Per decenni, il Giappone ha portato avanti una delle industrie più fiorenti a livello mondiale legate all'animazione, con storie indimenticabili, personaggi iconici e uno stile visivo inconfondibile. Ma oggi, una delle figure più importanti del settore – Masao Maruyama, fondatore di studi storici come Madhouse e MAPPA,lancia un allarme: la Cina potrebbe presto superare l’industria anime giapponese.

In un’intervista recente, Maruyama riflette su ciò che ha reso grande l’anime... e su ciò che rischia di farlo cadere. Troppa attenzione al successo commerciale, poca formazione dei giovani talenti e un mercato sempre più competitivo stanno mettendo in crisi la creatività giapponese. Nel frattempo, l’animazione cinese (donghua) cresce rapidamente – e secondo Maruyama, è solo l’inizio.


 



 

Ricordiamo che Masao Maruyama è una figura chiave e storica dell’industria degli anime giapponesi, con oltre 50 anni di carriera. È uno dei produttori più influenti e rispettati del settore, noto per aver fondato e co-fondato alcuni degli studi di animazione più importanti del Giappone.

Secondo Maruyama, la dipendenza dell’industria giapponese dal successo commerciale sta soffocando la creatività. Gli studi oggi sono perennemente alla ricerca di successi virali più che lorientarsi verso ’innovazione artistica, trascurando la formazione delle nuove generazioni di animatori. Egli sostiene che questo approccio ristretto ha reso il Giappone vulnerabile, specialmente ora che piattaforme come Disney e Netflix stanno alzando il tiro a livello globale. Un tempo celebrato per la sua profondità narrativa e l’originalità visiva, l’anime giapponese rischia oggi di smarrire queste qualità. Se l’industria non tornerà a investire nei talenti originali e non amplierà la propria visione creativa, potrebbe perdere quel vantaggio culturale che l’ha resa un punto di riferimento a livello mondiale.

Mentre il Giappone sembra essere in una fase di stallo, la Cina sta accelerando. Maruyama sottolinea che l’animazione cinese è oggi limitata più dalla censura che dalla mancanza di talento. Una volta rimosso questo ostacolo creativo, secondo lui, gli artisti cinesi – già ben finanziati e desiderosi di superare i confini – potrebbero sorpassare i concorrenti. Titoli donghua come The Legend of Hei hanno già influenzato registi giapponesi come Makoto Shinkai, segnalando un crescente scambio bidirezionale di idee.


To Be Hero X, serie rivelazione della stagione su Crunchyroll


L’industria cinese sta anche guadagnando terreno a livello internazionale. Serie come All Saints Street o To Be Hero X  non solo sono apprezzate in patria, ma stanno trovando pubblico su piattaforme come Crunchyroll, dove competono direttamente con gli anime stagionali. Con forti investimenti statali, strumenti moderni e una nuova generazione di creatori appassionati, la Cina si sta posizionando non solo come concorrente, ma come potenziale leader dell’animazione globale!

E voi che ne pensate?

Fonte: screenrant.com