Aiuto! La Terra è sotto attacco da parte di alieni malvagi e i supereroi che potrebbero difenderla, siano essi americani come Superman o Spider-Man o giapponesi come Ultraman o Kamen Rider, sono tutti in ferie o in vacanza. Ma c'è rimasta ancora un'ultima speranza... quell'eroe inetto, borioso, sciocco, fifone, sfigato, dal fisico scolpito da lottatore di wrestling ma che indossa una maschera ridicola, che è capace di ingigantirsi e sparare raggi ma i suoi poteri sono generati da puzzolentissimo aglio, e che nel tentativo di salvare chi è in difficoltà combinerà un sacco di guai e distruggerà tutto, tanto che sia i Terrestri che dovrebbe difendere sia gli stessi mostri che dovrebbe combattere si vergogneranno di lui!
So cosa state pensando: ma chi lo vuole, un eroe del genere? Ed è obbiettivamente quello che pensano tutti, ma se invece vi dicessi che Kinnikuman, l'inaffidabile personaggio in questione, è diventato uno degli eroi più popolari della narrativa giapponese?  
 
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Suguru Kinniku, alias Kinnikuman, il nostro scalcinato eroe, è nato dalla fantasia di un duo chiamato Yudetamago ("uovo bollito") e composto da Takashi Shimada (sceneggiatore) e Yoshinori Nakai (disegnatore). I due, amici sin dalle elementari, hanno creato durante le scuole superiori il personaggio di Kinnikuman proprio rispondendo alla domanda di cui sopra: e se un personaggio vigliaccio, borioso, fifone, sfigato fosse un supereroe? Sarebbe divertente narrare una storia del genere, no?
Entrati a far parte della scuderia di Shounen Jump, i due cominciano a firmare le avventure di Kinnikuman sulla rivista di Shueisha sin dal 1979. Il manga ha una storia estremamente semplice: il nostro sfigatissimo eroe, a cui sulla Terra nessuno dà credito, scoprirà di essere il principe ereditario del pianeta Kinniku, patria dei più grandi supereroi/lottatori dell'universo, abbandonato sulla Terra dai genitori per via di un assurdo equivoco (è stato scambiato per un maialino e gettato via, così lui ha vissuto vent'anni della sua vita sulla Terra in solitudine, e il maialino in questione, ora diventato un tronfio maiale, regna con la forza sul pianeta!). Sconfitto l'usurpatore, il nostro Kinnikuman dovrà dimostrarsi degno di poter salire al trono del suo pianeta, e per farlo gli toccherà, guidato dal minuto Meat Alexandria che diventerà il suo allenatore, affrontare sfide, tornei e combattimenti a non finire per poter dimostrare il suo valore agli occhi di un mondo che lo schifa.
 
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Una storia semplicissima ma molto simpatica, che pian piano acquista sempre più spessore e consensi su Shounen Jump, tanto che durerà, inizialmente, fino al 1987.
Inizialmente è un gag manga ad episodi autoconclusivi nato come parodia di Ultraman (tanto che la maschera del protagonista ricorda quella di Ultraseven), dove Suguru affronta di volta in volta mostri e alieni vari in scontri tra il serio e il faceto. Gli autori sono giovanissimi, inesperti, ma con tanta voglia di raccontare quello che gli piace, quindi le storie si colorano di citazioni, parodie e riferimenti al mondo dei tokusatsu/kaiju eiga, del baseball ("Suguru", il nome del protagonista, viene da Suguru Egawa dei Giants, e i nomi di tutti i componenti della sua famiglia sono presi da giocatori di baseball realmente esistenti), delle idol, del cinema americano anni ottanta, della pop culture giapponese del tempo, ma soprattutto del wrestling: i riferimenti e le parodie a Antonio Inoki, Giant Baba, Abdullah The Butcher, Lou Thesz, The Sheik, Dusty Rhodes e mille altre cose del mondo del wrestling non si contano, del resto l'opera nasce tra quegli anni settanta e ottanta che vedono la "golden age" del wrestling, in America come in Giappone.  
 
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Dopo una trentina di capitoli, pur mantenendo pressoché intatta la sua comicità, il manga cambia registro, incentrandosi maggiormente sui combattimenti, raccontati sempre come se fossero incontri di wrestling ma in salsa umoristica/fantascientifica, con personaggi che usano tecniche assurde, possono trasformarsi, sono versioni umanizzate di oggetti e quindi ne utilizzano le caratteristiche per attaccare (vedi l'uomo-gabinetto che ti getta nel water e tira lo sciacquone, l'uomo-tazza da tè, l'uomo stereo che può copiare le mosse degli avversari inserendo di volta in volta le loro cassette, l'uomo planetario che ha i poteri di tutti i pianeti ecc.). Kinnikuman è pieno di personaggi super iconici, ancora oggi citatissimi in manga successivi e amatissimi dai fan giapponesi: dal texano Terryman, creato sulla base di Terry Funk, al nobile cavaliere inglese Robin Mask; dal maestro di arti marziali cinesi Ramenman al tedesco (ovviamente vestito come un gerarca nazista) Brocken Jr.; dal lottatore di sumo Wolfman/Rikishiman, creato sulla base di Chiyonofuji "Wolf" Mitsugu all'irruento "toro" spagnolo Buffaloman, senza contare nemici carismatici come Ashuraman, basato su una divinità vedica; Sunshine (basato sul... Sunshine Building di Ikebukuro); Neptuneman, basato su Hulk Hogan, o il terribile Akuma Shogun.
Una piacevole nota di colore è che praticamente tutti i personaggi che compaiono dopo i primi capitoli sono stati inventati sulla base di idee dei lettori, che scrivevano alla redazione inviando loro personaggi di loro invenzione (curiosità: tra i tanti, c'è anche un giovanissimo Eiichiro Oda, che ha creato in quest'occasione il Pandaman che compare ogni tanto nel suo One Piece. Pandaman ha infatti dei brevi cameo anche in Kinnikuman). Motivo per cui gli autori, all'epoca giovanissimi, hanno detto in più interviste di aver scritto Kinnikuman insieme agli stessi lettori.
 
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La storia pian piano si evolve presentando saghe più lunghe, con elementi d'azione o drammatici e combattimenti sempre più lunghi e appassionanti, dove le tecniche e i meccanismi del wrestling si uniscono a poteri e tecniche speciali per mettere in scena match unici e dallo svolgimento super creativo, creando attorno al protagonista un cast di comprimari di tutto rispetto e andando a definirsi come un manga più moderno. E', infatti, palese e palpabile la voglia degli autori di staccarsi da quelli che erano stati i manga shounen sino a quel momento, che anzi vengono presi in giro a più riprese, e trattandosi di un manga che parla di wrestling non si può non notare una voglia matta di prendere le distanze dalle opere del guru Ikki Kajiwara, che aveva portato al successo i manga sul wrestling con Tiger Mask e nello stesso momento stava continuando a cavalcare l'onda della "golden age" del wrestling con Tiger Mask Nisei, Puroresu Superstar Retsuden e mille altri manga sul tema e non (nei manga di Kajiwara si parla in un modo o nell'altro di wrestling anche quando l'argomento principale è un altro!).
Ai protagonisti ribelli, affascinanti, tragici dei manga di Kajiwara, il duo Yudetamago contrappone un protagonista idiota che non ha un sogno se non quello di strafogarsi di gyudon tutto il giorno, che non vuole combattere se non quando può usarlo come mezzo per vantarsi, che non rifiuta la compagnia di belle ragazze (se solo loro fossero a lui interessate, invece di schifarlo...), che non si allena a rischio della vita se non quando è strettamente necessario e ha col padre un rapporto non conflittuale come quello di padre e figlio Hoshi in La stella dei Giants (più volte citato e preso in giro) ma fatto di gag, complicità perché sono entrambi due idioti e reciproche prese in giro.  
 

Il 3 aprile del 1983, esattamente quarant'anni fa, Kinnikuman diventa un anime televisivo, prodotto da Toei e andato in onda su Nippon Television per circa tre anni e 137 episodi complessivi.
Molti i motivi per cui, probabilmente, si è aspettato così tanto nel produrre un anime nonostante il successo del manga. In primis, l'iniziale reticenza di Shueisha a concedere i diritti per trasposizioni animate dei suoi manga di punta, scoglio superato solo grazie al successo di Dr. Slump nel 1981, anno in cui Toei era al lavoro su Tiger Mask Nisei, seconda serie animata sul wrestler mascherato creato da Ikki Kajiwara, su cui Toei puntava molto dato anche il sodalizio con Tv Asahi e la Shin Nihon Puroresu di Antonio Inoki. Probabilmente, dunque, si è aspettato di vedere il responso degli spettatori riguardo a un anime sul wrestling, usando Tiger Mask Nisei come banco di prova per Kinnikuman, che avrà animazioni molto simili a quest'ultimo e al progenitore Tiger Mask, prodotto da Toei tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, dal quale vengono mutuate le animazioni e gli iconici effetti sonori della corsa.  
 
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Kinnikuman è un'opera fondamentale sia per Shueisha che per Toei, dato che rappresenta il vero e proprio inizio di molte cose per entrambe le compagnie.
Da un lato, il manga pian piano si trasforma in quello che è l'archetipo degli shounen di lotta Shueisha, con elementi che verranno ripresi da altre opere successive della rivista: l'eroe tonto, forte, buono e mangione; la commistione tra comicità e combattimenti, le trasformazioni, i livelli di combattimento espressi con valori numerici (Dragon Ball); i riferimenti pressanti al mondo del wrestling anni ottanta (Hokuto no Ken), il gruppo di personaggi che partono per liberare un compagno in pericolo o "riassemblare" pezzi di qualcosa che è stato loro rubato e che per ottenerli devono affrontare una serie di scontri 1 vs 1 (Saint Seiya, ma anche Bleach, One Piece), i tornei di lotta a squadre (Otoko Juku, Yu Yu Hakusho, Shaman King), il personaggio apparentemente debole ma che nasconde una grande forza interiore e cresce moltissimo;  il maestro che allena il protagonista e poi esce di scena lasciandogli la sua eredità (Dai no daibouken), combattimenti creativi con mille variabili dove viene sfruttato anche il terreno e i poteri particolari dei lottatori (Jojo), i cattivi redenti e via dicendo
Soprattutto, Kinnikuman porta all'eccesso quello che è il trittico dei temi fondanti dei manga di Shounen Jump: "amicizia, impegno e vittoria", e in particolare l'amicizia diventa un tema fondamentale per tutta l'opera. Il nostro eroe, che parte come borioso e vigliacco, nasconde in realtà un grande cuore, un profondo senso di giusitizia e riesce a diventare un personaggio dalla volontà incrollabile, che nel momento del bisogno non si arrende mai (anche se magari per iniziare il combattimento Meat ha dovuto prenderlo a calci e buttarlo sul ring), tira fuori una forza interiore invincibile ("Kajiba no kusojikara", parodia di 'kajiba no bakajikara", ossia letteralmente l'incredibile forza che si tira fuori quando ci si trova coinvolti in un incendio) che gli permette di lottare a costo della vita in nome dei suoi ideali di giustizia e, soprattutto, amicizia. Il nostro Kinnikuman pian piano riesce a portare dalla sua parte praticamente tutti i suoi avversari, che, conquistati da questo personaggio così buffo ma che possiede un potere indecifrabile che li affascina, entrano a far parte del suo gruppo, legati da quel misterioso "potere dell'amicizia" (nella serie viene proprio chiamato così a chiare lettere) che tutto muove e che può realizzare cose incredibili.  
 
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La storia di Kinnikuman è costruita a vista, senza uno scopo preciso, e non di rado presenta incongruenze, retcon, spiegazioni non date che devi prendere così come sono oppure non soddisfacenti, contraddittorie, da affrontare con una fortissima sospensione dell'incredulità. Lo stesso concetto di supereroe, i poteri dei personaggi, i retroscena della trama non sono mai spiegati in maniera chiara, poiché Kinnikuman non è il tipo di serie a cui interessa fare spiegoni o essere credibile e realistica, tutt'altro. E' un tipo di storia che gioca tutto sull'emotività, dove l'unico dogma è appunto il "potere dell'amicizia" che tutto può: resuscita i morti, permette comunicazioni telepatiche, teletrasporta, stacca e riattacca arti sui corpi a piacimento, permette alle anime dei personaggi di prendere vita e compiere miracoli, fa rialzare combattenti sull'orlo della morte, converte i nemici, può essere "estirpato" via dal corpo dei personaggi per farli litigare e chi più ne ha più ne metta, senza curarsi della coerenza narrativa o della logica, ma spingendo al massimo sul pedale dell'emotività, con lo spettatore che si trova ad esaltarsi tantissimo e anche a commoversi nonostante le vicende mostrate spesso non siano logiche o sensate.  
 
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E' importantissimo ricordare, per comprendere Kinnikuman, che è originariamente stato creato da un duo di ragazzi giovanissimi che erano amici del cuore sin dai tempi delle elementari e che adesso, quarant'anni dopo, continuano ad esserlo, a lavorare insieme, a frequentarsi e a credere nel miracoloso "potere dell'amicizia" che tramite il loro sfigatissimo ma buono e giusto eroe gli ha permesso di continuare a lavorare insieme e poi di legarsi a numerosi amici, colleghi, fan nel corso dei decenni. Il "potere dell'amicizia" e la "kajiba no kusojikara" sono i fondamenti di una serie che grazie alla sua semplicità è riuscita a farsi amare nel corso degli anni, entrando nel cuore di tantissimi spettatori. Nel momento in cui scrivo, lo sceneggiatore Shimada ha recentemente postato sui suoi social le foto del matrimonio del figlio del collega Nakai, e ha accompagnato le foto con le seguenti parole: "Spero che tu possa vivere serenamente con tua moglie grazie alla Kajiba no kusojikara", a riprova del fatto che l'amicizia, la forza di volontà e tutti gli altri valori positivi che caratterizzano Kinnikuman hanno poi caratterizzato sino ad oggi la vita degli autori e quella dei tantissimi fan che da quarant'anni seguono le vicende di questo eroe bislacco ma dal cuore caldo, che li ha ispirati in vari aspetti della loro vita.
Ce lo dice, del resto, il testo della stessa prima sigla di apertura "Kinnikuman Go Fight", iconico brano cantato da Akira Kushida e ripreso in centinaia di versioni, interpretazioni dal vivo e chi più ne ha più ne metta nel corso degli anni:  
 
ああ。。。心に愛がなければ、
スーパーヒーローじゃないのさ

Aah, non c'è eroe
senza amore nel cuore


Akira Kushida, "Kinnikuman Go Fight" (1983)

Dall'altro lato, la serie animata di Kinnikuman rappresenta l'archetipo degli shounen Toei che poi verranno sublimati e portati al successo mondiale da Dragon Ball, Saint Seiya e One Piece.
137 episodi, divisi in due mini-segmenti con un titolo diverso l'uno, un modo di adattare i gag manga che già aveva fatto scuola con Dr. Slump e Lamù, ma che persiste anche quando la trama si fa più seria e complessa, semplicemente titolando le due parti di uno stesso episodio spezzate dall'eyecatch anche se la trama è continuativa.
Le differenze col manga sono molte. La prima decina di episodi pesca alla rinfusa (al punto che il primo capitolo del manga è in realtà il terzo episodio dell'anime, mentre il primo episodio dell'anime è il terzo capitolo del manga) dai primi capitoli del manga, quelli umoristici, per poi gettarsi subito nell'azione. Tuttavia, alcune saghe iniziali non vengono adattate in animazione e questo poi porta problemi più avanti, quando personaggi qui introdotti (e dunque saltati nell'anime) diventano importanti per vicende successive o si fanno riferimenti a cose saltate. Il più grande cambiamento è l'eliminazione del personaggio di Bibimba, che nel manga è la fidanzata e poi sposa di Suguru: apparirà di sfuggita in uno dei film e nell'ultima serie e avrà un ruolo molto più marginale, mentre a fidanzata di Suguru verrà promossa la maestra d'asilo Mari Nikaido, personaggio che nel manga a un certo punto scompare mentre nell'anime è sempre presente e definita in maniera chiara come interesse amoroso del protagonista, che lo ricambia pure.
Diverse scene più cruente del manga vengono tagliate o ammorbidite nell'anime (è il caso della celeberrima morte di Brockenman, nel manga tranciato in due da una mossa di wrestling e nell'anime... trasformato in ramen!).  
 
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Kinnikuman modifica spesso il manga creando molti degli archetipi dei futuri anime Toei. In primis, l'introduzione dell'immancabile "bambino Toei" che si affianca al protagonista per avvicinare il pubblico più giovane (qui sono due: Meat e Nachiguron, con quest'ultimo il cui ruolo viene ampliato rispetto al manga proprio per assurgerlo a "bambino Toei"). Poi molti personaggi marginali che nel manga sparivano dopo i primi volumi sono nell'anime promossi a personaggi ricorrenti: il duo di nemici sfigati Kinkotsuman e Iwao, nemici comici dei primi episodi, ritorna per tutta la serie nel ruolo di buffi supporter del protagonista; il poliziotto Gobugari, parodia degli inflessibili poliziotti interpretati da Tetsuya Watari nei serial Daitokai e Seibu Keisatsu, nel manga è un personaggio molto marginale mentre nell'anime diventa una presenza ricorrente; i commentatori Yoshigai e Nakano (quest'ultimo basato sull'omonimo redattore di Jump); l'ojisan tuttofare Yosaku; i genitori del protagonista; il presidente della federazione dei supereroi; la giornalista Natsuko, fidanzata di Terryman. Questi personaggi nell'anime ottengono un ruolo molto più ampio, ricorrente, commentando tutti i combattimenti del protagonista e interrompendoli di continuo con gag varie, esattamente come succederà poi nei vari Dragon Ball o One Piece.
 

L'anime amplifica l'elemento comico del manga inserendo infinite citazioni e parodie del wrestling, del baseball, dei programmi tv, dei manga, degli anime, dei film, dei serial, delle canzoni, della cultura popolare del periodo. Le scenette dove Suguru e suo padre prendono in giro La stella dei Giants con addirittura il doppiatore che si sforza di imitare la parlata di Toru Furuya, doppiatore di Hyuma Hoshi; il parlamento giapponese che indice una riunione per stabilire chi è più forte tra Inoki e Baba e i vari lottatori della Shin Nihon e della Zen Nihon Puroresu divisi a sostenere i loro presidenti; Yasuhiro Nakasone (primo ministro del Giappone tra il 1982 e il 1987) tirato in causa a litigare col protagonista spessissimo; Nakano vestito da Lady Oscar; i commentatori che sentono "Snake Pit" e capiscono "Tana delle Tigri", con tanto di sigla di Tiger Mask che parte in sottofondo; il meraviglioso stacchetto musicale dove Suguru, suo padre e Harabote, il presidente della federazione dei supereroi si abbronzano, si mettono gli occhiali da sole e fanno il verso ai Rats & Star e alla loro celeberrima "Megumi no hito" (hit giapponese dell'aprile 1983); un intero cour dove i personaggi non fanno altro che fare a sproposito battute sui clamidosauri perché nel 1984 il Giappone era fissatissimo con questi animali esotici e li ficcava in ogni dove
dopo averli scoperti in un programma tv sono solo la punta dell'iceberg di una serie infinita di citazioni, gag e battute meravigliose che incasellano Kinnikuman nella sua era Showa della "golden age" del wrestling, negli scintillanti e pacchiani anni ottanta (basti vedere i vari assurdi costumi con cui Kinnikuman si presenta sul ring) di cui è un fiero rappresentante.  
 

Portabandiera del successo dell'anime è l'istrione Akira Kamiya, doppiatore di Kinnikuman. Era già stato Ryoma Nagare in Getter Robot, Mendo in Lamù, Tadashi Daiba in Capitan Harlock, ma con Kinnikuman otterrà un ruolo iconico che interpreterà per circa tre anni nella serie animata e si terrà per sempre, portandolo sull'Olimpo dei doppiatori giapponesi più famosi grazie anche alle sue interpretazioni di Kenshiro in Hokuto no Ken, Mitaka in Maison Ikkoku, Kazamatsuri in Yawara, Ryo Saeba in City Hunter, Kogoro Mori in Detective Conan o il dottor Tomoe in Sailor Moon S.
Kinnikuman è Akira Kamiya, e non potrebbe essere altrimenti. Il doppiatore è fenomenale nel rendere un personaggio che cambia personalità e tono di voce ogni tre secondi: fa gag con una vocina stridula, poi diventa serio e se la tira con una voce possente, poi diventa un eroe incrollabile con una voce virile e calorosa, poi finge di ammalarsi e ottiene una voce debole e malaticcia. Akira Kamiya interpreta un personaggio a tutto tondo, dandogli un tono di voce unico, divertente, epico, canta molte canzoni della serie, tra cui l'iconico stacchetto del gyudon ("voglio mangiare gyudon per trecento anni: è buono, veloce ed economico!") che ha fatto la fortuna della catena di ristoranti di gyudon Yoshinoya, e ne diventa la voce e il volto.
Ma non è il solo. Kinnikuman ha un cast impressionante di superstar dell'epoca. C'è Daisuke Gouri, c'è Hideyuki Tanaka, c'è Issei Futamata, c'è Masaharu Sato, c'è Hiromi Tsuru, c'è Hideyuki Hori e via dicendo. Spesso, come sarà poi tradizione in Hokuto no Ken, Dragon Ball, Dai no daibouken e One Piece, i doppiatori fanno più di un personaggio, ma sono caratteristi talmente bravi da non fartelo notare. Il Daisuke Gouri di Robin Mask, nobile e austero, non è lo stesso Daisuke Gouri di Ashuraman, maligno e sghignazzante; il buffissimo Yonehiko Kitagawa di Harabote non è lo stesso, freddo e temibile, Yonehiko Kitagawa di Akuma Shogun; l'iconico e divertente Masaharu Sato di Iwao non è lo stesso, granitico e possente, Masaharu Sato di Buffaloman, e così via. Anzi, certe interpretazioni e certi particolari caratteristiche (la risata sghignazzante di Ashuraman, il respiro affannoso alla Darth Vader di Warsman...) diventano talmente iconiche da venire tutt'oggi ricordate e citate ovunque.  
 

Iconici i personaggi, iconico il doppiaggio, iconiche certe trovate, iconica la colonna sonora, che a partire da "Kinnikuman Go Fight" offre poi tre opening, quattro ending e un'infinità di temi personali dei personaggi, cantati da artisti in voga come Takayuki Miyauchi o Koorogi '73, con interventi vocali dei vari doppiatori, quando non essi stessi (nel caso di Akira Kamiya) a cantarli. Anche a livello di doppiaggio e musiche, l'anime non fa altro che esaltare i momenti più emozionanti della storia, creando una macchina da guerra che per circa tre anni diventa un'icona dell'intrattenimento giapponese per ragazzi. Uno special tv, ben sei film cinematografici (che anticipano di qualche anno la struttura dei successivi film di Dragon Ball e Saint Seiya) e un'infinità di merchandising, comprendente, tra le altre cose, i primissimi adattamenti di un anime in un videogioco per il Famicon, pachinko o le celeberrime "kinkeshi", pupazzetti di gomma dei personaggi che sono anche arrivate in Italia, dove la serie è inedita in ogni altra forma, col nome Exogini. Tuttavia, Kinnikuman si ferma nel 1986 quando il manga è ancora in corso, concludendosi con un paio di saghe filler inventate dagli sceneggiatori Toei che non sono nulla di speciale, e lascia il posto a Go-Q-Choji Ikkiman, un'altra serie che mescola sport e fantascienza, non prima di aver preso in giro anche lui in una delle puntate finali. La saga finale, che vede Suguru combattere contro gli altri pretendenti al trono del pianeta Kinniku, non viene adattata in animazione fino al 1991, anno in cui esce a sorpresa Kinnikuman: Scramble for the throne (Kinnikuman: Kinnikusei Oi Sodatsusen Hen), anime di 46 episodi che anima l'ultima parte del manga, a costo però di sacrificare la quasi totalità del cast dei doppiatori originali.
Il sodalizio fra Toei e Kinnikuman continuerà anche fra il 2002 e il 2006 con la trasposizione animata di Kinnikuman Nisei, manga sequel del 1998 con protagonista Mantaro, il figlio di Suguru, giunto anche in Italia nella versione americana censurata dal titolo Ultimate Muscle. Senza contare gli spin off come Kinnikuman Lady, Tatakae! Ramenman con serie animata annessa e i miliardi di storie brevi che hanno disseminato su varie riviste.
 
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Una serie nata quasi per gioco dalla penna e dalla matita di due ragazzi appassionati di wrestling, baseball e sport che volevano solo divertirsi, con un protagonista buffo e improbabile, è inaspettatamente, negli anni diventata un colosso del mondo manga/anime, eroe simbolo dei ragazzi Showa cresciuti nel mito di Inoki e Baba che tutt'oggi a Kinnikuman devono moltissimo. Gli stessi ragazzi che nel 2011 hanno espressamente chiesto al duo Yudetamago, che all'epoca aveva appena concluso la storia di Kinnikuman Nisei, di creare nuove storie di Suguru, il loro amato eroe d'infanzia che gli aveva dato tanti sogni, tanti sorrisi, tanto coraggio, e di cui avevano bisogno per rialzarsi dal disastro di Fukushima. E i due fumettisti hanno ascoltato e accontentato i loro fan: la serie originale si era conclusa nel 1987 col volume 36, ma nel 2010 un ulteriore volume 37 composto da storie brevi ha aperto la strada alla vera e propria continuazione di Kinnikuman, che riprende da dove si era interrotto con nuove avventure di Suguru e compagni che, ripartite nel 2011 col volume 38, sono ad oggi arrivate al volume 81, non accennano a fermarsi e sono pubblicate ogni settimana sulla versione digitale di Weekly Playboy di Shueisha, con grande supporto da parte dei fan. Oggi Kinnikuman ha negozi dedicati sparsi per tutto il Giappone, collaborazioni con miliardi di aziende, festeggia i quarant'anni della trasmissione dell'anime con una ritrasmissione televisiva dei film, una bellissima mostra alla Tokyo Tower (che si appresta a spostarsi a Nagoya) e l'annuncio di un nuovo progetto animato previsto prossimamente.  
 
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Nel corso degli anni, questo eroe buffo ma dal cuore caldo, che crede nell'amicizia e nella "kajiba no kusojikara" che brucia nel suo petto nei momenti di bisogno ha incantato innumerevoli fan con una storia semplice ma molto sentita e coinvolgente e personaggi dal carisma inimitabile. Akira Kamiya, doppiatore del protagonista nell'anime, ci è ancora legatissimo, lo sceneggiatore Takashi Shimada è attivissimo sui social ed è possibile seguire tramite i suoi post tutte le novità legate alla serie e comunicare direttamente con lui, i gruppi Facebook dedicati alla serie non si contano, così come i fan spagnoli, francesi (paesi dove la serie è stata trasmessa) o americani (dove è arrivata solo tramite gli "Exogini", lì chiamati M.U.S.C.L.E., e il sequel Kinnikuman Nisei). Kinnikuman, il suo ardore e la sua fiducia nella giustizia e negli amici hanno ispirato tantissimi fan oggi adulti in Giappone, fra i quali lo stesso Takashi Shimada, che a sessant'anni oggi si è anche reinventato come lottatore di jujitsu, ma anche molti personaggi famosi come il lottatore e powerlifter Yohei Asakura (padre della lottatrice Kanna Asakura) che ha proprio dichiarato di ambire a diventare un supereroe come Kinnikuman; i comici Takeshi Tomizawa e Mikio Ito del duo Sandwichman, che spesso hanno interpretato o citato i personaggi della serie nei loro sketch; wrestler professionisti come Naomichi Marufuji, Manabu Soya o Togi Makabe; il lottatore Ikuhisa Minowa, che dopo aver interpretato Tiger Mask sul ring nel 2010, ha oggi proprio cambiato il suo nickname in "Minowaman Z", a rimarcare l'influenza di Kinnikuman sul suo background; il bravissimo Nikotatsu, presente su Twitter e Instagram coi suoi cosplay di Robin Mask e Terryman, e tanti altri.
 
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Kinnikuman, Robin Mask, Terryman e tutti gli altri eroi creati dal duo Yudetamago ormai quarant'anni fa sono diventati parte integrante della cultura popolare giapponese, ispirando mangaka successivi che hanno creato shounen manga di successo, ispirando sportivi che hanno cominciato ad andare in palestra perché volevano diventare supereroi come Kinnikuman, ma soprattutto instillando nei cuori della gente quel "potere dell'amicizia" che ti permette di migliorare attraverso i rapporti instaurati con le persone e quella "kajiba no kusojikara" che Ikki Kajiwara definiva "konjo" e che rappresenta la forza di volontà di non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, con la differenza che gli eroi tragici di Ikki Kajiwara erano quasi sempre da soli nella loro lotta contro il mondo, mentre Kinnikuman, come gli eroi degli shounen che da lui nasceranno, si circonda di amici. Il nostro Suguru è un po' quello che, qualche anno più tardi, sarà Usagi Tsukino di Sailor Moon, con meno muscoli e una sailor fuku al posto dei mutandoni da wrestler ma con lo stesso cuore di personaggio apparentemente stupido, frivolo, mangione, pavido, che però ha in sé un misterioso potere in grado di attirare e affascinare chiunque.
Kinnikuman è quindi l'eroe perfetto: si batte a rischio della vita per salvarti a livello fisico dalle minacce dei malvagi, e salva il tuo cuore e il tuo spirito con gag divertenti come farebbe un buon amico.
Non stupisce, dunque, il suo successo, l'immenso amore che i giapponesi hanno nei suoi confronti anche a quarant'anni dal suo debutto. Dispiace che un personaggio così grande e importante sia completamente sconosciuto in Italia, ma chissà che il nuovo adattamento animato, di cui non si sa ancora molto ma aspettiamo fiduciosi, non possa cambiare le carte in tavola.  
 
See you again, hero
敵として出会い
See you again, hero
友と呼び別れる
眠れリングの戦士達よ 
新たな闘いの日まで

See you again, hero
Vi siete incontrati come nemici
See you again, hero
Ora vi salutate chiamandovi amici
Dormite, guerrieri del ring
Finché non giungerà il momento di una nuova battaglia


Akira Kamiya, "See you again, hero" (1984)