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selene90

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
In ricordo di Takahata, co-fondatore dello studio Ghibli, e collaboratore di Miyazaki, ho voluto riprendere più che volentieri una delle sue opere passate più in sordina, a discapito di titoli apprezzati a livello mondiale, come “Heidi”, “Anna dai capelli rossi”, “Una tomba per le lucciole”, e “Kaguya Hime no Monogatari”. Il titolo in questione è “Goshu il violoncellista”, film tratto da un racconto per bambini che, di per sé, rappresenta appunto una bellissima fiaba.

La trama è molto semplice e parla di un violoncellista - Goshu appunto - povero, che vive da solo in campagna, e che possiede solo il suo violoncello, ma quasi nessun talento per suonarlo. A dieci giorni da un importante concerto, il direttore della piccola orchestra del paese si ritiene insoddisfatto delle esecuzioni dei brani di Beethoven, e in particolare ritiene che il violoncello di Goshu stoni col resto del gruppo.
Il ragazzo rimane deluso del risultato, ma per nulla demotivato continua ad esercitarsi, fino al momento in cui quattro animali (un gatto, un uccello, un tasso e un topo) entreranno nella sua vita... e nella sua casa. Inizialmente infastidito dalla loro alquanto bizzarra presenza e capacità di parlare, Goshu si renderà presto conto che i quattro animali, ciascuno con una richiesta musicale per lui, saranno proprio coloro che permetteranno al giovane violoncellista di imparare a suonare.

Come storia, è la chiara esemplificazione di come l’originalità non sia necessaria, se una storia banale e semplice viene raccontata con la giusta efficacia. Oltretutto, Takahata non ha fatto uso di molti dialoghi, ma lascia che siano i brani musicali a parlare. Ogni momento della vita di Goshu è rappresentato da un brano famoso, che ne descrive la lenta crescita.
Oltre a sensibilizzare, fin da piccoli, i bambini alla musica classica, questo film vanta un bel comparto grafico, grazie a cui vengono descritte, anche con pochi particolari, le atmosfere emotive che caratterizzano il protagonista.


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Kida_10

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
"Goshu il violoncellista" è un film della durata di sessanta minuti, prodotto nel lontano 1982 e diretto da Isao Takahata. L'opera trae spunto dall'omonimo racconto dello scrittore Kenji Miyazawa.

Goshu è un ragazzo che vive tutto solo in una piccola casa di campagna e che ama suonare il violoncello, nonostante non sia molto bravo. Il giovane suona nell'orchestra del luogo e, a causa della sua incompetenza, rischia di comprometterne l'esibizione; per questo motivo, si esercita sino a tarda notte sperando di migliorare velocemente.
La storia inizia quando, una sera, un bizzarro gatto parlante si presenta a casa sua chiedendogli di suonare per lui.

La trama è estremamente semplice e scontata ma, tutto sommato, riesce, almeno inizialmente, a destare una certa curiosità nello spettatore. La narrazione è lineare, non ci sono flashback né sbalzi temporali di alcun tipo. I personaggi sono pochi e, purtroppo, anonimi e privi di caratterizzazione. Tecnicamente, un piccolo capolavoro considerando la data di produzione; le animazioni sono buone e i fondali sufficientemente dettagliati. Il comparto sonoro è eccellente, costruito interamente sulla VI sinfonia di Beethoven. Il doppiaggio italiano è adeguato.

"Goshu il violoncellista" è un'opera che, nella sua semplicità, riesce comunque a toccare e coinvolgere una grande fetta di pubblico, trattando una tematica comune e amica di tutti. La musica è un qualcosa che non può essere spiegata a parole, qualcosa che non può essere insegnata. L'impegno, la costanza, il continuo provare e riprovare lo stesso pezzo infinite volte, questi sono i sacrifici necessari per migliorare la propria abilità, indipendentemente dall'essere talentuosi o meno. Se si fa del proprio meglio le soddisfazioni arriveranno, o almeno, questo è quello che cerca di trasmettere Takahata attraverso questo breve film.

In conclusione, "Goshu il violoncellista" è un 'opera che consiglio vivamente a tutti gli amanti della musica, soprattutto se alla ricerca di un prodotto divertente e leggero.


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daich

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Nel 1982 Isao Takahata dirige un piccolo gioiello di rara finezza visivo-narrativa: 'Goshu il violoncellista' è un breve film tratto da una fiaba dello scrittore Kenji Miyazawa, dalle atmosfere lievi e delicate. Lontano anni luce dal buonismo insulso e speculativo tipicamente Americano, "Goshu il violoncellista" è un prodotto culturalmente elevato e non scontato.
Goshu è un giovane violoncellista dell'orchestra locale. L'inesperto ragazzo non sente il ritmo e viene spesso rimproverato dal maestro. Costretto ad allenarsi prima del concerto, Goshu riceve la visita di una serie di animali (un gatto, un cuculo, un tasso e un topolino) che lo aiutano a imparare a suonare.
Al di là dei toni fiabeschi, capaci di creare empatia fra Goshu, gli animali e lo spettatore, questo film è un capolavoro di tecnica: Takahata dirige mostrando una competenza registica straordinaria, alternando primi piani a campi lunghi che valorizzano l'ambientazione bucolica; e creando momenti onirici che esaltano i pezzi musicali. Un esercizio di stile, non fine a se stesso, ma teso a fare arte.


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giorgio13

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Che film toccante e incantevole è Goshu il violoncellista; è una lettera d’amore alla musica classica e al Giappone rurale prebellico, ma è anche molto di più.
Racconta la storia di un giovane musicista che suona in un'orchestra; egli s'impegna per stare al passo, ma non soddisfa il direttore, che lo rimprovera e sgrida davanti a tutti gli altri musicisti.
Lui sa suonare le note giuste, ma non ha la giusta passione, può ascoltare Beethoven, ma non lo riesce a sentire. Quindi Goshu trascorre la serata da solo nella sua umile casa ad allenarsi e a suonare ancora e ancora; è allora che sente grattare sulla porta.
E così iniziano una serie d'incontri comici, surreali, toccanti, con degli animali del bosco: un gatto, un uccello, un procione, due topolini. Ognuno di loro va da Goshu con le sue particolari richieste, che riguardano sempre il suonare il violoncello. In ogni incontro, lui crede d'insegnare qualcosa a loro, ma in realtà è lui ad apprendere: gli animali gli hanno insegnato a comprendere la vera essenza della musica.

I paesaggi (diversi in base alla melodia suonata) sono semplicemente spettacolari; tutto è disegnato con toni molto ricchi, e porta una qual certa malinconia strappalacrime. Sembra quasi di guardare dei ricordi di giorni di pioggia persi e lontani.
Viene presentato tutto con realismo, ma sono le sequenze oniriche che fanno raggiungere una speciale intimità con il protagonista, infatti si possono percepire il suo cuore e la sua anima.

C’è una scena in cui l’orchestra suona nel locale cinema per i film muti: essa non ha nulla ha che fare con la trama generale, è un breve spaccato della vita del tempo, e diventa divertentissima quando il cartone di un gatto e di un topo proiettato sullo schermo viene interrotto per la presenza di un topo vero: le donne vanno nel panico, e i bambini gridano divertiti.
Il film culmina con l’esibizione dell’orchestra nell’auditorium della città: qui i movimenti dei musicisti sono resi più dettagliatamente che mai. Dopo che la sinfonia è stata conclusa, il direttore d’orchestra corre in bagno per gli applausi e le ovazioni ricevute. In questa breve sequenza, lui come lo spettatore, è sopraffatto da un’emozione pura e meravigliosa: un pianto di gioia.
L’esibizione è piaciuta a tal punto che il pubblico esige un encore: è questo il momento di gloria di Goshu, che viene mandato sul palco da solo: esegue “La caccia alla tigre indiana”, un brano molto complesso e intenso. Il pubblico è silenzioso, incantato, affascinato, riverente; così è lo spettatore.

Questo stupefacente film, giocato prevalentemente sulla sesta sinfonia di Beethoven, la Pastorale, in solo un’ora riesce a celebrare magnificamente il potere trascendente della musica.

simona

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simona

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Quest'opera è un ottima fiaba e un'efficace iniziazione alla musica classica sia per i più grandi che per i più piccini. La serie è composta da frequenti dialoghi e da moltissima musica, prevalentemente tratta da Beethoven, ma che attinge pure da numerose fonti d'ispirazione, per raccontare e descrivere il periodo di crescita del protagonista. Il grande ruolo della musica è anche pienamente complementare con l'estetica del lavoro di Takahata. Al di là del fatto che comunque gli strumenti e i loro suoni trovano sempre pure un riscontro visivo nel film, il regista è ancora più bravo a ricercare un approccio non gratuito fra immagini, musica e narrazione. Lo stile grafico, attraverso tratti non elaborati ma non per questo poveri, rispecchia in pieno sia le atmosfere emotive sia la personalità del protagonista. Una certa attenzione è anche da prestare ai fondali, essenziali e affascinanti nelle sfumature.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Quanto costa il dover apprendere, e quanta fatica costa l'imparare, quante vessazioni, quanti rimproveri, quante situazioni negative e quante porte sbattute in faccia comporta l'apprendimento di un'artista, quella che comunemente si chiama gavetta, tante tribolazioni e tanti giorni trascorsi prima della vittoria, della conquista, del successo.

Nel campo artistico c'è sempre un mondo che è sempre diverso da come ci viene presentato ai nostri occhi, è un mondo dove si vive dietro le quinte, tra prove generali e riprove singolari, dove non si accettano gli errori, dove si deve rasentare la perfezione, e laddove i pregiudizi per far posto ad altri più meritevoli o meno sono sempre dietro l'angolo.

Un mondo che non conosce maschere, non conosce il talento da migliorare, che vuole sfruttare il tutto e subito, dove le lotte per guadagnarsi un posto sul palco sono peggio di una guerra militare, e dove non mancano pettegolezzi e frasi mai dette che comunque finiscono per danneggiare il malcapitato preso di mira.

E' quanto accade al protagonista di quest'avventura, incapace di imparare lo strumento in un'orechestra, viene subito etichettato e messo fuori dalla medesima, nonostante il ragazzo abbia profuso grande impegno in tante ore per migliorarsi, fortunatamente troverà dei piccoli animaletti che gli permetteranno di realizzare il sogno inseguito da così tanto tempo.

La storia ci fa subito venire in mente tante altre davvero accadute ad artisti famosi, del cinema, del teatro della musica, i cui esordi non sono sempre stati così brillanti, e i "No" per diventare "sì" sono stati sempre molteplici, fino a quando entra in gioco un motore difficile da fermare, come un vulcano che esplode, ovvero il talento.

Si è soliti dire che chi ha talento è solo un diamante allo stato grezzo che ha bisogno di essere lavorato alla perfezione per trasformarsi in un gioiello dall'immenso valore, e ciò avviene solo con metodo e sacrificio, per arrivare al meritato dono, però, come detto, deve esserci già la materia prima, affinchè la manodopera operi il miracolo, e in questo anime tutto ciò avviene.

L'autore vuole dirci che le arti sono aperte a tutti coloro che vogliono apprenderle, ma chi ha talento ha una marcia in più e gli inizi sono sempre molto sconfortanti proprio perchè in molti si accorgono delle qualità di un talentuoso e tendono sempre ad ostacolarlo per fargli abbandonare una grande passione innata.

Le arti vivono dietro le quinte con questo annoso problema, di qualsiasi arte si tratta, e l'autore con quest'opera non manca diverse volte per sottolinearlo, quindi mi viene da darvi un consiglio parallelo all'opera, voi che guardate i talent, evitate di guardarli e vedetevi questo bel film, sono convinto che in seguito guarderete i talent con più disprezzo!


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Tanuki-san

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
"Goshu il violoncellista" è uno dei primi lavori del grande Takahata, realizzato quando non era ancora stato fondato lo Studio Ghibli e tratto dall'altrettanto magnifico racconto di Kenji Miyazawa, celebre scrittore giapponese per ragazzi. C'è inoltre da notare che la colonna sonora è costituita principalmente dalla VI sinfonia di Beethoven (ovvero la Pastorale), che rende l'atmosfera unica nel suo genere.
La storia narra di un ragazzo che, non essendo un grande musicista e facendo continue figuracce davanti ai suoi compagni d'orchestra, decide di esercitarsi giorno e notte per migliorare. Stanco, arrabbiato e triste, continua a suonare e suonare fino alla notte. E ogni notte, puntualmente, gli si presenta un animale. Un gatto, un uccello, un tanuki e due topini, che gli insegneranno il vero significato della musica: originalità (il gatto), esercizio (l'uccello), ritmo (il tanuki) e amore (i topini).

Goshu il violoncellista è un bellissimo film per chi, come me, ama la musica, ma anche per chi non la ama: sa infatti trasmettere un significato profondo, che tocca l'anima e, allo stesso tempo, avvolge e interessa con una trama quantomai originale. E' un film veramente sorprendente, che lascia il cuore colmo di gioia e felicità.
I disegni per me sono molto belli: certo, non necessariamente curati e particolareggiati, ma comunque li ritengo magnifici e in perfetta armonia con il film. Con il tramonto finale, poi, si resta a bocca aperta!
Goshu il violoncellista è un film consigliato a tutti coloro che hanno un animo sensibile e amano la musica, ma anche a chi vuole semplicemente deliziare i suoi occhi con un film del grande Takahata.