logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Utente72087

 0
Utente72087

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Initial D 2nd Stage" è la seconda stagione dell'omonima serie animata, pubblicata nel 1999, nonché tratta dall'omonimo manga di Shūichi Shigeno, della durata di tredici episodi da venti minuti circa l'uno.

L'opera riprende le avventure di Takumi Fujiwara da dove si erano interrotte con la prima stagione, senza creare un buco temporale troppo grande tra l'una e l'altra.
Il giovane liceale è ormai noto in tutta la prefettura di Gunma per essersi affermato come abilissimo pilota nell'arte del downhill, fama dovuta non solo alla sua inaudita bravura ma anche alla preparazione della sua insospettabile 86 bianca; fatto che spingerà tutti i più abili piloti dei dintorni a recarsi in pellegrinaggio sul monte Akina per sfidare questo nuovo, nonché imbattuto, re dello street-race.

L'opera riprende a piene mani quanto di buono già visto con la prima stagione, cercando di migliorarne la formula, in fatti non varia la struttura degli episodi, che rimane molto lineare nello svolgimento, senza però privare lo spettatore di sorprendenti colpi di scena, così come non cambia l'attitudine dell'anime nel voler rimanere il più fedele possibile alla realtà, senza introdurre azioni esagerate tipiche delle opere animate nipponiche.

La trama, più che cercare di creare un divario netto con la precedente stagione, sembra invece esserne un prolungamento, fatto che aumenta il senso di coinvolgimento nello spettatore, che ritrova da subito i protagonisti tanto amati nella prima stagione, senza che questi, crescendo, siano eccessivamente cambiati. Preciso però che i colpi di scena non mancano e che ci saranno un sacco di novità per Takumi e i suoi amici, alcune belle e altre, invece, meno..

Ciò che più è cambiato in questa nuova stagione è la veste grafica, decisamente svecchiata, tuttavia non sempre fedele alle proporzioni che avevano alcuni personaggi nella prima stagione.
Un elemento che mi ha fatto, invece, storcere il naso è l'insensato e ingiustificato cambio di personalità e "look" di alcuni personaggi; c'è da dire che non va a rovinare l'esperienza, tuttavia mi risulta difficile pensare che nel buco temporale compreso tra le due stagioni alcuni personaggi siano cambiati così sensibilmente, tutto qui...

La "cg", invece, è molto migliorata: finalmente non vedremo più le auto traslare sul piano come un disco da hockey; le animazioni, invece, non sono ancora realistiche, tuttavia non si può negare che siano migliorate; quindi in complesso il comparto grafico è migliorato, nonostante il netto cambio di stile.

In questa seconda stagione i personaggi riescono finalmente a mostrare un pov più di emozioni, si sentiva davvero la mancanza di una trama orizzontale da accompagnare alle vicende del protagonista.

Quanto appena affermato potrà sicuramente riguardare solamente il mio soggettivo giudizio, pertanto di seguito vorrei elencare i pregi, e ciò che invece si potrebbe migliorare dell'opera.

-PREGI-
Estrema fedeltà a quello che è il reale mondo delle corse automobilistiche;
Uso di auto di marche e modelli esistenti;
I personaggi, protagonisti e non, finalmente hanno più spessore;
Splendide le musiche, belle e varie;
Bei movimenti di macchina per la scelta delle angolazioni;
Capacità di creare suspense nello spettatore;
Scelta registica di mettere i titoli delle canzoni riprodotte a schermo come se lo spettatore stesse leggendo il titolo della canzone dalla propria auto-radio;
Gare ben realizzate e non confusionarie.

-DA MIGLIORARE-
Prologo monotono;
A volte è troppo frettoloso nell'affrontare e risolvere alcune questioni;
Proporzioni nei disegni non sempre al top;
Nel complesso la trama è ancora altamente lineare.

La serie, nonostante sia edita in Italia, è praticamente introvabile, meglio optare per la visione in rete, dove può sia essere trovata sottotitolata in italiano, che in lingua originale.

Consiglio la visione a chiunque abbia già completato la stagione precedente: non se ne pentirà, i colpi di scena ci sono ed hanno un enorme peso sulla trama, regalando anche, in alcune situazioni, forti emozioni allo spettatore emotivamente più coinvolto.

In conclusione posso affermare che, nonostante la formula sia rimasta fedele all'originale, reputo questa stagione un ottimo prodotto per rivivere le emozioni trasmesse guardando la precedente; sono infatti convinto che chi ha apprezzato la prima non potrà fare a meno di guardare anche questa stagione.


 0
Andrea8877

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Initial D 2nd Stage" è appunto la seconda parte della serie anime "Initial D" e prosegue poco tempo dopo la conclusione della prima serie.

Takumi Fujiwara, a bordo della Toyota Sprinter Trueno, è ormai un pilota affermato, talmente bravo nel suo percorso di casa che nessun'altro pilota e con nessuna altra auto è riuscito a sconfiggerlo.
Ma presto una nuova minaccia verrà ad alterare la tranquillità dei nostri protagonisti: un team proveniente da un'altra prefettura, il team Emperor, ovvero un gruppo di esperti piloti armati di Lancer Evo, vuole sfidare e battere tutti i team e il loro leader, Kyoichi Sudo, sembra avere un conto in sospeso con Ryosuke Takahashi, reo di averlo sconfitto anni prima, ed è intenzionato a vendicarsi, avendo migliorato auto e tecnica di guida. Ed anche la vita sentimentale di Takumi verrà sconvolta venendo a conoscenza di un terribile segreto che mai avrebbe potuto immaginare...

Nonostante i soli tredici episodi, questa serie la reputo la più importante nell'arco narrativo dell'intero anime, perché abbiamo la maturazione del protagonista, maturazione che non può più tralasciare se vuole diventare via via più veloce. Maturazione che non solo lo andrà a colpire nel suo lato agonistico ma anche sentimentale; infatti, questa serie la ritengo la più cupa e matura dell'intera opera di Shigeno. L'attenzione quindi si focalizza molto sulle componenti meccaniche dell'auto e non solo sulle tecniche e Takumi piano piano comincerà a rendersi conto delle sue lacune e di cosa serve per superare i propri limiti.

Dal punto di vista tecnico, abbiamo in generale un buon miglioramento sia dei disegni sia della CG, soprattutto quest'ultima rende le auto meno plasticose della prima serie e leggermente più realistiche, adirittura con inquadrature sul motore, andando ad enfatizzare uno dei temi più importanti di questa serie. Nulla da dire sulla colonna sonora, semplicemente ottima, con musiche eurobeat che enfatizzano al meglio le gare, rendendole sempre avvincenti ed appassionati.

In definitiva, se avete amato la prima serie, recuperatelo assolutamente: nonostante sia breve, riesce comunque ad essere molto intenso e, per chi vuole cominciare a seguire "Initial D", prima guardate la prima serie sia per motivi narrativi ma anche per apprezzare i miglioramenti tecnici che vengono apportati.


 1
Robocop XIII

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
La prima stagione si chiudeva con un'inquadratura che partiva dal primo piano del protagonista per poi concludersi con una panoramica sempre più larga delle zone circostanti ad Akina, un modo per dire che le prossime tappe dell'anime sarebbero state le gare contro sfidanti provenienti da altre parti del Giappone. Quello che mi chiedevo era: come giustificheranno ulteriori vittorie con una macchina antiquata come quella del protagonista? Ormai è un simbolo, non possono certamente cambiarla come nulla fosse. Devo ammettere che questa seconda stagione ha risposto in modo celere alla mia domanda, e forse per via delle mia completa ignoranza nel campo dell'auto-tuning posso ritenermi soddisfatto della spiegazione.

Il problema di questa seconda stagione, però, rimane in parte quello del 1st Stage: la narrazione è troppo fredda e distaccata, questa è certamente una scelta, ma una scelta che non riesce a coinvolgere ulteriori fan oltre ai fanatici dei motori. L'anime potrebbe (e dovrebbe) stimolare i sensi dello spettatore, immedesimarlo nelle situazioni narrate, dare più risalto allo stridio delle gomme sull'asfalto, alle atmosfere notturne (già ottimamente realizzate), al contrasto tra il silenzio mortale delle strade di montagna di notte e il rombo del motore. Dovrebbe fare sentire lo spettatore seduto con le mani sul volante e con gli occhi fissi davanti a sé mentre tutto il resto gli scorre a gran velocità nella coda dell'occhio, dovrebbe renderlo partecipe dell'attesa di un'intera settimana che i personaggi sentono per il tanto agognato fine settimana, momento in cui i valichi brulicano di piloti pronti a sfidarsi. Potrebbe, ma non lo fa. Ragionandoci, dopo due intere stagioni quante cose conosciamo del protagonista, quanti meccanismi della sua psiche ci vengono spiegati e raccontati? Pochi? Nessuno?

Un'altra cosa che mi ha lasciato alquanto interdetto è la storia narrata, nella prima stagione si partiva da un punto A, la scoperta da parte del protagonista delle corse clandestine, e si finiva in un punto B, il diventare il pilota più forte di tutta la prefettura. In questo 'Second Stage' invece si parte da un punto A ma non si arriva alla lettera successiva, ci viene presentato un team che ha tutte le caratteristiche per essere il "boss finale" ma che serve solo a gettare le basi per una successiva stagione, per poi dare spazio a un personaggio di dubbia importanza nel mondo delle corse, diciamo che rimane l'amaro in bocca. Tuttavia, forse per la sua brevità, ho trovato questa stagione molto più fruibile della precedente.


 0
koji_77

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Introduzione
Finita la prima stagione, dove Takumi Fujiwara, giovane studente delle superiori, veniva catapultato quasi per caso nel mondo delle corse automobilistiche "non ufficiali", l'anno successivo vediamo arrivare la seconda stagione, che riprende da dove era finita la prima e approfondisce una serie di tematiche sia sul protagonista sia su alcun i personaggi comprimari e non.
Tratto dal manga Initial D di Shuichi Shigeno, pubblicato nel 1995, l'anime ha riscosso un discreto successo, ma non è mai arrivato in Italia tramite canali ufficiali, tranne la prima serie, che vanta 12 episodi in 3 DVD, benché non sia mai stata conclusa, in quanto Shin Vision è fallita.

Trama
Il giovane talentuoso pilota "per caso" Takumi si troverà ad accettare altre sfide, in quanto ormai è soprannominato "il pilota della 86 di Akina", che è una zona con una discesa dove molti piloti hanno trovato la loro sconfitta nella prima serie, nonostante gareggiassero con auto notevolmente più competitive di quella del protagonista. Questa volta Takumi troverà pane per i suoi denti e si renderà conto che non basta solo l'abilità del pilota per vincere una corsa, ma occorrono anche l'assetto e la potenza dell'automobile, più altre cose, a fare la differenza.
Nel mentre il suo rapporto sentimentale, se così si può definire, prenderà una piega inaspettata una volta che Takumi scoprirà una sconcertante verità su Natsuki; però chi ha voluto che lo scoprisse e perché resterà un mistero.

Nel frattempo il team degli Emperor pianifica di sconfiggere tutti gli "streetracer" della prefettura di Gunma, e tra questi Ryosuke è in cima alla lista, in quanto sembra avere un conto in sospeso con il leader del team Emperor, Kyouichi Sudo, il quale fu battuto un anno prima da Ryosuke, appunto.
Il segreto che nasconde Natsuki, intanto, fa andare su tutte le furie Takumi, e questo farà sì che il nostro "streetracer" vada a correre nel territorio degli Emperor, fuori dalla sua prefettura, senza un minimo piano né strategia. E la 86? Takumi sarà in grado di vincere contro Sudo in questo stato di tensione e in forte svantaggio, avendo una macchina così poco potente?

Caratteristiche tecniche
La caratterizzazione dei personaggi non ha molto da raccontare: Takumi è il classico ragazzo addormentato con un talento naturale per le corse, talento che ha sviluppato soltanto per cercare di finire prima il suo lavoro di consegna del tofu del negozio del padre, pertanto ha estremamente perfezionato la sua guida nella discesa di Akina a tale scopo.
Natsuki è una giovane liceale che per un motivo non meglio precisato s'innamora del ragazzo addormentato.
Itsuki è il compagno di classe sfigato del protagonista; ha poco da dire e nessun tipo di spessore caratteriale, è appassionato di corse ma è pessimo come pilota.
Ryosuke Takahashi è uno "streetracer" molto famoso e mai battuto (fino alla prima stagione), carismatico, intelligente, che però viene battuto da Takumi, nella prima serie, nella discesa di Akina.
Fra gli altri personaggi di contorno può essere menzionato un padre, quello di Takumi, che considera il figlio poco sveglio (e come dargli torto), parla poco e cerca di crescere suo figlio da solo, avendo perso la moglie anni prima.
Insomma su questo c'è poco da dire.

Le cose da apprezzare di questo anime sono altre. Fra di esse ci sono i dettagli sul grip delle gomme piuttosto che sul motore, quelli su come opera un motore aspirato piuttosto che un motore con le quattro ruote motrici, il drift delle macchine a trazione posteriore, il cotrosterzo ecc... ovvero tutti i dettagli tecnici di una corsa, che verranno opportunamente commentati da Takahashi o dai piloti stessi mentre corrono.

La colonna sonora è degna di nota, tutte le musiche delle gare sono perfettamente azzeccate e il resto non lascia di certo a desiderare, come la sigla abbastanza interessante.
Il chara-deign è vecchio e non spicca di certo, e anche il 3D usato per le animazioni riguardanti i motori delle macchine e quant'altro cerca di difendersi come può, ma negli anni 2000, dove la CG è ben altra cosa, la differenza si vede.
Le animazioni sono discrete, senza troppe pretese, però nel complesso fanno il loro lavoro.
Sono curioso di vedere la quarta stagione, che inizia nel 2004 e finisce nel 2006, per vedere come la CG abbia aiutato quest'anime.

Conclusioni personali
L'anime si lascia vedere senza troppe pretese e non ha nulla a che vedere con le americanate alla "Fast & furious", il che è un punto a favore. Nonostante ci sembri sempre di sapere il risultato della gara, i commenti dei piloti e di chi sta lì a guardare ci fanno tentennare sempre fino all'ultimo (per fortuna), cosicché l'anime non diventa monotono e riesce anzi a essere gradevole nonostante i suoi anni.
Non si può dire lo stesso per i rapporti interpersonali tra i personaggi, alquanto scontati direi, né tanto meno per quello sentimentale tra Natsuki e Takumi.
Di certo la colonna sonora aiuta tantissimo quest'anime, infatti è un punto vincente a sostegno di chi considera quest'elemento un punto a favore di un anime rispetto ad un manga.

In definitiva, nonostante io non sia un profondo appassionato e fan dei motori (non seguo la Formula 1 né il rally, tanto per capirci), credo che l'anime in questione possa appassionare anche quelli come me, che non ne sanno moltissimo, oltre a chi invece è più appassionato all'argomento.