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Keehlm Fungiolo's baseball bat

Episodi visti: 26/26 --- Voto 6,5
«Perché, Enrico,"mai più?" questo dipenderà da te. Finita la quarta, tu andrai al ginnasio ed essi faranno gli operai, ma rimarrete nella stessa città, forse per molti anni. E perché, allora, non v'avrete più a rivedere?»

Il signor Bottini (ingegnere nel libro, giornalista nell'anime) prosegue dicendo che solo a scuola si possono fare amicizie con ragazzi di status diverso dal nostro e che vanno conservate.
Il padre di Enrico dà per scontato che il bambino proseguirà negli studi e che i compagni li abbandoneranno. Queste erano le condizioni di vita dell'epoca (che egli non si sforza nemmeno di mettere in dubbio).

La storia si svolge a Torino che, nella serie, viene riprodotta nei dettagli delle vie principali e dei palazzi famosi, ripercorrendo l'anno scolastico di una terza elementare del 1881/1882. La scuola pubblica, se non era una novità, non era nemmeno ben vista da tutti: il diligente figlio di un medico -Derossi- era nella stessa classe con Coraci, il calabrese emigrato che parlava solo in dialetto, con Rabucco, figlio del muratore, con Crossi la cui madre era erbivendola. Ragazzini provenienti da zone d'Italia diverse, con un'altra scala di valori, indifferenti alla ricchezza perché erano poveri da sempre, sarebbero stati a contatto tra loro per tutta la durata dello studio.

Il romanzo si divide tra diario pubblico (scritto dal protagonista) le risposte dei genitori e della sorella -che potevano leggerlo e che infilavano lì le loro lettere- e i racconti mensili dettati dal maestro, in cui si narrava di atti eroici compiuti da fanciulli. La serie di animazione mantiene il diario e i racconti, ma le lettere aggiunte dai familiari diventano dialoghi, non sempre resi al meglio. Vengono apportate delle modifiche, necessarie, ma non sempre desiderabili. Sembra che Rabucco porti a scuola un burattino diverso al giorno. Nei miei anni di scuola, senz'altro meno repressivi che nell'ottocento, si era severi con chi portava giocattoli in classe. Inoltre, non so con precisione quanto guadagnasse un muratore sotto padrone nel 1881, ma non poteva comprare burattini a profusione. Si scoprirà che i burattini se li fabbrica da solo, ma sono troppo belli per essere stati fatti da un bambino di otto anni.
Le differenze sociali non si capiscono solo dai maltrattamenti.

Franti, icona di malvagità, prende in giro Crossi e tutti criticano il "ragazzo cattivo". Derossi è il primo della classe, ricco, gentile e onesto. E Derossi, da lontano, vede Crossi in compagnia di sua madre mentre vendono ortaggi... il primo della classe convince gli altri a non salutarlo. Perché potrebbe vergognarsi
Crossi, intendo.
E il poveretto continua il suo lavoro ignaro d'esser stato visto, senza sapere che razza di amici si ritrova.

Contemporaneamente al successo di vendite, fin dalla sua prima pubblicazione "Cuore" ha ricevuto reazioni perplesse e critiche al vetriolo (leggete "Elogio di Franti" di Umberto Eco). Se si fanno aggiunte nell'adattamento, devono essere per la comprensione e il miglioramento del testo. Non si deve aggiungere umorismo involontario. Nel romanzo, Enrico racconta le esperienze vissute nelle sue giornate scolastiche, parla dei compagni che gli piacciono, di quelli con cui non va d'accordo. Racconta i suoi successi e spiega i suoi errori.
Non parla di sé e nemmeno di ciò che desidera.

Sa che il diario non è suo ma è una proprietà in comune, uno strumento di educazione. Il mondo di un bambino nell'ottocento, specie uno benestante, cominciava con la famiglia e finiva con la scuola.
È anacronistico che il padre gli legga il diario e ne contesti dei brani ma lo lasci uscire di casa quando vuole. Enrico Bottini ha una libertà di movimento che mi stupiva già allora, quando lo vedevo in televisione.

Non si dovrebbe mai tornare all'oggetto dei propri ricordi, tutti cresciamo e non posso dare il voto che vorrei.


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alex di gemini

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Dopo tanti anni non ho mai potuto dimenticare questo anime e la sua splendida sigla dei Cavalieri del re. Ma ora, che ho finalmente letto il libro, non posso non recensirlo.

Sapevo che fosse un meisaku molto ben riuscito ma ora l’apprezzo più che mai. Le atmosfere e l’anima del libro sono state rese alla perfezione, al pari dell’intento educativo, dell’amor di patria e tanti altri elementi. Sulla trama si può dire nulla, dato che tutti la conosciamo o tutto, dato che gli autori hanno realizzato variazioni e ampliamenti. Variazioni dati i molti episodi ampliati e approfonditi, ampliamenti per i non pochi personaggi aggiunti. Mi riferisco al parroco don Fernando e al fratello minore di Enrico e ai due tirapiedi di Franti, antesignani di Tiger e Goyle assenti nel libro originale. Anche il finale è stato rifatto, dato che la redenzione di Franti è assente nel capolavoro di De Amicis. Anche il tema della mediocrità dei voti di Enrico, che tanto faceva arrabbiare Umberto Saba è stata tolta, scelta, per altro, compiuta anche da Luigi Comencini nel suo sceneggiato nei primi anni ottanta. Ma anche così abbiamo un opera davvero egregia, indimenticabile, per tutta la famiglia, che non ha perso nulla del suo smalto. Certo la grafica, mediocre per l’epoca è davvero scarsa per il telespettatore moderno. Ma si tratta di un peccato meno che veniale e, di cuore, assegno un dieci comunque.
Consigliatissimo.


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megna1

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Al di là della storica e malinconica sigla dei Cavalieri del Re, esempio lampante di com'erano "le canzoni per bambini" all'epoca, si può affermare che la semplicità - parola presente e ben sottolineata nel ritornello - era il sentimento più in auge nella letteratura del Novecento sviluppatasi nel vecchio continente. Corrente che i Giapponesi avevano scoperto nel dopoguerra e poi amato per oltre un ventennio, adattandone meravigliose versioni animate. "Cuore" è una di queste. Forse il character design era meno significativo rispetto a quello concepito da Yasuji Mori (quest'ultimo ripreso in seguito da Hayao Miyazaki e divenuto marchio di fabbrica dello Studio Ghibli), ma adatto al contesto. In un mondo ormai asettico e social fino al midollo, "Cuore" - in primis il libro, lo stesso anime, così come lo sceneggiato televisivo - rappresenta in tutto e per tutto l'infanzia che hanno passato i nostri nonni e bisnonni. I giochi da strada - quando ancora le vie abbondavano di attività e botteghe -, le scampagnate in bicicletta fuori porta, le immancabili scazzottate a scuola, le lettere alla fidanzata ("fuori moda forse un po'" intonava Clara Serina). Veri e propri insegnamenti come i proverbi di una volta, ma senza inutili e pedanti moralismi. Questi erano i meisaku. Lontani anni luce dai cartoon che arrivavano dalla puritana America, supervisionati e filtrati da orde di psicologi e pedagoghi benpensanti.


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Sonoko

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Credo che riassumere la bella storia narrata in questo meisaku sia superfluo, dato che chiunque sicuramente conoscerà in qualche modo il libro "Cuore", o avendolo letto o grazie all'ottimo sceneggiato a puntate di Comencini (non considero il remake perché, seppure gradevole, presenta diverse e molto fantasiose varianti alla trama, soprattutto legate al personaggio di Franti!).
Il motivo per cui questo meisaku piace è ampiamente spiegato nella meravigliosa sigla dei Cavalieri del re - mi riferisco alla serie storica, purtroppo anche per "Cuore" è stata realizzata una nuova sigla: è intitolata "Il libro Cuore" e non è minimamente all'altezza -, che dimostra che questa è una storia gradevole per tutte le età: mentre i bambini si appassionano alle vicende dei loro coetanei, alle prese con i quotidiani problemi scolastici, agli adulti piace ripercorrere con la memoria e con un pizzico di nostalgia le tappe della loro vita scolastica. I versi cantati dalla splendida voce della Serina (che è appunto la voce solista femminile di questo mitico gruppo) non sono semplicemente poesia pura, ma descrivono perfettamente lo stato d'animo di un adulto che segue la serie.
Il doppiaggio è buono.
Purtroppo il character design e l'animazione, non perfetti, rilevano quanto sia datata questa serie, ma questo è un dettaglio che considero insignificante, fra tanti lati positivi. Perciò consiglio vivamente questa serie, se mai la replicheranno in chiaro, ai telespettatori di tutte le età.

simona

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simona

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Il libro Cuore è una storia che pone l'attenzione sul mondo della scuola; la maggior parte delle riflessioni sono imperniate sull'importanza degli insegnanti e degli alunni della classe di Enrico, un ragazzino di dodici anni che racconta e descrive tutti i suoi compagni d'avventura.
Nella serie si notano delle differenze che intercorrono tra i vari bambini, ponendo l'accento soprattutto sulla provenienza sociale. Inoltre vengono messi in luce valori importanti come quello dell'educazione familiare, della disciplina e i valori dati dai genitori che formano il carattere dei figli. Ogni alunno è descritto con attenzione, ognuno con le sue particolarità: il secchione, l'astuto, l'intelligente, il bulletto ecc.
Per concludere, questa serie trasmette dei valori importanti che fanno riflettere sull'importanza della vita.


 2
demone dell'oscurità

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
C'è una cosa che poteva essere ritenuta impensabile nel mondo dell'animazione, ed invece è stata assolutamente realizzata.

Trattasi del libro cuore, il meraviglioso capolavoro per ragazzi scritto dal celeberrimo edmondo de amicis che narra le storie dell'Italia all'indomani della sua unità, un libro dal più profondo e limpido patriottismo, a cui l'anime non si è per nulla sottratto.

Segno che l'autore ha partecipato notevolmente per la realizzazione di questo anime, visto che è completo in ogni suo elemento, dal maestro perboni a garoffi, passando per derossi e garrone, per arrivare a rabucco ed infine enrico bottini, colui che è protagonista dell'intera storia, assieme alla sua famiglia, le sue storie, e il racconto mensile scolastico, che approfondisce ancor più il traboccante istinto patriottico di quel periodo, spiegato in tutto il suo splendore.

Un'opera magistralmente prodotta in anime che non conosce punti deboli, per le musiche, per l'animazione, per i fondali e per il modo in cui la storia viene trattata, di pari passo con l'opera dell'autore di fine ottocento.

Un'opera che non capisco il motivo per cui attualmente non viene fatta vedere in TV, un'opera che ha dei connotati scolastici fortissimi e ben trattati, a volte ancor meglio trattati dello stesso libro di de Amicis.

Un libro che può essere visto dagli occhi del mondo, dagli occhi di un padre sempre presente, dagli occhi di un figlio che gioca il giusto, ma che sa di un domani sempre più difficile da affrontare, di un bambino che è forte come un uomo, ma che alla fine è sempre un bambino, dagli occhi del più bravo, del più astuto, del più fastidioso dei nemici.

Un'anime questo che da un occhio può diventare un miliardo di occhi, una trama sempre attenta, cauta nell'esposizione quando il tema è delicato e crescente quando l'atmosfera si fa davvero scolastica e giocosa.

In pratica un capolavoro che conta di aver attirato l'attenzione di tutti i ragazzini dell'epoca che l'hanno visto, me compreso, e di cui una volta riletto il libro originale, tornano sempre in mente le immagini e le grandi emozioni di un cartone che fa della scuola, la principale e vera maestra di vita.

Quella scuola, che tra ministre scosciate quasi pornografiche e supplenti incapaci e precari di insegnare qualcosa di utile che purtroppo esiste oggi, con un intervallare di voti di condotta e strane bocciature che sembra essere, o che è l'esatto contrario di ciò che questo cartone narra e fa sognare gli studenti, quelli di tutte le età.

Magari un esempio simile fosse riportato nella ormai brutta scuola di oggi, anche se solo per poco tempo.

Inoltre anche qui "i cavalieri del re" interpretano una sigla che è rimasta, appunto, nel cuore, di molti.

Consigliatissimo!