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il me dei popoli futuri

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6,5
Considerato da alcuni come uno dei peggiori film Ghibli di sempre, farà veramente così schifo?

Trama
La storia è un po’... meh. Sull’isola di Shikoku, le storie sentimentali tra tre giovani (due ragazzi e una ragazza) danno vita a una specie di “triangolo di sentimenti”. I due sono grandi amici, mentre la ragazza si è appena trasferita da Tokyo. Nonostante non venga inizialmente apprezzata dalle compagne di classe, senza riuscire a integrarsi, con l’aiuto dei due ragazzi le cose cambieranno.
Tralasciando il fatto che viene raccontata in modo molto criptico, dato che seguiamo il punto di vista del protagonista che non sa mai nulla, alcune volte tende a tralasciare volutamente molti, troppi particolari. Alcune volte sono rimasto proprio confuso, con linee temporali sovrapposte senza capire nulla, divagando in argomenti nuovi in continuazione, lasciandoti spiazzato (sì, “Your Name.”, sto parlando anche di te).

Personaggi e stile
I personaggi e la carica autoriale del regista Tomomi Mochikuzi in questo film si possono riassumere in una frase: “Buona l’idea, mediocre la realizzazione”.
Per quanto i personaggi principali siano carini, potevano e dovevano essere approfonditi di più, mentre quasi tutti quelli secondari sono abbastanza piatti e lì solo per mandare avanti la trama. Così anche alcune scelte registiche: che senso hanno quelle scene iniziali circondate da enormi bordi bianchi, se se ne vedono solo due o tre a inizio film e basta? E quell’effetto lag messo volontariamente a caso in certi punti? Vi giuro, pensavo mi stesse andando alla malora Netflix...

Comparto tecnico
Ovviamente, quest’opera non può avere solo talloni di Achille: a tutto ciò compensa un ottimo comparto tecnico. Pur essendo ormai abbastanza vecchiotto, l’ho trovato molto godibile anche nel 2022, con animazioni molto fluide e quell’aura un po’ malinconica e vintage che ha sempre il suo fascino. Alcune immagini presentate in faccia allo spettatore sono di un impatto incredibile, con dei fondali e dei paesaggi assurdi. La sceneggiatura è assurda, su tutto forse il film perde un po’ sulle musiche, abbastanza strane (non saprei come altro descriverle), che non sempre si rivelano adattissime alla situazione sullo schermo, ma che comunque regalano una bella esperienza.

Mi è piaciuto?
Sarò onesto: a me è piaciucchiato. Questo è un film creato come sorta di “test” per i nuovi animatori e le nuove leve, come intramezzo tra due opere dei due grandi capi dello Studio (considerate che l’anno precedente uscì “Pom Poko” di Takahata, quello successivo “Porco Rosso” di Miyazaki). Per essere un esperimento di giovani talenti acerbi, non è affatto male. Inoltre, apprezzo l’intenzione di voler rappresentare il tutto come fosse realistico, a differenza di quasi tutti i film precedenti dello studio. Ogni minimo particolare deve essere verosimile nel contesto (di inizio anni novanta), dalle pubblicità ai movimenti, dai mezzi in circolazione ai prop di scena fino anche ai modi di dire. In queste cose è un film fenomenale. Sotto tanti altri aspetti, magari più importanti come la trama e i personaggi, diciamo che raggiunge la sufficienza...

Lo consiglio?
Forse sì, forse no. Se volete un anime chill per passare la serata con la vostra dolce metà al Cinema Bianchini (sotto lenzuola e cuscini), direi che è perfetto, così come se siete dei super nostalgici (non nel senso che volete il ritorno di Lui, continuate a leggere) e vi mancano gli anni ’90. Ma se non cercate nulla di tutto ciò e preferite qualcosa di più impegnato e/o impegnativo, potrei dirvi di ‘skipparlo’ tranquillamente.


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Kinzoku Bebbo

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Allora, parto subito dicendo che la grafica a mio avviso è molto bella, ma, data la mia personale incapacità nel valutare una grafica anni '90, prendete con le pinze l'opinione tecnica.

Parliamo di quello che conta: l'anime viene servito come un "romantico sentimentale", ma a mio avviso è un grosso errore valutarlo in tal modo. I personaggi non solo sono poco caratterizzati (tipico di questi film da basso minutaggio), ma non ti lasciano nulla, nessuna emozione, niente di niente, è solo la storia di un ragazzo che giudica questa ragazza di città (Tokyo), che resta in disparte e ha ottimi voti, oltre ad essere bella fisicamente, per poi infine innamorarsene, sebbene la cosa sia abbastanza forzata.
Lei sembra abbastanza lunatica, deve infatti affrontare in una città che "odia" il divorzio dei suoi genitori che abitano a Tokyo, e cerca di schierarsi in questa disputa dalla parte del padre, che non sembra avere molta considerazione di lei; il tutto ovviamente deve essere dedotto, perché non vengono fornite adeguate spiegazioni. Lei cerca di trascinare un'amica a Tokyo per trovare suo padre, ma alla fine ci va il protagonista. Qui con una serie di scene abbastanza strane si arriva a comprendere quanto lei sia lunatica e quanto lui abbia fatto un viaggio da incubo a Tokyo. Sebbene tutto ciò, lui rientra e fa comprendere alla ragazza come questo viaggio abbia giovato alla sua reputazione, ma lei non sembra molto interessata a ciò: così si potrebbe riassumere questo "Si sente il mare", che tenta inutilmente di spiegare che, se una ragazza ti dice che sei il peggiore, in realtà è perché prova qualcosa per te, e a mio avviso è un'orrenda traduzione delle emozioni femminili. Lui che in realtà non sembrava interessato emotivamente a lei alla fine "si innamora", ed è qui che si cade nel ridicolo, poiché da un film per ragazzi si arriva a un sentimentale, in realtà è solo un inutile tentativo di arrivare al sentimentale.

Non mi sento di consigliare quest'anime, perché dello stesso decennio ce ne sono di carini.


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Shiryu of Dragon

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Oddio, direi che con questo film non ci siamo. È una brutta copia di "Orange Road": prendete la famosa serie di Izumi Matsumoto, toglietele quasi tutto quello che ha di bello e interessante, otterrete "Si sente il mare". Non è un caso che, nel decennio precedente, il regista lavorò all'episodio pilota di "Kimagure Orange Road", e qualche anno dopo allo sfortunato film "Voglio ritornare a quei giorni". Perfino le musiche di Shigeru Nagata sembrano voler emulare la stessa atmosfera. Triste situazione.

Il character design è un po' più bruttino rispetto ai film del duo Takahata - Miyazaki, le musiche sono pochine e quindi si ripetono più volte, nel corso di un lungometraggio abbastanza breve, cioè di circa settanta minuti.
È un esperimento e non è andato granché bene, infatti qui lo studio Ghibli collabora con altri studi d'animazione giapponesi: J.C. Staff, Madhouse e Oh! Production.

Rimane la bellezza dei fondali e delle ambientazioni, per il resto c'è ben poco. Questo film esce in un momento nel quale erano già usciti da un pezzo numerosi manga e anime sentimentali di spicco. Il problema è che qui il regista raccoglie gli elementi per creare un triangolo sentimentale standard, che più standard di così non si può. Questo film non ha personalità, non ha carattere. Non si distingue in nulla, è completamente anonimo. Una volta che lo hai visto, non lo ricorderai per nulla: niente che lasci il segno.

Quindi non so darvi nessun buon motivo per guardarlo, ma, se proprio lo volete vedere, vi consiglio di evitare l'edizione doppiata in italiano, l'adattamento è osceno.


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Kae Ru

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Visti i tanti commenti con voti bassissimi, ho deciso di alzare la media, esagerando un po' e dando un bel nove a questo film Ghibli che mi ha piacevolmente stupito. Ho recuperato i film dello Studio da grande, e sono sempre stata più attratta da quelli di Miyazaki ("La città incantata" non perdona), ma, dato che Netflix in questo periodo ha inserito tutte le opere del catalogo, ho iniziato a vedere anche le altre.

"Si sente il mare" è stato quindi il primo titolo di altri registi che ho visto e, nonostante riponessi una fiducia abbastanza modesta nell'operato di registi e sceneggiatori dello Studio differenti - non per snobismo, sul serio, ma perché mi sembrava assai difficile riuscire a mettersi al livello di Miyazaki, sarebbe un'impresa ardua quasi per tutti -, mi ha regalato una serata davvero rilassante e gradevole.

La storia l'avete già letta in tutte le salse nelle altre recensioni e nei dettagli della scheda, comunque si tratta di un classico triangolo amoroso tra liceali. Ciò che rende godibile il film non è l'originalità della storia, ma l'atmosfera davvero anni '90 che lo permea (del resto, è proprio d'inizio decennio) - e lo dice una che ai tempi era una bambina, e di conseguenza non ha storie adolescenziali legate al periodo -, unita a disegni che sono una goduria per chi amava lo stile degli anime shoujo di quel tempo, e una colonna sonora assolutamente in linea con storia e suddetta atmosfera.

Si vede indubbiamente che i mezzi per il film erano inferiori alla norma dello Studio Ghibli, trattandosi di un prodotto per la TV, ma ha comunque un livello qualitativo che gli permette tranquillamente di essere consigliato a chi ama il genere slice of life/shoujo e il mondo Ghibli.
Sconsigliato invece a chi preferisce la Ghibli "avventurosa" o molto semplicemente non apprezza i racconti basati su storie d'amore e amicizia a prescindere o quasi; in tal caso penso sia meglio rivedersi piuttosto altri film dello Studio, ha poco senso lanciarsi su un'opera di qualità obiettivamente più bassa dei capisaldi Ghibli, se neanche si ama il tipo di vicenda qui raccontata.
A tutti gli altri: dategli una chance, senza aspettarvi un bis di "Laputa", e vedrete che regalerà anche a voi bei momenti.


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TonySnore

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Si sente il mare" è un film d'animazione del 1993, prodotto dallo Studio Ghibli e diretto da Tomomi Mochizuki, che in passato ha diretto anche la prima stagione di "Ranma 1/2" e più recentemente "House of Five Leaves", giusto per citare quelle che ho maggiormente apprezzato.

Toko Morisaki, studente universitario a Tokyo, incrocia lo sguardo di una ragazza di sua conoscenza sulla banchina opposta del treno. E' Rikako Muto. Questo inaspettato incontro lo riporta indietro di due anni, a quell'estate in cui la conobbe.

La storia è il più classico degli slice of life scolastici, con l'amore tra i vari personaggi a farla da padrone. Infatti, nel lungo flashback che caratterizza il film, Toko inizialmente non sarà attratto da Rikako, a differenza del suo migliore amico, Matsumo, che perderà la testa per lei non appena la ragazza si trasferirà nella scuola. Non mancheranno dunque i classici cliché del genere, come ad esempio il fatto che Rikako appena arrivata riceva subito le attenzioni di tutti poiché è la più bella ed eccelle sia nello sport che nello studio, oppure l'iniziale disinteresse da parte del protagonista nella ragazza, per poi dopo tante vicissitudini innamorarsi perdutamente di lei. Sebbene quest'aspetto mi abbia un po' fatto storcere il naso, i vari eventi che vanno a sviluppare la storia sono trattati in modo così realistico e con la classica delicatezza tipica dello studio, da far passare questi difetti in secondo piano. Inizialmente la storia avanza in maniera abbastanza tranquilla, e i cliché del caso sono più evidenti. Ma, nella seconda parte del film, veniamo a conoscenza dei motivi che spingono Rikako ad avere un modo di fare antipatico e distaccato con gli altri, e la trama diventa molto più interessante.

A livello tecnico non ci troviamo sicuramente ai massimi livelli dello studio, ma per il genere sia il chara design che le musiche sono ben fatte. Ho apprezzato soprattutto gli sfondi che esaltavano ogni ambiente in cui si svolge il film, partendo da Kochi, Kyoto e Tokyo, fino ad arrivare addirittura alle Hawaii.

In conclusione, "Si sente il mare" è un ottimo slice of life, che apprezzerete se siete fan del genere sentimentale o dello Studio Ghibli, ma che nella sua breve durata potrà intrattenere magari anche chi con questo genere non ha un bel rapporto.


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Eoin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
“Si sente il mare” (titolo originale “Umi ga Kikoeru”) è un film d’animazione per la televisione del 1993, diretto da Tomomi Mochizuki e tratto dall'omonimo romanzo di Saeko Himuro.

Trama: Taku Morisaki è uno studente universitario che, nel recarsi a una rimpatriata con i compagni del liceo, rievoca il suo primo incontro con Rikako Muto, studentessa trasferitasi nella sua stessa scuola durante il secondo anno. Bella e brillante, Rikako si ritrova rapidamente al centro dell’attenzione, diventando fulcro di ammirazione e invidie, nonché l’interesse romantico di Yutaka Matsuno, il migliore amico del protagonista.

“Si sente il mare” è un’espressione estrema di disagio giovanile, che mostra su schermo un insieme di adolescenti arrabbiati, innamorati, insopportabili e volubili. I personaggi si relazionano quasi sempre attraverso interazioni negative: mentono, si ingannano, si sfruttano a vicenda per i propri scopi e si picchiano, persino. L’unica parziale eccezione è costituita dalla profonda amicizia tra Taku e Yutaka, che, in alcuni momenti, è talmente passionale da suggerire quasi l’esistenza di sentimenti più forti, nascosti sotto la superficie.
Il problema principale del lungometraggio è che queste manifestazioni emotive, non di rado esplosive, non seguono l’adeguata costruzione di un crescendo conflittuale dei rapporti tra gli attori. Eventi che avrebbero solo giovato di una maggiore analisi vengono invece superati rapidamente, mentre le motivazioni dei protagonisti rimangono spesso oscure.
Rikako, che ha dovuto lasciare Tokyo per Kōchi in seguito al divorzio dei genitori, esterna l’intenso disappunto per essere stata allontanata dal padre e per avere lasciato la propria città e i propri amici assumendo un atteggiamento di totale rifiuto nei confronti del nuovo ambiente e dei suoi abitanti.
Tuttavia, dato lo scarso approfondimento psicologico della ragazza, i cui gesti sono sempre filtrati dall'io narrante di Taku, il coinvolgimento è minimo e Rikako finisce per essere una studentessa volutamente antipatica e bipolare con cui è impossibile formare alcun legame empatico.
Matsuno, invece, nonostante sia in teoria il terzo coprotagonista, è relegato quasi interamente sullo sfondo e la sua cotta per Rikako pare essere sorta solo per le qualità estetiche di quest’ultima, il che non giustifica poi la devozione con cui il giovane le si approccia. Il processo di caratterizzazione, timidamente presentato all'inizio dello special TV, si arresta, così, bruscamente, prima ancora di aver dato vita a una figura a tutto tondo.
Infine, Taku: più che il personaggio principale della storia, è una vittima degli eventi, trascinato nella trama dai capricci di Rikako, con cui stringerà un contraddittorio rapporto di supporto e freddezza. Grazie alla sua voce narrante, egli risulta vagamente più tridimensionale dei suoi compagni, pur non mancando di comportarsi in maniera insensata e inspiegabile, specie considerando la sua presunta indole sincera e ribelle.
Il cast di supporto è costituito da pochi elementi abbastanza piatti, che però svolgeranno i propri ruoli, benché stereotipati, diligentemente e con professionalità.

Trattandosi di un film per la televisione, il comparto tecnico è necessariamente inferiore a quanto ci si aspetta da un prodotto dello Studio Ghibli destinato alle sale cinematografiche, ma si difende più che bene: le animazioni sono buone, per quanto limitate a semplici gesti di vita quotidiana e scolastica; il character design è molto semplice, ma rimane morbido, lineare e gradevole; le ambientazioni sono sempre curate e ricche di dettagli, ma, considerando il setting estremamente realistico e una storia che non si presta a immagini di straordinaria bellezza visiva, sono pochi gli scorci davvero suggestivi e poetici; la colonna sonora è orecchiabile, ma a volte non sempre indicata per la sequenza mostrata, e mancano brani che rimangano impressi nella memoria; il doppiaggio italiano è sufficientemente espressivo, ad eccezione di qualche sbavatura, ma l’adattamento ha fatto la scelta bizzarra di far esprimere la maggior parte dei personaggi in modo arcaico (scelta forse legata alla scena in cui Rikako dichiara che la parlata di Kōchi le ricorda gli sceneggiati storici); il montaggio non è particolarmente brillante e alcune transizioni temporali a volte sono discutibili, sia per quanto riguarda il ritmo che l’impostazione grafica.

Dati i toni introspettivi, “Si sente il mare” aveva le capacità per essere una sorta di piccolo “Pioggia di ricordi” a tema liceale. Invece, sfruttando male il poco tempo a disposizione, i personaggi sono poco approfonditi e emozionanti, mentre la storia si rivela inconcludente e il presunto lieto fine è sostanzialmente ingiustificato.
Si tratta di una vicenda priva della magia e del fascino tipici delle opere Ghibli, ma che freme di potenziale inespresso, esattamente come i suoi protagonisti: in un certo senso, cattura discretamente l’instabilità tipica dell’adolescenza, in cui non sempre ogni comportamento è dettato dalla logica e in cui è facile che il minimo evento possa provocare improvvise esplosioni di tensione, ma in termini di psicanalisi è alquanto carente.
Appena sufficiente.


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Panda79

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Eccomi qui a scrivere una recensione che non mi sarei mai aspettato da me. Visto che per la prima volta darò un'insufficienza ad un anime dello Studio Ghibli.
"Ocean Waves" è il primo film dello Studio dove non troviamo alla regia né Miyazaki né Takahata ed è l'unico film destinato unicamente alla televisione e non alla proiezione cinematografica. Il regista è Tomomi Mochizuki, che ha lavorato in opere non di secondo piano come "Kimagure Orange Road" e "Ranma 1/2". Purtroppo in "Ocean Waves" non è riuscito ad ottenere un buon risultato.

La sceneggiatura è tratta dall'omonimo romanzo della scrittrice Saeko Himuro. Una trama abbastanza scontata. C'è una bella raggazza, altezzosa e viziata, trasferitasi da Tokyo con la mamma dopo il divorzio con il padre, che farà innamorare due ragazzi. Guarda caso questi ragazzi sono amici per la pelle e per lei litigheranno, salvo poi far pace alla fine. Naturalmente uno dei due, il protagonista Taku Morisaki, alla fine coronerà il sogno di mettersi insieme alla bella ragazza, che, proprio alla fine, non risulterà più essere né altezzosa né viziata.
Il problema non è la trama scontata. Ad esempio, "Kimagure Orange Road" ha una trama quasi identica, lì c'era un ragazzo appena trasferito conteso da due amiche del cuore. Il problema è lo sviluppo della storia. Uno sviluppo che non c'è. Morisaki e la bella Rikako si parleranno si e no tre o quattro volte in tutto il film, tenendo conto della quasi inesistente loquacità di lei. L'apice si raggiunge con un a mio parere ridicolo viaggio a Tokyo fatto dai due protagonisti. Quando la storia sembrava farsi interessante, arrivati al litigio tra i due amici, ci ritroviamo di fronte ad un balzo temporale improbabile. Si passa dagli anni delle superiori al primo anno di college, dove tutto ormai si è risolto o si sta per risolvere. Per dirla tutta il balzo temporale è dovuto ad un flash back iniziato nelle prime fasi del film, il problema è che il ritorno al presente non doveva assolutamente esserci in quel momento.
Questa, per me, è la peggiore sceneggiatura proposta dallo Studio Ghibli. Senza mordente e molto piatta.

Tecnicamente è accettabile. La colonna sonora ben fatta, il character design abbastanza ben definito e i paesaggi comunque notevoli. Tenendo conto che era un prodotto per la tv, molto probabilmente, il budget non era proprio il massimo, quindi qualche pecca a livello tecnico può essere giustificata.

E' un film mediocre, che comunque consiglio agli appassionati dello Studio Ghibli, ma chi è in cerca semplicemente di un anime di spessore può fare a meno di vederlo.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
<i>Umi Ga Kikoeru</i> ("Si riesce a sentire il mare") è una commedia sentimentale ambientata a Kochi, nello Shikoku. La storia ruota attorno alla bella ma capricciosa Rikako, nuova studentessa giunta da Tokyo, e alla sua relazione con i coetanei, e amici, Taku e Matsuno. Tramite un lungo flashback, è proprio un Taku ormai cresciuto a ricordare i tempi della scuola e l'equivoco triangolo amoroso che si era creato. Tutti i personaggi sono apparentemente caratterizzati bene, ma a fine visione può scaturire l'impressione che non sia così. Infatti, esclusi il design, le espressioni e le movenze particolarmente aggraziati, i loro comportamenti peccano spesso di eccessiva clemenza - vedi i due protagonisti maschili - o di auto-compiacenza - vedi Rikako, dapprima ragazza "immagine", poi elemento da scansare e infine di nuovo da ammirare, sebbene il proprio carattere non subisca una così eclatante trasformazione.

La durata del film non è elevatissima, fatto che consta di pregi e di difetti: da una parte questa assopisce l'alta possibilità di annoiarsi, causa una lentezza narrativa non certo adatta a tutti i gusti, ma l'arco temporale che annoda gli eventi è un po' troppo ampio per poco più di un'ora di animazione, specie se rivelatosi un pochino sconclusionato. È un lavoro che manca di coraggio, che fatica a scrollarsi di dosso alcuni stereotipi del sentimento malinconico, cavalleresco, e che non lascia nessun senso di appagamento. Si tratta comunque dell'unico lungometraggio prodotto dallo studio Ghibli per la televisione, e del primo affidato ai membri più giovani dello staff. Alla regia c'è Tomomi Mochizuki (<i>Ranma ½, Kimagure Orange Road, House of five leaves</i>, ecc.), ma il soggetto originale è della scrittrice Saeko Himuro.

Trattandosi di una produzione televisiva, lo studio cerca di adoperare un budget piuttosto ridotto in tempi brevi, anche se alla fine non riesce a sottostare a tali limitazioni. Il risultato è, sì, una produzione qualitativamente buona, ma visibilmente inferiore alle aspettative. Sul fronte della colonna sonora, si sente la manzanza di Hisaishi, ma tutto sommato siamo ancora sopra gli standard.
<i>Ocean Waves</i> è in ogni caso un bel lungometraggio, dalle sfumature a mio avviso accostabili alle opere del grande Takahata, anche se soltanto lontanamente.


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Misurino

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Ocean Waves ("Posso sentire il mare"), è un cortometraggio del 1993 (ci tengo a sottolineare la data) diretto da Tomomi Mochizuki e tratto dal romanzo di Saeko Himuro. È molto breve (circa 72 minuti) e la trama non è troppo complessa, ma sicuramente ben articolata e costruita.

<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Il film inizia con lo scambio di sguardi da parte di una ragazza ed un ragazzo in una stazione di Tokyo, che tuttavia viene interrotto dal passaggio di un treno. Da qui inizia subito il flashback: Rikako Muto è una ragazza liceale che si è appena trasferita dalla grande metropoli di Tokyo in una città decisamente più piccola, Kochi. Qui incontra Taku Morisaku (il protagonista) ed il suo migliore amico Yutaka Matsuno, il quale si innamora subito della ragazza. Rikako, anche se a prima vista appare taciturna, scontrosa, quasi schizzinosa e altezzosa nei confronti degli altri, ha un certo fascino, è molto intelligente ed eccelle sia nello studio che nello sport. Visto che tutti gli occhi dei ragazzi le sono puntati addosso, tutti i suoi pregi generano invidia e disprezzo nelle compagne di classe e in tutte le ragazze della scuola. Oltre a tutto ciò la ragazza ha una difficile situazione familiare alle spalle. Non riuscendo più a sopportare questi comportamenti, Rikako si fa "prestare" dei soldi da Taku con l'intenzione ormai di tornare a Tokyo. Per una serie di vicissitudini, alla fine Taku si ritrova in viaggio con lei, essendo ormai costretto ad accompagnarla. Solo dopo l'incontro con il padre la ragazza si rende conto di non avere un buon rapporto con il genitore, il quale tra l'altro si incontra già con un'altra donna. I due ragazzi rimangono da soli in hotel per qualche giorno, e diversi sono i momenti in cui Taku dovrà subirsi una Rikako assai isterica e depressa (tra le altre cose sarà costretto a dormire nella vasca da bagno). Dopo essere tornati a Kochi, la voce gira e Yutaka, appena rifiutato, si lamenta con il ragazzo. Taku a questo punto litiga sia con la ragazza che con il suo migliore amico, non parlando più con nessuno dei due fino alla fine dell'anno scolastico. Un attimo dopo la scena passa subito al presente, dove gli ormai ex-liceali si ritrovano ad un rimpatriata, ma una persona manca all'appello: è Rikako. Secondo Yutaka sarebbe voluta venire per trovare una determinata persona, una a cui "piace dormire nelle vasche da bagno". Ritornati a Tokyo, assistiamo di nuovo alla scena iniziale, in cui questa volta i due giovani si riconoscono.
<b>[Fine spoiler.]</b>

La storia, accompagnata da una buona colonna sonora (che non è di Hisaishi!), forse non è una delle più originali, visto che narra le classiche vicende di alcuni liceali giapponesi; soprattutto se confrontata con gli altri classici dello Studio. Tuttavia i caratteri dei personaggi sono ben delineati e mettono un po' in contrasto due realtà diverse, quella della grande metropoli di Tokyo, contro quella di una città del sud decisamente più piccola come Kochi. Anche i personaggi mostrano questi contrasti: Rikako infatti da brava "ragazza di città" si sente superiore e altezzosa, forse anche a causa del suo eccellere nello studio e nello sport, risultando anche molto immatura. Taku e Yutaka invece sono molto più ingenui, ma sicuramente più onesti, spontanei, e sotto sotto anche più maturi.

L'animazione e i disegni sono Ghibli, quindi decisamente di alta qualità. Tipici sono gli sfondi molto particolareggiati e ricchi di vegetazione. Lo stile inoltre si adatta molto all'ambientazione: quello stile un po' tondeggiante, fluido, proporzionato che caratterizza le opere di questo Studio. E a chi critica lo stile Ghibli, lasciatemelo dire una volta per tutte: non sarà di certo "figo" o "accattivante", ma è sicuramente molto piacevole, realistico, fluido e ben curato, dato che si dà importanza ad ogni singolo movimento! Non so cosa si possa volere più di così.
Per finire, una classica storiella narrata con quella delicatezza e spensieratezza che solo lo Studio Ghibli sa regalarci.


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npepataecozz

Episodi visti: 1/1 --- Voto 4
Film del 1993 con grafica del 1993 e una trama assolutissimamente indegna del 1993.
La protagonista di questa storia è Muto (non è uno scherzo, è proprio il suo cognome anche se da quanto chiacchiera potrebbe, in effetti, sembrarlo davvero), una studentessa delle superiori che, a causa del divorzio dei suoi genitori, è costretta a trasferirsi da Tokyo a Kochi, una città rurale i cui cittadini hanno un accento "da vecchi film giapponesi". La ragazza mal sopporta questa situazione ed in pubblico appare a dir poco sprezzante e spocchiosa. Muto, però, è anche molto bella e attira subito gli sguardi e le attenzioni di Taku e Yutaka, che sono i due protagonisti maschili di questo film. Taku, in particolare, viene costretto ad accompagnare la ragazza a Tokyo e, oltre alle seccature derivanti dai 3000 capricci di lei, questo porterà scompiglio nella reputazione di lui.

Ho trovato questo film di una noia terrificante. La storia, con la quale si cerca di mettere a confronto il giapponese di città con quello delle campagne, non è poi così male ma non ha una struttura che non decolla mai. I personaggi alla fine sembrano essere legati da relazioni e ricordi molto profondi, ma in un anno si saran parlati sì e no due-tre volte: un po' poco per essere entrati così in intimità. E soprattutto questa assenza di contenuti rende il tutto abbastanza insipido agli occhi dello spettatore.
Il finale, poi, è veramente ridicolo: Muto resta fedele al suo cognome e ci aggiunge un "cheese" come se stessero per farle una foto, e lui non le è da meno. E su questa bella "natura morta" scorrono i titoli di coda.

In definitiva, un filmetto che non è né acqua né pesce, non è né commedia né sentimentale (anche se alla fine cerca di spacciarsi tale). Assolutamente al di sotto della sufficienza: se avete voglia di un film d'animazione di livello non prendete nemmeno in considerazione questo Ocean Waves.

Utente5795

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Utente5795

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Se c'è qualcosa di veramente mirabile nella maggior parte delle opere dello Studio Ghibli, è la capacità di esporre temi piuttosto comuni con la giuste dose di freschezza e buonsenso - ebbene, <i>Ocean Waves</i>, questo mediometraggio televisivo, ci riesce solo in parte. I dubbi maggiori scaturiscono dalla superficialità della sceneggiatura, che nonostante mantenga un buon ritmo e non sia tutto sommato precipitosa, non decolla mai e non sviluppa in maniera esaustiva gli spunti di riflessione, che di per sé avrebbero potuto portare a conclusioni più che interessanti. Non c'è tensione, non c'è malinconia, non c'è un vero scontro di anime e cuori, e l'accostamento di dialoghi diafani e privi di spessore a situazioni blasonate, come il triangolo amoroso o l'alunno modello che si sente fuori posto, rischia facilmente di diventare fumo negli occhi.

Se volete vedere questo film, quindi, dovete aver presente che non vi troverete di fronte a qualcosa di impegnativo, bensì ad un contentino più somigliante ad una soap opera che ad un anime scolastico-sentimentale, e che spesso rasenta pericolosamente la noia e l'inconsistenza. Colonna sonora e disegni non rappresentano un valore aggiunto, sebbene mantengano livelli più che soddisfacenti per un format televisivo. Non è un disastro, sia ben chiaro, e in effetti non penso gli si possa attribuire meno della sufficienza, ma non credo che per il resto ci sia molto da dire: un progetto che, conoscendo la poetica semplice e genuina dello Studio Ghibli, poteva dare buoni frutti, ma non è stato realizzato con particolare impegno.


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giorgio13

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>

La storia si svolge nella cittadina di Kochi; l’argomento trattato è il triangolo d’amore che si sviluppa tra due buoni amici, Taku e Yutaka, e una nuova ragazza che si è trasferita da Tokyo, Rikako.
Il tutto viene raccontato dal punto di vista di Taku, il quale mentre si sta recando da Tokyo a Kochi in aereo, ricorda l’estate di due anni prima, quando era alle superiori.

Taku e Yutaka sono amici di vecchia data: si sono conosciuti alle medie quando fu annunciato che la gita scolastica era stata cancellata a causa dello scarso rendimento generale degli studenti; loro due furono gli unici che continuarono a opporsi e a chiedere spiegazioni in merito, anche quando la decisione di annullare la gita fu approvata dal consiglio dei genitori.
Rikako eccelle sia nei voti che nello sport, ma riesce ad andare d’accordo solo con Yumi Kohama, l’unica vera amica che abbia.
Questo dimostra quanto sia difficile ambientarsi quando si cambia città: ha dovuto lasciare la capitale quando i suoi genitori si sono separati; lei era dalla parte del padre, ma lui preferiva che la figlia restasse con la madre, che si è trasferita a Kochi per lavoro; Rikako non sopporta a tal punto sua madre da vivere da sola in un altro appartamento. Si capisce quindi che abbia una situazione decisamente complicata.
È una gran mentitrice: infatti, durante un viaggio alle Hawaii con la scuola, convince Taku a farsi prestare 60000 yen (circa 530 euro) dicendogli che aveva perso tutti i soldi che si era portata; poi se ne fa dare altri 20000 (circa 175 euro) da Yutaka, il quale saputo dall’amico che Rikako era in difficoltà, le aveva offerto aiuto.
In seguito inganna persino la sua unica amica, perché invece di andare in aereo ad assistere ad un concerto come avevano prefissato, decide di andare a Tokyo a trovare il padre; la povera Yumi, che non se la sente di mentire ai suoi genitori, chiede aiuto a Taku, perché sa che i soldi per il biglietto aereo erano i suoi; il ragazzo, allibito, decide di accompagnare la ragazza a Tokyo così da togliere dai guai Yumi.

Nella capitale il povero Taku ne passerà di tutti i colori: infatti sottostarà a tutti i capricci della ragazza, la quale non aveva avvisato il padre che sarebbe andata a trovarlo; quindi lui viene mandato in un albergo, ma sarà costretto a dormire in bagno perché la ragazza, che ha problemi col padre, ha deciso di dormire lì; la mattina presto sarà cacciato fuori dalla stanza perché lei deve cambiarsi, poi deve sentire gli stupidi discorsi del suo ex ragazzo… insomma, un disastro su tutti i fronti.
Al ritorno schiaffeggerà la ragazza per aver offeso Yutaka quando lui le si è dichiarato, e poi litigherà con l’amico per non aver difeso Rikako quando era accerchiata dalle sue compagne di classe perché non partecipava alle attività di fine anno.

Dalle disavventure di questo ragazzo si può vedere bene quanto sia attaccato al suo amico, ma anche come sia letteralmente rapito dalla ragazza: è proprio vero che l’amore è cieco e irrazionale, perché nonostante lui sappia bene quanto Rikako sia piena di sé e capricciosa, non riesce a staccarsene.

Di Yutaka si sa ben poco: fa da tramite tra Taku e Rikako all’inizio del film, per poi fare qualche breve apparizione qua e là; lo considererei quasi un personaggio secondario, perché oltre al fatto che è innamorato di Rikako non si sa altro. La sua analisi psicologica è irrisoria. Ciò è dovuto probabilmente alla breve durata del film: poco più di 70 minuti infatti sono bastati a caratterizzare (anche se molto bene) solo due dei tre giovani; un vero peccato.
Comunque nel complesso è un buon prodotto, e riesce a mostrare bene fin dove possa spingerci quel magico sentimento chiamato amore.


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hideki20

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Mi ha molto stupito vedere che Ocean Waves abbia una media di appena 6 e mezzo, e quindi per rialzare la media gli do questo 10, anche se in realtà sarebbe un 9.
Detto ciò Ocean Waves è un anime diverso dagli atri, sia per il tratto del disegno che per la semplicità con cui viene narrata la love story di due adolescenti. La trama parla di due amici (Morisaki e Matsuno) che si scoprono innamorati della stessa ragazza (Rikako Muto), appena trasferitasi da Tokyo. Morisaki inizialmente indifferente alla nuova compagna, piano piano inizia a provare qualcosa, a causa delle peripezie che dovrà affrontare.
La storia mi è molto piaciuao per la sua semplicità e per l'armonia che riesce a trasmettere con il delicatissimo sfondo musicale. Il finale, al contrario degli altri, mi è parso buono e assai delicato e romantico.
Cos'altro posso dire... soltanto: VEDETEVELO ASSOLUTAMENTE.

Goidil

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Goidil

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Un pregio e un difetto per Umi Ga Kikoeru. Realistico e precipitoso. Realistico per via di un tratto grafico oserei dire "fotografico" tanto è la sua aderenza ad realtà palpabile, pacata e quotidiana. Precipitoso perchè in un'oretta o poco più condensa una trama che si dipana su più piani temporali e spaziali, eppure non riesce ugualmente a dare una chiara visione della narrazione, lasciando non pochi snodi irrisolti.
Il film (la cui importanza è limitata dall'essere stato ideato e pensato per la visione televisiva) è il primo prodotto dello Studio Ghibli a non coinvolgere direttamente Takahata o Miyazaki nello sviluppo: la regia è a cura di Tomomi Mochizuki, giovane regista che nell'88 ci aveva già deliziati con Orange Road. Il resto del team dietro Umi ga Kikoeru è perlopiù giovane, per la maggior parte prelevato dallo Studio Mad House. Danno in mano a questi ragazzotti la shojo novel Umi ga Kikoeru di Saeko Himuro, molto più che una avventura adolescenziale. Ne viene fuori un prodotto cinematografico incapace di espletare una definita funzione narrativa, incapace di realizzare una lista di priorità (è più importante l'amicizia o l'amore?), che trova conclusione in una banalissima idealizzazione del rapporto sentimentale, che presupporrebbe una solida spiegazione alla spalle, che non si ravvisa in alcun aspetto della pellicola. L'eccellente character design e gli aggrazziati fondali, oltre alla buone composizioni al pianoforte, tengono testa agli standard Ghibli, ma chi si aspettava di trovare in Umi Ga Kikoeru l'emozionante anamnesi di Omohide Poro Poro resterà davvero deluso...

ninjaman

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ninjaman

Episodi visti: 1/1 --- Voto 1
L'ho visto solo per vedere come finiva. Risultato? Inutile. Sentimentale? No. E' la storia di un povero ragazzo che dopo aver passato tanti guai per una ragazza alla fine che fa? Le sorride. Orrendo. Io amo il genere sentimentale e spero che ne creino qualcuno che almeno faccia battere il cuore come Orange Road.

Brutal

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Brutal

Episodi visti: 1/1 --- Voto 4
Recepisco il messaggio del moderatore e motivo meglio il mio voto.

Dal punto di vista tecnico, l'anime ha un buon livello (animazioni, comparto audio, regia). Il problema è la trama: un cartone è fatto per dare delle emozioni, emozioni che scaturiscono dalla narrazione di una storia. Ed è proprio la storia che non mi piace... dopo aver visto l'anime il giudizio tecnico passa in secondo piano e restano solo le sensazioni, e la mia è stata una sensazione di totale insoddisfazione, come quando vi si racconta una barzelletta che non vi fa ridere (anche se la capite). L'anime è incentrato sulla vita scolastica di alcuni ragazzi, e in particolare tratta di un legame sentimentale che viene a crearsi tra due di loro. Questo legale però non viene sviluppato, perchè la storia riguarda solo le incomprensioni e l'incapacità di comunicare tra i due, e il film finisce proprio quando finalmente questi si incontrano dopo molto tempo dalla fine della scuola, lasciando intendere che finalmente potrà nascere qualcosa di serio. Sostanzialmente è per questo che la storia non mi è piaciuta, perchè dal mio punto di vista è stata lasciata a metà.

Ciccio

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Ciccio

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Mi dispiace ma a me non ha lasciato niente... troppo piatto! Metto un 7 solo perché la cura e lo stile dello Studio Ghibli si fanno notare come al solito. Fra parentesi i 2 protagonisti maschi sembrano finocchi per quasi tutta la durata del film...s cusate ma hanno un po' esagerato nel rappresentarli "calmi e pacati". Spero di non alzare una bufera: è solo la mia opinione =P (e io adoro sia i sentimentali che le opere del Ghibli)

Trip

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Trip

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Sette e mezzo/Otto.nSolo allo Studio Ghibli riescono nell'impresa di raccontare storie un pò scontate senza annoiare (ricordate "Whisper of the Heart"?). Complici la durata contenuta e i bei disegni, la vicenda di formazione di un trio di adolescenti scivola sullo schermo piacevole e senza intoppi. La cura per i particolari e per le scenografie (specie le bellissime scene esterne) sono il valore aggiunto di questo anime.

Kakkyoin

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Kakkyoin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Semplicemente MERAVIGLIOSO! Non ho altre parole per definire quest'opera dello studio Ghibli. Non è mia intenzione spendermi in inutili pregi che in questo caso risulterebbero fittizi perciò non vi rimane altro che GUARDARVELO! E' tempo ben speso.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Un film davvero grazioso, ben fatto e godibile. Non aspettatevi chissà quale trama avventurosa, scene spettacolari o chissà cos'altro... E' la storia della crescita di un gruppo di adolescenti che viene narrata senza troppi sussulti in un modo garbato e piacevole. Mai noioso. Quando lo guarderete vi ci rivedrete un po' tutti....