Quando si parla di trasposizioni a videogioco dei battle shonen la conversione più comune è quella di picchiaduro. Il nesso è coerente: il focus di un battle shonen sono proprio i combattimenti, quale genere migliore per rappresentare quella competizione con l'avversario per il raggiungimento di un obiettivo, il quale spesso e volentieri si traduce in uno scontro fisico, rigorosamente uno-contro-uno, affiancato da un cervellotico duello mentale dove strategia, trappole, contromosse e casualità si uniscono in un tripudio di emozionanti colpi di scena. I picchiaduro riescono a mettere in piedi gli stessi meccanismi con pressapoco le stesse regole, tuttavia nei tempi più recenti, in parte a causa del successo dei Naruto Ultimate Ninja Storm, più che di picchiaduro in senso lato si parla piuttosto di arena fighter. Per dirla in poche parole, gli arena fighter sono versioni più accessibili dei classici picchiaduro 3D dove l'aspetto tecnico passa in secondo piano in favore di una maggiore accessibilità, ma soprattutto per lasciare spazio alla spettacolarità e fedeltà all'opera originale che non ad un gameplay profondo. Un mix che da vita a coreografiche battaglie belle da vedere, sia per chi gioca che per chi assiste, e con un sistema semplice che permette a chiunque di divertirsi in modo immediato.
 
HxH recensione PS5

Per non scomodare sempre l'ultimo Naruto (di cui trovate qui la nostra recensione) e guardare qualcosa di più recente, Demon Slayer: The Hinokami Chronicles o i due My Hero One's Justice sono ottimi esempi di quanto descritto prima, ovvero in primis una scusa per rivivere in prima persona le emozioni della serie e solo in secondo luogo dei picchiaduro. Titoli come JoJo's Bizzarre Adventure: All-Star Battle o Bleach Rebirth of Souls, pur ponendosi in modo meno semplicistico e avvicinandosi più a dei picchiaduro 3D classici, permettono ai fan delle serie di immergersi nel mondo dei loro beniamini in solitaria oppure passando delle divertenti sessioni con gli amici, i quali non avranno bisogno di grande sforzo o tempo per arrivare ad un livello accettabile di sfida (per maggiori informazioni, riportiamo le nostre recensioni su Bleach e JoJo). La casa di sviluppo Eighting e i publisher Bushiroad Games e Arc System Works hanno avuto idee molto diverse per Hunter x Hunter: Nen x Impact, che ciò sia un bene o un male è difficile dirlo, dopotutto sia Dragon Ball: FighterZ che Dragon Ball: Sparking! Zero hanno saputo conquistare i fan pur essendo molto diversi tra loro (qui la recensione dell'ultimo) però come reagirà il fan della serie di Yoshihiro Togashi davanti a questo "primo vero titolo importante" dedicato alla leggendaria avventura iniziata nell'ormai lontano 1998?

Come facilmente intuibile dalle premesse, Hunter x Hunter: Nen x Impact è a tutti gli effetti un picchiaduro 2D a squadre e non un arena fighter inoltre, come i più attenti avranno già notato, dietro lo sviluppo troviamo Eighting – una software house veterana che nel tempo ha sviluppato moltissimi picchiaduro di qualità sia su licenza che originali: l'apprezzatissima serie di Bleach: Heat the Soul è loro così come i piacevoli Tatsunoko Vs Capcom, i leggendari Bloody Roar, il recente DNF Duel e persino Marvel Vs Capcom 3. A proposito di quest'ultimo, tra ritmi, combo e sistema a squadre il crossover Marvel si potrebbe definire il parente più vicino al gioco di Hunter x Hunter ma dopo le prime partite appare subito chiaro che mosse e tempistiche sono meno permissive per un gameplay meno caciarone. Decisamente inaspettato. In un mondo dove i picchiaduro anime puntano su grafica, scenografia e accessibilità, Hunter x Hunter: Nen x Impact fa l'esatto opposto: grafica spoglia, cast ridotto a soli sedici personaggi (più quattro segreti del season pass di cui è stata rivelata solo Neferpito) e un sistema di combattimento così profondo da caderci dentro.
 
HxH recensione PS5

Coerente con l'anima cervellotica della serie, Hunter x Hunter: Nen x Impact chiede al giocatore di ragionare velocemente dati i suoi ritmi veloci e scattanti, il tutto mettendo a disposizione una manciata di meccaniche relativamente semplici, per lo più difensive, condivise da tutto il cast unite a sedici stili di combattimento estremamente variegati e diversi, tre dei quali (come minimo) andranno imparati in modo più o meno approfondito perché, appunto, trattandosi di un picchiaduro a squadre si scende in campo in un tre contro tre estremamente dinamico. Le combo infliggono danni piuttosto elevati, ma parte del danno subito è recuperabile lasciando il personaggio "in panchina", cosa che porta inevitabilmente ad uno switch continuo atto sia al recupero che al pressing offensivo per una situazione a schermo un poco confusionaria e inizialmente difficile da gestire.

La curva di apprendimento è abbastanza ripida, non solo per i ritmi serrati delle battaglie e per i sedici personaggi ricchi di azioni uniche e strategie differenti, ma anche per le combo che prevedono tempismi stretti e colpi "strani" – per fare un paragone, l'okizeme (la fase in cui l'avversario si sta rialzando dopo essere stato atterrato) generalmente prevede di muoversi in un certo modo o lanciare determinati colpi sfruttando il fatto che l'avversario è fisso in un punto e per un certo lasso di tempo non potrà attaccare. Usando il già citato JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle come esempio, il nemico che si rialza è il momento migliore per ricaricare la pistola di Mista o per lanciare le bolle-lenti di Caesar per un po' di danno sicuro, insomma un momento in cui si tira il fiato mettendo un po' di "pressione sicura". In Hunter x Hunter la quasi totalità dei personaggi ha una o più mosse che permettono di colpire e sollevare il nemico perciò il fatto che sia a terra apre un mondo di possibilità in più per una lotta continua senza esclusione di colpi.
 
HxH recensione PS5

La difficoltà di Hunter x Hunter: Nen x Impact non sta negli input per le mosse, i quali spesso si riducono ad un avanti/indietro+tasto, quanto nel tenere a mente tutte le opzioni e capire quando è il momento giusto di sfoderare gli artigli. In attacco, mettendo da parte le tre mosse diverse per ogni compagno, si hanno numerosi opzioni offensive date dalle abilità nen dei personaggi, ma valgono le classiche regole del 2D con attacchi bassi e medi, parabili da abbassati, e alti, parabili solo da in piedi, a cui però si aggiunge la postura nen (ovvero il Ken, per gli intenditori) che consumando la barra di energia permette di respingere tutti gli attacchi allontanando l'avversario e, se rilasciato con il giusto tempismo, permette di iniziare una propria controffensiva.

In questo mare di tecnica e complessità, il neofita si trova sommerso di concetti facili da capire ma complessi da mettere in pratica, ma per la gioia dei più pigri premendo L2 e uno dei tre tipi di attacco (leggero e veloce, medio e bilanciato, forte e lento) si possono scatenare delle più che buone combo che permettono di scontrarsi con gli avversari infliggendo danni dignitosi (e stilosi) rispetto alle semplici sequenze quadrato-triangolo-pallino. Ad alti livelli, in particolare contro gli umani, le auto-combo non porteranno lontano sicché i colpi iniziali sono sempre i soliti tre e diventano facili da prevedere, ma sono un ottimo modo per iniziare a giocare concentrandosi sulle meccaniche di movimento piuttosto che sulle sequenze di tasti e prendendo al contempo confidenza con i frenetici ritmi di gioco.
 
HxH recensione PS5

Detto questo, Hunter x Hunter: Nen x Impact offre poche ma piacevoli modalità: la Storia non è altro che una scusa per fare da tutorial mentre si mostra qualche spezzone recuperato dalla serie del 2011, la Torre Celeste è un divertente survival, ma tutto è atto a far prendere confidenza al giocatore per poi lanciarlo nel cuore dell'esperienza, ovvero le battagli online, impreziosite dal rollback, e le immancabili sessioni offline con i propri amici... i quali avranno bisogno di ben più di una rapida spiegazione per scendere degnamente in campo.

GIUDIZIO FINALE

Coerentemente con lo spirito del manga, Hunter x Hunter: Nen x Impact si presenta con una veste grafica spoglia e bruttina che lo fa sembrare un titolo nato vecchio e poi, giustamente, pad alla mano conferma una profondità da picchiaduro old-school con una spolverata di accortezze moderne per un titolo che stupisce facendo il contrario di ciò che fanno oggi i picchiaduro tratti da anime. Tecnico e profondo come i "veri picchiaduro" e lontano dalla accessibilità degli arena fighter su licenza a cui le grandi produzioni ci hanno abituato, Hunter x Hunter: Nen x Impact rende omaggio all'opera di Yoshihiro Togashi ponendo al centro di tutto le battaglie, offrendo ai fan un gameplay che sottolinea implicitamente la complessità e il fascino del nen senza mai dimenticare la fedeltà all'originale grazie a movenze e mosse speciali ricreate con grande precisione. Le meccaniche del nen vengono messe a servizio del sistema di gioco per un picchiaduro fresco e complesso, carico di personalità, ma tutt'altro che semplice... ma dopotutto stiamo parlando di Hunter x Hunter, davvero qualcuno si aspettava qualcosa di facile e lineare?

Gioco testato su PlayStation 5.