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kirk

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
So che sei per quest’opera può sembrare poco: ma sebbene io abbia apprezzato i ricordi dell’autore degli anni ‘50, alla fine il disegno non è eccezionale, troppo semplice e c’è poca azione.
Io credo che una biografia possa essere piacevole solo se narrata in modo serrato, creando movimento anche quando non c’è azione… difficile da fare anche per l’autore che ha inventato il gekiga.

Tutto parte con l’autore giovane che, insieme al fratello, partecipa a concorsi di disegni per portare a casa i premi fino a che… non conosce Tezuka!
Ciò è una delle cause che porta Tatsumi a non andare troppo in là con gli studi e a mettersi a disegnare: solo che lui vuole disegnare per gli adulti e la gente pensa che i manga siano per bambini (oggi sappiamo che aveva ragione, ma allora era bloblematico se un genitore trovava un fumetto per adulti vicino a quelli per bambini! - E lo steso autore dice che era una cosa sbagliata: esistono manga per adulti, dice, e devono essere considerati tali con propri scaffali).

I ricordi lo portano a parlare di editori e fumettisti che ha conosciuto negli anni ‘50, dando però a questi personaggi che potevano essere interessanti poco spessore, sembrano tutti personaggi secondari o dimenticabili: io li avrei dimenticati tutti se alcuni non fossero diventati famosi come Takao Saito o (compare solo come nome) Sanpei Shirato.
Tatsumi tiene la narrazione tutta accentrata su di se senza approfondire neanche il suo capolavoro Tormenta Nera o il manifesto del Gekiga, senza approfondire l’opposizione ad esso o accennare alla crisi di nervi venuta a Tezuka come reazione alle critiche implicite al suo modo di fare fumetti.
Poi ci sono tanti nomi: i tanti piccolissimi editori del Kansai per cui lavora, ormai scomparsi e che a noi non dicono niente: l’unica ditta che conosciamo ancora è secondo me l’Akita….
Mi accorgo leggendo un’opera simile (Losers) che fare dei buoni manga che parlano della storia dei manga è difficile ma essendo un argomento interessante se non si riesce a renderlo interessante e colpa dell’autore che sbaglia approccio.


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Evangelion0189

Volumi letti: 1/2 --- Voto 8
È ormai risaputo che Osamu Tezuka e le sue opere abbiano ispirato numerosi autori a lui successivi e coevi. Proprio tra questi ultimi possiamo annoverare Yoshihiro Tatsumi, scomparso recentemente all'età di ottant'anni: nonostante sia uno dei mangaka meno noti al pubblico odierno, Tatsumi è stato ciò nondimeno uno degli autori più influenti del fumetto giapponese, tanto da conferire un'impostazione nuova ai manga, che nel secondo dopoguerra erano di foggia prevalentemente umoristica e dall'intreccio narrativo piuttosto semplice, promuovendo così la nascita del cosiddetto "gekiga". Alle soglie del nuovo millennio, e in un'opera di oltre ottocento pagine dal titolo Una vita tra i margini, lo schivo e modesto Tatsumi racconta le esperienze che lo hanno portato alla concezione delle "immagini drammatiche" - questa più o meno la traduzione di gekiga - che dessero un tono più serio ai manga in voga allora, dando inizio a un genere che avrà tra i suoi illustri esponenti autori del calibro di Sanpei Shirato, di cui ricordo il colossale Kagemaru Den, Yukinobu Hoshino, ideatore di grandi saghe fantascientifiche come quella di 2001 Nights e Takao Saitō, creatore di un personaggio iconico come Golgo 13. E nell'opera di Tatsumi, oltre a se stesso da giovane e alla sua famiglia, compaiono proprio Saitō e Tezuka, insieme ad altre personalità realmente esistite.

Ambientato negli anni cinquanta del Novecento, Una vita tra i margini è un vero e proprio spaccato di storia giapponese del tempo: tra una vicenda autobiografica e l'altra, infatti, Tatsumi si preoccupa di ricordare alcuni eventi di rilievo per il suo paese, riferendo anche fatti di mera cronaca, rivolte sociali ed elezioni politiche, passando per i pettegolezzi sull'allora giovane imperatore Akihito, il boom economico post-bellico (l'arrivo della televisione nelle case dei giapponesi) e, per finire, riportando notizie di cultura e spettacolo - dai successi di questo o quell'altro cantante del luogo fino al servizio militare del popolarissimo Elvis Presley. Questa interessante cornice favorisce una migliore immersione da parte del lettore nel contesto storico vissuto dal protagonista, nonché nelle sue prime esperienze nel mondo dell'editoria e dei manga, in un'epoca di transizione e povertà diffusa in cui ancora andavano per la maggiore i libri a prestito - una pratica oggi caduta in disuso in Giappone. Eccezion fatta per alcuni capitoli in cui le varie quisquilie editoriali affrontate dal protagonista potrebbero confondere un po' le idee, per il resto la narrazione scorre veloce e in maniera appassionante.

Per quanto riguarda lo stile di disegno, in linea di massima Tatsumi raffigura i suoi personaggi con tratti semplici, ma non per questo meno efficaci, e allo stesso tempo non trascura affatto i dettagli di abiti e ambientazioni, condendo il tutto con eccellenti riproduzioni di fotogrammi cinematografici, riviste e fotografie dell'epoca. A fronte dei due volumi originali, in Italia l'opera viene pubblicata nel 2012 in un unico corposo tomo brossurato, e con una bella sovraccoperta opaca, dalla Bao Publishing, una giovane casa editrice milanese che negli ultimi anni sta raccogliendo parecchi consensi grazie alla particolare cura profusa nelle sue pubblicazioni. Tuttavia, sebbene l'edizione nostrana vanti un eccellente lavoro di traduzione, ho comunque riscontrato alcune scelte editoriali che mi hanno fatto storcere un po' il naso. In primo luogo, la decisione di unificare i nomi ai suffissi onorifici: è vero che i giapponesi non scrivono alcun trattino prima di "-san" o "-chan" (come nel caso di Ricchan o Macchan), ma in un testo in lingua italiana nomi composti come "Maruyamasan" o "Katsumisan" non si possono proprio guardare. In secondo luogo, per rendere la lettura più scorrevole la Bao ha optato per riportare in appendice la quasi totalità delle note esplicative e la traduzione di lettere e testi, senza tra l'altro fare il minimo uso di asterischi di rimando; e sebbene io comprenda perfettamente che leggere un gran numero di note di riferimento durante la lettura della storia possa alla lunga risultare stancante, nella realtà dei fatti non condivido in toto questa scelta. In terzo luogo, la decisione di non tradurre le onomatopee direttamente all'interno della vignetta è condivisa anche da altre case editrici, ma nel presente caso spesso i suoni non vengono traslitterati nemmeno ai margini delle tavole, lasciando anche troppo all'immaginazione del lettore. Da segnalare, infine, un errore grossolano che non so se imputare all'autore (ma ne dubito fortemente) o alla traduttrice: secondo quanto scritto nell'epilogo, il 9 febbraio 1995 sarebbe occorso il settimo anniversario della morte di Tezuka, ma a quella data sarebbero in realtà trascorsi sei anni dalla dipartita del maestro, avvenuta per l'appunto nel 1989.

Ad ogni modo, la lettura di Una vita tra i margini, che consiglio caldamente, potrebbe in definitiva rappresentare una buona occasione per conoscere uno dei mangaka più importanti di sempre, nonché per saperne di più sulle origini del manga come lo conosciamo oggi.


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King Ganon

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
TRAMA IN BREVE:
Autobiografia dell'autore dalla sua preadolescenza all'età matura, con approfondimento sulla storia del manga nel dopoguerra giapponese.

COMMENTO GENERALE:
Yoshihiro Tatsumi è un autore piuttosto sconosciuto qui in Italia, tanto che nche in questo sito sono presenti solo due opere in database: questa e “Lampi”. Ma che cos'è “Una vita tra i margini”? “Una vita tra i margini” è un manga, ma non un manga come quelli che hai letto. È un manga che si fonde perfettamente con la narrazione del libro, un manga che trattiene la lacrimuccia all'interno del bulbo oculare solo grazie alla narrazione dinamica e all'aria innocente e sbarazzina che si respira. Questo bel mattone ci insegnerà tantissimo sul Giappone del dopoguerra e tantissimo sugli albori del manga. Ci si affezionerà al giovane autore ed assieme a lui affronteremo gli ostacoli e le grandi e numerose soddisfazioni che hanno caratterizzato la sua vita. Nonostante sia molto didascalico queste informazioni risultano interessanti sia per cultura personale, sia per comprendere appieno il contesto in cui si svolge la storia e mai annoiano. Nonostante si possa pensare che la narrazione possa essere pesante e contenere temi non facilmente digeribili, come ho già detto, la tristezza difficilmente trova spazio di farsi alimentare, in quanto lo scorrere veloce degli eventi non permette troppi pianti, un po' come la vita. Una cosa che non mi è sembrata molto convincente è stata la spersonalizzazione di alcuni personaggi e la quasi totale assenza di sessualità degli stessi, nonostante tutto sono contento che non si sia lasciato andare da facili scene di fan service.

STILE DEL DISEGNO:
Disegni vecchio stile, non proprio i miei preferiti, ma appartengono alla Storia ed è giusto valorizzarli.

EDIZIONE:
Ottimo volumone della Bao con carta buonissima, sovraccoperta e traduzioni ed approfondimenti davvero ben realizzati. Al costo di 29 euro ci portiamo a casa un manga bello grosso, di ben oltre ottocento pagine formato gigante.

VOTO:
Non è riuscito a farmi provare tutte quelle emozioni che mi aspettavo dalle premesse, gli avrei dato mezzo voto in più se il sito l'avesse permesso.

CONSIGLIATO A:
A chi interessa la cultura giapponese, ma quella seria, non quella "animemangapokémon", di tutto pregio, ma fa parte di un mondo totalmente diverso da quello che troverete in questo volume che, per ironia, è un manga a sua volta.