità. Ma gnocca, e si sa che questo risolve tutto. Una ragazza popolare (a quanto ci dicono) e con un futuro da modella (sulla carta) ma che nella pratica passa tutte le sue giornate chiusa nel laboratorio a guardare Yu che produce i suoi oggettini.
Rispetto alle classiche romcom in cui i personaggi sono tipicamente ultra timidi e fanno fatica a dirsi “ciao”, qui siamo all’estremo opposto. I due sono “amici” ma sin dall’inizio fanno discorsi di sposarsi insieme a 30 anni, di vivere insieme, oltre al fatto che Himari spesso stuzzica Yu in modo talmente esplicito da rendere surreale il fatto che non ci siano sviluppi. Insomma manco ci provano a dissimulare l’ovvia verità, scontata sin dal primo minuto di visione.
La caratteristica peculiare di Himari è la sua odiosa risata: la sfoggia continuamente in faccia a Yu, solitamente dopo avergli chiesto di baciarla o robe così. Spesso lui accetta le proposte ma, proprio mentre sta per agire, ecco che… “waaaaahahahaha te l’ho fatta!” e lo fa sentire un cretino.
La cosa nonsense è che lei in realtà lo ama e quelle cose le desidera veramente: visto che è così, basterebbe lasciarlo fare, no? Ti sta per baciare… lasciati baciare! Così amicizia boy-girl finita e vi siete messi insieme. Eh ma così finirebbe l’anime dunque no. Troppo facile, troppo logico, portiamola avanti così all’infinito sta manfrina, senza senso nè giustificazione di trama.
Nell’idillio ben presto si inserisce Enomoto, una ragazza irrealistica a dir poco: supergnocca tettona dere-dere, dolce, tipo ragazza dei sogni, disposta persino a umiliarsi per Yu. Col passare del tempo, da unico personaggio un minimo accettabile, diventa una macchietta dai comportamenti illogici e persino maneschi (dal nulla). Un po’ come tutti quanti in fondo, visto che l’illogicità e l’incoerenza sono il liet motiv di tutta la serie.
Non vale la pena spendere parole sugli altri personaggi, uno più inconsistente e irrealistico dell’altro e dai comportamenti randomici. Mi permetto solo un accenno per la sorella di Enomoto, una che compare all’improvviso dal nulla con fare da mafiosa, senza senso proprio. Il suo arco è stato il peggiore in assoluto.
Oltre alla relazione di amicizia boy-girl, l’unico altro tema presente nella serie è quello della produzione di questi accessori floreali. Un tema trattato con una pesantezza indicibile. Yu è un adolescente: vista la sua età, il suo è da considerarsi semplicemente un hobby. Un hobby che poi, da grande, se vorrà, potrebbe trasformare in professione. Ma anche no. Invece tutti quanti attorno a lui (specialmente gli adulti) ne parlano con un tono di solennità che lascia basiti, gli fanno discorsi pesantissimi sulla responsabilità della professione, sul dedicarsi anima e corpo al suo lavoro, lo mettono sulla croce se non mette la sua intera anima in ogni singolo pezzo che produce… ahò! E’ un ragazzino che va ancora a scuola. Prendetevi una camomilla.
Che altro dire? Disegni carini. Musiche nella norma.
Onestamente ho fatto fatica a finire questo anime.
Arrivato all’ultima puntata mi sono detto che dovevo scrivere una recensione perchè altrimenti, se non lo avessi fatto, aver perso il mio tempo a guardarla sarebbe stato del tutto inutile.
Però, per scriverla, ci ho perso ulteriormente tempo.
Eh si, Kim, alla fine avevi ragione tu.