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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Introduzione
Un cortometraggio molto strano e decisamente soft se possiamo dirlo. Un misto di mecha, spy-story. Non è la quintessenza del genere, ma questo "Black Magic M-66" fornisce una discreta fase di intrattenimento e seppur nella sua brevità ci pone ugualmente delle domande alle quali dobbiamo rispondere come ad esempio "Siamo pronti ad affidare le nostre vite agli automi e all'intelligenza artificiale? Siamo in grado di tenerle testa e soprattutto di ricordarci che la nostra vita è prima di tutto una nostra responsabilità e non la responsabilità di qualcun'altro o qualcos'altro?"

Sinossi
Sybel è una giornalista free-lance che indaga sulla misteriosa scomparsa di due prototipi di robot/cyborg M-66 da combattimento, una sorta di segreto militare che l'esercito cerca di tenere nascosto all'opinione pubblica, la quale invece dal punto di vista di Sybel, deve essere informata e tenuta aggiornata al riguardo. In virtù di ciò Sybel parte alla ricerca di prove, testimonianze e dichiarazioni che possano mettere alla sbarra i militari, ma viene catturata per impedirle di divulgare quanto sentito, visto e registrato. Nel frattempo i militari scoprono tramite i due scienziati creatori dei due robot che questi stanno cercando la nipote di uno di loro per ucciderla. Quindi comincia una sorta di corsa contro il tempo per impedire ai due cyborg di trovarla e ucciderla. Lo scontro si fa impegnativo, vista la tenacia e la resistenza dei due cyborg, ma alla fine vengono sconfitti. Sybel viene liberata e il robot o ciò che ne resta viene rimesso in custodia per evitare che causi altri danni.

Grafica
La grafica rientra negli standard degli anime movie degli Anni '80 e '90, quindi presenta dei disegni ancora disegni elaborati, ma sempre naturali e caratterizzati da una distribuzione naturale dei colori che conferisce a tutti gli elementi la loro giusta naturalezza e collegament con la realtà, siano essi i personaggi o le ambientazioni. Le ombre presenti sui disegni conferiscono loro quella tipica apparenza di oggetti e persone vissuti, tipico delle animazioni giapponesi, e questo è un effetto che non smetterà mai di sorprendere.

Colonna sonora
La colonna sonora è molto scarna, ridotta quasi ad una traccia ripetitiva, ma questo va bene perché sottolinea la forte tensione e aiuta lo spettatore/spettatrice ad immedesimarsi in questa atmosfera abbastanza carica e tesa. La sigla di chiusura è orecchiabile e gradevole da ascoltare e fornisce un buon epilogo alla vicenda.

Personaggi
I personaggi non hanno un vero e proprio sviluppo, perché purtroppo la trama è anche molto breve e non permette di focalizzarsi su di essi. Questi infatti sono molto spesso presi in primo piano che però diventa un secondo piano come a comunicarci la distanza e la tendenza della trama a concentrarsi sui fatti più che sui personaggi. Infatti i personaggi non sembrano avere uno spessore psicologico molto pronunciato se non in funzione della vicenda stessa e dei suoi sviluppi.

Messaggi ed insegnamenti
Il solo ed unico messaggio che questa storia può trasmetterci è se effettivamente siamo pronti ad un futuro fatto di una convivenza con le macchine o se saremo da queste sopraffatti. Quindi possiamo pensare anche a questa vicenda come una sorta di parodia di "Blade Runner" o di "Terminator". Può l'essere umano convivere con le macchine da lui stesso create? Oppure no?

Giudizio finale
Un piccolo cortometraggio che va e viene, niente di speciale. Serve solo a passare un'ora del proprio tempo per distrarsi e distaccarsi.

Voto:7


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ryo79

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Black Magic M-66 è un OAV cyberpunk tratto dall'omonimo manga di Masamune Shirow (Appleseed, Ghost in the Shell) e diretto da Hiroyuki Kitakubo e dallo stesso Shirow. L'anime è basato sulla parte centrale del manga e segue la giornalista Sybil alle prese con un robot militare impazzito che cerca di uccidere la nipote del suo creatore. Ovviamente.... questo oav non è disponibile sul mercato italiano.

Black Magic M-66 è la prima trasposizione animata di un manga di Masamune Shirow (del suo primo manga tra l'altro). L'autore riprende la sua idea originale e, oltre a scrivere la sceneggiatura, partecipa attivamente al progetto occupandosi della scenografia e collaborando alla regia. La trama è piuttosto lineare e inizia con una coppia di robot militari sperimentali che vanno fuori controllo e finiscono per prendere di mira una giovane ragazza. Per porre rimedio all'incidente arrivano i militari, che hanno commissionato la loro realizzazione, che però faticano a tenere testa a queste armi umanoidi. In mezzo a tutto questo finisce un'intraprendente reporter che cercherà di salvare la situazione. Oltre alla trama molto semplice, l'altro maggiore difetto è una caratterizzazione dei personaggi molto superficiale.

La reporter Sybil sembra la Ripley della situazione (se mi permettete una similitudine con Alien) che, con enorme tenacia, affronta un nemico al di fuori della sua portata. Per contro la giovane Ferris è lo stereotipo della ragazza indifesa e spensierata che non si aspetta di certo un attacco da parte di una creazione del suo amato nonno. A fare da antagonista a questi personaggi c'è ovviamente il robot che campeggia sulla cover dell'anime. A differenza di molti anime che hanno come protagonisti dei robot, gli M-66 sono rappresentati come delle armi senz'anima, che non hanno una volontà propria ma agiscono seguendo soltanto la loro programmazione. Bisogna ammettere che tutta la pellicola si basa principalmente sulle azioni di questi robot da combattimento, ma soprattutto sugli spettacolari combattimenti che li vedono come protagonisti.

Chiunque abbia una certa famigliarità con i lavori di Shirow non potrà fare a meno di notare la sua influenza in tutta la produzione, non solo per gli aspetti di cui si è occupato personalmente, ma perfino character e mecha design sono praticamente identici ai suoi concept originali. Le animazioni sono decisamente fluide, mentre i fondali danno al tutto un'aria squisitamente cyberpunk che piacerà sicuramente agli amanti del genere (da notare come convivano tecnologie avanzatissime con auto scassate e vecchi ibm tipici degli anni ottanta). Le musiche non sono niente di che, ma almeno riescono ad aggiungere un po' di atmosfera. Black Magic M-66 è un oav con una trama fin troppo lineare e una scarsa caratterizzazione dei personaggi, ma che compensa i suoi difetti con delle spettacolari scene d'azione. Sostanzialmente si tratta di una piccola chicca dedicata ai fan di Shirow.


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Homura GOW

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Il mondo dell'animazione è così sterminato che qualcosa da scoprire si trova sempre: una perla sconosciuta ai più, una piacevole opera entrata immeritatamente nel dimenticatoio. Questo è il caso di "Black Magic M-66", film animato fantascientifico la cui trama è molto semplice: due robot da combattimento, in seguito a un incidente, si attivano e iniziano a dare la caccia al loro obiettivo designato identificato con Ferris, la nipotina dello scienziato che li ha costruiti e che ha immesso nei robot i dati della ragazza solo a fine sperimentale. Nel loro imperversare i due androidi verranno braccati (con scarsi risultati, bisogna dire) da un commando di Forze Speciali e da due cronisti, Sybel e Larry, che mirano allo scoop.

Caratteristiche salienti di quest'opera sono le inquadrature, assolutamente azzeccate e cinematografiche, che fanno impallidire molti film d'azione odierni senza un briciolo di qualità. A tali inquadrature si aggiunge anche un sottofondo che dà sempre la giusta tensione e non è mai invasivo o di troppo.
Assolutamente da segnalare sono i robot, il cui design umanoide è molto ben elaborato e dona loro una grande eleganza e fluidità nelle scene di combattimento.

In definitiva, si può ritenere questo film un lavoro con tutti i fondamentali al posto giusto: una trama ordinaria, che però è confezionata come si deve, senza frizzi o arzigogoli, essenziale ma completa, e, soprattutto, con ritmo. Infatti la tensione non cala mai, anzi raggiunge il suo apice forse con la scena dell'ascensore (scena che ha trasformato il mio 7 in un 8).
Un 8 quindi più che meritato e che dovrebbe spingere l'appassionato di animazione a non accontentarsi della pappa pronta data dalle produzioni più famose, ma ad andare alla ricerca di tesori nascosti e dimenticati come questo, di cui, ne sono convinto, il mondo dell'animazione è pieno.