Il mondo dell'animazione giapponese ha subito trasformazioni radicali nel corso degli ultimi decenni. Quello che un tempo era un processo interamente artigianale, basato sul disegno a mano fotogramma per fotogramma, si è evoluto in un'industria che integra tecnologie digitali avanzate, CGI e tecniche di produzione completamente rinnovate. Questi cambiamenti hanno portato sia vantaggi che perdite, come spiega uno dei registi più visionari del settore.
Con una carriera che abbraccia oltre quattro decenni, Mamoru Oshii si è affermato come regista e cineasta pionieristico nel panorama degli anime, celebre soprattutto per il suo lavoro sul franchise di Ghost in the Shell. Sebbene sia stato parte dell'industria sin dagli anni '80, il suo riconoscimento globale è arrivato grazie al film Ghost in the Shell del 1995, che è diventato un successo planetario non solo in Giappone, ma anche negli Stati Uniti e in Europa. Il pluripremiato regista è famoso per la sua narrazione distintiva orientata alla filosofia e per il suo stile artistico unico, che talvolta privilegia gli aspetti visivi rispetto alla trama.

Tra le sue numerose opere memorabili dei primi anni di carriera, L'Uovo dell'Angelo (Tenshi no Tamago / Angel's Egg) ha lasciato l'impressione più profonda ed è ancora oggi considerato un capolavoro assoluto. Uscito nel 1985, questo film originale è celebrato per le sue immagini straordinarie e surreali, con una fusione unica di visione artistica e profondità filosofica. Tuttavia, mentre l'industria degli anime si è evoluta nel corso dei decenni, Oshii è consapevole che le immagini di Angel's Egg non possono più essere ricreate con le modalità attuali.
In un'intervista con The Film Stage, Oshii ha discusso del suo film più iconico. Quando gli è stato chiesto se Angel's Egg potesse essere ricreato oggi, ha risposto senza esitazione che sarebbe impossibile. Secondo il regista, i dettagliati lavori di disegno presenti nel film risulterebbero noiosi e tediosi per la maggior parte degli animatori contemporanei, che preferiscono impegnarsi in lavori creativi e originali piuttosto che perfezionare tecniche artigianali. Oshii ha inoltre sottolineato come l'attuale ambiente di produzione degli anime non permetta più la realizzazione di un progetto simile. La bellezza di Angel's Egg risiede nel fatto che ogni singolo dettaglio è stato creato da mani umane, qualcosa di fondamentalmente diverso dalla precisione prodotta dalle odierne tecnologie digitali.
Con l'avanzamento della tecnologia, l'anime moderno è cambiato significativamente nel corso degli anni. A differenza del passato, oggi si basa su una combinazione di animazione tradizionale disegnata a mano con tecniche digitali, utilizzando principalmente la CGI per illuminazione, colorazione, sfondi e movimento. Questo permette agli animatori di includere maggiori dettagli in ogni fotogramma, creando un senso di profondità unico. Tuttavia, sebbene l'animazione moderna abbia i suoi vantaggi, Oshii riconosce che la tecnologia contemporanea non può creare dettagli così intricati come quelli visibili nei film più datati, che si concentravano principalmente sull'animazione disegnata a mano senza alcun utilizzo di CGI.

Il concept di Angel's Egg è nato da un film mai realizzato di Lupin III, trasformato in qualcosa di molto diverso e unico. Durante l'intervista, Oshii ha anche menzionato come sia comune che un progetto messo in pausa venga rielaborato in qualcosa di completamente diverso. Per questo motivo, nonostante la trama insolita, non ha dovuto sforzarsi di convincere i produttori. Sebbene Angel's Egg non fosse famoso a livello globale al momento della sua uscita, ha lentamente guadagnato riconoscimento tra gli appassionati di anime nel corso dei decenni. Ricordiamo che il recente restauro in 4K del film per commemorare il 40° anniversario dell'anime, arriverà per la prima volta nelle sale italiane come evento speciale di una settimana dal 4 al 10 dicembre
Fonte: ComicBook
Non è che al tempo le cose gli siano andate bene.
Spero comunque che in futuro ci sia un cambio di rotta "vintage", che non vuol dire abolire le tecniche moderne ma seguire impostazioni come quelle di progetti alla Puparia per esempio.
Personalmente una delle cose che rimpiango delle tecniche artigianali è proprio il senso della profondità, che nelle impostazioni digitali e in CG mi risulta "costruito". Come se i personaggi si muovessero su un set di sfondi teatrali o cinematografici. Colorazioni e illuminazioni hanno un peso, ma semplicemente mi risalta troppo la differenza fra un trompe l'oeil e una prospectiva.
Credo che con le tecnologie moderne non sarebbe troppo difficile fare un anime che sembri quasi in tutto e per tutto realizzato in rodovetro. Ma a essere cambiati, oltre alle tecnologie, sono la sensibilità e il background degli artisti, cosa vogliono oggi il pubblico e i produttori, o addirittura gli schermi. Credo che anche usando le tecniche del tempo, il risultato sarebbe comunque più vicino a un anime moderno.
Non esattamente, basti vedere i capolavori di Te Wei della Shanghai animation (a cui probabilmente lo stesso Takahata potrebbe essersi ispirato) e parliamo di anni '60 e '80.
Quello che si può fare in un cortometraggio lo si può fare anche in un lungometraggio, basta avere la volontà e i soldi.
Esatto.
Se da una parte non ci sono più un certo tipo di animatori, mancano anche i finanziamenti e il coraggio per fare tali opere, ed è anche cambiata la sensibilità del pubblico, il problema non è tanto la CGI.
Anche Akira, il film di Lensman, o l'americano Starchaser (La leggenda di Orin) degli anni '80 hanno avuto il supporto della CGI per le animazioni (non nel modo in cui si usa oggi) ma questo non toglie che abbiano pienamente quella sensibilità per le animazioni tipiche del loro periodo.
Non avremo più opere animate in modo eccezionale come alcuni prodotti anni '80, La spada dei kamui, Birth, Vampire Hunter D, Project Ako.
Ma sono abbastanza fiducioso che avremo prima o poi un risorgimento dell'animazione, forse quando si inizieranno a separare i prodotti prettamente commerciali da quelli autoriali.
Stai confondendo quello che è fattibile tecnicamente da quello che è fattibile economicamente.
La quantità di frame da animare è più un problema economico e di tempo (che è comunque anche quello economico) che un problema di capacità degli animatori.
Basta vedere i lungometraggi della Toei degli anni '60 i quali erano realizzati a passo 2, se ci metti i soldi puoi fare tutto.
Per farti un altro esempio, guarda i corti di Frederic Back, non importa quale tecnica si usi, tutto si può animare.
Ma se poi dietro hai una storia e soldi ci puoi fare una lungometraggio, ripeto: ci vogliono i soldi.
Takahata ha potuto fare Kaguya hime (uno dei film più costosi dello studio Ghibli, bissato o superato da Il ragazzo e l'airone, comunque una frazione del budget dei film di animazione americani) perché aveva il supporto economico dello studio Ghibli.
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_most_expensive_animated_films
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