Le Bizzarre Avventure di JoJo: Jojolion
Quando mi cimentai nella recensione di “Steel Ball Run”, ricordo molto bene la necessità che sentivo dentro di me di buttare giù qualche – parecchie, in realtà – riga sull’opera che avevo appena letto, per capire quale voto finale assegnargli. Il dubbio mi attanagliava, l’indecisione mi logorava dall’interno, il non sapere cominciava a produrre effetti negativi sulla mia psiche di per sé alquanto instabile – ovviamente, si scherza. Con mio grande stupore, posso dire che adesso mi trovo nella medesima situazione di qualche mese addietro. Questa volta, però, nell’approcciarmi alla recensione di “Jojolion” voglio intraprendere un cammino leggermente diverso: proporre sin da subito una valutazione, per poi analizzare il manga nella sua interezza e capire, soltanto alla fine, se ci ho preso o meno. Il voto che mi sento attualmente di dare a “Jojolion”, l’ottava serie del manga “Le Bizzarre Avventure di JoJo” di Hirohiko Araki pubblicata mensilmente e a capitoli da maggio 2011 ad agosto 2021 sulla rivista Ultra Jump di Shūeisha, è un onestissimo otto, dato nella convinzione che questa serie sia una spanna sotto al suo predecessore, ovvero “Steel Ball Run”.
Ci troviamo a Morio-Cho, una tranquilla città di mare, nel 2011. In seguito al "grande terremoto del Giappone orientale" sono spuntate dal sottosuolo, a un centinaio di metri dalle coste della città, delle guglie di terra denominate dagli abitanti "Wall Eyes". Con grande stupore di tutta la popolazione, queste muraglie preservano tutto ciò che l'uomo ha costruito, dalle autostrade alle abitazioni, mantenendole sulla loro superficie. Un giorno, una ragazza di nome Yasuho Hirose trova e soccorre un giovane mezzo sepolto dalla terra ai piedi di una di queste protrusioni, con indosso solo un cappello da marinaio. Il ragazzo è confuso e pare aver perso la memoria. Ha una voglia a forma di stella sulla spalla sinistra, circondata da quello che sembra essere un morso umano, ancora sanguinante. Chi è il giovane? Che ci fa lì senza vestiti né memoria? E qual è la natura del suo potere consistente in strane bolle che fuoriescono dalla sua voglia a forma di stella? Ha così inizio la più classica e folle delle avventure del sensei Araki.
Ambientando la storia in quel di Morio-Cho, cittadina già presente nella quarta serie de “Le Bizzarre Avventure di Jojo”, ovvero “Diamond is Unbreakable”, Araki gioca la partita di nome “Jojolion” in casa propria. Questa scelta, infatti, ha il merito di catturare i lettori e fan più accaniti della serie, che percepiscono, sin da subito, un’avvolgente e piacevole aria di casa. A corroborare questa sensazione si aggiunge la presenza di nomi e cognomi alquanto familiari, su tutti quelli di Jousuke Higashikata e Kira Yoshikage, due dei grandi protagonisti della quarta serie di “Jojo”. Personalmente, considerato il mio legame con “Diamond is Unbreakable”, quando ho letto questi nomi il mio cuore è esploso di gioia e nostalgia. Oltre a ciò, il manga è pieno zeppo di riferimenti, sparsi un po’ ovunque, alla serie precedente: “Steel Ball Run”. Non soltanto compaiono nomi, sia di persone che di luoghi – come la famigerata Mano del Demonio –, già sentiti e conosciuti, ma addirittura si fa riferimento ad eventi che hanno avuto luogo proprio nel capitolo precedente della saga, a cui pure sono molto legato e che reputo uno dei migliori in assoluto scritti dal sensei Araki. Così combinati, questi due fattori danno una grande spinta a “Jojolion” che, detto senza problemi, vive leggermente troppo dei fasti del passato. D’altronde, quando il presente è incerto e il futuro spaventa, i giorni andati sono un ottimo luogo in cui cercare rifugio.
Neanche a dirlo, il Jousuke Higashikata e il Kira Yoshikage che compaiono in questa serie sono completamente differenti dai protagonisti di “Diamond is Unbreakable”. Intorno a loro, il sensei Araki costruisce un roster di personaggi del tutto inedito e che, personalmente, ho trovato poco entusiasmante. A partire dal protagonista, che ho comunque apprezzato in una certa misura – anche se l’ho trovato privo di quel carisma che, per esempio, hanno Jotaro e J. Lo Zeppeli –, tutti i personaggi della storia sono leggermente fiacchi, privi di quel qualcosa che consenta loro di entrare nel cuore del lettore. Giunto alla fine del manga, infatti, mi duole ammettere di non sentirmi legato a nessun personaggio in particolare di “Jojolion” che, a dispetto delle serie precedenti, manca anche di un villain degno di questo nome. Su questo punto, però, voglio essere estremamente chiaro: lo Stand, preso singolarmente, lo considero oltremodo geniale, anche se parecchio sbroccato – tant’è che lo stesso Araki ha dovuto escogitare degli espedienti più bizzarri del solito per sconfiggerlo –, mentre ciò che critico è il villain in sé, inteso come mero personaggio, manchevole della caratura di un Dio Brando ma anche, banalmente, di un Padre Pucci. Da questo punto di vista, sono certo che il sensei potesse fare di meglio.
Per il resto, siamo davanti al solito “Jojo”. Combattimenti incredibili, mai come questa volta estremamente limpidi e piacevoli da leggere, per quanto non siano mancati alcuni bassi da parte del sensei Araki. D’altronde, nessuno è perfetto, neanche quest’uomo che sembra aver scoperto la chiave per l’eterna giovinezza. Poteri Stand geniali, come quello della Strada delle Estorsioni, il cui nome da solo dovrebbe bastare a mettervi addosso una curiosità sconfinata. Gare clandestine tra cervi volanti, per cui il sensei Araki dovrebbe chiedere un brevetto. Alleanze inedite ed inaspettate. Segreti e misteri da svelare. Spiegazioni intricate e, mi duole ammetterlo, talvolta anche poco efficaci, usate da Araki per dare una spiegazione a ciò che, nei fatti, una spiegazione non necessita di averla. Un finale in linea con il resto della serie, che lascia soddisfatti e appagati. Tutti elementi che, combinati assieme, fanno di “Jojolion” una lettura molto piacevole, che ho iniziato e terminato senza problemi nel giro di circa un mese, senza che capitasse mai quel giorno in cui mi dovevo costringere a leggere perché magari non ne avevo voglia.
Rispetto a tutte le altre, però, questa serie, incredibile a dirsi, mi ha spinto alla riflessione. Mi spiego meglio. “Le Bizzarre Avventure di Jojo” di Hirohiko Araki nasce come manga irriverente e sostanzialmente meme, che si prende molto poco sul serio. Per tale ragione, io non ho mai cercato in esso della filosofia, né mai mi sono sognato che potesse spingermi a considerazioni di chissà quale importanza. Ecco, questa volta è successo ciò che mai mi sarei aspettato. Suonerà strano, ma la condizione di Jousuke Higashikata, ragazzo che ha perduto la memoria ed è costantemente alla ricerca di sé stesso, mi ha portato a pormi questa domanda: “ma io chi sono veramente?”. E, in tutta onestà, una risposta non l’ho trovata, non ancora per lo meno.
Dunque, alla fine di tutto, resta un solo nodo da sciogliere, quello relativo alla valutazione finale. E, al netto di quanto scritto fin qui, credo proprio che il voto dato ad inizio recensione ben si adatti alla lettura di “Jojolion”.
Ci troviamo a Morio-Cho, una tranquilla città di mare, nel 2011. In seguito al "grande terremoto del Giappone orientale" sono spuntate dal sottosuolo, a un centinaio di metri dalle coste della città, delle guglie di terra denominate dagli abitanti "Wall Eyes". Con grande stupore di tutta la popolazione, queste muraglie preservano tutto ciò che l'uomo ha costruito, dalle autostrade alle abitazioni, mantenendole sulla loro superficie. Un giorno, una ragazza di nome Yasuho Hirose trova e soccorre un giovane mezzo sepolto dalla terra ai piedi di una di queste protrusioni, con indosso solo un cappello da marinaio. Il ragazzo è confuso e pare aver perso la memoria. Ha una voglia a forma di stella sulla spalla sinistra, circondata da quello che sembra essere un morso umano, ancora sanguinante. Chi è il giovane? Che ci fa lì senza vestiti né memoria? E qual è la natura del suo potere consistente in strane bolle che fuoriescono dalla sua voglia a forma di stella? Ha così inizio la più classica e folle delle avventure del sensei Araki.
Ambientando la storia in quel di Morio-Cho, cittadina già presente nella quarta serie de “Le Bizzarre Avventure di Jojo”, ovvero “Diamond is Unbreakable”, Araki gioca la partita di nome “Jojolion” in casa propria. Questa scelta, infatti, ha il merito di catturare i lettori e fan più accaniti della serie, che percepiscono, sin da subito, un’avvolgente e piacevole aria di casa. A corroborare questa sensazione si aggiunge la presenza di nomi e cognomi alquanto familiari, su tutti quelli di Jousuke Higashikata e Kira Yoshikage, due dei grandi protagonisti della quarta serie di “Jojo”. Personalmente, considerato il mio legame con “Diamond is Unbreakable”, quando ho letto questi nomi il mio cuore è esploso di gioia e nostalgia. Oltre a ciò, il manga è pieno zeppo di riferimenti, sparsi un po’ ovunque, alla serie precedente: “Steel Ball Run”. Non soltanto compaiono nomi, sia di persone che di luoghi – come la famigerata Mano del Demonio –, già sentiti e conosciuti, ma addirittura si fa riferimento ad eventi che hanno avuto luogo proprio nel capitolo precedente della saga, a cui pure sono molto legato e che reputo uno dei migliori in assoluto scritti dal sensei Araki. Così combinati, questi due fattori danno una grande spinta a “Jojolion” che, detto senza problemi, vive leggermente troppo dei fasti del passato. D’altronde, quando il presente è incerto e il futuro spaventa, i giorni andati sono un ottimo luogo in cui cercare rifugio.
Neanche a dirlo, il Jousuke Higashikata e il Kira Yoshikage che compaiono in questa serie sono completamente differenti dai protagonisti di “Diamond is Unbreakable”. Intorno a loro, il sensei Araki costruisce un roster di personaggi del tutto inedito e che, personalmente, ho trovato poco entusiasmante. A partire dal protagonista, che ho comunque apprezzato in una certa misura – anche se l’ho trovato privo di quel carisma che, per esempio, hanno Jotaro e J. Lo Zeppeli –, tutti i personaggi della storia sono leggermente fiacchi, privi di quel qualcosa che consenta loro di entrare nel cuore del lettore. Giunto alla fine del manga, infatti, mi duole ammettere di non sentirmi legato a nessun personaggio in particolare di “Jojolion” che, a dispetto delle serie precedenti, manca anche di un villain degno di questo nome. Su questo punto, però, voglio essere estremamente chiaro: lo Stand, preso singolarmente, lo considero oltremodo geniale, anche se parecchio sbroccato – tant’è che lo stesso Araki ha dovuto escogitare degli espedienti più bizzarri del solito per sconfiggerlo –, mentre ciò che critico è il villain in sé, inteso come mero personaggio, manchevole della caratura di un Dio Brando ma anche, banalmente, di un Padre Pucci. Da questo punto di vista, sono certo che il sensei potesse fare di meglio.
Per il resto, siamo davanti al solito “Jojo”. Combattimenti incredibili, mai come questa volta estremamente limpidi e piacevoli da leggere, per quanto non siano mancati alcuni bassi da parte del sensei Araki. D’altronde, nessuno è perfetto, neanche quest’uomo che sembra aver scoperto la chiave per l’eterna giovinezza. Poteri Stand geniali, come quello della Strada delle Estorsioni, il cui nome da solo dovrebbe bastare a mettervi addosso una curiosità sconfinata. Gare clandestine tra cervi volanti, per cui il sensei Araki dovrebbe chiedere un brevetto. Alleanze inedite ed inaspettate. Segreti e misteri da svelare. Spiegazioni intricate e, mi duole ammetterlo, talvolta anche poco efficaci, usate da Araki per dare una spiegazione a ciò che, nei fatti, una spiegazione non necessita di averla. Un finale in linea con il resto della serie, che lascia soddisfatti e appagati. Tutti elementi che, combinati assieme, fanno di “Jojolion” una lettura molto piacevole, che ho iniziato e terminato senza problemi nel giro di circa un mese, senza che capitasse mai quel giorno in cui mi dovevo costringere a leggere perché magari non ne avevo voglia.
Rispetto a tutte le altre, però, questa serie, incredibile a dirsi, mi ha spinto alla riflessione. Mi spiego meglio. “Le Bizzarre Avventure di Jojo” di Hirohiko Araki nasce come manga irriverente e sostanzialmente meme, che si prende molto poco sul serio. Per tale ragione, io non ho mai cercato in esso della filosofia, né mai mi sono sognato che potesse spingermi a considerazioni di chissà quale importanza. Ecco, questa volta è successo ciò che mai mi sarei aspettato. Suonerà strano, ma la condizione di Jousuke Higashikata, ragazzo che ha perduto la memoria ed è costantemente alla ricerca di sé stesso, mi ha portato a pormi questa domanda: “ma io chi sono veramente?”. E, in tutta onestà, una risposta non l’ho trovata, non ancora per lo meno.
Dunque, alla fine di tutto, resta un solo nodo da sciogliere, quello relativo alla valutazione finale. E, al netto di quanto scritto fin qui, credo proprio che il voto dato ad inizio recensione ben si adatti alla lettura di “Jojolion”.
Jojolion è la serie più confusionaria di Jojo, partiamo dall'inizio la serie inizia parlando di una maledizione e si scoprirà quella della famiglia Higashikata in primis.
La caratterizzazione dei personaggi, anche se c'è, appare del tutto anonima, partendo da l'amnesia di Josuke che sembra bipolare più che sotto amnesia, a come non si spieghi perché gli piaccia dormire in mezzo ai materassi.
Il character design sempre più effeminato e androgino, anche se questa era una cosa che mi piaceva almeno in Steel Ball Run dove Araki giocava sul fatto che un uomo può essere una donna e viceversa qui ha calcato troppo la mano, mi piace sempre meno ma nelle tavole devo dire che risultano più pulite e meno confusionarie e sono ancora una gioia per gli occhi ma è andato troppo oltre nel calcare la mano ripeto troooppo effeminati i personaggi.
La trama ha un ritmo lentissimo, gli stand si dimenticano in fretta soprattutto i combattimenti al livello di poteri figuriamoci ricordarsi la caratterizzazione dei personaggi.
A me è parso che Araki qui non sapesse più dove andare a parare, mancano i vecchi horahora di cinque pagine ad esempio ed è una cosa che a me mi ha un po' spiazzato insomma è JoJo e tutto insieme è diventato un thriller psicologico? Ok, ma sa troppo di riciclato Jojolion a mio umile avviso, a partire dai nomi ambientazione etc...
Dove sono i combattimenti adrenalinici delle serie precedenti?
Vedere cervi volanti che combattono potenziati dagli Stand anche se può risultare interessante non è poi un combattimento cosi adrenalinico come cosa.
Sono buttati li e vengono a mancare di azione anche se sono ben realizzati, e poi dov'è l'horror che caratterizza anche in minima parte JoJo da sempre?
La risposta è semplice non c'è, tuttavia, Araki almeno è rimasto fedele per la suspense e il mistero che caratterizzano JoJo da sempre .
Un finale banale, e qui faccio uno spoilerone per chi non ha letto il finale: Josuke si scopre essere uno scambio equivalente fatto con il Rokakaka tra Josefumi Kujo e Yoshikage Kira e alla fine Josuke afferma di essere semplicemente "l'uomo nato dalla terra"!
Ok...
Il nuovo Rokakaka in tutto questo aumenta la confusione.
Il villain della serie, anche Toru come Villain è stato introdotto troppo tardi, è l'unico potere stand che mi è rimasto impresso e garbato abbastanza ma il modo in cui Josuke lo sconfigge va sempre su poteri riciclati dalle serie precedenti precisamente dal potere di Johnny in SBR delle unghie di Tusk act 4 con la rotazione aurea infinita, ovvero Soft and Wet Go Beyond è un potere che trascende le leggi della fisica e della logica che si basa sulla accelerazione infinita della bolla di Josuke e ricorda la rotazione aurea infinita di Tusk Act 4 in tutto e per tutto, perché è un potere dimensionale e ormai i cliché di Araki sono ritriti, poi Soft and Wet Go Beyond nel mondo di Jojolion non può esistere allora com'è possible che esista?
La spiegazione è semplicemente che è un potere sovrannaturale nulla di più.
In questa serie Araki ha tergiversato verso alcuni elementi "urban fantasy" come il genere psicologico di formazione presente anche in Phantom Blood.
Insomma, niente di nuovo, anche se fedele allo stile di Araki mi aspettavo qualcos'altro di più invece delusione.
Tuttavia Jojolion è una grande opera, mi è piaciuto, però ad ogni volume mi aspettavo che succedesse qualcosa di straordinario e invece solo altra confusione, lo scontro psicologico come dicevo prima era già presente nelle vecchie serie come in altre vecchie opere di Araki ad es. "Rohan At louvre" quindi niente di "nuovo" che arricchisca JoJo anche se è una serie ben realizzata e davvero grottesca alla fine i ritmi di questa serie per chi come me si aspettava un nuovo epico SBR non risultano all'altezza, una serie con nomi riciclati che è stata molto elogiata ma per me può tranquillamente essere definita "la peggiore e migliore serie di JoJo contemporaneamente".
Gli vorrei dare di più ma credo che un 7,5 nel complesso vada bene, Jojolion è una serie più che buona, ci sono personaggi come Yasuho che mi sono piaciuti molto, il character delle tavole è molto accattivante e gli stand hanno poteri molto belli e ci sono alcuni nemici stand davvero ben riusciti, mi ha intrattenuto per dieci anni divertendomi di volume in volume il voto è 7,5.
La caratterizzazione dei personaggi, anche se c'è, appare del tutto anonima, partendo da l'amnesia di Josuke che sembra bipolare più che sotto amnesia, a come non si spieghi perché gli piaccia dormire in mezzo ai materassi.
Il character design sempre più effeminato e androgino, anche se questa era una cosa che mi piaceva almeno in Steel Ball Run dove Araki giocava sul fatto che un uomo può essere una donna e viceversa qui ha calcato troppo la mano, mi piace sempre meno ma nelle tavole devo dire che risultano più pulite e meno confusionarie e sono ancora una gioia per gli occhi ma è andato troppo oltre nel calcare la mano ripeto troooppo effeminati i personaggi.
La trama ha un ritmo lentissimo, gli stand si dimenticano in fretta soprattutto i combattimenti al livello di poteri figuriamoci ricordarsi la caratterizzazione dei personaggi.
A me è parso che Araki qui non sapesse più dove andare a parare, mancano i vecchi horahora di cinque pagine ad esempio ed è una cosa che a me mi ha un po' spiazzato insomma è JoJo e tutto insieme è diventato un thriller psicologico? Ok, ma sa troppo di riciclato Jojolion a mio umile avviso, a partire dai nomi ambientazione etc...
Dove sono i combattimenti adrenalinici delle serie precedenti?
Vedere cervi volanti che combattono potenziati dagli Stand anche se può risultare interessante non è poi un combattimento cosi adrenalinico come cosa.
Sono buttati li e vengono a mancare di azione anche se sono ben realizzati, e poi dov'è l'horror che caratterizza anche in minima parte JoJo da sempre?
La risposta è semplice non c'è, tuttavia, Araki almeno è rimasto fedele per la suspense e il mistero che caratterizzano JoJo da sempre .
Un finale banale, e qui faccio uno spoilerone per chi non ha letto il finale: Josuke si scopre essere uno scambio equivalente fatto con il Rokakaka tra Josefumi Kujo e Yoshikage Kira e alla fine Josuke afferma di essere semplicemente "l'uomo nato dalla terra"!
Ok...
Il nuovo Rokakaka in tutto questo aumenta la confusione.
Il villain della serie, anche Toru come Villain è stato introdotto troppo tardi, è l'unico potere stand che mi è rimasto impresso e garbato abbastanza ma il modo in cui Josuke lo sconfigge va sempre su poteri riciclati dalle serie precedenti precisamente dal potere di Johnny in SBR delle unghie di Tusk act 4 con la rotazione aurea infinita, ovvero Soft and Wet Go Beyond è un potere che trascende le leggi della fisica e della logica che si basa sulla accelerazione infinita della bolla di Josuke e ricorda la rotazione aurea infinita di Tusk Act 4 in tutto e per tutto, perché è un potere dimensionale e ormai i cliché di Araki sono ritriti, poi Soft and Wet Go Beyond nel mondo di Jojolion non può esistere allora com'è possible che esista?
La spiegazione è semplicemente che è un potere sovrannaturale nulla di più.
In questa serie Araki ha tergiversato verso alcuni elementi "urban fantasy" come il genere psicologico di formazione presente anche in Phantom Blood.
Insomma, niente di nuovo, anche se fedele allo stile di Araki mi aspettavo qualcos'altro di più invece delusione.
Tuttavia Jojolion è una grande opera, mi è piaciuto, però ad ogni volume mi aspettavo che succedesse qualcosa di straordinario e invece solo altra confusione, lo scontro psicologico come dicevo prima era già presente nelle vecchie serie come in altre vecchie opere di Araki ad es. "Rohan At louvre" quindi niente di "nuovo" che arricchisca JoJo anche se è una serie ben realizzata e davvero grottesca alla fine i ritmi di questa serie per chi come me si aspettava un nuovo epico SBR non risultano all'altezza, una serie con nomi riciclati che è stata molto elogiata ma per me può tranquillamente essere definita "la peggiore e migliore serie di JoJo contemporaneamente".
Gli vorrei dare di più ma credo che un 7,5 nel complesso vada bene, Jojolion è una serie più che buona, ci sono personaggi come Yasuho che mi sono piaciuti molto, il character delle tavole è molto accattivante e gli stand hanno poteri molto belli e ci sono alcuni nemici stand davvero ben riusciti, mi ha intrattenuto per dieci anni divertendomi di volume in volume il voto è 7,5.
"Jojolion" è sostanzialmente una rivisitazione di "Diamond is Unbreakable". La storia inzia in tempi moderni a Morio-Cho e protagonista è un ragazzo che viene ritrovato nudo e senza memoria da una ragazza di nome Yasuho. La prima parte della storia a mio parere è perfettamente riuscita a livello di narrazione e pacing e nella quale Araki riesce a tenerti incollato alle pagine per scoprire tutti i segreti del passato di questo ragazzo e della strana famiglia che lo ha adottato. La trama prosegue poi, forse un pò troppo a rilento, ma viene comunque salvata da degli ottimi scontri e dall'introduzione di personaggi bellissimi (uno su tutti Mamezuku Rai). Dopo questa parte ci si avvia verso il finale, gestito molto bene a livello di pacing e colpi di scena e in se molto bello a mio parere.
Penso che questa sia una delle parti migliori di Jojo (avendo anche particolarmente amato "Diamond is Unbreakable") in cui Araki dimostra ancora una volta di saper spaziare tra più tipi di storie, con personaggi dai design bellissimi e ben caratterizzati. Uniche critiche che mi sento di fare riguardano gli stand (in quanto in questa parte ce ne sono pochi di memorabili e sono per lo più ripresi da stand di parti precedenti) e la gestione del nemico finale (anch'esso un pò sottotono rispetto a Valentine o Kira come caratterizzazione e sicuramente non epico quanto Dio) che viene introdotto, a mio parere, un pò troppo tardi nella storia.
P.S.: solo Araki può scrivere un intero volume su uno scontro tra scarabei e renderlo una delle battaglie più interessanti della parte.
Penso che questa sia una delle parti migliori di Jojo (avendo anche particolarmente amato "Diamond is Unbreakable") in cui Araki dimostra ancora una volta di saper spaziare tra più tipi di storie, con personaggi dai design bellissimi e ben caratterizzati. Uniche critiche che mi sento di fare riguardano gli stand (in quanto in questa parte ce ne sono pochi di memorabili e sono per lo più ripresi da stand di parti precedenti) e la gestione del nemico finale (anch'esso un pò sottotono rispetto a Valentine o Kira come caratterizzazione e sicuramente non epico quanto Dio) che viene introdotto, a mio parere, un pò troppo tardi nella storia.
P.S.: solo Araki può scrivere un intero volume su uno scontro tra scarabei e renderlo una delle battaglie più interessanti della parte.
Questa ottava serie, (ambientata nell'universo alternativo creatosi dopo la fine di "Stone Ocean", per merito di padre Pucci) , è un mistero dopo l'altro. Quest'ottava serie è ambientata a Morioh-Cho, cittadina che abbiamo imparato ad apprezzare sin dalla quarta parte, dove tuttavia ,(scorre l'anno 2011), nella zona costiera sono apparse , o meglio spuntate, delle guglie dal terreno , che gli abitanti dell'instancabile Morioh-Cho chiamano "Wall eyes". Ed è allora proprio lì che Yasuho Hirose trova passando lì per caso il corpo di un uomo . Tuttavia il corpo è strano . Yasuho nota che il ragazzo ha 4 testicoli e sulla schiena (all'altezza della spalla) ha una voglia a forma di stella. Il ragazzo ha addosso un cappello da marinaio e quando si sveglia sembra aver perso la memoria. Inoltre il ragazzo manifesta lo strano potere di far fuoriuscire delle bolle dalla voglia . Tantissime domande insorgono nella mente di Yasuho che quando Josuke si risveglia , all'ospedale, lo va a trovare e cerca di indagare sull'identità del ragazzo.
Questa è solo la trama di quella che secondo me è la serie meglio riuscita dell'epopea de "Le Bizzare Avventure di Jojo". Ma cos'è che me la fa amare così tanto? Sarà perché finalmente ,(e ce n'era bisogno), si vanno a trattare tematiche più mature ? Oppure sarà semplicemente per il fatto che lo stile artistico di Araki è finalmente giunto ad uno stato vicino alla perfezione? O forse sarà per i personaggi instancabili che non sono mai buttati lì a caso ma tutti messi lì al posto giusto nel momento giusto ; o forse per i combattimenti, mai noiosi ,mai banali,( scarabeo ) , che vengono fatti attraverso stand davvero fuori dal comune , stand che ci mostrano come l'esperienza sia la chiave per arrivare alla perfezione (come Soft & Wet , lo stand del protagonista , che si evolve sempre di più, fino ad arrivare ad uno stato di perfezione?
Questa è solo la trama di quella che secondo me è la serie meglio riuscita dell'epopea de "Le Bizzare Avventure di Jojo". Ma cos'è che me la fa amare così tanto? Sarà perché finalmente ,(e ce n'era bisogno), si vanno a trattare tematiche più mature ? Oppure sarà semplicemente per il fatto che lo stile artistico di Araki è finalmente giunto ad uno stato vicino alla perfezione? O forse sarà per i personaggi instancabili che non sono mai buttati lì a caso ma tutti messi lì al posto giusto nel momento giusto ; o forse per i combattimenti, mai noiosi ,mai banali,( scarabeo ) , che vengono fatti attraverso stand davvero fuori dal comune , stand che ci mostrano come l'esperienza sia la chiave per arrivare alla perfezione (come Soft & Wet , lo stand del protagonista , che si evolve sempre di più, fino ad arrivare ad uno stato di perfezione?
Jojolion descrive perfettamente il carattere artistico e bizzarro di JoJo, spremendo al massimo le proprie potenzialità.
Con un inizio molto confusionario e troppe poche informazioni a disposizione JoJolion si apre nella cittadina di Morio-cho, diversa da quella che conosciamo, con più tratti misteriosi e personaggi caratterialmente differenti dal punto di vista estetico e personale.
Ognuno ha la propria storia da raccontare, poteri differenti e visioni del mondo diverse, che si oppongono al normale pensiero di logica che pensiamo noi, o che ci verrebbero in mente fin da subito.
Durante una battaglia non si può mai restare a mani vuote, onomatopee che ingigantiscono gli accaduti, onnipresenti durante le battaglie, che opprimono il lettore e lo spingono ad andare avanti per scoprire con quale stranezza si possa concludere lo scontro e a favore di chi.
Nonostante le ambientazioni non da subito riconoscibili e alcune azioni veramente estreme, che rendono difficoltosa le lettura parecchio contorta e oscurata da conversazioni su nuvolette enormi, nascondendo l'azione che sta avvenendo, si può intuire con quanta maestria sia stata scritta l'opera, in continua evoluzione del tratto e dei particolari corporei.
Questo può voler dire soltanto una cosa, ovvero la grandissima potenzialità di questo racconto e una storia contorta ma allo stesso tempo affascinante, che la portano ad amarla e per questo non le si può non dare una eccellente valutazione.
Con un inizio molto confusionario e troppe poche informazioni a disposizione JoJolion si apre nella cittadina di Morio-cho, diversa da quella che conosciamo, con più tratti misteriosi e personaggi caratterialmente differenti dal punto di vista estetico e personale.
Ognuno ha la propria storia da raccontare, poteri differenti e visioni del mondo diverse, che si oppongono al normale pensiero di logica che pensiamo noi, o che ci verrebbero in mente fin da subito.
Durante una battaglia non si può mai restare a mani vuote, onomatopee che ingigantiscono gli accaduti, onnipresenti durante le battaglie, che opprimono il lettore e lo spingono ad andare avanti per scoprire con quale stranezza si possa concludere lo scontro e a favore di chi.
Nonostante le ambientazioni non da subito riconoscibili e alcune azioni veramente estreme, che rendono difficoltosa le lettura parecchio contorta e oscurata da conversazioni su nuvolette enormi, nascondendo l'azione che sta avvenendo, si può intuire con quanta maestria sia stata scritta l'opera, in continua evoluzione del tratto e dei particolari corporei.
Questo può voler dire soltanto una cosa, ovvero la grandissima potenzialità di questo racconto e una storia contorta ma allo stesso tempo affascinante, che la portano ad amarla e per questo non le si può non dare una eccellente valutazione.
Questa parte de: Le Bizzarre Avventure di Jojo è quella che si potrebbe dire la più bizzarra. Ci sono personaggi e stand molto particolari. Anche se bizzarra è la migliore parte di Jojo dal mio punto di vista, perché a differenza delle altre parti (esclusa Steel Ball Run), I personaggi non devono superare degli ostacoli per poi arrivare a sconfiggere il villain finale, ma devono cercare di scoprire la vera identità del protagonista, perché ha perso la memoria. Non voglio fare spoiler pesanti perciò mi limiterò a dire che all'inizio questa parte non mi convinceva, ma dopo capitolo per capitolo ero sempre più curioso di sapere chi fosse realmente Josuke. Un manga che consiglio a tutti gli appassionati di Jojo, perché vedo molte persone che sottovalutano questa parte ma non dovrebbero farlo perché può competere con Steel Ball Run.
Come al solito Hirohiko Araki non delude, e già dal primo volume si capisce come mai dopo oltre 20 anni continui ad avere successo in tutto il mondo. In primo luogo ciò che colpisce, come sempre, è lo stile di disegno: l'autore, ad eccezione della seconda serie (dove i disegni ricordavano quelli di Tetsuo "Ken il guerriero" Hara), non ha mai adottato uno stile esattamente orientale, preferendo agli occhioni un realismo che ricorda più le opere americane ed europee. Il realismo "irreale" (chi ha letto JoJo capirà cosa intendo) si è andato man mano raffinandosi negli anni, toccando il suo massimo in questa nuova serie, erede diretta del tratto già molto pulito di Steel Ball Run (Settima serie delle bizzarre avventure), che riesce comunque a disorientare con certe pose improbabili anche il lettore più esperto. Al di là dello stile, che può piacere o non piacere, ma non passa certo inosservato, passiamo alla trama e ai personaggi.
SPOILER
Siamo nella realtà parallela originatasi alla fine di Stone Ocean per merito di Padre Pucci: in questa realtà tutti i personaggi esistiti sino alla sesta serie non esistono, perlomeno non nel modo in cui li conoscevamo, e la famiglia Joestar sembra avere un ruolo di supporto nei confronti di altri personaggi. Nello specifico, in JoJolion ci troviamo nella cittadina di Morio-Cho (teatro della quarta serie, "Diamond is Unbreakable") all'inizio del decennio attuale, dove, dopo un terremoto, emergono dal terreno delle strane protuberanze dotate di qualcosa simile ad occhi, e per questo dette "wall eyes". Primo personaggio ad apparire è la giovane Yasuho Hirose (Koichi Hirose era un importante coprotagonista della serie 4, ma in questa realtà sembra non esservene traccia), che girando nei pressi di questi muri trova un ragazzo nudo che indossa un cappello da marinaio, ha una strana stella sul collo intorno a cui si vedono segni di un morso (i fan di vecchia data sentiranno suonare un campanello!), ma soprattutto ha 4 testicoli. Il ragazzo viene recuperato e ricoverato in ospedale, dove scopriamo che non ricorda nulla di sé, e che ha particolari doti matematiche (cosa non rara nelle opere di Araki) e uno strano potere: dalla stella che ha sul collo può far uscire delle bolle, in grado di privare un oggetto di una sua proprietà (ad esempio un colore, il calore, l'attrito, la capacità di produrre suoni, e così via; so che è complicato, ma in JoJo spesso è così). Cercando di scoprire qualcosa su di sè, il giovane scopre che il suo nome potrebbe essere Yoshikage Kira (Crudele villain sempre di "Diamond is Unbreakable", morto nella sua realtà e condannato a vagare come un fantasma senza memoria). Giunto all'appartamento intestato a questo Kira, il ragazzo viene però attaccato dal detentore di un altro bizzarro potere, e al termine dello scontro scoprirà di non essere Yoshikage. Yasuho si propone di aiutare il ragazzo, cui per comodità viene dato il nome di Josuke, e che verrà ospitato dagli Higashikata, amici della ragazza, ma da subito iniziano a verificarsi fatti misteriosi, legati ad altri poteri. Chi è questo Josuke? perchè possiede un potere che si origina propio da quella bizzarra stella sul collo? perchè ha 4 testicoli? Poco alla volta il maestro Araki ci spiegherà tutto (o forse no), tra rimandi a personaggi che i fan di vecchia data ricorderanno e nuovi poteri sempre più bizzarri e complessi, nella speranza di capire che fine hanno fatto i protagonisti della realtà originale e che cosa li collega a questi nuovi individui che tanto li ricordano.
Il mio 9 è forse un po' di parte, dal momento che ho sempre adorato la saga di JoJo, ma la qualità del manga è senza dubbio alta, la mia unica speranza è di poter dare un 10 pieno a questo manga, voto che arriverà solo se la trama non sarà intricata come quella delle ultime 2 serie.
SPOILER
Siamo nella realtà parallela originatasi alla fine di Stone Ocean per merito di Padre Pucci: in questa realtà tutti i personaggi esistiti sino alla sesta serie non esistono, perlomeno non nel modo in cui li conoscevamo, e la famiglia Joestar sembra avere un ruolo di supporto nei confronti di altri personaggi. Nello specifico, in JoJolion ci troviamo nella cittadina di Morio-Cho (teatro della quarta serie, "Diamond is Unbreakable") all'inizio del decennio attuale, dove, dopo un terremoto, emergono dal terreno delle strane protuberanze dotate di qualcosa simile ad occhi, e per questo dette "wall eyes". Primo personaggio ad apparire è la giovane Yasuho Hirose (Koichi Hirose era un importante coprotagonista della serie 4, ma in questa realtà sembra non esservene traccia), che girando nei pressi di questi muri trova un ragazzo nudo che indossa un cappello da marinaio, ha una strana stella sul collo intorno a cui si vedono segni di un morso (i fan di vecchia data sentiranno suonare un campanello!), ma soprattutto ha 4 testicoli. Il ragazzo viene recuperato e ricoverato in ospedale, dove scopriamo che non ricorda nulla di sé, e che ha particolari doti matematiche (cosa non rara nelle opere di Araki) e uno strano potere: dalla stella che ha sul collo può far uscire delle bolle, in grado di privare un oggetto di una sua proprietà (ad esempio un colore, il calore, l'attrito, la capacità di produrre suoni, e così via; so che è complicato, ma in JoJo spesso è così). Cercando di scoprire qualcosa su di sè, il giovane scopre che il suo nome potrebbe essere Yoshikage Kira (Crudele villain sempre di "Diamond is Unbreakable", morto nella sua realtà e condannato a vagare come un fantasma senza memoria). Giunto all'appartamento intestato a questo Kira, il ragazzo viene però attaccato dal detentore di un altro bizzarro potere, e al termine dello scontro scoprirà di non essere Yoshikage. Yasuho si propone di aiutare il ragazzo, cui per comodità viene dato il nome di Josuke, e che verrà ospitato dagli Higashikata, amici della ragazza, ma da subito iniziano a verificarsi fatti misteriosi, legati ad altri poteri. Chi è questo Josuke? perchè possiede un potere che si origina propio da quella bizzarra stella sul collo? perchè ha 4 testicoli? Poco alla volta il maestro Araki ci spiegherà tutto (o forse no), tra rimandi a personaggi che i fan di vecchia data ricorderanno e nuovi poteri sempre più bizzarri e complessi, nella speranza di capire che fine hanno fatto i protagonisti della realtà originale e che cosa li collega a questi nuovi individui che tanto li ricordano.
Il mio 9 è forse un po' di parte, dal momento che ho sempre adorato la saga di JoJo, ma la qualità del manga è senza dubbio alta, la mia unica speranza è di poter dare un 10 pieno a questo manga, voto che arriverà solo se la trama non sarà intricata come quella delle ultime 2 serie.