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zarakka92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
E' il 1995, e la Toei decide di realizzare un terzo lungometraggio, il peggiore tratto dalla serie peggiore. Tutto inizia quando uno strano pifferaio ipnotizza tutti i bambini della città col suono della musica, rapendoli per un oscuro motivo. Quando anche Chibiusa verrà rapita, Usagi e le altre faranno di tutto per riprenderla e per salvare tutti i bambini rapiti. Tecnicamente è sempre ineccepibile, con un'ottima colonna sonora, però la trama qui è troppo banale, e addirittura qui i sessanta minuti sono decisamente troppi per una storia che poteva concludersi in venticinque minuti; giusto per dirvi, il corto legato a questo film è molto più riuscito rispetto a quest'ultimo. Un'occasione sprecata, perché se reso molto dark, e magari crudele, questo film avrebbe potuto ottenere maggiore importanza. Consigliato solo ai fan.


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Swordman

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Giunto alla quarta stagione televisiva e pienamente sulla cresta dell'onda del suo successo, a Sailor Moon viene regalato quello che sarà il suo terzo e ultimo adattamento cinematografico.

In vari luoghi della terra i bambini iniziano a scomparire misteriosamente durante la notte. Quando il fenomeno arriverà anche a Tokyo, dove anche Chibiusa rischierà di essere in pericolo, toccherà alle Sailor Senshi entrare in azione per debellare la minaccia che si scoprirà essere costituita da Badyanu, strega malefica comparsa dal nulla (e che al nulla ritornerà) mirando ad assoggettare la Terra grazie all'energia rubata dai pargoli, facendola così calare nella più cupa oscurità.

Durante e al termine della visione di questo film mi è più volte in mente di fare un paragone tra questo e i lavori cinematografici di un altra grande saga: Dragon Ball.
In questi spesso e volentieri arriva un malvagio a minacciare la Terra, costui non verrà granché approfondito e spesso si accompagnerà da loschi figuri ancor più destinati all'oblio. Tutto ciò è un ottima occasione per far entrare in azione Goku e i suoi compagni di turno che, dopo un po' di difficoltà, raccoglieranno le forze e sconfiggeranno il nemico. E in effetti è proprio questo ciò che accade in questo film, dedicato però alla guerriere in marinaretta non ai muscolosi Sayan di Dragon Ball Z.
Potrebbe ciò essere un tradimento rispetto alla “tradizione” della serie? A mio avviso no. Anzi, ritengo che, con questa occasione, Sailor Moon sia riuscito a rompere almeno momentaneamente lo schema narrativo che finora lo aveva caratterizzato rendendolo famoso e unico, ma che al contempo ne era anche il principale limite strutturale.
Senza una presenza forte della componente sentimentale (ma comunque non assente), che molto aveva caratterizzato gli altri due film, la storia acquista in agilità e dinamicità specialmente nelle fasi di battaglia, dove le guerriere eseguono le loro tecniche anche senza la tipica sequenza che caratterizza ogni colpo e la cosa già di per sé è rarissima.

Il comparto tecnico del film è indubbiamente di prim'ordine. La grafica, sia nel chara che nei colori che negli sfondi, tocca il livello massimo raggiungibile in tutta la saga di Sailor Moon, risultando di assoluto valore anche oggi con i grandi progressi della tecnica d'animazione. Lo stesso non si può dire per il sonoro, comunque molto buono ma che non è coinvolgente come in altri momenti che ci sono stati nelle precedenti opere.

Alla fine dei conti ritengo che <I>“Il Buco nero dei sogni”</I> sia un film di animazione di livello molto buono che, pur riprendendo diversi temi della quarta serie televisiva, riesce ugualmente a emergere e a distinguersi rispetto a tutto ciò che ci ha da offrire Sailor Moon tra film o stagioni televisive.
Una stella che quindi brilla luminosa, un po' in disparte, ma brilla.


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Catulla

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Il terzo e ultimo film di Sailor Moon è incentrato in gran parte sui temi che già avevano avuto larga trattazione nella serie animata dello stesso anno, Sailor Moon Super S. "Il buco nero dei sogni" infatti è incentrato sulla tematica dei sogni, ma ci viene accentuata più che altro la sfumatura della contrapposizione adulti/bambini: i bambini infatti sono l'obiettivo del nemico, una misteriosa entità che vuole usare l'energia della loro vita onirica per impossessarsi della terra.
La trama purtroppo non ci regala un granché di avvincente rispetto alla serie che già di per sé aveva un andamento piatto.
Le gags onnipresenti ci fanno divertire molto, così come piacevoli sono anche le animazioni e la grafica, tanto da farne un prodotto veramente impeccabile sul lato tecnico. La perfezione tecnica non riesce però a compensare la rigidità di una trama basata su: scoperta di un nemico- invasione di mostri- potenza devastante del nemico che mette in pericolo la Terra- battaglia finale.
Tuttavia Sailor Moon qui riassume un ruolo che nella quarta serie televisiva era stato relegato in secondo piano: a differenza di Chibiusa, che comunque è sempre il personaggio principale, qui non viene messa in ombra dalla bimba e ci intrattiene piacevolmente con gli spettacolini da piagnucolona e testarda che si sposano con la sua grinta, il suo coraggio e la sua generosità che le danno una grande forza e poteri incredibili.
C'è inoltre da sottolineare l'originalità fiabesca del mondo degli elfi che rapiscono i bimbi incantandoli con una musica inconsueta e quasi impercettibile: troviamo il mondo delle fiabe, le case di marzapane, i pifferi magici con schiere di inseguitori abindolati, navicelle volanti, i colori vivaci e vividi che rappresentano alla perfezione il mondo della fantasia dei piccoli bambini.
Peccato che l'incontro di Chibiusa con Peruru non ricordi che vagamente e piattamente il già raccontato incontro con Pegasus e che molti elementi della trama non siano che la riproposizione schematica di contenuti già veicolati nella serie televisiva.
Di sicuro è un prodotto godibile soprattutto per i piccoli aneddoti sul gruppo delle Senshi bambine che ce ne fanno apprezzare ancora di più il carattere, cosa che ancora di più si evince dalle immagini della sigla con le piccole bimbe, nonchè future guerriere Sailor, intente nelle attività che più ne differenziano i caratteri e che di sicuro è la parte più originale e graziosa dell'intero insieme.
Complessivamente, a parte gli aspetti evidenziati, gli apporti di novità sono quasi inesistenti, ma comunque si tratta di un'opera da vedere per la bellezza del character design e per gli alti livelli tecnici.


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Kotaro

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Nel 1995, per il terzo e ultimo anno consecutivo, i giapponesi si godettero al cinema un lungometraggio animato di Sailor Moon.
Il buco nero dei sogni è basato su Sailor Moon SuperS, la quarta serie animata, trasmessa tra il 1995 e il 1996, e racconta della battaglia delle guerriere contro la perfida strega spaziale Badyanu, che, sfruttando a suo vantaggio delle benevoli entità magiche amiche dei bambini chiamate "fate delle tre in punto", intende rapire i bambini del pianeta Terra per trarre dai loro innocenti sogni l'energia necessaria a creare un enorme buco nero che porterà morte e distruzione.
Aiutate dal gentile ragazzino fatato Peruru, sfuggito al controllo della strega, toccherà alle guerriere in marinaretta fermare anche questa nuova minaccia cinematografica.

Che sia un film tratto dalla serie SuperS, lo si capisce lontano un miglio da molteplici fattori.
In primis, per la grafica, molto più accesa, colorata e curata che nei film precedenti, con molti più effetti speciali e nuove animazioni per gli attacchi delle guerriere coprotagoniste. Tra le cinque serie, Sailor Moon SuperS è quella più bella graficamente, per via dell'altissimo budget che avevano gli autori, dovuto allo strabiliante successo (e ai grandissimi, conseguenti, introiti) della precedente terza serie Sailor Moon S.
Poi, per il grandissimo spazio dato a Chibiusa, che nella serie SuperS fa da protagonista "non ufficiale" delle vicende e che ricopre lo stesso ruolo anche in questo film.
E' Chibiusa a ricevere la visita di Peruru e a stringere amicizia con lui, ed è Chibiusa l' "elemento risolutore" della vicenda, la bambina con il sogno più importante di tutti, che servirà alla cattiva per raggiungere il suo scopo.
Chibiusa è cresciuta, è un personaggio umanissimo, che fa ridere e fa tenerezza, e non ci dispiace affatto vederla così, nonostante il tripudio di rosa che si porta dietro. I giorni della bambina piagnucolona della serie R sono ben lontani. Per fortuna.

Il tema del film è molto bello, dato che tratta l'innocenza dei bambini e l'importanza dei loro sogni, in contrapposizione al pragmatismo spesso becero e all'avidità degli adulti.
C'è un problema di fondo, però. Che questa storia, con questi temi, a noi era già stata raccontata. Una storia di Sailor Moon che parlasse dei sogni dei bambini e che prendesse Chibiusa come esempio di bambina più pura di tutti e la facesse entrare in contatto con un'entità magica protettrice dei più piccoli noi l'avevamo già vista, e si chiama Sailor Moon SuperS.
Il buco nero dei sogni si rivela, a conti fatti, essere un clone della storia della quarta serie animata, che già non era tra le più riuscite della saga a livello di trama. Se la serie si faceva seguire comunque, grazie ai molti approfondimenti sui personaggi che ci dava il gran numero di episodi, in un film di tre quarti d'ora non si può pretendere altrettanto lavoro psicologico, e in effetti la cattiva Badyanu è piattissima psicologicamente e nulla si sa di lei, così come pochissimo si sa delle "fate delle tre".
Tra l'altro, Peruru non ha soltanto il ruolo che nella serie era di Helios/Pegasus, ma anche le fattezze, rassomigliando in maniera impressionante a una versione bambina di Helios.
Il tema trattato è molto toccante e interessante, ma c'era davvero bisogno di realizzare questo filmetto spicciolo, quando questo stesso tema lo affrontava già la serie regolare?
Pur essendo molto breve, stringato e povero di avvenimenti nonché fondamentalmente inutile e anche fuori continuity (vedasi l'inserimento nel film di Uranus, Neptune e Pluto, completamente assenti nella serie animata, soltanto per compiacere i fans, cosa che si pone in contrasto con quello che poi narrerà l'ultima serie), Il buco nero dei sogni ha anche i suoi pregi, come la grafica, i disegni, i colori e le animazioni, che sono veramente superlativi e danno il meglio di sè nelle scene d'azione (questa volta molto più attive e presenti rispetto al film della terza serie, ma purtroppo a discapito della trama) e il bellissimo tema di fondo, che riesce comunque a farsi apprezzare nonostante se ne parlasse già anche in TV.
I momenti epici che faranno sobbalzare gli spettatori, poi, non mancano, vedasi il visionario combattimento finale, semplice ma assolutamente emozionante.
E' da notare che, stavolta, nonostante la preponderanza di Usagi e Chibiusa, si è riuscito a dare uno spazio anche ad Ami, Rei, Makoto e Minako, grazie anche alla piacevolissima sequenza iniziale di vita quotidiana, che così non si limitano a fare da tappezzeria ma diventano parte integrante della pellicola.
Pollice in su anche per il doppiaggio, che ci regala una collaudatissima Kae Araki/Chibiusa, eccezionale bimba pestifera nelle sue scaramucce con Usagi ma anche dolcissima e seria nei momenti cruciali.
La colonna sonora si mantiene sempre su buoni livelli. L'ormai irrinunciabile "Moonlight Densetsu" non manca neanche stavolta come sigla d'apertura, regalandoci anche uno spassosissimo slide-show di foto delle protagoniste da bambine, e sui titoli di coda abbiamo "Morning Moon de aimashou", che non brilla particolarmente ma fa il suo lavoro.

Se avesse una trama più originale e articolata, Il buco nero dei sogni sarebbe un capolavoro. Invece così rimane una, pur pregevolissima, operazione commerciale, che si fa seguire con piacere dagli appassionati, per carità, ma che tradisce un pò gli spettatori che si aspettavano una nuova avventura delle guerriere e non un ben mascherato remake di quella corrente.