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Ironic74

Episodi visti: 3/3 --- Voto 6
Estate al mare. In spiaggia tutti i ragazzi della scuola Toyou si divertono tra giochi e bagni; sembra incredibile che qualcuno possa provare del dolore in un'atmosfera così carica di allegria e gioventù, eppure per Matsunaga Yoshihiro quei luoghi riaprono vecchie ferite da cui lui non si è mai veramente ripreso. "Refrain blue" parte così, dando l'impressione di essere un normale shoujo sentimentale d'ambientazione estiva ma deviando ben presto - anche perché si tratta di soli 3 OAV - sul genere paranormale. Il protagonista incrocerà quella che si credeva solo una leggenda del posto, "la ragazza della spiaggia" (sorprendentemente simile a Rika di "Higurashi"), che sembra conoscerlo e risulterà decisiva nei successivi avvenimenti.
La trama sembrerebbe non essere il massimo dell'originalità, avvicinandosi molto ai titoli del binomio Key/Kyoto quali "Kanon" e "Clannad", ma ciò che mi ha incuriosito è che si tratta di una serie uscita ben undici anni fa, quindi prima dei titoli citati. Non ho trovato molto a riguardo, però tutto mi lascia credere che sia uno dei primi tentativi di sviluppare una serie animata da giochi e visual novel, modus operandi che poi ha preso piede con successo fino a diventare la maggior fonte d'ispirazione per le produzioni nipponiche dopo i manga.

"Refrain blue" è un precursore quindi di tante serie di successo, ma al di là di questa curiosità restano 3 OAV che per la loro brevità non riescono a sfruttare in pieno tutta la carne messa al fuoco, a cominciare da una carrellata di figure femminili interessanti che non ricevono il giusto approfondimento psicologico, per proseguire con la trama centrale stessa che in certi punti risulta essere piuttosto banale senza che ne vengano sfruttati i pochi spunti degni di nota. Evidentemente siamo di fronte a una produzione a basso costo che, pur tentando un nuovo approccio narrativo, non riesce a staccarsi completamente dalla natura ecchi del gioco originale, abbondando nel fanservice.
Graficamente gli OAV non si discostano dalle produzioni del periodo, quando la computer grafica non imperversava e i fondali erano piuttosto monotoni.
In conclusione "Refrain blue" è un'opera che si lascia guardare, niente d'impegnativo, ma neanche di fenomenale, che risente parecchio degli anni passati, soprattutto a livello tecnico.