logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 1
npepataecozz

Episodi visti: 26/26 --- Voto 6
Ventisei episodi sono decisamente troppi per un anime come "Nagasarete Airantou" che offre una modestissima varietà di spunti per lo spettatore, costretto a vedere e rivedere una serie di gag tutte uguali che, se all'inizio riescono anche a risultare divertenti, alla lunga diventano decisamente monotone e frustranti. E' questo uno dei casi in cui un numero minore di episodi avrebbe sicuramente giovato alla qualità complessiva del prodotto in quanto troppi tra quelli realizzati si rivelano assolutamente vuoti e inutili.
La trama è di una banalità sconcertante: Ikuto, il classico adolescente giapponese vecchio stampo, naufraga su un'isola deserta da cui, a causa delle avverse correnti marine (vortici per intenderci), è impossibile allontanarsi. Ma non ci troviamo, come il lettore potrebbe pensare, di fronte ad un novello Robinson Crusoe; in fondo gli autori son giapponesi e non inglesi. Quindi perchè non organizzare un bell'harem in questo posto fuori dal mondo? E allora vien fuori che l'isola è abitata da sole donne e che, udite udite, sono tutte desiderose di trovarsi un compagno; tutte eccetto una, Suzu, la più ingenua sentimentalmente ma anche la ragazza più in gamba del gruppo. E indovinate su chi si concentreranno le maggiori attenzioni di Ikuto?
L'estrema banalità della trama, unita a diverse assurdità (e non parlo degli animali parlanti ma di alcune trovate narrative) non è, di per sé, una controindicazione alla visione di questo titolo: quando l'ho cominciato speravo al massimo di farmi due risate senza dovermi impegnare troppo per capire una trama troppo complessa. L'obiettivo di "Nagasarete Airantou" è semplicemente questo e nessuno gliene farà certamente una colpa, tanto più che nei primissimi episodi esso riesce a colpire perfettamente il bersaglio che si era prefisso. Però non basta inserire ogni tanto qualche nuovo personaggio per mantenere vivo l'interesse dello spettatore per l'intera durata dell'anime se le trovate comiche sono sempre le stesse. Lo schema adottato, infatti, è identico episodio dopo episodio: si concentra l'attenzione su un personaggio e su un suo problema e immancabilmente dopo un po' si incasina tutto, nel senso che si crea un grandissimo baccano, con gente che scappa a destra e a sinistra o col protagonista che perde il classicissimo sangue dal naso di fronte ad una nudità femminile (sia chiaro non c'è fanservice, il nudo si intuisce ma non si vede mai).
Quanto al voto gli assegno la sufficienza in quanto penso che ad un certo pubblico "Nagasarete Airantou" possa anche piacere. Personalmente ho fatto grande fatica ad arrivare alla fine ma è anche vero che, data la sbornia di anime degli ultimi anni, l'abitudine fatta a questo tipo di comicità possa avere il suo peso nel mio giudizio. In ogni caso consiglierei sempre di guardare altro, ma non posso negare che qualcuno possa trovarlo comunque divertente.
E' infine chiaro che il finale "vero" di questa storia è un altro rispetto a quello proposto: messa di fronte al rischio dell'estinzione, la comunità finirà per negare la possibilità di monogamia per il povero Ikuto che dovrà, invece, darsi un bel po' da fare per evitare lo spopolamento del villaggio.


 1
Yellowmaster

Episodi visti: 26/26 --- Voto 6
E' possibile estremizzare al massimo il concetto di anime "harem"? Come si potrebbe fare? Perché non catapultare il solito ragazzotto spaesato in un'isola di sole donne? Ecco la premessa di questa serie di ben 26 episodi, davvero troppi, non solo per lo spettatore occasionale, ma anche per gli amanti del genere come il sottoscritto. In effetti la noia dopo un po' ti avvolge perché con un'intera isola a disposizione alla fine sono sei-sette le ragazze che ruotano intorno a Ikuto, il personaggio maschile. La ragazza che lo ospita e che gli rimane più affezionata è Suzu, che però alla lunga finisce per essere anche il personaggio più insipido della storia.
La serie sarebbe da insufficienza piena non foss'altro perché mi è capitato per ben tre volte di addormentarmi durante la visione - molto è dovuto all'ora in cui guardo gli anime, ma con altre serie non succede -, ma voglio dare mezzo punto in più per il personaggio più divertente e ben riuscito dell'anime, che è la sacerdotessa Machi. E' davvero uno spasso vedere come tormenta gli altri e soprattutto la sorella minore torturata con bambole voodoo! Il suo sorriso demoniaco è impagabile; purtroppo non è ben doppiata e questo è davvero un peccato.
Altro mezzo punto in più per la bella idea di dare anima, vita e parola agli animali dell'isola, tutti antropomorfizzati, tutti inventati e tutti ben riusciti, con proprie caratteristiche ancora più definite rispetto a quelle degli umani. Sono davvero stupendi i quattro re dell'isola, il gatto e la tigre a due code, il super pulcino e il panda gigante, doppiati benissimo e ben disegnati. Non mancano fanservice e abbondanti (eccessive e stucchevoli) perdite di sangue dal naso da parte di Ikuto. Le sigle non sono memorabili. Il disegno è fluido e luminoso, ma non lascerà certo il segno.
Solo per amanti del genere.


 2
Horus

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
In quella marea di titoli che affolla la lista di ogni buon appassionato di anime, ogni tanto capita di trovare qualche piacevole sorpresa, non necessariamente un’opera originale o rivoluzionaria, ma, più semplicemente, un anime piacevole, che, senza cercare di spingersi verso vette ‘inesplorate’, si limita ad adempiere all’arduo compito di regalare qualche ora di divertimento. Questo è stato il caso di Nagasarete Airantou, anime di 26 episodi realizzato dallo Studio Feel e tratto dall’omonimo manga di Takeshi Fujishiro.

L’inizio della trama segue un canovaccio ‘classico’, Ikuto Tōhōin, un normalissimo ragazzo di 14 anni, a causa dei continui litigi con il suo severo padre decide di scappare di casa ed ottenere così l’agognata indipendenza; tuttavia, nel lungo viaggio via mare da lui intrapreso c’è ad attenderlo una sorpresa, nel mezzo di una violenta tempesta, infatti, Ikuto viene sbalzato dalla nave, finendo in balia delle onde. Quando ormai la sua fine sembra vicina, scoprirà di essere stato graziato dalla sorte, riprendendo coscienza tra le braccia della bella Suzu, la quale tenta goffamente di rianimarlo. Ben presto Ikuto scoprirà di essere naufragato sull’isola di Airantou, una terra separata dal resto del mondo da violenti mulinelli d’acqua, che 130 anni prima divenne la casa dell’equipaggio della nave Airantou (da qui il nome dell’isola), naufragata anch’essa durante una violenta tempesta che si ripete ogni 100 anni. Sin qui, in effetti, potrebbe sembrare quasi un anime d’avventura, tuttavia a rendere particolare la situazione è la popolazione di Airantou; a causa di un incidente avvenuto 20 anni prima dello ‘sbarco’ di Ikuto, infatti, l’intera popolazione maschile è deceduta in mare (o almeno così si pensa), rendendo l’isola un paradiso (o forse no) al femminile. Inutile dire che in questo contesto Ikuto diventerà prima l’oggetto della curiosità, e poi della brama delle abitanti di Airantou, costringendo il ‘povero’ ragazzo a sfuggire a delle attenzioni non proprio desiderate, che, peraltro, hanno il peculiare effetto di provocargli copiose emorragie dal naso.

Fatta questa premessa sulla trama, l’anime sostanzialmente si sviluppa sotto forma di slice of life. In particolare, sebbene la presenza femminile sia numerosa, Nagasarete Airantou non è il classico anime harem/ecchi, ed anzi il fanservice è quasi del tutto assente; tema principale della storia, invece, sono le avventure quotidiane di Ikuto in un’isola stramba e misteriosa, in cui il ragazzo, accompagnato da Suzu e le altre, avrà modo di scoprire animali parlanti, ortaggi giganti, o partecipare a una guerra tra gatti. Ovviamente il tema sentimentale non è del tutto assente, né potrebbe esserlo visto che Ikuto è l’oggetto del desiderio di tutte le ragazze, nondimeno questa è una tematica che viene affrontata in via secondaria, anche se non superficialmente, in un contesto in cui i momenti comici tendono ad avere un ruolo maggiore.

Venendo ai protagonisti, la prima figura da analizzare è proprio quella di Ikuto, un normale adolescente la cui caratteristica fondamentale è la perseveranza, ed in particolare l’odio per una parola, “impossibile”, che suo padre soleva ripetergli per rinfacciargli la sua presunta incapacità. Protagonista femminile principale, invece, è Suzu, una ragazza orfana, bella e determinata, anche se un po’ imbranata, che nel corso della storia svilupperà un forte sentimento nei confronti di Ikuto, con il quale condividerà buona parte delle avventure su Airantou. Accanto a questi due personaggi principali, troviamo poi il resto della popolazione dell’isola: le due sorelle Ayane e Machi, una eterna rivale di Suzu, l’altra propensa ad un certo sadismo, soprattutto nei confronti della sorella; Rin, aspirante falegname con un modo di fare un po’ mascolino; Chikage, l’intellettuale del gruppo che ama architettare piani malefici; e infine Yukino, la più piccola, che ama circondarsi di animali di ogni tipo. Un citazione va proprio a quest’ultimi, dotati della parola e contraddistinti da una character design super puccioso.

Ed il character design è proprio uno degli aspetti più piacevoli di Nagasarete Airantou, uno stile che rappresenta una via di mezzo tra quello di Lucky Star (che peraltro è successivo) e quello classico riscontrabile nel resto degli anime. Si passa quindi da soggetti abbastanza realistici, come Rin, a soggetti più caricaturali come Machi; tuttavia, senza ombra di dubbio la parte del leone in tal senso la fanno gli animali, a partire dal sempre presente Tonkatsu (un porcellino stile salvadanaio), che, come detto, sono caratterizzati da uno stile estremamente puccioso ed originale.

La realizzazione tecnica dell’anime è nel complesso di ottima qualità, sia i disegni che l’animazione non presentano sbavature e mantengono un livello costante durante tutti i 26 episodi. Ottimo anche il doppiaggio dei seiyuu, tra cui Hiro Shimono (Ikuto) e Yui Horie (Suzu), le cui voci si abbinano alla perfezione ai vari personaggi. Proprio Yui Horie peraltro ha interpretato l’opening "Days" e la divertente ending "Say Cheese" che dal 14° episodio viene sostituita da "Koisuru Tenkizu".

Traendo le conclusioni, Nagasarete Airantou è un prodotto di buona fattura che può contare su una storia leggera e divertente, esaltata da uno stile grafico originale e accattivante. Un’opera piacevole, soprattutto per gli amanti degli harem o degli slice of life, che, anche grazie ad un nutrito cast di personaggi, pur non brillando per innovazione, non cade mai nel banale, risultando, come detto in apertura, una piacevole sorpresa.

KenzoTenmaFRNSGLRadicchio

 1
KenzoTenmaFRNSGLRadicchio

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Anime comico-demenziale andato in onda la scorsa stagione in Giappone per 26 puntate, tratto dal manga omonimo (che mi appresterò a leggere in scans) di Fujishiro Takeshi. Per me rappresenta uno dei due anime comici rivelazione dell'anno 2007 (l'altro è Seto no Hanayome), è difficile che vedendolo ci si trattenga dal divertirsi in maniera assoluta. Pur riprendendo qualche elemento da anime storici come Tenchi Muyo o Love Hina, con la presenza di una maggioranza quasi totale di personaggi femminili a parte il protagonista (e gli animali), riesce sempre ad entusiasmare, vuoi per la cura del character design (di tutti i personaggi, anche di quelli che fanno una sola comparsa), vuoi per l'originalità di alcune situazioni (funghi a forma di fallo e polli e kappa che usano arti marziali non si vedono ovunque), vuoi per le animazioni che sono sempre eccellenti (ci devono aver lavorato come matti). Se avete voglia di passare il vostro tempo allegramente queste 26 puntate non deluderanno le vostre aspettative.

La storia è abbastanza semplice e lineare, quello che ha influenzato maggiormente il mio giudizio è la simpatia dei personaggi e le situazioni imbarazzanti in cui il protagonista si ritrova suo malgrado.
Ikuto è un ragazzo normale, quindi testardo ed idealista (nel senso che se è convinto di una cosa così deve essere). Fuggito dalle pressioni della famiglia (in particolare del padre che lo ritiene debole), si imbarca su una nave e cade in mare (quelli della nave senza tanti saluti gli lanciano un salvaggente e chi s'è visto s'è visto). A causa delle condizioni pessime naufraga miracolosamente su di un'isola sconosciuta che ha una caratteristica peculiare: è abitata da sole donne (la cosa strana a ben vedere è che di vecchia ce ne sia solo una e di donne mature se ne vedano poche). Per inciso non è un hentai né uno shoujo quindi state tranquilli/e. La prima cosa che Ikuto tenta di fare, dopo essersi reso conto che la vita sull'isola non gli sarebbe stata facile per niente (tenere a bada orde di ragazze che non hanno mai visto uomini è arduo), è fuggire dall'isola. Qui si scontra con l'altra caratteristica peculiare: non si può uscire, l'isola è circondata da vortici d'acqua.
Arresosi all'evidenza, il ragazzo inizia a conoscere i costumi e le stranezze dell'isola di Airantou (così si chiama) e, cosa determinante, ad introdurre, attraverso le sue disavventure episodiche, tutti i personaggi principali: la bella Suzu che lo ospita in casa sua (perché l'ha diciamo "preso" in una gara) assieme al simpaticissimo Tonkatsu (maiale-palla senza zampe); la rompiscatole Ayane (che vede in Suzu la sua avversaria su qualsiasi cosa, Ikuto compreso) e la sorella sacerdotessa pazzoide Machi; la piccola Yukino e la sua banda di animali assurdi (Kuma Kuma docet); l'intellettuale estrema Chikage con le sue manie di sperimentare e conoscere le cose (si va dalla cucina alla magia alla Silvan) con la governante elefantessa Hanako (una timida valanga); la prosperosa carpentiera (si dice carpentiera?) Rin, che non riesce a fare i cassetti (solo ante a scorrimento), e la sorella appiccicosa Shinobu (si, c'è un po' di yuri anche); l'altra naufraga dell'isola, la cinese Mei Mei, talmente timida e paurosa da travestirsi nelle cose più strane, con la compagna (perché sembra sia una femmina) Tohno, il kappa combattente che Ikuto, nel suo scetticismo scientifico, sostiene essere una tartaruga; la cyborg Sakuya con le braccia instabili e l'arsenale da combattimento impressionante; ed infine la galassia originalissima di piante ed animali (i fantastici 4 che si spartiscono le zone d'influenza dell'isola: Taiga, il gatto -non mi ricordo il nome-, Pandaro e Karaage).
Attraverso gli occhi di Ikuto e Suzu, seguiamo la vita nel villaggio in tutte le sue sfumature: dalla raccolta dei frutti della terra, enormi (i funghi fallo ma anche tutto il resto, patate, carote, fragole) ai lavori ed alle occupazioni dei vari personaggi (soprattutto gli imprevisti). Naturalmente Ikuto, incapace di relazionarsi ad un mondo strambo, dove qualsiasi lavoro per lui è cento volte più faticoso (grossi i frutti, grossi gli animali, tutto sproporzionato), dove manca la corrente, i generi di conforto ed il senso del pudore (tra donne sai che mistero!), viene coinvolto in infinite ed esilaranti gag, subisce le peggio cose da cose, animali, persone, spruzza sangue come una fontana (le famose epistassi che da noi vengono censurate).
Non esiste una storia continua (a parte gli episodi 19-20 e 25-26), ma episodi autoconclusivi in cui scopriamo la personalità (sempre fuori dall'ordinario) del personaggio di turno, o ci si raduna in gruppi per fare cose abbastanza singolari. I molti riferimenti sessuali servono più per ridere che per accontentare i maniaci del genere harem (non sapevo che si potesse perdere sangue dal naso in tanti modi diversi). D'altronde lo stesso protagonista non subisce, come il genere vorrebbe, alle provocazioni: si dissangua soltanto una o più volte a puntata.
Le ambientazioni sono bellissime, sembra di trovarsi in un paesino immerso nel verde, solo abitato da uccelli obesi. Gli animali sono un gioiellino creativo molto felice e li sentiamo parlare attraverso Ikuto e gli altri (l'unico che non parla è Tonkatsu -ho una predilezione per Tonkatsu).
Tra le puntate più belle, anche se non ce n'è una che non mi sia piaciuta (rare volte in vita mia m'è capitato -con Versailles no Bara e Medarot, ma anche con un altro comico come Midori no Hibi), sicuramente l'arrivo del kappa Tohno e Mei Mei, la ricerca di ghiaccio sul monte che sovrasta l'isola, le prove di cucina di Machi e le ultime 4 puntate che sono davvero fatte bene. Divertimento a parte, si trovano alcune scene delicate: la puntata della pioggia in cui Suzu racconta della madre (è orfana, viveva sola prima che Ikuto cambiasse la sua vita), la puntata in cui Yukino e Suzu si perdono in una scarpata (lei sulle spalle di lui che desidererebbe che nulla cambiasse) e naturalmente le scene delle puntate finali in cui Suzu è contrariata della decisione di Ikuto di abbandonare l'isola a tutti i costi.

Come avrete capito è un anime che va visto più che raccontato, anche perché difficilmente riuscirei a renderlo a parole in tutta la sua varietà. Potrei anche aggiungere un lungo discorso sul processo di formazione del carattere di Ikuto attraverso le esperienze che compie e le lotte che affronta, ma evito per non rovinare troppo la vostra immaginazione.

A livello di animazioni ho già detto precedentemente che è un ottimo prodotto, non lasciatevi condizionare dalla circostanza arcinota del solo uomo insediato da donne scalmanate!
Se una cosa è divertente è divertente, senza farci troppe speculazioni sopra...Guardatelo e poi ditemi se non ho ragione!

Ulaaaaag!!

 1
Ulaaaaag!!

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Salve! Dato che ci sono pochi commenti riguardanti questo anime sarò ben felice di spezzare una lancia in suo favore. La trama principale è quella descritta dall'utente Brutal: c'è questo ragazzo di nome Ikuto che si ritrova accidentalmente su un'isola piena di sole donne di varie età (il perchè sia abitate da sole ragazze sarà spiegato poi nelle prime puntate) e ovviamente essendo l'unico uomo su tutta l'isola ogni ragazza cerca di conquistarlo con ogni mezzo. Poi successivamente all'interno dell'opera si svilupperanno altre sub trame con l'introduzione di personaggi nuovi e originali. La trama di fondo resta sempre in sospeso (dato che Ikuto non riesce ad andarsene dall'isola) e quindi certi episodi diventano fini a loro stessi. Sinceramente come anime non mi è dispiuciato (le puntate in totale sono 26 quindi posso dire di averlo visto tutto) e tutto sommato l'ho guardato volentieri anche se in alcuni tratti è un po infantile. Personalmente ve lo consiglierei per una visione piacevole e divertente! Spero di essere stato d'aiuto, se potessi esserlo ulteriormente non esiterò a farlo. Cordiali saluti a tutti!!

Brutal

 1
Brutal

Episodi visti: 4/26 --- Voto 5
In genere non commento le serie che non mi hanno colpito, ma dato che nessuno ha inserito una trama... Ecco, è tutto molto semplice: immaginate un ragazzo che per "disgrazia" si ritrova su un isola fuori dalla civiltà. Ora immaginate che per "disgrazia" l'isola sia totalmente priva di uomini, ma piena di donne (ovviamente giovani, carine e provocanti). Naturalmente tutte le donzelle saranno attratte dall'unico uomo presente, che diventerà una vera e propria preda. Non sono riuscito ad andare oltre le prime puntate, ma se qualcun altro ci riesce...