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Hatake Rufy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
"La principessa cadavere" non è sicuramente uno degli anime che più mi ha intrattenuto durante la visione, vista la mia tentazione di bloccare tutto fin dall'inizio per via di una schematica fin troppo scontata e già vista in passato.

Dopo la morte, alcuni umani diventano dei "shikabane", ovvero dei cadaveri viventi molto pericolosi che vagano per le strade, e a loro volta vengono cacciati e distrutti dalle "shikabane hime". La principessa cadavere non è altro che un semplice shikabane che stipula un contratto con un prete, che mantiene la sua sanità mentale e ne cura le ferite riportate in battaglia. La trama vede protagonista Makina Hoshimura, una ragazza priva di vita che stipula un contratto con il prete Keisei Tagami, diventando una shikabane hime; dopo alcuni eventi il fratello minore di Keisei si incuriosisce di questo mondo, e in tutti i modi cerca di farne parte, rischiando molte volte la propria vita... Costui è Ouri Kagami.

"Shikabane Hime: Aka" ha uno sviluppo di trama quasi sufficiente, in quanto prevedibile e anche ripetitivo per la maggior parte delle puntate, regalando però qualche buona emozione verso il finale. Inizialmente, i primi due episodi sono alquanto interessanti per via di una buona presentazione, ma col passare degli episodi tutto diventa troppo lineare e un po' annoiante, tralasciando qualche momento piacevole connesso a quel sottile filo rosso che collega gli episodi. Il finale, seppur con qualche forzatura, è stato apprezzabile e pieno di emozioni.
I personaggi non sono molto ben caratterizzati, ma sono presentate parti riflessive in grado di farti ragionare sulla loro condizione mentale, connettendo il tutto alla storia e al loro destino di essere shikabane; Ouri Kagami è un personaggio che condiziona molto la storia, in quanto riesce sempre a entrare in contatto con i shikabane e a cacciarsi quindi nei guai.

Il comparto visivo dell'anime mi è piaciuto, grazie a una buona grafica e alle animazioni fluide, che sono sempre apprezzabili; il sonoro non è da meno, visto che vanta una piacevole colonna sonora e buoni effetti sonori, così come la opening abbastanza carina e il doppiaggio giapponese mai deludente.

Concludendo, quest'anime raggiunge la sufficienza, ma è da consigliare oppure no questa serie? Dodici episodi non sono molti e credo che questo sia un bene, visto che un po' di noia arriva dopo qualche episodio, ma nel complesso non è un cattivo anime e quindi tentarne la visione è consigliabile.


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Elam

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Si può combattere gli zombie in divisa scolastica? Sì, se a farlo sono delle ragazze zombie molto carine accompagnate da dei giovani preti maniaci amanti delle action figure.
Con questa introduzione non era mia intenzione demolire l'anime in questione, ma ho voluto subito esternare la parte otaku e poco piacevole dell'anime, ovvero quella condita di inutile fanservice (poco ma presente) che inevitabilmente rovina l'atmosfera. Particolarmente dello stesso genere la sigla finale, che mostra le nostre "gelide" eroine in vari pose plastiche da "action figure"... il senso di tutto ciò lo sanno solo i produttori, si vede che tale elemento è apprezzato.

Veniamo invece alla parte piacevole, ovvero alla storia e alla sua ambientazione. In una città non ben precisata del Giappone (direi quasi una realtà di poco alternativa) esiste una organizzazione religiosa che utilizza le shikabane hime (delle giovani ragazze morte) per combattere gli shikabane, ovvero morti che hanno un forte attaccamento alla vita e per tale motivo non trapassano e rimangono a compiere danni e disastri. Ogni hime è legata a un prete da un contratto e mantiene la sua identità e senno grazie a ciò. Infatti, se il prete muore, la super zombie in gonnella e pistole (o spade) diventa una comune shikabane e per tale motivo deve essere eliminata. Le shikabane hime sono molto forti, più di un normale essere umano, e ve ne sono di molti tipi. I protagonisti sono principalmente tre, un prete di nome Keisei, la sua shikabane Makina e il fratello (così sembra) minore del prete Oori che, manco farlo apposta, nonostante Keisei provi a tenerlo lontano da tutto ciò, finisce sempre tra i piedi di Makina mentre svolge il suo lavoro. Oori prova "qualcosa" per Makina, del resto l'età è quella. Come coprotagonisti troviamo anche dei compagni di classe, e alcuni episodi ruotano attorno alla scuola, ma, ringraziando chi volete voi, non abbiamo le solite puntate con il festival, la gita al mare, ecc. (l'abbiamo scampata)
I primi episodi sono incentrati sulle presentazioni dei vari protagonisti e comprimari, e approfondimento dell'ambientazione, senza tuttavia dare troppe informazioni. Per esempio, Oori vede spesso un gatto parlante prima di ogni fatto paranormale, ma non sapremo molto su di lui. La storia evolve un po' quando appare il sacerdote traditore Akasha e in seguito un gruppo di shikabane differente da tutti gli altri.

Devo dive che questa miniserie (ne segue una seconda che prosegue la narrazione) è stata un piacevole diversivo, non troppo impegnativo cerebralmente, ma con puntate gestite davvero bene, in cui l'aspetto psicologico è stato approfondito senza diventare pesante. Alcune puntate sono fatte davvero bene, peccato siano rovinate dall'immancabile fanservice (come la sacerdotessa tettona con il camice aperto, mah!). La storia ha talvolta dei punti deboli che si possono perdonare solo per esigenze di trama - per esempio, il sacerdote traditore Akasha è vivo solo perché serve alla storia, in quanto poteva essere sistemato in molte occasioni.
La grafica non è strabiliante, mi sarei aspettato di più da un anime del 2008, ma si lascia vedere tranquillamente.
Ah, se diventate sacerdoti del contratto, mandate la vostra shikabane hime a esercitarsi al poligono: hanno tutte una pessima mira e tutti schivano le loro pallottole, vedere per credere!


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Nyx

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
A volersi fermare ai primissimi episodi (e garantisco che la tentazione ci sarebbe) Shikabane Hime: Aka potrebbe sembrare un anime superficialotto, né carne né pesce, qualcosa di cui cui si potrebbe benissimo fare a meno insomma. Quanto appena detto perché nelle battute iniziali si fa una certa fatica a capire se si ha di fronte un'opera con delle tematiche "serie" (quale dovrebbe essere) o una commediola di quint'ordine con battutine frequenti e tuttavia neanche troppo simpatiche ed originali. Fortunatamente, andando avanti con la storia, la natura "importante" della trama prende il sopravvento e il tutto inizia a diventare parecchio coinvolgente, stravolgendo completamente la prima cattiva impressione e dando parecchio valore ad un'opera che altrimenti sarebbe sprofondata nella banalità, senza mordente e senza potersi minimamente contraddistinguere dalla massa.

La storia di quest'anime ruota attorno agli Shikabane e alle Shikabane Hime. I primi sono dei demoni, persone defunte provando un forte risentimento nei confronti di qualcuno, un forte attaccamento alla vita o particolari rimpianti per qualcosa che non sono riusciti a portare a compimento. Possono anche assumere sembianze umane, le stesse che avevano prima di morire, ma la loro reale forma, nonché i loro spaventosi poteri, sono malcelati dietro a questa facciata di "normalità". Buona parte di essi conservano ancora una piccola parte di umanità ma tutti, nessuno escluso, sono ormai da ritenere creature temibilissime e con propositi tutt'altro che amichevoli. A questo punto entrano in ballo le Shikamane Hime (traducendo letteralmente: "principesse cadavere"), le quali sono tutte ragazze anch'esse defunte e sulla buona strada per trasformarsi nei sopracitati demoni ma tenute sotto controllo da una strana organizzazione di monaci. Le Shikabane Hime sono legate ad ogni monaco da una sorta di contratto, la ragazza lotterà insieme al monaco ma esponendosi più direttamente di quest'ultimo in quanto dotate di una forza decisamente oltre norma. Generalmente lottano per loro stesse, per poter raggiungere il paradiso, espiando così le loro "colpe". Il rapporto con i suddetti monaci è controverso, è più che evidente che vi sia affetto reciproco tra taluni monaci e certe Shikabane Hime, ma in generale il "dogma" dell'organizzazione tende a considerare queste ragazze come degli esseri "impuri". Gran parte della trama ruoterà intorno ad un monaco e la sua Shikabane Hime, ma nel contesto della storia entrerà a far parte anche il fratellino (adottivo) del monaco.

Come scritto in precedenza, una volta iniziato a "carburare" la trama scorre via fluida e appassionante, le cose cominceranno a farsi serie e verranno alla luce anche parecchi risvolti psicologici e sentimentali, e considerando che l'azione sarà sempre ad alti livelli potremmo senz'altro affermare che Shikabane Hime: Aka possieda tutti gli ingredienti necessari per meritarsi a pieno merito l'interesse di chi lo osserva. Detto questo, Shikabane Hime: Aka è la prima serie, alla quale fa seguito Shikabane HIme: Kuro e nutriamo speranze in una terza serie, anche se tutt'oggi non vi sono notizie in merito. Shikabane Hime: Aka non ha un finale vero e proprio, lascia tutto aperto, rendendo così indispensabile la visione del sequel.


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Limbes

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Nell mondo dell’animazione la Gainax è sinonimo di "Honneamise", di "Gunbuster", di "Fushigi no Umi no Nadia", di "FLCL", di "Tengen Toppa Gurren Lagann" e, soprattutto, con buona pace dello studio Khara, di Evangelion. In breve, grazie anche alla complicità di Hideaki Anno è la sorgente dalla quale sono usciti gioielli e pietre miliari della storia dell’Animazione.
Shikabane Hime Aka in tutto questo non c’entra niente, e la Gainax non sarà certo ricordata come suo sinonimo, perché in primis non è un prodotto anche lontanamente memorabile in generale, e in secundis non ha nulla o quasi che le permetta di accostarsi a tutti i titoli di cui sopra. E non perché è una serie non originale tratta dall’omonimo manga di Akahito, o perché in realtà è il primo spezzone di storia – che poi prosegue nella seconda stagione – né perché il filo centrale del prodotto è la caccia a una specie di demoni-zombie (Shikabane) e la loro eliminazione nel modo più chiassoso possibile. Alla fine pure una serie d’azione un po’ commerciale, com’è questa, specialmente se implica anche una componente sovrannaturale o mistica, con relative pratiche e fascinazioni occulte, può dar vita a un’opera di grande impatto e di grande pregio. Tutto sta nel modo in cui sono fatte le cose. E purtroppo nel prodotto in questione le cose non sono fatte granché bene, ed è proprio la qualità di base che manca.

Si potrebbe dire: «Pazienza, non tutto riesce», il che è vero; tuttavia il punto è che, se i primi tre episodi sono splendidi, se in essi le animazioni sono di gran livello, il ritmo narrativo ha cadenze perfette, la fotografia e soprattutto le luci, sia quelle diurne sia in modo particolare quelle in notturna, sono sbalorditive, se le inquadrature appaiono studiate nei minimi particolari e se l’atmosfera resa attraverso tutti questi elementi, e attraverso delle tinte cupe dai forti contrasti, a volte persino acide e volutamente stridenti, coinvolge appieno nell’oscurità della trama e avvince a una visione i cui protagonisti stessi sono intriganti e piuttosto carismatici, poi non si può pretendere niente di meno, e lo stacco che c’è fra l’inizio – e anche il finale, dove si recupera parzialmente l’ispirazione – e la parte centrale è davvero sconfortante, se non irritante.

Mi sta anche bene che la sequenza mediana divaghi un po’ dalla trama sostanziale per concentrarsi su altre storie, ma non può crollare come regia e realizzazione tecnica in quel modo. Tutta la parte visiva e di direzione s’affossa, e se la causa della seconda specifica deriva probabilmente dalle menti diverse che si alternano alla regia dei differenti episodi, la prima non trova alcuna giustificazione, soprattutto se si considera che il numero delle puntate ammonta a dodici e con un numero così ristretto mantenerne una qualità accettabile per tutto l’arco non è chiedere troppo.
Invece, essendo venute a mancare le due componenti appena menzionate, si è perso tutto: la narrazione, il ritmo ipnotico, l’atmosfera, l’attenzione e anche i personaggi, le cui storie s’intrecciano male e vengono gestite ancora peggio, in modo sbrigativo e raffazzonato. E proprio riguardo ai personaggi c’erano dei buoni spunti da sviluppare per ognuno – seppur con dei limiti d’originalità evidenti – e invece alla fine non si è andati oltre un tratteggio veloce per tutti, non distinguendo fra comprimari, che spesso occupano abusivamente la scena, e protagonisti, che appaiono contendersi lo spazio e accavallarsi ai comprimari.

La fine recupera un po’ le sorti dell’anime con una nuova impennata visiva e con l’introduzione del nodo narrativo che dovrebbe rappresentare la vera e propria chiave di volta della storia (da proseguire nella seconda serie) e permette anche il disvelamento del passato della protagonista, Makina, del suo legame simbiotico e non solo con il sacerdote Seikei e delle motivazioni del suo odio verso gli Shikabane. Shikabane la cui causa di formazione, con conseguente mutamento in demone semplice, o Shikabane Hime qualora queste decidano di combattere i primi, in effetti non è altro che un rifacimento su scala più ampia a quanto già proposto da “Il Corvo”, benché negli Shikabane standard i risultati in termini fisici siano deformanti e manchi l’animale totemico.

Più interessante è l’elemento della setta di monaci che si occupa dello sterminio degli Shikabane, con le sue contraddizioni e faide interne, con le incongruenze e le ambiguità mal celate comuni a tutte le gerarchie ecclesiastiche. Però anche qui il tutto resta sulla superficie o giù di lì, al pari dell’introspezione dei personaggi, il cui character design, a esclusione di pochi, è poco incisivo o ritrito in chiave "sbavo-otaku" (uniformi da scolaretta perennemente strappate, tutine che strizzano forme giunoniche eccetera), e i cui rapporti che li uniscono sono scarni o scontati; al pari delle musiche, che esclusi l’ending e qualche brano sporadico non incidono; al pari della trama, che arranca e poi accelera di botto con grave danno all’organizzazione degli sviluppi e al ritmo; e per chiudere, al pari di tutta la carne messa male sul fuoco e cotta malissimo per la troppa fretta e la poca chiarezza d’idee, con conseguente spreco così di un buon piatto che al primo assaggio era sembrato addirittura eccellente.


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Wildasd

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Anime ben curato, sia dal punto di vista dell'animazione, con personaggi espressivi e scene di combattimento degne di questo nome, che dal punto di vista sonoro, con le musiche del gruppo "Angela" (particolarmente belle a mio avviso opening ed ending).
Per gli amanti del genere non mancano scene di sangue, violenza(non gratuita), ma anche parti divertenti e colpi di scena notevoli.
Anche se per una comprensione completa dell'opera è necessario il rimando alla seconda serie "Kuro", la melodrammaticità dell'opera dovrebbe convincere lo spettatore già dalle prime puntate.

Valy87

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Valy87

Episodi visti: 5/13 --- Voto 8
Ecco un bel voto per Shikabane. La trama è ben sviluppata, la grafica realistica e curata, i personaggi sono interessanti, nonostante il classico protagonista un po' sfortunato. In ogni puntata c'è un po' di azione e sangue, ci sono combattimenti e cadaveri che camminano (appunto chiamati Shikabane). Mi ha fatto ricordare vagamente Hellsing come trama, perché gli Shikabane Hime sono cadaveri tornati in vita che hanno un compito speciale: distruggere i loro simili, gli altri Shikabane che portano terrore in città. Per ora, non mi sento di dare più di 8. Vedremo se con lo svilupparsi meglio della vicenda, il voto migliorerà. Consigliato.

cartman666

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cartman666

Episodi visti: 8/13 --- Voto 8
Non sarà certo uno dei prodotti migliori della Gainax, ma è sicuramente guardabile, ambientato in una Tokyo contemporanea, in cui dei monaci buddisti cacciano dei non morti, utilizzando a loro volta dei non morti (anzi, non morte, visto che sono tutte femmine); da un certo punto di vista ricorda "Hellsing", e, visto che l'occhio vuole la sua parte, tutte le Shikabane sono molto avvenenti (hai capito 'sti monaci, alla faccia dell'astinenza, eh?) - tra l'altro la protagonista Aki va in giro con la divisa scolastica, due mitra, e senza mutande (solo per questo ho dato alla serie un voto in più)!
Per il resto la trama si muove su binari collaudati e già visti almeno un centinaio di volte, però l'animazione frenetica in perfetto stile Gainax e atmosfere horror fatte bene rendono l'anime interessante da vedere almeno per i miei gusti, che sono piuttosto degenerati.
Non è da escludere che più avanti possa avere anche un briciolo di originalità in più.
Molto belle le sigle iniziali e finali.