Finalmente diamo inizio all’Italian Indie Comics Award con la prima opera di questa nostra lunga, e speriamo popolata, rassegna volta a presentarne tutti i partecipanti. Partiamo in questo viaggio con Demon’s Daughter, autoprodotto disegnato e scritto da Claudio Avella e colorato da Ruben Curto.
 
Claudio Avella è un fumettista ed illustratore di Castellammare di Stabia (NA) che ha sempre seguito la sua grande passione per il disegno e nel creare nuovi micromondi su foglio e carta già da bambino (come lui stesso ci rivela).

La sua passione per il disegno ed il mondo del fumetto lo portano ad intraprendere un lungo percorso iniziato al liceo artistico, proseguito in Accademia fino a cercare di affinare la sua tecnica alla Scuola Comix di Napoli dove si diploma nel 2008, riuscendo presto ad entrare nel mondo nel fumetto grazie alla Coniglio Editore, lavorando sulla rivista erotica X Comics come assistente, per poi passare alla NBM ed infine spostarsi negli Stati Uniti dove arriverà a lavorare con Zenescope.

Nel suo viaggio a New York trova l’ispirazione necessaria per il suo fumetto autoprodotto Demon’s Daughter, che difatti è ambientato proprio a Brooklyn dove Claudio ha passato due mesi. Amante di Kurosawa, Miyazaki, Katsura, Otomo, Immonen, Manet e di tanti altri artisti, ha tratto le sue ispirazioni da più fonti, dicendosi fortemente influenzato da  opere come Berserk, Alita, Jojo, The Walking Dead, la saga dei cloni di Spiderman o ancora quella del diavolo custode di Daredevil e non solo.

Di seguito ecco la trama dell’opera:
 
La storia ruota intorno a Jane una bellissima ragazza che vive, a prima vista, una vita a dir poco ordinaria, ma in realtà la sua esistenza cela molto di più: Jane ha in sé sangue demoniaco. Lei difatti è figlia di Astaroth, un demone maggiore che le ricorda che arrivato il giorno del suo compleanno dovrà compiere una scelta, un sacrificio che cambierà per sempre il corso della sua esistenza.
Jane compirà la sua scelta, che la porterà ad una serie di conseguenze che metteranno totalmente a rischio la sua vita, stravolgendo per sempre la sua quotidianità. Aiutata dal demone Aamon, con il quale nascerà un’amicizia unica, Jane cercherà di sopravvivere in quello che si annuncia come il periodo più assurdo della sua vita.

Demon’s Daughter è una storia dalle tinte horror e sovrannaturali, dove non mancano i combattimenti ma con toni che riescono a dar spazio a momenti ben più leggeri. La narrazione viene mitigata dalla componente scolastica, la quale è impossibile da sottovalutare vista la giovane età della protagonista, che difatti trova rifugio dalle sue turbe nella sua migliore amica e compagna di classe Conny.  Claudio ha lavorato per ben 9 mesi alla sua opera, fin da prima della partenza per New York, con almeno 2-3 mesi di realizzazione effettiva.
 

Dopo la creazione di Demon’s Daughter il passo successivo è stato quello di portarlo nelle maggiori fiere italiane, presentandolo a Lucca Comics 2014 e cercando di pubblicizzarsi tramite FaceBook e YouTube dove è stato inoltre pubblicato un video promozionale del fumetto. L’autore è riuscito grazie a Demon’s Daughter ad attirare anche le attenzioni dell’Aspen Comics, per la quale tutt’ora lavora, aspettando di annunciare un nuovo progetto nei prossimi giorni dal nome “Cisko”.

Di seguito ecco l’intervista che Claudio Avella ci ha rilasciato:

Ciao Claudio, eccoti qui come primo concorrente ufficiale dell’Italian Indie Comic Award, abbiamo già parlato di chi sei e di Demon's Daughter. Pronto?"

Innanzitutto grazie a voi di AnimeClick per questa iniziativa, c'è davvero bisogno di sponsorizzare il fumetto nuovo e autoprodotto in Italia.
Sono pronto, partiamo!


Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi?

Beh il mio stile direi che è una fusione tra il comics e il manga cercando di essere più fedele alle regole del mercato USA, anche perché in quello giapponese è più complesso lavorarci. Le tecniche sono quelle tipiche del comics: matite e chine cercando di ottenere tavole particolareggiate e pulite.

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Va fatta una distinzione tra il fare fumetti e il creare fumetti. In alcuni casi si fa fumetto per lavoro, per fare carriera e farsi un nome.

Per me fare fumetto è raccontare un pezzo di me, prendere uno o più pezzi di quel che sono o penso e trasportarlo sul foglio, non fermarsi al raccontare la storia ma lasciare vari pezzi all'interpretazione del lettore, farlo innamorare in qualche modo, farlo ragionare e fargli fare varie tesi su cosa è successo e  cosa voleva dire quel messaggio... per farla breve cercando di non sembrare presuntuoso, un fumetto creato da me vuole essere un viaggio dentro e fuori da sé.

Per me i fumetti si differenziano dalla staticità del mondo (almeno in alcuni casi) cercando di mostrarci nuove cose e nuovi mondi ma questa non è una prerogativa del fumetto, bensì di tutte le arti visive e uditive. Il fumetto ha come spinta in più la possibilità di essere creato da piccoli gruppi o singoli tenendo comunque una certa qualità.


Cosa che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Questa è una domanda insidiosa ma proverò a dire la mia senza essere aggressivo.

Del mondo del fumetto mi piace la testa e la creatività di tanti degli addetti ai lavori, mi piacciono i rapporti che si possono creare tra artisti. Il fumettista in generale è una persona costretta a lavorare da sola e trovare persone simili e confrontarsi è una cosa rara e bella.
Mi piace molto fare questo lavoro, come per tanti è stato sempre un sogno che mi è costato non pochi sacrifici e il solo essere arrivati a questo punto mi riempie di orgoglio e gioia, ogni persona che si complimenta per la qualità del disegno o della storia mi fa capire che ho fatto bene a lavorarci cosi tanto e a crederci sempre.
Non mi piace di questo campo il mercato e mi riferisco soprattutto a quello italiano, anche se pure quelli stranieri hanno begli scheletri nell'armadio. Viene fatta poca pubblicità e c'è troppo sfruttamento soprattutto sugli autori giovani e le nuove leve, come per tutte le cose qui, una cosa diventa bella solo quando è di moda, c'è poca cultura del fumetto (cosa sulla quale i cugini francesi ci svergognano giustamente alla grande) e sull'arte in generale.
Va detto però che la cosa sta per fortuna cambiando in positivo, tante più persone sono interessate a farsi una cultura sul fumetto grazie pure ai fenomeni come Zerocalcare, tuttavia la situazione andrebbe gestita meno come casta e ci vorrebbero maggiori possibilità per tutti.
Insomma maggiori investimenti non sarebbero una cosa orribile considerato che in arte e nel fumetto l'Italia è sempre stata l'avanguardia.

Com’è nata la tua opera?  Quali sono i tuoi piani per essa?
 
Demon's Daughter è nata un po’ per caso...i personaggi sono spuntati come un incontro fortuito nella mia mente, da lì dall'amicizia tra Jane, una ragazzina (mezzodemone) e Aamon un grosso demone pupazzone ma pericolosissimo,  ho cominciato a svilupparci un mondo.

Mi han sempre attratto l'esoterismo e le religioni, mi piaceva fare un fumetto con più metalinguaggi che parlasse della vita comune di una teenager e dei suoi problemi (quel periodo è tosto un po’ per tutti) e nasconderci pezzi di me, pezzi del mio pensiero, e strati più elevati che cercano di far riflettere sul senso della vita o più semplicemente sul perché di alcune cose.

Ovviamente a questo ho unito un po’ di sano divertimento con qualche gag e qualche bel combattimento che non guastano mai.

Il primo albo è una storia che inizia e finisce, ma è innegabile che lasci con un senso di incompiutezza perché i personaggi sono qui che vogliono ancora parlare di sé. Ci sono ancora messaggi che voglio dare attraverso Jane, Aamon e gli altri personaggi che popolano D'sD , cose che ho scritto e che stanno prendendo forma... quindi l'idea è quella di sviluppare un seguito (quasi sicuramente a fumetti), un numero 2 entro tempi non lunghi.

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Amo tutto della mia opera, non si può odiare una propria creatura, soprattutto se ti è costata 9 mesi di sofferenze! Amo Jane, il modo in cui l'ho resa vera, la sua lunaticità, il suo trasformarsi da ragazzina che subisce gli eventi in un demone spietato quando occorre farlo.

Amo i fumetti a strati, quelli che possono essere colti in modo diverso a seconda dell'attenzione e della voglia che si ha di impegnarsi e spero che questo venga apprezzato dai lettori. Penso che i lettori debbano votarla se hanno voglia di leggere qualcosa di profondo seppure non complesso, qualcosa che cerca in qualche modo di entrarti dentro e che sviluppi nuove idee.


Cosa ne pensi del mondo dell’autoproduzione?

Il mondo delle autoproduzioni è davvero molto bello, c'è un sacco di gente che ci lavora è a dire il vero ho trovato più cose interessanti nella self area che tra i classici editori.

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Grazie a tutti, a chi mi ha supportato sin dall'inizio di questa avventura, a chi sta iniziando a farlo e a chi lo farà, e a chi con me aspetta di sapere cosa accadrà a Jane nel futuro! Come dice Aamon: "buona grum-grum vita a tutti!" ciao!
 
 
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!