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 1
Hatake Rufy

Episodi visti: 21/21 --- Voto 3
Topo Gigio è una creazione italiana nata nel 1959 da Maria Perego, piaciuta in seguito in Giappone così da creare un'anime in merito con la regia di Noboru Ishiguro e Shigeo Koshi, andato poi in onda in italia nel 1992 grazie alla Mediaset. Topo Gigio è sempre stato un intrattenimento per me, quando ero piccolo, che mi divertiva ogni volta che lo vedevo in televisione, soprattutto nello Zecchino D'oro, era uno spasso; poi si cresce e vedi le cose in un'altro modo, soprattutto quando in confronto ci sono opere decisamente migliori.

La trama vede Topo Gigio, un topino astronauta venuto dallo spazio che atterra sulla costa laziale per problemi tecnici, incontrando in seguito alcuni topolini con cui stringe subito amicizia; il protagonista però si accorge subito che per via di una frattura nello spazio-temporale si ritrova indietro nel tempo di parecchi anni. Successivamente viene trovato da una ragazzina, Gina, che lo porta subito con se a casa sua, dove incontrerà Megalo, un gatto cui diventerà il suo acerrimo nemico, ma per sua fortuna e piacere, Gina le presenta anche la piccola Mimì.

Storia poco originale e molto semplice, con uno sviluppo molto costante, quasi nullo; si è deciso di mantenere nel topino un'aspetto fondamentale, ovvero l'essere un birbante topo pieno di semplicità e simpatia che risolleva il morale ai bambini. Peccato che è costruito in modo tale da intrattenere un pubblico minorile, infatti onestamente parlando da bambino mi piaceva ma ora vedendo questa serie, mi annoia parecchio se non trovandolo stupido; di certo l'opera di Perego ha come scopo intrattenere i bambini e magari anche qualche adulto rimasto piccolo con la voglia di sorridere ancora con Topo Gigio.

Il comparto tecnico non mi convince molto, disegni non molto precisi e a volte orridi con una grafica pessima; il sonoro non regge, ma l'aspetto fondamentale è che il doppiatore del protagonista è il solito Peppino Mazzullo.
Concludo con il consigliare questo anime solo a chi ha una forte appartenenza al personaggio principale, altrimenti vedrete solo un anime che di speciale non ha nulla, se non una piccola dose di semplicità e divertimento.


 2
Marco23111988

Episodi visti: 10/21 --- Voto 6
Quest'anime, ispirato al personaggio Italiano di Topo Gigio, creato dalla Nippon Animation nel 1988, fu trasmesso da noi su mediaset.
In questa serie Gigio è un topolino venuto dallo spazio che fa amicizia con una bambina terrestre di nome Gina e con altri topi terrestri.

Da bambino era anche un anime piacevole da vedere, non per niente è un kodomo, però tutto sommato ci sono anime per bambini realizzati decisamente meglio.
La grafica è molto elementare, addirittura c'è un gatto verde. Va bene la fantasia ma certe cose sono un po' schifose. La trama poi è piuttosto sempliciotta, niente di speciale.
A ogni modo i personaggi non sono male, Gigio è simpatico (specie perché doppiato dallo stesso attore che doppia il topo Gigio originale: Peppino Mazzullo), Megalo è un cattivo bastardo e per questo fa sorridere.

La serie, pur non brillando in niente, è comunque un buon prodotto per i bambini, divertente ed educativo.
Se siete bambini va benissimo quest'anime ma, se siete grandi, vedetelo pure per divertimento o per tornare piccoli, ma non aspettatevi niente di speciale.


 2
demone dell'oscurità

Episodi visti: 21/21 --- Voto 2
Molti di noi sono cresciuti con un Topo Gigio pupazzo, protagonista assoluto dello Zecchino D'Oro e di tanti altri programmi Rai di successo per ragazzi.
Questo cartone realizzato in Giappone ha solo una determinata essenza del personaggio, bricconcello quanto basta per riuscire a risolvere le sue difficoltà.
Questa serie ci fa vedere il nostro beniamino coinvolto in situazioni e ambientazioni che poco appartengono a Maria Perego, la sua storica autrice: si parla di un topo venuto dallo spazio, che subito si abitua alle realtà e difficoltà del nostro pianeta e che vince sempre con avversari felini che cercano di metterlo alle strette.

Francamente il personaggio che mi piace di più è Megalo, il suo avversario in questa serie, un enorme gatto nero che comanda il quartiere e che è fedele alle sue leggi contro i roditori.
Ma, nonostante le discrepanze con il personaggio originario, la morale di questo cartone fortunatamente mantiene le caratteristiche volute dalla Perego, visto che l'astuzia e l'intelligenza, anche se uno è in difficoltà, alla fine premiano, e questo tema viene accompagnato da buon senso, rispetto e amicizia verso il prossimo.
Di alcuni momenti comici si vede però chiaramente la forzatura, come forzata è il resto della trama. A mio avviso, un anime-movie sarebbe stata la scelta più felice, anziché fare 21 episodi, troppi per un personaggio che abbiamo l'abitudine di vedere in tv come pupazzo e solo per pochi minuti per volta.
Buona invece la scelta di mantenere il grande doppiatore storico di Topo Gigio anche nel cartone, segno di continuità con il pupazzo che conosciamo; ma, ripeto, è un prodotto scadente rispetto alla storia di decine di anni che ha dietro questo personaggio, che mal si concilia con l'anime prodotto.


 5
M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 21/21 --- Voto 7
La Nippon Animation, equivalente di grande animazione nipponica apprezzata anche in Italia, sinonimo di "Anna dai capelli rossi", "Heidi", "L'ape Maia ", "Marco - Dagli Appennini alle Ande", "Conan, il ragazzo del futuro", riservò nel 1988 una grandissima sorpresa, forse la più bella, a tutti noi italiani, ma non solo.
Il celebre pupazzetto creato da Maria Perego nel 1959, Topo Gigio, approdava nella terra del Sol Levante per la seconda volta (nel 1969 era nata una produzione cinematografica nipponica diretta da Kon Ichikawa, "Topo Gigio e la guerra del missile"), e lo faceva sotto forma di anime; ma sarebbe meglio, in questo caso come non mai, usare un termine più genuino, quindi mi limiterò a chiamarlo semplicemente "cartone animato".

Nel lontano 1992 il piccolo e paffuto topo combinaguai giunge, per così dire, "in patria", e lo fa atterrando sugli schermi Mediaset con la sua nave spaziale!
Il Topo Gigio "versione animata" veste infatti i panni di un astronauta del futuro, che, giunto sulla Terra a causa di un guasto per via di un disguido spazio-temporale, si ritroverà a fare amicizia con tanti altri topini, ma qui farà conoscenza anche con la piccola Gina, che ne diverrà una sorta padroncina e grande amica, e soprattutto con Megalo e gli altri gatti del quartiere. Ovviamente questi giocheranno "al gatto e al topo" e ne combineranno di tutti i colori...

Realizzata con grandissima cura in ogni reparto, a cominciare dai piacevolissimi modelli dei personaggi, con le loro forme tondeggianti e i ben definiti contorni, insieme alla vivace disposizione dei colori e alla calorosa rusticità degli ambienti, proseguendo con temi musicali capaci di scolpire nel cuore deliziose melodie e simpaticissimi motivetti, la serie non ha nulla da invidiare alle altrettanto splendide produzioni della Nippon, già a partire dall'aspetto.
Ad accompagnarci però nella via dell'innamoramento è soprattutto l'atmosfera meravigliosa che si respira in ogni singolo episodio.
Si tratta del classico esempio di cartone che fa ritornare bambini sempre e comunque, che assicura il sorriso sul volto, insieme a qualche lacrima di commozione, anche a chi crede di essere "troppo cresciuto e maturo per queste cose...", cartone che rievoca alla mente suoni, immagini e profumi di ricordi mai svaniti nel cuore di chi, come me, insieme a tante generazioni di bambini, avrà vissuto e rivissuto le avventure di Gigio, che emozionavano dal primo all'ultimo minuto - cosa ormai rara nel mondo dell'animazione legata al target dei più piccoli - e immancabilmente insegnavano qualcosa di semplice ma infinitamente significativo.

Insomma, si tratta probabilmente della serie animata giapponese che per prima ho adorato e grazie alla quale conservo nella mente e nel cuore tanti resti di un'infanzia più gioiosa grazie anche e soprattutto alla tenera compagnia di un topo astronauta con le orecchie enormi e una passione immane per il formaggio.
Probabilmente chi mi conosce penserà: "...Metal, ma cosa ci dici mai?"