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Atenaide

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Questo anime ha una natura ambivalente che colpisce.

Di primo acchito si può criticare il chara design molto bambinesco, i suoi giovani protagonisti o classificarlo come un isekai "classico".

E invece... notevoli sono i grandi temi che muove "Now and Then Here and There", le sue ambientazioni estreme in cui i vari personaggi lottano per emergere con le loro motivazioni, la paura che non c'è stata di affrontare tematiche durissime, come la violenza, l'abuso di potere che giustifica omicidi e stragi, la speranza che parla con voce flebile in mezzo a un'immane tragedia di un mondo, di un popolo.

I protagonisti principali sono Shu, un ragazzino amante del kendo ma fin troppo istintivo, di buon cuore e altruista, e Lala Ru, la cui identità non starò a svelare, i cui trascorsi hanno reso la sua visione del mondo pessimista e amara. Si incontrano per caso, su delle ciminiere dismesse, e si trovano a guardare il tramonto assieme. Poi Lala Ru viene rapita da un commando improbabile, dotato di robot serpente e capitanato dalla fredda Abelia. La ragazza chiederà aiuto a Shu e lui cercherà di salvarla, salvo essere trasportato in un altro mondo, dove regnano miseria, sopraffazione, disperate utopie e violenze tremende.

Da qui comincia una spirale di dolore, violenza, speranza, che coinvolge anche Sara, una ragazza rapita dallo stesso mondo di Shu perché assomiglia a Lala Ru (uno dei personaggi più drammatici, forti, profondi dell'anime), il piccolo Boo e Nobuca, la cui fiducia nelle azioni nel tiranno folle Hambo sta nella promessa che, finita la guerra, torneranno tutti a casa. Sono dei bambini, i soldati di Hambo, e nella sua nave vige un ordine militare e una disciplina ferrea: bambini e donne vengono rapiti dai villaggi per poi essere usati in modo tale da potenziare il suo esercito.

Sono pochi i dissidenti ancora vivi e organizzati, in quel mondo desertico, ma Shu e Lala Ru troveranno in loro quell’umanità capace di dare ancora, in tempi e in un mondo disgraziato, il meglio di sé. Esistono ancora vendette, rivendicazioni giuste ma poste male... ed è in questa complessità di azioni e motivazioni che sta la ricchezza di quest'anime.

E alla fine la violenza giungerà al suo apice e i nodi giungeranno al pettine. Cosa resterà poi?
Quel che è sicuro è che Shu maturerà una visione del mondo più concreta, ma non meno positiva, mentre Lala Ru capirà che c'è ancora qualcosa di buono nell'umanità, constatazione che la spingerà a un gesto preziosissimo e commovente.

Mi resta ancora la tristezza per un finale in cui non si capiscono le motivazioni di Abelia (interessante il rapporto morboso che Hambo aveva con lei e il suo presunto innamoramento verso di lui), ma è un'opera meritevole di essere vista. Sottovalutarla per la sua grafica è un crimine.


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Kida_10

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
"Ima, Soko ni Iru Boku", meglio conosciuto come "Now and Then, Here and There", è un anime composto da tredici episodi di durata canonica, prodotto nel 1999 e diretto da Akitaro Daichi.

Shu è solamente un ragazzino quando, dopo aver incontrato una strana e taciturna ragazza chiamata Lala Ru, viene improvvisamente trasportato in un mondo che non è il suo, nel quale la quasi completa assenza di acqua ha devastato l'economia e la popolazione. Qui il giovane si ritroverà prigioniero nella fortezza di Hellywood, governata dal dispotico Re Hamdo, il quale in preda alla follia più totale sta cercando Lala Ru per usufruire del suo particolare potere.

Una trama semplice che non presenta particolari novità o trovate interessanti, ma che comunque si sviluppa bene, seppur con ritmi molto lenti soprattutto nella sua fase iniziale. La narrazione risulta tuttavia fluida, e il ritmo basso permette una maggiore analisi e introspezione dei personaggi, che per l'appunto sono egregiamente caratterizzati. Lo scenario presentato è quello di un mondo desolato sull'orlo della distruzione, nel quale l'uomo sembra aver perso ogni speranza.
Il comparto tecnico si difende bene, proponendo un discreto ed essenziale design dei personaggi, delle ambientazioni varie e dei fondali ben dettagliati. Le animazioni sono fluide e i combattimenti resi alla perfezione, senza esagerazioni di alcun tipo. Il comparto sonoro è ancora migliore di quello grafico, e oltre che a un doppiaggio adeguato e a un'opening dolce ed evocativa, propone delle ottime OST che si adattano ad ogni situazione.

Fino a qui niente di eccezionale, ma "Now and Then, Here and There" è un'opera che va ben oltre al semplice "raccontare qualcosa". Essa si assume la responsabilità di trattare in maniera cruda e realista delle tematiche di grande spessore, senza preoccuparsi di eccedere in crudeltà, e risparmiandosi quindi la classica dose di buonismo che intacca il 95% delle produzioni. L'uomo è un essere imperfetto, che spinto dalla bramosia e dall'irrefrenabile voglia di potere e conoscenza è in continua ricerca di un qualcosa di più grande. Un essere che non si accontenta mai, che vuole sempre ottenere più di quello che ha. Questo è il principale messaggio che traspare chiaramente dalla visione dell'opera.
Oltre ad esso, si parla di stupri, torture, schiavismo, dittatura, insomma di guerra. Essa è l'elemento principale di cui si nutre l'opera, e che viene mostrato nel suo lato più crudele e spietato senza alcuno sconto. Immagini e sequenze di forte impatto che non possono passare inosservate, che non possono lasciare indifferenti. L'uomo è l'autore stesso della propria disfatta, ed è interessante notare che la sua indole violenta e malvagia venga attribuita indipendentemente dalla fazione di appartenenza. Nel mondo di "Now and Then, Here and There", tutti o quasi sembrano essere nemici di Shu, il quale incarna ovviamente la figura dell'essere umano perfetto, il modello da seguire. I "buoni" non esistono, ogni società è macchiata dallo stesso peccato, e mira, seppur per motivi differenti, allo stesso identico risultato.

Sicuramente un'opera matura e adatta a un pubblico adulto, a discapito delle apparenze. "Now and Then, Here and There" avrebbe comunque potuto dare molto di più. Alcune argomentazioni partono col giusto incipit ma finiscono per perdersi in loro stesse; non tutte le tematiche trattate vengono approfondite come avrebbero meritato, e questo probabilmente anche a causa di una ridotta quantità di episodi a disposizione.


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AkiraSakura

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Non è raro nella nostra breve esperienza di vita rimanere imprigionati in meccanismi che ci obbligano ad agire contro la nostra volontà, proibendoci di essere noi stessi, influenzandoci sino al punto di mutare la nostra visione del mondo. Perché, in fondo, anche noi uomini siamo un complesso meccanismo, allo stesso modo di tutto ciò che ci circonda. Il meccanismo di un orologio funziona in un modo molto preciso, ma non è dotato di coscienza: un orologio non sa di essere un orologio, e non si pone neanche il problema degli altri meccanismi presenti nel mondo. L'uomo è un meccanismo molto più complicato dell'orologio, siccome, almeno in teoria, dovrebbe possedere la coscienza di sé stesso e delle sue azioni. Ma nel momento in cui ci si dimentica di essere uomini, e si agisce come delle macchine, si diventa molto più pericolosi di un semplice orologio. La follia e la sete di potere prendono piede, e, nel peggiore dei casi, vengono legittimate e giustificate da determinate ideologie, eserciti e assetti sociali.
"Ima, Soko ni Iru Boku", alias "Now and Then, Here and There" per gli occidentali, è una rappresentazione fantasiosa, ma allo stesso tempo tremendamente realistica, del meccanismo più atroce mai sperimentato dall'uomo: la guerra. Atmosfere cupe e angosciose, condite da ambientazioni fantastiche e allo stesso tempo terribili, convergono in un dramma umano in cui un soffice tocco di poesia, congiunto alla crudezza della realtà più spaventevole, rapisce e incanta, sferrando un grande pugno nello stomaco allo spettatore, al fine di metterlo in guardia su determinati fatti che sono realmente accaduti e che accadono tuttora nel mondo (secondo il regista, l'anime è stato creato ispirandosi ai rapporti del genocidio ruandese, e il suo scopo è quello di denunciare l'utilizzo dei bambini negli eserciti dell'Africa Orientale).

L'incipit dell'anime ricorda molto i miyazakiani "Conan il Ragazzo del Futuro" e "Laputa - Castello nel Cielo": Shu, un ragazzino energico, solare e ottimista, incontra una misteriosa bambina, Lala-Ru, la quale è in possesso di un ciondolo magico in grado di creare l'acqua dal nulla: quest'ultima, a causa del suo potere, è ricercata dalle forze armate di Hellywood, uno stato industriale nel quale vige la spietata dittatura militare del folle Hamdo, re di una delle ultime roccaforti umane rimaste in un arido mondo post-apocalittico nel quale i mari si sono prosciugati. Il suddetto intende utilizzare il ciondolo di Lala-Ru per procurarsi grandi quantità del bene più prezioso del suo mondo, in modo tale da accrescere il suo potere.

Nella sostanza (ma non nella confezione, si pensi al design volutamente retrò e alle buffe scene d'azione alla "Conan il Ragazzo del Futuro"), "Ima, Soko ni Iru Boku" si discosta molto presto dalle sue reminiscenze miyazakiane, diventando un pesante viaggio nell'oblio di notevole intensità drammatica.
Il tema della guerra viene affrontato in modo genuino, sincero, senza alcun buonismo e ipocrisia di sorta. Certe scene in cui bambini uccidono altri bambini perché non possono fare altrimenti, giacché è la guerra in sé che li obbliga a spargere il sangue di altri innocenti, sono veramente impressive e crude nel loro realismo. In "Ima, Soko ni Iru Boku" le scene tragiche e commoventi si sprecano; l'ottima regia è in grado di fornire un continuo, indelebile, concentrato di emozioni, che ha il potere di rimanere impresso giorni e giorni dopo la visione, grazie anche alle splendide musiche composte da un ispiratissimo Taku Iwasaki: brani come "The Bottom" contribuiscono a creare quel mood estremamente cupo e ossessionante della serie, la quale non si abbandona a freddi e inutili intellettualismi, ma si concentra nel lanciare il suo profondo messaggio colpendo direttamente al cuore con una grande dose di pàthos.

Come era la norma negli anime degli anni novanta, l'opera è caratterizzata da una marcata introspezione psicologica dei personaggi, i quali, allo stesso modo di Hamdo, sono perfettamente credibili e assimilabili a persone in carne e ossa. Il sempliciotto di buon cuore Shu, novello Conan il quale viene tuttavia picchiato, torturato, mandato in guerra contro la sua volontà e che, nonostante tutto, non ha mai smesso di avere fiducia nel genere umano; Hamdo, un dittatore dello stesso calibro di Hitler e di Idi Amin Dada, un pazzo che non si fa problemi a mandare in guerra bambini e a ordinare genocidi in preda a veri e propri deliri da psicopatico; Sala, ragazza innocente che viene fatta violentare ripetutamente dall'esercito al fine di produrre nuovi soldati, la cui psicologia, in seguito a tali raccapriccianti eventi, andrà in frantumi; Nabuca, ragazzino soldato che sa di compiere atti crudeli e ingiusti, ma che non intende ribellarsi al sistema, siccome è stato ingannato dalle promesse di pace di Hamdo; Abelia, il braccio destro di Hamdo, un valido ufficiale con una grande capacità di pianificazione il quale è completamente incapace di ribellarsi, forse a causa della grande paura che prova nel profondo del suo animo; forse perché nella sua vita non ci sono emozioni, sentimenti, coscienza, affetto e comprensione. Nel cuore di Abelia c'è soltanto tanta solitudine: e tale è la cosa che più la lega all'altrettanto isolato dittatore, con il quale ha un rapporto pressoché morboso. E poi c'è Lala-Ru, la quale, pur essendo qualcosa di molto simile a una divinità, con quel suo sguardo gelido e con le sue poche parole, è molto più umana di quello che sembra. Ella prova una grande indifferenza nei confronti dell'umanità, che fa da contrappunto al sincero entusiasmo di Shu: i due personaggi si completano a vicenda, sono gli opposti che si attraggono.

Perché non usi il potere del ciondolo per portare l'acqua in posti diversi? Scommetto che questo piacerebbe alla gente.
No.
Perché no? Sono sicuro che ogni persona ti ringrazierebbe.
No. Potrebbero dirmi un milione di volte grazie, ma per me sarebbe indifferente.
Perché? Non ti rende felice essere apprezzata?
No. E loro non apprezzerebbero comunque. Loro tutti all'inizio mi ringraziano, ma poi incominciano a dare il mio dono per scontato. E presto, nel momento in cui non fornisco loro l'acqua richiesta, si fanno prendere dall'ira, e infine mi rinchiudono per sfruttarmi.
Ogni volta che utilizzo questo ciondolo, divento sempre più debole. Ma nessuno si cura mai di quello che mi potrebbe capitare.
E lo sai cosa fanno dopo? Si uccidono a vicenda. Così è sempre stato, in ogni luogo e in ogni tempo. Se metti abbastanza persone insieme, quelle combattono sempre. Dapprima implorano per le loro vite, e poi si uccidono a vicenda, sino a quando non rimane più nessuno.
E' sempre così.
Ci potrebbero essere delle persone così, ma penso che la maggior parte delle persone sia buona. Ne sono sicuro.
Tutte le brave persone di questo mondo sono già morte.
Non voglio più sprecare la mia vita per gli esseri umani.
Io penso che tutti ti apprezzino allo stesso modo.
No. Grazie.
- Dialogo tra Shu e Lala-Ru.

Il racconto di Lala-Ru, nonostante sia macchiato da una concezione pessimistica della natura umana, è più che legittimo. In esso il comportamento dell'uomo nei confronti dell'acqua diventa un'allegoria del suo innato desiderio di ampliarsi, di espandersi, di consumare tutto quello che trova lungo il suo cammino, senza alcuna coscienza e freno inibitore, giacché la sua sete di potere cresce sempre più, prevaricando ogni cosa. Hellywood è uno stato industriale, non a caso collocato in una monolitica - e simbolica - torre, ove tutto viene prodotto in serie al fine di ricavare un maggior profitto, dalle armi, ai pasti sino agli stessi militari (la triste vicenda di Sala). La sanguinosa guerra tra il suddetto stato e Zari Bars, un villaggio pacifico di agricoltori, mette in luce come in entrambe le fazioni sono allo stesso modo presenti individui egoisti e alienati, i quali non si curano della sofferenza degli altri e che, accecati dalla paura e dalla codardia, non esitano a uccidere i membri della loro stessa comunità. Industrialismo e comunione con la natura vengono quindi messi sullo stesso piano, così come i concetti di "buono" e di "cattivo", che nell'anime perdono completamente di rilevanza: si pensi alla dittatura di Hamdo, che non viene affatto contrastata dalla maggioranza dei sudditi, i quali non pensano, non hanno il coraggio di ribellarsi, vengono storditi dalla propaganda e dalle menzogne; lo stesso dittatore viene dipinto come un prigioniero dello stesso meccanismo nel quale sono intrappolati anche gli altri personaggi: il meccanismo della follia.
Per quanto concerne i due piccoli protagonisti, sia Lala-Ru che Shu, una volta giunti a Zari Bars dovranno mettere da parte le loro rispettive concezioni della natura umana, trovando un compromesso con la cruda realtà: la prima dovrà rivalutare le sue convinzioni dopo aver conosciuto Sis, una donna molto pragmatica e sincera che le vorrà bene incondizionatamente, come una vera e propria figlia; il secondo, dopo aver assistito ad alcuni eventi atroci, dovrà mettere da parte il suo inutile buonismo e agire per tentare di salvare le persone a cui tiene.

Siamo quindi di fronte a una spietata analisi dei meccanismi, soprattutto psicologici, che spingono l'uomo ad autodistruggersi. Tutta la serie è una progressione crescente di violenza che sfocia in un'apocalisse finale piena di morte e disperazione, di sentimento, di esistenze spezzate, di tristi e malinconici addii; e dopo, quando le acque si sono calmate, e il cielo viene mitigato dai colori rassicuranti del tramonto, rimane soltanto una leggera quiete, mista a tanta, tanta nostalgia per la vita. Poiché dieci miliardi di anni sono così fragili e così effimeri... essi suscitano un agrodolce, quasi straziante, affezione.


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antonessiu

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
"Now and Then, Here and There"è un anime decisamente bello e adatto a un pubblico adulto per le tematiche trattate. C'è chi ci vede scopiazzature di altri anime tipo "Conan" etc., ma la mia impressione è che questo sia molto più "completo" e "adulto". I temi trattati in questa serie sono la natura autodistruttiva umana, la guerra, il condizionamento psicologico etc., visti dagli occhi di bambini e ragazzi che sono, in questo anime, sia vittime che carnefici.
I personaggi sono tanti e tutti ben caratterizzati: Shu, il protagonista, un ragazzo inizialmente infantile e ottimista che matura molto durante l'anime; Nabuca, un ragazzo-soldato che a differenza di Shu è già maturo, perché vive in un mondo crudele che non ammette compassione, ma che comunque è in continuo sconvolgimento interiore; Lala Ru, una ragazza che ha il potere di controllare l'acqua, secondo me poco caratterizzata; Sara, una ragazza che come Shu matura molto durante l'anime; Tabool, ragazzo-soldato che la vita ha insegnato a essere crudele; Abelia, la comandante della fortezza Hellywood (probabilmente innamorata di Hamdo); Hamdo, il folle re di Hellywood che per qualche oscura ragione è in conflitto con le altre nazioni.

La grafica a mio avviso è l'unica nota dolente di questo anime, ma la si dimentica presto vista l'intensità della storia narrata. Sono presenti numerose scene di guerra che non risultano mai splatter.
Concludendo, questo anime è intenso, crudo e riesce a strappare qualche lacrima; il mio consiglio è di vederlo sia per lo sviluppo della storia sia per i temi trattati.


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Ryoji

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Ed ecco la recensione di Now and then, here and there, anime ancora inedito qui in Italia e, come spesso accade per le opere non ancora giunte fino a noi, siamo di fronte a un capolavoro!
Cominciamo analizzando il tema trattato in questa serie, che secondo me è il suo punto forte, ossia la guerra dal punto di vista dei bambini/ragazzi che siano essi vittime o addirittura costretti a combattere contro la loro volontà; secondo me lo sviluppo di questo argomento è realizzato in maniera impeccabile perché attraverso il protagonista ci permette di vedere tutte le parti in causa: chi dichiara guerra, chi si oppone tentando di dare rifugio e conforto alle vittime, e, molto intelligentemente, anche di chi gestisce le risorse che, di conseguenza, può decidere le sorti del conflitto solo scegliendo da che parte stare.
I personaggi sono tanti e tutti ben caratterizzati i principali sono: Shu il protagonista un ragazzo come tanti un po' infantile e sempre ottimista, forse il suo carattere e comune a molti anime ma a mio parere in questo contesto sta molto bene, Nabuca un ragazzo-soldato che combatte solo perché nutre la speranza di tornare al suo villaggio alla fine del conflitto, Lala Ru la misteriosa ragazza con il potere di controllare l'acqua, Sara ragazza imprigionata la cui storia è veramente tremenda, penso che molti di voi si commuoveranno a vederla, Tabool ragazzo-soldato compaesano di Nabuca che non regge all'estrema violenza della guerra e perde il senno e infine Hamdo il folle e violentissimo capo dello schieramento che ha dato origine al conflitto.
Sulla grafica non ci sono cose particolari su cui soffermarsi è buona e in linea con gli standard del periodo in cui è stato prodotto, ma soprattutto anche se sono presenti numerose scene di guerra non si scivola mai nello splatter il che, secondo me, è una cosa molto buona.
La colonna sonora, opening e ending sono canzoni molto semplici eseguite con pochi strumenti e un filo di voce, questa, secondo me, è una chiara scelta stilistica volta a focalizzare tutta l'attenzione sulla crudezza storia.
In conclusione questo è un anime molto crudo a tratti anche molto pesante ma che consiglio a tutti per la bellezza dei personaggi, lo sviluppo della storia e per l'accuratezza e il rispetto usati nel tema trattato.


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Falcon

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Molto spesso l'universo degli anime è costellato da grandi successi come "Naruto", "Dragon Ball", "Elfen Lied" etc., ed anche da grandi insuccessi, come "Let's & Go", "Gunparade Orchestra", "Tekken" e simili. Spesso ci sono anche piccoli anime, sconosciuti alla maggior parte del grande pubblico ma dello stesso livello di quelli citati all'inizio, che purtroppo sono coperti da anni ed anni di anime favolosi e tremendi, che ne hanno oscurato la notorietà.
NTHT ("Now and Then Here and There") è uno di questi piccoli capolavori che non hanno retto il vaglio del 2000 e sono stati lasciati a se stessi. Almeno fino ai giorni nostri.
NTHT è un anime completamente diverso da tutti i suoi simili. Non solo a livello narrativo, ma anche per i profondi temi che tratta e per il modo maturo con cui lo fa, e ciò lo rende una vera perla nascosta dell'animazione giapponese. Ma esaminiamo approfonditamente questo gioiellino:

Trama
Shu è un ragazzo normale, particolarmente ottimista e a volte iperattivo, che torna a casa dopo essere stato sconfitto in un incontro di kendo da uno dei suoi compagni proprio davanti alla ragazza dei suoi sogni. Sulla cima di una ciminiera abbandonata scorge una ragazza e decide di arrampicarsi fino in cima per conoscerla. La ragazza dice solo di chiamarsi Lala Ru e si limita a guardare il tramonto. Ma all'improvviso spuntano dal nulla delle macchine che catturano la giovane, che a questo punto chiede aiuto a Shu. Questo agisce d'impulso e si scaglia contro i nemici finendo con loro teletrasportato all'interno di un enorme edificio metallico, un miliardo di anni nel futuro. Da qui inizieranno le dis/avventure di Shu, intrappolato in una realtà distopica dove un re pazzo governa la più potente "nazione" rimasta sulla Terra dopo una tremenda catastrofe naturale. Quest'ultimo usa bambini rapiti dai villaggi confinanti come soldati e regna con un misto di pazzia e crudeltà inaudite. Shu si ritroverà a dover affrontare situazioni al limite della sopportazione, dove la sua bontà e il suo ottimismo sono visti come anormali in una società dove non esistono più i buoni. Ma nonostante ciò Shu rimarrà se stesso e riuscirà, insieme a Lala-Ru, a salvare il mondo.
Beh, riassumere la trama in queste poche parole è molto riduttivo e, nonostante l'intreccio sia un po' scontato, in realtà è molto profondo. Le situazioni che vengono proposte allo spettatore sono le stesse presenti nelle nostre vite quotidiane, anche se lontane migliaia di chilometri dai nostri PC (basti pensare alla guerra, alle torture e agli stupri di massa; sì, sono presenti anche questi). In parole povere le situazioni e gli eventi in cui incappa Shu sono molto simili a quelli che ci aspetteremmo di incontrare nella realtà, e suscitano in chi guarda emozioni simili a quelle che si proverebbe nella realtà.

Caratteristiche
La serie è molto cupa e seria per quanto riguarda l'evoluzione degli eventi e le situazioni proposte. Le scene e le situazioni sono veramente particolari, infatti questo anime insegna che non è necessario provocare spargimenti di sangue a go go per ottenere un forte impatto psicologico nello spettatore. Ciò che è molto evidente nell'anime è la crudezza e il modo realistico in cui sono state realizzate le scene. L'emozione è molto forte assistendo a scene veramente dure, come le torture inflitte a Shu che è solo un bambino, le violenze sessuali subite da Sara (che non sono mostrate ma hanno comunque il loro forte impatto psicologico), le punizioni inflitte ai bambini soldato e le varie scene di guerra. Si cade in una spirale senza uscita, dove lo spettatore è coinvolto profondamente nell'evolversi della storia, che assume tinte sempre più forti e crude ad ogni episodio. E ciò è molto più adatto ad un pubblico maturo, capace di capire nel profondo tutti i risvolti psicologici degli eventi.

Tematiche
Abbiamo analizzato il modo in cui vengono trattate le tematiche presenti in questo anime, ora analizziamo le tematiche stesse: senza dubbio in questo anime vi è una visione molto machiavellica dell'uomo. L'uomo, pur avendo quasi raggiunto la sua completa distruzione, continua a fare guerre, continua a farsi governare da pazzi e continua imperterrita nel commettere gli stessi errori del passato. Sopratutto quest'ultima frase si riscontra molto nel comportamento di molti personaggi, come i bambini soldato che rapiscono altri bambini senza battere ciglio, nonostante loro stessi siano stati rapiti a loro volta. L'uomo è malvagio e, lasciato a se stesso, è destinato ad autodistruggersi con ogni mezzo possibile. Ma c'è un bagliore di speranza. Shu incarna l'ideale dell'uomo che contro ogni aspettativa, e da solo, riesce comunque a resistere all'imbarbarimento della sua umanità, restando se stesso ed evitando di fare del male. Ma ciò non significa che Shu sia un eroe. Al contrario anche lui è un essere umano, anche lui ha le sue debolezze, ma ciò non gli toglie la sua dignità, la sua voglia di restare umano, il desiderio di combattere le ingiustizie attivamente, anche a costo di morire.
Ma non parliamo del solito cavaliere in armatura scintillate che sa sempre cosa fare ed è depositario dell'unica verità, quella della giustizia: la verità non è mai quella che sembra, come anche le varie prese di posizione. Mentre Shu è ottimista sul genere umano, Lala Ru è sicura nel suo pessimismo. E la distinzione fra bene e male non è molto marcata. Non esistono solo buoni e cattivi, ma anche chi è costretto ad essere cattivo ma sa che ciò che fa è sbagliato (Nabuca), o chi esegue gli ordini perché non riesce a ribellarsi (Abelia), o, peggio ancora, chi è malvagio non perché lo sia veramente, ma perché è pazzo (Hadmo). L'anime gioca molto su questi aspetti psicologici e sociologici, e ciò sicuramente eleva questa serie ad un livello superiore.

Grafica
La grafica è buona ma niente di speciale.

Colonna sonora
Non ha una grande colonna sonora, ma le canzoni usate nell'opening e nell'ending sono molto adatte. Anche le OST presenti durante l'anime sono azzeccate alle varie situazioni proposte.


Che dire, avete fra le mani un piccolo capolavoro. Il mio consiglio è di smettere di leggere questa recensione ed andare subito a vederlo. NTHT merita veramente tutto ciò che non ha potuto ricevere ai suoi tempi, quindi perché non ritagliare un'ora di tempo per vedere questo gioiellino?


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Merior

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Occasione mancata. Questa è forse la definizione più adatta per un'opera come "Now and then here and there". Anime del 1999 che cerca di affrontare con serietà varie tematiche legate alla guerra e alla violenza che ne consegue; tra stupri, torture, bambini costretti a divenire soldati, dittatori pazzi, armi di distruzione di massa, senza mancare di soffermarsi sulla lotta/ricerca sfrenata di risorse (nello specifico di acqua) per sostenere i costi della stessa guerra, nessuno dei temi tipicamente affrontati dai drammi bellici viene dimenticato. Proprio questo è il problema dell'opera: cercando di dire troppo nel corso di 13 episodi finisce per dire troppo poco e a volte con troppa superficialità.

La trama si sviluppa in modo lineare e semplicistico (risultando più volte affrettata). Shu, normale ragazzo giapponese, di ritorno da un incontro (perso) di judo incontra una strana ragazza di nome Lala Ru e, nel tentativo di salvarla da alcune macchine volanti, si trova catapultato in un altro mondo, all'interno di una fortezza in cui viene imprigionato. Da quel momento in poi verremo gradualmente a scoprire qualche dettaglio sull'identità di Lala Ru, l'organizzazione della fortezza, il regime militare ivi instaurato e a conoscere i vari personaggi dell'opera.
Anche su questo fronte l'intento è lodevole, ogni personaggio dovrebbe rappresentare una particolare tematica e avere una propria storia da raccontare per far riflettere sulla stessa. L'obbiettivo non viene, però, centrato e i vari drammi personali risultano superficiali impedendo allo spettatore di legare/simpatizzare con i personaggi. Unica eccezione su questo fronte è forse Sara (ragazza americana rapita e imprigionata per la sua somiglianza con Lala Ru) vittima di violenze e stupro, la cui storia, per quanto breve, rimarrà facilmente impressa nello spettatore (grazie a varie scene d'effetto, forse le uniche a mostrare un po' di "brio" in termini di regia) . Per quanto riguarda Shu, ci troviamo di fronte al tipico ragazzo ottimista, ingenuo e coraggioso e forse al personaggio peggio riuscito dell'intera opera. Come fin troppi altri personaggi appartenenti al suo archetipo non perderà occasione per esprimere il suo disprezzo per la guerra e per i vari atti di violenza a cui assiste, eppure, nel momento della verità (l'affrettato finale), compirà una scelta estremamente ipocrita in aperto contrasto con la sua "morale" (dichiarata). Poco da dire su Lala Ru, personaggio non molto approfondito/sviluppato, ma per il cui comportamento (silenzioso, riservato, apparentemente privo d'emozione) verrà quantomeno fornita un'adeguata spiegazione.

L'animazione non è invecchiata benissimo pur rimanendo guardabile. Inadatto, invece, il character design, non riesce a rendere appieno la gravità e serietà delle vicende, risultando fin troppo semplice e "carino".
Buone il doppiaggio e le musiche, ottima l'ending, quasi una ninna nanna, contrasta la violenza dei vari episodi infondendo tranquillità nello spettatore.
Per concludere, "Now and then here and there" si rivela essere un'opera apprezzabile più per gli intenti che per i risultati. Discreta ma nulla più. Consigliata la visione a chi è in cerca di qualcosa di serio e "duro", a patto di essere in grado di sorvolare sull'ingenuità/superficialità di alcune storie/situazioni.

Trama: 6 (lineare, superficiale con un finale affrettato)
Personaggi: 7 (interessanti e credibili ma troppi per essere approfonditi in modo soddisfacente/scadente la caratterizzazione del protagonista)
Animazione: 6 (guardabile, inadatto il character design)
Sonoro: 8 (buoni doppiaggio e musiche, ottima l'ending)


 3
Locke Cole

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Serie dei tardi anni '90 che non godette di alcuna fama, "Ima, Soko ni Iru Boku" è un'opera che cavalca l'ondata d'innovazione che caratterizzò quel decennio, senza tuttavia dedicarsi allo sperimentalismo. La particolarità di tale produzione non risiede infatti né nell'originalità scenografica né nello sviluppo del suo soggetto, ma nel contenuto di quest'ultimo.
"Ima, Soko ni Iru Boku" è un anime duro, dalle sfumature cupe, che tratta il tema della guerra naturale fra esseri umani, delle paranoie e della brama di potere, ma soprattutto dell'aspetto psicologico, del limite e oltre al quale si giunge in situazioni estreme. Una tragedia umana, una serie adulta che non trattiene i colpi e che non sconta nulla a nessuno: tale potrebbe apparire dalle mie parole e in massima parte così è, ma un grande difetto mina tutta questa struttura.
Ognuno degli aspetti da me elencati manca della giusta enfasi o viene trattato senza le dovute precauzioni, lasciando così un castello volteggiante nell'aria senza solidi basamenti.
La colpa è principalmente da imputare alla regia, la quale non svolge al meglio il suo ruolo, dimostrando una goffa incapacità di destreggiarsi nel genere tragico e psicologico.
Nondimeno l'opera è apprezzabile, specialmente in virtù della propria ambiziosità nel trattare temi tanto maturi e complessi.

Esponendo la trama, troviamo anzitutto un incipit altamente banale, con l'utilizzo di mezzi quali l'incontro fortuito, l'empatia istantanea e il viaggio incidentale. Tuttavia già dal secondo episodio si chiariscono i toni che si useranno e le atmosfere evocate vanno incupendosi: si assiste subitaneamente a violenze, torture e sevizie, chiari accenni di stupri, crudeltà ed episodi di follia.
In breve tempo la spirale del conflitto si stringe, avvinghiando a sé il nolente protagonista mentre gli ambienti e i tempi si caricano di tensione, acuendo l'esistenziale sofferenza che guiderà l'intera opera, e già di ciò è necessario rendere merito alla serie, che si è incaricata di trattare temi molto controversi, quali l'etica della sopravvivenza in una "hobbesiana" reminiscenza del celeberrimo "homo homini lupus", ben lungi dal buonismo tipicamente apprezzato dal grande pubblico.
Nonostante questi pregi e la grande serietà con cui l'intero viene gestito, nondimeno emergono da subito i primi difetti nel progetto stesso e nella sceneggiatura.

La regia si dimostra maldestra, non incapace ma sicuramente inefficiente nel dosare giustamente i tempi, che necessitavano di maggiore lentezza e conseguentemente non in grado di evocare il sentimento di stridente alienazione e di tedio nel vivere, che registi come Anno o Oshii hanno saputo magistralmente trasmettere attraverso opere contemporanee a quella in esame.
S tratta di un lavoro che sarebbe stato necessario affidare a mani ben più esperte e il cui copione sarebbe dovuto essere rimaneggiato. Su quest'ultimo punto è infatti necessario notare come alla regia sia mancato il coraggio di esprimere pienamente la tragedia che andava inscenandosi, la determinazione di non tradire lo spirito dell'opera. Come spesso avviene quest'ardimento è un'eccezionale rarità e la serie viene conclusa lietamente, non nel senso stretto del termine, ma grandemente meglio dei più rosei prospetti. Viene così smentita la ciclicità del conflitto, la morale del perpetuo ritorno del desiderio di combattere negli animi delle persone e, sebbene non si predichi assolutamente la bontà degli uomini, il cielo pare ora arridere, seppure con un amaro sguardo al passato, ai sopravvissuti.
Per contro, un regista dall'indiscusso talento dirigerà una decina d'anni più tardi un lungometraggio foriero esattamente di questa morale negativa d'ineluttabilità della guerra, ossia "The Sky Crawlers", che tuttavia non cederà innanzi a un eccessivo carico di moralità, come invece avviene nella serie in esame. Le due opere sono profondamente diverse, sia qualitativamente sia contenutisticamente, malgrado ciò questo messaggio (o meglio, il suo tentativo) è comune a entrambe.

Altro difetto è la chiara elusione o la risoluzione semplicistica di taluni accadimenti, certamente di ardua gestione, che si sarebbero potuti rivelare dei picchi di tragicità, quali il tentativo di suicidio, l'aborto e il mancato stroncamento dello spirito dei personaggi, primi fra tutti quelli dell'eterno idealismo di Shu e il recupero del morale di Sara.
Nella sceneggiatura traspare una certa ingenuità, resa evidente dalla carenza di puntiglio nel curare i particolari, precisione di cui un'opera seria non dovrebbe mancare: elementi quali la mancata considerazione delle barriere linguistiche, l'eccessiva ingenuità di Shu, la mancanza di dissidio fra le truppe nonostante l'assenza di un profondo condizionamento mentale e tanti altri dettagli minori sono tutti esempi di ciò.

Tornando all'analisi dell'opera, è piacevole notare che per quanto l'aspetto militare sia preponderante, la guerra è spesso vista in lontananza, uno spettro i cui effetti sono ben suscettibili per i soldati di Halleywood, che ne minano l'animo e il corpo.
Questa si rivela una scelta saggiamente oculata, che permette di eludere qualsivoglia accusa di mancanza di minuzia nella difficile trattazione dell'ansia da battaglia, ma ugualmente permette di concentrarsi sulla tensione della vita quotidiana, in un ambiente ove la lotta è ovunque e la pazzia rapidamente si sparge. Il tema della sanità mentale non viene purtroppo esasperato a dovere, avendo necessitato di una cura maggiore. La simbologia nell'opera è ricca e ben gestita, andando dalla follia disincantata di re Hamdo, simbolo del dissidio legato alla conflittualità fra l'istinto di egoismo e di distruzione rispetto alla morale sociale e all'istinto di autoconservazione, ai riferimenti all'acqua, contemporaneamente simbolo di purezza e di egoismo.

Nonostante le critiche da me sollevate, la serie merita di essere valorizzata, considerando l'elevato livello del soggetto e l'immensa difficoltà che si ha nell'approcciarsi al realismo psicologico e particolare considerazione merita la sua qualità relativamente alle produzioni che mediamente popolano il mercato.
In conclusione si tratta di un lavoro molto valido e interessante, che si addentra nell'intricato e spinoso campo dell'etica e della psicologia delle situazioni estreme, il quale viene sfortunatamente affidato a mani troppo inesperte per svilupparlo degnamente. Ciò nonostante il risultato ottenuto è degno di nota e meritevole della sua visione.

leomix

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leomix

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Premetto che difficilmente ci si può imbattere in anime di questo tipo. Già dalla seconda puntata ci accorgiamo che la trama è totalmente inusuale per un cartone: troppo violento e troppo vero. Cosa succede se un dittatore pazzo decide di conquistare il mondo? Cosa succede se le persone smettono di pensare a cosa stanno facendo? Se la società si limita a diventare un reticolato di regole a cui è solo necessario obbedire, può capitare proprio di tutto. Anche la guerra più assurda può diventare una cosa normale. La crudezza esasperata di questa opera ci fa capire che l'uomo può arrivare a fare qualsiasi cosa, anche la più meschina, purché sia giustificato da un sistema. Ma c'è un raggio di sole in questo inferno? Si, il povero Shu che cerca di salvare questa ragazzina indifesa (Dio) ci dimostra come alla fine ciò che conta veramente è conservare i propri ideali, soprattutto quando sono buoni e giusti. Non c'è tempo per la paura, bisogna combattere fino alla fine. A volte anche i miracoli possono capitare.

Valentina

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Valentina

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Purtroppo ho seguito la storia con grande entusiasmo (il primo episodio mi ha conquistata pur scopiazzando da Miyazaki in più momenti), ma poi tutto mi ha delusa.
La profondità dell'anime è soltanto superficiale, certo descrive certe situazioni in maniera cruda e verosimile ma per il resto non spiega nulla. Perchè un re pazzo è al potere? Cos'è Hellywood e chi l'ha costruito? Ma sopratutto il buco di sceneggiatura più grande è vedere quel teletrasporto con il nostro mondo inutilizzato... Cioè vi manca l'acqua? Teletrasportate un oceano...
La fine poi mi è sembrata tirata via e la qualità non raggiunge più i fasti del primo episodio... Insomma alla fine mi sento di sconsigliare il prodotto perchè brutta copia di Conan.

kappei78

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kappei78

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Shu, ragazzetto molto vivace, una sera al ritorno dalla palestra di kendo, si accorge per caso di una ragazzina intenta a fissare il tramonto seduta sul bordo di una delle ciminiere di una fabbrica dismessa sulle quali esso stesso da piccolo soleva passare il tempo (ottimo hobby…); decide quindi di raggiungerla, ma non potendo arrampicarsi sul medesimo camino per il fatto che la scala sia rotta, decide di salire su quella adiacente.
Arrivato in cima, fa la conoscenza di Lala Ru, ragazzina dagli occhi azzurrissimi e con un misterioso pendaglio al collo, che dopo un’occhiata perplessa, non fa in tempo a sussurrare lui la frase “Aiutami”, che viene rapita da degli strani soldati apparsi dal nulla, che poi scompaiono immediatamente; nel tentativo di liberarla Shu si ritrova così catapultato in un futuro apocalittico, un futuro nel quale la guerra imperversa ormai da troppi anni, dove l’acqua è quasi totalmente assente e nel quale Lala Ru sembra essere la chiave per risolvere finalmente il conflitto.

La visione di Now and Then, Here and There causerà sicuramente allo spettatore appassionato un ovvio senso di deja vù , in quanto i riferimenti a capolavori quali Conan, Laputa, Nausicaa si sprecano in ogni dove, dall’ambientazione post-catastrofe alla caratterizzazione dei vari personaggi, sia per fattezze (anche se il disegno seppur molto buono non raggiunge mai lo standard di quei capolavori), che per sviluppo delle varie personalità (vale stesso discorso fatto per il disegno); tuttavia la trama cerca almeno parzialmente di discostarsi (e per fortuna aggiungerei visto il pericolo di plagio) da quanto citato in precedenza : a differenza di Conan, per esempio, dove si assisteva ad un innalzamento degli oceani, qui l’acqua è quasi del tutto assente, cercando in questo modo una maggiore focalizzazione sulla figura enigmatica di Lala Ru in quanto “essere trascendente”; anche il tema ecologico onnipresente nelle opere di Miyazaki è qua lasciato in secondo piano rispetto alla guerra: se nelle citate opere del maestro infatti la guerra è sempre vista come un conflitto tra progresso tecnologico e natura, coinvolgendo l’uomo in quanto mezzo, questo anime cerca di concentrarsi maggiormente nell’evidenziare la guerra in quanto gioco di potere che vede la ricerca del dominio assoluto sugli altri come prerogativa, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata.

Ciò che mi ha colpito favorevolmente, è la rara crudezza con la quale vengono affrontati i temi bellici, vedi l’uccisione dei bambini e gli stupri; inoltre ho trovato perfetto il tentativo di tratteggio della natura-(stupidità) umana : Lala Ru che spiega a Shu che se anche distribuisse l’acqua ad un villaggio bisognoso, dapprima gli abitanti ne sarebbero felici ma subito dopo ne vorrebbero ancora e ancora, cominciando col tempo a dare per scontata la possibilità di avere sempre nuova acqua e finendo poi per imprigionare la stessa Lala ru al fine di sfruttarla a piacimento.
Ciò che invece mi ha lasciato perplesso è la reazione eccessivamente stereotipata di alcuni dei personaggi principali di fronte al verificarsi di determinati eventi, cioè questi si comportano sempre come ci si aspetterebbe che avrebbero dovuto comportarsi data la situazione, e questo toglie, secondo me, un po’ di mordente ad una trama già non sviluppata al meglio.
In definitiva resta comunque un buon prodotto nel suo genere, che richiede sicuramente una visione più che attenta e che mi sentirei di consigliare a tutti coloro che hanno voglia di qualcosa di più impegnato rispetto al solito.
Voto : 7,5

Solaris

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Solaris

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Questa è una di quelle serie che viste superficialmente possono far storcere il naso. Il chara ricorda il VMM tm (Vero Maestro Miyacoso tm) e la serie sembra una specie di Conan ambientato nel deserto invece che sull'oceano. E allora inizi a vederti un paio di episodi, così tanto per fare.
Il disegno è 'vecchio' (ma a me è piaciuto comunque parecchio) e le musiche così così, poi vedi che con Conan la serie non c'enta nulla di nulla, e se sei uno sensibile, di fronte all'escalation di violenza, potresti smettere di vedere la serie. Se invece sei uno che je piace solo dragonballa allora forse te la finisci per vedere quanta gente crepa alla fine della storia e poi la butti nel cestino dimenticandotela.
Ed invece, sotto la superficie che l'amante di Dragonballa non può vedere c'è un anime profondo ed immenso. Un anime che, con serietà e crudezza racconta di temi scottanti e delicati. La schiavitù, i bambini costretti alla guerra. Temi affrontati raramente negli anime. E tutto questo raccontato con maestria e crudezza, con stile. Non quindi un clone di Conan ma un opera con una sua dignità, sicuramente consigliato a chi cerca negli anime qualcosa di più di una kamekamekakka!

Lord Orion

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Lord Orion

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Dopo aver visto l'intera serie, trovo il paragone con Saikano piuttosto azzeccato. Anche qui abbiamo una trama crudele, che non mostra riguardi verso nessuno dei componenti del cast. Personalmente, queste storie mi deludono sempre, perchè alla generalmente alla fine rimane ben poco... giusto le macerie e i cadaveri sui quali piangere. E la depressione la fa da padrona!

Andando più sul tecnico, come disegni siamo ok, malgrado lo stile leggermente retrò dei personaggi... soprattutto dell'insulso protagonista, che ha davvero una faccia da bamboccio scemo! Anche il sonoro non mi ha del tutto soddisfatto... le sigle sono moscie e le bgm dimenticabili.

Per come ne avevo sentito parlare, questa serie sembrava un capolavoro... ma purtroppo mi ha abbastanza deluso. Comunque alla fine dei conti gli si può anche dare un 7, giusto perchè è riuscita lo stesso ad intrattenermi e appassionarmi fino alla fine. Generalmente, una serie che giudico scarsa finisce nel mio cestino molto prima...

Sensei

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Sensei

Episodi visti: 12/13 --- Voto 9
Questo è uno dei più begli Anime che abbia mai visto, e ringrazio gli ormai defunti Elite Fansubs per avermici "iniziato". Al di là delle somiglianze con alcuni titoli di Miyazaki - conan forse solo per il char design, ma le macchine volanti non vi ricordano niente??? - è un anime che non ha nulla da invidiare a nessuno. Forte, nudo e crudo, ma proprio per questo "diverso". Buona regia, e buona colonna sonora che, seppur minimalista, riesce sempre a donare allo spettatore quella goccia di emozioni in più.


Consiglio a tutti di comprarsi il DVD box (americano en/en - jp/jp) che si trova a buon prezzo (ovviamente non in Italia ^^ )

Keito

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Keito

Episodi visti: 24/13 --- Voto 9
La storia narra di un ragazzo che nel tentativo di salvare una ragazzina, lala ru, da un tentativo di rapimento, si ritrova proiettato in un altro mondo in guerra, con tutti i suoi aspetti piu' cruenti: bambini costretti a diventare soldati e a uccidere i propri compagni che non accettano l'imposizione, ragazzine preadolescenti a cui viene affidato il compito di essere violentate per ricreare i soldati per premio.. in tutto questo stravolgimento dei diritti umani devastato dalla carenza di acqua, il protagonista cerca di salvare lala ru mentre sembra sempre piu' chiaro che la ragazza e il suo ciondolo posseggono poteri particolari, che potrebbero cambiare le sorti della vicenda ..
La cosa notevole di questa serie e' che nonostante non ci siano scene enormemente visuali di violenza(saikano era molto peggio) la visione risulta un pugno allo stomaco allucinante, veramente destabilizzante.
La regia e' molto di buon gusto, perche' salta molte delle scene piu' raccapriccianti(stupro della ragazzina) ma rende la drammaticita' mostrando gli avvenimenti subito dopo(gli effetti) con un grande consapevolezzaregistica.il regista e' decisamente uno dritto.
Anche da un punto di vista del fanservice apocalittico, e' molto piu' moderato e credibile di saikano, fatto con molta misura. nonostante il lavoro sia del 99 mi sembra che la cg sia praticamente inutilizzata, e il chara stesso sembra appartenere al decennio precedente; non per questo e' spiacevole da vedere; anzi.decisamente viene tolta la freddezza della cg che in una serie "paleotecnologica" come questa secondo me stonerebbe.
L'introspezione dei personaggi e' molto curata, decisamente poco scontata.
lala ru si trova a odiare gli umani e contemporaneamente a salvare piu' volte il protagonista. sara, la ragazza che viene violentata, si trova nella situazione di volere curare il protagonista e avere paura di lui per quello che gli e' successo, in un evidente conflitto tra altruismo(sentire il protagonista una vittima come lei stessa) e misantropia(considerarlo un nemico a priori in un mondo dove "homo homini lupus"). tutte le contraddizioni della psicologia umana credo che siano ben rese, senza la banalizzazione dei sentimenti che fa cambiare "tutto d'un tratto" il comportamento di un personaggio in maniera poco credibile.
Sfortunatamente, a parte la bonta' complessiva dell'opera, l'idea generale non e' molto originale .. come dicevo, ci sono diversi lavori simili per molti versi.